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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 22-10-2006, 18.01.02   #11
Spaceboy
...cercatore...
 
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Data registrazione: 15-03-2006
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

...forse sembrerà strano ma personalmente le uniche lacrime che verso sono al cinema...
...alcune scene di grandi film esprimono un pathos e una purezza di sentimenti che davvero mi toccano...

...peccato sia solo finzione...
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Vecchio 22-10-2006, 22.01.36   #12
Pantera Rosa
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

Citazione:
Originalmente inviato da tammy
ma può il pianto essere una sorta di difesa nei confronti del vero problema, dolore, rabbia?

Il pianto più che una difesa, è uno sfogo, una liberazione...
Più ci si abbandona alle lacrime(piangendole tutte!), più il dolore, la sofferenza,il
disagio, svaniscono.

Poi rendere partecipi anche gli altri di questo sfogo personale, è una faccenda
che riguarda solamente noi e le nostre convinzioni.

A volte e nonostante un certo pudore di sentimenti, queste calde lacrime proprio non ce la fanno a non venire giù...e non c'è pubblico che tenga
Pantera Rosa is offline  
Vecchio 22-10-2006, 23.46.25   #13
tammy
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Data registrazione: 03-04-2002
Messaggi: 1,287
Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

mha! più o meno condivido il pianto come sorta di liberazione, o mera commozione, però l'affermazione che ho sentito, a me, è parsa un pò "dura", da un lato, nei confronti di chi piange per "liberarsi da un dolore" e, dall'altro lato, quasi fosse una sorta di "vergogna".
Anche a me è stato dato di piangere e riflettendoci forse un qualcosa di vero potrebbe esserci. Vediamo.
Vi è mai capitato che, indipendentemente dal vostro umore del momento, un elemento esterno ed estraneo vi abbia colpito ed abbiate cominciato a piangere (apparentemente per niente) e che a quacun'altro, chiedendovi perchè piangete, abbiate risposto: non lo sò?
E che, durante le convulsioni inarrestabili del pianto "liberatorio", si sia data una spiegazione che coinvolgesse l'elemento esterno e/o estraneo di cui sopra?
Ecco, l'elemento esterno che ha scatenato il pianto convulsivo e la risposta "non lo sò" nasconde ben più profonde verità di quelle che in realtà si vorrebbero far credere al mal capitato di turno che offre la propria spalla o la "pacca consolatoria". In un certo senso ci si coccola e cerchiamo coccole o, meglio, conferme che il nostro disagio è reale e corrispondente a quel preciso momento mentre è solo lo svicolare, abilmente direi, al vero problema che fa scaturire un pianto di tipo convulsivo.
L'altro rischio, oltre ad essere sgamati , è che piangere di fronte ad estranei (a ripensarci non solo) farebbe una facile preda in chi non ha reali interessi affettivi, mi spiego, ci si mette in uno stato di completa indifesa: è evidente che ci sia una ferita aperta, e qualcuno potrebbe anche divertirsi a continuare ad intingere la lama e mai ad allungare una mano che sappia "afferrarti" o "afferrarti saldamente".
Lo sò è un pò contorto....
Impegnatevi dai!
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Vecchio 22-10-2006, 23.57.07   #14
tammy
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Messaggi: 1,287
Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

Citazione:
Originalmente inviato da Weyl
Mai esplicito e, men che meno, espresso.
Il pianto di un uomo deve essere interiore, oppure tradursi in rabbia, quando ragioni ne giustifichino la ragione.
Dio solo sa quanto ciò sia faticoso e difficile in tante occorrenze in cui la commozione quasi ci soffoca: ma io appartengo ancora a quella specie protetta di uomini che, seppure quasi estinti, ancora credono nella propria dignità, e ad essa sacrificherebbero tutto.
Siamo una ventina, pare.
E dove mettiamo tutta la valle di lacrime che, per puro sadismo, voi uomini forti e dignitosi, vi lasciate alle spalle?
Scusa eh! ma ogni volta che ti leggo... mi ispiri
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Vecchio 23-10-2006, 09.34.19   #15
cannella
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

