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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 13-04-2014, 19.36.41   #111
Duc in altum!
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Riferimento: si può credere a dio ma non identificarsi appartenere a nessuna religione?

** scritto da jador:

Citazione:
No, è solo una sua opinione, la cosa fondamentale è che non toglie valore al principio "non fare ciò che non vuoi ti venga fatto", anche se non in nome di dio.


Ma questo pensiero di Confucio è passivo, la morale si è evoluta, è diventata azione attiva con la famosa regola d'oro di Gesù Cristo: "Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti. - (Mt 7, 12)


Citazione:
No, intendevo i non credenti che rispettano ugualmente il prossimo, rispetto a chi sminuisce il valore di un corretto agire, se non fatto in nome di dio.


Ma rispettare il prossimo non è amarlo, può anche essere una semplice cortesia, una sana educazione, l'inizio di un autentico cattolico anche se naif.
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Vecchio 13-04-2014, 21.19.08   #112
Sancho
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Riferimento: si può credere a dio ma non identificarsi appartenere a nessuna religione?

Citazione:
Se poi si inizia ad assumere un punto di vista relativo e particolare come quello umano conseguentemente non si può negare legittimità ad ogni altro punto di vista relativo come ad esempio quello etnico, o politico (basta guardare all'esportazione di libertà e democrazia e all'imposizione dei cosiddetti "diritti umani") o anche, alla fine, quello puramente individualistico che porta qualcuno a pensare "ciò che è bene per me è bene per tutti".
Se quindi la regola d'oro è sacrosanta essa è la base di una visione unitaria dell'universo che è istituzionalmente negata dagli atei, e coloro che la fanno propria in modo corretto atei non sono anche se si dicono tali, mentre i credenti che la disattendono (e sono la stragrande maggioranza) non sanno o non hanno capito il fondamento e l'essenza di ciò in cui devono credere.
In linea di massima condivido molti punti di questo scritto,riguardo all'ultima parte però, penso ai danni e alle aberrazioni di quelle società a governo teocratico,pertanto ritengo forse sbagliando che ,anche chi si richiama ad una dottrina credente all' esistenza di un principio superiore, assoluto, unico e universale,viste tali aberrazioni, possa "scivolare nel punto di vista,particolare e relativo.Anche nei governi "laici",nelle democrazie e peggio ancora negli assolutismi, dittature ecc, le norme che dovrebbero regolare la convivenza sono sempre relative ad una storia, ad una cultura,alla tradizione, al grado di emancipazione delle coscienze, ecc..Sembra che nelle faccende "umane",quando gli individui costituiscono collettività e società, di tipo teista e non,subentrano altri aspetti che condizionano le norme di convivenza ,stabilite sempre con dei punti di vista particolari e relativi.Il riferimento all'esportazione delle democrazie o delle libertà,è un esempio efficace, perché presuppone comunque un'imposizione di regole , non maturate nelle coscienze di chi dovrebbe adottarle.Quindi cos'è il bene o tendere al bene?Secondo me, se non si fa danno a nessuno è bene,se invece con il nostro agire a qualcuno si fa male ..è un male.Può essere un principio universalmente condivisibile, di quelli che derivano da una visione in qualche modo "teocentrica" ma, torna ad essere relativo quando non si ha consapevolezza se, con un determinato agire si fa male a qualcuno e non si riconosce il male in sé.Se una società ,non vede il male nel dare in sposa una bimba di 9 anni o se in un'altra ritenuta civile e libera, uomini vengono ancora condannati alla pena di morte,è una questione di sentire di coscienza e non di credere in Dio o definirsi atei,se in cuor nostro abbiamo maturato che uccidere è assolutamente sbagliato,non solo non saremo disposti a farlo in nome di una presunta giustizia ma piuttosto che uccidere ci lasceremo uccidere.Quindi tornando alle faccende umane, tutto è relativo sempre secondo me, al grado di evoluzione di coscienza.Se il mio ateismo si rifà inconsapevolmente ad una visione teocentrica...e che problema c'è? Vorrà dire che con i credenti ,gli atei hanno un punto in comune e, possono pertanto cominciare da quell'unico punto ,ad abbattere i muri che li dividono e lavorare insieme per crescere una coscienza collettiva in direzione della dignità dell'esistenza.Pertanto la "regola d'oro" alla quale si riferisce sebastianb, è per me veramente d'oro, in quanto potrebbe essere la congiunzione di ciò che appare irreversibilmente separato.
Citazione:
Scusami ma io penso che chiunque abbia opinioni da esprimere debba intervenire, si discute per comprendere e non per avere ragione.
Sono d'accordo con Duc
Citazione:
Hai scelto seguendo le direttive del tuo Dio (princìpi morali), ossia di ciò che tu pensi sia la Verità.

