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La Croce Solare: un anno e un giorno, e l'eterno divenire

Riflessioni sul Paganesimo

di Monica Casalini   indice articoli

 

La Croce Solare: un anno e un giorno, e l'eterno divenire.

(Dal cambio stagionale alla croce cristica)

Marzo 2013

  • Solstizi ed equinozi

  • Dei Sole

  • Natale e Pasqua tra croci e spine

  • T come Croce

  • In hoc signo vinces

  • La Svastica

  • La Croce di Brigit

  • La ruota dell'anno

  • Curiosità

 

"Canto la gloria del risplendente Dio del Sole,
la bellissima progenie del possente Giove,
Colui che, attraverso la vivificante fonte solare,
nella sua mente creatrice nascose
la forma di una triade di splendidi Dei solari;
da cui le multiformi forme del mondo emersero
dalla mistica tenebra nella magnifica luce,
perfetta e ricolma di beni della sfera intellettiva."

 

 

La Croce SolareCosì inizia l'Inno al Sole di Flavio Claudio Giuliano, ultimo Imperatore pagano che tentò con ogni mezzo di ristabilire l'antica religione romana dopo che suo zio Costantino I aveva fatto dichiarare il Cristianesimo come religione ufficiale.

Già da questi primissimi versi si intravede la magnificenza che fino ad allora aveva ispirato l'uomo, sin dai suoi primi vagiti su questa Terra, alla devozione verso l'astro al quale più di tutti dobbiamo la nostra esistenza.

Immaginate per un solo momento di vivere migliaia di anni or sono, quando nulla era alla portata della vostra conoscenza: perché abbiamo sete? Cosa sono i lampi nel cielo? Come mai scende il ghiaccio dal cielo? Oggi sono domande banali le cui risposte sono alla portata di chiunque, ma in epoca preistorica erano le basi della vita. Capire il meccanismo di una qualsiasi cosa era una conquista straordinaria, da cui poteva dipendere la sorte di un'intera popolazione. O di un'intera specie.

E' perciò chiaro che quando gli uomini capirono che il sole non solo fornisce l'alternanza del giorno e della notte, ma anche delle stagioni e della crescita nei campi, cominciarono a considerarlo sin da subito una presenza sovrannaturale. E il passo verso la divinità fu molto breve: appena cioè si formò nell'uomo il pensiero-forma del divino.

Da quel momento in poi ogni popolazione, ogni tribù, ogni persona considerò il Sole quale divinità suprema, reggitrice dei Cieli e dei destini umani. Dal Sole dipendeva ogni aspetto della vita umana e il suo eterno ciclo rappresentava la sicurezza della stabilità, la certezza che qualsiasi cosa fosse accaduta, il Sole sarebbe comunque risorto il giorno dopo portando calore e vita per tutti. Il Sole era di fatto invincibile, d'altronde era un Dio, ed è proprio per questa sua formidabile invulnerabilità che le eclissi solari erano viste come un terribile presagio di sventura.

 

Solstizi ed equinozi

Ecco un ulteriore passo:

 

"Ma nel tuo cammino, armoniosamente divino, la tua orbita quattro volte attraversa questi mondi;
così rivelando i dodici poteri degli Dei luminosi [...]"

 

Ovviamente Flavio Giuliano qui si riferisce all'alternarsi delle stagioni e dei 12 mesi dell'anno.

Partiamo dall'inizio allora: la parola "anno" trae la sua origine dalla radice indoeuropea -an che significa circolo, e infatti l'anno si ripete come una ruota (non a caso l'alternarsi delle stagioni è spesso chiamato "ruota dell'anno").

Solstizi ed equinoziSu questo cerchio immaginario poniamo ora i 4 passaggi fondamentali del Sole (solstizi ed equinozi) esattamente come essi si presentano fisicamente sull'ellisse che la Terra disegna intorno al Sole, cioè come da figura qui accanto. Unendo i solstizi e gli equinozi con due linee rette perpendicolari fra loro otteniamo il primissimo disegno basilare della croce solare e, di conseguenza della ruota dell'anno. Tale disegno è antichissimo e non sappiamo con precisione quando fu disegnato per la prima volta; quel che è certo è che esso veniva utilizzato per indicare il corso del Sole e per estensione la devozione umana alla sua grandezza.

 

 

Dei Sole

Ogni cultura antica aveva la propria divinità solare, perciò tale simbolo è presente ovunque nel mondo, seppur con realizzazioni stilistiche differenti.

