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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 29-03-2005, 14.16.36   #11
edali
frequentatrice habitué
 
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Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 780
Se leggo un haiku che descrive la primavera … in quel momento sento la primavera.

VanLag, io diffido delle persone che si conoscono troppo bene perché la troppa certezza mi spaventa. Capisco meglio quelli con cui, a volte, cammino mano nella mano nel (semi) buio o (semi) luce (leggersi anche alba o tramonto).
Bricioli di se, leggo nei balbetti e mi affascinano più delle certezze perché (secondo me) sono più sentiti.

Il mio punto di vista
edali is offline  
Vecchio 29-03-2005, 14.28.02   #12
Yam
Sii cio' che Sei....
 
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Messaggi: 4,124
Re: Re: Re: Re: "Chi" vende parole è sempre e solo Lui....

Citazione:
Messaggio originale inviato da visechi


L’anguilla
Festosa Anguilla che guizzi repente
Fra gretti petrosi di ascosi ruscelli
Che digradano impavidi dagli
Erti declivi di monti e di colli,
Il tuo veloce sgusciare
Fra le limpide acque del fiume
O fra la lettiera fangosa del fondo,
E’ un annunzio di vita
Che sgorga impetuoso ad ogni tuo guizzo.

L’incresparsi dell’acque
Al tuo festoso passaggio e
Il baluginio del tuo corpo,
Adulato da tiepidi raggi di sole
Nel lucore del giorno,
Son possenti sussulti di vita
Offerti ai viandanti fermatisi stanchi,
Lungo le sponde del fiume indolente,
A raccogliere l’acqua che spenga la sete.

La tua corsa fra i sassi del fondo,
Alla luce che filtra dall’alto,
E’ una corsa fra mille perigli
Che tu compi ogni giorno
Incurante di tutto,
Obbediente soltanto al richiamo che
Ti si volle infiggere dentro nel cuore.
E’ così che ogni giorno rinnovi
Un’invitta promessa di Vita.



Yam e' vegetariano, ma se a Te interessa:

Anguilla in guazzetto

Ingredienti per 4 persone
1 Kg. di anguilla
200 gr. di polpa di pomodoro
aglio
olive nere
peperoncino
1/2 bicchiere di vino bianco
olio d'oliva
Procedimento
Tagliate l'anguilla a tronchetti e rosolatela in padella, con l'aglio intero e l'olio. Sgrassare, quindi irrorare con il vino bianco. Lasciare ridurre, poi aggiungere la polpa di pomodoro, il peperoncino e le olive nere snocciolate. Completare la cottura e servire.



Yam is offline  
Vecchio 29-03-2005, 15.21.29   #13
atisha
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Visechi...

Citazione:
Io credo nella vita e nella gente. Perché non ho la chiave giusta?

hai la chiave giusta!!! ho scritto che l'hai non che non l'hai!

Scrivi: "io credo nella vita e nella gente..."
si tratta solo di non credere più..ma di divenire vita...e gente... ..
scendendo ancora più giù...


Mi pongo in atteggiamento
dove il resto del mondo
è pensiero imprigionato
e non determinato
dall'incantesimo.
Passaggio obbligato in sensazioni
dove leone ed agnello
si confondono
in suggestivi canali mentali..
Mi riapproprio dello stato soleggiato
che tutti notano
ma non comprendono
calpestando sogno e situazioni
senza crearne questioni...
Tutto così tace.
atisha is offline  
Vecchio 29-03-2005, 15.38.33   #14
dani62
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Visechi

e se invece di vendere parole provassi a vendere sorrisi, carezze, sguardi, contatti reali. Nessuna parola può riflettere quello che si sente...l'anima passa dalla pelle....

Yam...non cucinarmi per favore!

dani62 is offline  
Vecchio 29-03-2005, 18.08.24   #15
Yam
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Citazione:
Messaggio originale inviato da dani62
Visechi

e se invece di vendere parole provassi a vendere sorrisi, carezze, sguardi, contatti reali. Nessuna parola può riflettere quello che si sente...l'anima passa dalla pelle....

Yam...non cucinarmi per favore!


