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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 20-10-2011, 10.29.00   #1
Tempo2011
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La pazienza del filosofo.

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Se si deve filosofare, si deve filosofare e se non si deve filosofare, si deve filosofare; in ogni caso dunque si deve filosofare. Se infatti la filosofia esiste, siamo certamente tenuti a filosofare, dal momento che essa esiste; se invece non esiste, anche in questo caso siamo tenuti a cercare come mai la filosofia non esiste, e cercando facciamo filosofia, dal momento che la ricerca è la causa e l'origine della filosofia. (Aristotele, "Protrettico").
Se a fare quest’affermazione fossi stato io, e nel tragitto della vita m’imbattessi in persone che vorrebbero partecipare a questa ricerca inserendosi in un mio dibattito, non essendo al mio livello quale dovrebbe essere il mio stato d'animo? Mi spiego meglio: in gioventù sono stato un discreto giocatore di Ping Pong a livello nazionale, e quando qualche amico o parente mi chiedeva di giocare, non essendo al mio livello provavo un fastidio incredibile, dovendo, tra l'altro, far finta di divertirmi. In questo e in altri forum, spesso e volentieri ci si scaglia contro qualcuno che ha appena iniziato a giocare a Ping Pong, mettendo sul piatto tutta la sua conoscenza, ricoprendo il malcapitato di ogni sorta d’improperi. Punto di domanda: tutti quelli che intraprendono la strada della ricerca, arrivando a un certo livello di comprensione di certe verità, non dovrebbero essere felici di accogliere altri "novizi", come lo sono stati loro in passato? Ovvero, intraprendere la strada sulla ricerca della verità, presupporrebbe una maggiore sensibilità e quindi più comprensione, oppure no? Insomma, il filosofo dovrebbe essere più paziente dei non filosofi, o la filosofia non regala questa peculiarità?

Ultima modifica di Tempo2011 : 20-10-2011 alle ore 14.47.18.
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Vecchio 20-10-2011, 18.42.58   #2
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Riferimento: La pazienza del filosofo.

A mio modo di vedere, dipende da come si pone il dilettante, se fa il presuntuoso con un gigante, quest'ultimo avrà pieno diritto di attaccare come meglio crede.

Credo però, nel caso del gigante, si irriti perchè alcune discussioni vengono mal poste dal dilettante fin dall'inizio, con il presupposto che di base vengano date per scontate delle verità, dovendogli far notare che prima si deve rivedere alcune cose.
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Vecchio 20-10-2011, 20.14.15   #3
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Insomma, il filosofo dovrebbe essere più paziente dei non filosofi, o la filosofia non regala questa peculiarità?

Ma chi l'ha detto? Un filosofo è un uomo come tutti gli altri, avrà le sue simpatie, idiosincrasie e altro... Non è la filosofia a far l'uomo, ma l'uomo a far filosofia.
Ma poi che t'importa di esser compreso, scusa? La tua è una ricerca di verità o di consenso? Se è la prima che ti interessa, può trovarsi anche nello scontro con l'altro, non solo nell'incontro.
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Vecchio 20-10-2011, 20.35.33   #4
ulysse
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Se a fare quest’affermazione fossi stato io, e nel tragitto della vita m’imbattessi in persone che vorrebbero partecipare a questa ricerca inserendosi in un mio dibattito, non essendo al mio livello quale dovrebbe essere il mio stato d'animo? ......... In questo e in altri forum, spesso e volentieri ci si scaglia contro qualcuno che ha appena iniziato a giocare a Ping Pong, mettendo sul piatto tutta la sua conoscenza, ricoprendo il malcapitato di ogni sorta d’improperi. Punto di domanda: tutti quelli che intraprendono la strada della ricerca, arrivando a un certo livello di comprensione di certe verità, non dovrebbero essere felici di accogliere altri "novizi",....ecc...?

Ma personalmente sono sempre felice di accogliere i "novizi"...posso finalmente su di loro sfogare i miei bassi istinti...facendoli oggetto di ogni brutalità: Il novizio deve subito essere imbullonato...."Uno scappellotto al novizio fa buono il servizio!" ed anche bisogna sempre dire pane al pane e vino al vino...altrimenti il novizio non impara mai...non intraprende la sacra via della ricerca della verità!

Il guaio è che non sempre è chiaro se il novizio sia anche un pivello...e poi anche, occorre distinguere chi sia veramente il pivello!

