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Vecchio 24-10-2004, 12.40.22   #51
gyta
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Messaggio originale inviato da Angel of the night
No non… sei stata molto chiara..

Secondo me ogni ostacolo fuori non è che una rappresentazione di un ostacolo che è situato
dentro noi. -(Parlo e dico -di norma- ciò che in profondità sento, non quindi ciò che sento non appartenermi per intero o quasi.)-
Quindi, dicevo, gli ostacoli fuori esistono perché abbiamo bisogno di vederli.. fuori di noi per riconoscerceli
dentro.
Come se in realtà non esistesse nessun fuori realmente scisso da noi stessi (fuori legato a dentro,causa od effetto secondo l' 'angolazione' del vedere)..
Esistono le 'bollette telecom', gli uragani, i 'deficienti' etc..etc.. Sono reali! Sono problemi!
Sotto la loro apparenza ciò che determinano in noi è la loro reale essenza..!
Per cui nel momento che noi percepiamo/vediamo come 'ostacolo' un qualcosa al di fuori di noi (con vita propria etc..), il nostro percepirlo come tale è rappresentazione di un nostro ostacolo interiore..
In parole povere, se nel nostro cammino qualcosa (al di fuori) ci blocca è perché abbiamo bisogno di sbloccare principalmente qualcosa che è rappresentazione elementare e sostanziale dentro il nostro essere, in noi..!
Questa la mia personale visione..

Fuori&dentro= stessa cosa..
Fuori complesso (cioè formato da innumerevoli cose/dati)
Dentro elementare (cioè formato dalle medesime innumerevoli cose/dati dell'esterno ma in 'versione' essenziale)
Insomma..
Fuori simboli del dentro
Dentro simboli del fuori
Dentro e fuori uniti, unico.
Dentro e fuori corrispondenti
Dentro e fuori inscindibili e collaboranti

Visione un po' 'pazza'.. lo so..
Però nemmeno troppo distante dal (presunto) oggettivo 'vero'

La matematica ed i numeri sono in relazione e rappresentazione della realtà oggettiva di questa dimensione (umana)..
Dire che i numeri sono reali in Assoluto è errato..
Sono reali in quanto rappresentazione di questa realtà(dal punto di vista umano), in questa dimensione(umana)..
[Dire che questa dimensione è reale in assoluto è altrettanto errato..-ma quest'ultima affermazione si distanzia un poco dal discorso principale..]

Quindi in realtà le metafore non sono che metafore d'altre metafore...

La materia esiste, il pensiero esiste, il corpo esiste, tu esisti, io esisto..
Ma in realtà dentro e dietro la materia, il pensiero, il corpo, tu ed io esiste un'essenzialità che è sostanza elementare e perciò ogni altra cosa non è che rappresentazione di ciò che più 'in profondità' si è..
Specchi..null'altro che 'specchi'.. senza peraltro voler nulla togliere a ciò che di 'magico' vi è nel nostro essere distinti e separati.. nel nostro tenderci reciproco.. nella nostra inderogabile responsabilità di ciò che è nostro individuale percorso inscindibile dal resto dell'umanità..!

Sì, la consapevolezza "può essere qualcosa di molto più ampio, dove l’uomo raggiungendo un imprecisato livello superiore di percezione riesce a mettersi in sintonia con il Tutto.. "
Non trovo però questo 'livello' utopistico, né tanto meno fantasioso.. nel modo più assoluto!!
Forse come dici tu “più legato al sentore di un ipotetico dio che a un essere umano”
Ma non concordo con te quando affermi che l’uomo possa e debba “accontentarsi di essere consapevole di sé stesso”
Riguardo alla veridicità delle “teorie”.. penso si riproponga il discorso riguardo ai numeri..
Cioè ‘teoria’ è tentativo (riuscito) di sintesi e rappresentazione di un qualcosa intorno al quale s’indaga..


Ne converrai senz’altro con me se dico che ‘ciò che è osservato è inscindibile da chi lo osserva’
Cioè questa ’realtà’ è in rapporto ai nostri sensi.. La stessa vista non è che interpretazione di segnali luminosi attraverso la retina.. Il fisico (scienziato) nella sua ricerca approda ad una ‘relativa’ realtà poiché filtrata da sé stesso (l’osservatore), dal suo apparecchio/strumentazione (sempre sofisticazione della realtà che s’indaga)..

Perciò ciò che vediamo non è ciò che ‘è’ ma ciò che ci è dato modo di vedere attraverso questo ‘mezzo’..
Quindi, un’interpretazione, un ‘aspetto’ dell’<intero>..

Un saluto!



