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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 15-01-2013, 14.50.31   #31
Soren
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Riferimento: Nietzsche ultimo metafisico perchè?

@Oxdeadbeef

Non conoscevo esattamente questa "Nietzsche reinassance" prima che tu me ne parlassi ( anche se mi sono imbattuto nei suoi esponenti, diciamo ) ma questo idolatrismo nei confronti di Nietzsche se lo potevano risparmiare secondo me. Purtroppo come dice Giorgiosan il filosofo in questione ha scritto anche molto su base umorale e fantasticante, cosa che secondo me ha molto bene in sè, quando si tratta di ingrassare una filosofia così personale come la sua... e certo mostra a più tratti un carattere straordinario ( difettoso da una parte, eccellente da un'altra: in Nietzsche un equilibrio, un centro di pensiero unico non è individuabile oltre alla questione elementare della volontà di potenza: ma questa credo è una conseguenza dei disturbi bipolari, che "spostano" continuamente l'asset mentale, a quel che so ) ma, rispondendo a tutti e due: sta proprio in questa caratteristica uno dei punti più forti della sua filosofia, il multi-interpretazionismo che permette di disvelare "l'arcano" come gioco di parole, di vedere la realtà da nessun e mille punti di vista: nel rimuovere la fissità dell'immagine per riportarci alla dinamicità del nostro mondo, alla "ruota del divenire" che pur fissa non si ferma mai ( nella sua visione, perlomeno ). Detto questo il movimento da te citato Oxdeadbeef, commette un errore a imputare a Nietzsche, secondo me, l'origine dei valori moderni. Nietzsche vinse la sua battaglia filosofica perché non comprese soltanto la filosofia ma anche il suo tempo; in un certo senso la sua grande opera fu di predire l'avvenire dell'umanità secondo alcune classi molto generali di pensiero, a cui fa capo la volontà di potenza, che presiede all'impiego e sviluppo della tecnica ( il nuovo dio della nostra specie, ormai ). Credo che il suo successo più che nella sua filosofia vera e propria stia nel suo prodotto, ovvero la possibilità di comprendere un tempo in cui, per le emergenze che si prospettavano, nelle file dei saggi non c'era rimasto nessuno: in un momento di spaesatezza filosofica ha saputo prendere le redini del comando in materia: ed ha dimostrato che questa è la soluzione - la forza, la buona direzione - nel campo della vita. Il che non è davvero un'impresa filosofica quanto eroica, e motivo per il quale stimo l'uomo più della filosofia - in un modo di cui non mi capacito, ha saputo incidere con le parole più di quanto abbiano fatto interi imperi col sangue. Ma seppur anch'io non riesca a non trovare in questa figura un idolo moderno, dubiterei di chi dice che in lui si originano i nuovi valori, semmai in lui si origina la comprensione "del valore". In un certo senso ha fondato un'epistemologia metavaloriale in cui il valore finalmente può essere visto e discusso senza il pericolo di anatemi divini; ma se è vero che esso si origina dalla volontà di potenza - allora Nietzsche è un esempio come un altro, qualitativamente, soltanto più "massiccio" nelle dosi, come quantità di materiale di cui si può ora disporre a riguardo grazie a lui - Riassumendo - più che creare valori ha mostrato come il valore si crea - ha anche creato valori, sì, ma questa è una cosa che fanno in molti: ognuno nella vita credo si sia più o meno confrontato con situazioni d'anomia e ne sia emerso a modo suo: il nostro carattere a modo suo, per il fatto di essere tale, contiene già valori; se Nietzsche ha voluto spiegare qualcosa dei valori, è che questi non devono essere basati su una morale collettiva, che è possibile in quanto tale solo in quanto povera e stereotipizzata, ma sulla nostra conoscenza del mondo e di noi stessi. Trovare in Nietzsche un genealogo dei valori mi pare sensato; ma bisogna stare attenti a non interpretare "valore" come un oggetto naturale quando è solo un attributo della mente, usato in senso metafisico. Con questo voglio dire che è sbagliato trovare in Nietzsche l'origine dei valori della cultura moderna perché in questo campo egli non ha fatto più che riportare l'evidente che nessuno voleva vedere, che è un grande merito; e se Nietzsche voleva evitare una cosa, secondo me, era che leggendolo si rimanesse lo stesso branco di pecoroni, illusi del contrario solo per via di un nuovo pastore - a Nietzsche, per esserci d'accordo, è anche necessario ad un certo punto allontanarsi ed andare da sé, e non scindere poi troppo l'uomo dal maestro; una volta imparato il "tutto e contrario di tutto", la contraddizione interna al giudizio soggettivo della realtà ( che interpreta sempre in relazione all'oggetto ), ed il messaggio nichilistico sulla fattispecie del mondo che viviamo.

