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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 19-11-2003, 01.34.51   #41
leibnicht
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Data registrazione: 06-09-2003
Messaggi: 486
Giusta osservazione

Una osservazione sensata, che sintetizzerei in questo modo: nell'accadere degli eventi, poichè io agisco in parte negli eventi stessi, il mio punto di vista sul senso di ciò che accade influenza il decorso della storia.
E' questo il circolo ermeneutico gadameriano: il pregiudizio è il necessario presupposto all'interpretazione.
Ti dò ragione, ma solo in parte, perchè questi sono eventi che si consumano sulla pelle delle nostre genti, e le reazioni ed azioni che si susseguono non possono svolgersi al lume fioco e nella penombra delle biblioteche.
O meglio: oggi ancora ci concediamo il lusso di accreditarci la bella veste di un pregiudizio ideologico, come forma e bon ton del presentarci in società...
Ma quando la società stessa cui vogliamo piacere e del cui piacere amiamo compiacerci non è più assicurata a quelle certezze inoppugnabili, alle sicumere della opulenza e del potere, ma si sente minacciata e insicura... Allora tutto muta di senso.
Le scelte reali che precipitarono i più feroci massacri non furono mai razionali considerazioni fatte a tavolino.
I pregiudizi ideologici, buoni per i tempi in cui la pace serpeggia velenosa, confezionano le chiacchiere salottiere di una civiltà malata di benessere.
Il pugno lo vibra l'odio, non l'ideologia.
Ricordati che i " " della riflessione democratica permisero a Hitler di dilagare in Europa e di preparare il bagno di sangue che ne seguì.
leibnicht is offline  
Vecchio 19-11-2003, 15.11.46   #42
visechi
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Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
Premetto! Non sono un pacifista a tutti i costi. Sono d'accordo sul fatto che alle volte la guerra s'impone come unica soluzione possibile a situazioni oramai degenerate non altrimenti risolvibili… classico esempio: il secondo conflitto mondiale. Lì, al cospetto di una si palese aggressività germanica e del suo tirannico leader, non credo vi potessero essere alternative al conflitto, in difetto staremmo tutti marciando in divisa nera e con il braccio alzato. Piuttosto, per quel periodo storico, ritengo valga sempre la pena interrogarsi sulle cause che hanno consentito ad un individuo di precipitare un intero continente in un disastro di tali proporzioni… ma su questo tema hanno scritto a profusione gli storici, senza peraltro trovarsi mai troppo concordi nell'analisi e nelle conclusioni - vedasi il Revisionismo.
Non credo nel fatalismo, tantomeno nel determinismo… la storia è materia umana e suo terreno d'azione preminente. I fatti della storia, ritengo siano determinati da due fattori: il caso e l'agire umano. Quest'ultimo, generato dalle scelte, dai dibattiti e dal confronto, anche introspettivo, s'inserisce fattivamente nella causalità degli accadimenti. I due elementi non sono scindibili, ma l'agire umano opera affinché la congiuntura imbocchi una determinata direttrice anziché un'altra, quella, presumibilmente, più consona ai vantaggi, ai desiderata e ai benefici di chi quell'agire in massima parte induce. Il caso, a sua volta, interagisce con l'opera dell'uomo, e i due elementi, coagenti, interagiscono entrambi in un rapporto dialettico, dinamico. L'attività di analisi critica degli eventi in corso condiziona le scelte umane che, a loro volta, condizionano e sono condizionate dalla casualità. Ora, va da sé che l'azione umana non è sempre - quasi mai - conseguente a scelte totalmente razionali, e non sempre è la migliore risposta possibile fra le tante disponibili. Le scelte umane sono condizionate, oltreché dal caso, come già visto in precedenza, anche da una serie di fattori, endogeni a chi opera dette scelte, fattori che la psicoanalisi ha più volte reso palesi. Ne risulta, così, un quadro comportamentale assai variegato, non riconducibile ad un paradigma ottimale o preordinato, quasi inscatolato in un marmoreo ed immutabile percorso decisionale prefissato. E' questo composito catalogo delle opzioni possibili, più o meno razionali, più o meno corrette, più o meno istintive che rappresenta il campo dell'indagine storica, coeva e/o retrospettiva, all'interno del quale si sviluppa l'analisi e il dibattito fra uomini. E il dibattito, inteso come confronto delle diverse posizioni emerse dall'indagine testé accennata, che forgia il pensiero da cui emergono le idee, è un altro elemento che concorre, per certi versi, a comporre l'intero mosaico sintetizzato e reso concreto dalla scelta finale adottata.
La Storia e le scelte umane sono prive di certezze, perché, come ben fai osservare tu, non possono essere ancorate ad alcuna ostentata sicumera che possa preconizzare gli eventi in fieri. E' una costruzione difficile e faticosa che comporta, sempre, un elevato livello di attenzione e discernimento affinché il caso, privo di alcuna regola, o la pancia, non razionale, non siano gli unici suoi elementi costitutivi.
<il pugno lo vibra l'odio, non l'ideologia>
Questo è vero, ma è sempre valido il teorema (forse mio) che l'odio, non essendo autogenerato, nasce e scaturisce da fatti concreti, anche, forse, mal interpretati o artatamente contraffatti (ancora l'analisi razionale ed onesta, quindi non pregiudiziale); io ritengo, appunto, utile, oltreché necessario porre questi fatti concreti sotto un raggio indagatore razionale, non meccanico o governato dagli istinti.
Le caratteristiche peculiari dell'uomo, quelle che lo hanno allontanato dallo status di primigenia animalità irrazionale, si esaltano quando è questo (l'Uomo) a governare la Storia, viceversa, si mortificano allorquando la subisce, perché in questo secondo contesto sarebbe l'animalità e il caso a costringere il suo agire, che, così, avrebbe un ruolo conseguente, non causante.
visechi is offline  
Vecchio 24-11-2003, 13.52.30   #43
basil
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mi è stato segnalato quest'intervento del Segretario Generale UNAC M.llo CC. Antonio Savino, Direttore de «La rivista dell’Arma».