Per cui, coi newentry, oltre che la pazienza consiglierei soprattuto la prudenza!
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Ovvero, intraprendere la strada sulla ricerca della verità, presupporrebbe una maggiore sensibilità e quindi più comprensione, oppure no? Insomma, il filosofo dovrebbe essere più paziente dei non filosofi, o la filosofia non regala questa peculiarità?
Tenuto conto del fatto acclarato che non mi sento affatto filosofo...e, ciò nonostante, mi par d'essere parecchio paziente e comprensivo...non dico sul forum, ma in generale... ma non pretendo che questo abbia valore statistico...

...non credo, comunque, che il filosofare doni di per sè questa peculiarità.
Forse bisognerebbe fare una ricerca, ma mi resta l'impressione che molti degli antichi e anche recenti filosofi, fossero parecchio incacchiosi....per lo meno non dotati di particolare empatia.
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Vecchio 20-10-2011, 20.53.37   #5
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A mio modo di vedere, dipende da come si pone il dilettante, se fa il presuntuoso con un gigante, quest'ultimo avrà pieno diritto di attaccare come meglio crede.

Credo però, nel caso del gigante, si irriti perchè alcune discussioni vengono mal poste dal dilettante fin dall'inizio, con il presupposto che di base vengano date per scontate delle verità, dovendogli far notare che prima si deve rivedere alcune cose.
Sinceramente, non credo che un dilettante possa fare il presuntuoso con un gigante, poiché oltre che dilettante sarebbe anche un cretino; tutto al più potrà male interpretare certi argomenti, fraintendendoli, ma questo è lo scotto che deve pagare l'iniziato. Ricordo che da bambino, domandai a mio padre come avrei fatto a comprendere di essere diventato adulto. Mio padre abbozzò un sorriso per l'ingenuità della domanda, prettamente infantile, ma poi mi diede una bella risposta: "Ti accorgerai di essere diventato grande, quando saprai valutare le persone che ti sono davanti, sapendoti comportare in modo adeguato per ognuna di loro". Ecco! Ho sempre creduto, sia da ragazzo sia da adulto, che il vero filosofo sapesse valutare chi gli è di fronte, sapendosi comportare adeguatamente per ogni singolo individuo, senza deriderlo per le sue ingenuità nel comprendere concetti, astratti e non abbastanza chiari. Per esempio, in questo forum vi è un filosofo dichiarato, nella persona di Mario Cialfi, con il Nik di emmecci. Personalmente, pur essendo all’epoca fuori dal forum, per motivi di tempo, ho seguito molti suoi interventi, dove ho potuto costatare che veramente i concetti filosofici, se ben interpretati, regalano quelle peculiarità di sapienza che potrebbero abbracciare il mondo e il suo contenuto, in un alone di saggezza. Mentre la tua risposta mi ha dato subito l'impressione che il filosofo sia un tizio qualunque che sinc...........za alla prima che gli fai. Perlomeno ho vissuto questa sensazione. Se mi sbaglio, correggimi.
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Vecchio 20-10-2011, 21.00.16   #6
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Ma chi l'ha detto? Un filosofo è un uomo come tutti gli altri, avrà le sue simpatie, idiosincrasie e altro... Non è la filosofia a far l'uomo, ma l'uomo a far filosofia.
Ma credo che sia inevitabile una reciproca influenza e interazione: in qualche modo l'uomo è l'ideologia che professa comunque la Vision o il mestiere che fa...altrimenti sarebbe un impostore...uno che la dà a bere...per quanto accada anche.

Come esempi, a me fa l'impressione che Socrate fosse un fanatico della congruenza, che Seneca fosse un onesto per quanto vivesse in ambiente corrotto, che Bacone fosse un estroverso, che Kant non potesse che essere rigoroso, razionale e pochissimo paziente...niente al sentimento, che altri piu' recenti filosofi nichilisti ed esistenzialisti non sapessero gustare le gioie della vita...per cui nemmeno gli altri...qualcuno era solo un pazzo..per quanto geniale, ecc...
O sono solo miei pregiudizi?
Diogene era un distratto e di infinita pazienza..."tanto tuonò che piovve!"...ma questo lo racconra il mito.
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Vecchio 20-10-2011, 21.16.11   #7
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Ma chi l'ha detto? Un filosofo è un uomo come tutti gli altri, avrà le sue simpatie, idiosincrasie e altro... Non è la filosofia a far l'uomo, ma l'uomo a far filosofia.
Ma poi che t'importa di esser compreso, scusa? La tua è una ricerca di verità o di consenso? Se è la prima che ti interessa, può trovarsi anche nello scontro con l'altro, non solo nell'incontro.

