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Vecchio 17-01-2008, 16.52.38   #11
Noor
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anche qualora queste dovessero essere verità assolute, a me darebbe molto fastidio saper di beneficiarne nel momento in cui comprendo che a qualcun altro questo beneficio non è stato concesso
Lo so..qui funzionano molto bene i reconditi senzi di colpa,non il sentirsi egoisti..
Del tuo fastidio ..la Totalità sai benissimo che non può pensarci..
Ti ricordo,ma lo sai,che il punto è già stato comunque ben sviscerato in passati dibattiti.
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Vecchio 17-01-2008, 16.54.56   #12
visechi
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Rispondo a te che ho più confidenza ...

A me non sembra banale riflettere sulla sofferenza altrui…specialmente quando si spendono tante parole sul ritrovato sentiero, perdendo di vista gli altri…gli innocenti sottoposti a dolore atroce, sia fisico che psichico, che non hanno avuto il tempo materiale di poter pensare come invece avete fatto voi…
Che ve ne fate quindi della vostra egoistica visione celestiale quando sapete che in questo momento qualcuno non può goderne solo perché non gli è stato concesso né il tempo necessario né la cultura sufficiente?
Non è questione di karma ereditato o di manifestazioni di opere divine come dice Rising perché anche qualora queste dovessero essere verità assolute, a me darebbe molto fastidio saper di beneficiarne nel momento in cui comprendo che a qualcun altro questo beneficio non è stato concesso…
…è appena sufficiente rendersi conto di questo fatto che è sotto gli occhi di chiunque per comprendere quanto la vostra Luce sia solo un fattore di tempo innanzitutto, e di cultura poi. Affermo ciò ribadendo che anche qualora mi si presentasse sopra la testa questa “benedizione” sotto forma di verità assoluta, il mio cuore mi porterebbe a negarla con tutta la mia forza pensando che non è giusto che tale visione non possa essere disponibile a tutti…bambini in primis! Io voglio stare con loro, non con dio…voglio poter vedere al massimo ciò che a loro è concesso di vedere!...
...tutto il resto a me sembra puro egoismo!



Purtroppo, Maxim – compagno di sventura in questo folle e temerario tentativo di far riconquistare il bandolo del sentimento a chi il sentimento pare l’abbia soggiogato alla fantasia - la spiritualità del ricercatore risvegliato, parrebbe disconosca il dolore o lo imputi ad una bizzarra idea di mancanza di consapevolezza, oppure alla fantasmagorica volontà del ‘Karma’.
Poco rileva segnalare sofferenze innocenti – ben visibili, purtroppo, anche per un occhio tardo -; ben miseri risultati sortisce l’improbo sforzo di additare il dolore patito sin dalla culla. Caro Maxim, il disequilibrio della Natura, o forse equilibrio complessivo ottenuto per via di compensazioni, in forza delle quali la sofferenza dell’innocente affranca altri dal patimento, e la Natura preserva in quest’obbrobrio la propria intima complessiva armonia, è un’ignominia che solo occhi eccessivamente volti al Sole, che scalda calde e paffute gote, non possono rilevare.
Sbagli, Maxim! Sbaglio anch'io! Non è il senno o il discorso sensato che potranno aprir loro il 'chakra' che potrà restituir il bandolo negletto.

Caro Maxim, il tuo rifiuto è anche la mia indignazione.
Riprendo il mio posto fra gli spalti dei reietti renitenti.

(A chi serve il dolore innocente?). 'Troppi' volti 'troppo' ri-volti a rimirar se stssi per riguardar color la cui innocenza la Natura volle immolar a s stssa.

Mai che distolgano il loro sguardo dal Sole che abbacina, mai che si calino nei panni di chi guarda gli altri e soffre.

Ciao
visechi is offline  
Vecchio 17-01-2008, 17.20.33   #13
paperapersa
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Rispondo a te che ho più confidenza ...

