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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 20-02-2005, 19.17.12   #11
Fragola
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Messaggio originale inviato da Kim
Chi sta male probabilmente si incavolerà tentissimo per quello che sto per scrivere, ma quella sofferenza molto spesso la amiamo e la culliamo. Dobbiamo scegliere davvero di rinunciarci e questa è una cosa che non so spiegare come si fa. E' quello che in altri post ho chiamato "rinunciare la ruolo di vittima


Nel mio stare attuale posso confermare che è vero quello che affermi, ma in ogni caso lo è per il semplice fatto che si è esaurito l'effetto dell'ondata "travolgente" ora a freddo posso pensare anche che sia stata io in effetti a permettere che perdurasse una certa situazione...ma non è cosi'...per me almeno

Per farti un esempio e come se stessi aspettando il passaggio del treno ad un passaggio ferroviario...niente nulla da fare finchè fino all'ultima carrozza o il rombo del "gigante" non è passato e finalmente si alzano le sbarre io rimango incapace di muovermi, e se tu noti è calzante l'esempio perchè dimostra che in certe situazioni al limite l'unica scelta e oltrepassare a tuo rischio il passaggio a livello quando tutto intorno ti vuole fare capire che devi fermarti o comunque stare ferma....quindi io credo che non siamo noi a fermarci ma è la vita che ci impone certe condizioni e sottrarsi è eroico forse piu' che starci daccordo...ma quello che manca io credo sia la chiave...la chiave di comprensione per potersi sottrarre....e il non trovarla non vuole dire rivestire il ruole di vittime....vedi in certe situazioni nemmeno ti senti vittima....fino a che....




Kim, solo per precisare, stavo rispondenso a Freedom e non a te, non mi permetterei mai di giudicare la tua situazione. Ho cercato di descrivere un po' in generale il mio percorso, perchè la mia era una sofferenza soprattutto psicologica. Diciamo "depressione" per intendersi. Che ha le sue cause in situazioni vissute che non desidero raccontare qui, anche perchè sono ormai lontane nel tempo.

Ogni situazione va considerata a sè. Non è mai possibile generalizzare. Mai. E io non posso e non voglio dire a te che cosa credo sia giusto fare perchè non posso saperlo. Non ti conosco e non conosco la situazione. Anche se da quello che hai scritto mi sembra di capire che hai già fatto qualcosa per cercare di reagire. E sono contenta che tu lo abbia fatto.
Così, azzarando, direi che tu ora hai da risolvere un problema pratico molto grosso e che per adesso è di questo che ti devi occupare. Quello che io chiamo "rinunciare al ruolo di vittima" è una rinuncia interiore e serve a curare le ferite. Ma a me verrebbe da dirti che ora tu devi occuparti di non farti ferire più, che adesso forse non puoi dedicare ad altro le tue energie.
Un abbraccio e tutta la mia solidarietà
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Vecchio 20-02-2005, 19.28.05   #12
Kim
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Grazie Fragola è proprio cosi'...non farmi ferire piu'...


un sorriso
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Vecchio 20-02-2005, 19.32.20   #13
mark rutland
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il male come il bene è negli occhi di chi lo vede e lo vive come tale...non è detto che la negazione di un male non sia a sua volta un male, come pure la negazione di un bene non sia un bene.
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Vecchio 20-02-2005, 23.50.10   #14
dani62
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Messaggio originale inviato da Fragola
Non per fare la menagrama ma ... valido fin che dura! E' stato anche il mio, per un po'. Non so quanti anni hanno i vostri figli, ma arriva un momento in cui sono così grandi che ... non funziona più. Arriva un momento in cui, o si impara a farlo per se stessi o si crolla. Credo non sia un caso se il momento più duro per me è stato quando mio figlio è arrivato all'età che avevo io quando lui è nato. E quando ho visto chiaramente che avevo davanti ancora una bella fetta di vita (si spera ) che avrei dovuto vivere senza di lui. Lasciandolo andare davvero. E lasciarlo andare per la sua strada, permettere che si costruisca la sua vita, nel mio caso specifico voleva dire che io per prima dovevo costruirmi la mia vita e stare bene, non solo £farmi forza" per lui. Perchè questo per lui sarebbe stato un vincolo tremendo, una sorta di "maledizione".


E' proprio così cara Fragola...sei solo realista, non menagrama.

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Vecchio 21-02-2005, 12.29.08   #15
alpha
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Grazie freed per averci proposto questo argomento.

Ho letto e riletto piu' volte le vostre parole e sono d'accordo con molte di esse, ma a costo di passare per impopolare vorrei proporre quello che ho interpretato come un possibile "rovescio della medaglia".
Premetto che non voglio aprire polemiche ne' riferirmi ad alcuno di voi, ma mi e' venuto in mente il seguente pensiero:
"Va bene...e' vero...il dolore che ci hanno fatto provare e' una delle cose piu' al nostro interno e lo conosciamo perfettamente, ma cosa dire del dolore che noi abbiamo provocato agli altri? Forse e' piu' lontana da noi questa sensazione che non la prima?".