@Giorgiosan

Non sono in completo disaccordo, né in completo accordo.
Nietzsche ha trattato di metafisica in alcuni dei suoi libri ( umano troppo umano ne aveva una sezione riservata all'inizio ), e a mio parere con occhi ben più acuti dei suoi predecessori, ma le sue analisi sul tema mancano di consistenza effettivamente perché i pensieri di questo tipo vengono solamente abbozzati, mai dispiegati del tutto: forse, in una materia di cui poi aveva in mano poco e frutto di una conoscenza perlopiù intuitiva, ha preferito riportare il suo pensiero solo parzialmente per non sfigurare troppo ad un'analisi attenta, cioè per non commettere imprecisioni, anche se io sono dell'idea che una parte del suo pensiero fu nascosta per permettergli di "affabularci", come dici tu, con una metafisica significativa quanto infondata come quella dell'eterno ritorno. In un libro che ho letto, "La cura Schopenhauer" la sua idea viene paragonata non tanto ad un innesto metafisico quanto più ad un esperimento intellettuale in grado di dirci qualcosa di pià su noi stessi nel caso fossimo disposti, per un attimo, a darvi fede e ad eseguirlo, ed io sono d'accordo con questa - mi pare che troppo spesso il frutto dell'immaginazione venga bollato come inutile solo perché non vero: è con le ipotesi che si impara a pensare! e l'eterno ritorno vale, come ipotesi fantastica, per mostrarci qualcosa di vero di noi.
Poi, a riguardo dei suoi punti forti metafisici: la volontà di potenza è figlia di una metafisica, quella nichilista del nulla e del divenire, ed è un discorso "forte" metafisicamente, perché vincola quest'ultimo, il divenire - ne esprime il principio fondamentale, in linea con tutto il pensiero moderno scientifico, dall'evoluzionismo al principio antropico debole - come già detto, è vero che non parlò mai molto di metafisica e che di essere preciso a riguardo gli interessò scarsamente, ma il suo filosofare fa riferimento ad una visione estremamente nitida della metafisica - quella di cui ti ho appena parlato.
Tu dici che Nietzsche trovò la sua fortuna perlopiù a causa di essere un'artista della parola e dell'espressione: ma questa fu una conseguenza del suo pensiero filosofico, piuttosto che una causa, secondo me.
Ti pongo una domanda a riguardo della metafisica, se credi che egli non ne avesse una: cosa può essere la negazione dell'essere in favore del divenire ( che è in fondo il suo alter-ego fatto concetto limite, in linea, mi pare, con ciò che ne pensò Heidegger nei suoi sistemi ), cioè la riduzione del principio di ragione sufficiente ( quello che Spinoza e Schopenhauer identificarono come regola generale del divenire ) a principio di possibilità anziché necessità: non è perché deve ma perché può - ed allora la causa finale del mondo, il "motivo" ( come semplicisticamente lo si adotta ancora oggi in filosofia ) della nostra esistenza, essendo così sfalsato e delegittimato dalla sua "necessità" universale non ha più posto come fondazione metafisica, sostituito da un nulla ingenerato ed infinito che crea a volontà ( cioè, parlando del nulla, per mera potenza ) - come può un pensiero del genere essere bollato come metafisicamente debole ? perché, verrebbe da pensare, è proprio la linea guida del principio antropico debole - il più gettonato del momento, mi pare.
Soren is offline  
Vecchio 15-01-2013, 16.10.36   #32
green&grey pocket
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Riferimento: Nietzsche ultimo metafisico perchè?

salve ho appena riletto velocemente l'introduzione di volpi al rapporto fra heidegger e nietzsche (mio filosofo preferito e temuto).

la domanda posta è una misinterpretazione del reale rapporto fra i 2.


cominciamo col dire che la frase riportata su nietzsche presunto metafisico è nel libro dedicato a platone di inizio anni 30, una considerazione a margine di nessun valore.

una definizione destinata inoltre a cambiare profondamente cioè dal 32 fino al 40, quando heidegger trova in nietzsche l'unico in grado di poter dialogare con lui.

sono anni duri in cui per far capire l'ossessione che ne aveva, cade anche in depressione (34-36).

solo nel 61 [parentesi: dopo un tentativo di sistemazione della volontà di potenza (che non bisogna dimenticarsi NON E' UN LIBRO di nietzsche, ma solo una raccolta con gravi problemi spuri dei suoi appunti, costruita dalla sorella di nietzsche e dal suo compagno nazista) oggi per altro dimostrato sbagliato alla "basi".] pronuncia in “Segnavia” la conclusione del suo confronto.

nietzsche è il maestro del pensiero negativo che può trovare non nella necessità non nel divenire o nell'essere della metafisica (l'ontologia fondamentale) ma nella stessa esistenza dell'uomo la risposta ultima.

effettivamente sembra una nuova metafisica ma credo
(perché come capirete è qualcosa per pochi eletti) abbia più a che vedere con un analisi glaciale dell'esserci così come heidegger ce l'ha consegnato.

così come kant ha chiuso la metafisica presentandola al punto definitivo così la filosofia continua a esistere sulle spalle di questi 2 giganti.
buona fortuna a tutti coloro che sono interessati!
green&grey pocket is offline  
Vecchio 16-01-2013, 00.31.54   #33
Giorgiosan
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Riferimento: Nietzsche ultimo metafisico perchè?