A me non sembra banale riflettere sulla sofferenza altrui…specialmente quando si spendono tante parole sul ritrovato sentiero, perdendo di vista gli altri…gli innocenti sottoposti a dolore atroce, sia fisico che psichico, che non hanno avuto il tempo materiale di poter pensare come invece avete fatto voi…
Che ve ne fate quindi della vostra egoistica visione celestiale quando sapete che in questo momento qualcuno non può goderne solo perché non gli è stato concesso né il tempo necessario né la cultura sufficiente?
Non è questione di karma ereditato o di manifestazioni di opere divine come dice Rising perché anche qualora queste dovessero essere verità assolute, a me darebbe molto fastidio saper di beneficiarne nel momento in cui comprendo che a qualcun altro questo beneficio non è stato concesso…
…è appena sufficiente rendersi conto di questo fatto che è sotto gli occhi di chiunque per comprendere quanto la vostra Luce sia solo un fattore di tempo innanzitutto, e di cultura poi. Affermo ciò ribadendo che anche qualora mi si presentasse sopra la testa questa “benedizione” sotto forma di verità assoluta, il mio cuore mi porterebbe a negarla con tutta la mia forza pensando che non è giusto che tale visione non possa essere disponibile a tutti…bambini in primis! Io voglio stare con loro, non con dio…voglio poter vedere al massimo ciò che a loro è concesso di vedere!...
...tutto il resto a me sembra puro egoismo!


Caro Maxim
comprendo quanto dici e ho dovuto anch'io tante volte arrendermi all'impossibile.......all'inso ndabile! Di recente ho rivisto Patch Adams(commovente sempre oltre che divertente)
e mi sono accorta di come da quando esiste questa creatura meravigliosa
nel mondo e negli ospedali pediatrici sia cambiato tanto, colori, clowneries,
risate, attività ludiche e quelli che eranono luoghi di grande sofferenza, di pianti,
di dolore si sono pian piano trasformati in reparti in cui si stimolano
anche le capacita di auto guarigione, le endorfine e la loro produzione.....
Certo poi ci sono i casi di bambini che nonostante tutto muoiono, ci sono bambini che nascono già tarati da malattie genetiche.... non possiamo
comprendere tutto della vita e dei suoi misteri, e soprattutto della vita
così come l'uomo a causa dei suoi interessi materialistici l'ha trasformata.
Viviamo tutti immersi in un mondo che ci spinge a consumare di tutto,
e non comprendiamo i danni che procuriamo da soli ad un corpo che nasce sano e che ammaliamo con i nostri abusi e i farmaci di cui ci imbottiamo ad ogni starnuto........
Forse un giorno se saremo molto evoluti anche noi saremo così distaccati dal nostro corpo fisico da incarnarci per "mostrare" al mondo degli aspetti
terribili di cui non si accorge! (la fame, l'ignoranza, il non rispetto degli altri,
l'intolleranza, etc....) e ci sacrificheremo ( nel senso che neanche ci accorgeremo di vivere e morire poichè sarà un sacro fare conoscendo la nostra anima il fine della incarnazione) e torneremo in un soffio dal mondo spirituale dalquale tutti veniamo. Maybe quien sabe
Un comprensivo abbraccio
paperapersa is offline  
Vecchio 17-01-2008, 18.50.16   #14
Noor
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Purtroppo, Maxim – compagno di sventura in questo folle e temerario tentativo di far riconquistare il bandolo del sentimento a chi il sentimento pare l’abbia soggiogato alla fantasia -

Caro Maxim, il tuo rifiuto è anche la mia indignazione.
Riprendo il mio posto fra gli spalti dei reietti renitenti.

(A chi serve il dolore innocente?). 'Troppi' volti 'troppo' ri-volti a rimirar se stssi per riguardar color la cui innocenza la Natura volle immolar a s stssa.