Nella mitologia norrena Sòl (Sunna per i Germani) è la dea del sole, personificazione dell'astro divino e la croce inscritta nel cerchio è simbolo del suo carro solare. Sempre nella cultura nordica la croce solare era il simbolo di Odino, anch'egli associato ad un carro celeste. E a proposito di ruote di carri: durante le celebrazioni del solstizio estivo era prassi comune nel nord Europa lanciare delle ruote di carro infuocate lungo i pendii delle colline. Il fuoco, in quel caso, voleva rappresentare la forza solare che veniva meno e quindi si cercava di prolungarla il più possibile con azioni apotropaiche e grandi falò.

Tra i Romani c'erano ben due divinità consecutive: la prima fu Sol Indigetes (progenitore, nativo) che venne sostituita con Sol Invictus (invincibile) sembra grazie alle influenze del culto Mitraico, altro dio solare mediorientale.

E a proposito di Medioriente, due divinità con il simbolo detto furono Ishtar e Baal/Shamash. Mentre una divinità femminile ancora più potente in epoca arcaica fu Arinna, la cui radice ar- sta ad indicare proprio il sole. Ma questo è solo un piccolissimo assaggio delle tantissime tradizioni in cui il binomio sole-croce fa la sua comparsa. Di una tradizione però proprio non possiamo dimenticarci: quella cristiana.

Il Cristo anticamente era una divinità solare a tutti gli effetti, presa pari pari dalle varie iconografie degli dei primaverili e/o vegetativi che l'avevano preceduto (Solo per fare qualche esempio: Horus, Attis, Adon, Jarilo, Dioniso, Mithra, Zeus, Eros, Dumuzi, Marduk e circa 300 altri.) e poi fusa e confusa con la figura di quel leader spirituale chiamato Gesù. Conosciamo tutti fin troppo bene il crocifisso e la storia che lo accompagna e anche se in tanti pensano che si tratti di una storia vera, cioè realmente avvenuta sul piano fisico, in realtà si tratta di una complessa metafora atta a spiegare come funziona il ciclo solare e lo status vegetativo della Terra.

 

Natale e Pasqua tra croci e spine.

Tutto accade quando Gesù viene condannato a morte per crocefissione; egli viene coronato con una ghirlanda di spine e lasciato morire sulla croce. Dopo tre giorni il miracolo: egli risorge.

Anche se la storia sembra svolgersi in primavera (cioè il tempo della Pasqua) in realtà sta raccontando due momenti diversi, primo dei quali è il solstizio invernale. Sol-stizio deriva da sol-status ovvero stasi del sole, poiché in quel momento dell'anno il sole, dopo aver raggiunto l'apice più basso della volta celeste, rimane fermo per tre giorni sullo stesso punto sopra l'orizzonte (ovvero approssimativamente tra il 21/22 e il 23/24 dicembre), dopodiché riprende il suo cammino, questa volta verso il nord celeste (tra il 24/25 dicembre...). In quei tre giorni di stasi, sopra lo zenit, si trova la costellazione della Croce del Sud. Il simbolismo del sole che scende inesorabilmente fino al punto più basso, coincide anche con il momento più freddo dell'anno ovvero l'entrata dell'inverno, mentre le giornate erano sempre meno luminose. Tutti questi elementi andarono a formare l'idea di "morte del sole". Ma dal terzo giorno in poi questi nasce a nuova vita, dando luogo ad un nuovo ciclo e riacquistando giorno dopo giorno forza e vigore.

Una cosa del tutto simile accade in primavera: equi-nozio significa letteralmente "notte uguale" (al giorno, sottinteso) infatti questo è il momento in cui la luce diurna finalmente supera la soglia notturna e le giornate cominciano ad essere più lunghe delle notti. Il Sole quindi vince sulla notte, come il tepore primaverile vince sul freddo invernale; in questo senso si può dire che la Vita supera la Morte, ovvero la vince: e chi rinasce dalla morte può essere solo divino. Di Cristo si dice che "risorge", termine assolutamente appropriato ad indicare l'alzata del sole - non solo mattutina - ma soprattutto quella che riguarda l'orizzonte celeste. D'altro canto solstizio ed equinozio, come abbiamo visto, durano tre giorni e il sole sembra stazionare per tre giorni consecutivi alla stessa altezza, per poi "risorgere" ovvero salire verso l'alto fino al culmine massimo che tocca durante il solstizio estivo. I tre giorni in cui Gesù rimane fermo nel sepolcro sono chiaramente il riferimento ai tre giorni di stasi. E infine, cos'è la corona di spine se non la corona solare che indica i raggi?

