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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 17-01-2003, 00.26.18   #21
david
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Data registrazione: 09-10-2002
Messaggi: 143
Quello che è andato evidenziandosi lungo questo forum è l'assimilazione e addirittura l'identificazione del "misticismo" cristiano con il misticismo "cattolico", quale movimento "orizzontale"spirituale rispetto a quello "verticale" di altre dottrine, in primis il buddhismo.
Vero, ma in parte.
Stiamo a mio parere confondendo il misticismo esclusivamente religioso ( e in questo il cattolicesimo non è affatto diverso dall' islam) di per sè orizzontale per definizione, con il misticismo filosofico ( ricordiamo che il buddhismo è per sua natura filosofia, percorso di conoscenza e solo di recente è stato ridotto a fenomeno religioso). Anche nel nostro Occidente abbiamo un misticismo, anzi una via mistica assolutamente grandiosa e complessa, del tutto "verticale" dinamicamente perchè figlia del LOGOS che ritroviamo proprio nel Cristianesimo esoterico: provate a leggere Meister Eckhart, i testi Rosacroce e alchemici, Rudolf Steiner e le migliaia di conferenze da lui tenute agli inizi del nostro secolo.
E' una Via assolutamente mistica eppure filosofica, in cui l'orizzontale si interseca con il verticale, a formare la croce.
david is offline  
Vecchio 17-01-2003, 09.41.34   #22
bataki
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Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 53
Beh, la mia come avrai capito è una concezione del tutto laica della spiritualità, che sorge dalla recezione (a mio avviso, inevitabile) della profonda radice nichilistica della cultura occidentale.

Diversamente da te e irene non ritengo ci sia alcun ordine intrinseco e necessario nelle cose,nè che l'uomo abbia alcunchè di divino, giacchè quello razionale è solo di uno degli infiniti modi di cogliere un reale che,per giunta, non può non essere ri-prodotto ,incessantemente e senza alcun ordine universalmente valido, nel momento stesso in cui viene colto.

Comunque, grazie per la piacevole discussione e a presto!


bataki is offline  
Vecchio 17-01-2003, 13.15.24   #23
irene
Ospite abituale
 
Data registrazione: 19-11-2002
Messaggi: 474
Meister Eckhart...Johannes Tauler...Jan Ruysbroek...Tommaso da Kempis...Teresa di Avila...Giovanni della Croce...
Vale a dire,la punta di diamante del Misticismo Cristiano.
Argomento affascinante,ma,temo,del tutto inabbordabile da chi non abbia fede nel Dio personale cui queste testimonianze rinviano ad ogni passo.
Ammetto di sentirmi profondamente frustrata dalla mia incapacità a cogliere lo spirito che pervade questi testi,che per me restano tabù...con la parziale eccezione,forse,di Giovanni della Croce,per la radicalità estrema del suo insegnamento,che,senza sottindere alcun preventivo atto di Fede,mi sembra accessibile (almeno teoricamente)anche alle coscienze più laiche.
"Se vuoi arrivare a gustare tutto,
non cercare il piacere in niente.
Se vuoi arrivare a possedere tutto,
non desiderare di possedere niente.
Se vuoi arrivare a essere tutto,
non desiderare di essere niente.
Se vuoi arrivare a conoscere tutto,
non desiderare di conoscere niente.
Quando ti soffermi su qualcosa,
tralasci di protenderti verso il Tutto.
Perchè,se vuoi arrivare completamente al Tutto,
devi rinnegarti interamente in tutto."



Vorrei ora per un attimo tornare all'assunto iniziale (Bellezza intesa come strumento di elezione perl l' accesso a una Verità Soprasensibile,e che dunque può trovare modo di esaltare sè stessa nella liturgia religiosa)e citare William Blake:
"Vedere il mondo in un granello di sabbia
e il cielo in un fiore selvatico,
tenere l'infinito nel palmo della mano
e l'eternità in un'ora".
E' avventato ritenere che in questi versi vibri un afflato mistico?
Fusione dell'Io nel Tutto,e del Tutto nell'Io...Significato che traluce oltre la realtà fenomenica...percezione dell'Eterno,nel Temporale...e del Temporale,nell'Eterno...Implic ita consapevolezza della propria natura divina...
irene is offline  
Vecchio 30-01-2003, 18.04.10   #24
Mistico
Utente bannato
 
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
Citazione:
Messaggio originale inviato da irene
"Se vuoi arrivare a gustare tutto,
non cercare il piacere in niente.
Se vuoi arrivare a possedere tutto,
non desiderare di possedere niente.
Se vuoi arrivare a essere tutto,
non desiderare di essere niente.
Se vuoi arrivare a conoscere tutto,
non desiderare di conoscere niente.
Quando ti soffermi su qualcosa,
tralasci di protenderti verso il Tutto.
Perchè,se vuoi arrivare completamente al Tutto,
devi rinnegarti interamente in tutto."