Mai che distolgano il loro sguardo dal Sole che abbacina, mai che si calino nei panni di chi guarda gli altri e soffre.
I compatimenti e i sentimentalismi,il vittimismo che leggo (magari un po' di sana ironia,eh?)..non sono eventualmente compassione e sentimento..
Il rifiuto e l'indignazione sono figlie della rabbia..nulla a che fare con la realtà .
La realtà non ha colore..quello glielo aggiunge sempre il soggetto.
Non c'è dolore innocente o responsabile..sempre dolore è..
Inaccettato dolore,inaccettata realtà al NOSTRO dolore.
Lasciate perdere la sensibilità per carità..
L'empatia per il dolore altrui è quasi semper paura per il nostro dolore,confuso ben bene coi sensi di colpa..
Scavate ..scavate nelle gallerie dell'anima ferita,implacabilmente,impavid amente ma con gentilezza ed amore per voi stessi.
Resuscitate i mostri tramortiti ma vivi:li si annida il male che osservate..
Non fuori.
L'Amore si nutre anche di fiele prima di trasformarsi.

E fino all'ultima goccia mi raccomando,non lasciate che si versi fuori..
Noor is offline  
Vecchio 17-01-2008, 22.19.59   #15
Rising Star
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(...) Affermo ciò ribadendo che anche qualora mi si presentasse sopra la testa questa “benedizione” sotto forma di verità assoluta, il mio cuore mi porterebbe a negarla con tutta la mia forza pensando che non è giusto che tale visione non possa essere disponibile a tutti…bambini in primis! Io voglio stare con loro, non con dio…voglio poter vedere al massimo ciò che a loro è concesso di vedere!...
...tutto il resto a me sembra puro egoismo!

Io credo che è il tuo atteggiamento ad essere basato sull'egoismo, proprio verso quei bambini che tu ami: solo se tu avessi la "benedizione" sotto forma di verità assoluta, come la chiami tu, potresti anche donarla ai bambini e renderli veramente felici! Negando tale benedizione, la precluderai anche a loro. Se non è disponibile a te, come puoi donarla a gli altri?
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Vecchio 18-01-2008, 09.15.19   #16
visechi
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I compatimenti e i sentimentalismi,il vittimismo che leggo (magari un po' di sana ironia,eh?)..non sono eventualmente compassione e sentimento..
Il rifiuto e l'indignazione sono figlie della rabbia..nulla a che fare con la realtà .
La realtà non ha colore..quello glielo aggiunge sempre il soggetto.
Non c'è dolore innocente o responsabile..sempre dolore è..
Inaccettato dolore,inaccettata realtà al NOSTRO dolore.
Lasciate perdere la sensibilità per carità..
L'empatia per il dolore altrui è quasi semper paura per il nostro dolore,confuso ben bene coi sensi di colpa..
Scavate ..scavate nelle gallerie dell'anima ferita,implacabilmente,impavid amente ma con gentilezza ed amore per voi stessi.
Resuscitate i mostri tramortiti ma vivi:li si annida il male che osservate..
Non fuori.
L'Amore si nutre anche di fiele prima di trasformarsi.

E fino all'ultima goccia mi raccomando,non lasciate che si versi fuori..


