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#71
Tematiche Spirituali / "Il pane benedetto"
Ultimo messaggio di Luther Blissett - 23 Ottobre 2025, 19:24:26 PM
Mia madre era cattolicissima, e ci teneva tantissimo, quando ero bambino, a che cattolicissimo divenissi anch'io. In particolare esigeva, fin quasi verso i miei vent'anni, che io mi recassi al suo fianco ogni domenica mattina alla Santa Messa di ogni settimana o altra festività di precetto.
 A iniziare dalla mia adolescenza un turbinio sempre maggiore di considerazioni iniziò a turbare quella fede che mia madre era riuscita a inculcarmi. Ma lei, per mantenermi saldo nella fede, aveva saputo usare una risorsa sorprendente di cui ora dirò: era venuta nella grande città conservando del suo paese alcune pratiche di piccola magia popolare. In particolare, spiccava tra tutte una pratica veramente speciale, che si svolgeva ogni notte che precedeva il Natale. Io e lei ci dovevamo inginocchiare davanti a una candela accesa stando innanzi ad una tazzina con dentro un pezzetto di pane fresco, e sopra alla tazzina aveva per coprirla disposto un piattino. Dovevamo pregare Gesù che stava venendo al mondo fino allo sfinimento, sempre restando in ginocchio. Ad un certo punto, decideva quando la preghiera era sufficiente e ci alzavamo coi ginocchi doloranti, e uscivamo dalla stanza lasciando che la candela rimanesse accesa fino al mattino seguente, e la tazzina ricoperta dal piattino restasse sul tavolo senza mai toccarla.
 La giornata di Natale doveva trascorrere entrando in quella stanza solo per spegnere la candela, ma senza comunque toccare la tazzina.
 Soltanto il giorno dopo era finalmente possibile rientrare in quella stanza e prendere in mano quel pezzetto di pane e metterci entrambi a baciarlo, poiché appunto era divenuto "pane benedetto".
 Mia madre mi convinse che quel pane lì era ormai divenuto un pane speciale che si sarebbe per sempre conservato mangiabile, anche se fossero passati tanti anni e perfino intere esistenze.
 Ammetto che quella strana magia di mia madre era divenuta la sola e vera ragione per cui, fin quasi verso i vent'anni, io rimanessi ancora cristiano cattolico credente.
 Quel "pane benedetto" era per me un segno inequivocabile che Dio esisteva davvero e che non dovevo farmi traviare dal turbinio dei ragionamenti logici che senza quel segno mi avrebbero fatto senz'altro abbandonare sin dalla mia adolescenza la mia fede cristiana.
 La logica razionale mi costringeva a capire quanta assurdità vi fosse nella dottrina cristiana, ma quella cerimonia di ogni anno davanti a quel pane che diveniva benedetto e quindi inalterabile e preservato dalla corruzione del tempo, grazie alla intercessione di Dio ottenuta con la preghiera era in sostanza l'unico ma più che sufficiente argomento che mi conservasse saldo nella stessa fede di mia madre, e questo, ripeto, nonostante i mille dubbi che ormai già allora iniziavano ad assillarmi.
 Però, verso la fine della mia adolescenza i primi dubbi iniziavano ad erodere anche quell'unico fondamento della mia fede: la realtà del fenomeno stesso del "pane benedetto".
 Qualcosa non tornava, in questa storia del "pane benedetto"...
 Intanto io continuavo ad accompagnare mia madre ad ogni Messa, e francamente mi annoiavo molto durante la cerimonia che lei esigeva che io seguissi pedantemente accanto a lei.
 Non potevo negarle di restarle accanto ogni volta, era mia madre, che in ogni modo amavo ed amo ancora più di qualunque altra creatura.
 Decisi, ad un certo punto, di prendere la Bibbia che mia madre teneva nel cassetto di quel tavolo delle cerimonie di ogni anno, e che lei, da brava cattolica, non leggeva mai, e di portarmela appresso durante le Messe, cosicché avrei avuto qualcosa da sfogliare e leggicchiare per distrarmi un po' nei momenti più tediosi.
 Ma lei, implacabile, sorvegliava che io non stessi a leggere di continuo ma seguissi comunque il rituale della Messa, e se ignoravo la sua attenzione, ecco che mi arrivavano pure i calcetti.
 Intanto stava per finire la mia adolescenza, stavo per divenire maggiorenne, e ancora stavo avvinghiato a mia madre mentre parti di me scalpitavano.