Inoltre dovere di che?
Certo Duc,scelgo seguendo le direttive dei miei principi morali,ossia di ciò che io penso sia la verità...come tutti e anche come te che trovi ispirazione da una differente dalla mia.
Dovere di ché?Forse avrei dovuto scrivere: responsabilità nei confronti della mia vita, che è estesa prima di tutto alla mia famiglia.Cosa significa? Significa che l'amore per la mia vita è prioritario in quanto chi non ha amore per se stesso ,secondo me, non è capace di amare nessun'altro,mi pare sia scritto anche nelle scritture bibliche"ama il prossimo tuo come te stesso"..sembra implicito e scontato l'amore per sé per poter amare anche il prossimo..(tò un altro punto in comune?)Amore e responsabilità sono a mio avviso vincolati e indissolubili.
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Vecchio 13-04-2014, 23.21.15   #113
Namas
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Riferimento: si può credere a dio ma non identificarsi appartenere a nessuna religione?

Per rispondere alla domanda iniziale di Ely (anche se in ritardo): secondo me sì, è possibile. Anzi, lo considero un atto di onestà e coraggio. Quando tutte le religioni che conosciamo cercano d'imporre dei dogmi, dei riti, delle preghiere in cui non ci riconosciamo e non troviamo pace per la nostra anima, allora è giusto rifiutarle. Che tristezza sarebbe far finta di niente, andare in chiesa o al tempio fingendo di crederci, magari pensando ad altro..

Già il fatto che esistano così tante religioni, secondo me, fa capire che le varie confessioni sono legate a usanze e culture. Ma non vuol dire che tutti debbano accettarle passivamente solo perché altri lo fanno.

E poi, come sarà già stato detto (non sono riuscita a leggere tutto e mi scuso per questo), la fede si testimonia con gli atti, amando e perdonando il prossimo, vivendo in maniera retta e pacifica, lavorando onestamente, rispettando la natura. Chi si attiene a queste leggi è comunque una persona che ama e rispetta il suo Creatore, anche senza saperlo, e a Lui non credo che importi altro.
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Vecchio 14-04-2014, 13.00.44   #114
Duc in altum!
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Riferimento: si può credere a dio ma non identificarsi appartenere a nessuna religione?

** scritto da Namas:

Citazione:
E poi, come sarà già stato detto (non sono riuscita a leggere tutto e mi scuso per questo), la fede si testimonia con gli atti, amando e perdonando il prossimo, vivendo in maniera retta e pacifica, lavorando onestamente, rispettando la natura. Chi si attiene a queste leggi è comunque una persona che ama e rispetta il suo Creatore, anche senza saperlo, e a Lui non credo che importi altro.

Tu dici che la fede si testimonia con gli atti e su questo si potrebbe anche discutere, perché c'è chi sostiene che già il pregare, la semplice ed innocua meditazione è un gesto di fede, di speranza e d'amore, ma sono d'accordo con te e mi attengo a ciò che è scritto nella Lettera di Giacomo; quello che però vorrei argomentare è il fatto che la testimonianza di fede comporta un Dio, e se si crede in Dio significa che, anche volendo, non ce la si può da soli, quindi ogni pratica di relazione tra il credente e la divinità, fosse anche l'abitudine di riferire all'Io, è religione.
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Vecchio 14-04-2014, 17.53.35   #115
Namas
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Riferimento: si può credere a dio ma non identificarsi appartenere a nessuna religione?

