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Spiritualitą - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 30-08-2006, 11.45.24   #1
vagabondo del dharma
a sud di nessun nord
 
Data registrazione: 28-08-2006
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Il ricordo di sč

In molte filosofie e religioni un motivo ricorrente č rappresentato dal discorso sulla consapevolezza, che altri chiamano presenza mentale e altri ancora ricordo di sč. Quest'ultima accezione si č diffusa grazie a Gurdijeff, che ha considerato il ricordo di sč un elemento fondamentale per acquisire consapevolezza e per sfuggire alla distrazione della mente.

Thic Nath Han sollecita l'individuo a coltivare la presenza mentale, perchč rappresenta una risorsa che puņ donare pace e libertą all'individuo. Quando mangi, mangia; quando cammini, cammina; quando respiri, sii consapevole del tuo respiro.

Altre tradizioni parlano genericamente di consapevolezza. Osho ad esempio invita a trovare l'osservatore dentro di sč, che guardi tutto quello che accade al proprio interno come un flusso di sensazioni, emozioni e pensieri che non coinvolgono il Sč.

Io sto provando da tempo ad essere consapevole in tutto quello che faccio. Spesso e volentieri mi distraggo, ma quando mi ricordo di me una certa pace sembra affermarsi nel mio essere.

Vorrei sapere se altre persone hanno riflettuto sul ricordo di sč e come ne hanno fatto esperienza.

Sono nuovo, mi chiamo Enzo. Se c'era gią una discussione del genere chiedo scusa...
vagabondo del dharma is offline  
Vecchio 30-08-2006, 15.04.18   #2
atisha
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Messaggi: 3,020
Riferimento: Il ricordo di sč

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Originalmente inviato da vagabondo del dharma
In molte filosofie e religioni un motivo ricorrente č rappresentato dal discorso sulla consapevolezza, che altri chiamano presenza mentale e altri ancora ricordo di sč. Quest'ultima accezione si č diffusa grazie a Gurdijeff, che ha considerato il ricordo di sč un elemento fondamentale per acquisire consapevolezza e per sfuggire alla distrazione della mente.

Thic Nath Han sollecita l'individuo a coltivare la presenza mentale, perchč rappresenta una risorsa che puņ donare pace e libertą all'individuo. Quando mangi, mangia; quando cammini, cammina; quando respiri, sii consapevole del tuo respiro.

Altre tradizioni parlano genericamente di consapevolezza. Osho ad esempio invita a trovare l'osservatore dentro di sč, che guardi tutto quello che accade al proprio interno come un flusso di sensazioni, emozioni e pensieri che non coinvolgono il Sč.

Io sto provando da tempo ad essere consapevole in tutto quello che faccio. Spesso e volentieri mi distraggo, ma quando mi ricordo di me una certa pace sembra affermarsi nel mio essere.

Vorrei sapere se altre persone hanno riflettuto sul ricordo di sč e come ne hanno fatto esperienza.

Sono nuovo, mi chiamo Enzo. Se c'era gią una discussione del genere chiedo scusa...

ciao Enzo...
riflettere sul ricordo di sč, ricercare l'osservatore (o testimone), coltivare la presenza mentale sono tutte facoltą, esercizi della mente (che ho sperimentato) che aiutano ad entrare in un nuovo stato di coscienza..
coltivarne una o l'altra porta allo stesso punto d'innesto.. a coltivare quella Pace che hai incontrato..
e via via non potrą che stabilizzarsi sempre pił, facendoti risvegliare ed espandere la coscienza, con l'insorgenza di una sempre maggiore consapevolezza di ciņ che si E'..
atisha is offline  
Vecchio 30-08-2006, 15.57.57   #3
VanLag
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Riferimento: Il ricordo di sč

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Originalmente inviato da vagabondo del dharma
Vorrei sapere se altre persone hanno riflettuto sul ricordo di sč e come ne hanno fatto esperienza.

Sono nuovo, mi chiamo Enzo. Se c'era gią una discussione del genere chiedo scusa...

