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Vecchio 21-08-2015, 20.26.36   #21
memento
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Messaggi: 177
Riferimento: Tutto ciò che è profondo ama la maschera

Paul11,molto interessante la tua riflessione sulla filosofia e la cultura di oggi...perché non ci apri un thread? Cosi ne potresti discutere senza andare in ot come stavolta.
memento is offline  
Vecchio 20-10-2015, 17.48.29   #22
elsire
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Data registrazione: 27-08-2014
Messaggi: 162
Riferimento: Tutto ciò che è profondo ama la maschera

Citazione:
Originalmente inviato da paul11
Etimologicamente la parola persona deriva dal greco e si riferisce alla maschera indossata dagli attori nel teatro.
Le persone sono maschere.

E' vero, che la "persona" era la maschera indossata dagli attori nel teatro; ma l'etimologia è latina, e non greca.
Il termine, infatti, deriva da "personare", cioè, "amplificare il suono" (il "per" è rafforzativo di "sonare"); questo, perchè, nel teatro latino, la maschera veniva usata precipuamente per amplificare il suono della voce, affinchè si udisse anche sugli spalti più lontani.
Per cui, ai tempi dell'antica Roma, le "personae" erano maschere; oggi le maschere sono diventate persone, in quanto l'"individuo" è tale, quanto più riesce ad amplificare -con la comunicazione informatica e mediatica- la propria falsata identità.
elsire is offline  
Vecchio 20-10-2015, 23.41.12   #23
paul11
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Riferimento: Tutto ciò che è profondo ama la maschera

Citazione:
Originalmente inviato da elsire
E' vero, che la "persona" era la maschera indossata dagli attori nel teatro; ma l'etimologia è latina, e non greca.
Il termine, infatti, deriva da "personare", cioè, "amplificare il suono" (il "per" è rafforzativo di "sonare"); questo, perchè, nel teatro latino, la maschera veniva usata precipuamente per amplificare il suono della voce, affinchè si udisse anche sugli spalti più lontani.
Per cui, ai tempi dell'antica Roma, le "personae" erano maschere; oggi le maschere sono diventate persone, in quanto l'"individuo" è tale, quanto più riesce ad amplificare -con la comunicazione informatica e mediatica- la propria falsata identità.

La lingua latina,come tutte le lingue, non nasce dal niente. Prima del teatro romano c'era ovviamente il teatro greco.
Il ponte fra lingua greca e latina è stato spesso l'etrusco,come sembra in questo caso
Per cui...
πρόσωπον, ου faccia, volto, aspetto, letteralmente parte anteriore del viso: v. μέτωπον. Dalla prep. πρός (v.) unità, con la base corrispondente ad accad. āpum appum (parte superiore, naso, viso 'snout, tip, croun, nose'), sir. appē (viso): cfr. παρειαί. ( Dizionario della lingua greca in Le origini della cultura europea. Vol. II, Dizionari etimologici, Basi semitiche delle lingue indoeuropee, Giovanni Semerano, p. 241)
Il termine "persona" deriva dal latino persōna persōnam derivato probabilmente dall'etrusco φersu , indi φersuna, che nelle iscrizioni tombali riportate in questa lingua indica "personaggi mascherati". Tale termine etrusco sarebbe ritenuto un adattamento del greco πρόσωπον (prósōpon) dove indica il volto dell'individuo.