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Originalmente inviato da Duc in altum!
** scritto da Namas:



Tu dici che la fede si testimonia con gli atti e su questo si potrebbe anche discutere, perché c'è chi sostiene che già il pregare, la semplice ed innocua meditazione è un gesto di fede, di speranza e d'amore, ma sono d'accordo con te e mi attengo a ciò che è scritto nella Lettera di Giacomo; quello che però vorrei argomentare è il fatto che la testimonianza di fede comporta un Dio, e se si crede in Dio significa che, anche volendo, non ce la si può da soli, quindi ogni pratica di relazione tra il credente e la divinità, fosse anche l'abitudine di riferire all'Io, è religione.
Può darsi che abbia frainteso, ma nel post iniziale Ely mi pareva alludere all'appartenenza a una delle religioni esistenti. Lei si chiedeva se sia lecito credere in Dio e non identificarsi come cristiani piuttosto che musulmani o ebrei, tanto per citare le fedi più diffuse. In questo senso la risposta per me è sì. La pratica di una religione ufficiale è cosa un po' diversa dalla religione interiore; può anche non esistere collegamento fra le due forme di culto, nel senso che si può essere praticanti per semplice abitudine o opportunismo sociale ma non sinceramente religiosi, oppure avere un rapporto tutto personale con la divinità senza applicare i dettami di una religione.
Però certo, se si crede in un Essere superiore, bisogna avere con Lui una qualche forma di colloquio. Anche muto, senza parole. E' quello che mi capita a volte, non so se qualcuno di voi l'ha mai provato.
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Vecchio 14-04-2014, 20.48.37   #116
Duc in altum!
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Riferimento: si può credere a dio ma non identificarsi appartenere a nessuna religione?

** scritto da Namas:


Citazione:
La pratica di una religione ufficiale è cosa un po' diversa dalla religione interiore; può anche non esistere collegamento fra le due forme di culto, nel senso che si può essere praticanti per semplice abitudine o opportunismo sociale ma non sinceramente religiosi, oppure avere un rapporto tutto personale con la divinità senza applicare i dettami di una religione.


La tua interpretazione, se ho ben compreso, sarebbe come voler seguire Cristo senza mai recitare il Rosario, senza bisogno di celebrare l'Eucaristia, senza la necessità della Confessione o di osservare altre pratiche od incontri analoghi, quindi un "Cristocomepiaceame", ma questo è relativismo non cristianesimo, senza voler analizzare il perché Gesù ci avrebbe lasciato in eredità questi sacramenti.

E' anche vero, come tu ben constati, che non basta partecipare a questo culto per essere un vero credente, un autentico testimone, ma non per questo il senso ed il valore della religione perde vigore o spessore per sostenere, sviluppare ed affermare la fede.


Citazione:
Può darsi che abbia frainteso, ma nel post iniziale Ely mi pareva alludere all'appartenenza a una delle religioni esistenti. Lei si chiedeva se sia lecito credere in Dio e non identificarsi come cristiani piuttosto che musulmani o ebrei, tanto per citare le fedi più diffuse. In questo senso la risposta per me è sì.

Ripeto, anche il credere in Dio chiusi nella propria stanza e nel proprio mondo, comporta una serie di pratiche, quotidiane o settimanali, periodiche comunque, che divengono religione.
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Vecchio 15-04-2014, 04.46.44   #117
acquario69
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Riferimento: si può credere a dio ma non identificarsi appartenere a nessuna religione?

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Originalmente inviato da Namas
Può darsi che abbia frainteso, ma nel post iniziale Ely mi pareva alludere all'appartenenza a una delle religioni esistenti. Lei si chiedeva se sia lecito credere in Dio e non identificarsi come cristiani piuttosto che musulmani o ebrei, tanto per citare le fedi più diffuse. In questo senso la risposta per me è sì. La pratica di una religione ufficiale è cosa un po' diversa dalla religione interiore; può anche non esistere collegamento fra le due forme di culto, nel senso che si può essere praticanti per semplice abitudine o opportunismo sociale ma non sinceramente religiosi, oppure avere un rapporto tutto personale con la divinità senza applicare i dettami di una religione.
Però certo, se si crede in un Essere superiore, bisogna avere con Lui una qualche forma di colloquio. Anche muto, senza parole. E' quello che mi capita a volte, non so se qualcuno di voi l'ha mai provato

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Originalmente inviato da Duc in altum!
La tua interpretazione, se ho ben compreso, sarebbe come voler seguire Cristo senza mai recitare il Rosario, senza bisogno di celebrare l'Eucaristia, senza la necessità della Confessione o di osservare altre pratiche od incontri analoghi, quindi un "Cristocomepiaceame", ma questo è relativismo non cristianesimo, senza voler analizzare il perché Gesù ci avrebbe lasciato in eredità questi sacramenti.

