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Vecchio 22-01-2012, 11.51.39   #51
paul11
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Originalmente inviato da ulysse
Temo che la centralità di un Dio, pur proclamata, sia di ordine secondario per le chiese: importante è acquisire i fedeli emotivamente, da cui i riti, i paramenti, le processioni, le esaltazioni dei predicatori...i miracoli decantati dei santi, ecc... fino alla promessa della vita eterna!
Tutto che deriva ed evolve dal mito.
In un secondo tempo la teologia si sforza di dare una giustificazione razionale ai vari misteri e dogmi...giustificazione razionale di cui l'uomo moderno avrebbe bisogno.

Tutti auspichiamo una Chiesa povera che si dedichi alla cura e tutto dia ai poveri, ma una Chiesa priva di riti, di paramenti di luccicore, di reliquie preziose da adorare, temo che non avrebbe adepti.
Un'altra soluzione, aplicata dalle chiese sorte più di recente, è la partecipazione corale ove i riti e la predicazione diventano quasi spettacolo...tutto che può dare conforto, consolazione e senso di partecipazione, l'idea di un amore universale: Dio è vicino a noi!...ci ama! ci sostiene nel dolore!

Diventa una idea-forza!
Una idea che richiede la ricerca di un iniziatore, altrimenti non sta in piedi...ecco quindi che lo cerchiamo...disperatamente... e magari lo inventiamo!
Lo abbiamo...li abbiamo, inventati da millenni!

Le chiese sono identitarie e partecipative in qualche modo: ci si accompagna nella preghira e nella invocazione. Forse il loro maggior nemico è lo sviluppo delle scienze psicologiche per cui l'individuo solitario può essere smaliziato e ateo.

Compito delle strategie di proselitismo, di acquisizione e mantenimento degli adepti, è puntare invece sulla partecipazione emotiva dei molti, in gruppi...che diventano folla, da cui la cura (plagio) dei giovani, i pellegrinaggi e le adunate oceaniche, che oggi sono copiate dalla politica.

In un tale contesto i discorsi di approfondimento sulla energia primitiva e la nascita dell'universo o di una deità insita nell'universo o al di fuori dell'universo...magari costituita dal'universo stesso... ha poco senso per i fedeli.... è solo roba da filosofi... e nemmeno da scienziati, per i quali, poi, solo le forze...i campi di forza dell'universo, il plasma, le particelle,... la grande zuppa...(dice la Hack)...roba decisamente inconscia... hanno senso.

L'universo si è autocreato per necessità propria...per una qualche legge intrinseca della materia/energia?
Può essere!
Magari Hawking ed altri fisici hanno specifiche idee in proposito, ma credo che nessuna forma di deità ci abbia a che fare e la questione del divino, della fede o dell'ateismo è l'ultima delle preoccupazioni della scienza e dello stesso Hawking.

L'emergere dell'universo, o degli universi, è solo una fase della trasformazione energia/materia o una questione di materia/antimateria o materia/energia oscura o viceversa...sostanzialmente non è altro che un interessante campo di studio per la scienza...magari inseguendo il bosone di Higgs...o i neutrini oltre la luce...o altra diavoleria ancora non intravista o che certi algoritmi lascerebbero ipotizzare, ecc...


Può essere una ipotesi teologica, ma, sperimentalmente, niente lascia intravedere un connubio Dio/big-bang: necessità e condizioni sono inimmaginabili...e il libero arbitrio non è ipotizzabile o concepibile in assenza di coscienza.

Non capico cosa ci induca a ricorrere a Dio o ad uno Spirito che ad esso ci lega...Spirito a sua volta non legato a leggi fisiche!
Ma non potrebbe essere tutta fantasia?
Certo che se uno ha fede in qualche modo la deve giustificare e dare un supporto.

Al contraio gli atei, ma direi piuttosto gli scienziati in genere, non devono giustificare niente e niente c'è da inventarsi al posto di Dio: non è necessario!

Per la scienza è indifferente qualunque sia la soluzione...è solo la ricerca, la sperimentazione, l'algoritmo, o una teoria globale, che può dare l'una o l'altra soluzione ...o nessuna...
In effetti non è necessario che emerga il senso della vita e dare comunque una risposta...mica la si può inventare...per quanto...