Perche' si parla tanto del dolore ricevuto e cosi' poco di quello provocato?!

Vogliamo provare ad affrontare insieme anche questo aspetto dell'argomento??!!...



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Vecchio 21-02-2005, 13.01.31   #16
Fragola
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Messaggio originale inviato da alpha
Grazie freed per averci proposto questo argomento.

Ho letto e riletto piu' volte le vostre parole e sono d'accordo con molte di esse, ma a costo di passare per impopolare vorrei proporre quello che ho interpretato come un possibile "rovescio della medaglia".
Premetto che non voglio aprire polemiche ne' riferirmi ad alcuno di voi, ma mi e' venuto in mente il seguente pensiero:
"Va bene...e' vero...il dolore che ci hanno fatto provare e' una delle cose piu' al nostro interno e lo conosciamo perfettamente, ma cosa dire del dolore che noi abbiamo provocato agli altri? Forse e' piu' lontana da noi questa sensazione che non la prima?".

Perche' si parla tanto del dolore ricevuto e cosi' poco di quello provocato?!

Vogliamo provare ad affrontare insieme anche questo aspetto dell'argomento??!!...




Io credo che qui non si parli affatto di dolore ricevuto, ma che si parli del male che abbiamo dentro, della sofferenza che abbiamo dentro. E non sempre la sua origine è in un male ricevuto. A volte sì, ma un sacco di volte questo male che ci provoca delle ferite che ci fanno soffrire è assolutamente involontario. E' importante parlare di come affrontare quello che ci fa stare male, è importante smettere di stare male. Non solo per noi. Io credo fermamente che se stiamo male diffondiamo dolore. In un modo o nell'altro la facciamo pagare a chi ci è accanto anche se non ne ha nessuna colpa.


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Vecchio 21-02-2005, 13.33.50   #17
dani62
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Messaggio originale inviato da alpha
Grazie freed per averci proposto questo argomento.

Ho letto e riletto piu' volte le vostre parole e sono d'accordo con molte di esse, ma a costo di passare per impopolare vorrei proporre quello che ho interpretato come un possibile "rovescio della medaglia".
Premetto che non voglio aprire polemiche ne' riferirmi ad alcuno di voi, ma mi e' venuto in mente il seguente pensiero:
"Va bene...e' vero...il dolore che ci hanno fatto provare e' una delle cose piu' al nostro interno e lo conosciamo perfettamente, ma cosa dire del dolore che noi abbiamo provocato agli altri? Forse e' piu' lontana da noi questa sensazione che non la prima?".

Perche' si parla tanto del dolore ricevuto e cosi' poco di quello provocato?!

Vogliamo provare ad affrontare insieme anche questo aspetto dell'argomento??!!...




Vedi caro alpha, in genere nella vita gli ADULTI sono attrezzati per difendersi dal male che tu dici provocano gli altri (sempre gli altri eh).
In realtà gli altri ci fanno male quando noi glielo permettiamo, a volte ne abbiamo bisogno, a volte noi sentiamo male per fatti nostri che preferiamo attribuire all' interlocutore di turno. A meno di qualcuno che non ti prenda a coltellate alla schiena, trovo poco credibile la versione "gli altri mi fanno male e mi fanno tanto soffrire proprio a me che sono così buono". E poi i nostri comportamenti producono sempre delle reazioni, che sono diverse a seconda della coscienza, consapevolezza e dell' equilibrio di chi le vive.
Solo una eccezione, il male che si fa ai bambini (quindi per la maggior parte dei casi lo fanno i genitori). Solo in quel caso concordo con te...nel male provocato dagli altri.






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Vecchio 21-02-2005, 14.15.14   #18
rodi
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... ma un sacco di volte questo male che ci provoca delle ferite che ci fanno soffrire è assolutamente involontario. E' importante parlare di come affrontare quello che ci fa stare male, è importante smettere di stare male. Non solo per noi. Io credo fermamente che se stiamo male diffondiamo dolore. In un modo o nell'altro la facciamo pagare a chi ci è accanto anche se non ne ha nessuna colpa.



e questo spesso dipende solo da noi.
A me sembra che poi la scelta finale sia la nostra, ci sono persone che riescono ad uscire da situazioni incasinatissime, come ce ne sono altre che nel dolore sembra che ci si crogliolino e lo usano anche come ricatto morale nei confronti degli altri.
O come modo per avere cose senza conquistarsele veramente.
E' vero...ci sono passaggi difficili da fare, ma nessuno li può fare per gli altri, è impossibile.
Si può provare a porgere una mano, ma la scelta interiore è la propria.
E' nostra la scelta intima di usare la mano che ci viene data per provare ad uscire dai nostri pensieri neri (se pure siamo fortunati e qualcuno ce ne porge una), oppure per continuare a mettere in moto meccanismi perversi di 'male'.

