Home Page Riflessioni.it
Le finestre dell'anima di Guido Brunetti

Le Finestre dell'Anima

di Guido Brunetti   indice articoli

 

Il cervello, un telaio magico

Dicembre 2022


È la più grande avventura mai tentata dalla specie umana. Il cervello che studia il cervello. La sfida più rivoluzionaria dei neuroscienziati nel XXI secolo è quella di comprendere la mente umana.
Non c’è argomento più affascinante, nell’ampia gamma delle ricerche filosofiche e scientifiche, di quello che indaga il cervello e la mente.
Il termine neuroscienze è stato coniato da F.O. Schmitt nel 1972 per indicare l’insieme di discipline dedite allo studio del sistema nervoso. Oggi, neuroscienziati e ricercatori lavorano in tutti i Paesi del mondo per analizzare la struttura e il funzionamento del cervello, un organismo che con i suoi cento miliardi di neuroni rappresenta la struttura più straordinaria e meravigliosa del creato conosciuto.

Nuove conoscenze e nuove scoperte si susseguono quasi ogni giorno. Il nuovo libro del neurochirurgo Giulio Maira “Il telaio magico” (Solferino 2022) rappresenta al riguardo un prezioso contributo al progresso delle neuroscienze. L’autore fa sua la bella immagine del grande neuroscienziato Sherrington, il quale paragonò la mente a un “telaio incantato”, che tesse e ritesse sempre nuovi pensieri, nuove idee, nuove emozioni. Attraverso una scrittura nitida ed empatica, Maira approfondisce il mistero del cervello e del suo funzionamento. Sono le cifre tematiche e stilistiche della sua opera, un testo che fa seguito a “Il cervello è più grande del cielo” (2019) e a “Le età della mente” (2020).

È un viaggio alla scoperta dei misteri del cervello, un organismo che con i suoi cento miliardi di neuroni è considerato dai neuroscienziati la struttura più complessa e meravigliosa del creato conosciuto. Il volume spazia nei diversi campi delle neuroscienze dalla percezione del bello e dell’arte alla felicità, ai sentimenti, alle emozioni, dalla coscienza all’intelligenza artificiale.

Il concetto e l’evoluzione del cervello e della mente hanno una lunga storia. Si assume che la parte più antica e primitiva del cervello risalga a circa 500 milioni di anni fa. L’origine del concetto di anima (mente) appartiene alla notte dei tempi: inizia con i testi omerici, l’orfismo e soprattutto con la filosofia greca di Socrate, Platone e Aristotele e gli stoici, prosegue con il cristianesimo per giungere fino al Novecento, quando il cervello, la mente e la coscienza passano nella sfera di competenza delle nuove neuroscienze.

Per secoli, i due termini hanno indicato l’esistenza nell’uomo di due proprietà: una corporea e un’altra incorporea (dualismo classico), chiamata tradizionalmente anima, spirito, soffio, psiche, mente, ragione. Il cristianesimo, compie una suddivisione ancora più esplicita e l’iperuranio di Platone diviene il luogo dell’anima, quando si separa dal corpo. Sant’Agostino sostiene la dicotomia tra anima e corpo e introduce nella civiltà occidentale e nel cristianesimo il concetto di anima immortale concepita come interiorità, come “sostanza dotata di ragione con il ruolo di reggere il corpo”.

Una visione nuova del rapporto tra anima e corpo viene proposta da Cartesio, il quale teorizza il dualismo interazionista, l’esistenza cioè di due sostanze ontologicamente diverse, la res extensa e la res cogitans, il corpo inteso come materia e l’anima come sostanza inestesa.
Il dualismo moderno e contemporaneo, con Nagel, Eccles e Popper, ribadisce la distinzione tra le proprietà mentali e quelle fisiche o neurali, ritenendo che esse siano
caratterizzate da un processo d’interazione. Contro queste impostazioni si pone il monismo, il quale, partendo da Democrito per giungere sino ai neuroscienziati di oggi, sostiene che cervello e mente sono la stessa cosa. Alla mente viene negata ogni realtà. Essa è “un’espressione del cervello”, una “scatola nera” (Skinner) di cui non si può sapere nulla.

