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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 17-03-2008, 10.49.10   #31
maxim
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Originalmente inviato da Franco
Posso dirti senz'ambagi che non appartiene alla "logica" dei miei "meccanismi" amorosi. Quando amo, non tendo, non sono la spinta a legare, co-stringere (stringere insieme, a praticare il bondage), bensì a s-legare, a far muovere il più possibile.......Lungi da me l'idea di piazzarmi mollette sullo scroto....


Credo che tu abbia solo vagamente l'idea di cosa possa essere il bondage.

Fra l'altro mi incappi nel solito errore...a te non va l'idea delle mollette (che nulla c'entrano con la pratica in discussione) ma se ti adoperi affinchè la partner si smuova non devi chiederti cosa piace a te bensì cosa piace a lei e se lei ti chiedesse le mollette molto probabilmente non te la sentiresti di dirle di no!

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Vecchio 17-03-2008, 11.31.29   #32
Franco
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Originalmente inviato da ornella
Innanzi tutto il termine -bondage-è legato al sado-masochismo, che è una devianza sessuale da curare.
http://www.farmasalute.it/percorsi/E...e/disturbi.asp
Il sadismo in particolar modo è legato al narcisismo, come disturbo della personalità. Il masochismo è una forma d'immaturità e dipendenza.
Non parliamo quindi di trasgressione.

Qui si parla di legare non a se, ma ad una sedia ad un palo, di immobilizzarsi per farsi abusare
In amore comunque non ci si lega, si scegli di stare insieme. L'amore è costruttivo, il masochismo e autodistruttivo e crea dipendenza.
Ricercare un equilibrio non è semplice, ma doveroso verso se stessi.

ornella,

ho letto con attenzione lo scritto del Dott. Massimo Rinaldi. Non vi ho trovato un riferimento diretto al bondage. Ma non è di ciò che intendo parlare. Lo scritto almeno per me non vale un gran che, caratterizzato com'è da numerose e clamorose contraddizioni, pre-giudizi e mistificazioni.

A scopo d'esempio, citerò solo ciò che riguarda direttamente il tema della discussione.

"Per parafilie si intendono le deviazioni dal normale oggetto sessuale: sono pertanto qui classificate tutte quelle forme che precedentemente venivano chiamate perversioni: esibizionismo, feticismo, travestitismo, pedofilia, masochismo o sadismo sessuali, voyeurismo, coprofilia, e altro ancora. Alcune di queste forme sono perseguite dalla legge, poiché comportano, o possono comportare, la sopraffazione della volontà dell'altro, fino al coinvolgimento di persone non consenzienti. Le parafilie sono molto più diffuse tra gli uomini che tra le donne, in rapporto di 20:1. Il trattamento delle parafilie è di tipo psicoterapeutico, ma non sempre chi ne è affetto accetta facilmente l'idea di ricorrere a terapie, di qualunque tipo si tratti, preferendo piuttosto rimanere attaccato alla propria specifica forma di deviazione, che gli garantisce eccitamento e orgasmo (per quanto si possa chiamare orgasmo questo tipo di soddisfacimenti in forma patologica). La scuola sessuologica di derivazione reichiana (in prima fila A. Lowen) ha speso molte parole, anche convincenti, per la distinzione tra la mera scarica fisiologica dell'eiaculazione e il vero e proprio orgasmo, che comporta l'attuazione di un rapporto sano e naturale in un individuo fondamentalmente sano".


Le parafilie sono molto più diffuse tra gli uomini che tra le donne, in rapporto di 20:1

Quale verità scientifica! Nel rapporto di venti a uno! Sarà forse in ragione del fatto che oggi come ieri le donne parlano di sesso meno degli uomini? Cfr. anche Sigmund Freud, Tre saggi sulla teoria sessuale. Ma evidentemente non ci arrivo: siccome le indagini statistiche lo affermano....

