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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 28-06-2007, 13.57.04   #21
trismegistus
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non intendevo dire questo, intendo che prima di conoscere la realtà esterna a noi, bisognerebbe prima conoscere la realtà interiore, ovvero noi stessi.

In teoria la psicanalisi e l'analisi introspettiva dovrebbero essere un valido aiuto in questa conoscenza del sé.
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Vecchio 03-07-2007, 10.52.49   #22
emmeci
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Piuttosto che interpretare questa domanda come un invito a dire ciò che si pensa di sé (fino ad arrivare al pirandelliano “Uno nessuno e centomila” di Trismegistos), penso che possa costituire uno sprone a cercare l’essenza stessa dell’io, trafiggendo le maschere di cui ci vestiamo e i nomi in cui siamo gettati, cioè possa equivalere alla domanda: cos’è veramente quest’io? Ed è veramente?
La cultura dell’Occidente è condizionata da ciò che dice la Genesi: l’uomo è la suprema creazione di Dio, che l’ha creato a sua immagine e somiglianza e dichiarato signore del mondo. E la filosofia non ha avuto dubbi, almeno fino al XX secolo: se il mondo intorno a noi merita ammirazione, esso ha però lo scopo di farsi osservare dall’uomo anzi di servire l’uomo, che ha dato il nome alle cose, si nutre di piante e animali ed è autorizzato a dominare il mondo ed usarlo. Cartesio potrà dubitare di tutto ma non di sé stesso, e se gli empiristi dimostreranno che la sua sostanza è un fantasma, ne esalteranno in compenso i connotati edonistici e utilitari, finché Kant affiderà all’io addirittura il potere di dar forma alle cose e l’idealismo quello di crearle e crearsi in quanto essere unico ed assoluto. Poi comincia il declino, fino a che l’io diventa, con Nietzsche, una funzione o una ragnatela di istinti e forze irriducibili a un’identità, che deve essere reinventata prescindendo da quanto raccontano i libri di storia (e Nietzsche rimane l’inafferrabile, al di là del miraggio di un eterno ritorno di sé).
Quando la parola passa alla scienza – neurologica, psicologica o cognitiva – è anche per essa difficile esautorare l’io di ogni potere, e il compito di definire “che cos’è questo io” non appare per nulla più facile, anzi aggravato dall’impresa di dover comprendere il congiungimento o il trapasso dalla materia al pensiero, ossia dalla fisica alla metafisica, e tanto più di capire su che cosa si regge quella coscienza d’identità che sembra prerogativa dell’essere uomo. Si aggiunge a questo l’oceano delle opere di poeti, romanzieri e saggisti che hanno reso l’io (l’io personaggio, l’io narratore, l’io dell’autore) il motivo centrale delle loro opere, fino a vederlo disgregarsi davanti e dentro di sé. E alla fine la scienza presenta un quadro assai diverso da quello tratteggiato da religiosi e filosofi, togliendoci ogni pretesa di unicità e diritto al dominio e riducendoci a misera polvere dell’universo.
Se usciamo dagli studi degli scienziati e osiamo affidarci piuttosto alle sensazioni che noi abbiamo di noi, non possiamo d’altra parte negare che non solo non sappiamo nulla di più, ma che l’io ci sfugge quanto più cerchiamo di ghermirlo e comprenderlo, tanto che potremmo chiederci se questa difficoltà dipende da ciò che immaginiamo di essere contro il DNA di una specie che si è evoluta e ha compiuto il suo ciclo, e sente i sintomi del disfacimento agonizzando come altre specie lungo l’albero evolutivo, mentre potrebbe agli ottimisti far immaginare superiori traguardi in una ardimentosa scala naturae. E se gli idealisti potranno sognare che l’io, proprio perché ha il pensiero dell’infinito, è nella sua essenza immortale, alla fine i teocon torneranno alla Genesi biblica ricordando il favore che Dio ha dimostrato per l’uomo – anche se ripagato con una fatale disobbedienza – e continueranno a serbargli sul capo - nonostante i suoi errori e le sue malizie – la corona che lo fa imperatore del mondo.