 Quel segno del "pane benedetto" era comunque un punto potente, che spiegava il mio permanere nella fede, nonostante che tutto il resto del mondo mi volesse ormai trascinar via.
 Avevo intanto iniziato a frequentare una biblioteca ecclesiastica che essendo tenuta dai francescani era più ospitale delle altre, ad esempio di quella dei Gesuiti che col cavolo mi avrebbero fatto entrare.
 Mia madre, purtroppo, non era solo la Bibbia che non leggeva.
 Io quella sua Bibbia me la portai appresso anche in quella biblioteca, perché avevo ormai cominciato a leggerla con più attenzione, e volevo chiedere chiarimenti su molte cose ai gentili frequentatori di quel luogo di studi.
 Ero riuscito a non farmi scioccare dal testo biblico, grazie anche ad una frase che mi era parsa molto efficace déttami da uno di quegli studiosi: costui mi aveva rassicurato che non bisognava farsi sconcertare da certi passaggi poiché quel libro è in realtà stracolmo di metafore.
 Ecco, qui funzionava un altro genere di magia, di sapore bizantino. In realtà la lettura di quel libro, la Bibbia, mi turbava non poco: potrei dire che stavo provando allora un "effetto Biglino" tanti decenni prima che arrivasse Biglino.
 Quel libro mi era parso pieno di orrori ma appunto riuscii a non esagerare troppo nel sentirmi turbato grazie alla parolina magica "metafora" che mi fu suggerita da quello studioso.
 In quella biblioteca avevo scoperto una categoria di persone che non mi sembravano vincolate a una severa vita sacerdotale ma che erano comunque credenti. Lo feci sapere a mia madre.
 Sai – le dissi – quando andrò all'università potrei anche laurearmi in qualcosa di attinente alla vita laica e intanto laurearmi anche in teologia, come ho saputo che hanno fatto quegli studiosi che ho scoperto lì dentro, insomma potrei divenire come uno di loro!
 In realtà già allora sapevo che questa era solo una frase per rassicurare mia madre, e proprio in quella biblioteca stavo scoprendo tanti altri libri che mi aiutavano a liberarmi di ogni dipendenza dai bigottismi.
 Una cosina semplice semplice che era stata tra le prime che avevo scoperto frequentando quella biblioteca, poiché non la sapevo nemmeno io, era che quella Bibbia di mia madre che mi ero portato appresso lì dentro non era cattolica bensì protestante.
 Quando lo riferii a mia madre, lei rimase sconcertata. Lei mi disse che quella Bibbia l'aveva comprata proprio nella chiesa cattolica dove ero stato battezzato. Lei era contrarissima ai Protestanti, e del resto abitualmente leggeva degli opuscoletti che demonizzavano le sètte protestanti. Io le ribadii che gli studiosi conosciuti in quella biblioteca mi confermavano che quella Bibbia non era cattolica. Lei decise di trascinarmi davanti al suo sacerdote di riferimento.
 Il giorno dopo avevamo già appuntamento da lui in parrocchia.
 Entrammo da lui, e lui prese in mano la Bibbia di mia madre, le diede una rapida occhiata competente, e sorrise.
 E disse: - Questa Bibbia va benissimo! E la restituì a mia madre. Mia madre si rivolse trionfante verso di me, e poi disse al suo sacerdote: - questo birbaccione voleva farmi arrabbiare, dicendomi che la mia Bibbia non era cattolica!
 E lui rispose a mia madre: - Ecco, vedi, quella Bibbia è stata effettivamente pubblicata da un'editrice protestante ma va bene lo stesso, poiché manca soltanto di alcune parti, mentre le parti in comune van bene lo stesso.
 Quella che doveva essere una riassicurazione fu invece un duro colpo per mia madre che da quel giorno divenne un pochino più silenziosa e riflessiva.
 Ma io feci un'altra gherminella.
 Raccontai ad alcuni di quegli studiosi di quella storia del "pane benedetto".
 Per non esagerare, tacqui del tutto delle altre pratiche praticate da mia madre, praticate in diminuendo comunque col passar del tempo. Mi limitai a riferire loro di quella storia della preghiera inginocchiati alla vigilia di Natale per produrre il "pane benedetto", e aggiunsi che a quella specie di possibile "miracolo" era legato anche l'unico residuo di fede che ancora mi legava al cattolicesimo. Uno di questi studiosi fu entusiasta e prese ad occuparsene con maggior lena degli altri e mi chiese di fare il possibile per impadronirmi di almeno qualcuno di quei pezzetti di pane speciali. E io gli risposi: - Guarda che ci sto provando da anni, ma mia madre sta molto attenta a far sparire il vaso dove conserva tutti i pezzetti di pane, vaso che poi penso che si porta al paese dove torna periodicamente. Lei prende sempre più precauzioni nell'occuparsi di quei pezzi di pane, e infatti si è anche lamentata con me che secondo lei sto divenendo sempre più indaginoso.
