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#31
Tematiche Spirituali / Re: Piccola proposta di una nu...
Ultimo messaggio di Luther Blissett - 24 Ottobre 2025, 22:15:08 PM
Citazione di: sapa il 24 Ottobre 2025, 20:44:04 PMCerto che questa teologia proposta da Luther Blissett non è male. Riassumo schematicamente: Dio è unico, in quanto c'è solo lui, sia come divinità che come realtà, è eterno, ma non onnipotente, in quanto, a causa della sua stessa divinità, non può nè nascere, nè morire. E nella sua onn-impotenza, è ridotto a cercare avidamente l'esperienza delle sue allucinazioni, che siamo noi. Un Dio minore, dunque, che non si sa bene chi, nè perchè, ha costretto in una situazione da neuro-deliri. Un Dio quasi fantozziano nella sua impotenza, al punto che non si può non sodalizzare con Lui. Quindi, saremmo al punto che le allucinazioni di Dio sentano, per simpatia,  quasi il bisogno di rendere più interessante l'esistenza problematica del Dio minore, perchè no?, con una guerra o con altri eventi degni di nota. Andrà in Paradiso l'allucinazione di Dio, che sarà riuscita ad attirare maggiormente la Sua attenzione. Già, il Paradiso.. Ci sarà anche in questa teologia un Paradiso e potrebbe essere la memoria del Dio minore, cioè tutte quelle allucinazioni degne di essere da Lui ricordate al risveglio. All'Inferno, invece, tutte le allucinazioni Divine ordinarie, quelle grigie, incolori, non degne della Sua nota. Concordo con Luther Blisset, un Dio come questo sarebbe più simpatico e meno complicato. Adesso, però, quale liturgia? Come si venera un Dio come questo? Passo....

Complimenti per il compendio che hai fatto della mia teologia del teosolipsismo  :)
Da quanto hai scritto dimostri inoltre di aver capito praticamente tutto il meccanismo.