Il trattamento delle parafilie è di tipo psicoterapeutico,

-E' di tipo psicoterapeutico. E siccome lo è, non può non essere diversamente....
- Non è assolutamente chiaro il senso dell'uso dell'aggettivo "psico-terapeutico". E non è affatto chiaro, anche in ragione del richiamo all'opera reichiana, giacchè l'opera di Reich non fu affatto un approccio "semplicemente" psico-terapeutico. Se si usa Reich per sostenere un approccio psicoterapeutico a fenomeni quali le para-filie, si commette un errore clamoroso.

ma non sempre chi ne è affetto accetta facilmente l'idea di ricorrere a terapie, di qualunque tipo si tratti, preferendo piuttosto rimanere attaccato alla propria specifica forma di deviazione

-Linguaggio del dire tutto e niente. Chi ne è affetto non accetta l'idea. L'idea di chi? Forse quella dello "psichiatra" di turno.
- "preferendo piuttosto rimanere attaccato"...con la colla...."alla propria" ...perche comprata al mercato...."deviazione".
- Non manca nulla e il cerchio si chiude......

Ma al Dott. Rinaldi non basta:"che gli garantisce eccitamento e orgasmo (per quanto si possa chiamare orgasmo questo tipo di soddisfacimenti in forma patologica)".

- La deviazione garantirebbe eccitamento e orgasmo.
- se si ritiene che sia improprio parlare di orgasmo in caso di vissuti di parafilia, ne si fa a meno. Esso si dà o non si dà, bisogna decidersi. Ma l'indecisione è spiegata subito dopo: "La scuola sessuologica di derivazione reichiana (in prima fila A. Lowen) ha speso molte parole, anche convincenti, per la distinzione tra la mera scarica fisiologica dell'eiaculazione e il vero e proprio orgasmo, che comporta l'attuazione di un rapporto sano e naturale in un individuo fondamentalmente sano".

- Proprio perchè la scuola sessuologica di derivazione reichiana avrebbe speso molte parole, si dovrebbe prestare molta attenzione ai concetti fondamentali di scienze quali la sessuo-economia e la bio-energitica: parlare di orgasmo distinguendolo dall'eiaculazione significa parlare di maschietti. Ancora una volta ed anche qui le femminucce rimangono escluse.....

Franco
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Vecchio 17-03-2008, 11.51.32   #33
Franco
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Originalmente inviato da maxim
Credo che tu abbia solo vagamente l'idea di cosa possa essere il bondage.

Fra l'altro mi incappi nel solito errore...a te non va l'idea delle mollette (che nulla c'entrano con la pratica in discussione) ma se ti adoperi affinchè la partner si smuova non devi chiederti cosa piace a te bensì cosa piace a lei e se lei ti chiedesse le mollette molto probabilmente non te la sentiresti di dirle di no!



maxim,

comprendo la ragione della tuo giudizio. Ciò che ti allarma sono le mollette.... Avresti fatto meglio a chiedermi: cosa vuoi dire con il riferimento alle mollette?
Avresti avuto un quadro migliore...

So cos'è il bondage, ma non nel senso di averlo praticato. Esso è sostanzialmente una forma di sado-masochismo. Se lego, lego...non s-lego. Se co-stringo...co-stringo, se impedisco movimenti, impedisco movimenti e non il contrario. Questa è evidenza..maxim. Quanto all'uso delle mollette, intendevo anche in forma di battuta richiamare l'attenzione sull'effetto del sotto-porre lo scroto allo specifico, preciso tipo di pressione esercitato dalle stesse: un effetto co-strittivo e doloroso. Il senso del bonding starebbe qui nella co-strizione del tessuto che riveste i testicoli o magari nella co-strizione degli stessi.

Situazione da letto: "amore, aspetta un attimo che mi co-stringo le palle!..."

Ma a ben riflettere il punto è questo: per un certo numero di soggetti maschili, il piazzarsi mollette sullo scroto non è marcatamente doloroso.

