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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 21-10-2006, 21.58.03   #1
tammy
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Data registrazione: 03-04-2002
Messaggi: 1,287
Question piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

mi è capitato di sentire questa affermazione:
piangere davanti agli altri, soprattutto sconosciuti, è segno di debolezza, di una ferita ancora aperta sulla quale al massimo ti danno una bella "pacca sulle spalle", come fosse un cerotto. Piangere di fronte a chi ti conosce e, soprattutto, ti vuol bene può aiutarti a ricucire la ferita, anzichè solo medicarla.
La conclusione di questa sequenza è stata: nel pianto troviamo la compassione per noi stessi, una sorta di anestetico, di consolazione, che ci fa "chiudere" "appannare" gli occhi davanti al vero problema.
Rimane che, piangere nel privato, non si offende la sensibilità di alcuno
Che relazione avete con il pianto, vostro e altrui?
ciaoooooooo
tammy is offline  
Vecchio 22-10-2006, 03.11.38   #2
mandi
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Data registrazione: 22-06-2006
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

"Che relazione avete con il pianto, vostro e altrui?"
E' sempre una questione che varia da persona a persona....
Per quanto riguarda me, fin da piccolo(dai 9 anni in su, quando già qualcosina comincia ad entrare nella testa)ho cercato di reprimerlo,per non dimostrare debolezza(quando ci riuscivo),nei confronti di persone più grandi, e questa cosa l'ho mantenuta, le volte che ho pianto fin'ora sono veramente poche(ne ho 35), ma è un "meccanismo" che poi prendi e fatichi a lasciare, se non in occasioni particolari....non per una litigata o un accumulo di nervosismo per capirsi.
Invidio un pochino le persone che con un pianto diciamo "liberatorio" si calmano e riescono ad "estrapolare",almeno un po',dall'interno l'accumulo che hanno. Vedere una persona che piange,soprattutto se vicina,dà sempre un effetto, una parte di compassione senz'altro, dall'altra può farti capire che la cosa é profonda ed ha bisogno di una spalla.Conoscendo chi hai di fronte capisci se lo fa perché gli é morto il gatto(é un modo di dire,fermate il wwf),perchè é una questione che lo ha toccato nel profondo o perchè è al limite...
mandi is offline  
Vecchio 22-10-2006, 03.46.46   #3
Weyl
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Messaggi: 728
Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

Citazione:
Originalmente inviato da tammy
mi è capitato di sentire questa affermazione:
piangere davanti agli altri, soprattutto sconosciuti, è segno di debolezza, di una ferita ancora aperta sulla quale al massimo ti danno una bella "pacca sulle spalle", come fosse un cerotto. Piangere di fronte a chi ti conosce e, soprattutto, ti vuol bene può aiutarti a ricucire la ferita, anzichè solo medicarla.
La conclusione di questa sequenza è stata: nel pianto troviamo la compassione per noi stessi, una sorta di anestetico, di consolazione, che ci fa "chiudere" "appannare" gli occhi davanti al vero problema.
Rimane che, piangere nel privato, non si offende la sensibilità di alcuno
Che relazione avete con il pianto, vostro e altrui?
ciaoooooooo

Mai esplicito e, men che meno, espresso.
Il pianto di un uomo deve essere interiore, oppure tradursi in rabbia, quando ragioni ne giustifichino la ragione.
Dio solo sa quanto ciò sia faticoso e difficile in tante occorrenze in cui la commozione quasi ci soffoca: ma io appartengo ancora a quella specie protetta di uomini che, seppure quasi estinti, ancora credono nella propria dignità, e ad essa sacrificherebbero tutto.
Siamo una ventina, pare.
Weyl is offline  
Vecchio 22-10-2006, 10.35.54   #4
tammy
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Data registrazione: 03-04-2002
Messaggi: 1,287
Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

Citazione:
Originalmente inviato da Weyl
Mai esplicito e, men che meno, espresso.
Il pianto di un uomo deve essere interiore, oppure tradursi in rabbia, quando ragioni ne giustifichino la ragione.
Dio solo sa quanto ciò sia faticoso e difficile in tante occorrenze in cui la commozione quasi ci soffoca: ma io appartengo ancora a quella specie protetta di uomini che, seppure quasi estinti, ancora credono nella propria dignità, e ad essa sacrificherebbero tutto.
Siamo una ventina, pare.
Non piangere, quindi, lo trovi dignitoso? a quanto pare sì.
E come si dovrebbe esplicitare un dolore o una rabbia? tirando cazzotti sul muro?
Cmq è sicuramente capitato a tutti (a me sì) di dire piangi che ti fa bene, ti sfoghi per benino e poi rifletti con serenità, ma può il pianto essere una sorta di difesa nei confronti del vero problema, dolore, rabbia? quindi la classica "mano sulla spalla" diventa solo una consolazione per chi, nel momento del pianto, avrebbe bisogno, forse, di una sberla
tammy is offline  
Vecchio 22-10-2006, 11.13.55   #5
nicola185
al di là della Porta
 