Ciao vagabondo del dharma, Enzo ……. Benvenuto.

Sei su una grande via…….. la via della conoscenza. Infatti, se non intuisco male, quello che tu chiami “ricordo di se”, (quindi auto-osservazione), corrisponde a quella ricerca che ha sempre accomunato le culture sapienziali, quelle cioč che pongono la “conoscenza” in genere e la “conoscenza di se”, nello specifico, come sentiero principe per la realizzazione della propria “integritą spirituale”. Gią Socrate e la scuola di Delfi, qualche secolo prima di Cristo, insegnavano questa via. Oggi, in parte, anche la psicologia muove in questo senso.

Non vorrei entrare nello specifico perché se č chiaro il campo dell’indagine che č il soggetto stesso dell’esperienza, le vie per arrivare ad esso sono varie ed eventuali. Basta vedere come il buddismo di Thich Nhat Hanh (grande personaggio), differisce dall’advaita vedanta di Ramana Maharishi e di Nisargadatta Maharaji, che a sua volta differisce dalla psicologia, che a sua volta differisce dalla dialettica di Socrate e via dicendo.

Un'unica vetta quindi ma tante strade per raggiungerla ed č bello sapere che non siamo in cammino da soli e che altri camminano con noi, anche se su altri sentieri, verso una stessa meta.

VanLag is offline  
Vecchio 30-08-2006, 18.12.58   #4
Marynella
Ospite
 
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Messaggi: 35
Riferimento: Il ricordo di sč

Caro vagabondo, conosco il pensiero di Gurdijeff perche' lo sto leggendo e studiando, cosi' come da alcuni anni sto studiando l'enneagramma di cui proprio Gurdijeff e' il Padre in un certo senso.
Conoscere i miei meccanismi, le mie risposte condizionate, stimolare il mio osservatore oggettivo mi ha introdotta in un mondo completamente nuovo di scoperte, percezioni, consapevolezza. Il "qui ed ora" ha un senso, per la prima volta in vita mia. Non vivo con un piede nel passato e uno nel futuro ma sono esattamente nel momento in cui sono.

Il cammino e' veramente lungo e l'enneagramma e' uno degli strumenti da cui si puo' iniziare il viaggio.
Sono d'accordo con VanLag, alla fine le vie sono molte, ma credo convergano quasi tutte su di unica strada maestra.

Per quanto mi riguarda, ho vissuto prima un risveglio spirituale fortissimo, che poi a sua volta, mi ha portata verso l'enneagramma e chissa' quali altre sorprese mi attendono.

Ti auguro buona fortuna, perche' la scoperta di noi, dell'uomo macchina e dell'essere e dell'uomo evoluto e' un viaggio pieno di misteri, sorprese, discese e risalite ed e' l'avventura piu' straordinaria che un uomo possa osare.
Marynella is offline  
Vecchio 31-08-2006, 08.18.20   #5
Vyvyan
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Riferimento: Il ricordo di sč

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Originalmente inviato da vagabondo del dharma
In molte filosofie e religioni un motivo ricorrente č rappresentato dal discorso sulla consapevolezza, che altri chiamano presenza mentale e altri ancora ricordo di sč. Quest'ultima accezione si č diffusa grazie a Gurdijeff, che ha considerato il ricordo di sč un elemento fondamentale per acquisire consapevolezza e per sfuggire alla distrazione della mente.

Thic Nath Han sollecita l'individuo a coltivare la presenza mentale, perchč rappresenta una risorsa che puņ donare pace e libertą all'individuo. Quando mangi, mangia; quando cammini, cammina; quando respiri, sii consapevole del tuo respiro.

Altre tradizioni parlano genericamente di consapevolezza. Osho ad esempio invita a trovare l'osservatore dentro di sč, che guardi tutto quello che accade al proprio interno come un flusso di sensazioni, emozioni e pensieri che non coinvolgono il Sč.

Io sto provando da tempo ad essere consapevole in tutto quello che faccio. Spesso e volentieri mi distraggo, ma quando mi ricordo di me una certa pace sembra affermarsi nel mio essere.