Questa teologia comunque è da considerarsi appena abbozzata.
Occorre evitare di costruirla facendoci guidare dai nostri desiderata, altrimenti tenderemo a costruire anche noi una ennesima consolazione, e ad illuderci.  Però la costruzione fin qui fatta sembra tenere abbastanza bene, mentre non sono ancora emersi problemi di incongruenza o altre criticità.
Interessante il tuo spunto riguardo una possibile discriminazione che il nostro Dio minore potrebbe mettersi a fare tra le allucinazioni per Lui interessanti e quelle grigie e ordinarie: penso però che Lui le archivierà tutte quante nella Sua memoria per sempre, tutte quante, sia quelle che hanno destato il Suo interesse che quelle che non Gli fossero troppo piaciute. Una Memoria perfetta deve archiviare tutto, non deve avere lacune. Oltretutto, il nostro Dio minore considera noi il vero Dio vivente, poiché Lui Si sente un handicappato cosmico, e Lui vede noi tutti come i Suoi infiniti caregiver.  Lui conserverà tutti insieme indiscriminatamente i ricordi belli e brutti poiché è un accumulatore seriale di vite vissute, e noi resteremo per sempre schedati nella Sua Biblioteca-di-Babele colma di tutti quanti i nostri vissuti.  Chi conserva i libri in una biblioteca, cosa si mette a fare coi vilains presenti nei vari romanzi? (I vilains sono i personaggi negativi di un romanzo) Ovviamente da nessun bibliotecario ci aspettiamo che mai getterebbe nelle fiamme dei libri, né mai che si mettesse a stracciare le pagine dei libri dove compaiono i vilains.  Ma soprattutto è che il nostro Dio minore non potrà mai mandare all'inferno nessuno, sarebbe come se mandasse all'inferno Sé stesso, poiché tutti quanti noi umani non siamo altro che Sue identità secondarie, in sostanza tutti noi siamo Lui, anche se ci ha collocati nel mondo praticandoci un'amnesia di chi veramente siamo, amnesia che terminerà soltanto al momento delle luci di cortesia finali.
Noi non siamo altro-da-Lui, non siamo creature, siamo direttamente Lui, con l'amnesia che ci fa dimenticare chi veramente noi siamo. Se Lui Si fosse limitato a riempire il mondo di creature a Lui simili ma separate da Lui, altre-da-Lui, poi non Si sarebbe potuto godere le nostre vite essendo direttamente noi, ma avrebbe dovuto accontentarSi di osservarci dall'esterno, come se fossimo tutti soltanto dei film.  Ma Lui ha voluto provare integralmente di persona tutto ciò che noi proviamo. Quando noi stiamo morendo, e siamo presi dall'ultima angoscia, Lui dentro di noi sta soffrendo insieme a noi, e solo quando transitiamo nel dopomorte, Lui Si ricorda di essere quel morente.  Lui, nelle Sue parti di psiche che non Si sono incarnate in noi è assillato da una estrema angoscia di eternità e da una inguaribile noia immortale, e soltanto le Sue infinite parti di psiche che sono incarnate in noi umani palpitano di vita e di morte. Lui è sempre qui da noi che sta! Non ci sono angeli né altra bizantina accozzaglia di cortigiani in cielo a circondarlo di riverenze, Lui nel Suo nonluogo vegeta oscillando tra uno stato vegetativo e un locked-in.  Lui soltanto qui da noi Si sente vivente e Si gode tutte intere le nostre vite, comprese quelle fasi delle quali noi umani avremmo fatto volentieri a meno (Dobbiamo arrivare a comprendere che certe cose che ci accadono possono davvero piacere soltanto a Lui). Lui, nella sua estrema passione per le nostre vite, è un assoluto dissoluto, ipermasochista puro, e fa ben poca distinzione tra piacere e dolore. Per lui bisognerebbe coniare un apposito termine misto di piacere-dolore, forse Gli potrebbe andar bene "algoedonìa".
#32
Tematiche Filosofiche / Re: Alla ricerca della gaia sc...
Ultimo messaggio di green demetr - 24 Ottobre 2025, 22:14:13 PM
Citazione di: Koba il 28 Settembre 2025, 17:34:08 PMCiao green.
Non sono sicuro di aver capito quello che intendi dire. Come si può criticare e dissolvere la metafisica e la religione senza intaccare l'insieme di quei valori etici che derivano da esse?
Subito dopo Umano troppo umano, in Aurora e poi in Gaia scienza, Nietzsche mi sembra faccia i conti con la conoscenza. Conoscenza che è appunto smascheramento delle menzogne religiose e metafisiche, ma anche conoscenza in quanto passione (che lui conosceva bene).
Un'opera aforistica, come fa notare Montinari in "Che cosa ha detto Nietzsche", è sempre un'opera aperta.
Io ho l'impressione, mentre leggo questi testi, di rimbalzare dall'uno all'altro affrontando gli stessi nuclei tematici da visuali però differenti.
Lo spirito libero di Umano troppo umano diventa così l'uomo della conoscenza di Aurora e Gaia scienza. Il quale poi con l'idea dell'eterno ritorno è chiamato a fare un salto di qualità, diciamo così, ad andare oltre se stesso, ad essere "superuomo".
Affrontare seriamente Nietzche è un problema. Se tu rimbalzi da un testo all'altro, io rimbalzo da una aforisma all'altro, ma dentro la stessa opera.
Il motivo del mio rimbalzo è però stato fino ad oggi dovuto alla mia disperata ricerca di un interlocutore, se non proprio di un maestro (e va bene quella è la mia posizione paranoica).
Leggere un testo di filosofia come Montinari, che avrei dovuto leggere in un giorno, mi ha portato via due mesi, che per chi cerca di essere di nuovo centrato sulla conoscenza come ben dici tu, è in realtà un grande risultato, perchè finalmente qualcosa che si è smosso nel 2020 sta oggi cominciando a prendere forma, a prendere coscienza di sè.
Questa premessa è necessaria per spiegare che molte cose non sono chiare nemmeno a me.
Putroppo a me è stato insegnato che Nietzche non ha delle fasi, ma si legge come un tutt'uno.
Ma tutti dicono che esistono Nietzche diversi; da qui il purtroppo precedente, perchè nella mia ricerca di un interlocutore o di un maestro, questo diventa un grosso problema di interpretazione e quindi di vicinanza filosofica.
Il Montinari mi sembra una persona umile, e io ho un gran bisogno di persone umili, perchè sennò parto per la tangente.
Pensavo che si trattasse di un testo ermeneutico ed ero curioso (di nuovo curioso finalmente). Si è rivelato essere invece uno strumento di compendio del lavoro di Nietzche, cosa di cui avevo un immenso bisogno.
La sua precisione filologica fa la differenza rispetto alle mille ermeneutiche sulle quali io non mi ritrovo mai, ma proprio mai.
E' un peccato che Nietzche non abbia potuto iniziare il suo progetto vero, la sua vera filosofia costruens.
Ma è evidente che dopo fasi mediane come la gaia scienza, avesse il bisogno di unire quella fantasia con la vita reale di tutti i giorni.

