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Vecchio 25-03-2004, 22.27.19   #11
Kninos
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Data registrazione: 25-04-2003
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Definire Dio

Non condivido totalmente quanto dice Carmelo R. Viola, ma lo riporto per "animare" la discussione.

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[ «L'Ateo», raccolta 1998 ]
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Prova fisica e biologica
della apersonalità di Dio
di Carmelo R. Viola
L’antica diatriba attorno all’esistenza di Dio è priva di fondamento scientifico. L'oggetto del contendere, tanto per cominciare, non è... Dio - una realtà da definire - ma uno o più concetti di Dio, che i contendenti hanno già nella propria testa ancor prima di affermarne l’esistenza o di negarla. In altre parole, Dio esiste o meno a seconda della definizione che se ne dà: definire Dio equivale a stabilirne o meno l’esistenza.
Non ha senso chiedersi e chiedere se si creda o meno in Dio. La domanda giusta è «che cosa s'intenda per Dio in cui si dice di credere». La definizione afferma o nega Dio a seconda che la stessa sia compatibile o meno con la logica della realtà - o soltanto con la realtà.

Definire Dio un ente personale equivale a negarlo, mentre affermare che Dio non esiste equivale a ritenere tutto Dio. Infatti, Dio è una parola-maschera, dietro cui si nasconde - nascondiamo - la realtà e, più precisamente, la vita, anzi il mistero della vita. Visto che la vita è inspiegabile, «inventiamo» Dio per spiegarcela. Poiché Dio - presunta spiegazione della vita - è necessariamente posto fuori della vita, proprio per questo nega sé stesso come causa della vita stessa.

Una semplice esercitazione mentale, condotta senza preclusioni e senza riserve, ovvero con assoluta sincerità intellettuale, ci dice quello che invano chiediamo a una letteratura sconfinata di parole tanto inutili quanto spesso oscure ed equivoche. Anzitutto, cerchiamo Dio perché temiamo l’ignoto del mondo e del nostro destino, insomma perché ne abbiamo bisogno. Il che toglie ogni merito all’eventuale «fede» e a quanto si fa per esserne degni. Se potessimo difenderci dall’ambiente circostante senza rischio e conservarci indefinitamente nel tempo, non ne avremmo bisogno - ciascuno di noi sarebbe un Dio!

Giustifichiamo la ricerca di Dio dicendo - bugiardamente - che lo amiamo, mentre amiamo solo noi stessi ed eventualmente coloro con cui possiamo mutuare la sicurezza contro l’ignoto. È impossibile amare «qualcuno» con cui non abbiamo nulla da mutuare. Dio non può volere alcunché da noi. Amiamo Dio come amiamo un «parto» della nostra mente. E, dal momento che siamo noi stessi a «creare» l’idea-immagine di Dio, tanto vale farcela su misura (per l’appunto a nostra somiglianza) dandogli una personalità (cioè umanità), che è la proiezione del nostro stesso «io». È un Dio di soccorso e di servizio. In questo modo, abbiamo trovato Dio prima di cercarlo per il solo fatto di averne bisogno (e di volerlo), e tutti i ragionamenti, che noi facciamo per giustificarne la ricerca e per affermarne l'esistenza, sono predeterminati dal nostro stesso inconscio. Apriorismi viscerali, che cadono alle prove più elementari.

Prova fisica. Se è vero che il creatore dev’essere esterno e superiore alla creatura, Dio, creatore del mondo, dovrebbe essere fuori dello spazio, il quale, essendo necessariamente infinito, non lascia alcunché fuori di sé. Dio, come altro-dal-mondo, è una contraddizione in termini.

Controprova. Un ipotetico Dio, distinto dal mondo - cioè antropomorfo, alias personale, non potrebbe fare essere la più piccola parte del mondo senza identificarsi con questa stessa. Il creatore dev’essere presente nella creatura fino a contenerla. Ergo, Dio è la vita stessa nelle sue varie manifestazioni nel tempo e nello spazio, e quindi è apersonale.

Prova biologica. Se Dio fosse persona, e quindi (umanamente) sensibile al dolore delle sue Creature, per es. dei bambini (simbolo di innocenza totale), il dolore non esisterebbe. Ma il dolore è solo il momento negativo del panta-rei biologico. Se Dio fosse onnipotente, e quindi capace di prevenire il dolore del mondo, cioè di ridurre la biologicità al solo polo-valore positivo (piacere), egli contravverrebbe alle leggi, biologiche, da lui stesso create: sarebbe stato più logico non crearle. Sarebbe eccezione a sé stesso, il che è evidentemente assurdo. Il miracolo, come eccezione alla necessità biologica, non esiste.