Insomma, simbologie su simbologie che si intrecciano e si esplicano i quella che a tutti gli effetti è mitologia pura e semplice, seppur dotata di enorme fascino esoterico e grande verve narrativa.

La croce, come abbiamo visto, esisteva già da millenni e il suo valore era indiscusso. Fu quindi facilissimo prenderla a simbolo del nascente Cristianesimo per rappresentare il sacrificio massimo del Dio Solare Cristo/Gesù.

 

T come CroceT come Croce

La lettera T dell'alfabeto arboreo druidico Beth-Luis-Nion indica l'albero dell'Agrifoglio (Tinne). Tale arbusto compare quale rappresentativo di Cristo nel tradizionale alternarsi dei due solstizi, chiamati anche Janue Coeli (porte del cielo), dove l'altra porta, quella della quercia, è intitolata a San Giovanni. Gesù e Giovanni sono i due "gemelli" ovvero i due figli solari che si contendono il Regno dei Cieli: il Re Agrifoglio sconfigge il Re Quercia durante il solstizio estivo e mantiene il proprio regno fino al successivo solstizio invernale, quando cioè è il Re Quercia a sconfiggere il Re Agrifoglio, e così via per tutta l'eternità.

La simbologia vuole dunque che San Giovanni decollato (decapitato) perda appunto la testa: ovvero il sole che cade dal suo apice sull'orizzonte durante il solstizio estivo. Viceversa, Gesù muore "sulla Croce" (la costellazione del Sud). Ma qui la croce è anche l'essenza stessa di Cristo: la T del proprio corpo arboreo, che poi è il Tau. Luciano di Samosata (II sec d.C.) ci da spiegazione sul Tau nel suo "Giudizio delle vocali":
"Gli uomini piangono e lamentano il proprio destino e riversano le maledizioni su Cadmo che ha introdotto la lettera Tau [...] presa a modello per erigere le costruzioni su cui si crocifiggono gli uomini [...] quella forma che essa ha dato alla croce e che gli uomini chiamano Stauros dal suo nome."
E' quindi chiaro dove si vuole arrivare con queste metafore. Cristo è destinato a morire sulla Croce, poiché la croce è il suo stesso corpo. In altre parole il figlio dell'uomo (l'intera umanità) è destinato a morire, così come vuole la natura terrena: il corpo è uno strumento fisico passeggero, il cui compito è quello di accompagnarci fino alla fine della vita su questo piano, e non oltre. Nell'Aldilà può andarci soltanto la nostra essenza, la nostra anima.

 

In hoc signo vinces

In hoc signo vincesFu ad opera di Costantino I (che abbiamo visto all'inizio) la affermazione "mediatica" del simbolo della croce quale attributo primo del Cristianesimo. A quel tempo un altro simbolo era altrettanto forte e sentito: il pentagramma. Era un potente talismano contro malattie e sfortuna, veniva usato per scopi spirituali e religiosi; rappresentava la conoscenza e la presenza divina... e soprattutto era il simbolo di Dio, anche fra i protocristiani. In alcune tavolette, infatti, il pentagramma compare quale decoro religioso accanto a frasi come "In nomine Domini".

Costantino era solito portare con sé un amuleto che ritraeva entrambi i simboli ed è facile capire perché: in epoca romana non era affatto strano acquisire simboli e divinità altrui poiché questo - secondo le credenze del tempo - avrebbe protetto Roma anche dall'ira degli Dèi stranieri e quindi dalla guerra che i popoli conquistati avrebbero potuto muovere contro l'Urbe.

Ma Costantino era soprattutto un politico e, pur essendo profondamente pagano, doveva prendere una decisione politica. Così, pressato da una religione sempre più corposa, dichiarò il Cristianesimo quale religione ufficiale di Stato. Egli stesso raccontò che, prima di vincere l'importante battaglia di Ponte Milvio, sopra ad una croce vide comparire in cielo una scritta che recitava "In hoc signo vinces", cioè "con questo simbolo vincerai".

Chissà, se Costantino non fosse stato così poco fedele ai propri princìpi pagani (ricordiamo che si fece battezzare solo pochi minuti prima di morire), forse oggi al posto del segno della croce i cristiani farebbero quello del pentagramma...