Gyta
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Vecchio 24-10-2004, 12.46.04   #52
gyta
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Messaggio originale inviato da il pensiero
Definire, precisare, elencare alcuni “scopi”, prego!


Ti piace la musica..?
A me piace molto!
Beh.. Io ascolto anche la 'musica' che suonano le parole..
C'è musica sotto, sopra, fra e dentro.. (!)

Comprendo il senso di solitudine..
Ma.. L'Amore Con L'Amore SI PAGA..

Comprendi vero.. ciò che intendo dire..

Un abbraccio

Gyta
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Vecchio 24-10-2004, 14.16.49   #53
il pensiero
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E’ stato detto::
....e cioè il pensiero se mi serve ed aiuta il mio scopo bene, sennò lo osservo passare..!!!!! Assoluta.. sinfonia!!

Definire, precisare, elencare alcuni “scopi”, prego!

Citazione:
]E’ stato risposto:
Ti piace la musica..?
A me piace molto!
Beh.. Io ascolto anche la 'musica' che suonano le parole..
C'è musica sotto, sopra, fra e dentro.. (!)
Comprendo il senso di solitudine..
Ma.. L'Amore Con L'Amore SI PAGA..
Comprendi vero.. ciò che intendo dire..

No! Non comprendo!
Non riesco ad identificare nella risposta qualcosa che corrisponda a :
Fine,
meta,
intento,
oggetto,
obiettivo,
proposta,
traguardo,
aspirazione,
ecc... (simile)
perseguito dal pensiero.
il pensiero is offline  
Vecchio 24-10-2004, 14.34.47   #54
gyta
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Messaggio originale inviato da il pensiero
..No! Non comprendo!..

A me personalmente pare di dialogare con un robot..!
Per cui o cambi tono nel rapportarti o semplicemente eviterò di risponderti!

Gyta
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Vecchio 24-10-2004, 15.09.33   #55
Angel of the night
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X Gyta

Uhm… dunque, vediamo se ho capito il tuo punto di vista.

Ogni ostacolo fuori non è che una rappresentazione di un ostacolo che è situato
dentro noi.
Gli ostacoli fuori esistono perché abbiamo bisogno di vederli.. fuori di noi per riconoscerceli
dentro.
Come se in realtà non esistesse nessun fuori realmente scisso da noi stessi (fuori legato a dentro,causa od effetto secondo l' 'angolazione' del vedere).


Correggimi se sbaglio, tu consideri gli ostacoli posti al di fuori di noi, come ciò che ci permette di riconoscere ciò che è già dentro di noi?
Oppure, consideri gli ostacoli posti al di fuori di noi come proiezione di un problema che è già in noi?
Mi spiego meglio: quando noi riconosciamo un “qualcosa” come ostacolo, lo riconosciamo tale perché è oggettivamente un ostacolo, e attraverso esso, arriviamo a renderci conto di problematiche interiore? Oppure, è la problematica che è presente in noi a farci riconoscere quel “qualcosa” come ostacolo?

Quando noi percepiamo/vediamo come 'ostacolo' un qualcosa al di fuori di noi (con vita propria etc..), il nostro percepirlo come tale è rappresentazione di un nostro ostacolo interiore.
In parole povere, se nel nostro cammino qualcosa (al di fuori) ci blocca è perché abbiamo bisogno di sbloccare principalmente qualcosa che è rappresentazione elementare e sostanziale dentro il nostro essere, in noi..!


Ok… Io ho questo “qualcosa” posto al di fuori di me, lo osservo e lo riconosco come “ostacolo”. Perché? Perché, come mi dici tu è una rappresentazione di un mio ostacolo interiore. Se io mi libero del mio ostacolo interiore, non vedrò più quel “qualcosa” come ostacolo.
Ma questo presuppone una cosa molto importante che l’uomo sia in grado di determinare la realtà che lo circonda e che il suo essere sia in grado di interagire e modificare completamente il mondo circostante.
Il tuo discorso va benissimo quando gli ostacoli sono generati da noi stessi, dalle nostre paure, dalle nostre zone d’ombra e possono essere convertiti in non-ostacoli semplicemente mutando l’angolazione da cui li guardiamo, il nostro approccio nei loro confronti.
Ma questi non sono gli unici ostacoli presenti nella vita umana; gli ostacoli rappresentano i limiti verso cui tende l’uomo… questi limiti possono essere spostati di modo che la visione si amplia, ma non verranno mai completamente eliminati; dipendono da noi, ma contemporaneamente non dipendono da noi. Noi abbiamo dei mezzi a nostra disposizione, ma i nostri mezzi non bastano a superare tutti gli ostacoli.