Franco
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Vecchio 17-03-2008, 12.51.25   #34
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[quote=maxim]
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Le motivazioni psicologiche che inducono ad una pratica sessuale piuttosto che un’altra, possono avere cause completamente differenti o addirittura la stessa causa in pratiche sessuali che sembrano apparentemente opposte. Ciò che induce al sadismo per esempio, può essere originato dallo stesso stimolo che trova eccitamento nel masochismo. Non andrei quindi a catalogare, come vorrebbe fare la peggior psicologia da battaglia, le varie parafilie attribuendo per ognuna di esse precise origini psichiche.
Mi piacerebbe sentirne qualcuna di più illuminata
Citazione:
Nel bondage, per colei o colui che viene legato, esiste una richiesta di sottomissione ove entrano in gioco raffinati elementi di coinvolgimento cerebrale che offrono un prolungato eccitamento che viene interrotto, ed un po’ rovinato, con l’atto finale della penetrazione.
Raffinati........e come se ci si specchiasse, una risorsa esterna a noi. Questa però è una questione di gusti, io trovo molto erotico parlare di filosofia mangiando le melanzane alla parmiggiana
Citazione:
E’ importante, se non essenziale, per una buona riuscita del gioco, che i partecipanti cerchino da questo lo stesso tipo di risposta. La conoscenza del partner, dei suoi limiti, dei suoi piaceri e il grado d’intesa e di affinità tra i due non possono che sortire effetti positivi sulla coppia…è piuttosto da curare la mente di coloro che pensano il contrario e non hanno il coraggio
,Il coraggio di cosa?
Citazione:
Ci si prende per mano e si cammina assieme, fermandosi quando l’altro resta indietro o provando ad avanzare lentamente se il partner è più avanti. Così facendo non ci potrà mai essere nessuna imposizione di uno sull’altro e tantomeno alcuna malattia da curare. Il bondage fra le altre cose, è un’arte che se non si conosce e non si affronta per gradi, può diventare pericolosissima. La totale immobilizzazione può impedire la segnalazione di eventuali segnali di stop e lasciarsi andare troppo, non mantenendo il dovuto autocontrollo, può comportare seri danni fisici. Un mio conoscente, artista con la sua compagna del genere in questione, mi raccontava dei giochi come fossero opere sapendole descrivere con quell’enfasi poetica che tanto appassiona…mi raccontava di corde particolari che strette in un certo modo lasciavano “geroglifici” sulla pelle per un totale e piacevole coinvolgimento cerebrale di coppia, mai provato con l'uso di altre pratiche.
Ma per andare dove?

chlobbygarl puoi approfondire questo concetto?
Citazione:
Le pratiche sessuali oggetto di commento vengono lette dalla psichiatria come parafilie e quindi come patologie solo in ragione del grado di intesità al quale sono vissute.Sembra sensato ritenere che nell'agire il sesso la dipendenza assoluta da una qualunque pratica 'diversa' sia causa di un certo 'danno' verso sè stessi malgrado il fatto che chi si trova in quella situazione apparentemente non stia facendo del male a nessuno e magari ne parli in termini estatici
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Vecchio 17-03-2008, 14.06.32   #35
maxim
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So cos'è il bondage, ma non nel senso di averlo praticato. Esso è sostanzialmente una forma di sado-masochismo. Se lego, lego...non s-lego. Se co-stringo...co-stringo, se impedisco movimenti, impedisco movimenti e non il contrario. Questa è evidenza..maxim.

Accetto per buono il fatto che tu non abbia mai avuto l’occasione di provarlo pertanto mi assumerò la briga di esportelo in maniera sintetica. Il bondage non c’entra nulla con il sado-maso…che poi da una pratica si arrivi a dell’altro credo sia un fatto abbastanza normale e naturale ma l’eccitamento deriva dal legare e slegare e non da quello che succede dopo e che sarebbe oltretutto un di più! Ti ho anche citato il caso del mio amico-artista il cui eccitamento non deriva dalla costrizione delle corde ma dallo slegare il corpo e su di esso vedere i segni impressi dalle corde…
…raggiunto il massimo eccitamento nulla toglie che una volta slegata la “preda” si finisca, senza corde, con l’atto che noi tutti si conosce…spero.