Il primo autore a trasferire il termine "persona", dall'utilizzo comune di "maschera" teatrale e "faccia", nell'ambito filosofico fu lo stoico greco Panezio (185-109 a.C).


paul11 is offline  
Vecchio 21-10-2015, 14.43.53   #24
elsire
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Riferimento: Tutto ciò che è profondo ama la maschera

Citazione:
Originalmente inviato da paul11
La lingua latina,come tutte le lingue, non nasce dal niente. Prima del teatro romano c'era ovviamente il teatro greco.
Il ponte fra lingua greca e latina è stato spesso l'etrusco,come sembra in questo caso
Per cui...
πρόσωπον, ου faccia, volto, aspetto, letteralmente parte anteriore del viso: v. μέτωπον. Dalla prep. πρός (v.) unità, con la base corrispondente ad accad. āpum appum (parte superiore, naso, viso 'snout, tip, croun, nose'), sir. appē (viso): cfr. παρειαί. ( Dizionario della lingua greca in Le origini della cultura europea. Vol. II, Dizionari etimologici, Basi semitiche delle lingue indoeuropee, Giovanni Semerano, p. 241)
Il termine "persona" deriva dal latino persōna persōnam derivato probabilmente dall'etrusco φersu , indi φersuna, che nelle iscrizioni tombali riportate in questa lingua indica "personaggi mascherati". Tale termine etrusco sarebbe ritenuto un adattamento del greco πρόσωπον (prósōpon) dove indica il volto dell'individuo.

Il primo autore a trasferire il termine "persona", dall'utilizzo comune di "maschera" teatrale e "faccia", nell'ambito filosofico fu lo stoico greco Panezio (185-109 a.C).



***
Paul 11 fa interessanti riferimenti etimologici, che in parte conoscevo, in parte no; alcuni sono condivisibili, altri meno.
Insisto, infatti, nel sostenere che il termine "persona", secondo l'etimologia prevalentemente accettata (che a me sembra la più plausibile), deriva direttamente, "tel quel", dal latino, e NON dal greco o dall'etrusco, o dal greco per il tramite dell'etrusco.
Ed infatti il termine "πρόσωπον", in greco, significa "faccia", e non "maschera" (salvo che per traslato scenico, dove usava anche in Grecia); e, comunque, il termine "persona personae" non deriva etimologicamente da "πρόσωπον" -filologicamente, non c'è nessuna attinenza-, nè, tantomeno, dalla terminologia del teatro greco.
Ed infatti, come sostiene lo stesso Semerano (citato da Paul 11): "A fuorviare la ricerca etimologica concorse il costante accostamento a πρόσωπον, con il quale "persona" etimologicamente non ha NULLA a che vedere" (1)
In prevalenza, invece, come avevo detto nel mio precedente intervento, si propende a ritenere che il termine latino "persona" sia etimologicamente e filologicamente derivato da "per-sonare".
Come anche sosteneva (ma non solo) la grande Hanna Harendt, di cui riporto letteralmente un brano:
"Ed è proprio da questo «risuonare attraverso» che deriva il termine persona: il ‹verbo per-sonare›, «risuonare attraverso», è quello dal quale deriva infatti il sostantivo ‹persona›, «maschera». I romani furono i primi a usare il termine anche in un senso metaforico" (2).
D'altronde, gli stessi Romani erano perfettamente consapevoli di tale significato, talchè Gavio Basso (3) scriveva testualmente:
"Testa e volto coperti da ogni lato dall'involucro della maschera (persona), e accessibile solo per l'unica via -non dispersiva- che consente l'emissione della voce, dirigendola verso un unico sbocco, ciò rende il suono più squillante e armonioso. Quella copertura del volto, dunque, fa diventare la voce chiara e risonante (personans), E PERCIO' E' DETTO PERSONA, con allungamento della vocale "o", provocato dalla forma della parola (4)."
Semmai, una possibile etimologia alternativa, è quella proposta da Giovanni Semerano, secondo cui, originariamente il termine richiamava quello del latino "pars"; vale a dire, il ruolo del personaggio sulla scena (anche oggi si dice: "recita una parte").
Però, tale etimologia, non rende ragione del suffisso "ona"
La derivazione dall'etrusco "phersu", invece, è anche essa possibile, ma è molto dubbia; ed infatti, sullo Zanichelli è riportato con un punto interrogativo: "'maschera'? 1219. (dizionario Zanichelli).
Al riguardo, infatti, il Marini spiega i motivi di tale perplessità: "Non è per niente chiaro se l'etrusco 'phersu' si riferisca proprio alla maschera, ammesso che quello che si vede sia veramente una maschera. L'altra difficoltà è di carattere filologico, e riguarda la difficoltà di spiegare in modo coerente il passaggio da un termine maschile (phersu) ad un termine femminile (persona), ottenuto, per di più, con l'aggiunta del suffisso "ona" (pher-sona)" (5)


