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Riflessioni sulla Psicologia Transpersonale

Riflessioni sulla Psicologia Transpersonale

di Diego Pignatelli Spinazzola     indice articoli

 

Transpersonale: la nuova realtà

 

In questo temporaneo viaggio nel transpersonale partiamo proprio da Alan W. Watts, l'uomo che più di ogni altro, ha lanciato delle intuizioni in chiave interpretativa, ed ha costruito un ponte in termini di saggezza orientale fra le strane tendenze del mondo moderno convenzionale e le religioni orientali. Il tutto ad uso di una dialettica semplice dalle sfumature impercettibili avvicendando intuizioni geniali che sono andate ben oltre la comune comprensione delle cose.
L'eclettismo di Alan Watts rimane e rimarrà un esempio per tutti i "ricercatori interiori" o i "maestri di vita" che si dirigeranno verso le sue interpretazioni.
Non a caso Ken Wilber, il promotore delle nuove scienze delle correnti transpersonali che hanno definitivamente eclissato i vecchi approcci della psicologia convenzionale, è indebitato con autori del calibro di Alan Watts.
I paradigmi che vanno costruendosi aprono una visione nuova. Il transpersonale è una nuova realtà.
Una realtà sublimata da intuizioni che vanno oltre la materia, oltre la logica, per sfrondare su un livello metafisico ed transmentale verso la consapevolezza unificata dell'intero universo (Brahman).
La coscienza si apre a nuove strutture, come gli oloni "un intero che è parte di altri interi", così definiti da Wilber che servendosi proprio delle ricerche scientifiche in campo bio-fisico, e con l'ausilio delle religioni orientali, è riuscito a continuare il lavoro dei suoi predecessori aprendo un ponte con la saggezza spirituale, che più di ogni altra scienza è la sorgente divina dell'esistenza.
In termini di consapevolezza, la coscienza si apre a sistemi invisibili e reami primordiali dove solo l'individuo attraverso la sua esperienza transcosciente, può accedere. Le facoltà interiori (siddhi) uniti alla consapevolezza riflessiva (buddhi) permettono l'ingresso nel trascendente. In esperienze infantili, il livello karmico è più basso che in età adulta, e questo perché il bambino vive in un livello di indifferenziazione e di non-dualismo che viene poi sviato dal sistema educativo convenzionale.
In rari casi può presentarsi nella prima infanzia, un riflesso di buddhi. La psicologia transpersonale è la nuova forza motrice che grazie a scienziati come Ken Wilber, Stan Grof, ed altri sta investendo più campi. Non solo quelli di ricerca, ma anche quelli sociali, ed a differenza della psicologia o psichiatria, dimostra di andare incontro alla sensibilità del soggetto, convertendo il suo disagio psicologico, esistenziale, od emotivo che altresì viene definito di ordine patologico, in una radicale autoguarigione ed autorisveglio. Questo tentativo di sensibilizzazione verso soggetti ansiosi e la sua metodologia di integrazione, fanno della psicologia transpersonale la portavoce delle potenzialità innate dell'essere umano.
Sensibilizzandosi, quindi a forme definite convenzionalmente patologiche o "borderline", la psicologia transpersonale considera l'esperienza propria dell'essere umano non ancora risvegliato, il "confine" fra il mondo convenzionale empirico e la realtà assoluta il tutto a comporre un unico intero indivisibile definito dal Vedanta: "Il soffio dell'Universo".
E' su questo piano universale, su questo intero indivisibile, che poggia la corrente transpersonale, inserendosi di diritto nel quadro metafisico e metapsichico delle cose.
Sul piano transpersonale, non siamo né psicotici, né depressi, né borderline. Siamo tutti figli del Brahman.
Non ci accorgiamo che il Brahman sta danzando su di noi, e che come una danza di molecole o di elettroni, non ha mai smesso di affascinarci. Ed è proprio per questo che ricercatori come Wilber, Ecker, Tart ed Engler che formano le colonne portanti dello studio transpersonale si impegnano in questo splendido campo di ricerca che spalanca la coscienza fino ai portali dell'universo.
Con le scoperte già avviate dalla Filosofia Perenne, Wilber e colleghi, sono arrivati a delineare il "Grande Campo dell'Essere" come un universo organizzato in cui ogni livello trascende il precedente in una "modalità olonica".
Un olone è un intero che è parte di interi, in questo caso riferito alla coscienza, si può dire che il suo livello varia da materiale-fisico-mentale-spirituale al transpersonale e non duale. Ogni livello può integrare il precedente e trascenderlo.
Il nostro universo è come un Kosmo a più onde e queste si sintonizzano in determinati livelli. Possiamo ben dire con Wilber che ogni olone fluisce nella corrente di questo Kosmo invisibile.
Il Kosmo è un unità organizzata operativa a "rappresentazione olonica". Come inteso da Wilber le onde di base del Grande Campo dell'Essere sono il livelli generali attraverso i quali numerosi differenti linee e correnti di sviluppo fluiscono a livello emotivo o realizzativo. Il Kosmo di Wilber è un "Lattice Work" un amalgama di molte correnti su cui scorrono e si predispongono le onde-oloni di base. Gli oloni sono anche definite strutture ad abbraccio olistico. Per usare una felice metafora di Wilber, esse sono le onde che scorrono nel "Grande Fiume della Vita".
I livelli sono uguali ai livelli di esistenza, confinanti il fulcri: fisico-sensoriale-mentale-spirituale-non duale.
Tali fulcri non hanno rigidi confini percui un livello che sia personale (fisico-emotivo) o prepersonale (razionale) può trascendere quest'ultimo ed avvicinarsi ai livelli "sottili" della Grande Catena dell'Essere, vale a dire le sfere della sovra-coscienza.
Queste dimensioni si aprono a reami interconnessi (Reami di Brahma) trascendendo la comune percezione dualistica ed aprendosi al raggio luminoso esperenziale del Tutto-Brahman.
Il Brahman è l'olone-coscienza del Tutto ma anche il suo riflesso (abesha) se soggiogato dalla proiezione illusoria (maya).
Da questa "falsa percezione"si innestano patologie che però non sono altro che potenziali schiusi o congelati temporaneamente.
L'esperienza del dischiudersi è all'apice dei livelli "transpersonali" del Grande Campo dell'Essere; e precisamente il livello: psichico-sottile-causale, per culminare nell'immedesimazione non-duale con il Brahman.
Sul piano sottile o psichico la coscienza è intuitiva e può avere una visione archetipica di base o ad intermittenza. E' con il suo successivo dischiudersi sul piano causale che viene trascesa anche la base archetipica e si accede al regno senza forma della non dualità. Queste teorie sono frutto di un iter esperenziale, patrimonio di secoli di maestri, di yoghi e di guide spirituali. I moderni studi stanno proponendo una sintesi scientifica, di cui si servono teorici di spicco come Wilber, D.P. Brown, Ecker e S. Grof, e che più di ogni altri promuovono un teorema ad approccio olistico, dove le filosofie orientali stanno assumendo un ruolo oltretutto determinante per le prossime scoperte.

 

       Diego Pignatelli Spinazzola

 

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