Citazione di: sapa il 24 Ottobre 2025, 20:44:04 PMCerto che questa teologia proposta da Luther Blissett non è male. Riassumo schematicamente: Dio è unico, in quanto c'è solo lui, sia come divinità che come realtà, è eterno, ma non onnipotente, in quanto, a causa della sua stessa divinità, non può nè nascere, nè morire. E nella sua onn-impotenza, è ridotto a cercare avidamente l'esperienza delle sue allucinazioni, che siamo noi. Un Dio minore, dunque, che non si sa bene chi, nè perchè, ha costretto in una situazione da neuro-deliri. Un Dio quasi fantozziano nella sua impotenza, al punto che non si può non sodalizzare con Lui. Quindi, saremmo al punto che le allucinazioni di Dio sentano, per simpatia, quasi il bisogno di rendere più interessante l'esistenza problematica del Dio minore, perchè no?, con una guerra o con altri eventi degni di nota. Andrà in Paradiso l'allucinazione di Dio, che sarà riuscita ad attirare maggiormente la Sua attenzione. Già, il Paradiso.. Ci sarà anche in questa teologia un Paradiso e potrebbe essere la memoria del Dio minore, cioè tutte quelle allucinazioni degne di essere da Lui ricordate al risveglio. All'Inferno, invece, tutte le allucinazioni Divine ordinarie, quelle grigie, incolori, non degne della Sua nota. Concordo con Luther Blisset, un Dio come questo sarebbe più simpatico e meno complicato. Adesso, però, quale liturgia? Come si venera un Dio come questo? Passo....Complimenti per il compendio che hai fatto della mia teologia del teosolipsismo

Citazione di: Koba il 28 Settembre 2025, 17:34:08 PMCiao green.Affrontare seriamente Nietzche è un problema. Se tu rimbalzi da un testo all'altro, io rimbalzo da una aforisma all'altro, ma dentro la stessa opera.
Non sono sicuro di aver capito quello che intendi dire. Come si può criticare e dissolvere la metafisica e la religione senza intaccare l'insieme di quei valori etici che derivano da esse?
Subito dopo Umano troppo umano, in Aurora e poi in Gaia scienza, Nietzsche mi sembra faccia i conti con la conoscenza. Conoscenza che è appunto smascheramento delle menzogne religiose e metafisiche, ma anche conoscenza in quanto passione (che lui conosceva bene).
Un'opera aforistica, come fa notare Montinari in "Che cosa ha detto Nietzsche", è sempre un'opera aperta.
Io ho l'impressione, mentre leggo questi testi, di rimbalzare dall'uno all'altro affrontando gli stessi nuclei tematici da visuali però differenti.
Lo spirito libero di Umano troppo umano diventa così l'uomo della conoscenza di Aurora e Gaia scienza. Il quale poi con l'idea dell'eterno ritorno è chiamato a fare un salto di qualità, diciamo così, ad andare oltre se stesso, ad essere "superuomo".
Citazione di: PhyroSphera il 01 Ottobre 2025, 11:03:52 AMC'è anche il dualismo bene/male, ma si stava dicendo dell'opposizione realtà/illusione. Certo questa può coinvolgere anche bene e male. Direttamente però, questa dualità è della dottrina manichea.L'estate è passata, ho avuto la mia prima caduta nel mondo della vecchiaia.
MAURO PASTORE

Citazione di: Luther Blissett il 24 Ottobre 2025, 18:44:24 PMSolipsismo! Interroghiamo zia Wikipedia che ora ci dirà con precisione cos'è: "dottrina filosofica secondo cui l'individuo pensante può affermare con certezza solo la propria esistenza, poiché tutto quello che percepisce sembra far parte di un mondo fenomenico oggettivo a lui esterno, ma che in realtà è tale da acquistare consistenza ideale solo nel proprio pensiero, cioè l'intero universo è la rappresentazione della propria individuale coscienza."Ho messo in evidenza questa parte del tuo post, e in fondo a destra è apparso il riquadro, ''cita il testo selezionato'', su cui quindi ho cliccato. E voilà.
Citazione di: Luther Blissett il 23 Ottobre 2025, 21:51:59 PMUna cosa che non possiamo fare a meno di notare è che il pensiero religioso induce talora le persone credenti a sragionare, a farneticare.Ciao Luther, non so se, a seguito di questo post, debbo considerarti un PRA(Presuntuoso razionalità ateo). Un PRA é un soggetto che certamente si dichiara ateo, ma questi sono fatti suoi, e che presume la superiorità razionale del suo ateismo rispetto alla condizione di credente, e questo é un fatto che invece interessa chi é credente, ed interessa me, perché é una posizione pregiudiziale, discriminatorio, come il razzismo tanto per intenderci.
Eppure il pensiero religioso dovrebbe essere una visione del mondo in qualche modo edificante e pertanto anche rasserenante, e invece, fateci caso, può degenerare in atrocità del pensiero.
Persone che presumiamo essere normali, più o meno come noi, persone che conducono una vita ordinaria fatta di cose ordinarie, e che, se le interrogassimo su svariati argomenti pratici, li sentiremmo ragionare più o meno come noi.
E invece, se venissero qui a disvelarci qualcuno degli spezzoni della loro visione del mondo religiosa, eccoli che ci rovescerebbero addosso quel qualcosa di atroce che può germinare nel cuore dell'uomo.