 Questa cosa del pezzo di pane benedetto divenne argomento rilevante, in quella biblioteca, tanto che intervenne a un certo punto un teologo di quelli anziani e austeri, che mi mise in guardia di avvertire mia madre della pericolosità di quelle pratiche. E io non avevo nemmeno mai fatto menzione, con loro, delle altre pratiche francamente di magia popolare che mia madre aveva in passato maggiormente praticato e ancora in parte praticava, sia pure in diminuendo.
 Quando riferii a mia madre che avevo raccontato loro del "pane benedetto", lei si arrabbiò tremendamente. Ma come ti sei permesso? – mi disse furiosamente. Io cercai di calmarla dicendole: - Guarda, mamma, lo sai che gli studi che sto già facendo mi stanno oggettivamente portando lontano dalla Chiesa, eppure sto conservando miracolosamente la fede, e la fede la conservo proprio grazie a quel miracolo a cui tu mi hai insegnato ad assistere ad ogni vigilia di Natale.
 Quando ho raccontato di quel miracolo a quei religiosi ho riscontrato entusiasmo, e soltanto uno di loro, il più austero e severo, ha aggiunto che si trattava di una cosa bellissima ma che comunque richiedeva prudenza, dato che purtroppo ci sono dei pericoli.
 Mia madre si calmò solo apparentemente e prese un nuovo appuntamento col suo sacerdote.
 Andammo, e lui ci accolse sereno come la volta precedente.
 Ascoltò la lamentela di mia madre. In particolare, sottolineò il punto dolente: mio figlio mi ha detto che un religioso importante avrebbe detto che ci sono dei pericoli nella preghiera del "pane benedetto", preghiera che m'insegnò mia madre e che permette di farlo divenire inalterabile per sempre. Padre, come possono esserci pericoli nella preghiera???
 Il sacerdote stavolta rimase un pochino interdetto e ci mise un po' per tornare a sorridere, e comunque riuscì presto a ricomporsi col suo tenue sorriso stampato in volto.
 E disse: - Ma è meraviglioso quello che fai! E non me l'avevi mai detto! È straordinario!
 E io interloquii prorompendo con queste parole: - E io rimango credente nonostante tutti i tanti dubbi che avrei altrimenti avuto, proprio grazie a questo miracolo del "pane benedetto"! (e allora era davvero così)
 Il sacerdote non riprese la parola, e si vedeva che stava vivendo un momento di confusione.
 Mia madre era nervosissima ma appagata del fatto che il suo sacerdote aveva usato i termini meraviglioso e straordinario, e si vedeva che ardeva dal desiderio di farla finire lì, e di salutare il suo sacerdote e di tornarcene a casa. E così si predispose a fare, sulla soglia della porta.
 Ma il sacerdote aveva intanto riacquisito il controllo di sé e invece di salutare disse a mia madre: - Vedi, ti confermo che è bellissimo quello che fai, la Chiesa considera cose come quelle che fai rivelazioni private, che sono preziosissime in sé. Ma ti sei domandata perché esiste la Chiesa? Esiste per proteggere i suoi fedeli, per preservarli dai pericoli. Purtroppo anche nelle cose più sacre possono insinuarsi i pericoli. Stai attenta, figliola carissima!
 Mia madre cambiò molti atteggiamenti da quel giorno.

 Di lì a poco si stava avvicinando l'ennesimo Natale, e lei stavolta non avrebbe acceso candele né messo nuovi pezzetti di pane fresco nella tazzina con sopra un piattino come coperchio.
 Uno di quei giorni, tornata dal paesello, portandosi appresso quel vaso pieno di pezzetti di "pane benedetto", mi disse: - Tu ogni mattina mangi inzuppati nel latte o i biscotti pavesini o gli orosaiwa. Stavolta, al posto di quei biscotti, mangerai tutti i pezzetti di "pane benedetto" dentro al latte aggiungendo un pochino di zucchero.
