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Enciclopedia   Indice

 

Re Magi

  1. Re Magi - Introduzione

  2. I magi e la comunità essena

  3. Influenza della cultura iranica sulla spiritualità ebraica

 

Re Magi - introduzione

Durante l'esilio degli Ebrei a Babilonia si crearono reciproche influenze religiose.
L'idea ebraica della venuta del Messia era di origine zoroastriana (un mito iranico narra della venuta del Salvatore). Gran parte del canone esseno risentì del dualismo religioso di Zarathustra: la casta sacerdotale della comunità era composta da "Magi" (così si chiamavano anche i sacerdoti di Zarathustra).
I Re Magi del presepio erano dunque dei sacerdoti esseni incaricati di scrutare il cielo in attesa di un segno (la stella) che annunciasse l'arrivo del Messia di Aronne della comunità essena, cioè Gesù Barabba.

 

I magi e la comunità essena

Durante l'esilio degli Ebrei a Babilonia, durato fino ai primi anni di regno dell'imperatore persiano Dario, essi sono venuti a contatto con le religioni dualiste di tipo gnostico del mondo iranico. Della genesi di questa influenza reciproca della cultura iranica e della cultura ebraica, che sarà così importante per lo sviluppo del carattere fondamentalmente dualista della teologia essena, sono rimaste delle tracce importanti nella letteratura veterotestamentaria sia canonica che apocrifa.

 

Influenza della cultura iranica sulla spiritualità ebraica

In primo luogo, nel terzo libro di Ezra – apocrifo – viene riportato il testo di un decreto in cui l'imperatore Ciro afferma di essere stato messo a capo di tutta la terra dal Dio di Israele:

 

"Questo dice Ciro, re dei persiani: - Il Signore di Israele, il Signore Altissimo, mi ha eletto re di tutta la terra e mi ha ordinato di costruirgli una casa in Gerusalemme, nella Giudea."

 

Ora, è evidente che l'imperatore persiano ha affermato di avere ricevuto il proprio potere dal Dio di Israele perché i sacerdoti Ebrei presenti in Babilonia, quasi certamente venuti a contatto con Zarathustra che apparteneva alla famiglia reale della Media e aveva una notevole influenza sull'imperatore, usavano identificare il Dio di Israele con Ahura Mazda, il principio del Bene secondo la teologia dualista zoroastriana. Infatti, difficilmente un imperatore avrebbe attribuito ad un dio straniero, per di più di un popolo asservito, il merito del proprio potere su tutta la terra, se questo dio non fosse stato identificato con il Principio Assoluto del Bene della religione iranica, Ahura Mazda appunto.
Non è un caso che nella letteratura antica e medievale, il profeta Balaam - assiro -, di cui parla il libro dei Numeri dell'Antico Testamento, sia stato identificato con Zarathustra. Questa tradizione ha un'origine molto antica e non è da escludere che lo stesso autore del libro dei Numeri, probabilmente vissuto anch'esso durante il periodo della cattività babilonese, tendesse realmente ad identificare Balaam con Zarathustra.
A favore di questa ipotesi sta la profezia di Balaam sulla venuta del Messia, che ricalca strettamente (per il fatto stesso di avere predetto la venuta di un Salvatore che sarà annunciata da una stella) alcune versioni della profezia di Zarathustra sulla venuta del Salvatore del Mondo:

 

"Oracolo di Balaam, figlio di Beor, oracolo dell'uomo aperto d'occhio, oracolo di chi ascolta parole di Dio, e conosce la scienza dell'Altissimo, vede quello che l'Onnipotente gli fa vedere, cade e gli occhi si aprono. Lo vedo ma non ora, lo guardo, ma non da vicino: una stella si muove da Giacobbe, si alza uno scettro da Israele, spezza i fianchi di Moab, il cranio di tutti i figli di Set."

 

L'idea ebraica della futura venuta di un Messia, quindi, è una idea religiosa di origine iranica, che affonda le sue radici in alcuni miti del dualismo zoroastriano.
Tra gli autori antichi che tendevano ad identificare Balaam con Zarathustra è importante ricordare Origene, che nella sua Omelia sui Numeri afferma:
"Se le sue profezie furono inserite da Mosè nei sacri libri, quanto più furono descritte da quelli, che allora abitavano la Mesopotamia, presso cui Balaam era sommamente onorato e che consta essere stati suoi discepoli nella magia? Da lui si dice discendere la schiatta e l'istituzione dei Magi nelle parti dell'Oriente."

La religione dualista di Zarathustra ha dunque avuto una certa influenza su tanta parte della teologia ebraica, soprattutto su quella che ha ispirato le Scritture Apocrife dell'Antico Testamento, in particolare sui testi che più tardi sono andati a costituire il canone esseno.
E' probabile che proprio nell'ultimo periodo della cattività babilonese si sia formato il primo nucleo di quella che più tardi diventerà la comunità essena, che esso abbia cominciato a dotarsi di una "casta sacerdotale" analoga a quella su cui poggiava l'antica religione di Zarathustra e che questi sacerdoti si siano chiamati "Magi" proprio come i sacerdoti di Zarathustra.
I "Re Magi" del presepe in realtà erano semplicemente dei sacerdoti esseni a cui era stato affidato il compito di scrutare il cielo in attesa di un segno (la stella), che, come profetizzato da Balaam-Zarathustra, annunciasse l'arrivo del Messia di Aronne della comunità essena, cioè di Gesù Barabba.
E' da notare che il principale testo che riprende il tema dei Magi è proprio il Protovangelo di Giacomo, cioè il testo scritto dal Maestro di Giustizia della comunità essena del tempo di Gesù.
A questo punto, appare evidente la continuità storica tra il dualismo zoroastriano, quello esseno e quello del cristianesimo gnostico dei primi secoli.
Gli scrittori cristiani del II° secolo hanno scambiato i "magoi" esseni di cui parla il Vangelo di Matteo con i magi dello zoroastrismo iranico del tempo.
In realtà, i Magi esseni hanno visto nel bambino Gesù il proprio Messia di Aronne in maniera non dissimile da come ancora oggi i monaci buddisti, seguendo la propria tradizione, hanno visto in un bambino di pochi anni il successore del Dalai Lama.
Il fatto che Gesù sia stato scelto come Saoshyant (= Salvatore) dai Magi dello zoroastrismo ebraico, rappresentato dalla comunità essena, e non dai sacerdoti dello zoroastrismo persiano ufficiale, trova una chiara conferma nel fatto che le comunità gnostico-manichee dei secoli successivi, che si ponevano in continuità con questo zoroastrismo esseno, sono state perseguitate in Persia dallo zoroastrismo ufficiale in quanto "eretiche".
Tra tutti i testi dell'Antico Testamento solo i testi usati dalla comunità essena non sono stati rifiutati in toto dalle comunità cristiane gnostiche orientali (lo gnosticismo occidentale ha rifiutato tutto l'Antico Testamento) proprio perché solo in questi scritti la tradizione esoterica e dualista dello antico zoroastrismo ebraico si era in qualche modo conservata.

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