NOTE
(1)
Le origini della cultura europea. Vol. II, Dizionari etimologici, Basi semitiche delle lingue indeuropee, Giovanni Semerano, p. 514
(2)
HANNAH ARENDT, “Responsability and Judgment”, Edited and with an Introduction by Jerome Kohn, Schocken Books, New York 2002 (First Edition), ‘Prologue’ (Copenhagen April 18, 1975), pp. 12 – 13.
(3)
Grammatico latino del tempo di Cicerone, autore di un trattato "De origine verborum et vocabulorum", che comprendeva almeno 7 libri.
(4)
Ibidem
(5)
"Dalla persona alla... persona" pag.19 EDUCatt - Ente per il diritto allo studio universitario dell'Università Cattolica, 05 giu 2014 - 131 pagine - S. Marini
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Vecchio 21-10-2015, 20.23.34   #25
Mymind
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Riferimento: Tutto ciò che è profondo ama la maschera

A me vien in dubbio come si possa essere senza maschera, senza impersonificarsi in un contesto. E l'unica soluzione che riesco a trovare è quella di perdere quella parte del pensiero che pensa se stesso, nelle azioni quotidiane e nel modo di essere noi pensiamo e pensiamo a ciò che pensiamo come un giudice che filtra i pensieri spontanei tramite una maschera, un ego. La vera azione è senza pensiero, la vera volontà non ha autocoscienza affinché non venga oscurata dai condizionamenti che generano maschere.
Mi vien in mente un aforisma: "Talvolta sono, talvolta penso". L'unica cosa in cui ci si debba identificare resta la vita, nient'altro di più specifico.
Un saluto a tutti, purtroppo non posso accedere spesso ad internet in questo periodo
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Vecchio 30-10-2015, 07.46.36   #26
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Riferimento: Tutto ciò che è profondo ama la maschera

Di recente ho avuto un esperienza che mi ha riportato a fare riflessioni sull'argomento,sulle maschere e sulle relazioni.
e mi sembra di aver colto che nel mondo sembrerebbe proprio impossibile non esimersi dall'assumere un ruolo di attore,per poter necessariamente recitare tutti una parte,rigorosamente interconnessa alle altre.
questa vita e' un palcoscenico e dunque l'unico modo per poterci stare e' quello di indossare una maschera…nell'ipotesi che esista anche solo un momento in cui questa maschera viene tolta allora non sarà' più possibile una qualsiasi forma di riconoscimento e gli altri non potranno più vederti,ne interagire e sarà' l'intera scena a scomparire
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Vecchio 30-10-2015, 15.19.06   #27
Sariputra
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Riferimento: Tutto ciò che è profondo ama la maschera

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Di recente ho avuto un esperienza che mi ha riportato a fare riflessioni sull'argomento,sulle maschere e sulle relazioni.
e mi sembra di aver colto che nel mondo sembrerebbe proprio impossibile non esimersi dall'assumere un ruolo di attore,per poter necessariamente recitare tutti una parte,rigorosamente interconnessa alle altre.
questa vita e' un palcoscenico e dunque l'unico modo per poterci stare e' quello di indossare una maschera…nell'ipotesi che esista anche solo un momento in cui questa maschera viene tolta allora non sarà' più possibile una qualsiasi forma di riconoscimento e gli altri non potranno più vederti,ne interagire e sarà' l'intera scena a scomparire