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Vecchio 13-07-2007, 17.10.35   #23
MIMMO
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Chi sei? Sei solamente il nome che i tuoi genitori ti hanno dato? E se ti avessero chiamato diversamente non saresti sempre tu?
Forse siamo solo delle maschere (come dice Pirandello)? Siamo quella forma che la gente ci dà? Allora siamo [b]Uno, nessuno e centomila[b], siamo come in [b]così è se vi pare[b] <<io sono colei che mi si crede e per me nessuna>>?
Forse siamo ciò che pensiamo? Ma il pensiero è soggetto al divenire degli eventi e di tutta la realtà. Quindi il nostro ESSERE è vincolato dal mondo esterno e quindi da tutti? O siamo come un palazzo dalle fondamenta certe, ovvero, siamo il temperamento che è qualcosa di innato, sopra il quale si modella il carattere e le nostre scelte, quindi tutta la nostra vita e la nostra ESSENZA? Ma allora è la realtà esterna a dipendere da noi, essendo che con il nostro agire incanaliamo in determinate vie il futuro, Es.: il film Sliding Doors. Però così modifichiamo la vita delle persone... e allora?
Io ritengo che cio che siamo non è cio che la maggior parte delle persine crede di essere.....
La moltitudine si sente il pensatore....mi spiego
le sensazioni generano il pensiero.......il pensiero è sempre passato, non potrebbe essere diversamente , altro non è che un legame tra le immagini che la mente immagazzine in se....non può andare oltre....
Il pensiero genera il pensatore, che è un pensiero anch'esso, il pensatore è l'attore di ogni esperienza, il nostro "io"......che però è sempre pensiero....
siamo dunque pensiero? Un bambino piccolo dunque non è, e nemmeno chi perdesse la memoria è......ed in un certo senso è vero,,,,non avrebbero immagine di se......non siamo l'immagine che la mente ha creato di noi stessi,...
Dici bene quando dici "io" ti riferisci al prodotto dell'ambiente che ha circondato quell'io fino a quel momento.....
Ma cosa accade se il pensiero cessa e si "cade nel presente"? L'io scompare e cosa resta? Il tutto.........cio che è-
Però attenzione noi non siamo il tutto , ma il tutto è e noi non siamo......
E' dura mettere in parole cio che il pensiero non potrà mai concepire quindi cercate di sentire e non di capire.....
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Vecchio 13-07-2007, 17.14.00   #24
MIMMO
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non intendevo dire questo, intendo che prima di conoscere la realtà esterna a noi, bisognerebbe prima conoscere la realtà interiore, ovvero noi stessi.
non c'è differenza tra interno ed esterno tutto è unicità.....
il pensiero crea l'io e il non io a causa dell'attore che per essere deve avere continuità....ma in verità ti dico che ogni cosa che ha continuità non esiste...
tutto muore e nasce continuamente ed è sempre nuovo....
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Vecchio 13-07-2007, 19.46.01   #25
Caesar
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Io ritengo che cio che siamo non è cio che la maggior parte delle persine crede di essere.....
La moltitudine si sente il pensatore....mi spiego
le sensazioni generano il pensiero.......il pensiero è sempre passato, non potrebbe essere diversamente , altro non è che un legame tra le immagini che la mente immagazzine in se....non può andare oltre....
Il pensiero genera il pensatore, che è un pensiero anch'esso, il pensatore è l'attore di ogni esperienza, il nostro "io"......che però è sempre pensiero....
siamo dunque pensiero?
Però attenzione noi non siamo il tutto , ma il tutto è e noi non siamo......
E' dura mettere in parole cio che il pensiero non potrà mai concepire quindi cercate di sentire e non di capire.....