Sei un'anguilla?
Stai tranquilla non mangio anguille!
Yam is offline  
Vecchio 29-03-2005, 18.11.38   #16
VanLag
Ospite abituale
 
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Messaggi: 2,959
Per Visechi

Citazione:
Messaggio originale inviato da VanLag
Chi si conosce bene non farà fatica ad esporsi, mentre per chi ancora difende "il buio" parlerà di amore e di consapevolezza senza mai gettare un bricciolo di se in ciò che dice e di questi casi ne vedo molti.
Forse dovevo precisare che il P.S. era generico e non riferito a te. Non parli molto di te è vero, ma è anche vero che non parli a sproposito di amore e di consapevolezza. E non parlare molto di se può anche voler dire altre cose.

Citazione:
Messaggio originale inviato da edali
VanLag, io diffido delle persone che si conoscono troppo bene perché la troppa certezza mi spaventa. Capisco meglio quelli con cui, a volte, cammino mano nella mano nel (semi) buio o (semi) luce (leggersi anche alba o tramonto).
edali, non volevo farne una regola, anche se la riflessione che, l’apertura che sappiamo dare e quella che sappiamo ricevere, nei rapporti con gli altri, sono commisurate al grado di conoscenza e di confidenza che abbiamo con noi stessi, mi sembra una riflessione importante.
VanLag is offline  
Vecchio 30-03-2005, 12.03.33   #17
visechi
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Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
Già! Era proprio mia intenzione inaugurare un thread fatto di parole che parlassero di se stesse. Credo che le parole siano un veicolo che trasporti frazioni di verità, cioè mai esse possono com-prendere l’intero, tutto ciò che si pensa e, soprattutto, non sono adeguate a comunicare le emozioni. Sono come un nucleo la cui superficie esterna è composta di materiale poroso che lascia filtrare vapori di emozioni, bagliori di sentimenti, riflessi di verità, ma mai sono in condizione di esprimere compiutamente il tutto. Non già per carenze espositive, o per volontà di chi esprime le proprie sensazioni, piuttosto, più semplicemente, per proprie inadeguatezze congenite. Un testo qualsiasi, anche una lista della spesa, lascia adito a più di un’interpretazione (provare per credere, io l’ho già fatto, ero anche piuttosto credibile). Le parole recano con se parte di verità, ma mai tutta la verità, così come trasferiscono al prossimo frammenti di emozioni, ma mai la loro compiutezza. Questo thread ne è un esempio. L’anima preserva se stessa, impedendo alle parole di essere eccessivamente rivelatrici. L’anima quando capta parole altrui, che parlino di emozioni altrui, compie un’operazione di sintesi, cioè amalgama quanto percepito con quanto è già all’interno del proprio nucleo: ciò che capta dall’esterno lo unisce con il proprio intimo contenuto, arricchendosi comunque. Affidarsi unicamente alle parole, qui avviene, è sempre un errore… io esorto sempre le persone a cui sono affezionato di non fidarsi mai di me completamente, di non confidare mai solo ed esclusivamente sulle mie parole, ma di confidare sugli atteggiamenti, sul comportamento complessivo, di valutare se questo è coerente alle parole. Per questo ritengo che il mondo virtuale, seppur affascinante, sia un mondo assolutamente monco: manca tutto il resto, è ricolmo di sole parole che trasmettono parti di te… per questo prediligo sempre il rapporto diretto, il contatto visivo, che offre la possibilità di osservare anche il linguaggio del corpo, che è meno facile da addomesticare o falsare.
Ritengo che un qualsiasi testo, soggetto com’è ad interpretazioni, spesso le più variegate e fantasiose, non conduca mai a lambire neppure parte della verità in esso racchiusa. Per questo ritengo che lo studio di testi sacri sia solo un esercizio mentale… anzi, ancor più prosaicamente, ritengo proprio che la verità, qualora ve ne fosse una oggettiva, quella Vera, non sia mai conseguibile dall’uomo, perché questi si connette ad essa attraverso sensi mendaci, che la falsificano, che la modulano sulla scorta delle proprie aspettative e desiderata. Il tutto avviene in una condizione di inconsapevolezza. Ha ragione Atisha quando afferma, in altre discussioni, che la mente alla fin fine è fuorviante, così come lo sono le parole, e ancor più le diverse interpretazioni da queste rese necessarie. Ma d’altra parte non ci si può affidare che ad essa, perché è proprio vero che il mondo è così come noi ce lo ricreiamo, pur conservando un nucleo di verità intangibile (probabile… un sasso avrà una sua forma, una sua consistenza, un suo colore e colore), questa - la verità - non è nelle nostre disponibilità di fruizione. Anche una pratica iniziatica o di evoluzione spirituale o di ascesi (chiamatela come volete) che si affidi al simbolismo (ciò, quindi, che preserva le differenze, che è questo ed anche altro), in definitiva, è percepita dal nostro essere attraverso e per mezzo dei sensi, stimolandoli, senza una stimolazione sensoriale non vi può essere percezione. Anche il simbolo è sempre un’immagine grafica – che stimola ed eccita dei sensi - spiegata e resa codificabile attraverso l’uso e l’espressione verbale (cioè, ancora una volta tramite le parole). Per quanto attiene invece alla percezione mistica, ciò quella che trascende la mente, che passa oltre senza alcuna sua mediazione, e che arriva a colpire ed incidere proprio il nucleo dell’essere, credo che le cose non siano poi troppo dissimili dall’alterazione dello stato di coscienza più volte studiatoin relazione alle estasi allucinatorie o patologiche (chiedo venia per l’irriverenza). Sono momenti magici… così almeno sono descritti nella stupenda letteratura spirituale di tutti i tempi e di tutte le latitudini (bellissimo il poema di Yogananda sul samhadi… o come si scrive)… ma ho il sospetto che anche in questo caso manchi l’ingrediente fondamentale, cioè la percezione del vero. Le estasi mistiche sono replicabili attraverso apposite stimolazioni di zone del cervello, così come lo sono anche gli OBE, cose già fatte e verificate.
Cosa ci rimane se escludiamo la parola (ricca ormai di un’aura di verosimiglianza che attornia il nucleo della verità… posto che ve ne sia uno… io tifo per il si), se escludiamo il simbolismo e le estasi mistiche? Null’altro che la dimensione umana, depurata da troppe certezze e ri-immersa nel suo naturale brodo primordiale, che è poi ciò che ha consentito all’uomo l’evoluzione anche spirituale che è fonte di meravigliosa ispirazione per poeti, teologi, filosofi, studiosi etcc…. Cioè il dubbio. Perché meravigliarsi tanto? Perché voler per forza di cose dibattersi contro questa situazione?