Temo che noi non indossiamo la maschera...SIAMO la maschera stessa. Sotto la maschera non c'è alcun volto. Non recitiamo una commedia assurda, SIAMO la commedia stessa.
E , come giustamente dici, se ci togliamo la maschera gli altri non possono più riconoscerci perchè non c'è NULLA sotto di essa.
Con una variante: la maschera non è statica. E' in continua trasformazione e così assumiamo, via via, le sembianze di un angelo o di un demone.
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Vecchio 31-10-2015, 05.33.10   #28
acquario69
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Riferimento: Tutto ciò che è profondo ama la maschera

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Originalmente inviato da Sariputra
Temo che noi non indossiamo la maschera...SIAMO la maschera stessa. Sotto la maschera non c'è alcun volto. Non recitiamo una commedia assurda, SIAMO la commedia stessa.
E , come giustamente dici, se ci togliamo la maschera gli altri non possono più riconoscerci perchè non c'è NULLA sotto di essa.
Con una variante: la maschera non è statica. E' in continua trasformazione e così assumiamo, via via, le sembianze di un angelo o di un demone.

Si hai ragione,non ce' nulla sotto..per esserci (nel mondo) dobbiamo in un certo senso "fingere" e questo secondo me darebbe pure spiegazione a molte cose alla radice.
e se invece in questo nulla che vi sarebbe sotto non fosse invece quel "luogo" dove ritrovare la nostra autentica essenza? e che di fatto svelerebbe anche e piuttosto tutta la commedia che siamo?
mi viene da pensarlo anche perché di questo ci si potrebbe rendersene conto stando soli (quando siamo soli,continuiamo ad avere una maschera?)
forse (sempre se sia un ipotesi valida) questo non avviene spesso,in primo luogo perché essere soli non e' detto che non intervenga a sua volta un altra maschera,una ancora più profonda che abbiamo con noi stessi ma anche perché,più semplicemente,le possibilità di stare soli sono ridotte ai minimi termini..pensiamo ad esempio al fatto di vivere (oggi) in contesti affollati,di non avere più uno spazio anche fisico che non sia "riempito" (evidentemente il vuoto ci deve far piuttosto paura!) inoltre credo che siamo anche perennemente invasi dalle immagini che a loro volta riproiettano come in uno caleidoscopio altrettante moltiplicate maschere (pensiamo ad esempio alla televisione e alla pubblicità in particolare,veicolo per eccellenza di innumerevoli maschere e falsità…un vero corto circuito!)
ed e' per questo che mi verrebbe il dubbio se allo stato attuale la maschera abbia finito per sostituirsi definitivamente da non comportare più nessuna differenza (il nulla di cui parli,che io definirei un "vuoto pneumatico") e se prima invece le persone avevano comunque una consapevolezza in tal senso,non essendo appiattite ed invase da innumerevoli maschere,e solo apparentemente differenti?!..la consapevolezza di un confine tra realtà e finzione e che non avvertiamo più e proprio questo consentiva in qualche modo il suo riconoscimento!..il nostro stesso reciproco riconoscimento..insomma almeno prima credo ci si rendeva perfettamente conto di tale commedia,mentre oggi no,il che secondo me fa un enorme differenza!
infatti non credo sia nemmeno un caso che le rappresentazioni teatrali rivestivano un enorme importanza simbolica!
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Vecchio 31-10-2015, 14.09.31   #29
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Si hai ragione,non ce' nulla sotto..per esserci (nel mondo) dobbiamo in un certo senso "fingere" e questo secondo me darebbe pure spiegazione a molte cose alla radice.
e se invece in questo nulla che vi sarebbe sotto non fosse invece quel "luogo" dove ritrovare la nostra autentica essenza? e che di fatto svelerebbe anche e piuttosto tutta la commedia che siamo?
mi viene da pensarlo anche perché di questo ci si potrebbe rendersene conto stando soli (quando siamo soli,continuiamo ad avere una maschera?)
forse (sempre se sia un ipotesi valida) questo non avviene spesso,in primo luogo perché essere soli non e' detto che non intervenga a sua volta un altra maschera,una ancora più profonda che abbiamo con noi stessi ma anche perché,più semplicemente,le possibilità di stare soli sono ridotte ai minimi termini..pensiamo ad esempio al fatto di vivere (oggi) in contesti affollati,di non avere più uno spazio anche fisico che non sia "riempito" (evidentemente il vuoto ci deve far piuttosto paura!) inoltre credo che siamo anche perennemente invasi dalle immagini che a loro volta riproiettano come in uno caleidoscopio altrettante moltiplicate maschere (pensiamo ad esempio alla televisione e alla pubblicità in particolare,veicolo per eccellenza di innumerevoli maschere e falsità…un vero corto circuito!)
ed e' per questo che mi verrebbe il dubbio se allo stato attuale la maschera abbia finito per sostituirsi definitivamente da non comportare più nessuna differenza (il nulla di cui parli,che io definirei un "vuoto pneumatico") e se prima invece le persone avevano comunque una consapevolezza in tal senso,non essendo appiattite ed invase da innumerevoli maschere,e solo apparentemente differenti?!..la consapevolezza di un confine tra realtà e finzione e che non avvertiamo più e proprio questo consentiva in qualche modo il suo riconoscimento!..il nostro stesso reciproco riconoscimento..insomma almeno prima credo ci si rendeva perfettamente conto di tale commedia,mentre oggi no,il che secondo me fa un enorme differenza!
infatti non credo sia nemmeno un caso che le rappresentazioni teatrali rivestivano un enorme importanza simbolica!