Andiamo a quello che avevo scritto a Settembre, c'è un errore grave, perchè ho scritto una cosa pensandone un altra.
" Naturalmente sono ben conscio che quando lui attacca la verità, in realtà sta attaccando la menzogna."
volevo invece dire che Nietzche attacca il concetto di verità (dall'antichità fino a Kant) per sostituirlo con una meditazione sulla menzogna.
Ora per brevità vado con l'accetta: la menzogna è un problema morale (per il canone occidentale), ma per Nietzche è un problema gnoseologico.
Come sai io sono d'accordo con Nietzche: la morale è semplicemente il sostituto della menzogna.
Il canone occidentale mente.
L'ho sempre pensato fino a quando il prof mi ha fatto conoscere Horkheimer, e poi Adorno.
C'è una distinzione tra una ragione strumentale ed una morale.
Nietzche ha toppato di brutto.
Ma ad un attento per quanto veloce ritornare sui propri passi: lo ha fatto, e lo ha fatto davvero, Nietzche ha utilizzato la ragione come strumento per spiegare la menzogna.
Ma nello stesso tempo così facendo ha inaugurato suo malgrado la modernità spinta che lui stesso presentiva.
Comincio a pensare che la presentiva non per profezia, ma per errore personale. Il nichilismo, o meglio il suo pensiero, non era la causa del malessere odierno occidentale, ma ne è il suo sintomo, suo di Nietzche.
Ecco che all'improvviso comincio meglio a capire come mai la genealogia della morale sia il libro di un relativista come Sini.
Alla cupa disperazione di quel libro, Nietzche risponde con la Gaia scienza.
Ma non siamo più nei territori sani di umano troppo umano.
Siamo sconfinati in quello che lacan e soci (che oggi so essere convinti relativisti) chiamano fantasmatica. Ossia la tecnica del fantasma di seduzione, chiamato ad hoc, di padronanza. Seduzione da cosa, si dirà?
E' questo il problema massimo: temo abbia ragione la scuola di francoforte, seduzione nel relativismo.
Nietzche poteva ancora scrivere la prima parte della volontà di potenza (ossia Anticristo e Crepuscolo degli Dei), ma la seconda non poteva.
Secondo Montinari l'unico momento in chiave costruens, ossia la seconda parte della volontà di potenza, lo possiamo trovare in quello che doveva essere la prefazione alla seconda parte, e che poi però è diventato il famoso Ecce Home.
Ossia l'analisi. L'autonalisi è il lascito di Nietzche, lo è in maniera lampante.
Un filosofo relativista come Derrida non gli poteva sembrare vero di poter applicare questa cosa a Freud, utilizzare Nietzche stesso per far fuori Freud. E' il sogno bagnato della modernità relativista.
Freud-Scuola di Francoforte-Nietzche.
Non si può mettere Nietzche dopo per ovvie ragioni, ma con uno sforzo ermeneutico io credo possa essere plausibile, costuire questa filosofia del futuro, aggiornata.

Questa doppia premessa dunque potrà meglio illustrare di come la Gaia scienza, nei pezzi che tu utilmente citi, sia sempre in quella scia di rendere la scienza qualcosa di relativo.
Per me è ovvio, ma come battere la scienza prescrittiva, la scienza al servizio del capitale, e sopratutto a tutti i fantasmi di cui essa è popolata? E di cui per assurdo Nietzche stesso ci ha fornito tutti gli strumenti per uscirne?
Noi siamo liberi di conoscere, e nessuna conoscenza pregressa deve fermarci nel farlo, dice il Nostro. Peccato che non sia questione di scienza, e conoscenza quindi, per tornare a bomba, ma di medianità.
Esistone esseri mediani, non si tratta di fantasie.
Noi li chiamiamo fantasmi ma essi sono reali, come insegna la psicosomatizzazione, già all'inizio delle indagini, ancora sperimentali, ancora ospedaliere della psicanalisi freudiana: i fantasmi esistono e fanno paura.
Molta paura.
Noi non siamo più in grado di avere paura, passiamo direttamente al trauma. In noi non si attiva nulla di quella gaia scienza di cui avremmo disperatamente bisogno.
Una gaia scienza contro i fantasmi reale, non quelli fantastici di Nietzche. La guerra di Nietzche la sento anche come la "mia guerra", perchè io sto sempre con lui.
O meglio per far capire Nietzche: quanti fantasmi reali Nietzche è riuscito già da solo a far emergere da dentro la modernità, quanti ne ha profetizzati imminenti all'interno della modernità?
Sta lì la grandezza del filosofo.
E allora quale è il problema?
Esso risiede nel fatto che il suo impianto metodologico è invece fallito.
Se chiediamo oggi a Nietzche di illuminarci sulla gnoseologia, ne ricaviamo poco, o addirittura siamo tentati di cestinarlo, come già molti, troppi hanno fatto.
Certo se limitiamo il consesso filosofico ad una questione meramente conoscitiva, probabilmente a ragione lo cestineremmo.
Ma è davvero la questione conoscitiva la meta della filosofia? è davvero il metodo la meta della filosofia (come bestialmente si insegna nei licei)?
O forse questo mero compito epistemologico non è passibile di strumentalizzazione?
Nietzche lavora da dentro la modernità, ma il nostro compito è di uscire da essa.
Le questioni sono tante, vanno tutte presentate passo dopo passo, lettura dopo lettura. Mi spiace per la sommarietà del testo. Ma i tempi moderni pretendono delle risposte anche raffozzante subito, è questo il mio pensiero.
Buono studio a tutti, ma sopratutto a me stesso.
#33
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Filosofia contro sé stessa...
Ultimo messaggio di green demetr - 24 Ottobre 2025, 20:55:05 PM
Citazione di: PhyroSphera il 01 Ottobre 2025, 11:03:52 AMC'è anche il dualismo bene/male, ma si stava dicendo dell'opposizione realtà/illusione. Certo questa può coinvolgere anche bene e male. Direttamente però, questa dualità è della dottrina manichea.

MAURO PASTORE
L'estate è passata, ho avuto la mia prima caduta nel mondo della vecchiaia.
Non basterebbe la malattia a farci capire cosa è l'ontico?
Abbiamo davvero bisogno dei ragionamenti di Husserl per dirci cosa è reale e cosa è illusione?