 Nel vaso, di pezzetti di pane parevano starci ben più di una ventina, se fossero stati corrispondenti a quelli che ogni anno a iniziare dalla mia nascita aveva accumulato fino ad allora, ce ne erano quindi anche di prima che io nascessi? Lei approntò la tazza col latte e c'infilò dentro i pezzetti di "pane benedetto", poi mescolandoli per ridurli a una pappa. E poi mi ordinò di mangiarli, sempre sorvegliandomi a che io non tentassi di impadronirmi di qualcuna delle briciole che erano cadute fuori dalla tazza. Io con un soffio diretto verso una delle briciole la feci cadere apposta per terra, con l'intenzione di impadronirmene poi. Ma lei mi controllava con attenzione e si piegò per raccogliere quella briciola, sempre non smettendo di sorvegliarmi. Raccolse la briciola, la baciò e la inghiottì. Mi disse poi che nei giorni precedenti, quando era al paese, aveva provveduto a fare la stessa pappa con i pezzetti di "pane benedetto" che aveva preparato prima che io nascessi e che aveva infilato nel latte tutti gli altri numerosi pezzi che aveva ancora conservato, compresi alcuni risalenti a prima della prima guerra mondiale che erano stati ottenuti in preghiera da sua madre, cioè mia nonna.
 Io le confessai che effettivamente avrei voluto impadronirmi di qualcuno di quei pezzi di pane per portarli agli studiosi di quella biblioteca, che li avrebbero portati all'università per compiere delle ricerche.
 Mamma – le dissi - non ci sarebbe stato niente di male a fare ricerche su quei pezzi di pane, perché me lo hai impedito?
 Lei era cambiata, comunque, e stava divenendo possibile parlarle così apertamente. Ma la sua determinazione a impedirmi di impadronirmi di quei pezzetti di pane fu irrevocabile. Smise ogni altra pratica magica popolare e non pretese più che l'accompagnassi a Messa, dove non so nemmeno se rimase assidua come era sempre stata fino ad allora.
 Rimase credente, comunque, fino alla fine.
 Tante cose però non le dissi, non le dissi che ormai sospettavo che lei si fosse comportata con me come la Chiesa ha fatto con il suo gregge. La Chiesa si è inventata il mistero della sacra Sindone, costruendo abilmente il sacro lenzuolo, per rafforzare con un segno portentoso la fede dei credenti.
 La Chiesa sa che i segni sono carenti, anzi che proprio non ce ne sono di autentici, e allora accetta che abili contraffattori a volte li creino artatamente.
 E mia madre, in privato, aveva fatto come la Chiesa, per salvaguardare la mia fede con un segno forte che si opponesse all'avanzare inesorabile della ragione: lei temeva che io perdessi la fede, che per lei era il patrimonio più prezioso che il suo amore voleva preservare per me.
 Per amore si arriva a far di tutto, senza limiti, per amore. E io, nei primi vent'anni, avevo vissuto sopraffatto dal suo amore.
 
 Comunque, dato che tutto, anche l'inverosimile, rimane possibile, se qualcuno avesse mai sentito parlare di queste pratiche del "pane benedetto", intervenga.
 Chi vuole condividere con me la passione della ricerca su questi temi di confine intervenga con le sue considerazioni.
#72
Tematiche Filosofiche / Re: Il filosofo che non sono.
Ultimo messaggio di iano - 23 Ottobre 2025, 19:07:54 PM
In breve, chi può dirsi veramente filosofo dei tempi nostri secondo il criterio adottato da Platone?
Uno che mi viene in mente è senz'altro Bertrand Russell, e, andando a ritroso, Liebnitz e Cartesio.
Altri non mi vengono in mente adesso, ma più per mia ignoranza, che altro.
O meglio, tanti altri mi vengono in mente, Eisnstein, Bohr, e tanti atri ancora, invero, ma dal nome più difficile da ricordare. che però  sono per lo più considerati scienziati, anche se Platone alla sua scuola li avrebbe ammessi, mentre la gran massa dei filosofi odierni no.
#73
Presentazione nuovi iscritti / La mia presentazione
Ultimo messaggio di Luther Blissett - 23 Ottobre 2025, 18:56:03 PM
Mi sento un ricercatore che ha ora bisogno del supporto dei miei simili nel momento che nella mia mente si è formato l'embrione di una nuova idea, in sé elementare e anzi scontata, semplicissima eppure spiazzante,  come la lettera rubata di Edgar Allan Poe.
Per evitare complicazioni tecniche derivate dalla mia incompetenza informatica e dal mio essere neofita di questo sito, cercherò di non linkare qui direttamente altri siti, e lo farò invitando eventualmente a ricercare attraverso parole chiave determinati argomenti da approfondire.