Caro mio, non amo gli ieratici alleluja che echeggiano fieri ed indomiti, fottendosene di tutto quel che è al di fuori del proprio ristretto ambito intimistico. Maxim etichetta con l’epiteto ‘egoismo’ questo particolarissimo vostro modo di manifestare certe disposizioni dell’animo, io, forse più crudo, forse meno aduso alla genericità, lo definisco ‘ipocrita’. Ben diversi il colore, il calore e il suono, ben altre le premesse, ben più sconsolanti le conseguenze.
Si tratta di chiara ed evidente ipocrisia che si adombra imbronciata di fronte a ciò che chiamate sentimentalismo e vittimismo (Di chi poi? Non certo nostro, non mi pare di essermi mai lamentato per me, neppure Maxim, se non ricordo male).
Caro Noor, il dolore innocente – purché tu non abbia l’ardimentoso ardire, nonché la sfacciataggine, di negarne la realtà; saprei dissuaderti da quest’indecente pretesa con estrema facilità -, non consente ironie, esige rispetto, sano, umile e dignitoso riguardo (stavo per scrivere sacro riguardo).
Per questo sano motivo ritengo che al cospetto del dolore di chi patisce senza colpa alcuna – sempre che tu non sia in grado di rilevarne qualcuna in un bimbo deforme e altre ironiche amenità del genere, ti prego, risparmiami la stupida interpretazione del Karma che ho letto più di cento volte –, dicevo che di fronte a certe cose, a certi obbrobri, ritengo non sia consentito giuggiolarsi con vaniloqui ipercoscienziali; ci si toglie il cappello e magari, se quel famoso bandolo cui alludevo qualche post fa non si è ancora del tutto eclissato dal vostro animo, un salubre impeto dovrebbe suggerire di com-patire, cioè, dall’etimo, ‘patire con’, quindi si soffre e sanamente ci s’indigna.
Ma, in certi lidi ove la gioia del Tutto festeggia alla faccia di quanti hanno poche grazie di cui bearsi, l’argomento è scansato. La gioia del Tutto, pur di mantenere immacolato il proprio candido velo che cela il ciarpame, scansa bellamente la questione, non l’affronta… in poche graziosissime parole, se ne fotte. Allora è quantomeno conseguente il fastidio che emerge ogni qualvolta questa gaia festa del Tutto incappa in qualche cocciuto insinuatore, in qualche recalcitrante inquisitore, il quale, con scarsa eleganza (non siamo troppo nobili o snob), mostra, alle volte con garbo, più spesso con impeto, il neo purulento, la putredine che increspa la quieta e parvula superficie del vostro immaginifico acquitrino. La solenne festa del Tutto, nella cui eremia del sentimento si sperde il fatale richiamo di un cuore finalmente distolto dalla vacua astrattezza e volto alla concretezza del mondo (parlo di cose palpabili, visibili, osservabili e, se proprio ricuperi il bando di cui parlavo poco sopra, com-patibili nel vero senso del termine… suvvia, una volta soltanto), disconosce il problema, lo elide, lo eclissa sotto una coltre d’insipienti e dottrinarie male-attinte e ancor peggio assimilate filosofie trascendenti, tanto chic ma con pochi schok… tutto ciò per la gloria effimera del Tutto; affinché il magnifico, immaginifico Tutto, padre/padrone, non sia turbato dal pigolio (vittimistico e sentimentalistico) del proprio servile gregge - vuoto di spirito e gonfio di se stesso -.
Non si tratta, caro Noor, di timore per il proprio dolore (cavolo, quale???), è, invece – qui ci azzecchi –, rabbia… sanissima rabbiosa e degnissima indignazione per un disequilibrio misurabile con il metro delle lacrime e dei lamenti; con il metro della differenza che emerge e ci sommerge nel raffronto fra le adipose pance troppo gonfie di opulenza e quelle gonfie d’aria e di morte incipiente.