non si può vivere senza una risposta precisa su quest'argomento, perchè è le fondamenta del nostro vivere...
noi siamo come un albero, se le radici non sono profonde, al primo soffio di vento cadiamo.
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Vecchio 13-07-2007, 20.04.04   #26
trismegistus
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non c'è differenza tra interno ed esterno tutto è unicità.....
il pensiero crea l'io e il non io a causa dell'attore che per essere deve avere continuità....ma in verità ti dico che ogni cosa che ha continuità non esiste...
tutto muore e nasce continuamente ed è sempre nuovo....

Beh, non proprio, come la spieghi allora la multipersonalità e le scissioni schizzofreniche, dato che qui oltr a non essere più continuo è anche totalmente frammentato e incontrollabile quale persona dell'Io si manifestera, qui è un solo corpo con molti Io perciò non c'è nemmeno unicità tra interno ed esterno.
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Vecchio 16-07-2007, 08.39.15   #27
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Beh, non proprio, come la spieghi allora la multipersonalità e le scissioni schizzofreniche, dato che qui oltr a non essere più continuo è anche totalmente frammentato e incontrollabile quale persona dell'Io si manifestera, qui è un solo corpo con molti Io perciò non c'è nemmeno unicità tra interno ed esterno.

esatto non c'è perchè c'è identificazione con il pensiero, con la sua continuità.....ma è realtà o illusione? Io dico ditrazione da cio che è.....
senza distrazione non c'è interno e non c'è esterno.....tutto è---
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Vecchio 16-07-2007, 12.59.49   #28
trismegistus
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esatto non c'è perchè c'è identificazione con il pensiero, con la sua continuità.....ma è realtà o illusione? Io dico ditrazione da cio che è.....
senza distrazione non c'è interno e non c'è esterno.....tutto è---

Tutto è... ...se tutto è allora che differenza c'è tra realtà ed illusione?
Voglio dire se il tutto è tutto esso comprende sia reale che immaginario, essendo entrambi infiniti ma essendo l'immaginario un'infinito maggiore ripetto al reale poichè tra i due non c'è corrispondenza biunivoca, dato che l'immaginario è denso nel reale, allora mi chiedo essendo il tutto un'infinito simile ad aleph quadro, mi chiedo allora che i due concetti realtà ed immaginazione costituiscono il tutto, ma in quale modo essi interagiscono?
Ovvero alla fine il nostro essere è così capace di discernere dal tutto il reale dall'immaginario senza essere fuorviato da quest'ultimo?
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Vecchio 17-07-2007, 09.33.18   #29
MIMMO
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Tutto è... ...se tutto è allora che differenza c'è tra realtà ed illusione?
Voglio dire se il tutto è tutto esso comprende sia reale che immaginario, essendo entrambi infiniti ma essendo l'immaginario un'infinito maggiore ripetto al reale poichè tra i due non c'è corrispondenza biunivoca, dato che l'immaginario è denso nel reale, allora mi chiedo essendo il tutto un'infinito simile ad aleph quadro, mi chiedo allora che i due concetti realtà ed immaginazione costituiscono il tutto, ma in quale modo essi interagiscono?
Ovvero alla fine il nostro essere è così capace di discernere dal tutto il reale dall'immaginario senza essere fuorviato da quest'ultimo?

Certo pensiero e illusione sono dati contenuti in un cervelllo, sia esso un pensiero maestoso, sia esso simile a qualcosa di erale, sia esso pura fantasia è puro e semplice pensiero......
il problema è comportarsi come se fosse , non-pensiero, ma la cosa pensata.....
il nostro essere,....cos'è il nostro essere......"l'io".....è pensiero!....dunque cosa intendi.....?
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Vecchio 17-07-2007, 09.48.01   #30
trismegistus
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Nel senso che il nostro io , immerso in untutto comprendente reale immaginario in cui l'immaginario è denso nel reale, ovvero che all'interno di due frangenti di realtà si trovano infiniti spazi immaginari; è in grado di discernere attraverso i suoi sensi recettori di discernere il reale dall'immaginari?
E quindi di capire se ciò che lo circonda è reale oppure frutto della sua immaginazione?

Ultima modifica di trismegistus : 17-07-2007 alle ore 11.50.24.
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