Citazione:
Chi ti ha fatto quell’accusa probabilmente ha percepito in te questo atteggiamento di difesa, che preclude la confidenza
No Van, non è così… si discuteva di tante cose che avevano ben poco a che vedere con questioni personali… mi percepì eccessivamente razionale e volle solo contrapporre una sua difesa… così interpretai io. Mai avuto alcun problema a confidare me stesso, ovviamente a chi ritengo sia amico o amica… mai avuto paura di espormi…. Ma anche lì, nel farlo, si utilizzano parole, termini, verbi, sostantivi, aggettivi, avverbi e congiunzioni… ma da questa eruzione affabulatoria (due ‘f’?) non emergono mai con ‘verità’ e limpidezza le reali intenzioni. La parola, pur essendo un potentissimo mezzo di comunicazione a cui l’uomo mai potrà rinunciare, rappresenta sempre un limite. Curioso sarebbe prendere un qualsiasi testo che parla del Verbo divino e provare ad enumerare le miriadi di interpretazioni che le stesse parole hanno prodotto… dove stà quindi la verità espressa dal Verbo? Ciascuno di noi se ne costruisce una sua, ciascuno di noi, per non veleggiare fra onde impetuose, è costretto a divenire partigiano, oppure a rifiutarla in toto, oppure a cercare una nuova via, un nuovo percorso solipsistico che lo conduca la dove pensa e vuole approdare, ma un approdo pregiudiziale, cioè prefissato in anticipo: chi vuol fondersi con il Tutto cosmico, si fonderà con il tutto cosmico; chi cercherà il Dio Padre antropoformizzato, troverà il Dio Padre … e così via…. Basta guardarsi intorno… chi, come me, diffida delle troppe certezze, resterà, giustappunto, in una condizione di sospensione…. Il mondo e la verità sono come noi ce li aspettiamo, sono entrambi come noi li abbiamo creati in premessa rispetto alla ricerca… chi confida nel dubbio, e lo eleva a motore e perno dell’evoluzione, esalterà questa condizione; chi, invece, vorrà trovare un paradiso, quello troverà…
Queste sono le parole, questo è il significato di quel che ho voluto, forse pedestremente, trasmettere con i due scritti di apertura del thread.