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Originalmente inviato da ornella

Il coraggio di cosa?
Ma per andare dove?


Il coraggio di provare ad esempio…foss’anche solo a confutare in maniera un po’ più argomentativa ciò che avevo scritto e senza citare psicologi da battaglia…ho il brutto vizio di non credergli mai!
E’ una cosa che ho notato anche nell’altra discussione “analoga” oppure ogni qualvolta si parla di pratiche che esulano dall’atto sessuale classico che noi tutti conosciamo…spero.
Sembra quasi ci sia comunque una voglia inconscia di provare ma qualcosa c’impedisca di farlo pertanto sorgono le solite complicazioni a nostra difesa che vorrebbero tacciare per sbagliato, problematico, anormale una certa pratica sessuale.
Nel momento in cui codesta pratica è tollerata e voluta da entrambi, non crea problemi di coppia e viene affrontata con il giusto spirito, cosa dovrebbe celare di anormale o patologico?

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Vecchio 17-03-2008, 15.05.19   #36
ornella
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ornella,

ho letto con attenzione lo scritto del Dott. Massimo Rinaldi. Non vi ho trovato un riferimento diretto al bondage. Ma non è di ciò che intendo parlare. Lo scritto almeno per me non vale un gran che, caratterizzato com'è da numerose e clamorose contraddizioni, pre-giudizi e mistificazioni.

A scopo d'esempio, citerò solo ciò che riguarda direttamente il tema della discussione.

"Per parafilie si intendono le deviazioni dal normale oggetto sessuale: sono pertanto qui classificate tutte quelle forme che precedentemente venivano chiamate perversioni: esibizionismo, feticismo, travestitismo, pedofilia, masochismo o sadismo sessuali, voyeurismo, coprofilia, e altro ancora. Alcune di queste forme sono perseguite dalla legge, poiché comportano, o possono comportare, la sopraffazione della volontà dell'altro, fino al coinvolgimento di persone non consenzienti. Le parafilie sono molto più diffuse tra gli uomini che tra le donne, in rapporto di 20:1. Il trattamento delle parafilie è di tipo psicoterapeutico, ma non sempre chi ne è affetto accetta facilmente l'idea di ricorrere a terapie, di qualunque tipo si tratti, preferendo piuttosto rimanere attaccato alla propria specifica forma di deviazione, che gli garantisce eccitamento e orgasmo (per quanto si possa chiamare orgasmo questo tipo di soddisfacimenti in forma patologica). La scuola sessuologica di derivazione reichiana (in prima fila A. Lowen) ha speso molte parole, anche convincenti, per la distinzione tra la mera scarica fisiologica dell'eiaculazione e il vero e proprio orgasmo, che comporta l'attuazione di un rapporto sano e naturale in un individuo fondamentalmente sano".


Le parafilie sono molto più diffuse tra gli uomini che tra le donne, in rapporto di 20:1

Quale verità scientifica! Nel rapporto di venti a uno! Sarà forse in ragione del fatto che oggi come ieri le donne parlano di sesso meno degli uomini? Cfr. anche Sigmund Freud, Tre saggi sulla teoria sessuale. Ma evidentemente non ci arrivo: siccome le indagini statistiche lo affermano....

Il trattamento delle parafilie è di tipo psicoterapeutico,

-E' di tipo psicoterapeutico. E siccome lo è, non può non essere diversamente....
- Non è assolutamente chiaro il senso dell'uso dell'aggettivo "psico-terapeutico". E non è affatto chiaro, anche in ragione del richiamo all'opera reichiana, giacchè l'opera di Reich non fu affatto un approccio "semplicemente" psico-terapeutico. Se si usa Reich per sostenere un approccio psicoterapeutico a fenomeni quali le para-filie, si commette un errore clamoroso.

ma non sempre chi ne è affetto accetta facilmente l'idea di ricorrere a terapie, di qualunque tipo si tratti, preferendo piuttosto rimanere attaccato alla propria specifica forma di deviazione

-Linguaggio del dire tutto e niente. Chi ne è affetto non accetta l'idea. L'idea di chi? Forse quella dello "psichiatra" di turno.
- "preferendo piuttosto rimanere attaccato"...con la colla...."alla propria" ...perche comprata al mercato...."deviazione".
- Non manca nulla e il cerchio si chiude......