Ovunque si colgono questi soggetti che vengono a dimostrarci come la fede religiosa possa difficilmente distinguersi da una particolare forma di patologia del pensiero.
Non bastandomi le citofonate dei TdG, né le innumerevoli esperienze derivatemi dalla mia insaziabile curiosità antropologica, periodicamente mi sottopongo ad ampli cicli di giri esplorativi sui siti "religiosi" di Youtube, etcetera... una indigestione di video su Medjugorje e via discorrendo. Ne ho ricavato una deprimente impressione sulla condizione umana in generale e su quella dei credenti in particolare: i credenti sembrano avere un insano bisogno di scaricarci addosso un vissuto minatorio, una alluvione tormentosa di oscure minacce. Costoro anelano ad annunciarci mille e non più mille piaghe bibliche.
A volte mi viene da pensare, e da sperare, che l'uomo del futuro riuscirà a trovare un modo scientifico di liberare queste persone dagli incubi delle loro cupe visioni del mondo.
Proviamo a definire la religiosità, dalle sue radici.
Il gruppo prevale sempre sull'individuo, ed è nel gruppo che si formano dapprima tutte le idee che poi vengono assunte e vissute singolarmente dagli individui.
Preistoricamente, tre sono le radici principali e riconosciute dagli antropologi della nascita nei gruppi umani del sentimento religioso:
1) L'esperienza onirica: i sogni hanno sempre fortemente colpito l'uomo, e costretto a fare i conti col presentarsi elusivo alla propria coscienza di una vita altra e incoercibile. Il cacciatore tornava stanco e ad ogni suo abbandonarsi al riposo l'attendeva l'incontro con una deuterorealtà inafferrabile. Il sogno oggi è quasi smontato a escrezione psichica, e le sue immagini non ci stupiscono più come poteva accadere ai nostri remoti antenati, per i quali invece le immagini oniriche erano più che spettacolari effetti speciali Telefunken, segni senz'altro di qualcos'altro che premeva sulla coscienza, che ne rimaneva stupefatta ed attonita. Ogni notte i nostri antenati rivedevano i propri morti, oppure scorgevano cose impossibili nel mondo diurno, e il loro stupore davanti ai sogni ora possiamo soltanto immaginarcelo;
2) L'incontro casuale prima e ritualizzato poi con le sostanze alteranti la coscienza: le droghe e tutte le sostanze psicotrope rivestono una importanza enorme nelle prime scaturigini della religiosità. Tracce dell'importanza di ciò è conservata anche nei testi sacri di tutte le religioni (dal soma vedico, al haoma iranico, al kikaion mediterraneo, etc). Gli sciamani e i curanderos presenti in molti popoli si introducono ai mondi dell'altrove con l'uso meditato di sostanze fungine o altre che permettono loro verso quell'altrove di letteralmente volare. Ma anche tra i comuni abitanti dei villaggi capitava sporadicamente di intossicarsi senza volerlo e di esperire così stati altri di coscienza che scuotevano profondamente quei soggetti, inducendoli a ritenere possibile l'esistenza di altre realtà oltre quella abituale;
3) Le allucinazioni, e gli altri stati correlati alle patologie psichiatriche: le allucinazioni, soprattutto uditive, rivestono un'importanza capitale nella storia delle religioni. Un'epilessia temporale, ad esempio, può comportare vivide allucinazioni a sfondo religioso, e non conviene per ovvie ragioni citare qui degli esempi, dato che purtroppo è successo che allucinazioni private siano poi divenute estremamente contagiose e nei loro effetti abbiano dilagato tra milioni di persone. Allucinazioni e deliri vengono abitualmente esperite da circa l'1% dell'umanità, ma se consideriamo anche patologie intercorrenti e quelle terminali, diciamo che almeno un terzo delle persone ha la probabilità di incorrere nella vita in simili esperienze.
Enumerate le tre radici preistoriche, un breve cenno composito e non analitico a quelle storiche.
Dopo centomila anni di verba volant, sono infine arrivati gli scripta manent, e sono così nate le religioni di massa, parallelamente al formarsi degli imperi, dopo che per decine di millenni gli umani si erano aggregati soltanto in piccoli villaggi.
I Potenti proiettati nei cieli diventano loro stessi autori indiretti o diretti di alcuni degli scripta.
I Potenti nei cieli avevano atteso con pazienza divina per almeno centomila anni che l'uomo finalmente avesse inventato lo strumento tecnico della scrittura, per potersi precipitare a scrivere anch'essi i loro Libri (beh, sì, anche i Potenti hanno una loro libido scribendi... ).
Sofisticate teologie verranno poi ricamate a partire da quei Libri.
Non tutte le religioni sono nate a tavolino ma tutte a tavolino sono state ottimizzate.
Citazione di: iano il 27 Settembre 2025, 17:31:42 PMSe però la scienza invece non afferma di poter dire il veroSi va bene abbiamo fatto il compitino, la scienza non dice il vero (lo so benissimo, non scambiarmi per uno a digiunto di filosofia) , però quando si auto-premia con i nobel e si impone con la forza sulla libera scelta degli individui, là il concetto di verità non è chiamato in causa nevvero?