Citazione:
Originalmente inviato da Soren

@Giorgiosan

Non sono in completo disaccordo, né in completo accordo.
Nietzsche ha trattato di metafisica in alcuni dei suoi libri ( umano troppo umano ne aveva una sezione riservata all'inizio ), e a mio parere con occhi ben più acuti dei suoi predecessori, ma le sue analisi sul tema mancano di consistenza effettivamente perché i pensieri di questo tipo vengono solamente abbozzati, mai dispiegati del tutto: forse, in una materia di cui poi aveva in mano poco e frutto di una conoscenza perlopiù intuitiva, ha preferito riportare il suo pensiero solo parzialmente per non sfigurare troppo ad un'analisi attenta, cioè per non commettere imprecisioni, anche se io sono dell'idea che una parte del suo pensiero fu nascosta per permettergli di "affabularci", come dici tu, con una metafisica significativa quanto infondata come quella dell'eterno ritorno. In un libro che ho letto, "La cura Schopenhauer" la sua idea viene paragonata non tanto ad un innesto metafisico quanto più ad un esperimento intellettuale in grado di dirci qualcosa di pià su noi stessi nel caso fossimo disposti, per un attimo, a darvi fede e ad eseguirlo, ed io sono d'accordo con questa - mi pare che troppo spesso il frutto dell'immaginazione venga bollato come inutile solo perché non vero: è con le ipotesi che si impara a pensare! e l'eterno ritorno vale, come ipotesi fantastica, per mostrarci qualcosa di vero di noi.
Poi, a riguardo dei suoi punti forti metafisici: la volontà di potenza è figlia di una metafisica, quella nichilista del nulla e del divenire, ed è un discorso "forte" metafisicamente, perché vincola quest'ultimo, il divenire - ne esprime il principio fondamentale, in linea con tutto il pensiero moderno scientifico, dall'evoluzionismo al principio antropico debole - come già detto, è vero che non parlò mai molto di metafisica e che di essere preciso a riguardo gli interessò scarsamente, ma il suo filosofare fa riferimento ad una visione estremamente nitida della metafisica - quella di cui ti ho appena parlato.
Tu dici che Nietzsche trovò la sua fortuna perlopiù a causa di essere un'artista della parola e dell'espressione: ma questa fu una conseguenza del suo pensiero filosofico, piuttosto che una causa, secondo me.
Ti pongo una domanda a riguardo della metafisica, se credi che egli non ne avesse una: cosa può essere la negazione dell'essere in favore del divenire ( che è in fondo il suo alter-ego fatto concetto limite, in linea, mi pare, con ciò che ne pensò Heidegger nei suoi sistemi ), cioè la riduzione del principio di ragione sufficiente ( quello che Spinoza e Schopenhauer identificarono come regola generale del divenire ) a principio di possibilità anziché necessità: non è perché deve ma perché può - ed allora la causa finale del mondo, il "motivo" ( come semplicisticamente lo si adotta ancora oggi in filosofia ) della nostra esistenza, essendo così sfalsato e delegittimato dalla sua "necessità" universale non ha più posto come fondazione metafisica, sostituito da un nulla ingenerato ed infinito che crea a volontà ( cioè, parlando del nulla, per mera potenza ) - come può un pensiero del genere essere bollato come metafisicamente debole ? perché, verrebbe da pensare, è proprio la linea guida del principio antropico debole - il più gettonato del momento, mi pare.

Dopo la “cotta” e la delusione per Wagner come sempre scrive di pancia e contro chi scrive? Contro Schopenhauer per ferire Wagner e viceversa, da romantico diviene illuminista e volterriano. E’ con questo stato d’animo che scrive Umano troppo umano.
La forma aforistica poco si presta alla riflessione metafisica o anti-metafisca, ha la pretesa di illuminare di “lampeggiare” non certo quella del discorso rigoroso; in fondo proprio perché non vuole o non riesce ad essere metodico, rigoroso, conseguente e non contradditorio l’aforisma ( quasi sempre caustico) è la forma che più gli si addice.
Avevano ragione i suoi primi commentatori a considerarlo niente di più che un poeta, uno scrittore brillante, un polemista.
Immagino che tu ti riferisca ai primi aforismi che compongono Umano troppo umano, ti pregherei allora di indicarmi a quali ti riferisci per commentarli.
Se non te lo ritrovi a casa e non vuoi andare in biblioteca puoi servirti di questo testo
http://books.google.it/books?id=PUHL...ed=0CDcQ6AEwAQ

Poi risponderò al resto ... anche se in parte ho già dato la mia opinione sul Nietzsche secondo Heidegger ...

