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Immanuel Kant
Immanuel Kant nacque, da famiglia di origini scozzesi, a Königsberg, allora capoluogo della Prussia orientale, il 22 aprile 1724. Fu educato, secondo lo spirito religioso del pietismo, nel Collegium Fridericianum. Uscito dal collegio (1740), studiò filosofia, matematica e teologia all’Università di Königsberg, dove ebbe come maestro Martin Knutzen che lo avviò agli studi di matematica, di filosofia e della fisica newtoniana. Nel 1755 ottenne la libera docenza presso l’Università di Königsberg e per 15 anni svolse presso l’Università i suoi corsi liberi su varie discipline. Nel 1766 divenne sottobibliotecario alla Biblioteca reale. Nel 1770 fu nominato professore ordinario di logica e metafisica in quella Università.
Immanuel Kant tenne questo posto sino alla morte, adempiendo con grande scrupolosità ai suoi doveri accademici anche quando per la debolezza senile gli furono diventati estremamente gravosi. L’esistenza di Kant è priva di avvenimenti drammatici e di passioni, con pochi affetti e amicizie, interamente concentrata sulle sue ricerche filosofiche e scientifiche. Il solo episodio notevole della sua vita è il contrasto in cui venne a trovarsi col governo prussiano dopo la pubblicazione della seconda edizione (1794) della Religione nei limiti della ragione. Tuttavia, con l’avvento al trono di Federico Guglielmo III (1797), la libertà di stampa fu ripristinata e Kant poteva, nel Conflitto delle facoltà (1798), rivendicare la libertà del pensiero e della parola, contro gli arbìtri del dispotismo, anche nei confronti della religione. Negli ultimi anni Kant fu preso da una debolezza senile che lo privò gradualmente di tutte le sue facoltà. Morì il 12 febbraio 1804.
Nell’attività letteraria di Kant si possono distinguere tre periodi. Nel primo, che va fino al 1760, prevale l’interesse per le scienze naturali. Nel secondo periodo, che va sino al 1781 (anno in cui fu pubblicata la Critica della ragion pura), prevale l’interesse filosofico e si determina l’orientamento verso l’empirismo britannico e il criticismo. Il terzo periodo, dal 1781 in poi, è quello della filosofia trascendentale; in questo periodo appaiono la seconda edizione della Critica della ragion pura (1787) e le altre sue opere maggiori, tra cui ci limitiamo a menzionare: i Prolegomeni ad ogni metafisica futura che si presenterà come scienza (1783); la Fondazione della metafisica dei costumi (1785); i Princìpi metafisici della scienza della natura (1786); la Critica della ragion pratica (1787); la Critica del giudizio (1790).
fonte: www.emsf.rai.it
Link attinenti: etica, Fichte, Leibniz, trascendentalismo
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