si ma chi ha detto che bisogna per forza essere cristiani per credere in Dio?…allora secondo questa logica,quelli che nascono in altre parti del mondo dove si professano altre credenze,vuol dire,sempre secondo i cristiani,che vanno tutti all'inferno?.. (i "buoni" da una parte,i "cattivi" da un altra?..e oltretutto su quale criterio?)
nel precedente post questa e' stata la tua affermazione

la Verità resta sempre la stessa, unica ed universale per tutti
allora perche i cristiani dovrebbero fare eccezione?

secondo me,la religione viene così malamente intesa e arrivati a un certo punto,questa bisognerebbe proprio "abbandonarla"..i testi sacri (di qualsiasi religione) sono solo un indicazione,anche di grande aiuto,pero e' come indicare la luna,ma il dito non e' la luna

condivido le parole di namas...
acquario69 is offline  
Vecchio 15-04-2014, 09.41.06   #118
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Riferimento: si può credere a dio ma non identificarsi appartenere a nessuna religione?

** scritto da acquario69:


Citazione:
si ma chi ha detto che bisogna per forza essere cristiani per credere in Dio?…allora secondo questa logica,quelli che nascono in altre parti del mondo dove si professano altre credenze,vuol dire,sempre secondo i cristiani,che vanno tutti all'inferno?.. (i "buoni" da una parte,i "cattivi" da un altra?..e oltretutto su quale criterio?)
nel precedente post questa e' stata la tua affermazione


Chiedo scusa se le mie parole hanno dettato questa interpretazione, ma io faccio gli esempi secondo la mia fede cattolica, e con tutto ciò non ritengo che per credere in Dio bisogna essere per forza cristiani, poiché già il riconoscere che esiste una potente forza d'amore trascendente, chiamandola come si voglia, è l'inizio del cammino di perfezione, unico senso e dovere a cui è chiamato ogni singolo essere umano.

E' logico poi che per un cristiano, secondo il criterio evangelico, tutti, indipendentemente dalla loro religione, saranno redenti o condannati per l'eternità (così come già in vita), saranno separati in "giusti" e "corrotti", ma è e sarà la stessa coscienza, sotto la potestà divina, a coordinare il tutto e non il pregiudizio di un cattolico.



Citazione:
la Verità resta sempre la stessa, unica ed universale per tutti
allora perche i cristiani dovrebbero fare eccezione?

Ma i cristiani non sono l'eccezione, i cristiani come chiunque altro "scommettono", puntano, osano, su che la Verità universale è Cristo ecc. ecc., altri azzardano sul relativismo, altri ancora sul moralismo, altri ancora su Maometto, altri ancora sul nulla, ecc. ecc.; ma sempre una, unica ed universale sarà la Verità per tutti e la religione che ne consegue.


Citazione:
secondo me,la religione viene così malamente intesa e arrivati a un certo punto,questa bisognerebbe proprio "abbandonarla"..i testi sacri (di qualsiasi religione) sono solo un indicazione,anche di grande aiuto,pero e' come indicare la luna,ma il dito non e' la luna


No, non è malamente intesa, la religione viene mal vissuta quando: "La religione è per quelli che hanno paura dell'inferno, la spiritualità è per chi ci è passato dall'inferno".

Infatti anche se religione ha differenti accezioni, il suo principale e più rappresentativo significato è: "virtù dell'azione di usare sempre debiti riguardi nella relazione fra l'uomo e lo straordinario", ecco perché anche venerare l'Ego o l'Io include una pratica religiosa quotidiana, impossibile da abbandonare.



Citazione:
condivido le parole di namas...

"La Verità non é determinata da un voto di maggioranza" (Papa Benedetto XVI)

Ultima modifica di Duc in altum! : 15-04-2014 alle ore 10.09.21.
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Vecchio 15-04-2014, 10.29.19   #119
acquario69
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Riferimento: si può credere a dio ma non identificarsi appartenere a nessuna religione?