Leggendo il mio stesso contributo pre-estivo devo dire che non l'ho capito molto bene. :D
Suppongo che volessi dire che pensare il pensiero come un ente indagabile sia non solo errore epistemologico, ma una vera e propria volontà di negare che la morale sia una scelta libera.
Naturalmente tra queste mie frasi breve ci sta l'intera storia della filosofia e le ultime conoscenze della fisica.
Per brevità quello che intendo dire è che ciò che dovrebbe interessare la filosofia è la scelta libera anzitutto, e successivamente, e solo successivamente, la scelta morale.
Lo stesso Kant all'inizio della ragion pratica difende il concetto di libertà come non solo fine, ma addirittura premessa alla sua ragion pura.
E noi sappiamo anche da un semplice manualetto di filosofia come la filosofia di kant sia alla base non solo dell'idealismo (oggi tramontato), ma anched della filosofia analitica e fenomenologica novecentesca e contemporanea.
Ovviamente fine morale, in quanto il fine in sè stesso non esiste.

Mi pare però di ricordare che lei Pastore si interessasse di Jung.
Noi dunque ci stiamo riferendo ad un paradigma di pensiero piuttosto specifico, e al contempo aspecifico al campo filosofico.
Come sa il mio rapporto con Jung è difficile, da una parte ne riconosco le misteriose origini della sua necessità di filosofare, dall'altra non posso non notare come questo autore sia oggi, dalla modernità, utilizzato sempre più spesso per continuare quell'opera di smantellamento dell'individuo (e dunque della sua morale) a favore della collettività.
A mia intuizione la Bibbia, Platone e Jung utilizzano le figure mediane (vi sono più cose fra cielo e terra di quanta la tua fantasia possa immaginare, dirà Shakespear) come enti morali.
Faccio un esempio, all'inizio di Essere e Tempo, Heidegger scrive che la sua ontologia si occupa di tutte le sostanze mediane.
E che fra queste sostanze mediane, egli si occupa di quella che queste sostanze le pensa, l'uomo è visto come un ente mediano speciale.
E' forse utile ricordare di come anche Kant chiami speciali quelle filosofie che si occupano di Anima, Dio e Mondo.
C'è come uno iato tra antichità e modernità.
A mia intuizione nemmeno poi tanto: in quanto gli enti mediani dell'antichità sono ciò che compone la morale.
Se nell'antichità vi era certezza che questi enti vivessero, nella nostra che abbiamo perso il filo con quelle certezze, sembra siamo ossessionati a rivelarne la natura.
E' lì che avviene il cortocircuito tra reale e illusione.
Anzitutto è un cortocircuito provocato da una impossibile semantica, quella di ridurre l'esperienza ad una questione meramente semantica.
Credo che Jung su queste cose avesse una predisposizione che lui stesso chiamerebbe magica. E sono d'accordo con essa.
Penso anche che lui volesse poter rendere conto di questa esperienza mistica, credette, a torto, che la scieza freudiana potesse aiutarlo in questo.
Ma la talking cure di Freud mette in rilievo l'esperienza mondanda, non quella mistica.
Jordan Peterson che si definisce junghiano lo ha spiegato brevemente cosi: nella pratica clinica è difficile che venga qualcuno a dirti che ha un problema con questo o quell'archetipo.
Ecco che i discorsi si sovrappongono: e allora come è possibile che oggi quella junghiana venga considerata una psicologia funzionale?
Perchè la funzionalità (parola che ho aggiunto prima apposta per distinguere) è proprio quella che serve, fa da ancella alla scienza contemporanea. Ossia alla sua volontà di potenza.

Bisogna stare attenti perciò a non scambiare il reale per illusione e l'illusione per realtà.
Putroppo per Jung il suo libro su Nietzche mette in luce come non essendo egli un filosofo professionista, non essendolo per indole, faccia degli errori clamorosi, che poi è sempre lo stesso, considerare la metodologia degli altri (Freud e Nietzche) come una sostituzione di un simbolo.
Come se, per unire il discorso di apertura, l'ente mediano che abita quel simbolo sia in diretta correlazione con quello che viene scambiato per, di volta in volta, il discorso di Freud, il discorso di Nietzche, quando invece, questi discorsi, sono metodologie scientifiche, e perciò irrelate a qualsiasi contenuto (che alla fine si rivela essere supposto, infatti Jung non è considerato un grande lettore di Nietzche, e se ne va liscia la questione, nemmeno di Freud; non costruiva una nuova scuola di pensiero sennò.

