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Nuovo forum di Riflessioni.it: LOGOS
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#68 |
Ospite
Data registrazione: 10-02-2007
Messaggi: 4
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Riferimento: l'arte migliore nasce dalla sofferenza?
Non credo possano esser giudicate migliori d'altre tutte quelle forme d'arte o "proiezioni artistiche" che scaturiscono dalla sofferenza, penso piuttosto, che queste possano aver un "timbro emotivo" maggiormente incisivo e duraturo, nei riguardi di chi si sofferma a carpirle o rifletterle, giacchè, tali "proiezioni artistiche" annoverano spesso al loro interno le chiare sfumature di taluni dolori esistenziali (comunemente umani), molto spesso, volutamente non approfonditi o non ben identificati dalla maggior parte degli individui. Axelber |
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#70 |
Ospite
Data registrazione: 10-02-2007
Messaggi: 4
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Riferimento: l'arte migliore nasce dalla sofferenza?
...infatti, se il riferimento è al mio commento, non mi sembra di aver mai sostenuto che l'artista faccia prevalere se stesso come protagonista! L'artista è personaggio, protagonista è sempre la sensazione il vissuto, o meglio, lo stato d'animo nel vissuto, a cui egli è subordinato... ogni forma d'arte, è una (soggettiva), rappresentazione nel reale di un complesso di emozioni se pur comunemente umane, tuttavia vissute, provate, avvertite, analizzate ed elaborate dall'artista in funzione di sue tipiche capacità o carenze percettive, affettive, istintive, intellettive, evolutive, di rappresentazione...ecc. Poi, indifferentemente l'artista (secondo la sua tipicità), può divulgare o meno la sua forma d'arte, così come può sottolineare o marcare in maniera più o meno decisa il fatto d'esser proprio egli, "quel personaggio recettore e depositario della sensazione e dello stato d'animo e contestualmente il realizzatore della rappresentazione stessa". Del resto, è libera scelta del pittore esporre o non esporre, firmare o non firmare un quadro, così come è scelta del poeta firmare o non firmare un'opera, pubblicarla oppure chiuderla in un cassetto, tuttavia, mi sembra che siano parecchi più gli autori interessati a marcare la "paternità" di un'opera e quindi a voler sottolineare ed a comunicare attraverso essa la loro "tipicità" percettiva, affettiva, istintiva, intellettiva, evolutiva, di rappresentazione (quindi umana), rispetto a quelli non interessati a farlo. L'individuo o l'artista che sente necessità di dichiararsi attraverso una qualunque "proiezione artistica", in modo diretto (esponendosi come personaggio in prima persona), o indiretto (come ad esempio avviene nei romanzi dove l'autore usa dire ciò che pensa, vede e sente, attraverso i personaggi, dunque, i personaggi parlan per l'autore), asserendo in una qualsiasi forma d'arte: "vedo questo", oppure, "sento questo", o ancora, "percepisco e vivo questo", difficilmente è spinto a realizzar tutto ciò dall'impulso del protagonismo, bensì, l'impegno è quasi sempre soltanto frutto del desiderio e della volontà di condivider la personale "tipicità" percettiva, affettiva, istintiva, intellettiva, ecc. da lui avvertita. Axelber |
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