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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 07-07-2004, 14.41.00   #151
Rocco
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Talking Partner sbagliato o giusto ?

Citazione:
il mio punto di vista è il seguente: riconoscere di aver sbagliato partner e trarne le lecite conseguenze, è certamente un fatto esistenziale da archiviare come un insuccessoMa non saperlo fare, beh, quello è un fallimento.


Caro Holzweg ,

innanzitutto mi scuso per certe citazioni in merito alla categoria .

Non volevo dire nulla di offensivo , ma piuttosto citare mie esperienze reali.

Come tu dici apportare il proprio punto di vista e - soprattutto - le proprie esperienze reali- dati di fatto , è quello che conta di più ed è perciò che colgo ben volentieri lo spunto offertomi dal tuo ultimo post e ti cito la mia esperienza.

Oltre 10 anni fa mi sono separato e questo dopo aver affrontato una terapia prima singola e poi di coppia da un (costosissimo ) psicologo di grido specializzato ! in tali situazioni.

Di nuovo , non voglio denunciare il singolo , nè la categoria , ma a mio avviso proprio la psicologia che secondo me denuncia grossissimi limiti terapeutici e ti spiego subito il perchè.

L'hai detto stesso tu sopra : se due persone sono incompatibili , bisogna trarne le lecite conseguenze. Ricordo che questo "psicologo" mi disse parole simili e la conclusione fu che mi separai.

Se poi , come tu dici , avessi archiviato quello come insuccesso , non mi sarei mai più sposato !

Credo che ciò che tu dici , specie se rivolto a pazienti , sia molto ma molto pericoloso e bisogna evitare di dir ciò ad una coppia che sta in crisi .

Sin quando la mia mente ha archiviato quello come un insuccesso , io avevo perso non solo la capacità di amare , cosa ben più grave della mia separazione ! ma mi ero anche convinto - a torto -che quella era la persona sbagliata ed ero io il "buono".

Solo profonde introspezioni , unite alla vita quotidiana in tutti i suoi aspetti , mi hanno insegnato che il partner "ideale " non esiste ed è solo l'immagine artificiale creata da qualli che vivono con l'astrologia ed attività simili.

E forse non bisogna neanche giocare con termini quali partner più compatibili e meno compatibili.

Lo dicevano i miei quando mi sono sposato con una ragazza cinese e oggi , si stanno ancora ricredendo.....!

Esiste la parola rapporto , che è quello che abbiamo fra amici , fratelli e con le mogli / mariti , al di là di culture, religioni , lingue ed altri ammenniccoli artificiali.....

Nella profondità del significato di tale parola , va ricercata l'essenza del tutto e dei perchè oggi l'uomo - ed è sotto gli occhi di tutti - non riesce ad avere rapporti soddisfacenti in genere.

Nel rapporto fra moglie e marito ci sono tante variabili che l'uomo considera a torto "paramentri base " e che fuorviano la natura stessa del rapporto , snaturandolo dalle sue origini di RAPPORTO : a cominciare dalle religione ( niente ci separerà ) , per poi passare all'aspetto fisico predominanate nella scelta del partner per poi finire al sesso, la variabile impazzita.

Ora sesso monotono , ora antistress , ora atto procreativo : ma ci rendiamo conto di cosa siamo stati capaci di inventare ??

Se non andiamo alla radice di ciò dentro noi stessi , prima o poi anche il partner più ideale ci annoierà e ci saremo solo illusi di avere un ( buon ? )rapporto.

E non sono pochi i casi di gente che-dopo poco che si era separata - è ritornata dalla prima moglie !

Detto ciò credo che più importante di tutto - visto che non sempre le lancette dell'orologio si possono portare indietro - sia comprendere PERCHE' quel tal rapporto è naufragato , anzichè rassegnarsi ad accettarlo passivamente oppure archiviarlo- come tu dici - come un insuccesso e basta .

E questo partendo da se stessi , prima di guardare l'altro.

Il rapporto fra moglie e marito è quello in cui il nostro ego più facilmente assume forme subdole e ci inganna.

E così appare la ragione ed il torto , il partner giusto e quello sbagliato...quando a mio avvviso il successo di un rapporto è dato invece dall'equilibrio che le due persone riescono a mantenere all'inyterno del rapporto stesso , avendo una visione globale di tutto.

E ti assicuro che SE e quando penso solo a me , ciò diventa praticamente impossibile perchè perdo di vista le esigenze dell'altra persona .

Spero di essere stato chiaro.


A presto



Rocco



Ps L'argomento è vasto , si potrebbe addirittura aprire un nuovo post...credo......sull'argomen to partner & separazioni....