Ciao

P.S. Ho sottolineato le righe alle quali solo ho risposto. Poi commenterò le altre.

Ultima modifica di Giorgiosan : 16-01-2013 alle ore 21.22.52.
Giorgiosan is offline  
Vecchio 16-01-2013, 09.35.23   #34
CVC
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Riferimento: Nietzsche ultimo metafisico perchè?

Citazione:
Originalmente inviato da Giorgiosan
Dopo la “cotta” e la delusione per Wagner come sempre scrive di pancia e contro chi scrive? Contro Schopenhauer per ferire Wagner e anche viceversa, da romantico diviene illuminista e volterriano. E’ con questo stato d’animo che scrive Umano troppo umano.
La forma aforistica poco si presta alla riflessione metafisica o anti-metafisca, ha la pretesa di illuminare di “lampeggiare” non certo quella del discorso rigoroso; in fondo proprio perché non vuole o non riesce ad essere metodico, rigoroso, conseguente e non contradditorio l’aforisma ( quasi sempre caustico) è la forma che più gli si addice.
Avevano ragione i suoi primi commentatori a considerarlo niente di più che un poeta, uno scrittore brillante, un polemista.
Immagino che tu ti riferisca ai primi aforismi che compongono Umano troppo umano, ti pregherei allora di indicarmi a quali ti riferisci per commentarli.
Se non te lo ritrovi a casa e non vuoi andare in biblioteca puoi servirti di questo testo
Dopo la “cotta” e la delusione per Wagner come sempre scrive di pancia e contro chi scrive? Contro Schopenhauer per ferire Wagner e anche viceversa, da romantico diviene illuminista e volterriano. E’ con questo stato d’animo che scrive Umano troppo umano.
La forma aforistica poco si presta alla riflessione metafisica o anti-metafisca, ha la pretesa di illuminare di “lampeggiare” non certo quella del discorso rigoroso; in fondo proprio perché non vuole o non riesce ad essere metodico, rigoroso, conseguente e non contradditorio l’aforisma ( quasi sempre caustico) è la forma che più gli si addice.
Avevano ragione i suoi primi commentatori a considerarlo niente di più che un poeta, uno scrittore brillante, un polemista.


Ciao
La metafisica di Nietzsche credo sia riferita principalmente al super uomo ed alla sua volontà di potenza. E' curioso come successivamente un analista come Alfred Adler abbia individuato in tale volontà di potenza un sintomo di disagio psichico, chiamandola nel suo gergo protesta virile, in pratica senso di inferiorità.
Mi sbaglierò ma ho l'impressione che Nietzsche abbia preso il discorso di Schopenhauer intorno alla volontà, di cui S aveva un'accezione negativa, per farne un uso e consumo a servizio del proprio ego.
CVC is offline  
Vecchio 16-01-2013, 13.27.32   #35
Giorgiosan
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Riferimento: Nietzsche ultimo metafisico perchè?

Volendo parlare di Nietzsche si rischia facilmente di parlare invece di Jaspers , di Spengler, di Heidegger, di Foucault, di Deleuze, ecc. ecc. .
Non che non sia utile leggere questi autori ma se non si affronta direttamente il pensiero di Nietzsche collocandolo nella sua situazione vitale non potremo neanche valutare quanto di lui hanno detto altri e questo vale sempre per qualsiasi autore.
Nietzsche e la sua filosofia” di Deleuze segna, si dice, l’inizio di quella renaissance di cui qualcuno ha parlato nel forum, che apre un nuovo inizio nell’interpretazione di Nietzsche, avendo messo fra parentesi le tradizionali interpretazioni. Siamo però sempre in balia delle interpretazioni di altri e magari della interpretazione della interpretazione di questo o di quell’altro.
Viviamola anche noi questa renaissance e diamo la nostra propria interpretazione.

Non bisogna lasciarsi intimorire dai “nomi”, non sono i soli ad avere una mente ed ognuno di noi deve fare i conti in primo luogo con la propria. In caso contrario la nostra conoscenza si riduce ad un ipse dixit per cui saremo sempre in balia di altre menti.



