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Riflessioni sulla Simbologia

di Sebastiano B. Brocchi
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Il Fuoco
che anima tutte le cose

Marzo 2009

 

AgniAgni io adoro, il vicario del sacrificio, il dio che agisce secondo verità, il guerriero che dispone della suprema delizia. Agni, venerato dai veggenti passati, è venerato anche da quelli attuali, poichè è lui che conduce gli dèi qui sulla Terra. Per mezzo di Agni l'uomo può ottenere una ricchezza che aumenta di giorno in giorno, gloriosa e colma di vigore. O Fuoco, soltanto il sacrificio che il tuo essere avvolge procede verso la propria meta, giungendo agli dèi. Possa Agni, il guerriero la cui forza risiede nella saggezza, colmo di conoscenza ispirata, venire a noi come un dio tra gli dèi. O Fuoco diletto, tu apporti il lieto bene a colui che si dona in sacrificio, poichè questa è la sua intima natura, o Angiras. A te, che ci proteggi dall'oscurità, noi veniamo ad offrire la nostra sommissione, a te, protettore di tutti i sacrifici, guardiano della Verità, fiamma risplendente che cresce nella propria dimora. Possa tu essere magnanimo nell'accostarti a noi, come un padre con il proprio figlio; intrattieniti con noi per la nostra gioia".

 

Questo è l’inno iniziale con cui si apre il “Rig Veda”, uno dei più antichi ed importanti testi sacri dell’umanità.

Lo cito, poiché alcune persone con le quali mi ritrovo a parlare di Alchimia, mi hanno chiesto di approfondire il tema trattato nel XVIII capitolo del mio libro “Riflessioni sulla Grande Opera”, dedicato all’Athanor e al Fuoco Segreto degli Alchimisti.

A coloro che me lo chiedono non faccio altro che rispondere che il Fuoco è uno degli elementi citati in Alchimia su cui è più difficile tentare di erigere un discorso o una spiegazione razionale, poiché, trattandosi di un Fuoco che non è di natura fisica, esso rientra nell’ambito della percezione più che della comprensione. Spiegare a parole il Fuoco Segreto sarebbe come spiegare a parole il gusto di un alimento… soltanto l’esperienza ne potrà essere conoscitrice. Cionondimeno, per quanta sia la difficoltà, cercherò di chiarire meglio alcuni aspetti di questo tema fondamentale dell’Ars Regia.

L’Alchimista, l’Iniziato, che deve rendersi acuto osservatore del reale, potrà constatare l’esistenza di un’energia che sembra “muovere” ed animare tutte le cose. Constatazione che ritroviamo nell’asserzione eraclitea “Panta rei os potamos” (Tutto scorre come un fiume), che non si riferisce solo all’avvicendarsi temporale delle cose, ma anche, in qualche modo, al loro essere “mosse” da una forza potente e misteriosa.

Del resto, chi comprende che la vita non è quel “momento” che intercorre fra la nascita e la morte di una creatura, bensì proprio una forza che sembra insinuarsi in tutte le cose animandole magicamente come al soffio di un fiato divino; capirà meglio a cosa allude l’enigmatico Ignis degli Alchimisti.

Osservando meglio, ci si renderà conto che questa “forza” che muove la natura non è soltanto vita, ma un’energia “intelligente”, che sembra trasformare tutte le cose, producendo infinite metamorfosi e tendendo sempre e comunque al perfezionamento di ogni natura.

Charles Darwin la definì “evoluzione delle specie”. Manzoni, “divina Provvidenza”. Dante Alighieri, “amor che move il sole e le altre stelle” (“Divina Commedia”, Paradiso, XXXIII).

Del resto, anche dentro di noi, nei momenti di raccoglimento e meditazione, nel nostro cuore, nei nostri arti, è possibile percepire come il silenzioso brulicare di una “fiamma”, un “fuoco che non brucia”, anche se la maggior parte delle persone si è resa insensibile o assuefatta a tale misteriosa forza vitale che sgorga dal nostro centro o cuore mistico. Soltanto la quiescenza delle membra e dei sensi, la pace della mente, permettono di sentire (forse inizialmente come qualcosa di appena percettibile, poi via via di più concreto) il calore di quell’energia che costantemente scorre e vibra dentro di noi e in tutte le cose. Quel misterioso Fuoco che inspiegabilmente fa battere il nostro cuore, permette ai nostri polmoni di respirare, e che non è soltanto la somma di calorie che il nostro corpo acquisisce dagli alimenti.

I maggiori insegnamenti alchemici concordano nell’affermare che sia tale grande arcano, il Fuoco che arde nella profondità di tutte le cose, a permettere a chi saprà percepirlo e farlo crescere di portare a compimento la propria Opera. Poiché sarà questo fuoco, da solo, se compreso e se lasciato agire, a cuocere la Materia Prima fino alla sua perfezione.

Inoltre, chi avrà saputo sentire questa fiamma, non faticherà a scorgere in essa la responsabile dei mutamenti della natura, della putrefazione e della generazione di ogni organismo. Poiché comprenderà che se la luce della Sapienza ha ordinato e predisposto con perfetta cura le leggi che governano il mondo, è il fuoco dell’Amore a dare vita a questo straordinario palcoscenico…

 

Sebastiano B. Brocchi

 

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