Mi sembra che la maschera che portiamo sia bifronte. Non è rivolta solamente verso gli altri, ma anche verso noi stessi. Il senso dell'Io secondo me nasce proprio dall'osservare questa maschera interiore.
Il "penso quindi esisto" potrebbe ben diventare "Osservo la maschera ed esisto". Oppure, meglio ancora, potremmo sostituire l'"Io Sono" con "Io sono la Maschera". Perchè a mio parere, togliersi la maschera significa pure spogliarsi dell'Io/Mio ed arrivare ad osservare il reale con "occhi veri" non con gli occhi finti e dipinti della maschera.
Questa mattina passeggiavo per il corso principale di una nota cittadina e sono stato attratto da un vecchio , seduto per terra, che suonava la fisarmonica. Accucciato vicino c'era un cagnolino. L'animale se ne stava mezzo dentro una sacca da ginnastica dove potevo vedere degli effetti personali del vecchio e degli abiti.
Il corso era ricolmo di gente ben vestita, intenta alle compere, frettolosa, distratta. Eppure nessun volto, nessuna maschera, mi attraeva a sè. Osservavo il vecchio e il suo cane che si guardavano e non vedevo una maschera , ma vedevo la loro solitudine, il loro dolore. Nemmeno io , in quel solo breve momento, avevo una maschera, perchè il dolore che percepivo in loro era anche in me.
Attimi in cui l'individualità viene superata, le maschere dissolte.
Allora vorresti sederti vicino al cane, accarezzarlo, e magari scambiare una parola con il vecchio musicista ma...appena lo pensi...ecco il drago mascherato . Non posso farlo, mi dice la maschera, è patetico, la gente dirà che sono matto, il cane ti morderà, il vecchio musicista è solo un vagabondo ubriacone come mille nelle nostre città, magari è pure ricco e ti sta fregando, sei un allocco, ecc.
Allora te ne vai, senza guardare indietro, con la musica che lentamente svanisce. Le vetrine ti attraggono, osservi il traffico caotico...osservi la Maschera e il Signore è tornato sul suo trono, dentro di te...
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Vecchio 01-11-2015, 07.54.40   #30
acquario69
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Originalmente inviato da Sariputra
Mi sembra che la maschera che portiamo sia bifronte. Non è rivolta solamente verso gli altri, ma anche verso noi stessi. Il senso dell'Io secondo me nasce proprio dall'osservare questa maschera interiore.
Il "penso quindi esisto" potrebbe ben diventare "Osservo la maschera ed esisto". Oppure, meglio ancora, potremmo sostituire l'"Io Sono" con "Io sono la Maschera". Perchè a mio parere, togliersi la maschera significa pure spogliarsi dell'Io/Mio ed arrivare ad osservare il reale con "occhi veri" non con gli occhi finti e dipinti della maschera.
Questa mattina passeggiavo per il corso principale di una nota cittadina e sono stato attratto da un vecchio , seduto per terra, che suonava la fisarmonica. Accucciato vicino c'era un cagnolino. L'animale se ne stava mezzo dentro una sacca da ginnastica dove potevo vedere degli effetti personali del vecchio e degli abiti.
Il corso era ricolmo di gente ben vestita, intenta alle compere, frettolosa, distratta. Eppure nessun volto, nessuna maschera, mi attraeva a sè. Osservavo il vecchio e il suo cane che si guardavano e non vedevo una maschera , ma vedevo la loro solitudine, il loro dolore. Nemmeno io , in quel solo breve momento, avevo una maschera, perchè il dolore che percepivo in loro era anche in me.
Attimi in cui l'individualità viene superata, le maschere dissolte.
Allora vorresti sederti vicino al cane, accarezzarlo, e magari scambiare una parola con il vecchio musicista ma...appena lo pensi...ecco il drago mascherato . Non posso farlo, mi dice la maschera, è patetico, la gente dirà che sono matto, il cane ti morderà, il vecchio musicista è solo un vagabondo ubriacone come mille nelle nostre città, magari è pure ricco e ti sta fregando, sei un allocco, ecc.
Allora te ne vai, senza guardare indietro, con la musica che lentamente svanisce. Le vetrine ti attraggono, osservi il traffico caotico...osservi la Maschera e il Signore è tornato sul suo trono, dentro di te...