Eppure bisogna vivere.

Non ci starà mai il tutto, tutto dentro di noi.
Possiamo pressare quella valigia finchè non spacchiamo qualcosa, ma non ci starà mai.

Come cercare di cogliere tutto l'amore che c'é, ... mai ne avremo più di una minima parte.
Come voler realizzare tutti i propri sogni, ... durante l'unico sogno che é la nostra vita.


Ciao...
Mistico is offline  
Vecchio 31-01-2003, 16.01.16   #25
falcorum
Ospite abituale
 
Data registrazione: 31-01-2003
Messaggi: 66
...se posso....

.....direi che a mio avviso, l'insegnamento del Cristo, è prima che un insegnamento religioso, un precetto di vita. Il suo è ancor più un insegnamento esoterico e mistico, portato per mezzo del verbo a coloro che possono "udire". Tutti, infatti possono leggere e comprendere parole come "nessuno va al padre se non per mezzo di me...." oppure...." lasciate che i morti seppelliscano i loro morti....", e così via divendo, ma pochi sono coloro che "odono" nel senso assoluto. Seguire Cristo, è superamento dell'insegnamento stesso (non dimenticare che esso è rivolto al popolo di ben 2000 anni fa!). Ciò che l'uomo deve fare è perdonare, "porgere l'altra guancia", e non importa se nel farlo egli si definisce cattolico o islamico o buddista o chi sa cosa altro! Come fare?? Non certo sottomettendosi passivamente agli eventi del quotidiano, bensì affermando la propria appartenenza al "TUTTO"!
Ciò comporta l'accettarsi, la tolleranza, il perdono incondizionato, in un solo termine il vivere quotidiano all'insegna "dell'Amor Divino".
Comprendere che non v'è divisione (neppure tra noi ed una pianta o un minerale, figuriamoci tra noi ed un nostro simile), comprendere che ciò che è oggi sbagliato per noi è stato stile di vita nel passato (anche molto remoto, riferendomi con ciò al concetto di reincarnazione, ed invitando alla meditazione sul "non giudicare"), comprendere che non un solo "atomo" viene tolto o aggiunto nell'intero universo, sia esso appartenente al piano della materia, dell'energia o della mente, comprendere che siamo entità del "sempre" (pensa: ....del sempre......), comprendere che nessuno di noi farà un passo in avanti fin che l'ultimo degli esseri umani non avrà raggiunto lo stato "cristico", significa appunto affermare con desisa convinzione che "Il TUTTO contiene tutto, e tutto è da ESSO contenuto." L'unica meta è la comprensione di noi stessi, attraverso la quale si comprende l'ASSOLUTO. Pur essendo EGLI inconoscibile per sua stessa natura, è possibile vederne la "manifestazione primaria", ed è ciò che hanno visto coloro che sono stati definiti "illuminati"! Illuminati di ogni religione e/o credo, a sancire che in ogni religione vi è un barlume di verità e che, al contempo, nessuna religione è detentrice della verità assoluta! Oltre non ci è possibile andare, non è possibile neppure alle più alte "intelligenze" dell'universo, in confronto alle quali noi siamo come una formica è a noi.
Non serve neppure affliggersi. Sii cristico nel pensiero e nell'intento. Desidera intensamente la conoscenza ed essa ti perverrà, al di la dei riti, al di la dei vari "credo", al di la di ciò che l'umana mente può immaginare. EGLI non abbandona mai, poichè è in noi, così come noi siamo nella Sua mente.
un saluto fraterno,
falcorum
falcorum is offline  
Vecchio 31-01-2003, 16.38.54   #26
kri
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Data registrazione: 11-06-2002
Messaggi: 1,297
Abbiamo un'altro panteista?