Citazione:
Originalmente inviato da CVC
La metafisica di Nietzsche credo sia riferita principalmente al super uomo ed alla sua volontà di potenza. E' curioso come successivamente un analista come Alfred Adler abbia individuato in tale volontà di potenza un sintomo di disagio psichico, chiamandola nel suo gergo protesta virile, in pratica senso di inferiorità.
Mi sbaglierò ma ho l'impressione che Nietzsche abbia preso il discorso di Schopenhauer intorno alla volontà, di cui S aveva un'accezione negativa, per farne un uso e consumo a servizio del proprio ego.
Leggendo “Così parlò … “ mi riesce veramente difficile cogliere una qualche intenzione metafisica, che poi sull’ “oltre uomo” sulla “volontà di potenza” si possa costruire di tutto, questo è un altro paio di maniche.
Bene hai fatto a ricordare Adler, non per infierire, ma per cogliere segni della sua personalità, della quale il tratto determinante è quello di girare solo intorno a se stesso.

Ultima modifica di Giorgiosan : 16-01-2013 alle ore 15.37.19.
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Vecchio 16-01-2013, 13.37.58   #36
green&grey pocket
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Riferimento: Nietzsche ultimo metafisico perchè?

@soren

si può anche essere d'accordo o molto d'accordo con te, perchè quello che scrivi è ben argomentato.
ma nel merito il fatto che tu concluda che la teoria nicciana sia opera di fantasia ti mette sullo stesso piano di gorgiosan.

è proprio sui valori che nietzsche insegna, per non affidarli ad un pensiero debole e cialtrone, oltre che come futura ammonizione del nichilsimo, e lì ti sei espesso bene a proposito delle cattive metafisiche aggreganti.

insomma se neghi il valore illuministico del filosofo a livello psiologico, ne abbatti tutta la ricchezza più immediatamente coprensibile.

ma forse capirò meglio a quali valori ti riferisci come uscite dall'anomia in futuro (chissà che non saranno gli stessi che nietzche "fantasticava").


a giorgiosan
.... che legge il filosofo come un artista c'è poco da aggiungere se non digli di andarsi a rileggere heidegger.
anche perchè di argomentativo non vedo nulla, solo una sterile pre-(as)sunzione iniziale.
mi sembra che soren ti abbia già chiesto cosa ne pensi della metafisica negativa, cosa c'entra il suo "a quale aforisma ti riferisci??", se non a riproporre un idea di un nietzsche schizzoide.

a proposito anche quella storiograficamente poco credibile: semplicemente era affetto da sifilide.(ma in accademia certe cose sono tabù).
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Vecchio 16-01-2013, 19.08.45   #37
Soren
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Riferimento: Nietzsche ultimo metafisico perchè?

Caro Giorgiosan, spero che, in assenza della possibilità di fare copia ed incolla, ti possa bastare per orientarci nel testo alcuni riferimenti ad esso, e ti ringrazio per il link, siccome è un libro che lessi più di un anno fa e mi coinvolse profondamente - ergo, lo rileggo volentieri.
Passando alle tue recriminazioni sulla filosofia del signor Nietzsche:

Citazione:
La forma aforistica poco si presta alla riflessione metafisica o anti-metafisca, ha la pretesa di illuminare di “lampeggiare” non certo quella del discorso rigoroso; in fondo proprio perché non vuole o non riesce ad essere metodico, rigoroso, conseguente e non contradditorio l’aforisma ( quasi sempre caustico) è la forma che più gli si addice.

Il primo accenno ( forte ) di metafisica lo si trova fin dal primo paragrafo del primo capitolo, in chimica delle idee e dei sentimenti, in cui evidenzia come le logiche idealistiche falliscano ad interpretare il mondo secondo concetti, perché non riescono a concepire l'unione dei contrari prima della loro differenziazione empirica ( logicità vs illogicità, razionalità vs irrazionalità, etc ) questa è una critica che io ho espresso sul forum poco tempo fa nel topic "ciò che è", ovvero che il negativo ed il positivo non sono mondi inter-impenetrabili ma debbano riposare su di un impianto comune - potrei farti l'esempio di un feto, in cui gamba destra e sinistra cominciano a differenziarsi solo da un certo punto in poi dallo stesso aggregato molecolare ( anche se siccome non sono ferrato in materia di feti, non so se è l'esempio giusto per farmi capire ).
Questa è un'idea che è forte anche in Hegel in realtà ( tesi, antitesi, e risalendo la sintesi ), ma contrariamente al tuo pensiero, io credo che in Nietzsche sia ben più pura e meglio spiegata semplicemente, dove quello oscura diversi punti al fine di manipolare la comprensione ( il discorso dello spirito assoluto, lo stato come culmine individuale etc ) e con notevole risparmio di tempo - una pagina. Non un pensiero difficile ma semmai estremamente complessificato dalle mistificazione di certuni ( tra cui anche Schopenhauer, che per negare più che può Hegel nasconde la questione il più possibile, senza nemmeno trattarla, se non che bestemmiando il nome del rivale... da quel che ho letto di lui ) - e che Nietzsche riporta per la prima volta qui nella sua nudezza, senza veli: un pensiero semplice, ma devastante nella sua semplicità, per il suo significato filosofico ( superamento della dicotomia essere-non essere ) - e questa, se permetterai, è una nozione metafisica, espressa con arte, d'accordo - ma questa è un'aggiunta a cui certo non si può ridurre un discorso di una simile portata, che ha un valore filosofico molto più che linguisticamente estetico.

