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Astrologia transpersonale

di Isabella di Soragna

 

Che cos'è l'astrologia? Ci si crede oppure la si disprezza, però incuriosisce perché funziona. Ma come? Fatalità o libertà di scelta? …Eterno dilemma.
Prima di parlare di questo, vediamo cos'è veramente e poi la risposta verrà da sé. E' ora di cominciare a vedere l'astrologia in modo più moderno. Stranamente si sta ritornando alle stesse concezioni degli astrologhi babilonesi. Durante più di duemila anni l'uomo, preso da paura, ha lasciato ogni responsabilità prima agli dei, poi ad un Dio unico e questo non bastandogli, ha cercato di buttare la colpa o il merito su eventi e persone 'esterne' a lui e così sugli astri e la loro nefasta o benefica influenza.
Ora invece - visto un certo tipo di rivoluzione copernicana che si sta operando, grazie alle scoperte della fisica quantica (Einstein, Bohm, Schrödinger, ecc.) si sta ritornando alla concezione unitaria della coscienza e del mondo. Nulla è separato.
''Ciò' che è osservato dipende dall'osservatore''. Non vi è l'uno senza l'altro. Dunque si trova nel più piccolo come nel più grande, la misura d'ogni cosa, poiché l'uno è specchio dell'altro. Senza nozione di dimensione o misura, dove sarebbe il mondo? Sarebbe indifferenziato. Noi lo creiamo infatti con il pensiero concettuale, che ''differenzia'' una cosa dall'altra e quindi limita, misura. 
Materia è uguale a misura e si può aggiungere, misura di varie forme di un'unica energia.
E' appunto con questa nozione di misura che si può comprendere cos'è veramente l'astrologia o qualunque altro sistema (numerologia, iridologia, ecc.)
Vi sono due modi di ragionare dunque: uno causale o di causa-effetto, l'altro di risonanza o analogico. Quest'ultimo è quello reale, sincronistico (da Chronos=tempo-misura) al di là dello spazio-tempo. Le scoperte della fisica confermano che quest'ultimo è relativo, non assoluto e reale. Se dobbiamo prendere un treno o qualcosa di simile ci servirà, ma non per ragionare in assoluto. 
Il nostro cervello, il pensiero dunque, funziona abitualmente dal prima al dopo, poiché ha bisogno di tempo(e spazio) per svolgersi. L'eternità, il sempre è solo adesso, è l'istante. Quando usciamo dall'istante precipitiamo nel tempo, ecco la divisione, la polarità nascita-morte, lo yin-yang, il piacere-dolore, ecc.
Uscendo dal qui-ora, usciamo dal Paradiso terrestre. Andare da un polo all'altro crea lo spazio -tempo.
L'astrologia non è dunque né un sistema scientifico alla vecchia maniera di causa-effetto, né un modo di osservare l'influenza dei corpi celesti su di noi. Il microcosmo, l'uomo, è solo un riflesso del macrocosmo e la causalità è un'apparenza dovuta ad un'altrettanto apparente linearità del tempo.
Anticamente si diceva ''Ciò' che è in alto è come ciò che è in basso e ciò che è in basso è come ciò che è in alto''. Ora si dice: ''Ogni ''hadron'' (particella subatomica) si compone di tutte le altre particelle, l'una è condizione dell'altra, implica l'altra.
L'esempio più lampante è l'ologramma: in ogni frammento della placca fotografica si può vedere tutta la figura. Inoltre se non c'è luce, la placca è un insieme incoerente di segni!
Vediamo dunque pure le cose e le persone in dettaglio, ma non dimentichiamo che è la luce a renderli oggettivi.
Continuando a vedere le cose in questo modo si può parlare di principi archetipici che si trovano rappresentati nel microcosmo - come ci insegnano le antiche tradizioni (sempre attuali infatti) - secondo una scala che si potrebbe chiamare verticale (tanto per poterla visualizzare, naturalmente…). Quella cosiddetta orizzontale serve a classificare animali, vegetali, ecc. In questa sequenza verticale al contrario, un principio X si trova sia in un animale o in un vegetale, ecc. e si comporta sempre nel medesimo modo. Questi principi o archetipi dunque si manifestano in tutte le categorie precitate, nella coscienza e 'visibilmente' anche nel cielo, ma si potrebbe trovare tutt'altro sistema appropriato.
