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Sulla coscienza

di Davide Morelli
- Ottobre 2022


La coscienza è oggetto di studio per la psicologia, l'etica, la teologia, la medicina, la filosofia, la politica, la letteratura. Ad esempio a livello morale si usa dire "la voce della coscienza", che in fondo è la nostra parte più intima e con cui tutti dobbiamo fare i conti. Si usa anche dire "rimorso di coscienza" quando si ha un senso di colpa perché abbiamo compiuto una cattiva azione. La coscienza riguarda anche la teologia perché esiste in noi anche il numinoso, ovvero il sentimento del sacro. In letteratura esiste il flusso di coscienza. Basta leggere la Woolf, H. James, W. Faulkner, Joyce. Gli scrittori inseguivano i loro pensieri senza punteggiatura. La loro scrittura registrava i dati psicologici, la loro interiorità; descriveva la loro mente che vagava da una idea all'altra. Allora la mente non era ancora considerata esclusivamente un insieme di processi fisico-chimici. Naturalmente da allora è innegabile che siano stati fatti dei passi in avanti perché non si parla più di spirito e sappiamo che privati del sistema limbico non sapremmo più provare emozioni.

Secondo la psicologia la coscienza è innanzitutto autoconsapevolezza. È allo stesso tempo consapevolezza del vissuto e responsabilità delle proprie azioni. Per Jaspers è "la vita psichica di un dato momento". È autoriconoscimento, memoria di sé, percezione di sé, conoscenza di sé, senso di sé; recentemente i neuroscienziati hanno parlato di sé autobiografico, ovvero conoscenza del proprio passato e presente. Coscienza significa accorgersi anche degli stimoli esterni. Coscienza è attenzione. È consapevolezza della propria identità. È organizzazione psichica di attenzione, memoria, linguaggio, desideri, intenzioni, emozioni, valori, stati mentali. Secondo il cognitivismo è anche metacognizione, ovvero conoscenza delle proprie operazioni mentali. Tutto ciò risulta in parte labile e ineffabile. A tal riguardo dobbiamo ricordarci che il Sé è sempre sfuggente ed elusivo. Ma non è solo questo il problema.

Secondo gli scienziati un'ulteriore complicazione deriva dal fatto che la coscienza è difficile da analizzare perché è un processo e non un oggetto come gli altri. Molte cose che sappiamo della coscienza le sappiamo grazie all'introspezione. La coscienza è un mistero. È dal 1879 che la psicologia studia ufficialmente la mente. Infatti in quell'anno Wundt aprì nell'università di Lipsia un laboratorio per studiare sensazioni, percezioni, associazioni mentali. Nonostante ciò gli psicologi non riescono ancora a mettersi d'accordo a proposito. La questione è tra le più complesse. Sono innumerevoli gli aspetti problematici della coscienza.

Per la medicina essa è l'attività delle facoltà mentali superiori. Ma cosa riesce a dare unità e coerenza a essa? È possibile una teoria della coscienza valida senza avvalersi della soggettività? Attualmente molti neuroscienziati sono riduzionisti e alcuni ritengono che sia possibile creare una mente artificiale dotata di coscienza. Per loro la coscienza è l'analisi dei correlati neurofisiologici. È lo studio del funzionamento del cervello tramite le tecniche di imaging, le ricerche sugli animali, lo studio delle lesioni cerebrali. Alcuni riduzionisti e alcuni studiosi dell'intelligenza artificiale ritengono che il cervello umano possa essere equiparato a un computer. La mente umana a differenza del computer non è solo sintassi, è anche semantica, senso, significato. Solo gli uomini possono comprendere. I computer invece non possono. Non solo ma delle macchine per quanto complesse non potranno mai avere la plasticità neurale degli esseri umani. Altro aspetto rilevante è che non esistono solo sinapsi elettriche nell'uomo ma anche sinapsi chimiche, che determinano gli umori grazie ai neurotrasmettitori. I computer molto probabilmente non potranno mai sapere cosa è un umore, uno stato d'animo. Inoltre per Vittorino Andreoli la psiche umana è la risultante di tre fattori: l'eredità, l'esperienza, l'ambiente. Questi tre fattori probabilmente non caratterizzeranno mai un computer. Ma passiamo oltre.

Esistono inoltre diversi stati di coscienza come la veglia, il sonno, gli stati alterati dall'assunzione di droghe o alcool, l'ipnosi, la trance, la meditazione, l'estasi mistica. Nessuno sa con certezza che cosa accade in questi casi. Cosa accade poi esattamente in casi come le percezioni extrasensoriali? Nessuno ancora lo sa con certezza. Un tempo Freud contrapponeva l'attività conscia all'inconscio. La coscienza allora era esclusivamente l'io. Ma ha senso forse oggi questa distinzione così limitativa? Per Husserl ciò che contraddistingueva la coscienza era l'intenzionalità. Ma cosa fa in modo che prestiamo attenzione a degli stimoli piuttosto che ad altri? Nessuno ancora una volta può dirlo con certezza. Sappiamo solo che la nostra mente processa, rielabora e codifica una miriade di stimoli interni ed esterni. Ma ciò che conta è solo quel che resta nella mente. Il resto non deve essere considerato importante. Il resto non conta. Gli altri stimoli persi, che non sono stati presi in considerazione, vuol dire che non contavano nulla. Per Daniel Kahneman "what you see, is all there is", che tradotto significa "tutto quello che vedi, è tutto ciò che c'è". Sappiamo che c'è una selezione. Sappiamo che c'è un filtro. Conta però solo il risultato finale: la gestalt globale. In definitiva ne sappiamo ancora ben poco allo stato attuale delle conoscenze. Gli studiosi devono essere sintetici e avvalersi dell'indagine empirica. Scusate il gioco di parole ma è il caso di dire che non si è ancora preso totalmente coscienza della coscienza. Forse la mente umana resterà un enigma insolubile.

Davide Morelli

 

Davide Morelli è nato a Pontedera nel 1972. Si è laureato in psicologia con una tesi sul mobbing. Collabora a testate giornalistiche online e blog culturali. È recensore anche della rivista letteraria Atelier poesia online. È stato pubblicato su varie riviste letterarie e literary blog. 48 sue quartine sono state pubblicate su "Italian poetry review" x (rivista di poesia italiana della Columbia University). È stato inserito in varie antologie, tra cui alcune della Lieticolle, della Cfr, una della Giulio Perrone, etc etc. Scrive articoli, saggi brevi, aforismi, racconti, poesie. All'atto pratico è disoccupato. Il suo blog letterario è www.letteratour.it/ilblogdidavidemorelli/


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