Questa concezione è sostenuta in particolare dal comportamentismo (o behaviorismo), un indirizzo di ricerca che domina la scena del pensiero psicologico negli Stati Uniti, dove prende origine nel 1915, e che ammette come soli dati conoscitivi i comportamenti direttamente osservabili, quantificabili e dunque controllabili dei soggetti, escludendo ogni ricorso all’introspezione, alla coscienza e alla mente. Il comportamento, per Watson, è la risposta o la reazione (R) di un organismo ad uno stimolo (S). Il comportamentismo termina verso la fine degli anni ’50, quando inizia a prevalere una corrente di pensiero chiamata scienza cognitiva, aprendo un nuovo, fecondo orizzonte nello studio del cervello. La ricerca sul cervello e la mente diventa una disciplina autonoma dai settori che l’avevano in precedenza incorporato, come la metafisica, la filosofia, l’etica, la teologia.

A partire dagli anni ’70 del Novecento, emerge un vasto e complesso campo di ricerca: nascono le moderne neuroscienze, un insieme di discipline che hanno per oggetto lo studio del sistema nervoso e della comprensione del modo in cui il cervello possa dare luogo alla mente. Il settore è progredito, come concorda Gazzaniga, in “modo spettacolare” attraverso una enorme quantità di dati provenienti dalla sperimentazione animale e dall’indagine clinica.
Il problema mente-corpo o mente-cervello (Mind-body-Problem) definito“il problema dei problemi” (Vizioli)viene esaminato - come spiega Maira - per mezzo di un ampio ventaglio di metodi, quali le tecniche di neuroimaging o brain imaging, le registrazioni elettrofisiologiche negli animali, le registrazioni dell’EEG e della MEG nell’uomo, le tecniche di stimolazione cerebrale, la stimolazione transcranica e l’esame delle sindromi dovute a lesioni cerebrali.

A scoprire la natura unitaria dei neuroni è stato Santiago Ramon y Cajal, definito il padre delle moderne neuroscienze, con la sua “dottrina del neurone”, ossia che il sistema nervoso è costituito da singole cellule. Successivamente, Charles Sherrington indaga il comportamento unitario del neurone, coniando il termine sinapsi per descrivere la giunzione di due neuroni.

Finora sono stati realizzati notevoli progressi scientifici, come il completamento del progetto genoma, le nuove conoscenze in materia di biologia molecolare, la comprensione dei meccanismi della trasmissione sinaptica, gli importanti sviluppi nella comprensione dei processi del cervello, la natura cognitiva dell’essere umano, la coscienza, le emozioni, le basi neurobiologiche del comportamento. Nelle neuroscienze moderne, si afferma il materialismo o fisicalismo neuro scientifico dell’identità tra mente e cervello, tra stati mentali e stati fisici. Si sostiene che ogni evento della mente è “identico” a un evento del cervello. La mente cade sotto il metodo scientifico, sperimentale, spiegata con leggi fisiche e dunque avrà una descrizione e una spiegazione fisica. Essa diventa un evento fisico. È la riduzione empirica della mente al cervello. Siamo convinti - scrivono F. Crick e C. Koch - che il problema della coscienza sia “risolvibile” a lungo andare soltanto con “spiegazioni a livello neurale”. Il pensiero, per questi neuroscienziati, è “causato” dai neuroni. Le attività dei neuroni “sono processi mentali”.

Noi siamo d’accordo con i neuroscienziati Giulio Maira e John Eccles quando sostengono una concezione trascendentale dell’essere umano e dell’anima. La teoria riduzionistica della mente, della coscienza e quindi dell’essere umano “ridotto” a entità fisico-chimica, a struttura fisiologica, pertanto, è insoddisfacente e presenta notevoli limiti.
L’uomo è una persona con i suoi vissuti, la sua interiorità, il suo io, la sua essenza, le sue gioie e i suoi dolori. Egli ha un valore intrinseco ontologico e dunque etico. Non è “puro corpo”, è un soggetto che ha “una mente, uno spirito, una coscienza, un’anima (Wittgenstein). È una concezione che va oltre il monismo materialista, che riduce la persona a cervello, per approdare a una visione unitaria e sostanziale di corpo e anima spirituale.

La strada da percorrere è lunga, ma ricca di feconde prospettive. Nonostante i sorprendenti sviluppi delle neuroscienze, siamo ancora lontani dalla comprensione della “magia” - scrive Giulio Maira - del funzionamento cervello, della mente e della coscienza, entità che rimangono ancora un grande enigma.


Guido Brunetti


Altri articoli di Guido Brunetti


I contenuti pubblicati su www.riflessioni.it sono soggetti a "Riproduzione Riservata", per maggiori informazioni NOTE LEGALI

Riflessioni.it - ideato, realizzato e gestito da Ivo Nardi - copyright©2000-2024

Privacy e Cookies - Informazioni sito e Contatti - Feed - Rss
RIFLESSIONI.IT - Dove il Web Riflette! - Per Comprendere quell'Universo che avvolge ogni Essere che contiene un Universo