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Vecchio 21-02-2013, 13.30.59   #11
ilnano
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il problema è il bello e il brutto...non il bene e il male

I diritti e i doveri dei cittadini, uguali per tutti, sono stagliati come crema uniforme sulle differenze che, per natura, esistono tra i diversi individui. Per fare un esempio sempre attuale: la regolazione della legge sulla prostituzione è posta a partire da motivazioni di ordine pubblico, di "etica", ovvero a partire dal principio di uguaglianza dei cittadini per i quali la legge è pensata e non a partire da quello di differenza. Il nostro caro nano, ad esempio, potrebbe risentirsi del fatto che egli, nato "diversamente abile", presenti maggiori difficoltà di espletare i propri bisogni-istinti sessuali a causa dei gusti, per definizione non-criticabili, del gentil sesso. E in questo caso, come in molti altri "reali", non si può accampare il pretesto della soggettività della bellezza. Il brutto resta ai margini a meno che non sia ricco, potente o dotato di altre possibili qualità (non molte altre). Se da una parte, quindi, una legge che preveda l'abolizione della prostituzione si presenta come "giusta" per evitare lo sfruttamento delle persone coinvolte, dall'altra risulta ingiusta per il nano, ovvero per coloro che sono esteticamente svantaggiati. Ma la legge, trattando tutti in modo paritario, evita di affrontare il problema, non riconoscendo al nano il diritto alla differenza che la natura stessa gli ha conferito. La questione della prostituzione è solo un esempio particolare di situazioni di differenza per natura esperite quotidianamente e in ogni ambito di vita, sociale e individuale, in comunità e davanti allo specchio. Il problema estetico, del bello e del brutto, come facile immaginare, non è stato mai considerato un problema degno della filosofia e, in particolare, della filosofia politica del novecento, secolo in cui, tra l'altro, il problema estetico (e non di "estetica") è diventato sempre più centrale nella cosiddetta "sfera pubblica".
La questione che si pone dopo la morte di Dio non è più quella dell'oltrepassare il bene e il male, ma, piuttosto, quello di procedere al di là del bello e del brutto.
ilnano is offline  
Vecchio 21-02-2013, 20.11.56   #12
jeangene
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Riferimento: Il Bene e il Male: Scegliere si può?

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Originalmente inviato da Giorgiosan
C’è un presupposto, una condizione sine qua non da cui dipende la realtà o l’inconsistenza del fenomeno morale; che l’essere umano sia libero di autodeterminarsi o meno.
Se, dal punto di vista teoretico, non si ammette che lo sia allora qualsiasi discorso sul bene e sul male decade a chiacchiera.

Il problema, se l’essere umano sia o non sia libero di autodeterminarsi, può essere affrontato filosoficamente, ed ognuno assumerà la posizione teoretica che più lo persuade.

In che modo l' autodeterminazione implica la possibilità di scelta fra il bene e il male?

L' uomo agisce in base a ciò che ritiene giusto quindi l' uomo si autodetermina secondo questo processo di continua scelta del giusto.
jeangene is offline  
Vecchio 22-02-2013, 08.52.32   #13
Giorgiosan
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Riferimento: Il Bene e il Male: Scegliere si può?

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Originalmente inviato da jeangene
In che modo l' autodeterminazione implica la possibilità di scelta fra il bene e il male?

L' uomo agisce in base a ciò che ritiene giusto quindi l' uomo si autodetermina secondo questo processo di continua scelta del giusto.

L’essere umano nell’ascesa evolutiva è pervenuto allo stadio in cui è raggiunta la libertà spirituale della autodeterminazione o libero arbitrio (linguaggio religioso).
Vale a dire che essendosi dato liberamente una norma d'azione è libero o meno di seguirla.
Il termine regola o norma indica sempre l'idea generica di un confronto fra un dato da valutare e un dato valutativo (metro).
E' ovvio che ogni norma deve essere coerente con quella opzione fondamentale della persona costituita dalla sua visione o interpretazione del mondo che può essere ideologica o religiosa o filosofica.

Un sistema morale non può dare risposta ad ogni situazione esistenziale in cui accade di trovarsi: quando tenta di fare ciò cade nella casistica che per quanto vasta non può mai esaurire la varietà delle situazioni.
Colui che vuole agire moralmente si trova ad elaborare il complesso dei dati della situazione specifica per elaborare la norma prossima, cioè la norma alla quale conformare la sua decisione, coerente con la sua opzione di fondo.

L'essere libero, se è tale, può anche scegliere di non seguire il giudizio della sua coscienza, come è esperienza comune.

L'essere umano non agisce sempre in conformità di quello che ritiene essere giusto.