Citazione:
Scrivi: "io credo nella vita e nella gente..."
si tratta solo di non credere più..ma di divenire vita...e gente... ..
scendendo ancora più giù...
Ancora una volta parole che riesco a comprendere (forse) nel loro significato esplicito, ma non in quello implicito: <divenire vita>. Ma io mi ritengo già vita… ma ne sono parte, non sono la Vita… questa prescinde da me e da te…. Spesso utilizzi metafore… ora ne utilizzerò una io…. Chissà se riuscirò a farmi capire.
Ciascuno di noi è come un granello di sabbia… ognuno di noi ha il suo colore, il proprio calore, la propria dimensione e consistenza. Tutti insieme costituiamo una bellissima spiaggia, che non ha un colore o un calore uniforme, ma è la risultante della somma dei diversi calori e colori di ciascun suo singolo componente. Ma la spiaggia è cosa diversa da un singolo granellino, da un singolo suo componente, eppure siamo insieme com-partecipi dell’essere spiaggia. Immagina che vi siano grani travolti dalle onde e portati via, oppure altri spazzati dal vento… quei grani non saranno più spiaggia, saranno solo grani di sabbia… così è la genia umana… vi sono i paria e gli eletti. Bene! fintanto che continueremo a considerarci sempre e comunque spiaggia non capiremo che siamo grani di sabbia che possono essere spazzati dal vento… allora forse potremo intuire che dovremo cercare di essere spiaggia, non solo grani… niente paria, niente più eletti… cioè tutta una grande variegata umanità… ma in ciò non vedo nulla di metafisico…. La spiaggia è pur sempre umanità, e i grani di sabbia sono pur sempre umani. Ma è comunque bello e piacevole incontrare chi già si sente, o è, spiaggia. (un abbraccio)