Vorrei sapere se altre persone hanno riflettuto sul ricordo di sč e come ne hanno fatto esperienza.

Sono nuovo, mi chiamo Enzo. Se c'era gią una discussione del genere chiedo scusa...

E' bellissimo tutto quello che hai scritto. Non avevo mai fatto caso a questa cosa, né, a dire il vero, l'ho mai praticata... anzi! E credo il risultato nefasto di tanta fretta in certe cose si veda! Ho un cervello che tende a elaborare tremila cosa assieme e questo non č bene!
Mi piace moltissimo anche il nome "il ricordo di sé". Sono convinta che possiamo dar luce agli altri solo quando siamo luce noi stessi. Nel senso, se non sto bene con me stessa e vivo nella superficialitą e nella non consapevolezza il rapporto con me stessa, non potrņ mai dare qualcosa di sincero e utile a chi mi sta attorno!
Da oggi proverņ a seguire questo piccolo esercizio!
Io conosco un pensiero zen molto bello: quello del "secondo pensiero". Ovvero: quando facciamo qualcosa, concentriamo l'attenzione su quella sola cosa. Il secondo pensiero, quello che giungerą inevitabilmente, mentre abbiamo la mente occupata da ciņ che stiamo facendo, scacciamolo via, perchč se lo seguiamo rischiamo di perdere il contatto col senso di ciņ che stiamo facendo.
Pił o meno la stessa cosa del "ricordo di sé".
Buona giornata a tutti tutti! Presenti ed assenti!
Vyvyan is offline  
Vecchio 31-08-2006, 12.22.41   #6
vagabondo del dharma
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Originalmente inviato da Marynella
Caro vagabondo, conosco il pensiero di Gurdijeff perche' lo sto leggendo e studiando, cosi' come da alcuni anni sto studiando l'enneagramma di cui proprio Gurdijeff e' il Padre in un certo senso.
Conoscere i miei meccanismi, le mie risposte condizionate, stimolare il mio osservatore oggettivo mi ha introdotta in un mondo completamente nuovo di scoperte, percezioni, consapevolezza. Il "qui ed ora" ha un senso, per la prima volta in vita mia. Non vivo con un piede nel passato e uno nel futuro ma sono esattamente nel momento in cui sono.

Il cammino e' veramente lungo e l'enneagramma e' uno degli strumenti da cui si puo' iniziare il viaggio.
Sono d'accordo con VanLag, alla fine le vie sono molte, ma credo convergano quasi tutte su di unica strada maestra.

Per quanto mi riguarda, ho vissuto prima un risveglio spirituale fortissimo, che poi a sua volta, mi ha portata verso l'enneagramma e chissa' quali altre sorprese mi attendono.

Ti auguro buona fortuna, perche' la scoperta di noi, dell'uomo macchina e dell'essere e dell'uomo evoluto e' un viaggio pieno di misteri, sorprese, discese e risalite ed e' l'avventura piu' straordinaria che un uomo possa osare.

Gurdijeff in effetti č il "maestro" che mi interessa di pił da qualche anno a questa parte. Anche se, a dire il vero, la continuitą non č mai stata il mio forte nell'applicazione dei suoi consigli. L' " uomo macchina" va osservato e compreso, nei suoi meccanismi condizionati, anche se Gurdijeff considera impossibile per il singolo procedere nel "lavoro": lui auspica l'appartenenza ad una scuola all'interno della quale il singolo possa essere rinforzato, sollevato e incoraggiato dalla presenza di altri praticanti.

Per quanto riguarda il "ricordo di sč" e l'auto-osservazione Gurdijeff mette in guardia sul controllo del centro che si occupa del respiro, perchč puņ procurare gravi problemi all'individuo. Vedo che hai molta dimestichezza con Gurdijeff, secondo te perchč egli rietiene che sia pericoloso, quando altri "ricercatori" hanno affermato che osservare il respiro č una delle tecniche pił importanti per raggiungere l'autorealizzazione?