Fuori&dentro= stessa cosa..
Fuori complesso (cioè formato da innumerevoli cose/dati)
Dentro elementare (cioè formato dalle medesime innumerevoli cose/dati dell'esterno ma in 'versione' essenziale)
Insomma..
Fuori simboli del dentro
Dentro simboli del fuori
Dentro e fuori uniti, unico.
Dentro e fuori corrispondenti
Dentro e fuori inscindibili e collaboranti


Non proprio così pazza come sembra… del resto si è sempre affermato che l’organismo umano è un microcosmo e l’universo è un macrocosmo e che questi siano in stretta collaborazione tra di loro.
Il problema di questa visione sta nelle condizioni presenti in cui ci troviamo attualmente. Ok. Io posso affermare che il fuori e il dentro coincidono, ma non c’è nulla che mi dia una dimostrazione effettiva di questo, perché avrei bisogno di pormi in uno stato diverso di consapevolezza e percepire le cose tutte insieme.

La materia esiste, il pensiero esiste, il corpo esiste, tu esisti, io esisto..
Ma in realtà dentro e dietro la materia, il pensiero, il corpo, tu ed io esiste un'essenzialità che è sostanza elementare e perciò ogni altra cosa non è che rappresentazione di ciò che più 'in profondità' si è..
Specchi..null'altro che 'specchi'.. senza peraltro voler nulla togliere a ciò che di 'magico' vi è nel nostro essere distinti e separati.. nel nostro tenderci reciproco.. nella nostra inderogabile responsabilità di ciò che è nostro individuale percorso inscindibile dal resto dell'umanità..!


Questo mi lascia qualche cono d’ombra. Non ho capito se ti riferisci a una presunta sostanza elementare di cui è fatto il mondo… (Vorrei che mi spiegassi meglio se ti va…)

Sì, la consapevolezza "può essere qualcosa di molto più ampio, dove l’uomo raggiungendo un imprecisato livello superiore di percezione riesce a mettersi in sintonia con il Tutto.. "
Non trovo però questo 'livello' utopistico, né tanto meno fantasioso.. nel modo più assoluto!!
Forse come dici tu “più legato al sentore di un ipotetico dio che a un essere umano”
Ma non concordo con te quando affermi che l’uomo possa e debba “accontentarsi di essere consapevole di sé stesso”

Ti spiego meglio cosa intendo dire quando “l’uomo deve accontentarsi di essere consapevole di sé stesso…”.
Io sono una persona. Esistono vari livelli di consapevolezza.
Primo livello: consapevolezza della propria individualità.
Secondo livello: consapevolezza degli altri
Terzo livello: iterazione tra me e gli altri
Al terzo livello ci arriviamo bene o male tutti: ci rendiamo conto che siamo degli individui, che oltre a noi esistono altri individui e che è possibile un’iterazione tra noi e gli altri. Ciò ci permette di vivere nel vero senso della parola e di fare tutte le cose che fa un essere umano: crescere, studiare, avere amici, lavorare, etc… etc…

Proseguendo nella scala troviamo tutta un’altra serie di livelli,
fino a raggiungere il livello in cui noi siamo completamente consapevole di noi stessi; questo è il livello in cui noi guardiamo l’IO e vediamo l’IO libero da ogni condizionamento esterno… in parole povere noi arriviamo a percepire la nostra vera essenza.

Oltre questo livello, ci sono livelli ben superiori… a cui si può accedere ipoteticamente solo in diverse condizioni. Che sia possibile accedervi? Beh… tutto è possibile, e l’uomo può tranquillamente aspirarsi… Del resto, è nella natura umana tendere verso un imprecisato punto… Ma come ben sappiamo si tratta di visione utopistica…

Ne converrai senz’altro con me se dico che ‘ciò che è osservato è inscindibile da chi lo osserva’
Cioè questa ’realtà’ è in rapporto ai nostri sensi.. La stessa vista non è che interpretazione di segnali luminosi attraverso la retina.. Il fisico (scienziato) nella sua ricerca approda ad una ‘relativa’ realtà poiché filtrata da sé stesso (l’osservatore), dal suo apparecchio/strumentazione (sempre sofisticazione della realtà che s’indaga)..
Perciò ciò che vediamo non è ciò che ‘è’ ma ciò che ci è dato modo di vedere attraverso questo ‘mezzo’..
Quindi, un’interpretazione, un ‘aspetto’ dell’<intero>..