Dato che sto utilizzando qui una variante di un nick collettivo che è usato da vari altri soggetti anche per firmare dei libri diffusi pure in Rete, faccio notare che io non sono tra i coautori di tali libri, mentre ci sono effettivamente miei scritti in giro ma firmati diversamente.
A qualcuno di voi, alcune delle cose che scriverò potrebbero apparire non nuove, ma in tal caso sarà perché mi starò autocitando da miei scritti vergati utilizzando vari altri nick presso altri siti.
Mi occupo con passione che dura da una vita, ma restando  sempre dilettante, di religioni, di spiritualità e di paranormale.  Sono purtroppo molto avanti negli anni ma ho avuto la fortuna, almeno finora, di non essere stato ancora raggiunto da quel disincanto terribile che coglie talora perfino alcuni pur grandi vegliardi.  Non posso comunque nascondere la mia grande delusione riguardo a certi obiettivi che mi ero prefisso da giovane. Mi ero prefisso che sarei riuscito prima o poi a imbattermi in qualche sentiero speciale che mi avrebbe condotto ad approssimarmi a qualche maravigliosa verità. Mi ero prefisso che avrei potuto avvicinarmi a intuire un qualche primo abbozzo di risposta ad almeno qualcuna delle Grundfragen, quelle grandi domande che assillano da sempre tutti noi umani.
Cercavo un segno, un accenno di segno, che ci fosse davvero qualche scintilla di vero dentro quell'ammasso di racconti che hanno concorso a farci divenire esseri umani.
Non posso celare il mio disappunto, fino a tentare di nascondere l'amaro davanti a certi aspetti di crudeltà di fondo che trovo innegabilmente inscritti nelle radici stesse, nei fondamenti, della Realtà che ci ospita e di cui siamo parte tragicamente consapevole.
Nel corso della mia lunga esistenza ho compulsato tutte le vie praticabili in cui mi sono imbattuto, non aderendo mai compiutamente ma ogni volta infarinandomi un poco, e poi allontanandomi.  Ho incontrato una galleria conturbante di persone di ogni tipo, e ognuna di loro mi ha lasciato il suo segno.  Alcune di queste persone non potrò fare a meno di ricordarle, dato che hanno molto influenzato il mio cammino personale. Dovrò ricordarmi anche di fare attenzione a non dare elementi che possano portare alla mia identificazione, dato che nella mia lunga ricerca ho anche  voluto studiare troppo da vicino cose che sono anche pericolose. E credo che non ci siano cose al mondo più pericolose di certe religioni. Non sono un personaggio conosciuto, sono un uomo comune, ma ho incontrato anche persone che forse sarebbe stato meglio che non avessi mai incontrato.
A chi avesse letto questa mia presentazione, grazie per l'attenzione.
Per chi avesse curiosità su come all'incirca tutto mi iniziò, invito a leggere il mio incipit che sto per postare subito dopo questa presentazione, dal titolo "Il pane benedetto", che penso che inserirò nella sezione dedicata alla spiritualità.
#74
Tematiche Filosofiche / Re: Il filosofo che non sono.
Ultimo messaggio di iano - 23 Ottobre 2025, 18:05:51 PM
Citazione di: Phil il 23 Ottobre 2025, 14:47:13 PMCosì come un fisico sa riconoscere un fisico, (suppongo che) un filosofo sa riconoscere un filosofo e non certo perché si pavoneggia in citazioni di autori minori o cita testi a memoria, ma da come usa gli strumenti del pensiero, ovviamente autori e citazioni non escluse.
C'è una fondamentale differenza fra il linguaggio che usano i fisici, la matematica, e quello che usano i filosofi, l'italiano.
Mentre i filosofi usano un linguaggio specialistico all'interno della lingua italiana, i fisici usano un linguaggio diverso, la matematica.
Il primo lo si può semplificare, senza tradurre, perchè la lingua rimane quella parlata, per cui fare divulgazione filosofica è possibile, ma nessuno la fa.
Il secondo non è traducibile nella lingua italiana,  solo ''tradibile'', ma nonostante ciò si fa divulgazione scientifica.
Forse perchè lo scienziato si rende conto quanto nuoccia alla sua materia  relegarla ad una élite, mentre il filosofo no.
Mi chiedo quanti filosofi , intesi come coloro che hanno studiato Hegel e compagnia, oggi Platone ammetterebbe alla sua scuola, perchè magari la geometria di Euclide la conoscono, ma quella si è evoluta nel frattempo, e non mi pare che loro a questa evoluzione siano stati dietro.
