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Riflessioni sull'Esoterismo

di Daniele Mansuino   indice articoli

Sulle "Influenze C" in Massoneria

Aprile 2010
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Il fine di questo articolo è rispondere a due domande che i gentili lettori mi rivolgono spesso: ovvero quale sia, secondo me, l’approccio migliore per integrare fruttuosamente l’esoterismo massonico con il corpo generale dell’esoterismo, e con la prospettiva da me suggerita in particolare.

 

Ne I due progetti della Massoneria ho già in parte risposto, relazionando sui legami tra la Massoneria e i non-fare sciamanici; ho illustrato per sommi capi la procedura da adottare per riportare all’operatività le tecniche di trasmutazione interiore che si nascondono sotto il velo dei rituali massonici, e sono tornato sugli stessi argomenti anche altrove. Manca forse però un riassunto che illustri chiaramente la posizione della Massoneria nel quadro dell’esoterismo trasmutatorio, ed è quello che mi sforzo di fornire nei prossimi paragrafi.
Invece nella seconda parte – scritta con la collaborazione del Rispettabilissimo Fratello Giovanni Domma – abbiamo concentrato l’attenzione sui Capitoli: un tema poco noto in Italia, che negli ultimi anni sta assurgendo agli onori del dibattito massonico del nostro Paese. Ma non si sottolinea abbastanza come il Capitolo sia il fulcro, il cuore e il cardine della Massoneria trasmutatoria, e a questo suo ruolo fondamentale ci sforziamo qui di accennare.
Sarebbe stato nostro desiderio essere più espliciti sull’argomento, ma dopo lunghe discussioni abbiamo deciso di limitarci ad allusioni indirette: il tema è delicato, questo articolo verrà letto anche da profani, non conveniva dischiudere troppo le porte sul sancta sanctorum dell’esoterismo massonico (in alcuni Paesi, come è noto, si evita tuttora di mettere per iscritto i rituali delle camere capitolari, che vengono tramandati solo a memoria) – correndo il rischio di fornire suggestioni sbagliate a chi non abbia i dati per collocare correttamente il Capitolo nel quadro generale della Massoneria. Ai Fratelli di buona volontà basteranno, speriamo, i nostri pochi accenni, che senz’altro saranno in grado di approfondire e sviluppare da soli.
Il Fratello Alessandro Cerioli ha contribuito alla seconda parte con la sua erudizione in tema di Massoneria anglosassone, e a lui rivolgiamo un sentito ringraziamento.

 