Ultima modifica di Rocco : 07-07-2004 alle ore 14.51.15.
Rocco is offline  
Vecchio 08-07-2004, 00.39.01   #152
leibnicht
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Messaggi: 486
Mi dispiace

ma mi accorgo di come sia più difficile trasmettere punti di vista, valutazioni e considerazioni critiche attraverso il mezzo scritto, anzichè per via orale.
Purtroppo la scrittura presuppone, per essere concisa, un maggior rigore nell'uso della parola, i cui significati sono supposti certi ed evidenti.
Quando parlo di insuccesso e di fallimento, intendo due concetti radicalmente diversi.
Un insuccesso è una ferita che può rimarginarsi, un errore cui può esser posto rimedio.
Un fallimento è la conclusione di un percorso esistenziale: un punto di arrivo irreversibile.
Tali a me paiono tanti matrimoni condotti alle estreme conseguenza di una sofferenza quotidianamente inflitta come specie essenziale e residua di quellareciprocità che il rapporto di coppia presuppone.
Relazioni svuotate di ogni progettualità comune, ancorate solo alle convenienze sociali e famigliari, senz'altra attesa che quella di sbriciolare il tempo e infliggersi vicendevolmente la pena di sterili e vane recriminazioni.
Ti pare che questo tipo di percorso esistenziale, posto che la vita ci è data una volta soltanto su questa terra, debba essere proposto come una sorta di rassegnazione o di destino?
Francamente lo trovo penosamente remoto da tutti quei valori che due secoli di storia e di filosofia hanno impresso nella nostra cultura e nella nostra società.
Posso io operare, nel mio lavoro, al fine di rendere un uomo sofferente libero, libero dai viluppi dei suoi stessi cortocircuiti mentali e poi imporgli vincoli dogmatici, in forza di principi di autorità che non hanno riscontro in alcun altro segmento della nostra immagine del mondo?
Io mi rifiuto di accogliere un'istanza simile.
Naturalmente, quando mi trovo ad operare con delle coppie in crisi, il mio intento non è certo quello di dissolverle, ma di sondare con loro, in un percorso comune di ricerca (nel quale io aspiro e con ogni mezzo voglio essere l'elemento neutrale) le possibilità residue di ricostituire in qualche modo quelle aspettative reciproche ed il progetto che i due partners hanno, in altri momenti della loro vita, sentito autenticamente di poter produrre.
E' chiaro che la sentenza definitiva, il riconoscimento di un "insuccesso" deve essere operata da loro e non da me.
E' chiaro altrettanto che, per me, il fatto che due persone si presentino al sottoscritto, anzichè all'avvocato e al giudice, indica per definizione che la relazione è tutt'altro che spenta.
Ma l'archiviazione, dopo che l'insuccesso è stato riconosciuto e le decisioni conseguenti prese, deve essere posto in atto senza che persistano retaggi od incertezze, germi di possibili successivi ripensamenti.
Anche una separazione può essere "ben riuscita" o "mal riuscita", esattamente come un matrimonio: la valenza di una scelta che bne cassa un'altra deve avere lo stesso grado di convinzione e di investimento per il futuro.
Ma non si può condannare nessuno ad una sorta di ergastolo esistenziale, per grave che possa essere l'errore commesso.
Il matrimonio è , e rimane, la scelta etica per eccellenza : esso è, e rimane, fondato su di una decisione che aspira ad essere definitiva ed irreversibile.
Ma, come diceva Dante, "la materia è sorda, per molte fiate, all'intenzion dell'arte" : può accadere che ciò che vuol essere "per sempre" pretenda, per quel "per sempre", il sacrificio di ciò per cui ha senso che qualche cosa possa essere "per sempre".
Infine, le Leggi ci sono per gli uomini, non gli uomini per esse.
leibnicht is offline  
Vecchio 08-07-2004, 10.35.41   #153
Rocco
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Data registrazione: 14-05-2004
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Wink OK Holzweg.......

Non dispiacerti ! So benissimo che esprimersi attraverso uno scritto ed Internet può dare adito ad interpretazioni restrittive e poco ampie.

Apprezzo molto il tuo chiarimento - specie circa la tua professione - e mi rallegro nel sapere che operi con questo stile.

Del resto non è mia abitudine generalizzare e - come detto - mi sono riferito alla psicologia a livello terapeutico.

Mi auguro che anche tu abbia compreso il mio post , che forse -più di tutto - voleva essere il racconto della mia esperienza e soprattutto di quanto si sia perso il significato più profondo della parola rapporto oggi come oggi .

A tal proposito allego , a quanti facesse piacere , uno scritto di un grande illuminato datato 1981.... : Jiddu Krishamurti.


Un saluto e buona lettura !



Rocco
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