O quantomeno, quale effetto abbia avuto sul loro pensiero questa evoluzione non sembra l'argomento del giorno..


 


#75
Tematiche Filosofiche / Re: Il filosofo che non sono.
Ultimo messaggio di Koba - 23 Ottobre 2025, 17:38:14 PM
Citazione di: daniele22 il 23 Ottobre 2025, 08:03:31 AM
So poco o nulla di storia della filosofia. Ho sempre trovato difficoltà a comprenderne il linguaggio.. troppo sofisticato, troppe distinzioni. Mi è rimasto qualche, ma proprio qualche brandello dai tempi del liceo. Le tre domande kantiane sono buone.
In merito alla tua domanda direi di getto che le esternazioni sul panorama di due persone che viaggiano in automobile dialogando di questo possa dare l'idea dell'attendibilità delle nostre descrizioni. C'è da considerare, allargando per un attimo il campo, il valore del "testimone oculare" nella letteratura giuridica.
Essendomi concentrato più che altro nello "studio sul campo" del linguaggio umano, sarei tuttavia curioso di sapere con quali premesse e come si sia svolto il pensiero che ha messo in crisi la "cosa in sé". Io ci sono giunto attraverso un giudizio sull'inconsistenza del sostantivo (inteso come oggetto grammaticale)
Saluti

La "confutazione" del criticismo svolta dall'idealismo consiste nel mostrare che la nozione della cosa in sé essendo appunto una nozione, cioè pensiero, non può indicare nulla di veramente esterno all'intelletto umano. Dunque si tratta di un elemento aporetico nel sistema.
L'attacco può venire anche – ed è la stessa cosa – sul versante dello schematismo trascendentale con cui Kant cercava infine di collegare esperienza del mondo e concetti dell'intelletto. La debolezza della soluzione dello schema lasciava spazio agli idealisti per lavorare dal suo interno, diciamo così, ad un superamento del criticismo.
#76
Tematiche Filosofiche / Re: Il filosofo che non sono.
Ultimo messaggio di Koba - 23 Ottobre 2025, 17:37:41 PM
Citazione di: iano il 22 Ottobre 2025, 17:46:01 PMDi base c'è una dualità osservatore/ osservato le cui nature si può solo provare a desumere indirettamente dai risultati della loro interazione. Uno di questi risultati è che diversi osservatori interagiscono fra loro, e ciò è possibile se fra i loro solipsismi, mettendosi nella condizione più svantaggiosa, come fossimo nati ieri , privi di qualunque eredità, ci sono fattori comuni, che costituiscono il mondo in cui viviamo, e che impropriamente diciamo realtà, un intersoggettivo  fatto di condivise relatività e di comunicazioni intessute su basi comuni.

Una soluzione è vedere il dualismo tra soggetto e oggetto, tra mente e mondo – da cui viene poi il problema della conoscenza – come l'effetto di una costruzione filosofica specifica, quella della metafisica greca. Che Platone istituisce quando si chiede che cos'è l'universale, l'idea. Abbiamo un albero, questo albero: ma che cos'è l'albero in sé, il concetto di albero?
La conoscenza, l'episteme, è la forma stabile. Il concetto astratto. E conoscere significa sapersi muovere nella rete delle idee che complessivamente costituiscono il sapere.
Da quel momento ecco lo sdoppiamento: il mondo sensibile da una parte, le idee dall'altra. Che poi da Cartesio in poi prende la forma del dualismo mente-mondo.
Dopodiché il problema continuerà ad essere questo (sotto varie forme e sfumature): com'è possibile che le nostre ipotesi dicano qualcosa di vero del mondo? Dov'è il collegamento?
Per essere sicuri che ci sia effettivamente una corrispondenza avremmo bisogno di un terzo punto di vista così da poter confrontare le cose del mondo con le rappresentazioni che di esse ci facciamo.
Uno sguardo panoramico, insomma.
Lo schematismo di Kant. La forma logica di Wittgenstein.
Oppure, anziché tentare di risolvere il problema per come è stato posto per così tanto tempo, fare un'altra mossa e dire: così com'è questo problema non ha senso! Mondo e mente si costituiscono insieme e proprio per questo c'è corrispondenza, un armonioso intreccio: solo quando guardiamo l'uno come l'opposto dell'altro nasce il problema.