una cosa che odio profondamente e' passeggiare in quelle vie piene di vetrine e negozi,o peggio ancora entrare in un centro commerciale,che poi e' la stessa cosa con la differenza che in questi ci si rinchiude pure dentro.
questi sono luoghi (non-luoghi) dove le persone sono (non-persone) ma credo appunto maschere tutte uguali a se stesse ma forse si e' pure andati oltre,forse non esiste nemmeno più la maschera,perché nei non-luoghi non si puo esserci se non appunto come non-persone..indubbiamente uno strano modo di esserci,nel non-esserci
ora potrebbe sembrare che basterebbe solo non frequentare questi non luoghi e il fenomeno darebbe l'impressione di essere circoscritto e ben visibile,così da poterlo evitare ma non e' così perché si e' esteso a tutto,sia in larghezza che in profondità,in larghezza coinvolgendo tutti gli spazi,quelli ad esempio che prima erano deputati ad una aggregazione spontanea,come poteva essere una piazzetta o un semplice Bar,anch'essi infatti trasformati (ma anche il tempo diventato un non-tempo) dove valgono gli stessi criteri dei non-luoghi descritti prima e in profondità nella visione mentale degli individui,ridotti ad essere delle non-persone…personalmente ritengo pure che l'ambiente non può non modificare le persone e viceversa…ritieni che l'episodio che hai descritto poteva andare diversamente se ti ritrovavi in un altro ambiente dove magari le stesse persone che lo frequentavano,avevano tutt'altra mentalità,magari più intimamente solidale (tipo questo: https://www.youtube.com/watch?v=yzqk7zxvKY8)
e non così pesantemente condizionata,al contrario,come credo lo sia oggi?!

Ultima modifica di acquario69 : 01-11-2015 alle ore 13.00.17.
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