Caro Noor, mi spieghi che diamine c’entra l’attività speleologica che suggerisci, a che vale scavare fin nel profondo delle viscere nostre; che c’entra con la certezza copiosamente attinta dalla cronaca quotidiana (diamine, lo capisci che è cronaca, non astratta fantasia quale può essere quella che si cincischia e che trastulla la mente inseguendo il concetto di un Tutto beota ed ebete? Ma porca miseria, ma vi siete mai riletti?)? Cronaca che, con una funesta e poco gioviale narrazione, ci mette di fronte al fatto concreto che per molti (INNOCENTI – alla faccia del karma) la compagna più prossima, fin dalla nascita, non è il respiro di un’amorevole Natura che accoglie il neofita e lo introduce all’interno delle ambrate o verdeggianti e suadenti valli della vita (cacchio, quale vita?), ma è il tanfo della morte; l’unico respiro che avvertono troppo accosto alla culla è il miasma della dissoluzione, la prospettiva di una sopravvivenza monca, minata nelle sue possibilità di espandersi (quante inezie si scrivono intorno al termine espansione – è questa l’espansione che ci compete, il resto sono coglionerie della mente che s’espande in maniera eccessiva fino a lambire allucinati alchemici paradisi artificiali).
Il Tutto, di fronte a queste macchie del Creato, non può che arretrare e contrarsi in un sano singulto di decorosa discrezione. Purtroppo, rilevo che più spesso a comprimersi sono il senno, il buon senso e la sensatezza, relegando se stessi nel medesimo cantuccio ove, eremo e immemore di se stesso, da troppo tempo è inchiavardato il sentimento, quello vero, quello concreto che si confronta con cose concrete, non con vane e vacue speranze oggettivate.
Ma non avvertite mai il sentore che ‘tutto’ ciò che ci raccontiamo in ordine a questo ‘Tutto’ non sia altro che un latrato, un urlio che emettiamo per occultare a noi stessi che si tratta d’un misero espediente, utile per non osservare, toccare e udire la realtà?
Se non è il buon senso, se ricusate la ragione, se rifiutate quel che vi mostrano i vostri occhi, almeno abbiatevi la compiacenza di non offuscare il sentimento. Che vagoli anch’esso incerto fra le incerte plaghe ove non è il riso acuto dei bambini a far da contro-canto al suono della natura, bensì lacrime vere che sgorgano da piaghe reali e che bagnano guance mai paffute. Se l’udito è per voi negletto, sia sempre il sentimento a condurre al vostro cuore la melodia sinistra di lamenti veri, concreti quanto è concreta è vera la cronaca delle morti d’innocenti, la cui responsabilità è d’addebitare anche alla nostra indifferenza.
Caro Noor, troppo spesso siete adusi a chiudere gli occhi e osannare il silenzio (pare proprio che il Tutto s’espanda nel silenzio delle tenebre), bene, io vi esorto e supplico, apriteli quegli occhi, osservate attentamente il vostro e nostro mondo; levatevi l’ovatta dalle orecchie e, per una volta, che sia quella che scardina le segrete stanze del vostro cuore, provate ad udire il frastuono prodotto dai lamenti… poi, solo allora, una volta recuperato il bandolo del sentimento, riprendete pure le vostre ottundenti occupazioni. Sarà impossibile al Tutto distogliere ancora una volta lo sguardo dall’orrido… forse gioirete ancora, forse sarete ancora più festanti - mai più sereni - per il sorriso di un innocente strappato alla fame e alla vita codarda e matrigna che pretende d’immolare l’innocenza. Chissà, forse anche voi riuscirete finalmente a maledire Dio. Non abbiate timore di ciò, avrete anche voi reso a Dio quel che gli appartiene e all’innocente quel che gli compete e gli è stato negato.
Ciao
visechi is offline  
Vecchio 18-01-2008, 10.51.02   #17
maxim
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Purtroppo, Maxim – compagno di sventura in questo folle e temerario tentativo di far riconquistare il bandolo del sentimento a chi il sentimento pare l’abbia soggiogato alla fantasia - la spiritualità del ricercatore risvegliato, parrebbe disconosca il dolore o lo imputi ad una bizzarra idea di mancanza di consapevolezza, oppure alla fantasmagorica volontà del ‘Karma’.
Poco rileva segnalare sofferenze innocenti – ben visibili, purtroppo, anche per un occhio tardo -; ben miseri risultati sortisce l’improbo sforzo di additare il dolore patito sin dalla culla. Caro Maxim, il disequilibrio della Natura, o forse equilibrio complessivo ottenuto per via di compensazioni, in forza delle quali la sofferenza dell’innocente affranca altri dal patimento, e la Natura preserva in quest’obbrobrio la propria intima complessiva armonia, è un’ignominia che solo occhi eccessivamente volti al Sole, che scalda calde e paffute gote, non possono rilevare.
Sbagli, Maxim! Sbaglio anch'io! Non è il senno o il discorso sensato che potranno aprir loro il 'chakra' che potrà restituir il bandolo negletto.