Permettimi di dire Ulysse che se da un vagito ad un rantolo corre la vita, che si chiamino Galileo, Newton, Einstein o Hawking, prima o poi essendo umani avranno dovuto e dovranno fare i conti con se stesso e questo al di là della legge del pendolo, della gravità ,della relatività o della teoria dei buchi neri.
E infatti tutti prima o poi hanno dovuto parlare di Dio.
Non credo alla schizofrenia culturale delle divisioni disciplinari ,dove l'una finge che non ci sia l'altra.
Il cervello vive se funzionano fegato, polmoni e cuore e insieme continuano attraverso i processi metabolici ciò che definiamo vita fisica.
Ognuna non può prescindere dall'altro: può solo fingere
Il vero problema quindi è l'armonia delle scienze il loro equilibrio, sapendo che ognuna da sola non può trovare una "verità", c'è necessità di una dialettica tollerante , dove l'una rispetta l'altra , senza negarla.
paul11 is offline  
Vecchio 22-01-2012, 21.19.40   #52
Tempo2011
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paul11
Permettimi di dire Ulysse che, se da un vagito ad un rantolo corre la vita, che si chiamino Galileo, Newton, Einstein o Hawking, prima o poi essendo umani avranno dovuto e dovranno fare i conti con se stessi; e questo al di là della legge del pendolo, della gravità, della relatività o della teoria dei buchi neri.
E infatti tutti, prima o poi, hanno dovuto parlare di Dio.
Non credo alla schizofrenia culturale delle divisioni disciplinari, dove l'una finge che non ci sia l'altra.
Il cervello vive se funzionano fegato, polmoni e cuore e insieme continuano attraverso i processi metabolici ciò che definiamo vita fisica.
Ognuna non può prescindere dall'altro: può solo fingere.
Il vero problema, quindi, è l'armonia delle scienze, il loro equilibrio, sapendo che ognuna da sola non può trovare una "verità"; c'è necessità di una dialettica tollerante, dove l'una rispetti l'altra, senza negarla.
Che cosa vuol significare che alla fine tutti devono parlare di Dio? Oppure che devono fare i conti con se stessi? Di quali conti parli? Infatti, davanti all'immensità delle galassie, davanti alla grandiosità degli universi, se uomini come Galileo, Newton, Einstein, Hawking, Leonardo, Marconi, Meucci e altre migliaia di geni che hanno calpestato questa terra, non sono altro che dei granelli insignificanti di sabbia, figurati di quali misere e meschine colpe si può caricare l'uomo qualunque. Tutta la ricerca, tutte le religioni, tutte le filosofie e quant'altro si è inventato l'uomo, sono necessarie solo a nascondere la nostra pochezza e la paura, davanti all'immensità degli universi. In pratica, se togliamo anche questi "paraventi", sminuendo i grandi uomini che li hanno creati, su questo mondo non rimarrebbe nulla: solo inutile terra bruciata frequentata da individui che mangiano, mangiano, mangiano e poi... Allora, caro paul11, lasciaci in piedi quegli altari, perché almeno conosciamo chi li ha eretti e il perché sono stati creati. Tutti gli altri, di cui non si conosce la provenienza, se vuoi, li potrai bruciare.

Ultima modifica di Tempo2011 : 23-01-2012 alle ore 01.45.20.
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Vecchio 23-01-2012, 17.51.22   #53
paul11
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Originalmente inviato da Tempo2011
Che cosa vuol significare che alla fine tutti devono parlare di Dio? Oppure che devono fare i conti con se stessi? Di quali conti parli? Infatti, davanti all'immensità delle galassie, davanti alla grandiosità degli universi, se uomini come Galileo, Newton, Einstein, Hawking, Leonardo, Marconi, Meucci e altre migliaia di geni che hanno calpestato questa terra, non sono altro che dei granelli insignificanti di sabbia, figurati di quali misere e meschine colpe si può caricare l'uomo qualunque. Tutta la ricerca, tutte le religioni, tutte le filosofie e quant'altro si è inventato l'uomo, sono necessarie solo a nascondere la nostra pochezza e la paura, davanti all'immensità degli universi. In pratica, se togliamo anche questi "paraventi", sminuendo i grandi uomini che li hanno creati, su questo mondo non rimarrebbe nulla: solo inutile terra bruciata frequentata da individui che mangiano, mangiano, mangiano e poi... Allora, caro paul11, lasciaci in piedi quegli altari, perché almeno conosciamo chi li ha eretti e il perché sono stati creati. Tutti gli altri, di cui non si conosce la provenienza, se vuoi, li potrai bruciare.