Veniamo agli astri con un esempio. Se io parlo del pianeta Giove, parlo non solo del pianeta, ma del principio che governa sia il fegato, che il maiale, il legno (''toccar legno '' è per aver fortuna, dato che Giove è abbondanza o esagerazione), ma esso è anche fede e ottimismo. E' dunque in sostanza un principio d'espansione. Gli astri sono la manifestazione visibile di quei medesimi principi che si esprimono anche nella psiche.
Sono stati utilizzati per il loro comportamento regolare e facilmente reperibile. Lo studio del movimento dei corpi celesti in relazione ai vari regni terrestri è stata l'esperienza costante nei secoli, non è un'astrazione.
Altro esempio di sincronicità. Tutti i pianeti scoperti, dall'antichità fino ai giorni nostri, per circostanze impreviste, hanno ricevuto il nome che rifletteva il tipo di energia rappresentata (qui parlo degli ultimi, scoperti con strumenti più potenti) e si sono rivelati all'epoca in cui alcuni avvenimenti ne riflettevano il principio dinamico (pur essendo sempre esistiti!). Urano, (il ribelle e l'originale) individuato all'epoca della rivoluzione francese, Nettuno (l'inconscio, la maya) all'epoca del sentimento collettivo che sfociò nel marxismo leninismo, Plutone al tempo di Freud e della psicologia dell'inconscio. Vi è un aneddoto buffo legato a questo nome: il pianeta fu battezzato dall'astronomo con un nome diverso, ma per una strana coincidenza una bimba che chiamava il cane Pluto creo' questo nome per il pianeta che effettivamente rappresenta il dio degli inferi! 
In realtà queste energia sono neutre e spontanee, non è Saturno che ci fa del male, siamo noi ad interpretarlo in tal modo se ci irrigidiamo in una questione. 
Inoltre ci si potrebbe porre la domanda, perché dare dei nomi di divinità greche a questi astri? 
Infatti è come tali che si dovrebbero vedere in un oroscopo, cercando di vederle come energie attive in noi e allo stesso tempo, sincronisticamente, nel cosmo. La divinità è simbolo, dunque sintesi di un polo positivo e negativo: anzi si potrebbe dire che è solo quando la mente lo vuole definire (dividere) che i poli opposti appaiono.
Intuitivamente gli antichi adoravano queste forze e sapevano che se ignorate si vendicavano. Significa accettarle nella loro grandezza per poterle integrare nell'apparato psicofisico: se le rinneghiamo, reprimiamo, esse non vanno perse, ma invadono la coscienza e ne siamo vittime. Ecco che si manifestano 'esternamente' ad esempio, come catastrofi collettive o personali (Plutone e Urano) o ci lasciamo ipnotizzare da qualche personalità perdendo la nostra identità (Nettuno), siamo presi da follia di grandezza, mascherata dall'azione sociale o tecnologica di punta (Urano, dio del cielo), o prendere dal panico e dagli istinti primitivi (Plutone).
Leggendo la storia di queste antiche divinità e altre simili in diverse tradizioni, troviamo in dettaglio tutti gli elementi della nostra psiche.
I tibetani visualizzano profondamente e a lungo le loro divinità che rappresentano forze innate in ognuno di noi e poi le lasciano riassorbire nel vuoto, non le sopprimono, ma le integrano.
Quando l'uomo prende forma nascendo (ma può essere una nazione o qualunque altra "nascita") porta con sé un bagaglio di potenzialità che mettendosi in moto nel tempo in un preciso momento, come un seme va maturando, ma l'informazione è già tutta nel seme (dal momento che il tempo è apparente). E' necessario poi impiegare la sequenza temporale per poter srotolare il filo avvolto intorno alla bobina che è la vita e vedere, grazie a questo sistema di misura, come questi principi si muovono.
In realtà noi viviamo apparentemente nuove esperienze che in verità sono specchi del passato: cioè viviamo il nostro oroscopo solo al presente, lo ripetiamo indefinitamente. La vita è la grande fattrice di coscienza delle nostre esperienze anteriori: nelle sempre nuove varianti degli stessi simboli, c'incontriamo di continuo. Il nostro inconscio (cioè noi stessi) sceglie situazioni e persone quali strumenti per svegliare materiale represso. Il nostro passato non compiuto ci ripresenta sempre il padre autoritario nel marito, la madre cattiva nel collega d'ufficio, il guru nel padre mancante…ma in definitiva, mostra continuamente noi stessi. Poi c'è la proiezione collettiva dove il "cattivo razzista" è là fuori, invece di interrogarsi se è qualcosa che ci riguarda in fondo da molto vicino. 