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Data registrazione: 15-02-2004
Messaggi: 0
Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

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Originalmente inviato da Weyl
Mai esplicito e, men che meno, espresso.
Il pianto di un uomo deve essere interiore, oppure tradursi in rabbia, quando ragioni ne giustifichino la ragione.
Dio solo sa quanto ciò sia faticoso e difficile in tante occorrenze in cui la commozione quasi ci soffoca: ma io appartengo ancora a quella specie protetta di uomini che, seppure quasi estinti, ancora credono nella propria dignità, e ad essa sacrificherebbero tutto.
Siamo una ventina, pare.


Non più una ventina: Diciannove
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Vecchio 22-10-2006, 11.14.37   #6
dany83
Ospite abituale
 
Data registrazione: 18-09-2006
Messaggi: 618
Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

Ciao,ti parlo della mia esperienza personale.Da piccolo piangevo spesso,infatti tanti mi chiamavano "piangione".Però adesso ho 23 anni e sono 10 anni che non piango,infatti adesso dicono che sono un "duro" e non mi emoziono mai.Non so come mai,ma dentro di me è scattato qualcosa che mi ha reso più duro e deciso davanti agli altri.Però paradossalmente penso di avere più problemi adesso rispetto a quando piangevo spesso,quindi non sempre quando uno piange significa che ha dei problemi.
dany83 is offline  
Vecchio 22-10-2006, 12.32.52   #7
Daniele99
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Messaggi: 33
Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

Più spessa è la crosta meno spazio rimane per il ripieno........
hmm mi stà venendo fame...

A me piacerebbe piangere ogni tanto.....
Ma non mi definisco un grande perchè non ci riesco... certo che se ci riuscissi lo farei per conto mio, non per ottenere compassione...

Piangere è uno sfogo nervoso e basta, non c'è nessuna correlazione caratteriale....
La forza a volte stà nel non piangere nei momenti che richiedono sangue freddo... dove gli altri contano su di te... mi è capitato che quando erano tutti che si disperavano, ho dovuto resistere nel cedere ai miei sentimenti per tirare su gli altri!!! E prendere decisioni, Allora ha un senso....
Daniele99 is offline  
Vecchio 22-10-2006, 13.31.08   #8
acquario69
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Data registrazione: 10-04-2006
Messaggi: 1,444
Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

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Originalmente inviato da tammy
mi è capitato di sentire questa affermazione:
piangere davanti agli altri, soprattutto sconosciuti, è segno di debolezza, di una ferita ancora aperta sulla quale al massimo ti danno una bella "pacca sulle spalle", come fosse un cerotto. Piangere di fronte a chi ti conosce e, soprattutto, ti vuol bene può aiutarti a ricucire la ferita, anzichè solo medicarla.
La conclusione di questa sequenza è stata: nel pianto troviamo la compassione per noi stessi, una sorta di anestetico, di consolazione, che ci fa "chiudere" "appannare" gli occhi davanti al vero problema.
Rimane che, piangere nel privato, non si offende la sensibilità di alcuno
Che relazione avete con il pianto, vostro e altrui?
ciaoooooooo

io non ci riesco piu a piangere,nemmeno se provo a spremere i miei occhi come un limone ma in realta ci sono momenti in cui mi piacerebbe farlo,penso che piangere a volte sia proprio necessario,dare sfogo a certe emozioni forti e secondo me e' molto bello e positivo,penso sia come aprire una porta al nostro interno rimasta troppo tempo,inutilmente chiusa..invidio chi riesce a farlo
acquario69 is offline  
Vecchio 22-10-2006, 17.25.32   #9
Vaniglia
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Messaggi: 752
Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

La donna e' piu' portata a piangere....e' uno sfogo....ma non capisco perche' l'uomo piangendo perda la dignita'....per me non e' meno uomo o meno virile....la dignita non equivale a non piangere...


Vaniglia
Vaniglia is offline  
Vecchio 22-10-2006, 17.30.57   #10
klee
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Riferimento: piangere: debolezza, oscurantismo delle vere motivazioni di sofferenza

Io conosco il pianto liberatorio.Quando sento che una lacrima viene su con calma,cerco di respirare profondamente e cerco di "cercare" di buttarla fuori.Almeno una!!!!poi se sento che arrivano le altre
Dopo mi sento bene..ma deve durare non più di 5 minuti,senno mi sembra troppo e esagerato.
klee is offline  

 



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