Perché gli esseri umani sono tanto vulnerabili all’Ipnosi di massa? La risposta risiede nella costituzione dell’essere totale dell’uomo, che è veramente il massimo mistero dell’esoterismo. Nel corso della storia umana, solo pochissime scuole hanno conseguito un tale livello di equilibrio tra realizzazione effettiva e conoscenza teorica da poterne formulare una definizione in termini soddisfacenti: tra queste  senza dubbio le scuole esoteriche indù, fondate sull’interpretazione dei Veda.
Réné Guénon fu senza dubbio il primo in Occidente a comprendere appieno la costituzione dell’essere totale secondo il Vedanta (con questo nome vengono definiti i commentari ortodossi dei Veda) e a lasciarne monumentale traccia nelle opere giovanili. Le sue spiegazioni collimano perfettamente – a saper decrittare entrambi i codici – con quelle fornite da Carlos Castaneda nei suoi lavori sullo sciamanesimo degli Indiani d’America; e non potrebbe essere diversamente, perché i Veda fotografano il momento in cui lo sciamanesimo si fissava  e condensava in religione, e tutte le grandi correnti di conoscenza effettiva della tradizione sciamanica erano ancora vive e presenti in ogni parte del mondo.
L’essere totale di cui ci parlano Castaneda e Guénon è un uomo che può muoversi consapevolmente nella totalità degli stati molteplici dell’essere, tra i quali il piano della realtà oggettiva è solo uno dei tanti. L’uomo di oggi, in seguito ad accidenti cui ho accennato in vari articoli, è confinato al solo piano della realtà oggettiva, e la possibilità di accedere nuovamente alla totalità del suo essere può essere ottenuta solo tramite il lavoro di trasmutazione interiore; ben pochi però sono al corrente di tale possibilità e posseggono la preparazione necessaria ad attuarla.
Di qui la nostalgia inconscia della maggior parte degli esseri umani nei confronti della totalità del proprio essere, che li spinge a seguire chiunque sappia proporgli sistemi esistenziali onnicomprensivi analoghi in qualche modo agli stati dell’essere che hanno perduto.
In altre parole, siamo portati a seguire chi ce la racconta bene, fornendoci spiegazioni del mondo che mettano a tacere i palpiti della ragione e ci dispongano ad accettare correnti emozionali a noi affini – da quando esiste il mondo, è sempre stata questa l’arte fondamentale dei grandi ipnotizzatori.
Premesso che ovunque, quindi anche in seno alle grandi correnti dell’Ipnosi di massa, è possibile rintracciare quelle che Gurdjieff e Ouspensky definirono le Influenze C - ovvero le energie funzionali al discorso di trasmutazione interiore - è d’obbligo tuttavia precisare che alcuni dei sistemi esistenziali onnicomprensivi cui ho appena accennato si differenziano dagli altri proprio perché sono stati concepiti allo scopo di fornire Influenze C agli esseri umani: il che significa, non allo scopo di rimbecillire le persone e fare loro eseguire meccanicamente azioni rispondenti agli interessi di qualcun altro, ma di avviarle al processo di trasmutazione interiore.
Sono le scuole trasmutatorie cui più volte ho accennato nei miei articoli, e se ne trovano sia nel mondo sciamanico che in quello esoterico. Delle scuole trasmutatorie esoteriche, la Massoneria è di gran lunga la più importante.
Ma parliamo prima delle scuole trasmutatorie sciamaniche, che possono dividersi in varie categorie. La divisione fondamentale, che ho trattato in Esoterismo e comunismo, è quella tra sciamanesimo di andata e di ritorno. Un altro importante discrimine, cui ho spesso accennato di sfuggita ma che formulo qui per la prima volta, è tra scuole sciamaniche dirette e indirette.
Senza volerci troppo dilungare, le scuole dirette praticano esplicitamente le tecniche di trasmutazione interiore, e insegnano ai discepoli come viaggiare nell’universo degli stati molteplici dell’essere, perlopiù mediante il Lavoro sui sogni. Sono difficilissime da trovare. Io ne conosco due sole, quella castanediana e il mana del Pacifico (vedi John Frum, Il kula-ring, Tuvalu, Nauru), e pur essendo iniziato a entrambe ho avuto con loro soltanto contatti sporadici.
Le scuole sciamaniche indirette pongono l’iniziato in contatto – mediante la trance – con un gran numero di loa (o misterios, orixà, ecc); in sostanza, con gli spiriti. Quello che nessuno dice (e che non dovrei dire neanch’io, perché in contrasto con l’ortodossia professata esteriormente dalla maggior parte delle scuole) è che si tratta di parti dell’inconscio collettivo dell’umanità; quindi in potenza (per chi l’abbia compreso e si muova sistematicamente in tal senso) l’assimilazione consapevole delle energie legate ai loa è un modo per riappropriarsi poco alla volta della totalità degli stati molteplici dell’essere. Funziona, ma pochi arrivano alla meta: bisogna essere molto bravi.

 

