Ciao a tutti sono medusa e sono al mio primo post. Diciamo che faccio finta di essere una pittrice e mi diverto a imbrattare tele e scarabbocchiare fogli su fogli.
Volevo dire la mia su questo topic, peraltro molto interessante.
Secondo me la sofferenza e l'arte di buon livello, di qualsiasi espressione, non devono andare necessariamente a braccetto. Tanto è vero che non tutti i capolavori artistici sono espressione di sofferenza. Ad es. trovo quelli di Bosch molto divertenti
Ho letto i vari interventi ma, correggetemi se sbaglio, nessuno di voi ha parlato della sofferenza che provo io quando a notte fonda devo abbandonare i pennelli......perchè la mattina dopo la sveglia suona alle 6.30 per andare a lavorare....... C'è qualcun'altro che soffre come me?

La domanda del topic mi ricorda le discussioni su Van Gogh, si riconosce infatti a questa artista il suo enorme talento naturale che per alcuni è stato amplificato dalla malattiae dalle sue turbe psichiche derivanti dalla sua instabilità mentale.
E' infatti vero che il talento naturale c'era ma alcuni sostengono che senza malattia probabalmente la sua arte non sarebbe stata la stessa.
Senza la malattia sostengono questi critici avremmo dovuto rinunciare a molti capolavori dell'artista olandese.
Fose malattia e sofferenza si intrecciao al genio artistico più di quanto crediamo.

Secondo me sì...Perchè è difficile immedesimarsi nell'atre che esprime felicità, capita poche volte nella vita di esserlo pienamente. Mentre è molto più facile entrare nell'arte che esprime l'apatia o la confusione di tutti i giorni perchè ci è intima. Magari non la migliore, ma la più parte dell'arte nasce da lì.

Un dolore sofferto che deve essere trasmesso agli altri non è cero meno bello (dal punto di vista Estetico) di una gioia da trasmettere, prendiamo tpo Van Gogh i suoi quadri rispecchiano la sua instabilità e sofferenza mentale, eppure sono dei capolavori unici nel loro genere.

Parlo personalmente, sono incapace di rendermi partecipe alla gioia altrui...Non sono mai riuscita pienamente ad essere felice, dunque per me è più facile capire un quadro o una sinfonia che esprime amarezza piuttosto che estrema gioia di vivere.

Non è semplice né uno né l'altro dato che dolore e gioia sono sentiti diversamente dalle singole persone, difficilmente è riscontrabile la stessa manifestazione di pathos da parte di due individui differenti, ovviamente anche la stessa persona si emoziona in maniera diversa di fronte magari ad euguali eventi.

Raffaello, uno dei più grandi pittori del Rinascimento ha avuto, a quanto pare, una vita felice.
La sua vicenda sembrerebbe smentire il binomio arte/sofferenza.

Un caso, il binomio è arte/sentimento, se poi la sofferenza è quello prevalente, allora si tratta solo di statica dei casi, l'importante è il coinvolgimento che i sentimenti hanno sull'artista e la sua opera.

Ah, mi sembrava si disquisisse di arte/sofferenza... volevo solo citare un esempio di artista felice.

L'arte migliore viene rappresentata da uno stato maggiore, che puo essere sofferenza, tristezza, felicità, noia, ecc.
Dipende dal proprio IO dell artista!
Sono una persona che adora la solitudine e la tristezza, il dolore mi fa star bene.
Quando creo le mie opere migliori sono sempre molto confuso, triste e solo!
Mi presento
Mi chiamano pozzi o akira, voi chiamatemi come preferite. Ho 23 anni, vivo in una provicia di treviso e creo quadri e qualche "statua", per hobby...... anche se per me è di piu.
La mia firma d'arte è Crono
Nn sono un mago nel disegno, ma i risultati e le idee mi danno soddisfazione
Vi presento 2 disegni, pultroppo le foto nn sono il massimo:


Deviazione dello spirito umano


Il profumo di Dio


Il santo