In uno specchio la dualità è solo apparente: l'immagine riflessa è solo una! Quindi se mi diverto a far smorfie davanti allo specchio, non devo meravigliarmi se le ricevo! E' quello che facciamo costantemente: combattiamo il nostro nemico politico senza renderci conto che litighiamo con noi stessi. 
Tutti questi principi si manifestano non solo in diverse forme ma anche su diversi piani, all'interno, all'esterno (in realtà sono solo interni e proiettati fuori come in un maxischermo), dunque è difficile prevedere su quale piano si manifesti l'avvenimento. L'oroscopo è un rapido metodo di auto-conoscenza, una radiografia per diagnosi psicologiche e mediche. Si può subito notare il principio agente del conflitto e così le diverse ripercussioni sul soma o su situazioni, per legge di analogia. La cosa più interessante è di poter vedere in questa radiografia che non solo la parte conscia dell'individuo è rappresentata, ma la parte inconscia è messa in evidenza dai fatti, dalle persone incontrate, nonché da malattie ed eventi dolorosi: non potendo identificarsi ad aspetti giudicati inaccettabili, questi vengono sepolti, ma non possono sparire e si esteriorizzano negli eventi difficili. L'inaccettabile è giudicato tale dall'interessato che cerca sicurezza nella madre e poi dalla società o altro e di cui cerca l'approvazione. 
L'astrologia mostra la qualità di tempo necessaria all'apparizione nello spazio-tempo di una situazione, che corrisponderà alla lezione da imparare in quel preciso momento. Essa non può né influenzare né cambiare le cose: la libertà dell'uomo è di partecipare consciamente al movimento e di non esserne più succube.
Un incontro, un incidente si manifesta solo se i tempi sono maturi per quell'avvenimento, quando la risonanza è completa. L'avvenimento è la materializzazione di un principio, di un'immagine primordiale dell'inconscio, ma questo può rimanere interiorizzato e non scatenarsi nell'avvenimento.
L'uomo deve essere pronto a com-prendere (a prendere in sé) quel problema che in realtà non lo è; la stessa cosa sarà indifferente per un altro che avrà altro da imparare. 
La parla chiave è accettazione profonda e vissuta che annulla le memorie dolorose.
Tutto questo ci porta ad altre riflessioni. Siamo ancora immersi nella visione meccanicistica del mondo, anche se molti parlano di sintesi tra mistica e fisica quantica. Materia è uguale a energia. La realtà osservata dipende dall'osservatore: vi è esperienza, ma non divisione tra sperimentatore e sperimentato. Il nostro bio-computer, ovvero i sensi coordinati dal cervello ci permettono di costruire attimo per attimo la realtà che ci circonda. Questi attimi noi li riuniamo chiamandoli tempo, ma in realtà sono unici, eterni: è la memoria a dare un senso di continuità. Essa ci fa costruire continuamente questo film che noi prendiamo per vero, consistente e che chiamiamo mondo esterno. Ma è solo il programma creato dai nostri condizionamenti inconsci, cementati dall'educazione, sin dall'infanzia, le nostre memorie proiettate - adesso - su un ipotetico futuro. Come il mio ci sono miliardi di altri ''bio-computer'' che funzionano in modo simile, ma quanti creano per svariate condizioni, una realtà totalmente diversa?
Altra verità enunciata da mistici e fisici che concordano con la visione dell'astrologia: (mistici) il bene ed il male sono solo due poli di un'identica realtà - (fisici) le particelle sono anche onde - (astrologo) Nettuno è visione divina e inganno.
Può darsi che un giorno, il tema natale non sia più necessario, perché si potrà vedere in sé e negli altri come questi principi agiscono, dal vestito che uno indossa, alle situazioni o persone che incontra, genitori compresi. Si potrà trovare così la propria legge che suona press'a poco come la frase di S. Agostino: "Ama e fa quel che vuoi". Ciò implica un naturale e spontaneo distacco dovuto alla comprensione vera della realtà della vita, il ritorno al Paradiso terrestre che non abbiamo mai lasciato. 
O forse, non è tutto solo un sogno evanescente?

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