Veniamo ora alle scuole esoteriche. Nell’articolo Trasmutazione interiore e altrove ho cercato di spiegare il processo per cui gli insegnamenti trasmutatori si sono gradualmente trasformati, in seno alle civiltà letterarie, in qualcosa che apparentemente è del tutto diverso. Nella maggior parte delle scuole esoteriche, moltissimi esoteristi ignorano nel modo più assoluto quello che stanno facendo. Ma le strutture di base ci sono, e chiunque abbia le idee chiare sul processo di trasmutazione interiore le può utilizzare ancora con qualche possibilità di successo.
C’è ancora, in realtà, qualche scuola esoterica in cui l’obbiettivo della trasmutazione viene conseguito consapevolmente dalla maggioranza dei membri: dirò un nome solo, l’Ordine degli Eletti Cohen, e potrei citarne alcune altre soprattutto nell’ambito dell’Alchimia.  Ma si tratta generalmente di piccole organizzazioni.
La Massoneria, la scuola più grande e importante di tutte, possiede ancora metodi trasmutatori intatti ed efficaci, ma le loro modalità d’uso si sono perse e solo lentamente si vanno recuperando, come ho accennato ne I due progetti della Massoneria.
Come tutti i Massoni sanno, l’apertura dei lavori di Loggia equivale a trasferirsi in uno spaziotempo parallelo, in cui valgono regole diverse da quelle del mondo profano. Questa è l’analogia di uno stato dell’essere differente e parallelo a quello della realtà oggettiva. Tante Logge, tanti stati dell’essere, ognuno dei quali diverso dagli altri e identico agli altri ad un tempo (il Tempio è uno): la riflessione su questo apparente contrasto è il punto di partenza del lavoro massonico di trasmutazione interiore.
Alla molteplicità delle Logge si aggiunge e si contrappone la molteplicità dei corpi rituali e delle loro camere, come tante piramidi che si ergono sul piano rappresentato dall’Ordine; a questi livelli di perfezionamento, le differenze qualitative tra i vari stati dell’essere appaiono più chiare, e anche qui – al di là delle apparenze – una sola è la meta. Nella Massoneria britannica, come più volte ho segnalato (con maggiori dettagli nel libro Massoneria del Marchio, che è opera di Giovanni Domma e del sottoscritto) il rapporto tra Ordine e “Riti” è diverso sul piano amministrativo da quello in auge presso le Massonerie latine, ma questo aspetto “esoterico” rimane del tutto immutato.
In tale prospettiva, un particolare valore iniziatico (e trasmutatorio in particolare) è rivestita da quel quarto grado che riveste la funzione di cerniera tra i due assi, dell’Ordine e dei Riti.
Per quanto infatti  – come ho spiegato altrove – gli esempi più articolati di sistemi trasmutatori massonici si possano trovare nell’ambito di corpi rituali (il Rito di Memphis e Misraim nella Massoneria latina, il Marchio in quella anglosassone), la descrizione per esteso (sotto il velo del linguaggio ermetico) delle attività funzionali al processo di trasmutazione interiore non è sempre la miglior via per trasmetterne la conoscenza effettiva; perlomeno non lo è stata fino ai nostri giorni, in un’epoca laddove la prevalenza della Massoneria di indirizzo sociale su quella “esoterica” ha sempre stornato in gran parte l’attenzione dei Fratelli verso altre – seppur lodevoli – attività.
Le cose cambieranno forse in futuro; ma per ora, a chi mi chiede da quale lato sia meglio abbordare gli aspetti trasmutatori celati nel simbolismo massonico, la mia risposta è ancora dal quarto grado.
Nell’articolo Massoneria in quattro gradi? ho trattato soprattutto dei problemi legati a una sua possibile reintroduzione in seno all’Ordine, ma non ho approfondito le caratteristiche del quarto grado laddove (al di là del dettaglio che, in ossequio alla Union del 1813, a livello ufficiale non si possa definirlo tale) esso di fatto già esiste: ovvero

  • in seno a tutti i corpi massonici di indirizzo britannico;

  • nelle Officine praticanti forme rituali inglesi (si veda la prima parte dell’articolo Rituali della Massoneria inglese di Alessandro Cerioli);

  • nelle Logge emulation che operano anche in Italia, tanto all’obbedienza della GLRI quanto del GOI;

  • in quelle Logge scozzesi del GOI in Lombardia i cui Maestri Venerabili abbiano scelto di farsi installare da un Capitolo (vedi l’articolo Svolta importante nel Grande Oriente d’Italia).

Naturalmente, mi sto riferendo al rituale di Installazione del Maestro Venerabile, che nonostante non possa essere definito ufficialmente quarto grado possiede in realtà tutte le caratteristiche relative a un grado massonico: ovvero

  1. L' accesso ai lavori è consentito solamente a coloro che già lo detengono a parte la naturale eccezione della persona che deve essere iniziata, passata o elevata.

  2. Il “grado” possiede tutti i peculiari cenni di riconoscimento, cioè la Parola, la Stretta di mano e il Segno d'Ordine.

  3. Le modalità dell'Installazione - Apertura dei lavori, Giuramento, Leggenda - sono equivalenti a quelle dei primi tre gradi.

Ma a parte il rituale dell’Installazione, la nozione di quarto grado in Massoneria è sempre esistita, riferita soprattutto al Sublime Grado dell'Arco Reale.
Anche se è improprio per certi versi considerarlo il quarto (questa definizione deriva dalla Union del 1813, ma esso può anche essere considerato il Sesto oppure il Nono scalino di una Piramide Esoterica di cui in Italia si sa poco), in base alla prospettiva trasmutatoria trattarne in questi termini mi pare la cosa più giusta, perché le sue valenze sono del tutto analoghe a quelle del rituale usato per l’Installazione, sebbene maggiormente sviluppate.
Una conferma al mio punto di vista è l’usanza di lavorarlo in Capitolo, e su questa forma di camera  ancora grandemente sconosciuta nel nostro Paese è necessario soffermarsi, perché rappresenta veramente il cuore del lavoro massonico di trasmutazione interiore.

 

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