nono paragrafo: nientedimeno che il mondo metafisico - titolo che non mi pare quello di chi vuole scrivere un aforisma.
Così argomenta Nietzsche: "... tutto ciò che finora ha reso preziose, terrificanti, piacevoli le ipotesi metafisiche, ciò che le ha generate, è passione, errore ed autoinganno; i peggiori metodi di conoscenza..."
Qui la critica è già spostata dalla metafisica alla sua ragione di conoscenza, al motivo per cui noi sentiamo il bisogno di una metafisica; ciò è la rassicurazione, una parvenza di certezza. Questo è un pensiero filosofico, uno con il quale concordo.

"allora rimane pur sempre quella possibilità ( che egli non nega ), ma con essa non si può fare nulla, per non dire poi del filo sottilissimo che la lega alla felicità, salute, vita..."

Nietzsche non esclude la possibilità di una metafisica, ma ne nega prima la possibilità della certezza se non come fede irrazionale e quindi, dal punto di vista filosofico, una semplice illusione individuale; dopodiché, e anche qui mi accodo, ne nega il significato per l'uomo: pure se un giorno una metafisica convincente ( perché è questo che può essere al più, se formulata attraverso la filosofia ) facesse la sua apparizione, varrebbe comunque, se non per i filosofi e gli annoiati, meno di un'aspirina: non porterà né gioia né avrà alcun utilizzo pratico; a che serve, dunque, cercarla ?

"non si potrebbe dire del mondo metafisico, se non che esso è un essere-Altro, a noi inaccessibile, inafferrabile; sarebbe una cosa con proprietà negative."

Qui il pensiero è velato, forse dal buonsenso forse dalla sua insicurezza o mancanza di nitidità, comunque la questione io la vedo come già esposto sopra, e questo mondo negativo non significa che: mancante di logica cioè di causa ( o si finirebbe in un loop irrisolvibile del pensiero, che cerca all'interno della causalità una causa alla stessa: il che è impossibile perché si ragionerebbe sempre all'interno del creato - che tutto sommato non è l'oggetto della metafisica, o meglio, il punto di vista sbagliato ).

Passiamo al piatto forte che è anche il punto che meglio ricordavo e a cui avevo vagamente accennato nel mio post precedente.

( anche il quindicesimo paragrafo è interessante a proposito della nascita delle idee metafisiche )

16) Fenomeno e cosa in sé. Qui non mi metto a citare perché non trovo nessun pezzo breve particolarmente chiave, però oltre a chiarificare la propria posizione filosfica, ribadisce ( o forse afferma esplicitamente per la prima volta ) alcuni dei punti che ho già sottolineato: vuotezza di significato per l'uomo dell'oggetto e quindi del problema metafisico, inaccertabilità di qualsivoglia teoria metafisica e per cui delegittimazione, indirettamente, di qualsiasi religione - dio è una specie di fantasma qui, aria nascosta dietro un panno ( anche se a volere essere onesti, va da sé, essendo un fantasma, che è piuttosto un burattino! con ciò non si offendano i religiosi: ma è esattamente quello che io e Nietzsche vediamo in questo, e qui, mi pare si ribadisca anche quest'idea che il filosofo in questione porterà molto avanti nella sua vita ).