Ciaooooo

visechi is offline  
Vecchio 30-03-2005, 14.55.11   #18
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Messaggio originale inviato da visechi
Già! Era proprio mia intenzione inaugurare un thread fatto di parole che parlassero di se stesse. Credo che le parole siano un veicolo che trasporti frazioni di verità, cioè mai esse possono com-prendere l’intero, tutto ciò che si pensa e, soprattutto, non sono adeguate a comunicare le emozioni. Sono come un nucleo la cui superficie esterna è composta di materiale poroso che lascia filtrare vapori di emozioni, bagliori di sentimenti, riflessi di verità, ma mai sono in condizione di esprimere compiutamente il tutto. Non già per carenze espositive, o per volontà di chi esprime le proprie sensazioni, piuttosto, più semplicemente, per proprie inadeguatezze congenite. Un testo qualsiasi, anche una lista della spesa, lascia adito a più di un’interpretazione (provare per credere, io l’ho già fatto, ero anche piuttosto credibile). Le parole recano con se parte di verità, ma mai tutta la verità, così come trasferiscono al prossimo frammenti di emozioni, ma mai la loro compiutezza. Questo thread ne è un esempio. L’anima preserva se stessa, impedendo alle parole di essere eccessivamente rivelatrici. L’anima quando capta parole altrui, che parlino di emozioni altrui, compie un’operazione di sintesi, cioè amalgama quanto percepito con quanto è già all’interno del proprio nucleo: ciò che capta dall’esterno lo unisce con il proprio intimo contenuto, arricchendosi comunque. Affidarsi unicamente alle parole, qui avviene, è sempre un errore… io esorto sempre le persone a cui sono affezionato di non fidarsi mai di me completamente, di non confidare mai solo ed esclusivamente sulle mie parole, ma di confidare sugli atteggiamenti, sul comportamento complessivo, di valutare se questo è coerente alle parole. Per questo ritengo che il mondo virtuale, seppur affascinante, sia un mondo assolutamente monco: manca tutto il resto, è ricolmo di sole parole che trasmettono parti di te… per questo prediligo sempre il rapporto diretto, il contatto visivo, che offre la possibilità di osservare anche il linguaggio del corpo, che è meno facile da addomesticare o falsare.
Ritengo che un qualsiasi testo, soggetto com’è ad interpretazioni, spesso le più variegate e fantasiose, non conduca mai a lambire neppure parte della verità in esso racchiusa. Per questo ritengo che lo studio di testi sacri sia solo un esercizio mentale… anzi, ancor più prosaicamente, ritengo proprio che la verità, qualora ve ne fosse una oggettiva, quella Vera, non sia mai conseguibile dall’uomo, perché questi si connette ad essa attraverso sensi mendaci, che la falsificano, che la modulano sulla scorta delle proprie aspettative e desiderata. Il tutto avviene in una condizione di inconsapevolezza. Ha ragione Atisha quando afferma, in altre discussioni, che la mente alla fin fine è fuorviante, così come lo sono le parole, e ancor più le diverse interpretazioni da queste rese necessarie. Ma d’altra parte non ci si può affidare che ad essa, perché è proprio vero che il mondo è così come noi ce lo ricreiamo, pur conservando un nucleo di verità intangibile (probabile… un sasso avrà una sua forma, una sua consistenza, un suo colore e colore), questa - la verità - non è nelle nostre disponibilità di fruizione. Anche una pratica iniziatica o di evoluzione spirituale o di ascesi (chiamatela come volete) che si affidi al simbolismo (ciò, quindi, che preserva le differenze, che è questo ed anche altro), in definitiva, è percepita dal nostro essere attraverso e per mezzo dei sensi, stimolandoli, senza una stimolazione sensoriale non vi può essere percezione. Anche il simbolo è sempre un’immagine grafica – che stimola ed eccita dei sensi - spiegata e resa codificabile attraverso l’uso e l’espressione verbale (cioè, ancora una volta tramite le parole). Per quanto attiene invece alla percezione mistica, ciò quella che trascende la mente, che passa oltre senza alcuna sua mediazione, e che arriva a colpire ed incidere proprio il nucleo dell’essere, credo che le cose non siano poi troppo dissimili dall’alterazione dello stato di coscienza più volte studiatoin relazione alle estasi allucinatorie o patologiche (chiedo venia per l’irriverenza). Sono momenti magici… così almeno sono descritti nella stupenda letteratura spirituale di tutti i tempi e di tutte le latitudini (bellissimo il poema di Yogananda sul samhadi… o come si scrive)… ma ho il sospetto che anche in questo caso manchi l’ingrediente fondamentale, cioè la percezione del vero. Le estasi mistiche sono replicabili attraverso apposite stimolazioni di zone del cervello, così come lo sono anche gli OBE, cose già fatte e verificate.
Cosa ci rimane se escludiamo la parola (ricca ormai di un’aura di verosimiglianza che attornia il nucleo della verità… posto che ve ne sia uno… io tifo per il si), se escludiamo il simbolismo e le estasi mistiche? Null’altro che la dimensione umana, depurata da troppe certezze e ri-immersa nel suo naturale brodo primordiale, che è poi ciò che ha consentito all’uomo l’evoluzione anche spirituale che è fonte di meravigliosa ispirazione per poeti, teologi, filosofi, studiosi etcc…. Cioè il dubbio. Perché meravigliarsi tanto? Perché voler per forza di cose dibattersi contro questa situazione?


No Van, non è così… si discuteva di tante cose che avevano ben poco a che vedere con questioni personali… mi percepì eccessivamente razionale e volle solo contrapporre una sua difesa… così interpretai io. Mai avuto alcun problema a confidare me stesso, ovviamente a chi ritengo sia amico o amica… mai avuto paura di espormi…. Ma anche lì, nel farlo, si utilizzano parole, termini, verbi, sostantivi, aggettivi, avverbi e congiunzioni… ma da questa eruzione affabulatoria (due ‘f’?) non emergono mai con ‘verità’ e limpidezza le reali intenzioni. La parola, pur essendo un potentissimo mezzo di comunicazione a cui l’uomo mai potrà rinunciare, rappresenta sempre un limite. Curioso sarebbe prendere un qualsiasi testo che parla del Verbo divino e provare ad enumerare le miriadi di interpretazioni che le stesse parole hanno prodotto… dove stà quindi la verità espressa dal Verbo? Ciascuno di noi se ne costruisce una sua, ciascuno di noi, per non veleggiare fra onde impetuose, è costretto a divenire partigiano, oppure a rifiutarla in toto, oppure a cercare una nuova via, un nuovo percorso solipsistico che lo conduca la dove pensa e vuole approdare, ma un approdo pregiudiziale, cioè prefissato in anticipo: chi vuol fondersi con il Tutto cosmico, si fonderà con il tutto cosmico; chi cercherà il Dio Padre antropoformizzato, troverà il Dio Padre … e così via…. Basta guardarsi intorno… chi, come me, diffida delle troppe certezze, resterà, giustappunto, in una condizione di sospensione…. Il mondo e la verità sono come noi ce li aspettiamo, sono entrambi come noi li abbiamo creati in premessa rispetto alla ricerca… chi confida nel dubbio, e lo eleva a motore e perno dell’evoluzione, esalterà questa condizione; chi, invece, vorrà trovare un paradiso, quello troverà…
Queste sono le parole, questo è il significato di quel che ho voluto, forse pedestremente, trasmettere con i due scritti di apertura del thread.