Queste sono le premesse alla mia futura filosofia.
Jung non è escluso, come non lo è il pensiero orientale, si tratta però di sapere per bene cosa siano questi esseri tra cielo e terra.
Ciao!
#34
Tematiche Spirituali / Re: Piccola proposta di una nu...
Ultimo messaggio di sapa - 24 Ottobre 2025, 20:44:04 PM
Certo che questa teologia proposta da Luther Blissett non è male. Riassumo schematicamente: Dio è unico, in quanto c'è solo lui, sia come divinità che come realtà, è eterno, ma non onnipotente, in quanto, a causa della sua stessa divinità, non può nè nascere, nè morire. E nella sua onn-impotenza, è ridotto a cercare avidamente l'esperienza delle sue allucinazioni, che siamo noi. Un Dio minore, dunque, che non si sa bene chi, nè perchè, ha costretto in una situazione da neuro-deliri. Un Dio quasi fantozziano nella sua impotenza, al punto che non si può non sodalizzare con Lui. Quindi, saremmo al punto che le allucinazioni di Dio sentano, per simpatia,  quasi il bisogno di rendere più interessante l'esistenza problematica del Dio minore, perchè no?, con una guerra o con altri eventi degni di nota. Andrà in Paradiso l'allucinazione di Dio, che sarà riuscita ad attirare maggiormente la Sua attenzione. Già, il Paradiso.. Ci sarà anche in questa teologia un Paradiso e potrebbe essere la memoria del Dio minore, cioè tutte quelle allucinazioni degne di essere da Lui ricordate al risveglio. All'Inferno, invece, tutte le allucinazioni Divine ordinarie, quelle grigie, incolori, non degne della Sua nota. Concordo con Luther Blisset, un Dio come questo sarebbe più simpatico e meno complicato. Adesso, però, quale liturgia? Come si venera un Dio come questo? Passo....
#35
Riflessioni sull'Arte / Il Pensatore di Rodin
Ultimo messaggio di Adalberto - 24 Ottobre 2025, 20:14:53 PM
A Parigi il bronzo di Rodin è chiamato il Pensatore, ma sembra che inizialmente l'autore volesse nominarlo  il Poeta, con l'idea di inserire l'opera in un ambito più ampio. L'aveva immaginato  all'ingresso delle porte dell'Inferno, come un solitario Dante senza Virgilio. Poi forse il naso non gli era  venuto bene, forse aveva finito il bronzo per ricoprirlo con la solita roba addosso: non  ci è dato sapere perché ora si chiami così. Ma quando l'ho visto, per rispetto  non ho usato il cellulare per fargli foto come un turista qualsiasi. Ho preferito registrare  i dialoghi che coglievo lì intorno.
 Li ho tradotti ora  dal francese, con un po' di approssimazione.



Il movimento
 "Ma la smetti di guardarmi da lassù?"
 "Non guardo te, formica, ma il tuo girovagare,  senza meta..."
 
" Mi ci mancava solo un poeta oggi, che la giornata è già pesante per tutte queste briciole  da trasportare"
 " Sono più che un poeta:  sono un Pensatore!"
 " Eh lo vedo bene..., Tutto nudo come sei, oggi che piove a cosa stai pensando?
 Al colore dell'impermeabile da comprare?"
 " Se non rischiassi di perdere il filo del mio ragionamento, scenderei da qui
  per schiacciari, microbo!"

 " Seee. Sai  che fifa che mi fai. 
 Anzi mi fai pena, fermo immobile come sei.. prenderai il raffreddore!."
 " Le porte dell'inferno che vedo... mi bastano per scaldarmi"
 "  Ah, be', se fosse la fantasia a far girare il mondo, io oggi nel formicatio mi sarei già portata una michetta intera!"


Il lavoro
" Che poi ti vedo sempre così indolente. Privo di iniziativa. Ma non vedi quanta gente passa?
 E allora alza quella tua mano sinistra penzolante!  Apri quel  palmo inutile e raccogli qualche euro come fanno tutti qui in strada!  Poi  dividiamo a metà e ce la spassiamo , no?"
 " 'azz! Ora mi ha  distratto davvero: ero quasi arrivato al dunque del mio filosofare. Ora sono smarrito! Ma  quasi quasi ci faccio un pensierino.."
 "Dai, scendi allora, ci facciamo un giro insieme."
 "Ma se mi muovo... dove vado? Non sono mica programmato a elaborare questi pensieri banali.
 Io penso.. alla profondità elevata dei miei quesiti abituali:   "che cosa posso sapere?", "che cosa ho diritto di sperare?" .
 Talvolta scandaglio anche il "Che cosa devo fare?" ma non certo per ridurlo a come scendere da questo  piedistallo
 Ma anche se lo facessi, poi.. chi prenderebbe il mio posto, qui ... a Pensare!?"
 
"Maffigurati chi mai al giorno d'oggi desidera più pensare?
  E se anche un tizio si sedesse sul tuo trespolo, senza nemmeno una porta USB, sloggerebbe non appena  il cellulare si scaricasse.
 Hai forse paura di rimanere dissoccupato se ti assenti qualche giorno?  Non hai maturato il diritto alle ferie?"
 " Non ho un contratto di lavoro,..non ci ho maj pensato."
 " Allora sei proprio un grullo; aveva ragone mia nonna che faceva apposta a salirti  in faccia per stuzzicarti, ma non tu non reagivi,  nemmeno un plissé."
 " Ah, era tua parente quella lì, che si muoveva addosso come una matta e non smetteva di ripetere tre misteriore parole: gran, gros e ciula.
 Ma che voleva dirmi?"