Ma al Dott. Rinaldi non basta:"che gli garantisce eccitamento e orgasmo (per quanto si possa chiamare orgasmo questo tipo di soddisfacimenti in forma patologica)".

- La deviazione garantirebbe eccitamento e orgasmo.
- se si ritiene che sia improprio parlare di orgasmo in caso di vissuti di parafilia, ne si fa a meno. Esso si dà o non si dà, bisogna decidersi. Ma l'indecisione è spiegata subito dopo: "La scuola sessuologica di derivazione reichiana (in prima fila A. Lowen) ha speso molte parole, anche convincenti, per la distinzione tra la mera scarica fisiologica dell'eiaculazione e il vero e proprio orgasmo, che comporta l'attuazione di un rapporto sano e naturale in un individuo fondamentalmente sano".

- Proprio perchè la scuola sessuologica di derivazione reichiana avrebbe speso molte parole, si dovrebbe prestare molta attenzione ai concetti fondamentali di scienze quali la sessuo-economia e la bio-energitica: parlare di orgasmo distinguendolo dall'eiaculazione significa parlare di maschietti. Ancora una volta ed anche qui le femminucce rimangono escluse.....

Franco
Franco credimi, io non ho nulla contro gli uomini, se ritieni che le cifre sono falsate, non ha per me importanza,è una statistica, per me è importante tentare di capire il fenomeno. Forse in questo caso considerata la nostra passività, è più semplice immaginare un nostro non bisogno all'utilizzo di stimolazioni esterne e mentali. Ritengo che non si possono imprigionare le parafilie in schemi prettamente maschili o femminili. Ho già specificato altrove che di per se farsi legare non significa essere masochisti. E sono d'accordo che la devianza è in relazione alla dipendenza che si ha da verso queste pratiche. Io non so quanti mi possono aver immaginata legata, molti sicuramente imbavagliata
Psicoteraupetico, in contrapposizione a farmacologico.
Se parliamo di sadomasochismo parliamo di dolore, inflitto o subito. Il dolore è il segnale di cui siamo provvisti per sopravvivere. (So tutto fisicamente cosa accade ). Comunque c'è un aforisma bellissimo che dice:"Almeno i sadici non rimangono insensibili al nostro dolore"
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Vecchio 17-03-2008, 15.05.31   #37
chlobbygarl
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chlobbygarl puoi approfondire questo concetto?
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Le pratiche sessuali oggetto di commento vengono lette dalla psichiatria come parafilie e quindi come patologie solo in ragione del grado di intesità al quale sono vissute.Sembra sensato ritenere che nell'agire il sesso la dipendenza assoluta da una qualunque pratica 'diversa' sia causa di un certo 'danno' verso sè stessi malgrado il fatto che chi si trova in quella situazione apparentemente non stia facendo del male a nessuno e magari ne parli in termini estatici
Distinguere tra patologia e non è abbastanza spesso (non vuol dire sempre, non vuol dire spesso!) puramente convenzionale poichè stessi aspetti considerati normali se assumono carattere di persistenza, ricorrenza, pervasività, totalizzazione 'diventano' patologia.Per scelta convenzionale intendo quella che fissa il discrimine esatto.Quindi, banalmente, non è convenzionale distinguere tra uno che è incapace di erezioni o di più generico piacere a meno che non ricorra sempre a pratiche di un certo tipo e un altro che invece conosce l'estasi con posizione del missionario e luce semioscurata.Ma lo è, convenzionale e 'problematico', decidere nella selva delle fantasie sessuali, ovvero quando le medesime ci sono e sono in quantità, cosa sia patologia e cosa non, intanto già perchè una fantasia può voler rimanere tale e solo tale.Come hai detto tu non ci vuole un genio per capire che se una donna adora subire la violenza fisica non solo come fantasia, quindi prova piacere dopo che le hanno causato lividi, rottura delle ossa e ferite, ecco qualche problemino forse c'è.Ma molto prima di arrivare fino qui c'è un mare magnum di situazioni al limite dell'indecidibile per quanto riguarda la loro attribuzione alla categoria patologica.
Quindi cosa fa la psichiatria...... prende come parametro dirimente, anche in questo ambito, la funzione per cui tu hai una patologia quando e se quel dato modo di vivere il sesso ti porta disagio, difficoltà di relazione, fisica e non, ti rende dipendente.Ci sarebbero molte eccezioni possibili a questo schema, diciamo semplicemente che la dipendenza esclude la tua possibilità di agire per scelta libera, da qui la patologia.Bypassando a piè pari la morale, quello che a me può apparire interessante fare circa l'argomento in questione è capire in modo a-pregiudiziale non la patologia se e quale, non il valore etico se e quale, ma la corrispondenza tra quale tipo di interesse sessuale e quale carattere psichico, ammesso che sia possibile.Prendiamo esempi estremi come coprofilia e necrofilia, personalmente non sono interessato (eufemismo) ma potrei esserlo a capire la struttura e la peculiarità psichica di chi ne è attratto.
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Vecchio 17-03-2008, 15.18.17   #38
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Accetto per buono il fatto che tu non abbia mai avuto l’occasione di provarlo pertanto mi assumerò la briga di esportelo in maniera sintetica. Il bondage non c’entra nulla con il sado-maso…che poi da una pratica si arrivi a dell’altro credo sia un fatto abbastanza normale e naturale ma l’eccitamento deriva dal legare e slegare e non da quello che succede dopo e che sarebbe oltretutto un di più! Ti ho anche citato il caso del mio amico-artista il cui eccitamento non deriva dalla costrizione delle corde ma dallo slegare il corpo e su di esso vedere i segni impressi dalle corde…
…raggiunto il massimo eccitamento nulla toglie che una volta slegata la “preda” si finisca, senza corde, con l’atto che noi tutti si conosce…spero.