Citazione:
Originalmente inviato da tammy
mha! più o meno condivido il pianto come sorta di liberazione, o mera commozione, però l'affermazione che ho sentito, a me, è parsa un pò "dura", da un lato, nei confronti di chi piange per "liberarsi da un dolore" e, dall'altro lato, quasi fosse una sorta di "vergogna".
Anche a me è stato dato di piangere e riflettendoci forse un qualcosa di vero potrebbe esserci. Vediamo.
Vi è mai capitato che, indipendentemente dal vostro umore del momento, un elemento esterno ed estraneo vi abbia colpito ed abbiate cominciato a piangere (apparentemente per niente) e che a quacun'altro, chiedendovi perchè piangete, abbiate risposto: non lo sò?
E che, durante le convulsioni inarrestabili del pianto "liberatorio", si sia data una spiegazione che coinvolgesse l'elemento esterno e/o estraneo di cui sopra?
Ecco, l'elemento esterno che ha scatenato il pianto convulsivo e la risposta "non lo sò" nasconde ben più profonde verità di quelle che in realtà si vorrebbero far credere al mal capitato di turno che offre la propria spalla o la "pacca consolatoria". In un certo senso ci si coccola e cerchiamo coccole o, meglio, conferme che il nostro disagio è reale e corrispondente a quel preciso momento mentre è solo lo svicolare, abilmente direi, al vero problema che fa scaturire un pianto di tipo convulsivo.
L'altro rischio, oltre ad essere sgamati , è che piangere di fronte ad estranei (a ripensarci non solo) farebbe una facile preda in chi non ha reali interessi affettivi, mi spiego, ci si mette in uno stato di completa indifesa: è evidente che ci sia una ferita aperta, e qualcuno potrebbe anche divertirsi a continuare ad intingere la lama e mai ad allungare una mano che sappia "afferrarti" o "afferrarti saldamente".
Lo sò è un pò contorto....
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No non è contorto, ed è forse uno dei motivi che per quanto mi riguarda, m'impediscono di lasciarmi andare.
E' soggettivo e francamente di fronte al pianto altrui mi sento subito di parte, non mi viene da pensare che sia una recita; forse una richiesta, e appunto come tale se capita di assistervi mi sembra umano porgere una mano sincera.
Però per me è una questione di pudore, e sebbene non abbia problemi a raccontare con sincerità ciò che provo, l'esternazione di pianto o di sofferenza non mi riesce automatica; non sono riuscita a emettere un suono nemmeno in sala parto, sebbene mi fosse richiesto (in quel caso ero così concentrata sulla magia dell'evento che le grida mi sembravano togliere la concentrazione e il ricordo che ne volevo avere: in qualche modo dignità).
Ma come per Spaceboy, l'unico momento in cui non riesco a trattenere le lacrime è di fronte a un'opera lirica
cannella is offline  
Vecchio 23-10-2006, 10.32.56   #16
Vaniglia
iscrizione annullata
 
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Messaggi: 752
Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

Puo' succedere che io pianga, non per gioia o commozione, ma per dolore, e' un modo di sfogare il mio dolore, ma quando mi e' capitato o ero da sola o mi era accanto un' amica o amico, mai un estraneo, non riuscirei ad esternare i miei sentimenti piu' profondi in platea...sono molto solare e aperta ma non per questo le lacrime le verso in pubblico...e' accaduto da poco un avvenimento che mi ha molto scossa, un giorno e' arrivata in ufficio una collega, eravamo da sole...e appena entrata mi ha detto "e' morto il mio papa questa notte'"....scossa perche' in questi frangenti generalmente una persona non viene a lavorare... perche' e' stata una frase inaspettata e terribile...perche' ho sentito tutto il dolore che stava provando, un pianto disperato e l'ho abbracciata e tenuta stretta a me per farle sentire il mio affetto e la mia partecipazione al suo dolore...avevo gli occhi lucidi.

Vaniglia
Vaniglia is offline  
Vecchio 23-10-2006, 13.38.31   #17
Nuvoletta
Ospite abituale
 
Data registrazione: 08-09-2006
Messaggi: 51
Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

Citazione:
Originalmente inviato da dany83
Ciao,ti parlo della mia esperienza personale.Da piccolo piangevo spesso,infatti tanti mi chiamavano "piangione".Però adesso ho 23 anni e sono 10 anni che non piango,infatti adesso dicono che sono un "duro" e non mi emoziono mai.Non so come mai,ma dentro di me è scattato qualcosa che mi ha reso più duro e deciso davanti agli altri.Però paradossalmente penso di avere più problemi adesso rispetto a quando piangevo spesso,quindi non sempre quando uno piange significa che ha dei problemi.