(Vale la pena fare alcune semplici considerazioni indiziarie riguardo alla libertà di autodeterminarsi che nascono dall'osservazione. Chi ha o ha avuto qualche animale domestico, poniamo un cane, ha certamente notato che egli può conformare il suo comportamento alla "norma" ricevuta dal "padrone" anche quando questa per essere osservata comporti un certo controllo dei suoi istinti e dei suoi impulsi, o può talvolta non conformarsi a quella "norma". Si può inferire che la libertà di autodeterminarsi sia il prodotto della complessificazione evolutiva e che questa libertà o la libertà tout court sia proporzionale appunto al grado evolutivo raggiunto.
E' chiaro che il tema per essere svolto sul piano scientifico richiede una argomentazione adeguata.

N.B. Il fatto dell'evoluzione non dovrebbe scandalizzare i credenti, fra i quali sono anch'io, perché nulla impedisce di credere che la creazione dell'essere umano da parte di Dio, sia avvenuta attraverso una evoluzione.)

Post scriptum: ho condensato... spero sia chiaro.

Ultima modifica di Giorgiosan : 22-02-2013 alle ore 19.10.23.
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Vecchio 22-02-2013, 11.55.25   #14
Gaunilone
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Riferimento: Il Bene e il Male: Scegliere si può?

Salve a tutti, sono nuovo da queste parti. Permettetemi un'osservazione su alcune premesse accettate nel discorso finora: dire che un uomo fa sempre ciò che ritiene giusto è secondo me una ipersemplificazione. Bisognerebbe intedersi anche su ciò che significa "giusto", in ogni caso, ma se consideriamo anche solo il significato che il soggetto in questione dà alla parola, io direi piuttosto che spesso un uomo può fare, anche in piena coscienza, ciò che ritiene essere ingiusto.
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Vecchio 23-02-2013, 11.06.31   #15
maral
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Riferimento: Il Bene e il Male: Scegliere si può?

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Originalmente inviato da Gaunilone
Salve a tutti, sono nuovo da queste parti. Permettetemi un'osservazione su alcune premesse accettate nel discorso finora: dire che un uomo fa sempre ciò che ritiene giusto è secondo me una ipersemplificazione. Bisognerebbe intedersi anche su ciò che significa "giusto", in ogni caso, ma se consideriamo anche solo il significato che il soggetto in questione dà alla parola, io direi piuttosto che spesso un uomo può fare, anche in piena coscienza, ciò che ritiene essere ingiusto.
Ma solo se in fondo lo ritiene comunque giusto, anche se la coscienza non lo traduce come tale. Il problema del giusto è radicalmente esistenziale, in un senso che coinvolge l'intera essenza di sé stessi per come si è nel mondo, indipendentemente da come la coscienza individuale e sociale traduce, a volte contraddicendolo, questo modo di sentirsi nel mondo. Per questo sul tempio di Apollo a Delfi stava scritto: uomo conosci te stesso, ove il conoscersi ha il senso di un contatto intimo profondo con la propria realtà (la cui mancanza determina tutti i guai che capitarono a Edipo che finì con l'accecarsi). Conoscere se stessi (la propria profonda realtà sempre elusiva) è infatti l'unico modo per scegliere il giusto.
Ciao
maral is offline  
Vecchio 23-02-2013, 11.50.48   #16
jeangene
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Riferimento: Il Bene e il Male: Scegliere si può?

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Originalmente inviato da Giorgiosan
L'essere libero, se è tale, può anche scegliere di non seguire il giudizio della sua coscienza, come è esperienza comune.

L'essere umano non agisce sempre in conformità di quello che ritiene essere giusto.


Puoi fare un esempio di esperienza comune?


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Originalmente inviato da Giorgiosan
N.B. Il fatto dell'evoluzione non dovrebbe scandalizzare i credenti, fra i quali sono anch'io, perché nulla impedisce di credere che la creazione dell'essere umano da parte di Dio, sia avvenuta attraverso una evoluzione.)


Concordo con te. Anch' io credo che la teoria dell' evoluzione non dovrebbe scandalizzare i credenti, anzi la vedo come un indizio dell' esistenza di Dio.
Se ci si pensa bene nascono delle questioni interessanti.
jeangene is offline  
Vecchio 23-02-2013, 11.59.56   #17
jeangene
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Originalmente inviato da Gaunilone
Salve a tutti, sono nuovo da queste parti. Permettetemi un'osservazione su alcune premesse accettate nel discorso finora: dire che un uomo fa sempre ciò che ritiene giusto è secondo me una ipersemplificazione. Bisognerebbe intedersi anche su ciò che significa "giusto", in ogni caso, ma se consideriamo anche solo il significato che il soggetto in questione dà alla parola, io direi piuttosto che spesso un uomo può fare, anche in piena coscienza, ciò che ritiene essere ingiusto.


Spiegare cosa si intende con giusto è difficile perchè, come dicevo, secondo me è qualcosa di slegato dalla ragione o comunque non completamente coglibile da quest' ultima.


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Originalmente inviato da Gaunilone
Io direi piuttosto che spesso un uomo può fare, anche in piena coscienza, ciò che ritiene essere ingiusto.