Il coraggio di provare ad esempio…foss’anche solo a confutare in maniera un po’ più argomentativa ciò che avevo scritto e senza citare psicologi da battaglia…ho il brutto vizio di non credergli mai!
E’ una cosa che ho notato anche nell’altra discussione “analoga” oppure ogni qualvolta si parla di pratiche che esulano dall’atto sessuale classico che noi tutti conosciamo…spero.
Sembra quasi ci sia comunque una voglia inconscia di provare ma qualcosa c’impedisca di farlo pertanto sorgono le solite complicazioni a nostra difesa che vorrebbero tacciare per sbagliato, problematico, anormale una certa pratica sessuale.
Nel momento in cui codesta pratica è tollerata e voluta da entrambi, non crea problemi di coppia e viene affrontata con il giusto spirito, cosa dovrebbe celare di anormale o patologico?

Sinceramente, ritenere che gli altri siano possessori di preconcetti, mi pare un po' riduttivo, quando tu ammetti di fare un cammino, in cui ci si può fermare se l'altro non è pronto. Ognuno supera i propri tabù come ho già detto. Per me non è nella corda l'eccitazione, ma in testa, sono quindi slegata, io mi sento libera così Per il resto se hai letto tutta la discussione ho già risposto.
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Vecchio 17-03-2008, 15.20.04   #39
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Accetto per buono il fatto che tu non abbia mai avuto l’occasione di provarlo pertanto mi assumerò la briga di esportelo in maniera sintetica. Il bondage non c’entra nulla con il sado-maso…che poi da una pratica si arrivi a dell’altro credo sia un fatto abbastanza normale e naturale ma l’eccitamento deriva dal legare e slegare e non da quello che succede dopo e che sarebbe oltretutto un di più! Ti ho anche citato il caso del mio amico-artista il cui eccitamento non deriva dalla costrizione delle corde ma dallo slegare il corpo e su di esso vedere i segni impressi dalle corde…
…raggiunto il massimo eccitamento nulla toglie che una volta slegata la “preda” si finisca, senza corde, con l’atto che noi tutti si conosce…spero.