 " Ehm  ..era una metafora, come dire che... il tuo fisco prestante, cioè,  tutti quesi muscoli non fanno immaginare proprio la figura di  un intellettuale.  Li vedi pure passare qui sotto i veri pensatori: magri, con gli occhiali, anche bruttini. Mentre tu.. Ma lo sai che hai sbagliato mestiere... Non  hai mai pensato di fare il toy boy?"


La scelta.
 
"Ehi formica? Ho pensato che hai ragione."

"Wow!"
" Scenderei, ma ho i muscoli introrpiditi.
 Non è che fai un salto  in farmacia a comprarmi un tubetto di arnica?"

" Ehi, ma per chi mihai prseo? Chiama Deliveroo !"
#36
Tematiche Spirituali / Re: Piccola proposta di una nu...
Ultimo messaggio di iano - 24 Ottobre 2025, 19:45:17 PM
Citazione di: Luther Blissett il 24 Ottobre 2025, 18:44:24 PMSolipsismo!  Interroghiamo zia Wikipedia che ora ci dirà con precisione cos'è: "dottrina filosofica secondo cui l'individuo pensante può affermare con certezza solo la propria esistenza, poiché tutto quello che percepisce sembra far parte di un mondo fenomenico oggettivo a lui esterno, ma che in realtà è tale da acquistare consistenza ideale solo nel proprio pensiero, cioè l'intero universo è la rappresentazione della propria individuale coscienza."
Ho messo in evidenza questa parte del tuo post, e in fondo a destra è apparso il riquadro, ''cita il testo selezionato'', su cui quindi ho cliccato. E voilà.

Ma, secondo me è quando prendiamo coscienza della rappresentazione che ciò che diciamo realtà viene smascherato come apparenza, che può allora essere considerata come apparenza di una realtà  informe, e che  perciò ammette diverse forme rappresentative, senza che ve ne sia una che possa dunque rappresentarla veramente.
Finché però la rappresentazione rimane unica vale per noi come univoca.
Non è propriamente la scienza ad aver attuato lo smascheramento, ma ha reso possibile la presa di coscienza spazzando via l'univocità della rappresentazione.
Ora abbiamo due modi di agire nella realtà, quello a cui soprassiede l'immaginazione, capace di generare sia il sogno che l'illusione di realtà, che perciò sono fatti della stessa sostanza immaginaria, e quello di ogni apparenza privo , la scienza, perchè usa un linguaggio descrittivo non immaginativo.
Dove l'elaborazione dei dati  rimane nascosta, il risultato appare come evidente, e quando l'elaborazione dei dati  è palese, il risultato non è evidente, altrimenti detto incomprensibile.
L'anello di congiunzione fra le descrizioni alternative è la geometria euclidea, che sembra essere al contempo evidente realtà e sua descrizione.
Non è una coincidenza che la matematica, in quanto linguaggio descrittivo, descriva cosi bene la realtà, perchè ciò che abbiamo inteso essere realtà era una sua descrizione.
I mondi in cui crediamo o non crediamo di vivere, riuscendo comunque attraverso essi a vivere la realtà, sono spazi di comunicazione, e ciò che da senso ai diversi linguaggi è la condivisione. Senza questa condivisione i linguaggi perdono significato.
Resta semmai appunto da spiegare come facciano i linguaggi a veicolare un significato, perchè una sfilza di simboli o di suoni non hanno in se un significato, a meno che non ci sia un accordo su cosa fare ad un dato segnale.
Il linguaggio ci consente di agire come un sol uomo e in ciò, non nella verità, è il potere della scienza.
Perchè se era vero ciò che era evidente, ciò che è evidente non è più vero.

#37
Tematiche Spirituali / Re: La fede: per alcuni una te...
Ultimo messaggio di anthonyi - 24 Ottobre 2025, 19:25:58 PM
Citazione di: Luther Blissett il 23 Ottobre 2025, 21:51:59 PMUna cosa che non possiamo fare a meno di notare è che il pensiero religioso induce talora le persone credenti a sragionare, a farneticare.
 Eppure il pensiero religioso dovrebbe essere una visione del mondo in qualche modo edificante e pertanto anche rasserenante, e invece, fateci caso, può degenerare in atrocità del pensiero.
 Persone che presumiamo essere normali, più o meno come noi, persone che conducono una vita ordinaria fatta di cose ordinarie, e che, se le interrogassimo su svariati argomenti pratici, li sentiremmo ragionare più o meno come noi.
 E invece, se venissero qui a disvelarci qualcuno degli spezzoni della loro visione del mondo religiosa, eccoli che ci rovescerebbero addosso quel qualcosa di atroce che può germinare nel cuore dell'uomo.
 Ovunque si colgono questi soggetti che vengono a dimostrarci come la fede religiosa possa difficilmente distinguersi da una particolare forma di patologia del pensiero.
 Non bastandomi le citofonate dei TdG, né le innumerevoli esperienze derivatemi dalla mia insaziabile curiosità antropologica, periodicamente mi sottopongo ad ampli cicli di giri esplorativi sui siti "religiosi" di Youtube, etcetera... una indigestione di video su Medjugorje e via discorrendo. Ne ho ricavato una deprimente impressione sulla condizione umana in generale e su quella dei credenti in particolare: i credenti sembrano avere un insano bisogno di scaricarci addosso un vissuto minatorio, una alluvione tormentosa di oscure minacce. Costoro anelano ad annunciarci mille e non più mille piaghe bibliche.
 A volte mi viene da pensare, e da sperare, che l'uomo del futuro riuscirà a trovare un modo scientifico di liberare queste persone dagli incubi delle loro cupe visioni del mondo.