Scusa la triste classificazione!

Bello il tuo scritto!
kri is offline  
Vecchio 03-02-2003, 08.00.02   #27
falcorum
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Tutto tranne che "panteista"!!!

Citazione:
Messaggio originale inviato da kri
Abbiamo un'altro panteista?

Scusa la triste classificazione!

Bello il tuo scritto!

Infatti, il panteismo identifica Dio come l'universo stesso! Mi dissocio decisamente da questa visione "limitata" (e ti prego di riflettere sul termine) dell'Assoluto. EGLI infatti, inconoscibile per sua stessa natura è definibile (forse) con il termine di NON Manifesto, mentre il creato intero (l'universo, anzi le miriadi di universi) altro non sono che una Sua manifestazione. Egli è Onnipresente, Omniscente ed Omnipotente. Nulla è al di fuori di ciò che "è" nella sua stessa "Mente", dalla quale ogni cosa procede. E' evidente spero la enorme differenza di veduta tra ciò che asserisco ed il panteismo.
Un saluto affettuoso,
falcorum
falcorum is offline  
Vecchio 03-02-2003, 09.10.12   #28
kri
Ospite abituale
 
Data registrazione: 11-06-2002
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Re: Tutto tranne che "panteista"!!!

Citazione:
Messaggio originale inviato da falcorum


Infatti, il panteismo identifica Dio come l'universo stesso! Mi dissocio decisamente da questa visione "limitata" (e ti prego di riflettere sul termine) dell'Assoluto. EGLI infatti, inconoscibile per sua stessa natura è definibile (forse) con il termine di NON Manifesto, mentre il creato intero (l'universo, anzi le miriadi di universi) altro non sono che una Sua manifestazione. Egli è Onnipresente, Omniscente ed Omnipotente. Nulla è al di fuori di ciò che "è" nella sua stessa "Mente", dalla quale ogni cosa procede. E' evidente spero la enorme differenza di veduta tra ciò che asserisco ed il panteismo.
Un saluto affettuoso,
falcorum

chiedo umilmente venia!!!
kri is offline  
Vecchio 03-02-2003, 23.18.33   #29
visechi
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Temo che sarò lunghetto!