Nessuno vuole sminuire i geni, tutt'altro.
Quello che intendevo dire è che anche i grandi geni si sono poste le stesse domande sul significato della nostra esistenza.
Che siano uomini "comuni" o geni,ciò che ci contraddistingue è che siamo tutti umani.Tutto quì.
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Vecchio 25-01-2012, 22.11.20   #54
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ulysse
Non capico cosa ci induca a ricorrere a Dio o ad uno Spirito che ad esso ci lega...Spirito a sua volta non legato a leggi fisiche!
Ma non potrebbe essere tutta fantasia?
Certo che se uno ha fede in qualche modo la deve giustificare e dare un supporto.
Al contraio gli atei, ma direi piuttosto gli scienziati in genere, non devono giustificare niente e niente c'è da inventarsi al posto di Dio: non è necessario!
Per la scienza è indifferente qualunque sia la soluzione...è solo la ricerca, la sperimentazione, l'algoritmo, o una teoria globale, che può dare l'una o l'altra soluzione ...o nessuna...
In effetti non è necessario che emerga il senso della vita e dare comunque una risposta...mica la si può inventare...per quanto...
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paul11
Permettimi di dire Ulysse che, se da un vagito ad un rantolo corre la vita, che si chiamino Galileo, Newton, Einstein o Hawking, prima o poi essendo umani avranno dovuto e dovranno fare i conti con se stessi; e questo al di là della legge del pendolo, della gravità, della relatività o della teoria dei buchi neri.
E infatti tutti, prima o poi, hanno dovuto parlare di Dio.
Non credo alla schizofrenia culturale delle divisioni disciplinari, dove l'una finge che non ci sia l'altra.
Il cervello vive se funzionano fegato, polmoni e cuore e insieme continuano attraverso i processi metabolici ciò che definiamo vita fisica.
Ognuna non può prescindere dall'altro: può solo fingere.
Il vero problema, quindi, è l'armonia delle scienze, il loro equilibrio, sapendo che ognuna da sola non può trovare una "verità"; c'è necessità di una dialettica tollerante, dove l'una rispetti l'altra, senza negarla.
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Che cosa vuol significare che alla fine tutti devono parlare di Dio? Oppure che devono fare i conti con se stessi? Di quali conti parli? Infatti, davanti all'immensità delle galassie, davanti alla grandiosità degli universi, se uomini come Galileo, Newton, Einstein, Hawking, Leonardo, Marconi, Meucci e altre migliaia di geni che hanno calpestato questa terra, non sono altro che dei granelli insignificanti di sabbia, figurati di quali misere e meschine colpe si può caricare l'uomo qualunque. Tutta la ricerca, tutte le religioni, tutte le filosofie e quant'altro si è inventato l'uomo, sono necessarie solo a nascondere la nostra pochezza e la paura, davanti all'immensità degli universi. In pratica, se togliamo anche questi "paraventi", sminuendo i grandi uomini che li hanno creati, su questo mondo non rimarrebbe nulla: solo inutile terra bruciata frequentata da individui che mangiano, mangiano, mangiano e poi... Allora, caro paul11, lasciaci in piedi quegli altari, perché almeno conosciamo chi li ha eretti e il perché sono stati creati. Tutti gli altri, di cui non si conosce la provenienza, se vuoi, li potrai bruciare.
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paul11
Nessuno vuole sminuire i geni, tutt'altro.
Quello che intendevo dire è che anche i grandi geni si sono poste le stesse domande sul significato della nostra esistenza.
Che siano uomini "comuni" o geni,ciò che ci contraddistingue è che siamo tutti umani.Tutto quì.