Proviamo a definire la religiosità, dalle sue radici.
 Il gruppo prevale sempre sull'individuo, ed è nel gruppo che si formano dapprima tutte le idee che poi vengono assunte e vissute singolarmente dagli individui.
 Preistoricamente, tre sono le radici principali e riconosciute dagli antropologi della nascita nei gruppi umani del sentimento religioso:
 1) L'esperienza onirica: i sogni hanno sempre fortemente colpito l'uomo, e costretto a fare i conti col presentarsi elusivo alla propria coscienza di una vita altra e incoercibile. Il cacciatore tornava stanco e ad ogni suo abbandonarsi al riposo l'attendeva l'incontro con una deuterorealtà inafferrabile. Il sogno oggi è quasi smontato a escrezione psichica, e le sue immagini non ci stupiscono più come poteva accadere ai nostri remoti antenati, per i quali invece le immagini oniriche erano più che spettacolari effetti speciali Telefunken, segni senz'altro di qualcos'altro che premeva sulla coscienza, che ne rimaneva stupefatta ed attonita. Ogni notte i nostri antenati rivedevano i propri morti, oppure scorgevano cose impossibili nel mondo diurno, e il loro stupore davanti ai sogni ora possiamo soltanto immaginarcelo;
 2) L'incontro casuale prima e ritualizzato poi con le sostanze alteranti la coscienza: le droghe e tutte le sostanze psicotrope rivestono una importanza enorme nelle prime scaturigini della religiosità. Tracce dell'importanza di ciò è conservata anche nei testi sacri di tutte le religioni (dal soma vedico, al haoma iranico, al kikaion mediterraneo, etc). Gli sciamani e i curanderos presenti in molti popoli si introducono ai mondi dell'altrove con l'uso meditato di sostanze fungine o altre che permettono loro verso quell'altrove di letteralmente volare. Ma anche tra i comuni abitanti dei villaggi capitava sporadicamente di intossicarsi senza volerlo e di esperire così stati altri di coscienza che scuotevano profondamente quei soggetti, inducendoli a ritenere possibile l'esistenza di altre realtà oltre quella abituale;
 3) Le allucinazioni, e gli altri stati correlati alle patologie psichiatriche: le allucinazioni, soprattutto uditive, rivestono un'importanza capitale nella storia delle religioni. Un'epilessia temporale, ad esempio, può comportare vivide allucinazioni a sfondo religioso, e non conviene per ovvie ragioni citare qui degli esempi, dato che purtroppo è successo che allucinazioni private siano poi divenute estremamente contagiose e nei loro effetti abbiano dilagato tra milioni di persone.                                                                                          Allucinazioni e deliri vengono abitualmente esperite da circa l'1% dell'umanità, ma se consideriamo anche patologie intercorrenti e quelle terminali, diciamo che almeno un terzo delle persone ha la probabilità di incorrere nella vita in simili esperienze.
 Enumerate le tre radici preistoriche, un breve cenno composito e non analitico a quelle storiche.
 Dopo centomila anni di verba volant, sono infine arrivati gli scripta manent, e sono così nate le religioni di massa, parallelamente al formarsi degli imperi, dopo che per decine di millenni gli umani si erano aggregati soltanto in piccoli villaggi.
 I Potenti proiettati nei cieli diventano loro stessi autori indiretti o diretti di alcuni degli scripta.
 I Potenti nei cieli avevano atteso con pazienza divina per almeno centomila anni che l'uomo finalmente avesse inventato lo strumento tecnico della scrittura, per potersi precipitare a scrivere anch'essi i loro Libri (beh, sì, anche i Potenti hanno una loro libido scribendi... ).
 Sofisticate teologie verranno poi ricamate a partire da quei Libri.

Non tutte le religioni sono nate a tavolino ma tutte a tavolino sono state ottimizzate.
 