Ma se l'uno e l'altro sono due facce della stessa medaglia, allora la parola, nel suo essere segno della cosa, deve avere un'origine naturale, gestuale, diciamo così, non puramente rappresentativa.
#77
Tematiche Filosofiche / Re: Il filosofo che non sono.
Ultimo messaggio di Phil - 23 Ottobre 2025, 14:47:13 PM
Citazione di: iano il 22 Ottobre 2025, 22:40:02 PMCioè voglio dire, io non ho studiato i filosofi propriamente detti, ma nella misura in cui tutti lo siamo, anche quando non lo sappiamo, non ha fatto altro che studiare filosofia, ricercando la filosofia nascosta nei testi non ufficiali, quella più sincera in fondo
Te lo propongo come stimolo (e spesso gli stimoli contengono consigli impliciti): tutti scriviamo, ma siamo davvero tutti scrittori? Direi di no, semmai siamo tutti scriventi. Tutti pensiamo, siamo quindi tutti pensatori? No, siamo tutti pensanti; la differenza fra pensatore e pensante non è a mio avviso da banalizzare.
L'apparente ovvietà della precisazione «Certo, non farei il chirurgo o l'ingegniere con lo stesso spirito» incarna quello spirito tutto moderno che spingerebbe invece i filosofi (antichi e non) a chiederti: «Sei sicuro che per maneggiare gli strumenti filosofici non sia richiesta altrettanta conoscenza specifica di quella per essere ingegneri e chirurghi? Non è che ti stai confondendo con i poeti?».
Così come un fisico sa riconoscere un fisico, (suppongo che) un filosofo sa riconoscere un filosofo e non certo perché si pavoneggia in citazioni di autori minori o cita testi a memoria, ma da come usa gli strumenti del pensiero, ovviamente autori e citazioni non escluse.
Cosa penseresti di chi dicesse «Mi interessa la fisica, a mio modo sono un fisico, ma non studio i fisici e i loro testi, preferisco farla da solo, o al massimo frequentare i forum di fisica per fare due chiacchiere»? Non gli faresti forse notare che, per quanto talentuoso e per quanto fornito sia il suo laboratorio, anche i fisici che scrivono libri possono tornargli utili (se ne facciamo una questione di utilità) e magari hanno già scoperto qualcosa che lui, da solo, potrebbe non scoprire mai?
Con la filosofia è lo stesso; leggere un testo o anche solo un saggio di filosofia è anzitutto un gesto di umiltà: riconoscere che su quell'argomento c'è chi ci ha sbattuto la testa più di noi, ci ha dedicato più tempo e più ricerche (e magari è anche più portato di noi per quel tipo di indagine). Se si legge (o studia) per imparare, e non per fare citazioni, gran parte (magari non tutte) le esperienze dirette con un testo di filosofia risulteranno molto utili (parlo per esperienza); non perché contengano risposte a domande che non abbiamo nemmeno avuto il tempo di fare, ma perché, fra tante pagine, qualche spunto di riflessione lo si trova sempre (anche fosse mera divergenza di vedute, è comunque utile capire le argomentazioni dell'"altra campana").
Ovviamente risulta importante saper scegliere i testi: se mi interessa l'esistenzialismo e mi butto a capofitto su un testo di "logica e filosofia del linguaggio" non è detto che ci sia uno stimolo ad ogni pagina; ma se invece scelgo un testo pertinente, la prossima volta che camminerò al parco, con le mani dietro la schiena, riflettendo sull'esistenza, non sarò solo perché avrò "compagnia in testa" (e, come tutte le uscite in compagnia, affinché diventino un "bel ricordo", bisogna saper trovare il giusto equilibrio fra il lasciar parlare solo gli altri e l'imporsi nel prendere la parola quando invece era meglio tacere).
#78
Tematiche Culturali e Sociali / Re: cosa è woke?
Ultimo messaggio di fabriba - 23 Ottobre 2025, 10:43:12 AM
Citazione di: Adalberto il 22 Ottobre 2025, 18:45:27 PMLa non binarieta' dei giovani è un'intuizione interessante, Fabriba.
Per molti della mia generazione la rivoluzione sessuale (W Reich) è stata uno dei tanti fari di riferimento. Anche se rispetto alle aspettative non si è prodotto molto, a parte qualche diritto civile in più, quei fari hanno aiutato qualcuno a costruirsi una forma di equilibrio che talvolta offre solidità.

Speriamo altrettanto per i giovani di oggi, che dalle sfumature di grigio possano capire anche a letto  che il dualismo bianco nero, per quanto semplice da delineare a chiacchiere roboanti, non intercetta davvero i bisogni personali. Da questo partirei. Da nuovi bisogni da intercettare.