Con questo, credo di averti già dato un quadro valido come motivazione del mio consenso alle sue idee e del perché vedo una metafisica dietro queste - se non altro un accenno, una traccia intuitiva che si sviluppa qui, mi pare, per la prima volta, e che poi Nietzsche segue fino alla formulazione della volontà di potenza. Spero però che a questo punto mi esonererai dal compito di dover ripercorrere tutto il pensiero di un simile filosofo per non fare altro che mostrare il nesso tra le mie e le sue idee, che mi pare di avere già così messo piuttosto in evidenza - e della presenza di una filosofia epistemologicamente ammissibile ( se non addirittura corretta ) nei pensieri di questo "affabulatore": Termine che gli calza a pennello: ma, in una battaglia di parole, c'è pur sempre chi sta dalla parte del giusto ( il vero ) e del torto ( il falso ) - e mi parrebbe troppo che se da una parte c'è chi affabula attraverso l'autorità e la fiducia guadagnata, pretendere che dalle altre ( perché in fondo anche se non sono d'accordo che la verità stia filosoficamente in mezzo - espressione che ha senso solo per quanto riguarda relazioni sociali, a mio avviso; e però ci sono ben più di due parti in lotta qui ) se ne si astenga del tutto - io trovo la raffinatezza e la ragione poetica di Nietzsche affabulatrici decisamente preferibili, in quanto basate su di una filosofia decisamente poco poetica ed ispirata come il nichilismo - che ha un logos di base, a mio parere, impeccabile ed inscalfibile - ( è l'unica corrente di pensiero che ho incontrato nella mia vita che non nega l'evidenza e che non cade nell'ipocrisia, per quanto esponga a rischi ben peggiori, come Nietzsche ne è prova. Ma ad ognuno i rischi che preferisce, in fondo: la soluzione non sta nella ragione, secondo me, quanto nel carattere - nei valori ).
Ma come ho detto in precedenza: Il nichilismo è la notte della conoscenza: il suo status più imperituro - per usare una metafora affabulatrice - la verità che viene prima e dopo la luce e che questa può soltanto coprire - una verità negativa, certo: ma necessaria per l'esistenza o la creazione di qualsiasi positivo ( se non sbaglio, visto che non ricordo proprio bene il procedimento, è un ragionamento che potrebbe confermare chi si intende di fotografia! :P ) - ma questa è un'aggiunta a titolo di espressione personale dopo un messaggio che mi ha preso più di un'ora - spero non ti dispiaccia troppo.
Se ora vorrai rispondere alla domanda che ti ho fatto nel mio post precedente, te ne sarò grato!
Soren is offline  
Vecchio 16-01-2013, 19.09.24   #38
Soren
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Riferimento: Nietzsche ultimo metafisico perchè?

( chiedo perdono ai moderatori per il doppio post ma entrambe le risposte erano troppo lunghe per uno solo )

@green&grey pocket

Purtroppo la penso esattamente così, che una buona parte della produzione di Nietzsche è un'espressione dell'uomo più che della filosofia - ma essendo il primo uomo che ho trovato che si esprime su una base che reputo del tutto accettabile, apprezzo questa parte anche più della sua filosofia, che uno volendo può anche raggiungere da sé ( trovo che molti pensieri in lui fondamentali sorgano spontanei in chi è cresciuto ateo ): perché, usando la suddivisione che ha fatto 0xdeadbeef altrove, la saggezza è qualità molto più apprezzabile della sapienza, e Nietzsche più che un maestro di filosofia, ha cercato di essere un maestro di vita - ciò certo non sarebbe stato possibile se non fosse stato un maestro dell'arte della parola.
Io non nego nessun valore di Nietzsche, anzi lo valorizzo proprio dove dici tu: il mio discorso non si regge sul negare la sua ragione filosofica in favore della sua abilità poetica, ma nel dire che non gli sarebbe stato possibile esporre le conseguenze della prima in nessun'altro modo che con la seconda, per spiegarle bene - e soprattutto per descrivere punti di vista particolari e profondi come i suoi. Abilità necessaria per fare il contrario di Schopenhauer: non chiudere l'orizzonte della mente ma allargarlo.
Per fare un esempio personale: quando finì di leggere il mondo secondo volontà e rappresentazione, mi trovai in condizione di non riuscire a formulare più alcun pensiero mio, per mole del bagaglio acquisito, e per chiusura ermetica della sua struttura filosofica. Condizione poco piacevole dacché sono abituato a pensare principalmente con la mia di testa - per gusto personale - e per la brutta sensazione che qualcosa di fondamentale in quel libro fosse sbagliato. Uno stato da cui uscì dopo diversi mesi e in cui la mia quasi sola lettura fu Nietzsche, grazie al quale riuscì a rompere lo schema che mi ero impresso dopo che questi mi spiegò la falla del sistema Schopenhauriano - sempre in maniera oscura e affabulatrice - ma mi portò senz'altro al punto giusto. ( per chi non sapesse qual'è questa falla, è la mistificazione della parola volontà attraverso l'estensione al semplice caso, che purtroppo Schopenhauer non ritrattò mai e dalla quale nemmeno più si sblocco - tant'è che metà di quel libro è purtroppo sfalsato da questo suo autoinganno )
Quello che volevo dire quando parlavo di anomia è che l'individuo non può basarsi su un altro-da-sé come Nietzsche per la guida della propria vita - siccome per ognuno il giusto e lo sbagliato sono diversi - ma il valore di Nietzsche sta proprio nell'insegnarci, attraverso quello che è stato il suo personale processo, a come guidarci da soli secondo le proprie idee buone e desiderabili - per uno è il successo, per un altro potrebbero essere le donne, per un altro la saggezza, per un altro l'avventura, e forse per un altro tutte e quattro le cose insieme in periodi diversi ( l'ipotesi più probabile! ) un pensiero dinamico che porta ad una morale individuale. Come diceva il filosofo: ad ognuno il suo: un nano che tenti di camminare con le scarpe di un gigante è ridicolo, e viceversa ( se non si espresse esattamente così, beh, ricordo che da qualche parte disse l'equivalente ). Ma nel campo dei valori, dove le differenze sono più psicologiche e culturali che fisiche, le risposte sono spesso più profonde e sottili - giacché una generalizzazione rimarrà sempre impossibile ed un giudizio definitivo anche - pena, la riqualificazione a pecora, o peggio ancora, la fissità del pensiero ( che, dopo la breve esperienza con Schopenhauer, mi pare di poter descrivere come una morte cerebrale! o quantomeno una reclusione ).
Soren is offline  
Vecchio 16-01-2013, 20.25.49   #39
Giorgiosan
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Riferimento: Nietzsche ultimo metafisico perchè?