Guarda, cara nemesi, che il thread vuol parlare in generale, non si sta mica chiedendo la comprensione personale di nessuno, come mi sembra che stai interpretando. Per di più, non mi sembra che il forum pulluli di filosofi, per cui, credo che siamo in molti a doversi inserire nella schiera dei novizi e, senza offesa, te compresa. Di fatto, nelle discussioni che ho letto, si è notato che ognuno ha una "specializzazione" in un determinato settore, circa, ma senza eccellere sugli altri nel campo filosofico. Perlomeno, ho avuto questa sensazione. Per altro, è vero ciò che affermi che è l'uomo che fa la filosofia, ma gli uomini che la praticano, a mio modo di vedere, raggiungono più facilmente la saggezza; requisito indispensabile per una convivenza civile e senza traumi.
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Vecchio 21-10-2011, 01.29.55   #8
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Sinceramente, non credo che un dilettante possa fare il presuntuoso con un gigante, poiché oltre che dilettante sarebbe anche un cretino; tutto al più potrà male interpretare certi argomenti, fraintendendoli, ma questo è lo scotto che deve pagare l'iniziato. Ricordo che da bambino, domandai a mio padre come avrei fatto a comprendere di essere diventato adulto. Mio padre abbozzò un sorriso per l'ingenuità della domanda, prettamente infantile, ma poi mi diede una bella risposta: "Ti accorgerai di essere diventato grande, quando saprai valutare le persone che ti sono davanti, sapendoti comportare in modo adeguato per ognuna di loro". Ecco! Ho sempre creduto, sia da ragazzo sia da adulto, che il vero filosofo sapesse valutare chi gli è di fronte, sapendosi comportare adeguatamente per ogni singolo individuo, senza deriderlo per le sue ingenuità nel comprendere concetti, astratti e non abbastanza chiari. Per esempio, in questo forum vi è un filosofo dichiarato, nella persona di Mario Cialfi, con il Nik di emmecci. Personalmente, pur essendo all’epoca fuori dal forum, per motivi di tempo, ho seguito molti suoi interventi, dove ho potuto costatare che veramente i concetti filosofici, se ben interpretati, regalano quelle peculiarità di sapienza che potrebbero abbracciare il mondo e il suo contenuto, in un alone di saggezza. Mentre la tua risposta mi ha dato subito l'impressione che il filosofo sia un tizio qualunque che sinc...........za alla prima che gli fai. Perlomeno ho vissuto questa sensazione. Se mi sbaglio, correggimi.


Guarda tempo2011, è un paradosso, eppure in vita mia ho notato che è una caratteristica diffusa (non certamente come rigida regola)dell’ignorante peccare di presunzione, al contrario, dell’umiltà dello scienziato. Il presuntuoso è sempre un cretino, poiché certifica al di sopra delle proprie possibilità e tanto più, nel perseverare all’autoconvinzione sua e persuadendo gl’altri.
Tuttavia, non è mia intenzione generalizzare, prendevo in esame solo quei casi in cui, “l’apprendista” non abbia modo, o il filosofo si scocci facilmente di suo, non è necessariamente una questione di ragione, un filosofo è un’uomo con un suo carattere, che, come nel caso di Sgarbi, prevale sulla ragione, sebbene sappia non avere un comportamento corretto.
Concludo dicendo che ci sono casi e casi, la regola civile rimane la stessa, entrambi facciano la loro parte.
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Vecchio 21-10-2011, 06.18.24   #9
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Ma credo che sia inevitabile una reciproca influenza e interazione: in qualche modo l'uomo è l'ideologia che professa comunque la Vision o il mestiere che fa...altrimenti sarebbe un impostore...uno che la dà a bere...per quanto accada anche.
Ci può essere reciprocità se si considera un campo bidirezionale dell’ideologia e dell’uomo, ma l’ideologia non preesiste all’uomo, semmai è l’uomo che preesiste al pensiero, laddove per uomo si intenda l’esperienza che precede l’insorgere dell’attività del pensare. Potrei essere d’accordo sulla reciprocità se invece di ideologia parlassimo di verità. Allora si, la verità (l'uomo) preesiste alla sua attività di pensiero e nel momento in cui riesce ad avvicinarsi a pensarla, la stessa si trasforma e la ricerca diventa una continua tensione verso l’inconoscibile.