Ancora una volta parole che riesco a comprendere (forse) nel loro significato esplicito, ma non in quello implicito: <divenire vita>. Ma io mi ritengo già vita… ma ne sono parte, non sono la Vita… questa prescinde da me e da te…. Spesso utilizzi metafore… ora ne utilizzerò una io…. Chissà se riuscirò a farmi capire.
Ciascuno di noi è come un granello di sabbia… ognuno di noi ha il suo colore, il proprio calore, la propria dimensione e consistenza. Tutti insieme costituiamo una bellissima spiaggia, che non ha un colore o un calore uniforme, ma è la risultante della somma dei diversi calori e colori di ciascun suo singolo componente. Ma la spiaggia è cosa diversa da un singolo granellino, da un singolo suo componente, eppure siamo insieme com-partecipi dell’essere spiaggia. Immagina che vi siano grani travolti dalle onde e portati via, oppure altri spazzati dal vento… quei grani non saranno più spiaggia, saranno solo grani di sabbia… così è la genia umana… vi sono i paria e gli eletti. Bene! fintanto che continueremo a considerarci sempre e comunque spiaggia non capiremo che siamo grani di sabbia che possono essere spazzati dal vento… allora forse potremo intuire che dovremo cercare di essere spiaggia, non solo grani… niente paria, niente più eletti… cioè tutta una grande variegata umanità… ma in ciò non vedo nulla di metafisico…. La spiaggia è pur sempre umanità, e i grani di sabbia sono pur sempre umani. Ma è comunque bello e piacevole incontrare chi già si sente, o è, spiaggia. (un abbraccio)

Ciaooooo

E' vero, Maestro.


P.S.
Ehi Sir, andiamo ad Amsterdam ad imparare come fanno a tagliare i diamanti? Chissà che non si impari a "stringere" un po'... che dici?

P.P.S.
Che vordì "solipsistico"? ...una specie di disturbo intestinale?


P.P.P.S.
Vedo che cominci a vedere la spiaggia. Credo che sia quella ad essere bella, non tanto il granello. Ti vedo crescere!

Ultima modifica di Mistico : 30-03-2005 alle ore 15.03.50.
Mistico is offline  
Vecchio 30-03-2005, 15.11.45   #19
il pensiero
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ai maestri forumisti

I maestri non sprecherebbero mai il loro prezioso essere con fiumi o spiagge di tediose parole inefficaci...
Quindi aveva ragione chi
Citazione:
disse che le tue parole non avevano anima, che eri un mercante di parole ben misurate, ma non sentite, che eri, in definitiva, ‘Un Venditore di parole’.
Bye S.Y.L.
il pensiero is offline  
Vecchio 30-03-2005, 16.15.40   #20
Mistico
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Re: ai maestri forumisti

Citazione:
Messaggio originale inviato da il pensiero
I maestri non sprecherebbero mai il loro prezioso essere con fiumi o spiagge di tediose parole inefficaci...
Quindi aveva ragione chi...
Un saggio di questo forum disse un giorno che Sir Visechi era come l'acqua dispersa di una nebbia. Anche i suoi insegnamenti sono dispersi tra le sue parole... Le cose rare per essere trovate costringono a sudare, così, la saggezza di Sir va estratta dalla montagna di parole che ti frana addosso ogni volta che posta un'enciclopedia nuova.

L'abilità del lettore deve consistere nella tenacia con la quale riuscire ad andare a fondo nella lettura, se è attento abbastanza... può trovare una gemma (ma pochi sono resistenti quanto basta ad arricchirsi).

Sir è un maestro costosissimo!
Mistico is offline  

 



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