Conclusione. L’unico concetto biocompatibile di Dio, anzi della divinità, è quello che lo assimila alla vita, anzi alla Vita. Semmai fosse ipotizzabile una distinzione fra la creatura - o creato - e il creatore, essa sarebbe possibile solo assimilando la prima al cosmo, il secondo alla potenzialità biòfila del caos (da cui sarebbe venuto - verrebbe ciclicamente - il secondo), ovvero a due momenti alternativi e complementari, agenti all’interno di un tutto, che ci riporta all’infinito e all’impossibilità di contenerlo concettualmente, proprio perchè infinito.

Quello del Dio personale è un falso problema. Perché Dio non può essere altro dalla Vita, che, in fondo, siamo noi stessi, condannati ad accettarci come vapori di un liquido biologico in eterna ebollizione, ma incapaci di farlo proprio perché la coscienza della nostra precarietà è parte di un'onnipotenza che appartiene solo al Tutto. Che è apersonale.

Ultima modifica di Kninos : 25-03-2004 alle ore 22.31.17.
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Vecchio 16-04-2004, 23.56.10   #12
nicola185
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Question

Un essere perfetto e immutabile (Dio) può considerarsi libero?



Immutabile é sinomino di perfezione? Nicola
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Vecchio 18-04-2004, 11.33.33   #13
life
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Lightbulb Forse Dio non è un essere

Un essere perfetto e immutabile (Dio) può considerarsi libero?
Quando pensiamo di Dio, non riusciamo, in alcun modo, a liberarci dall'idea che sia un essere. Infatti il presunto problema della sua libertà esiste solo perchè consideriamo Dio un essere. Forse, se tentiamo di fare un passo più avanti, ponendoci il problema che Dio potrebbe non essere un essere, ma qualcos'altro le cose cambierebbero e potremmo scoprire una dimensione di Dio completamente nuova e diversa. Se la cosa vi sembra interessante posso continuare.
Aspetto un segno.
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Vecchio 18-04-2004, 11.42.06   #14
nicola185
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Si la trovo molto interessante questa affermazione. Io penso questo: Dio è. Dio è anche il non è. Ma aspetto che continui. Nicola
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Vecchio 18-04-2004, 12.36.02   #15
life
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Talking Dio è...

Se vogliamo uscire fuori dalla logica dell'essere/non-essere penso che dobbiamo riferirci a qualcosa Dio dice di se stesso. Si può fare riferimento alla Bibbia, ma non in quanto documento di fede, ma come testo in cui intere generazioni di persone hanno descritto l'esperienza che, nella loro vita hanno fatto di Dio.
Se così è in tutta la Bibbia c'è un tema ricorrente dalla Genesi fino all'Apocalisse. Ma per evidenziarlo meglio voglio riferirmi alla prima lettera di Giovanni, capitolo 4 dal versetto 7 al versetto 12. Ebbene in questo testo, per ben 12 volte, in varie forme, si ribadisce con insistenza che Dio è amore.
Ma di quale amore si tratta? Ritengo che tale concetto, siccome Dio-Amore nel testo biblico ne combina di tutti i colori, non sia rappresentato dal romanticismo, dalla sdolcinatezza e dalla mollezza con cui normalmente viene connotato. É qualcosa d'altro che coinvolge l'esistenza intera delle persone, la loro esperienza quotidiana ed esistenziale.
Se ritieni che ne valga la pena posso continuare.
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Vecchio 18-04-2004, 12.47.45   #16
Dunadan
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Ma scusate, non si dice sempre che Dio è ovunque? che Dio è Tutto?
Dio è l'assoluto.
Quindi Dio sarà allo stesso tempo libero e in catene?

Dire che Dio non è libero è una stupidaggine, perchè il non-libero dovrebbe sottostare a qualcun altro. Dio non ha nessuno sopra di lui.

Si potrebbe dire che Dio è schiavo di se stesso?
Un essere perfetto, che può tutto, è schiavo di se stesso?
Essere schiavo di se stesso è comunque una sua decisione.

Ma il problema sta nella parola "libero".
Come si fa ad adattare un termine simile all'essere supremo?????
Nell'uomo il Libero è colui che non è comandato da altri, che fa quel che vuole (poi il termine cambia da cultura a cultura)... non si può adattare all'essere supremo.