Rabbia ed amarezza per i colleghi caduti in Iraq

Dopo americani ed inglesi, non poteva che toccare ai nostri carabinieri e soldati italiani in Iraq. Ragazzi spinti alle missioni estere non solo da senso umanitario di aiuto a quelle popolazioni, non solo da senso di patriottismo o contributo alla lotta al terrorismo, ma anche e spesso soprattutto per portare a casa qualche soldo in più e vivere una vita con maggiore dignità.

Per questo per essere assegnati alle missioni estere, tra i carabinieri vi è una concorrenza spietata a suon di raccomandazioni. In termini economici, 6 mesi di missione estera soprattutto in zone belliche, contribuisce a comprarsi almeno metà della tanto agognata casa. La miseria economica, in cui versano tutti i carabinieri, poliziotti e militari italiani, non può essere sottaciuta, come non può essere sottaciuto il mancato impegno degli attuali governanti alle tanto evidenziate (solo in campagna elettorale) situazioni migliorative per tutto il comparto sicurezza, in cui i Carabinieri, parte integrante, vivono con regolamenti da prima guerra mondiale e con stipendi da fame.

Non siamo guerrafondai, siamo solidali con quelle popolazioni, ma costretti a combattere una Guerra che NON tutto il popolo Italiano e NON tutto il Parlamento hanno voluto, perché non avallata dall’ ONU. I nostri Carabinieri non sono affatto preparati né psicologicamente né professionalmente a combattere una simile guerra civile come quella in Iraq, questo va detto a chiare lettere.

Chi ritiene il contrario, per motivi di opportunismo, non dice il vero.
Piangiamo i nostri morti, i nostri colleghi ed assistiamo all’ennesima farsa di lacrime di coccodrillo da parte di chi una certa responsabilità nell’invio di quel contingente deve pur averla.

L’Unione Nazionale Arma Carabinieri, si stringe attorno alle mogli ed ai figli dei colleghi caduti, ed invita i Governanti ad esaminare seriamente la possibilità di un RITIRO IMMEDIATO dei nostri uomini da tale situazione che potrebbe costare ancora vittime al nostro popolo che ha già fin troppi problemi in Patria.
basil is offline  
Vecchio 24-11-2003, 15.35.51   #44
Marco_532
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Infatti, pienamente in accordo con quanto da te riportato, credo che bisognerebbe cambiare "strategia".....quella utilizzata è inefficiente; se così non fosse, si avrebbero più risultati....il fatto è che la soluzione dovrebbe essere comunque immediata e bisognerebbe comunque fare il possibile considerando le attuali possibilità di intervento e riuscita.
Marco_532 is offline  
Vecchio 28-11-2003, 17.47.49   #45
bomber
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con sei mesi comprarsi meta della casa ???
cavoli altro che diginta ,la dignita si ha gia quando si puo portare sulla tavola un piatto di minestra non quando si hanno i lussi o una casa proprio ,nn penso che chi non ha la casa sua possa ritenersi senza dignita ,le parole che ha detto mi suonano come piangersi adosso ,forse le cose che ha detto sono vere ma nn mi pare che un carab guadagni molto meno di un operaio per poi non contare tutti i vantaggi che ne porta .....
dico solo che questo qui per tante cose puo avere ragione ma per carita piangi meno che almeno cosi mantieni la tua dignita che da quel che so non si compra con i soldi ...
bomber is offline  
Vecchio 01-12-2003, 15.02.57   #46
Marco_532
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La dignità viene meno quanto non si hanno pari opportunità, quanto aspirando alla "normalità", questa non è raggiungibile, in quanto la perdita della dignità dipende dall'aspirazione.
Marco_532 is offline  
Vecchio 01-12-2003, 20.27.54   #47
bomber
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Messaggio originale inviato da Marco_532
La dignità viene meno quanto non si hanno pari opportunità, quanto aspirando alla "normalità", questa non è raggiungibile, in quanto la perdita della dignità dipende dall'aspirazione.
pero mi pare che il tipo abbia fatto un discorso piangendosi adosso ...ha detto
con 6 mesi compri meta casa vuol dire che questi soldati prendono circa 10mln al mese in italia ci sono persone che al estero ci vanno per prendersi dei soldi e a volte rischiano la vita piu dei soldati ....
per cui secondo me questo discorso che prendono poco mi pare assurdo ...
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Vecchio 01-12-2003, 21.07.49   #48
Marco_532
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Ma infatti non ho detto che prendono poco, non ho fatto nessuna considerazione in merito allo stipendio. Ho semplicemente detto che cosa sia per me la dignità, niente di più. E che non si compri con i soldi sono sicuro.
Ciao .
Marco_532 is offline  
Vecchio 02-12-2003, 20.28.30   #49
bomber
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Messaggio originale inviato da Marco_532
Ma infatti non ho detto che prendono poco, non ho fatto nessuna considerazione in merito allo stipendio. Ho semplicemente detto che cosa sia per me la dignità, niente di più. E che non si compri con i soldi sono sicuro.
Ciao .


si si non stavo commentando il tuo post ma ancora quello piu su fatto dal tipo,se nn sbaglio il capo del sindacato dei militari ...
bomber is offline  

 



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