Concordo nel dire che ciò che vediamo sono rappresentazioni che ne diamo della realtà… ma così facendo non si rischia di cadere in una sorta di relativismo protagoreo dove “la realtà è ciò che mi appare” e la vera realtà resta preclusa all’uomo per esistenza appunto di ostacoli indipendenti dalla sua volontà. (Qui sta il punto focale… esistono ostacoli indipendenti dall’uomo o è tutto legato alle limitazioni delle sue facoltà sensoriali)

Domando scusa per la lunghezza… ma ho cercato di essere il più chiara possibile.

Un giorno svilupperò una capacità aforistica nel dire le cose che penso.

Un saluto.
Angel of the night is offline  
Vecchio 24-10-2004, 17.01.58   #56
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Re: X Gyta

Citazione:
Messaggio originale inviato da Angel of the night
..Qui sta il punto focale… o è tutto legato alle limitazioni delle sue facoltà sensoriali..
Bella e 'tosta' domanda.. !
Alla quale non credo di saper rispondere.. completamente..
Penso che in un qualche modo siamo condizionati, limitati dai nostri sensi, poiché attraverso questi ci rapportiamo, vediamo, sentiamo.. E' anche vero che la mente condiziona e trasforma materialmente il corpo.. (tumori che svaniscono nel nulla etc..etc.. non mi riferisco a ‘miracoli‘ da pubblicità ma a guarigioni realmente documentate ed altamente improbabili, se non addirittura ‘impossibili‘)..
Quindi maggiori capacità sensoriali, maggiore capacità di determinare, di trasformare la realtà 'materiale'.. E' un'ipotesi la mia poiché penso che per riuscire realmente a trasformare qualcosa al di fuori di noi ci sia bisogno di una forte, mirata e probabilmente collettiva energia, quella di molti, molti esseri umani legati nella medesima consapevolezza e volontà profonda.. cioè capace d’appartenere alla sfera della mente inconscia..

Eppure.. Per quanto io cada in continuazione, ci credo.. per logica, mi spiego..
Vedo assolutamente la realtà concatenata.. il fuori ed il dentro assolutamente non scissi, uniti, in corrispondenza.. Non una casualità negli eventi ma un significato, un messaggio profondo di relazione..
Ogni evento risulta essere assolutamente importante al fine di sviluppare e trasformare la mente, la percezione..
Quasi una sintonia di ‘richiamo’ non cosciente tra gli esseri umani ed addirittura in eventi più o meno ‘meccanici’.. (oggetti che si rompono in un dato momento e non in un altro)..
Cose che sino ad un po’ di tempo fa continuavo a voler primariamente considerare come coincidenze con conseguenti volute associazioni simboliche..
Sino a quando ho iniziato a vedere queste ‘elaborazioni simboliche’ come veri e propri discorsi, vere e proprie mappe di percorso..
Nasce prima l’uovo o la gallina..? E chi se ne frega..!!
Avvengono prima le trasformazioni a livello chimico o fisico..? Idem..!
Il punto è che avvengono quasi sincronicamente, quindi non scisse..
Quindi interagiscono..Quindi una ha il potere d’agire sull’altra..
Ed evidentemente viceversa.. Ma lasciamo anche quest’ultimo punto-passaggio in sospeso,
non dato per certo dunque..

Per riprendere il discorso sulla realtà oggettiva o realtà di ciò che appare (soggettivamente)..
Secondo me non esiste una realtà ‘oggettiva’..
Il massimo dell’oggettivo è nel riconoscerci nelle elementari percezioni dei cinque sensi..
attraverso cui -in linea di massima- una determinata forma corrisponde ad una determinata funzione estetica o di scopo funzionale, attraverso cui una forma identificata come ‘materasso’ ha/funge da scopo funzionale
mentre il suo colore è funzione estetica.. (per quanto anche la ‘funzione estetica’ è ‘funzionale’ poiché serve a farci sentire meglio/ o peggio..)oltre ciò non credo esista un reale oggettivo, poiché risulta perennemente in relazione all’ipotetico osservatore..

“.. esiste un'essenzialità che è sostanza elementare e perciò ogni altra cosa non è che rappresentazione di ciò che più 'in profondità' si è.. “
Come ‘sostanza elementare’ non intendo chiamare in causa la materia ma ciò che verrebbe a rappresentare..
I termini sono spesso trappole poiché troppo limitativi, limitanti.. Se vuoi.. ‘sostanza’ in una concezione molto vicina all’intendere che ne dava Spinoza.. (se ricordo bene..!) E cioè 'unità-sostanziale'..'Dio'-se vuoi!..- ma questo giungendo proprio-proprio al cuore del nocciolo..