Che poi, per il processo di individuazione personale il non essere binario debba trovare intorno a se' un tessuto di supporto nella scuola e nella società ... è la grande scommessa.
Da quel poco che leggo dei programmi ministeriali non mi sembra di poter essere ottimista. Ma non avendo figli sto a zero di conoscenze.


Anche di cultura pop degli ultimi anni so nulla.
Forse c'è un eta' infantile in cui la divisione buoni e cattivi risultano utili alla formazione personale se affiancati da genitori che poi  insegnano anche a cogliere e valorizzare le sfumature e le duplicità di ogni essere.
Ho letto ora di Thanos su wiki e... Ma che dire?! ?
Gli preferisco il mio eroe di allora: Paperino.
Ciao Adalberto,
hai risposto a questo credo
https://www.riflessioni.it/logos/storia/columbus-day/msg101040/#msg101040

ma giustamente c'era una parte di quello che appareteneva a questa discussione (lo riporto di seguito per rendere più chiara la risposta)

CitazioneQueste sono le situazioni in cui (...) serve una accettazione ampia e dal basso della nostra natura non riducibile alle categorie di buono/cattivo.
Secondo me non può che venire dai prodotti pop di consumo, dalla tv, dai film, dal dismettere la di-visione del mondo da vecchio western, e abbracciare una maggiore complessità.
(...) se la Marvel ha prodotto Thanos, forse siamo a buon punto (...)
Forse i ragazzini di oggi ci sguazzano già in questa non-binarietà del mondo!**
(...)
** gioco di parole voluto perché mi ha dato da pensare, ma mi riferisco solo alla dicotomia buono-cattivo, nulla per cui accapigliarci!

Ora... io non parlavo di questo tema del woke lì, quindi ci sono 1000 distinguo.
Sono d'accordo con quello che dici, ma la percezione non-binaria del genere/sesso nei giovanissimi mi solleva dubbi in ambiti molto pratici che secondo me non vengono trattati con abbastanza cura ne dai sostenitori (colpevolmente) ne dagli oppositori (naturalmente, perché hanno interesse a mandarla in caciara e non cambiare niente).

PS: Thanos è il miglior cattivo degli ultimi 10 anni... la nostra discussione finisce qui   >:(
#79
Tematiche Culturali e Sociali / Re: PREVENIRE E' MEGLIO CHE CU...
Ultimo messaggio di fabriba - 23 Ottobre 2025, 10:14:35 AM
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 23 Ottobre 2025, 06:37:59 AM
In una famiglia indigente, prima mangiano i figli e poi, se ne resta, i genitori. Invece, nella grande famiglia Italia, mangiano prima i politici (i nostri genitori politicamente parlando) e a noi (i figli) rimangono unicamente le briciole. 

In una versione AI del problema del carrello, ci si è chiesti come istruire l'intelligenza artificiale delle automobili nel caso in cui non sia possibile evitare la collisione, ed è necessario scegliere tra travolgere e uccidere un anziano o un bambino.
Lo studio, ha portato alla luce il fatto che mentre in occidente salveremmo ("OVVIAMENTE!") il bambino, in altre culture salverebbero l'anziano.
Perché sono barbari? No, per una questione di scarsità: 
  • da noi i bambini scarseggiano e siamo pieni di anziani, quindi vediamo valore nei bambini
  • in altre parti del mondo sono pieni di bambini, ma gli anziani scarseggiano.
Nella grande famiglia italia, c'è più disponibilità di popolo che di politici, quindi mangiano prima loro  :))
#80
Percorsi ed Esperienze / Re: L'onestà Intellettuale (me...
Ultimo messaggio di fabriba - 23 Ottobre 2025, 10:08:56 AM
Citazione di: iano il 22 Ottobre 2025, 22:20:28 PMOra, considerando l'anonimato, la permalosità dovrebbe essere fuori gioco, e invece in genere non lo è, anzi... e questo fa riflettere sulla sua natura.
Secondo me non è strano: sviluppiamo un'attaccamento per questa persona, a quanto pare ottobre è il mese di Pirandello per me, visto che è un continuo venirmi in mente e citarlo, ma siamo "centomila", e la nostra identità digitale non è diversa dalle altre novantanovenovenoveveve. 
L'anonimato qui dentro è solo rispetto al corpo: la nostra mente non è affatto anonima!