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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 18-04-2007, 17.34.38   #41
pallina
...il rumore del mare...
 
Data registrazione: 15-01-2007
Messaggi: 279
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Citazione:
Originalmente inviato da querelle
Per cominciare vorrei presentarmi. A pensarci bene non ho molto da dire su di me perchè osservandomi di continuo non mi fermo mai per vedere di cosa si tratti
Il tema in questione, come tutti del resto, se approfondito porterebbe lontano, così lontano dall'essere vicini alla conoscenza di noi stessi. Ma perchè indagare? Per cambiare qualcosa dentro noi? Alla fine mi rendo conto di quanto queste analisi lascino il tempo che trovino. Ma un fiore mentre sboccia si chiede il perchè? Mi sembra che complichiamo un pòle cose quando diventiamo spetattori/manipolatori di noi stessi. Ma dove stà scritto che dobbiamo essere o non essere qualcosa. Ma non vi pare che si finisce coll'isolarsi ancora di + diventando interlocutori di se stessi? Detto ciò, mi contraddico immediatamente e dico che per quanto ne so "io" alla radice del problema (anzi dei problemi in enerale) ci sia la paura di accettare dei fatti o meglio, è radicata in noi la convinzione che chissà quale conseguenze possano avere determinati risvolti sentimentali/esistenziali. Quì si parla del nostro vuoto interiore, della percezione intima che ne abbiamo e del conseguente tentativo di superarla. Ma a che prò sviscerare il problema quando tra un secondo passa una bella fica/un bel fusto( non sò qual'è l'equinvelente nel modo di vedere le cose al femmminile, ammessso che ne esista uno comune o diverso da quello maschile che a sua volta si può diversificare infinite volte) e mi dimentico di tutte ste cavolate? Direte, ma che c'entra? Non lo sò, ma questo è il problema/non problema.

Sviscerare un problema......
Dipende da come uno si vive la vita...
C'è chi riesce a farsi scivolare tutto addosso e chi no.... ...
C'è chi riesce a guardarsi allo specchio sempre e comunque...
Ma c'è anche chi vive meglio se meglio capisce se stesso e gli altri....
E più si capisce magari più si impara a farsi scivolare addosso le cose, ma con consapevolezza......
E se si ha consapevolezza ci si guarderà allo specchio forse con occhio diverso...
Forse questo è un modo per sviscerare un non-problema...
pallina is offline  
Vecchio 18-04-2007, 21.31.37   #42
Lucio Musto
Rudello
 
L'avatar di Lucio Musto
 
Data registrazione: 08-01-2006
Messaggi: 943
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Citazione:
Originalmente inviato da querelle
… non ho molto da dire su di me perchè osservandomi di continuo non mi fermo mai per vedere di cosa si tratti
Il tema in questione, come tutti del resto, se approfondito porterebbe lontano, così lontano dall'essere vicini alla conoscenza di noi stessi. Ma perchè indagare? Per cambiare qualcosa dentro noi? Alla fine mi rendo conto di quanto queste analisi lascino il tempo che trovino. Ma un fiore mentre sboccia si chiede il perchè? …

Quì si parla del nostro vuoto interiore, della percezione intima che ne abbiamo e del conseguente tentativo di superarla. Ma a che prò sviscerare il problema quando tra un secondo passa una bella fica/un bel fusto…

e mi dimentico di tutte ste cavolate? Direte, ma che c'entra? Non lo sò, ma questo è il problema/non problema.

Innanzitutto ben arrivato in Riflessioni.it; più aumenta la nostra famiglia, più idee diverse contribuiscono e meglio si riflette, anzi… più chiaramente si vede in se stessi!

Che poi è quello che continuiamo a cercare di fare!... Infatti se per uno è meglio essere un fiore, felice di essere illuminato dal sole, rinfrescato dalla brezza e voluttuosamente accarezzato dalle zampette dell’insetto prònubo, e del tutto disinteressato al suo ieri, indifferente al suo domani… ecco, è del tutto inutile riflettere sulle motivazioni ontologiche del suo essere.

Si limita a godere della luce e del vento e tutto finisce lì.

Ma tu scrivi nel Forum, ed io cerco di ragionarci su e di risponderti, ed altri dalle tue e dalle mie parole trarranno conclusioni e nuovi spunti per il loro essere…

Semplice. Tu, io, questi altri, non siamo fiori, non siamo rocce, non lombrichi:

ricordi?... “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza…”.

Ecco, è della nostra natura lo speculare sulle cose. Giusto? sbagliato?... non possiamo dirlo.
“Sarebbe stato meglio se fosse stato diverso?...” Non ci è dato di giudicarlo. Siamo troppo vicini a noi stessi per pretendere una visione complessiva della realtà.

Ed è vero, come giustamente dici, che fra un attimo tutto il nostro universo sarà (ci sembrerà) la splendida donna che monopolizzerà il nostro desiderio. Ma sarà, e dentro di noi lo sappiamo, la realtà del prossimo attimo, non la ragione di tutta la nostra vita.

Proprio come per il fiore e la visita dell’ape. E’ una visita di un secondo, che darà frutti domani.
Lui non lo sa e sta bene così. Noi lo immaginiamo e ce ne turbiamo. Forse è la nostra grandezza, o la nostra maledizione.

Lo scopriremo nella prossima dimensione.
Lucio Musto is offline  
Vecchio 19-04-2007, 08.30.17   #43
querelle
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 18-04-2007
Messaggi: 48
Riferimento: chat

Grazie a tutti per il benvenuto ;-) Ho letto con molto piacere le vostre risposte e concordo con il fatto che sia in un certo qual modo insita nella nostra natura la qualità introspettiva. L'esempio del fiore era fuorviante, o meglio celava una domanda che spesso mi assale:-Perchè c'è un problema da risolvere? Perchè se il problema e chi lo deve risolvere ne sono al tempo stesso causa e soluzione la mia conclusione è che viaviamo nell'isolamento + totale. E' come se percepissi la consapevolezza (nel bene desideri e nel male paure etc) come un processo di autoisolamento (un qualcosa che si autoalimenta massimizzando la sofferenza non certo diminuendola come persona citava. Non dico niente di sensato perchè alla fine anche queste riflessioni altro non sono altro che speculazione sul dilemma centrale:-Ma perchè?(la p andava maiuscola ma già mi sento un ciarlatano...anche io ho la mia dignità ).
Passiamo al nucleo del problema: la sensazione di vuoto che mi pervade costantemente e che in queste situazioni (qualcosa che mina i miei attaccamenti, le cose con cui mi identificano...i riempitivi io li chiamo)emerge potentemente.
Vedo ciò, facendo un parallelo come la vita in se. Esiste anche senza manifestazioni (se metto un seme, la vita ci pensa lei a farlo crescere, se non lo faccio lei stà li beata nella sua infinita potenzialità).
Ma qui si aprono a ventaglio 3000 ramificazioni della questione. Il vuoto è mio? Ne sono sicuro? Ci sono stato a contatto realmente come quando mi guardo un dito bruciato? Vedete quanti presupposti. Perchè nel momento in cui dico che è mio, automaticamente mi isolo. E da quì ha senso provare a liberarmene? Passo la palla a chi ha voglia di continuare la discussione perchè non diventi un monologo e soprattutto perchè si diano nuovi spunti e slanci al tema in oggetto.
querelle is offline  

 



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