Ho sempre guardato di sottecchi l'enneagramma, potresti spiegarmi per sommi capi i suo significato e il ruolo che ha nel "lavoro"?

Grazie mille
vagabondo del dharma is offline  
Vecchio 31-08-2006, 20.44.31   #7
Yam
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Originalmente inviato da vagabondo del dharma

Per quanto riguarda il "ricordo di sč" e l'auto-osservazione Gurdijeff mette in guardia sul controllo del centro che si occupa del respiro, perchč puņ procurare gravi problemi all'individuo. Vedo che hai molta dimestichezza con Gurdijeff, secondo te perchč egli rietiene che sia pericoloso, quando altri "ricercatori" hanno affermato che osservare il respiro č una delle tecniche pił importanti per raggiungere l'autorealizzazione?


Un conto e' il controllo del respiro, per esempio il Pranayama, in cui attraverso esercizi sempre piu' complessi di respirazione e trattenimento del respiro ( Kumbhaka) si arrivano ad avere determinate esperienze....e questo e' pericoloso, un conto e' la semplice e nuda osservazione del respiro (senza forzare), esercizio di solito per principianti. (anche perche' lega la consapevolezza ad un oggetto, ad un fenomeno che e' appunto la respirazione, quindi trattasi di una forma di concentrazione).
So che alcuni Maestri insistono su questa forma di meditazione e conosco loro allievi che dopo vent'anni sono ancora li che meditano sul respiro.....
Yam is offline  
Vecchio 01-09-2006, 10.50.31   #8
atisha
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L' " uomo macchina" va osservato e compreso, nei suoi meccanismi condizionati, anche se Gurdijeff considera impossibile per il singolo procedere nel "lavoro"

gią...
č impossibile per un singolo procedere nel "lavoro" perchč non potrą vedere la propria meschinitą.. nullitą e debolezze di ogni genere in modo evidente.. le lotte interiori tra i vari io e via dicendo..

da soli, pił si desidera uscire dalla propria melma interiore, pił ci si sprofonda dentro se non si ha dinnanzi l'azione balsamica di una guida che aiuta ad avanzare nel "lavoro"..

e son dolori!
(quanti di noi sono in grado di buttarsi nel fuoco? )
atisha is offline  
Vecchio 04-09-2006, 11.24.22   #9
vagabondo del dharma
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Ieri ho provato ad essere consapevole mentre andavo in bici, stando attento ad ascoltare ogni reazione del mio corpo e la pressione dei piedi sui pedali e la ricerca della cadenza.

C'č un ritmo magico nella pedalata con il giusto "rapporto", la cadenza appunto, che permette di procedere senza sforzo, come se a spingere la bici fosse un motore incorporato. Per arrivare a questo punto č necessario che si scelga il rapporto giusto, che la pendenza della strada sia in un certo modo e che il ritmo della pedalata sia consono con la propria forma del momento. E' una sensazione magica, in cui sembra di allevare una palla di luce tra i piedi, che spinge senza resistenza la bici e ti porta a percorrere interi tratti di strada in maniera indolore, senza pagare tanto in acido lattico. Qualcuno lo spiega come un effetto meramente fisico-meccanico, frutto della perfetta interazione tra il mezzo e il corpo, ma io sono sicuro vi abbia una parte importante l'aspetto psicologico e in particolare l'ascolto del proprio ritmo magico. Ricordarsi di sč ed essere presenti facilita la comparsa di questo "stato di grazia".

Meditare in bici č magnifico e mantiene in forma...
vagabondo del dharma is offline  
Vecchio 04-09-2006, 11.49.28   #10
turaz
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molto bello essere consapevoli durante le attivitą fisiche.
se ad esempio lo sei mentre giochi a tennis sembra quasi che la pallina prima di essere colpita rallenti il suo movimento...
oppure se lo sei mentre fai jogging... che l'energia da te sprigionata sia in completa armonia con quanto hai intorno.
come se tutto fosse ammantato di luce.

ciao
turaz is offline  

 



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