Gyta
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Vecchio 24-10-2004, 18.14.21   #57
Angel of the night
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Ciao Gyta, molto interessante quello che hai scritto.
L'ho letto velocemente e prima di ragionarci su vorrei farti una domanda.
Su indicazione di Girasole (per gli amici Uno) sono andata a ricercare qualcosa sull'universo olografico e ho trovato la teoria molto interessante...
Correggimi se sbaglio, ma mi sembra molto affine con quello che dici. Tu cosa ne pensi?
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Vecchio 24-10-2004, 18.48.05   #58
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Messaggio originale inviato da Angel of the night
.. sono andata a ricercare qualcosa sull'universo olografico e ho trovato la teoria molto interessante...
Correggimi se sbaglio, ma mi sembra molto affine con quello che dici. Tu cosa ne pensi?

Penso proprio di sì.. A sua volta affine alla visione di un inconscio collettivo.. Infatti, secondo me, molte interpretazioni riguardo alla realtà non arrivano poi che alle medesime conclusioni fondamentali e quelle che sembrano distinzioni sostanziali si rivelano essere ad un occhio più attento e meno 'accademico' profondamente nulle..! Ecco perché sottolineavo l'importanza di un 'largo gioco ' intorno alle parole.. Non solo poiché contenitori inadeguati, ma prive, se usate troppo schematicamente, di fuoco, lontane dalla potenza sconvolgente di un opera d'arte, d'una sinfonia, di un linguaggio poetico.. Incapaci quindi di interagire con la parte più profonda e potente di noi stessi..:l'istinto ( / l'inconscio;cioè andare a smuovere ciò che in segreto ci muove)..! Poiché la ragione deve compiere proprio un lungo viaggio prima d'andarci a sfiorare nel profondo, ahimè..!

Un saluto!

Gyta
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Vecchio 24-10-2004, 19.35.37   #59
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@ Gyta

Concordo con quanto dici.
Da una parte abbiamo i ragionamenti logici. Un ragionamento logico si basa (credo) su un rapporto tra causa - effetto. Io ho una serie di dati, da questi dati mi consegue questo e questo... perchè io ho fatto un determinato ragionamento; tutto dev'essere legato da un filo ben preciso: se mancano dei pezzi, il ragionamento non fila e viene facilmente confutato...
Basta avere una buona capacità dialettica e il gioco è fatto...
Questa fondamentalmente è il limite della logica. La logica va bene per le cose umane e per le capacità sensoriali attuali... ma se vuole spingerci oltre non può perchè è legata strettamente al mondo che percepiamo.

Le parole non sono nient'altro che l'interfaccia che ci permette di capire il concetto... l'identità tra pensiero, realtà e parola è stata abbandonata da tempo. Dobbiamo prenderle per come sono...
Immaginiamo per esempio di essere testimoni di un fenomeno che si pone oltre la percezione, oltre la logica, oltre... le parole potrebbero descriverlo? Forse no... forse le parole sono veramente a un livello basso. Forse sopra di esse c'è un livello superiore... una sorta di percezione d'insieme dove le parole non servono, dove si sente, si sa, si è consapevoli....

Ho sempre considerato l'arte a un livello superiore, quasi trascendente rispetto a tutto il resto... rapportarsi a un'opera d'arte, penetrarla ... fino a raggiungere quello stadio confusionale meglio conosciuto come "Sindrome di Stendhal"
...
Angel of the night is offline  
Vecchio 24-10-2004, 20.13.23   #60
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Messaggio originale inviato da Angel of the night

Questa fondamentalmente è il limite della logica. La logica va bene per le cose umane e per le capacità sensoriali attuali... ma se vuole spingerci oltre non può perchè è legata strettamente al mondo che percepiamo.

La logica va bene per iniziare, per discernere ad livello basso basso, poi dovrebbe lasciare il posto all'analogia... di solito non faccio citazioni ma questa merita "la verità, sempre simile a se stessa, si esprime con l’aiuto di mezzi e di finzioni analogiche" Fulcanelli
.... dopo non serve neanche più quella

Citazione:
Messaggio originale inviato da Angel of the night Ho sempre considerato l'arte a un livello superiore, quasi trascendente rispetto a tutto il resto... rapportarsi a un'opera d'arte, penetrarla ... fino a raggiungere quello stadio confusionale meglio conosciuto come "Sindrome di Stendhal"
...
Qua non so se la mia amica Gyta sarà d'accordo ma so che ne potremo parlare tranquillamente
Si l'arte... quella vera può dare stordimento a chi arriva ad assaporarla intensamente senza preparazione sufficiente, perchè può trasmettere un energia che non tutti sono in grado di reggere, non che ci siano eletti, è solo una questione di "allenamento"
Uno is offline  

 



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