Puoi fare un esempio?
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Vecchio 23-02-2013, 12.43.59   #18
Giorgiosan
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Riferimento: Il Bene e il Male: Scegliere si può?

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Originalmente inviato da Gaunilone
Salve a tutti, sono nuovo da queste parti. Permettetemi un'osservazione su alcune premesse accettate nel discorso finora: dire che un uomo fa sempre ciò che ritiene giusto è secondo me una ipersemplificazione. Bisognerebbe intedersi anche su ciò che significa "giusto", in ogni caso, ma se consideriamo anche solo il significato che il soggetto in questione dà alla parola, io direi piuttosto che spesso un uomo può fare, anche in piena coscienza, ciò che ritiene essere ingiusto.

Ogni scelta liberamente voluta presuppone la conoscenza. La conoscenza almeno di ciò che è bene e di ciò che è male, quando si compia una scelta che abbia rilevanza morale (relativamente alla persona che agisce).

Il giudizio morale antecedente ogni scelta è l’esito di un raffronto fra la norma morale, (il metro di giudizio) che mi sono dato ( ho introiettato, alla quale ho aderito) e l’atto che sto per porre.

Essendo libero posso aderire al mio giudizio morale (antecedente) oppure agire non conformemente a quel giudizio. In questo ultimo caso la coscienza morale ( susseguente all’azione) rileva ovviamente questa difformità con l’effetto di una forma di “disagio” mentale che è definito comunemente rimorso.
( Si constata che questo disagio mentale detto rimorso ha effetti psicosomatici non essendoci alcuna condizione della mente che non ne abbia).

La categoria giustizia è amplissima ed ovviamente è implicata in ogni sistema morale, e può essere anche sinonimo di bene morale.

Il tema del bene e del male e della morale non può essere esaurito nell'esposizione di questi fondamentali, necessari, comunque per qualsiasi discorso.
Giorgiosan is offline  
Vecchio 23-02-2013, 17.29.11   #19
Giorgiosan
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Originalmente inviato da jeangene
Spiegare cosa si intende con giusto è difficile perchè, come dicevo, secondo me è qualcosa di slegato dalla ragione o comunque non completamente coglibile da quest' ultima.

Puoi fare un esempio?

Per esemplificare devo essere necessariamente semplice:

supponiamo che nel tuo sistema valoriale rubare sia immorale.
Un pomeriggio d'estate avendo desiderio di un frutto, decidi di cogliere una mela dall'albero del tuo vicino.

La tua coscienza antecedente valuta la scelta che stai per fare e coerentemente col tuo sistema pronuncia il giudizio che l'azione è sbagliata, è immorale, quella azione provoca una ingiustizia.

Nonostante tu fossi consapevole che cogliere la mela era immorale, cioè contrario ai tuoi principi, l'hai colta.

La coscienza susseguente segnala l'errore commesso (che in termini religiosi si chiama peccato).
L'errore commesso ha delle conseguenze che sono proporzionali alla rilevanza che avevi attribuito nel tuo sistema morale al furto.
Le conseguenze sono un rimorso, un peso, una sofferenza, che può esprimersi genericamente con sentimento di colpa.

Di giustizia ti do la definizione generale quale si trova nell'Enc.filosofica Garzanti: termine che nella storia del pensiero, ha indicato di volta in volta la conformità ad una norma (che può essere naturale, divina, positiva) o l'ideale cui la norma deve riferirsi per essere valida.


Questa definizione generale non impedisce però che in concreto vi siano molti e differenti ideali e norme di riferimento.
Giorgiosan is offline  
Vecchio 23-02-2013, 17.32.58   #20
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Riferimento: Il Bene e il Male: Scegliere si può?

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Originalmente inviato da Giorgiosan
Il giudizio morale antecedente ogni scelta è l’esito di un raffronto fra la norma morale, (il metro di giudizio) che mi sono dato ( ho introiettato, alla quale ho aderito) e l’atto che sto per porre.

Essendo libero posso aderire al mio giudizio morale (antecedente) oppure agire non conformemente a quel giudizio. In questo ultimo caso la coscienza morale ( susseguente all’azione) rileva ovviamente questa difformità con l’effetto di una forma di “disagio” mentale che è definito comunemente rimorso.

Qui si sta parlando di un giusto relativo al momento antecedente il compimento dell' azione.
L' uomo al momento di compiere l' azione può si scegliere di seguire o meno la propria morale, ma in quest' ultimo caso avrà fatto questa scelta perchè avrà valutato (ad esempio) che in questo particolare caso il bene derivato dal compimento dell' azione non compensa lo sforzo che questa azione necessita per essere compiuta.
Ricordiamo che anche la notra persona viene coinvolta nelle conseguenze dell' azione che stiamo per effettuare, nel bene o nel male.
Il rimorso è un qualcosa che proviamo dopo il compimento dell' azione, non prima, al momento antecedente l' azione questa azione era, per noi, l' azione giusta.
jeangene is offline  

 



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