 

La SvasticaLa Svastica

Il nome ci rimanda ad immagini terribili, piene di violenza e morte. Lo dobbiamo ad Hitler che fece di essa (e anche della croce solare) il simbolo del nazismo. Hitler, nella sua visione distorta, voleva riempire il suo progetto di simboli esoterici e pagani che venivano dagli antichi echi del popolo Romano; simboli legati al sole, alla vittoria e a tutto ciò che è luminoso e grandioso. Peccato che gli sfuggisse il senso più profondo della cosa.

La svastica, invece, è un altro bellissimo esempio di arte solare: la sua figura si sdoppia, si riproduce quasi come un frattale e sembra dare movimento ai raggi solari normalmente disegnati come linee rette. La particolarità è che esiste anche in Oriente, quale simbolo del Sole e del suo rinomato legame con la terra del "Sol Levante".

 

La Croce di Brigit

La Croce di BrigitQuesta particolarissima croce a braccia incrociate rappresenta ancora una volta il Sole, ovviamente, ma in relazione ad un altro aspetto fondamentale: la conoscenza. Tale croce è il simbolo non plus ultra dell'irlandese Brigit, dea primaverile della luce, del sapere e delle arti; tutte materie che devono molto al sole e alla sua sovrintendenza. Brigit è la dea che rinverdisce i prati dal bianco della neve; è colei che porta una fiaccola in mano o in testa e simboleggia la luce solare che accompagna il calore primaverile. Porta il fuoco che anima il sapere, che illumina le menti con la conoscenza e dona la vera libertà. L'Elemento Fuoco è associato al sapere e alla volontà dell'uomo di apprendere l'ignoto; si sente dire spesso, infondo, "arde dalla voglia di sapere". Altro legame con la mente è il fatto che tale fuoco bruci sopra la testa della Dea, e non è un caso che oggi giorno per rappresentare il momento in cui concepiamo un'idea, l'immagine sia quella di una lampadina che si accende... L'illuminato è colui che ha ricevuto la conoscenza divina o è stato iniziato ai culti misterici. Tutto questo fa parte di una precisa e consolidata tradizione esoterica che trae dal simbolismo solare il valore intrinseco dello stesso.

 

La ruota dell'anno

 

La ruota dell'anno

Quella che oggi conosciamo con il nome di Ruota dell'Anno può essere definita come un vero e proprio calendario perpetuo, anche se in forma ridotta, ma certamente non meno importante.

Le festività che convenzionalmente vengono riportate fanno parte della tradizione celtico-norrena, ma ovviamente tali feste erano presenti ovunque nel mondo antico, poiché facenti parte della stessa idea di celebrazione terra-solare; e come abbiamo visto negli articoli precedenti, esse sono ancora oggi vivissime e sentite.

Oltre alla croce costituita dalle festività solari, ovvero solstizi ed equinozi (i Sabbat Minori), ci sono altre 4 importanti celebrazioni legate al ciclo terrestre, chiamate Sabbat Maggiori. Ecco una piccola scheda che di fatto va a concludere il ciclo delle festività che ho trattato qui in questo ultimo anno e delle relative feste odierne che sono andate a sostituire quelle antiche:

 

Solstizio invernale 21 dic - Yule/Natale
Sabbat Maggiore del 1° feb - Imbolc/Candelora
Equinozio primaverile 21 mar - Ostara/Pasqua
Sabbat Maggiore del 1° maggio - Beltane/Calendimaggio
Solstizio estivo 21 giu - Litha/San Giovanni
Sabbat Maggiore del 1° agosto - Lammas/Benedizione del pane
Equinozio autunnale 21 set - Mabon/Ringraziamento
Sabbat Maggiore del 1° nov - Samhain/Halloween/Festa dei Morti

 

YacatecuhtliCuriosità

Una particolare rappresentazione divina che può interessarci in questo caso è quella del mesoamericano Yacatecuhtli, il dio "che guida". E' una rappresentazione precolombiana e per questo davvero interessante dato che porta sulla schiena una croce, in una postura decisamente simile a quella che conosciamo noi riferita a Gesù. Dagli studi è stato subito chiaro che si tratta della croce stagionale, tuttavia fa davvero una certa impressione pensare che in fondo il Cristianesimo è stato introdotto - forzatamente - in America Centrale diversi secoli dopo. Altro elemento d'interesse è certamente il suo nome "colui che guida" proprio come il sole guida le nostre vite sul piano terreno e le nostre menti sul piano astrale.

 

   Monica Casalini

 

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