GIURO, NON LO FACCIO A POSTA!
Post 1/2

Irene, che dirti … mi piace quel che scrivi. Non avevo mai pensato in questi termini: Estetica della liturgia. Sarà che sono sempre stato poco interessato alle 'cose' della Chiesa. Non credo tu abbia grandi torti, anzi penso che abbia una buona dose di ragione, purché non si voglia sopperire con l'estetica alle gravi carenze di contenuto e di attualità ravvisabili nel messaggio che le alte sfere ecclesiastiche trasmettono; insomma, non deve essere un lavoro di maquillage o di chirurgia estetica teso a mascherare le evidenti rughe … crepe, altro che balle. Una porta dischiusa che introduce alle meraviglie della 'Verità Ultrasensibile'. Forse una 'dimensione estatica' che, facendo leva sull'estetica e sulla bellezza dei misteri, attenua le diffidenze e il senso di fastidio che spesso si avverte nel corso della messa o delle sempre più vuote omelie.
Detto questo, non mi resta che dare il benvenuto al nuovo amico e provare a leggere la sua 'teologia'. Leggerla per provare a comprenderla e, una volta compresa, sarà mai possibile? Rifiutarla. Immagino che non potrà essere diversamente … sarò prevenuto? Mah!
Già in premessa mi pare di cogliere alcuni concetti poco rassicuranti.
Mi spiego
Io ho sempre inteso l'uomo come il più importante frammento dell’Universo. Lo percepisco come il centro dell'Universo, pur non nascondendomi il fatto che sia innegabilmente impregnato di una cospicua quantità di attributi negativi. Ho sempre voluto immaginare che quest'animale - inteso come singolo individuo, con la propria individuale carica di umanità - ogni qualvolta 'viene al mondo' sia uguale, nei suoi costituenti essenziali, ai propri simili, munito delle medesime intrinseche qualità peculiari, positive e negative, e con le stesse opportunità di 'essere' teso a conoscere - sempre e comunque nell'ambito dei propri umani limiti invalicabili, limiti che, a loro volta, per effetto del progressivo conoscere, si spostano. Immagino che le differenze ravvisabili fra individuo ed individuo siano il risultato della differente accentuazione, più o meno marcata, di queste doti innate. Ho, analogamente, sempre immaginato Cristo come un Uomo che, col proprio agire, il proprio pensiero e la propria opera ha inteso innalzare la genia umana ad un livello eccelso. Ho sempre supposto che il messaggio da Lui (in maiuscolo per il profondissimo senso di ammirazione e rispetto che provo nei suoi confronti, non per effetto di una devozione spirituale) tramandato fosse rivolto ed offerto 'gratuitamente' a tutta la specie umana. Ho voluto sempre intendere che almeno Lui non facesse alcuna distinzione fra eletti e no (gli ilici, se non ricordo male). Ho sempre raffigurato Gesù come un vero, autentico - forse unico - 'eroe' umano. Uno che operò a vantaggio di tutti, che innalzò i 'fetenti' e i 'reietti', che fu il punto di riferimento dell'intera umanità repressa - un socialista 'ante litteram'; non riuscirò a credere alla parte del Suo messaggio che ci rinvia ad una supposta Entità superiore 'ultraumana', del resto mai da me negata con eccesso di sicurezza, ma alla caratterizzazione essenzialmente umana del sue Essere, questo sì.
Non mi rassegno, pertanto, ad immaginare la 'buona novella' come un'ambasciata esotericamente destinata ad una èlite 'd'intellettuali dell'anima', costituita da pochi privilegiati; un'aristocrazia di mistici (già m’immagino l’incazzatura di qualcuno , sempre che riesca a leggere fin qui) che ha la pretesa di CONOSCERE verità recondite insite nell'insegnamento stesso, non accessibili alla massa. Individui (mi auguro che non si voglia leggere alcunché di spregiativo o offensivo nell'utilizzo che faccio io d i questo termine) che, per giungere a percepire l’essenza di supposte Verità Ultraumane, hanno la pretesa di non dover neppure fare affidamento su una FEDE. Questi si propongono come profondi conoscitori dei misteri, e non contemplano la possibilità che nella parte del messaggio squisitamente spirituale vi possa essere un qualcosa d'inarrivabile per le capacità cognitive dell'uomo. Non ritengo corretto e tantomeno 'onesto' (anche qui mi auguro di non risultare eccessivamente sgradevole, non è mia intenzione) travisare in modo così impudico l'intero Suo insegnamento (sigh, chiedo venia in anticipo per l'utilizzo un po’ crudo dei termini … nel caso saprò ravvedermi): "… Il suo è ancor più un insegnamento esoterico e mistico, portato per mezzo del verbo a coloro che possono "udire"… ma pochi sono coloro che "odono" nel senso assoluto. Seguire Cristo, è superamento dell'insegnamento stesso (non dimenticare che esso è rivolto al popolo di ben 2000 anni fa!). Ciò che l'uomo deve fare è perdonare, "porgere l'altra guancia"…"
No, non credo sia così. Gesù è stato ed è ancora oggi l'alfiere e il paladino dei miseri, dei semplici e il suo messaggio, se 'depurato' dei contenuti metafisici, altro non è che una profondissima e grandiosa professione d'amore rivolta all'intera umanità (nessuno escluso), un amore che riscatta e ritempra, un baluardo d'inestimabile valore che, destinato a tutti, rappresenta il paradigma a cui tendere. Io del messaggio di Cristo rifiuto e non riesco ad accettare la parte metafisica, lo faccio senza con ciò voler travisare o rimodulare l'intero suo percorso spirituale … colgo del messaggio solo l'aspetto caratterizzato da profonda umanità, dalla tensione verso il prossimo e, cosa ancor più grandiosa (qui stà forse il divino del Cristo), colgo ed esalto la forte tensione emotiva verso i miseri che emerge dalle sue parole. Rilevo una immensa sofferenza destinata e rivolta all'uomo. Se proprio voglio reperire nell'opera di Cristo l'impronta divina, direi che questa è rappresentata esclusivamente dalla forza dirompente e rivoluzionaria, una rivoluzione che poggia le sue basi sulle ragioni dell'incontro piuttosto che su quelle della sopraffazione o della conoscenza. E' questo l'afflato divino destinato alla più fulgida creatura: l'uomo.
E', in estrema e non esaustiva sintesi, un 'corpus umanistico' (leggo questo e non altro, solo per mia vocazione, anzi mancanza di vocazione alla visione metafisica) essenzialmente rivolto ai miseri e semplici della Terra, non certo utile ai fini di una capziosa speculazione mistico-filosofica.