è la stessa cosa che è successa a me. Anche io ora ho 23 anni e stavo meglio quando piangevo. Insomma, credo di aver perso qualcosa di me stessa non piangendo più e non avendo più tanto tempo per riflettere. Stando a contatto con la gente è inevitabile che ti fai la corazza perchè ti vergogneresti a piangere per ogni cosa che non trovi conforme al tuo modo di essere. Però magari prima accumulavo ciò che non mi era piaciuto e mi sfogavo con tranquillità dopo. Ora non ci riesco più. So che questa non è una cosa bella perchè perdo il bello della vita.
Nuvoletta is offline  
Vecchio 23-10-2006, 13.52.50   #18
tammy
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Messaggi: 1,287
Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

Citazione:
Originalmente inviato da Nuvoletta
è la stessa cosa che è successa a me. Anche io ora ho 23 anni e stavo meglio quando piangevo. Insomma, credo di aver perso qualcosa di me stessa non piangendo più e non avendo più tanto tempo per riflettere. Stando a contatto con la gente è inevitabile che ti fai la corazza perchè ti vergogneresti a piangere per ogni cosa che non trovi conforme al tuo modo di essere. Però magari prima accumulavo ciò che non mi era piaciuto e mi sfogavo con tranquillità dopo. Ora non ci riesco più. So che questa non è una cosa bella perchè perdo il bello della vita.
Cos'è che perdi del bello della vita... piangere?
Nò, forse non ho capito
tammy is offline  
Vecchio 23-10-2006, 14.17.02   #19
gando
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

Citazione:
Originalmente inviato da tammy
mi è capitato di sentire questa affermazione:
piangere davanti agli altri, soprattutto sconosciuti, è segno di debolezza, di una ferita ancora aperta sulla quale al massimo ti danno una bella "pacca sulle spalle", come fosse un cerotto. Piangere di fronte a chi ti conosce e, soprattutto, ti vuol bene può aiutarti a ricucire la ferita, anzichè solo medicarla.
La conclusione di questa sequenza è stata: nel pianto troviamo la compassione per noi stessi, una sorta di anestetico, di consolazione, che ci fa "chiudere" "appannare" gli occhi davanti al vero problema.
Rimane che, piangere nel privato, non si offende la sensibilità di alcuno
Che relazione avete con il pianto, vostro e altrui?
ciaoooooooo

Ciao Tammy,

Si può solo piangere quando c'è attaccamento a qualcosa, quando c'è il senso di perdere qualcosa.
Senza attaccamento non c'è ragione per piangere perché non si perde niente.
Il pianto fine a se stesso è, come dici tu, spesso la compassione per se stesso, ma hai la risposta alla mia domanda: esistono due noi? Io piango per me stesso?
Chi è IO e chi è me stesso? Se sono uguali, non posso piangere per me stesso?
Il pianto è un’emozione e le emozioni sono pensieri. Non ci si può emozionare quando non esiste una memoria passata con la quale fare dei confronti e ricordare.
No?


Gando.
gando is offline  
Vecchio 23-10-2006, 15.04.18   #20
cannella
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

Citazione:
Originalmente inviato da gando
Ciao Tammy,

Si può solo piangere quando c'è attaccamento a qualcosa, quando c'è il senso di perdere qualcosa.
Senza attaccamento non c'è ragione per piangere perché non si perde niente.
Il pianto fine a se stesso è, come dici tu, spesso la compassione per se stesso, ma hai la risposta alla mia domanda: esistono due noi? Io piango per me stesso?
Chi è IO e chi è me stesso? Se sono uguali, non posso piangere per me stesso?
Il pianto è un’emozione e le emozioni sono pensieri. Non ci si può emozionare quando non esiste una memoria passata con la quale fare dei confronti e ricordare.
No?


Gando.
Il pianto è solamente una manifestazione esteriore, non è detto che un dolore forte non possa sortire un atteggiamento apparentemente freddo: ci sono casi in cui le lacrime sono poca cosa rispetto allo sgomento di un'enorme perdita.

Mai sentito parlare delle prefiche?
cannella is offline  

 



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