maxim,

speravo in rilievi più articolati. Il bondage non c'entrerebbe nulla con il sado-masochismo. Sembra tu ne sia profondamente convinto! A questo punto una prima "definizione" di bondage e sado -masochismo ritengo sia di rigore.

Come chiami l'esser-legati in generale? E per un certo tempo, maxim? Dovresti rispondere a questa domanda, altrimenti parliamo a vuoto credendo d'intendere significati comuni. Parli di eccitamento. Sembrerebbe, a tuo avviso, che il farsi legare, incatenare, cordare, determini un innalzamento, un'intensificazione dell'eccitamento. Ma la stessa cosa può esser detta nel caso del fenomeno del masochismo: il soggetto masochista si eccita all'idea e alla pratica del subire dolore, delll'esser-umiliato. Mi faresti intendere la differenza, maxim? in base a cosa distingueresti la spinta (eccitazione) di chi fa bondage dall'eccitazione del masochista? Qui non bisogna raccontare storie.....

Rimetto pertanto in gioco le mollette. E le rimetto in gioco anche perchè a ben pensarci, potrebbero essere definite, secondo certi criteri, una forma "soft" di auto-bondage. Se con espressioni quali bondage, to bond e the bond intendiamo il legare, il saldare, il co-stringere (stringere insieme), allora ed inevitabilemente, le mollette piazzate allo, sullo scroto, costituiranno una forma soft di bondage: esse sono una co-strizione. Nella lingua inglese il sostantivo "bondage" significa schiavitù, così come il verbo "to bond" significa cose come unire, saldare, legare, co-stringere. Queste sono cose precise....

In questo momento sono spinto a porre una similitudine del genere: il monoguanto sta alle braccia come un bel mollettone sta ai testicoli. Variazioni sul tema delle forme hard di bondage.....

Franco
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Vecchio 17-03-2008, 16.47.31   #40
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Franco credimi, io non ho nulla contro gli uomini, se ritieni che le cifre sono falsate, non ha per me importanza,è una statistica, per me è importante tentare di capire il fenomeno. Forse in questo caso considerata la nostra passività, è più semplice immaginare un nostro non bisogno all'utilizzo di stimolazioni esterne e mentali. Ritengo che non si possono imprigionare le parafilie in schemi prettamente maschili o femminili. Ho già specificato altrove che di per se farsi legare non significa essere masochisti. E sono d'accordo che la devianza è in relazione alla dipendenza che si ha da verso queste pratiche. Io non so quanti mi possono aver immaginata legata, molti sicuramente imbavagliata
Psicoteraupetico, in contrapposizione a farmacologico.
Se parliamo di sadomasochismo parliamo di dolore, inflitto o subito. Il dolore è il segnale di cui siamo provvisti per sopravvivere. (So tutto fisicamente cosa accade ). Comunque c'è un aforisma bellissimo che dice:"Almeno i sadici non rimangono insensibili al nostro dolore"


ornella,

hai completamente frainteso il senso del mio intervento. Esso intendeva dimostrare due cose:

- In quanto ho citato non è possibile rintracciare nessun riferimento alla pratica e alla fantasia del bondage, nel senso del loro uso ai fini della comprensione del fenomeno del sado-masochismo. La parola stessa di bondage non compare affatto.

- Non conosco i titoli del Dott. Massimo Rinaldi, ma il fatto, dico il fatto che un suo scritto circoli sul web non significa che esso non possa variamente essere messo in discussione. Se pertanto tu ritenessi di non accettare la mia posizione riguardante quanto da me stesso citato, t'inviterei ad entrare nel merito.

Franco
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