Ciao Luther, non so se, a seguito di questo post, debbo considerarti un PRA(Presuntuoso razionalità ateo). Un PRA é un soggetto che certamente si dichiara ateo, ma questi sono fatti suoi, e che presume la superiorità razionale del suo ateismo rispetto alla condizione di credente, e questo é un fatto che invece interessa chi é credente, ed interessa me, perché é una posizione pregiudiziale, discriminatorio, come il razzismo tanto per intenderci.
Nell'atteggiamento del PRA ci sono due  pregiudizi. Il primo sta nel pensare che l'idea ateista sia intrinsecamente razionale, cosa errata: sia affermare che Dio esiste, sia che non esiste, non può essere frutto di un discorso razionale, per cui se si crede all' una o all'altra cosa questa credenza comunque non é razionale. Razionale é la posizione dell'agnostico che afferma di non sapere se Dio esiste o no.
Il secondo pregiudizio é quello di "superiorità razionale" del  PRA rispetto ai credenti, che vengono descritti come "fanatici", allucinati, isterici.
Il problema, caro Luther, é che  la storia umana, è soprattutto la storia della civiltà umana, é una storia di credenti e non di PRA.
Ci sono stati alcuni periodi, nella storia, nei quali i PRA hanno fatto capolino, ma le cose non sono andate tanto bene. E' successo durante la Rivoluzione Francese, con il grande spargimento di sangue che comportò, culminato poi nella dittatura napoleonica.
E' successo nella rivoluzione Russa, altro grande spargimento di sangue, culminato nella dittatura staliniana.
E' successo nella Germania nazista, quando i nazisti portavano nelle loro celebrazioni gli ostensori religiosi privi del l'ostia, a simboleggiare l'assenza di Dio.
Contrariamente a quello che tu pensi, Luther, la religione rappresenta il più alto livello di razionalità umana, una razionalità sociale che, di origine umana o meno, ha compreso la necessità di implementare principi etici negli individui permettendo loro di costruire una società migliore.
Questo é stato fatto certamente sfruttando meccanismi di condizionamento umano che vanno al di là della coscienza razionale, ma la razionalità sta nel messaggio che ha condizionato gli individui.
L'individuo irrazionale può essere indotto allo stesso modo a seguire il simbolo di una croce uncinata o il simbolo di una mamma con un bambino in grembo, ma mentre nel primo caso questo porta orrore è morte, nel secondo caso questo porta al rispetto per la vita, e quindi esprime una razionalità superiore in senso sociale.
#38
Tematiche Spirituali / Re: "Il pane benedetto"
Ultimo messaggio di anthonyi - 24 Ottobre 2025, 19:14:19 PM
Ciao Luther, é un racconto interessante quello che fai. Spesso per dare una buona educazione ai bambini si usano meccanismi artificiosi come quello utilizzato da tua madre. 
Se sia un bene o un male non so, dipende dal l'efficacia, e nel tuo caso, vedendo quello che scrivi, direi che l'efficacia non é stata eccezionale.
Comunque se hai realmente passione per la ricerca ti consiglio di approfondire gli studi sulla Sacra Sindone prima di affermare con superficiale ingenuità che si tratta di una simulazione medioevale basandoti solo su una datazione al radio carbonio fatta su piccole parti periferiche, e quindi certamente condizionate da rammendi fatti nel tempo alle slabbrature del tessuto, oltre che da un paio di incendi.
La Sacra Sindone presenta una molteplicità di cose inspiegabili per la nostra conoscenza odierna. Nessuno sa spiegare con certezza come si sia potuta produrre, e nessuno sarebbe in grado di riprodurla oggi, figuriamoci nel medioevo. 
#39
Tematiche Filosofiche / Re: Alla ricerca della gaia sc...
Ultimo messaggio di green demetr - 24 Ottobre 2025, 19:05:35 PM
Citazione di: iano il 27 Settembre 2025, 17:31:42 PMSe però la scienza invece non afferma di poter dire il vero
Si va bene abbiamo fatto il compitino, la scienza non dice il vero (lo so benissimo, non scambiarmi per uno a digiunto di filosofia) , però quando si auto-premia con i nobel e si impone con la forza sulla libera scelta degli individui, là il concetto di verità non è chiamato in causa nevvero?
Iano ma non sei stufo di farti prendere in giro da questi criminali?
Diamoci un taglio come loro scienziati danno un taglio a noi, perchè vedi quelli si arrogano di essere i migliori, ma stanno sempre a parlare male della filosofia, dimostrando loro malgrado non solo la loro volontà di distruzione dell'altro, ma anche proprio di non capire niete della filosofia, sopratutto di quella che ragionava CON Dio. Lascia perdere le vecchiette con i loro rosari etc...C'è un abisso di incomprensione tra filosofia e scienza, l'ho sempre saputo dal giorno 1, quando non sapevo un cazzo.
Chiamalo se vuoi pre-giudizio, io la chiamo rimembranza platonica.
E infatti (vivendo e studiando si capisce che) la scienza si arroga il DIRITTO (addirittura) della verità.
Sono dei pazzi. Questa è la mia conclusione definitiva.
Ridiamo spazio e sopratutto parola ai filosofi, futuri ovviamente, perchè quelli di oggi sono collaborazionisti e incapaci.
Ripartiamo a parlare del canone, magari tralasciando tutti quei filosofi che non parlano di morale, ossia tutti quelli della modernità, l'ultimo "buono" è stato Kant....duecento anni di cagate dopo...lo so sono troppo diretto. Ma è il frutto di letture scomposte, agitate e tanto, ma proprio tanto vissuto, dal basso, dalle periferie.
#40
Tematiche Spirituali / Re: "Il pane benedetto"
Ultimo messaggio di Luther Blissett - 24 Ottobre 2025, 18:56:56 PM
(non ho ancora imparato come si cita l'interlocutore a cui ci si rivolge)

Grazie per il benvenuto  :)