"… comprendere che nessuno di noi farà un passo in avanti fin che l'ultimo degli esseri umani non avrà raggiunto lo stato "cristico"…"
In questo periodo estratto dal contesto, percepisco un tentativo di correggere o attenuare la qualificazione elitaria che mi pare hai voluto, forse inconsapevolmente, esprimere nei passaggi precedenti. Noto, però, una certa incongruenza. Se prima affermi che "… Il suo è ancor più un insegnamento esoterico e mistico, portato per mezzo del verbo a coloro che possono "udire"… ma pochi sono coloro che "odono" nel senso assoluto …" , difficile è ora comprendere come, quando e soprattutto per effetto di quale mirabolante meccanismo si possa immaginare che l'intera umanità (l'ultimo degli esseri umani) possa pervenire a questa esoterica condizione 'cristica'. Cosa è lo stato 'cristico'? Un'elevazione della coscienza di ciascun umano e, quindi, per somma, dell'intera umanità che proietta la 'specie' a superare il limite che ci separerebbe dalla 'CONSAPEVOLEZZA' che siamo parte di un Tutto inscindibile? Ma quest'attesa, quasi messianica (nel senso dell'attesa non di un illuminato, ma dell'ILLUMINATO, che dischiuda le porte dell'anima), non soffoca la propensione dell'uomo ad essere protagonista della propria esistenza? Non limita il suo impegno e frena la sua tensione, imprescindibile dovere, di costruire la storia (credo che lo scopo dell'esistenza sia questo)? … sedimenti di storia che si sovrappongono per costituire il Vissuto dell'umanità. Non agisce come elemento e fattore d'impoverimento della connaturata propensione, tipicamente umana, immagino, a guardare oltre il limite del conosciuto, ma sempre entro l'ambito dell'umanamente conoscibile? Non rappresenterebbe un viatico per coloro che filosofeggiano intorno all'impossibilità umana di creare quel che nel mondo è assolutamente imprescindibile creare: un mondo di uomini uguali per nascita e censo, che nel terreno si confrontano e con i propri simili dialogano.
No, ancora una volta, non credo esista questa dimensione ultraterrena. L'umanità è un agglomerato di tante umanità diverse, che pensano, soffrono e sperano ciascuna in modo difforme dagli altri frammenti dell'Umanità complessiva. Che nascono diverse e che hanno, oggi, purtroppo, diverse opportunità per crescere e prosperare, ma che devono ritrovare nel proprio seno, nel proprio ambito, nelle proprie capacità dialogiche la forza e le ragioni per esaltare se stesse nel tentativo di costruire una amalgama inusitata, che renda, infine, giustizia delle fatiche di chi, nella storia dell'uomo, si è prodigato perché tutto sia di tutti e non si assista più alla rapina di pochi nei confronti dei molti (poi, un giorno mi desterò e dismetterò i panni del Don Chisciotte errante in preda ad un delirio umanistico). Io pretendo di vedere, o solo immaginare di vedere, un 'corpo' vivo e vitale che si presenta ai nostri occhi costituito da strati, il cui collante non può essere qualcosa di ultraterreno ma è rappresentato, giustappunto, da quanto nella condizione terrena siamo in grado di produrre in termini di unione … le opere dell'uomo.


segue ./.
visechi is offline  
Vecchio 03-02-2003, 23.20.18   #30
visechi
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post 2/2

Ho Finito!