Citazione:
Originalmente inviato da Duc in altum
Chiedo scusa se le mie parole hanno dettato questa interpretazione..

ci mancherebbe!…qui si discute,in tutta serenità,per cercare di capire e capirsi


Citazione:
No, non è malamente intesa, la religione viene mal vissuta quando: "La religione è per quelli che hanno paura dell'inferno,la spiritualità è per chi ci è passato dall'inferno".
Infatti anche se religione ha differenti accezioni, il suo principale e più rappresentativo significato è: "virtù dell'azione di usare sempre debiti riguardi nella relazione fra l'uomo e lo straordinario", ecco perché anche venerare l'Ego o l'Io include una pratica religiosa quotidiana, impossibile da abbandonare.

non so se in fondo qui si intenda la stessa cosa o meno…
in che senso la religione e' per quelli che hanno paura dell'inferno?
..forse inteso come uno "strumento" necessario su cui aggrapparsi,per poi doverlo abbandonare e abbracciare la spiritualità in senso più ampio?
se e' cosi non sarebbe come nell'esempio metaforico del dito e la luna?

condivido le parole di namas...
Citazione:
"La Verità non é determinata da un voto di maggioranza" (Papa Benedetto XVI)

certo.. cio non toglie pero che una persona può sentirsi più in sintonia con parole che risultino più "vicine" alle sue… ma questo non significa mica voler sminuire le altre
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Vecchio 15-04-2014, 13.37.50   #120
Sancho
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Riferimento: si può credere a dio ma non identificarsi appartenere a nessuna religione?

Buongiorno a tutti.
Citazione:
quello che però vorrei argomentare è il fatto che la testimonianza di fede comporta un Dio, e se si crede in Dio significa che, anche volendo, non ce la si può da soli, quindi ogni pratica di relazione tra il credente e la divinità, fosse anche l'abitudine di riferire all'Io, è religione.
Credo che bisognerà distinguere, proprio per evitare fraintendimenti, quale significato si da all'io,perché se parliamo dell'ego,questo è un aspetto comune a tutti, credenti e non, riconoscerlo non dipende dal fatto che si ha fede in Dio ed, affermarlo è come rivendicare di avere una marcia in più rispetto agli altri....se non è arroganza, è comunque un punto di vista relativo alla realtà soggettiva.Vorrei capire!
Se invece per "io",s'intendono quegli aspetti che caratterizzano l'interiorità dell'essere umano come sentimenti,emozioni,intelletto e sentire di coscienza,ecc.paragonarli ad una religione non mi sembra corretto e vado a spiegare perché secondo me non è così:
La coscienza è qualcosa che evolve ,cresce e cambia ogni volta che si acquisiscono nuove comprensioni, date dall'esperienza di vita o come dice Duc per essere passati attraverso l'inferno,(bene inteso che io per inferno ,intendo quelle circostanze in cui la sofferenza tocca livelli così profondi per cui si ha l'impressione che non vi sia via d'uscita e tale sofferente condizione sia per sempre,è uno stato del sentire e, per me riguarda i vivi non i morti.)Non solo attraverso l'esperienza,..infatti, per comprendere che uccidere è male non è necessario diventare assassini.Mentre la religione offre dei dogmi e,quelli sono la bussola per orientarsi nella vita per un credente,la coscienza nel suo maturare è soggetta a modificare certi pensieri o convincimenti,la fede nella coscienza non è una "fede cieca"...nel senso che determinati "principi"vengono adottati solo se sentiti propri e non perché altri stabiliscono che così deve essere.Consapevole di ciò,una persona comprende che ciò che è vero oggi, potrebbe essere diversamente vero domani..è l'evoluzione soggetta a trasformazione,quindi i dogmi per chi si definisce ateo secondo me non esistono, in quanto non si considera la propria interiorità come qualcosa di soprannaturale e infallibile ma, un insieme di componenti che aggregati insieme sono ascrivibili alla natura umana,mentre la religione presuppone la contemplazione di un soprannaturale infallibile e non soggetto a modiche o interpretazioni.Ora la domanda che spontaneamente sorge è un 'altra.Chi crede in qualcosa di soprannaturale è esente da errore?O è soggetto ad inciampare e rialzarsi sulle proprie "macerie" come me che non ci credo quando sbaglio? Perché se è esente da errore ,significa che è essere perfetto e non mi pare che i credenti lo siano.Perciò come un cane che si morde la coda torniamo alla coscienza.
Citazione:
Però certo, se si crede in un Essere superiore, bisogna avere con Lui una qualche forma di colloquio. Anche muto, senza parole. E' quello che mi capita a volte, non so se qualcuno di voi l'ha mai provato.
Mi piace molto la trasparenza di Namas e, nel suo esporre io avverto un 'umiltà che a molti credenti è estranea.Se egli/ella cercando dentro sé, colloquia o crede di colloquiare con un entità soprannutarale mentre io identifico il mio "interlocutore"nella mia coscienza ,entrambi ci mettiamo all'ascolto di qualcosa che non può essere rappresentato con un disegno che non è fatto di materia , non si può toccare , non emette suono.Nel suo domandarsi se questo è capitato anche ad altri c'è la comprensione e il rispetto che nella diversità ,la soggettività fa la differenza!
Citazione:
La tua interpretazione, se ho ben compreso, sarebbe come voler seguire Cristo senza mai recitare il Rosario, senza bisogno di celebrare l'Eucaristia, senza la necessità della Confessione o di osservare altre pratiche od incontri analoghi, quindi un "Cristocomepiaceame", ma questo è relativismo non cristianesimo, senza voler analizzare il perché Gesù ci avrebbe lasciato in eredità questi sacramenti