Caro Maxim, il tuo rifiuto è anche la mia indignazione.
Riprendo il mio posto fra gli spalti dei reietti renitenti.

(A chi serve il dolore innocente?). 'Troppi' volti 'troppo' ri-volti a rimirar se stssi per riguardar color la cui innocenza la Natura volle immolar a s stssa.

Mai che distolgano il loro sguardo dal Sole che abbacina, mai che si calino nei panni di chi guarda gli altri e soffre.

Ciao

Siamo ormai destinati ad un dialogo per "caste"…qui, mica ci si capisce più!
…e mi dispiace perché come faccio io a colloquiare con il Visechi se praticamente risulta essere la clonazione del mio pensiero? Che discussione mai potremmo fare io e lui?
Non ho la pretesa di farmi comprendere e di comprendere (anche se mi par d’aver compreso ) ciò che i nostri amici dicono…ma almeno affrontare un argomento sapendo entrambi di cosa stiamo parlando. Mi preoccupa anche il saper di scrivere con una vena d’ironia, che questa venga colta appunto come ironia ma rendermi conto con estrema lucidità che non c’è proprio nessuna ironia e nemmeno l’intenzione iniziale di scrivere ironicamente.
Lo stesso dicaci per le “accuse” di sbattere puntualmente sulle pagine di questa sezione sentimentalismi e vittimismi conditi di pateticità. E’ vero che ci sono ma questi dovrebbero, o perlomeno mi piacerebbe fossero colti solo attraverso una pura osservazione. Mi capita quindi di immedesimarmi nello spirituale convinto…maxim stavolta possessore di una Verità Assoluta, della Luce e del Risveglio che dopo anni di ricerche interiori lo ha condotto alla piena Consapevolezza della Realtà. Gli occhi che osservano il dolore, il fenomeno della sofferenza, sono gli stessi del maxim ateo e burlone o agnostico e sarcastico. Sono quelli di Visechi, di Noor e di Paperapersa. Avete mai colto dagli occhi di un bimbo la sofferenza? Ebbene…io da quegli occhi traggo un dolore molto più evidente che nell’adulto…è una sofferenza diversa, forse più silenziosa ma molto più profonda perché egli non sa e non può sapere il perché di quella sofferenza…è più profonda che nell’adulto perché quest’ultimo ha la capacità di una visione, atea o spirituale, che lo conduce alla rassegnazione nel primo caso e alla sublimazione nel secondo…ma pur sempre una risposta, per quanto misera possa essere, è un segno a quella domanda…MA PERCHE’?
Quella risposta, misera o celestiale, al bambino è preclusa…non c’è…esiste solo una sorda domanda a quel patire e a maxim spirituale poco importa la sua convinzione di avere, per quella domanda, una serena, assoluta e celestiale risposta…perché il bimbo non ce l’ha! Maxim spirituale sa che metafisicamente non può essere di aiuto a quel bimbo perché potrà adoperarsi in tutte le maniere per ovviare alle sue sofferenze materiali ma non potrà mai e poi mai fargli comprendere quella Realtà che è stata acquisita solo nella fortuna del maxim di aver avuto del tempo, aver letto dei libri, aver vissuto in un certo ambiente.
Patetico? Si molto! Ma l’esempio del bimbo è sempre dovuto perché è l’evidenza di come la creatura più innocente sia abbandonata a se stessa in compagnia di una domanda che non potrà mai trovare nemmeno un suo misero perché. Ingiustificabile tutto ciò, se non addirittura imbarazzante per qualsiasi dio, luce o guru illuminato.
In un certo senso proverei un grandissima vergogna a possedere la visione di una Realtà che unisce tutti noi…parlando solo di me e vedendo solo me.