Ho esaltato un po’ i concetti ma sono convinto che un mondo più terreno, meno incline alla ricerca di soluzioni esterne, sia più realistico, più possibilistico In tale mia concezione, se non altro, le potenzialità di perseguire detto risultato sarebbero intrinseche all'uomo stesso e non dovrebbero pervenire da un'entità incommensurabile, inconoscibile (lo dici anche tu, del resto) di cui non è neanche facile ipotizzarne l'esistenza. Penso che le ragioni che uniscono debbano essere … siano più forti di quelle che dividono… penso che la spiritualità, la religione, nelle sue variegate e molteplici espressioni, per quel che abbiamo visto fino ad oggi, sia il maggior deterrente all'unione degli uomini. Tale forza disgregatrice (probabilmente, malamente intesa ed interpretata), inserita in un contesto 'mercatocentrico', che sopravanza sempre più l'uomo e le sue reali necessità, agisce in combinazione con l'istintiva tendenza umana a prevaricare e funge da causa scatenante delle sopraffazioni e di quanto è solo utile a perpetuare la divisione piuttosto che la comprensione e l'incontro. Se individuate e ben circoscritte, queste eterne cause di conflitto, potrebbero essere rimosse anche attraverso l'opera di uomini ILLUMINATI (questi sì), affinché, pian piano, cadano e siano destabilizzate le ragioni di diffidenza. Penso che l'avvento di un nuovo Cristo, da non intendere in senso messianico, ma solo come semplice presa d'atto collettiva che procedendo di questo passo consegneremo ai nostri figli un mondo disumanizzato e ricolmo di sofismi, buono soltanto per farne teatro di guerre, sia l'unica via di fuga per l'intera umanità. Sempre che riusciamo ad acquisire la CONSAPEVOLEZZA necessaria per riconoscere le caratteristiche di questo nuovo avvento e comprenderne così la portata del messaggio, impedendoci di soffocarlo con amenità sofistiche buone solo per la gratificazione dell'intelletto .. altro grave handicap umano, rendere scuro ciò che è chiaro, offuscare i colori.

Ho ancora altro, so di essere andato troppo fuori tema, ma mi va di continuare il mio sproloquio… Mistico, stavolta non è colpa mia, il fuori tema è da ascrivere a Falcorum, lui ha cominciato e io proseguo. Tu stampa tutto, leggi ed incazzati pure, ma, stavolta non farmi morire fra gli artigli di qualche arpia evocata con i tuoi potenti mezzi da qualche mitologico anfratto della tua mente caritatevole o da qualche tetra spelonca (mi vuoi far morire per evitarmi le pene del vivere … grazie, preferisco penare ancora un pochino) … ho ben poco da dire sull'estetica del Cristianesimo … ha già detto quasi tutto Irene e poi, io, non sono all'altezza.

Citazione:
"…L'unica meta è la comprensione di noi stessi, attraverso la quale si comprende l'ASSOLUTO. Pur essendo EGLI inconoscibile per sua stessa natura, è possibile vederne la "manifestazione primaria", ed è ciò che hanno visto coloro che sono stati definiti "illuminati"! …"

La comprensione di noi stessi non ci conduce alla comprensione di un inconoscibile metafisicamente inteso. D'altronde l'hai affermato anche tu e senza la pressione di alcuna sollecitazione da parte di chicchessia: "… Illuminati di ogni religione e/o credo, a sancire che in ogni religione vi è un barlume di verità e che, al contempo, nessuna religione è detentrice della verità assoluta…"

Altro concetto già più volte emerso nel corso delle appassionate chiacchierate che hanno visto coinvolti alcuni iscritti al forum.
Ma insomma, vorrei ben capire; se la verità assoluta è suddivisa fra le mille e più religioni e/o spiritualità presenti nel pianeta; se la Verità Assoluta dovesse effettivamente essere il risultato della ricomposizione delle particelle di Verità Parziali presenti nel mondo, non pensi che l'opera dell'uomo, finalizzata al perseguimento dell'Assoluto, non dovrebbe essere tesa che alla ricomposizione di questo Vero frantumato? Ergo, in tale evenienza, non sarebbe attraverso la conoscenza interiore che l'uomo potrebbe raggiungere l'Assoluto. La Verità sarebbe all'esterno dell'Uomo, per cui 'un'introspezione' (pardon per l'utilizzo improprio del termine… non ho voglia di pensare ad altra locuzione più confacente alla bisogna) potrebbe al più condurre sulla strada di una nuova Consapevolezza da cui procedere nell'improbo compito di reperire i diversi frammenti di Verità per ricostituire l'intero. Un bell'arzigogolo, non c'è che dire. Ma è questo arzigogolo, che, mi pare d'intuire, anche tu confermi essere la strada maestra. E' questo contorsionismo dialettico che dovrebbe condurci ad intuire che l'unica strada proficuamente percorribile per conseguire la rigenerazione dell'Umanità sia quella da me tracciata e non l'individualistica, solipsistica, introspettiva, presunta e millantata analisi interiore che altro non fa che rendere l'animale uomo - istintivamente sociale - sempre meno incline all'incontro col prossimo e, di conseguenza, sempre più isolato dal contesto che lo circonda.
Cazzate? Non credo. Io propendo per un pragmatismo di matrice umanitaria e non per un'estatica adorazione del divino che in noi, ho il sospetto, non alberga.