L'essere supremo è più che libero, è onnipotente.



Morti sono tutti gli dèi : ora vogliamo che il superuomo viva . ( Nietzsche , Così parlò Zarathustra )
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Vecchio 18-04-2004, 13.03.10   #17
nicola185
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Re: Dio è...

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Messaggio originale inviato da life
Se vogliamo uscire fuori dalla logica dell'essere/non-essere penso che dobbiamo riferirci a qualcosa Dio dice di se stesso. Si può fare riferimento alla Bibbia, ma non in quanto documento di fede, ma come testo in cui intere generazioni di persone hanno descritto l'esperienza che, nella loro vita hanno fatto di Dio.
Se così è in tutta la Bibbia c'è un tema ricorrente dalla Genesi fino all'Apocalisse. Ma per evidenziarlo meglio voglio riferirmi alla prima lettera di Giovanni, capitolo 4 dal versetto 7 al versetto 12. Ebbene in questo testo, per ben 12 volte, in varie forme, si ribadisce con insistenza che Dio è amore.
Ma di quale amore si tratta? Ritengo che tale concetto, siccome Dio-Amore nel testo biblico ne combina di tutti i colori, non sia rappresentato dal romanticismo, dalla sdolcinatezza e dalla mollezza con cui normalmente viene connotato. É qualcosa d'altro che coinvolge l'esistenza intera delle persone, la loro esperienza quotidiana ed esistenziale.
Se ritieni che ne valga la pena posso continuare.


Che l'Amore di cui parla la Bibbia non sia riferibile al concetto al quale siamo legati noi esseri umani, sono perfettamente d'accordo. L'Amore di Dio, o Dio in se contiene tutto. E aggiungo: Chi era Lucifero? Non era forse l'Angelo prediletto di Dio? Etimologicamente Portatore di Luce. Non è forse l'altra faccia di Dio? L?altro volto dell'Amore? Ma sempre Amore comunque?
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Vecchio 18-04-2004, 13.33.29   #18
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Red face Dio-Amore e poi...

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Messaggio originale inviato da nicola185
Che l'Amore di cui parla la Bibbia non sia riferibile al concetto al quale siamo legati noi esseri umani, sono perfettamente d'accordo. L'Amore di Dio, o Dio in se contiene tutto. E aggiungo: Chi era Lucifero? Non era forse l'Angelo prediletto di Dio? Etimologicamente Portatore di Luce. Non è forse l'altra faccia di Dio? L?altro volto dell'Amore? Ma sempre Amore comunque?
Quando si parla di Dio-Amore si cade inevitabilmente in "luoghi comuni" nel senso che per capire meglio facciamo riferimento alle cose che conosciamo o per educazione ricevuta o per esperienza. Questo è il caso di cosiderare il dualismo Bene-Male, Luce-Tenebra.
Così, per cercare di sgombrare il campo affermo subito che Dio-Amore è Relazione. E dirò ancora di più. Siccome fai riferimento a Lucifero, all'«altra faccia di Dio» questa relazione, come tutte le relazioni, si evolve, cresce nel tempo e tramite essa Dio educa (nel senso di conduce verso) le persone e le generazioni, così, da questo punto di vista, Lucifero è una sorta "esempio educativo".
Vuoi qualche esempio?
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Vecchio 18-04-2004, 13.42.40   #19
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Si volentieri e permettimi di aggiungere che Dio educa e si educa allo stesso tempo, in un certo qual modo si evolve, soprattutto attraverso la "relazione" che ha con Lucifero e noi esseri umani e viventi in genere facciamo da anello di congiunzione tra queste due Entità. Sono due poi?
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Vecchio 18-04-2004, 13.54.59   #20
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Si volentieri e permettimi di aggiungere che Dio educa e si educa allo stesso tempo, in un certo qual modo si evolve, soprattutto attraverso la "relazione" che ha con Lucifero e noi esseri umani e viventi in genere facciamo da anello di congiunzione tra queste due Entità. Sono due poi?
Bene. Non si tratta di due entità! Nel testo biblico il Satan non è qualcuno equivalente a Dio. É l'opposizione, la volontà di non fare qualcosa, di negare quello che viene indicato. Del resto se così non fosse noi saremmo burattini in balìa ora di Dio ora del Diavolo.
Se Dio-Amore è Relazione, Satan non ha consistenza reale, ma è solo l'opposizione alla relazione: la voglia di dire no!
Dunque la sua presenza è del tutto normale...
Ora passerò all'esempio
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