maxim is offline  
Vecchio 18-01-2008, 10.54.13   #18
Yam
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Originalmente inviato da tere
<Nikos Kazantzakis dice: "Avete il pennello, avete i colori, dipingete l'inferno, fate pure, dipingetelo, ma poi non date la colpa ai vostri genitori, non date la colpa alla società... e per amor del cielo, non date la colpa a Dio... Assumetevi la piena responsabilita' di aver creato il vostro inferno.>

Molto bella, ma a quanto pare c'e' ancora chi si sente vittima.....e vuol vedere l'umanita' intera come vittima....di chi?
O di che?
Di se stessi...no...giammai.
Di un dio malvagio...piuttosto o di uomini che sono sempre altri o di una natura cattiva....ma giammai guardare dentro a se stessi...
Credo che un buon analista potrebbe fare molto di piu' che noi forumisti...data la reiterata insistenza.....
Yam is offline  
Vecchio 18-01-2008, 12.32.53   #19
fallible
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Riferimento: avete i colori!!!

Salve e buon giorno!
rimango sempre affascinato dalla finezza nello scrivere che ha il nostro amico visechi anche quando usa questa sua capacità per dare fendenti incredibili , non credo che nessuna persona savia di mente non senta dolore e raccapriccio per certe realtà c'è in me però la certezza che queste facciano parte di un disegno che non sta a me giudicare, tu visechi ti assumi l'arbitrio di maledire giudicando...vorrei però fare una domanda a maxim e visechi o meglio sarebbe oppurtuno che prima se la facessero loro stessi, non è che sottolineare queste diseguaglianze "naturali" non nasconda una non accettazione di quel passo "naturale" che tutti dobbiamo compiere claudio

ps riguardo alla tavolozza che giornalmente dipingiamo del nostro vivere vorrei sottolineare, oltre alla sua illusorietà e soggettività , come contenga momento per momento sia l'"inferno" che il "paradiso", la difficoltà è come scritto sopra l'accettazione ciao claudio
fallible is offline  
Vecchio 18-01-2008, 12.51.22   #20
visechi
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Originalmente inviato da Yam
Molto bella, ma a quanto pare c'e' ancora chi si sente vittima.....e vuol vedere l'umanita' intera come vittima....di chi?
O di che?
Di se stessi...no...giammai.
Di un dio malvagio...piuttosto o di uomini che sono sempre altri o di una natura cattiva....ma giammai guardare dentro a se stessi...
Credo che un buon analista potrebbe fare molto di piu' che noi forumisti...data la reiterata insistenza.....

Oddio! E poteva mai mancare all’appello il guru del già visto, del già detto, dell’usuale? Impossibile, la conta non sarebbe compiuta e perfetta in assenza dello psicoanalista Radio Elettra.
Ma diavolino di un corbezzolo incrostato… ma che diamine, è davvero così complesso comprendere che anche se osservassi con consapevolezza e sapienza coscienziale il fondo delle mie mutande, a quel bambino cui la Natura ha imposto un destino deforme costringendolo in un corpo deforme senza aver avuto l’accortezza di privarlo della sensatezza di percepirsi tale fra tanti altri diversi, della mia acquisita sovradimensionale ipercoscienza iperuranica se ne fotterebbe meno di nulla? Non saprebbe proprio che farsene per lenire le sue piaghe, non sarebbe utile neppure per consolarsi al pensiero che la Natura non sempre è così disdicevole… è davvero così complesso comprenderlo? Ma, avendo osservato con Coscienza e Consapevolezza il fondo delle mie mutande, dopo aver espanso il mio livello di consapevolezza fino all’estremo limite immaginabile e consentito, avrò mai reperito in quel fondo le ragioni di una colpa da attribuire all’assenza di Osservazione planetaria? Oppure no, forse, sconsolato, non mi resterà che rilevare il vile disequilibrio casuale della Natura che voi, non certo io, chiamate DIO (sotto qualsiasi veste, forma, sostanza ed essenza decidiate di concepirlo).

Ciao
visechi is offline  

 



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