"…Desidera intensamente la conoscenza ed essa ti perverrà, al di la dei riti, al di la dei vari "credo", al di la di ciò che l'umana mente può immaginare…"
Anche in questo periodo ravviso un tentativo di trasmettere un concetto alquanto singolare. La conoscenza dell'Assoluto implicherebbe, secondo il mio parere, anche la conoscenza Assoluta delle cose del mondo. Se il tutto che ci circonda fosse veramente parte integrante del divino e la CONOSCENZA del divino fosse mondanamente perseguibile e raggiungibile, penso che tale circostanza dovrebbe implicare la CONOSCENZA assoluta delle cose del mondo … della realtà che ci circonda. Dubito che chi testimonia questa supposta Verità sia oggi in condizione di affermare, con troppa certezza, di aver conseguito la conoscenza Assoluta di quanto di mondano esperiamo quotidianamente.
Azz… sempre più contorto? No, non credo sia così (pausa - un profondo respiro e rimmergiamoci nello sproloquio - Falcorum, seguimi, ho ancora tante cose da dire … ti annoierò oltremodo).
Il nostro mondo, la nostra esistenza è perennemente pervasa da molteplici forze concentriche, spiraliformi e/o divergenti - spesso queste forze agiscono in simbiosi, altre volte in vicendevole contrapposizione -. Starei per dire che queste forze, che si estrinsecano nella realtà mondana e di cui il concreto che ci circonda è la 'manifestazione primaria', siano tante quante sono le persone, gli occhi e gli animi di chi percepisce. Immagino che tutto questo contribuisca non poco a generare quel Caos che ci avviluppa, in cui siamo costantemente immersi e da cui non è facile (anzi, credo sia addirittura impossibile) estraniarsi … ci viviamo immersi … è la nostra vita, nient'altro. Ora è facile immaginare che in siffatta condizione (bada bene reale, non ipotetica… pensa alle cose del mondo) sia alquanto problematico distillare dalle molteplici esperienze ed elaborazioni percettive un concetto univoco … in ultima analisi, una Verità oggettiva. Se tu veramente ti ritenessi in condizione di farlo, ti domando di fornirci la chiave di lettura oggettiva della realtà, del mondo. Immagino che l'impresa sarebbe ardua. Non è facile dipanare la matassa delle tante piccole/grandi vere verità di cui sono intrise le religioni del pianeta. Se tu, in fede, non riuscissi a compiere questo percorso fino in fondo e dovessi avvertire, come me, come tutti gli umani, una strana sensazione d'impotenza, allora sarai sulla via maestra per comprendere che non sarà la CONOSCENZA, cui fai costantemente riferimento nell'esposizione del tuo pensiero, a fornire la risposta ai mille quesiti che naturalmente dovrebbero presentarsi alla tua coscienza. Allora forse avresti modo di percepire per un attimo solo un senso di vacuità e penosa 'solitudine'; giusto il tempo per comprendere che per quietare il tuo animo, così come quello dei nostri simili, forse potresti avere davanti ai tuoi occhi un'unica strada non battuta perché inopinatamente abbandonata … questa via altro non potrebbe essere che quella della fede in qualcosa di più grande ed inarrivabile anche per te … una fede che io non ho e che difficilmente, per causa della mia congenita irrequietezza, mai potrò raggiungere.
In conclusione, FINALMENTE, penso che per i potenti miseri mezzi messi a disposizione della genia umana dalla sorte, dalla genetica e dalla cultura e storia, la conoscenza assoluta sia inarrivabile, e non credo vi sia oggi una disciplina scientifica e/o spirituale che possa con ragionevolezza proiettare l'uomo a valicare il limite dell'umanamente inconoscibile.
Ciao … azz, alle volte mi preoccupo un po’ anch'io!

Per il futuro cercherò di evitare... lo prometto...
Sono un gran bugiardo!


Ultima modifica di visechi : 03-02-2003 alle ore 23.23.17.
visechi is offline  

 



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