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Per altro, è vero ciò che affermi che è l'uomo che fa la filosofia, ma gli uomini che la praticano, a mio modo di vedere, raggiungono più facilmente la saggezza; requisito indispensabile per una convivenza civile e senza traumi.
Ciò non toglie che l'uomo saggio abbia la sua emotività ed il suo modo di essere. Tanto per dirne una, mi sembra che Schopenhauer prestò i propri occhialini ai soldati prussiani affinché prendessero meglio la mira per sparare contro la folla dei dimostranti dei moti del '48 (alla faccia della convivenza civile e senza traumi).
PS: senza offesa di che, scusa? Tu ti senti offeso ad esser novizio?
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Vecchio 21-10-2011, 07.59.22   #10
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Se a fare quest’affermazione fossi stato io, e nel tragitto della vita m’imbattessi in persone che vorrebbero partecipare a questa ricerca inserendosi in un mio dibattito, non essendo al mio livello quale dovrebbe essere il mio stato d'animo? ......... In questo e in altri forum, spesso e volentieri ci si scaglia contro qualcuno che ha appena iniziato a giocare a Ping Pong, mettendo sul piatto tutta la sua conoscenza, ricoprendo il malcapitato di ogni sorta d’improperi. Punto di domanda: tutti quelli che intraprendono la strada della ricerca, arrivando a un certo livello di comprensione di certe verità, non dovrebbero essere felici di accogliere altri "novizi",....ecc...?
Citazione:
ulysse
Ma personalmente sono sempre felice di accogliere i "novizi"...posso finalmente su di loro sfogare i miei bassi istinti...facendoli oggetto di ogni brutalità: Il novizio deve subito essere imbullonato...."Uno scappellotto al novizio fa buono il servizio!" ed anche bisogna sempre dire pane al pane e vino al vino...altrimenti il novizio non impara mai...non intraprende la sacra via della ricerca della verità!
Se affermi di accogliere con felicità i novizi, si presuppone che tu sia uno di quei giganti cui si riferisce variabile + fisso; questo mi fa piacere scoprirlo, giacché mi consiglia di fare più attenzione per il futuro, poiché fino ad oggi non me ne ero mai accorto. ulysse! Mannaggia. Poi ti lamenti se faccio le battute? Ormai dovresti saperlo che adoro farle no?
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per cui, coi New entry, oltre che la pazienza consiglierei soprattuto la prudenza!
Tenuto conto del fatto acclarato che non mi sento affatto filosofo...e, ciò nonostante, mi par d'essere parecchio paziente e comprensivo...non dico sul forum, ma in generale... ma non pretendo che questo abbia valore statistico...
Poiché sei tu stesso ad affermare che non sei un filosofo, mi sembra superfluo, ai fini della discussione, conoscere, in tal senso, i tuoi stati d'animo, poiché se lo facessimo tutti quanti, la domanda principale riguardante i filosofi cadrebbe nel dimenticatoio. Per altro, ti prego di non modificare i miei post, aggiungendoci quegli inutili e insulsi puntini che, faresti bene a risparmiarceli anche nei tuoi. Come vedi, non essendo io un filosofo, m'inc.....o anche per dei puntini messi, dove non dovrebbero esserci.
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...non credo, comunque, che il filosofare doni di per sè questa peculiarità.
Forse bisognerebbe fare una ricerca, ma mi resta l'impressione che molti degli antichi e anche recenti filosofi, fossero parecchio incacchiosi....per lo meno non dotati di particolare empatia.
Ho aperto questo thread, proprio perché guardando delle trasmissioni televisive (R.A.I. Educational), riguardanti i filosofi moderni, mi hanno piacevolmente colpito delle caratteristiche che ho notato in tutti. Ovvero: la calma, la lucidità e la saggezza riscontrate nelle loro risposte. Da quest’osservazione a pensare che la ricerca filosofica possa donare quelle peculiarità è stato un tutt'uno. Per altro, fare dei confronti con filosofi di duemila e cinquecento anni or sono, non potendo veramente verificare (addirittura Socrate sembra che nasca dalla fantasia di Platone), lo vedo un po’ arduo; senza contare che in questi millenni di strada ne è stata fatta.
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