Perchè poi quando si fa questo non ci si deve stupire se l'essere umano che si era posto di fronte a noi col cuore aperto e disponibile ci volta le spalle e ci manda a pascere!

Forse sono superficiale nel dire questo...
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Vecchio 21-02-2005, 14.27.22   #19
Fragola
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e questo spesso dipende solo da noi.
A me sembra che poi la scelta finale sia la nostra, ci sono persone che riescono ad uscire da situazioni incasinatissime, come ce ne sono altre che nel dolore sembra che ci si crogliolino e lo usano anche come ricatto morale nei confronti degli altri.
O come modo per avere cose senza conquistarsele veramente.
E' vero...ci sono passaggi difficili da fare, ma nessuno li può fare per gli altri, è impossibile.
Si può provare a porgere una mano, ma la scelta interiore è la propria.
E' nostra la scelta intima di usare la mano che ci viene data per provare ad uscire dai nostri pensieri neri (se pure siamo fortunati e qualcuno ce ne porge una), oppure per continuare a mettere in moto meccanismi perversi di 'male'.

Perchè poi quando si fa questo non ci si deve stupire se l'essere umano che si era posto di fronte a noi col cuore aperto e disponibile ci volta le spalle e ci manda a pascere!

Forse sono superficiale nel dire questo...


Assolutamente sì! Dipende da noi. Attenta solo a non colpevolizzare troppo chi non ci riesce perchè non per tutti è facile allo stesso modo, e non solo per la forza che abbiamo.

Il senso del mio intervento era proprio spiegare, rispondendo ad Alpha, perchè è importante parlarne. Lui diceva "perchè parlare del male ricevuto e non di quello che invece facciamo noi agli altri?" Il senso era che solo iniziando a curare il male che abbiamo dentro, sia esso "ricevuto" o no, possiamo smettere di far male a chi abbiamo intorno.
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Vecchio 21-02-2005, 14.44.35   #20
Ettore
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Messaggio originale inviato da mark rutland
il male come il bene è negli occhi di chi lo vede e lo vive come tale...non è detto che la negazione di un male non sia a sua volta un male, come pure la negazione di un bene non sia un bene.

Per me questa frase è pura verità. La relatività di come percepiamo il male e/o ciò che ci fa soffrire è contingente ad una propria evoluzione di tipo psicologico (ma anche ad una evoluzione psicologica culturale..)
Personalmente cose che mi facevano male in passato, oggi le guardo con un sorriso.
Ciò non vuol dire che sia immune al male o non possa provare sofferenza.
Antidoti per il male? Il male e o la sofferenza sono relativi alla percezione che abbiamo di esso, come ho già detto.

Se pensiamo che le persone sono invidiose, succederà che vediamo, parliamo e incontriamo persone invidiose....ad esempio.

Non parlo personalmente perchè non mi piace farlo su un forum.
Ma per me il concetto base è che possiamo cambiare la realtà che ci circonda (quindi se questa è "negativa", tramutarla in "positiva"...o meglio se subiamo una certa realtà possiamo cambiarla in qualcosa d'altro)
Perchè il soggetto forma il reale.
Scusate,mi devo appoggiare a discorsi accademici per giustificare le mie affermazioni....e poi penso che i discorsi accademici e la teoria servano (che, per così dire , non siano solo "teoria",ma un modo di vedere il mondo, è quindi viverci dentro e trasformarlo, capirlo e comprenderlo..)
Esistono ad esempio 2 teorie, una è biologica, l'altra è fisica.
La prima l'ho già esposta in una altra discussione..in sostanza afferma che la cellula crea il suo ambiente
La seconda è la "Teoria dei Quanti": in sostanza afferma che il corpo "si espande tramite onde"....diciamo che se espandiamo "onde negative" creiamo una "realtà negativa".

Soffrire è non comprendere (con la testa, il cuore, la psiche) la realtà che ci viene addosso...E' inevitabile soffrire perchè la realtà cambia di continuo...ma abbiamo la meravigliosa possibilità di creare nuove realtà...

Tornando all'esempio dell'invidioso: cos' è l'incontrario dell'invidia?Generosità e altruismo...se cerco di diventare altruista e generoso incontrerò persone con queste caratteristiche...
Lo so. L'esempio è molto banale...
Ma poniamo che a livello psicologico una persona indaghi se stessa e scopra di essere invidiosa...automaticamente diventerà più generosa perchè scoprirà che quella caratteristica negativa la faceva soffrire...

va beh...sono stato un pò lungo..spero si sia capito qualcosa...

Ettore is offline  

 



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