La confessione non è stata un'eredità lasciata dal Cristo,essa è stata istituita dai vertici della gerarchia ecclesiastica secoli dopo,quindi voluta da esseri umani , i primi cristiani ottenevano il perdono con la preghiera,il digiuno e l'elemosina.Molto dopo, in periodi di grave difficoltà economica per la chiesa , hanno ben pensato di vendere il perdono di Dio insieme ad altre forme di indulgenza per motivi di profitto,suddividendo i peccati per gravità ed attribuendo ad ogni categoria, un valore economico da pagare alla chiesa per ottenere da Dio il perdono.Tanto che a causa di questo abuso chiamato"penitenza tariffata" di cui gli uomini "ispirati da Dio" non videro o non vollero vedere la gravità ,ci fu lo scisma della chiesa cristiana.Anche il rosario non è stata un'eredità lasciata da Cristo ma, una costruzione di rito , sull'ave Maria ,la quale è stata a sua volta estrapolata dal saluto dell'arcangelo nel racconto dell'annunciazione e dalla benedizione di Elisabetta, questa preghiera che al contrario del padre nostro non risulta esserci stata lasciata in eredità dal Cristo, è stata soggetta a ripetute modifiche finché nel 1569, il papa Pio V, con la bolla Consueverunt romani pontifices, consacrerà una forma di Rosario che, sostanzialmente, è la stessa usata ancora oggi.Mentre la comunione è rito che ricorda l'ultima cena e quindi ascrivibile a quell'eredità.Non scrivo ciò per un attacco gratuito e crudele all'istituzione,io lo comprendo e lo sottoscrivo all'imperfezione umana ma,per evidenziare che, le organizzazioni religiose sono composte da uomini e che da sempre si sono avvalsi del "cristocomemipiaceame" e del loro relativismo con presunzione di verità.Almeno l'ateo non pretende d'imporre la propria ,consapevole e rispettoso , ciò che è vero e compreso da lui può essere differente per altri ma....questa ultima frase è polemica e forse me la potevo risparmiare!Ritengo però che ci sia "autenticità"nella fede vissuta come Namas la vive, non meno di chi convintamente ritiene, essere coerenza in Cristo, nel confessarsi e recitare il rosario. Comprendo che riconoscere questo, sarebbe come decretare la fallibilità di chi ritiene di possedere e trasmettere la verità vera. Per un ministro del culto significherebbe rimettere in discussione tutto il proprio percorso di vita, investita a questo scopo,quasi inpensabile...
Citazione:
secondo me,la religione viene così malamente intesa e arrivati a un certo punto,questa bisognerebbe proprio "abbandonarla"..i testi sacri (di qualsiasi religione) sono solo un indicazione,anche di grande aiuto,pero e' come indicare la luna,ma il dito non e' la luna
Niente secondo me va abbandonato del patrimonio storico e culturale dell'umanità,tutto serve alla conoscenza e al discernimento,purché vi sia l'onestà intellettuale di avvalersi di tale patrimonio e farlo conoscere senza strumentalizzarlo e attibuendogli valore assoluto.
Molto pertinente e appropriato l'esempio di colui che indica la luna e l'attenzione di chi osserva ,si ferma al dito.Grazie!
Sancho is offline  

 



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