Citazione:
Originalmente inviato da green&grey pocket
a giorgiosan
.... che legge il filosofo come un artista c'è poco da aggiungere se non digli di andarsi a rileggere heidegger.
anche perchè di argomentativo non vedo nulla, solo una sterile pre-(as)sunzione iniziale.
mi sembra che soren ti abbia già chiesto cosa ne pensi della metafisica negativa, cosa c'entra il suo "a quale aforisma ti riferisci??", se non a riproporre un idea di un nietzsche schizzoide.

a proposito anche quella storiograficamente poco credibile: semplicemente era affetto da sifilide.(ma in accademia certe cose sono tabù).

Mi sembra che tu non abbia afferrato il senso di quello che ho detto.
Non ho bisogno di andarmi a rileggere Heidegger per dare un giudizio su Nietzsche; voglio leggere e capire il suo pensiero prima e poi anche l’intenzione che lo muove, voglio entrare in media res e non in res per aliquem.

Che Nietzsche sia un artista della parola, un lirico, un poeta è di tutta evidenza ed è peraltro da lui implicitamente affermato: “l'arte ha più valore della verità” …. “l'arte è il vero compito della vita, l'arte è la sua attività metafisica” (in Volontà di potenza)

e

"L'artista sa che la sua opera ottiene pieno effetto solo quando suscita la fede in un'improvvisazione, in una miracolosa istantaneità della nascita; e dunque seconda bene quest'illusione e introduce nell'arte quegli elementi di inquietudine entusiastica, di disordine brancolante alla ceca, si sogno vigile all'inizio della creazione, come mezzi di inganno, per disporre dell'anima dello spettatore o dell'ascoltatore in modo tale che essa creda all'improvviso scaturire dell'effetto. La scienza dell'arte deve, com'è naturale, opporsi nel modo più reciso a quest'illusione e additare i falsi giudizi e le cattive abitudini dell'intelletto, a cagione di cui esso cade nella rete dell'artista."(In Umano troppo umano)


Forse non leggi con attenzione: Soren ha citato “Umano troppo umano” come il luogo in cui Nietzsche tratta di metafisica; gli ho chiesto di citare gli aforismi cui allude, (credo che tu sappia che questo testo è costituito di soli aforismi) per discutere sul testo e non discutere di quello che hanno detto altri.

(E’ una fallacia “uomo di paglia”, attribuirmi di aver fatto una diagnosi di schizofrenia ... non l’ho mai fatto.)

Ultima modifica di Giorgiosan : 16-01-2013 alle ore 23.08.07.
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Vecchio 17-01-2013, 12.01.41   #40
green&grey pocket
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Riferimento: Nietzsche ultimo metafisico perchè?

@giorgiosan

il senso di cosa intenda arte è esattamente il contrario di quello che tu intendi, perchè a me sembra chiaro che gli stai dando del cialtrone e del buffone.
può darsi che dopo la tua risposta a soren inquadri meglio il tuo pensiero comunque.



@soren

credo ti sei spiegato molto meglio, e mi ritengo assai soddisatto delle tue considerazioni.


@soren

tu scrivi che per nietzsche la metafisica è errata, salvo poi correggerti citando una metafisica filosofica.
(metafisica che a mio parere non fà, ma sono solo all'inizio di umano troppo umano per scendere nel tecnico con sicurezza, però pensa semplicemente al ruolo della scienza che ne dà, distinguendola con un fare sciolto veramente profetico dalla scienza metafisica che sempre più si materializza davanti a me, e pensare che spinge la profezia ben oltre i nosti tempi!)
in realtà è dell'uso che ritiene non serva.(sopratutto perchè sta spiegando perchè dio è morto e le colpe(troppe) del cristianesimo).ma di questo hai poi illustrato bene.

purtroppo non ho ben capito le basi di giorgiosan perciò per ora non comprendo come mai stitate disputando del nietzsche se metafisico o meno
(almeno così mi sembra d'aver capito)
green&grey pocket is offline  

 



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