Ho avuto quella sensazione poiché ulysse rivendicava alla scienza la scelta di non credere in nessun dio, mentre tu hai affermato che, primo o poi, tutti dobbiamo parlare di dio; come se ci dovessimo rivolgere a tutti i costi a un’entità. Che siamo tutti uomini non ci piove, ma le differenze esistono, eccome.
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Vecchio 27-01-2012, 00.47.47   #55
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Ognuno può immaginarsi un qualcosa, un meccanismo, una legge, che ha costruito questo sistema , diciamo così, in cui noi viviamo.
C'è chi sopprassiede esistenzialemnte pensando che sia inutile porsi questa domanda insolubile, c'è chi crede in un dio o una entità creatrice, c'è chi crede che la materia si autocrei o altr oancora.
Ognuno lo risolve alla sua maniera.
La cosa interessante è la ricaduta a mio parere sul piano operativo del vivere;perchè cambia l'atteggiamento nella vita . La cultura indiana ad esempio per la tipologia endemica di spiritualità pone l'uomo nella logica di accettazione di cicli: è un contemplativo.
L'ebreo è chiuso come gruppo , sentendosi popolo eletto, non ha interesse ad evangelizzare e all'apostolato.
Il cristiano è più attivo e ha un ruolo di diffusione del proprio credo verso le altre culture: è invasivo.
Chi non si pone domande e soprassiede tende a "farsi vivere" dagli eventi, non dando necessariamente a loro significato: tende all'individualismo
Lo scientista vede nella scienza il progresso evolutivo e il mezzo emancipativo
per un futuro sempre migliore: l'uomo onnipotente .

Chiedo scusa per l'estrema sintesi e quindi anche per la superficialità, ma quello a cui volevo arrivare a dire è che il proprio pensiero autocondiziona il modo di essere nel mondo, non lo intendo in sè negativo, anzi forse è necessario. Anche chi non pensa di credere in fondo crede a qualcosa.
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Vecchio 27-01-2012, 22.06.50   #56
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paul11
Ognuno può immaginarsi un qualcosa, un meccanismo, una legge, che ha costruito questo sistema , diciamo così, in cui noi viviamo.
C'è chi sopprassiede esistenzialemnte pensando che sia inutile porsi questa domanda insolubile, c'è chi crede in un dio o una entità creatrice, c'è chi crede che la materia si autocrei o altro ancora.
Ognuno lo risolve alla sua maniera.
La cosa interessante è la ricaduta a mio parere sul piano operativo del vivere;perchè cambia l'atteggiamento nella vita . La cultura indiana ad esempio per la tipologia endemica di spiritualità pone l'uomo nella logica di accettazione di cicli: è un contemplativo.
L'ebreo è chiuso come gruppo , sentendosi popolo eletto, non ha interesse ad evangelizzare e all'apostolato.
Il cristiano è più attivo e ha un ruolo di diffusione del proprio credo verso le altre culture: è invasivo.
Chi non si pone domande e soprassiede tende a "farsi vivere" dagli eventi, non dando necessariamente a loro significato: tende all'individualismo
Lo scientista vede nella scienza il progresso evolutivo e il mezzo emancipativo
per un futuro sempre migliore: l'uomo onnipotente .

Chiedo scusa per l'estrema sintesi e quindi anche per la superficialità, ma quello a cui volevo arrivare a dire è che il proprio pensiero autocondiziona il modo di essere nel mondo, non lo intendo in sè negativo, anzi forse è necessario. Anche chi non pensa di credere in fondo crede a qualcosa.
Sicuramente questo è il modo di parlare che, convenzionalmente, indichiamo come: ad ampio respiro. Ovvero: ognuno trova la sua strada e la pensa a modo suo. Forse sarà stato per questa condivisione che ho trovato limitativa la tua affermazione dove tutti avrebbero dovuto parlare di dio, e che ho interpretato come un punto inevitabile e ineludibile. Ciao.
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Vecchio 08-02-2012, 21.53.04   #57
Aggressor
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quello a cui volevo arrivare a dire è che il proprio pensiero autocondiziona il modo di essere nel mondo, non lo intendo in sè negativo, anzi forse è necessario.

E se il mio pensiero è che tu sei inferiore a me e devi servirmi finché non morirai? Questo lo trovi positivo e necessario?

O, molto più logicamente, se la mia dottrina è che si vive una volta sola e allora posso fare quanto ciò che è in mio potere per divertirmi, anche a scapito degli altri? Questo anche lo trovi, per sé, non negativo?
Aggressor is offline  

 



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