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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 21-09-2003, 20.10.11   #61
Rolando
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Non si deve essere Dio per capire che in realtà i farmaci non servono quasi mai, e soprattutto non come metodo primario.
Un´individuo che soffre di depressione si è da qualche ragione rinchiuso in un "carcere mentale", e l´unica cosa che può aiutarlo è incontrare e stare in rapporto con qualcuno che lo aiuta di aprirsi dinuovo alla vita. Questo può succedere solo in relazione con un altro uomo, un uomo che ha fiducia per la capacità dell´individuo di trasformarsi, e fiducia per il dialogo umano come mezzo di cambiamento. Un tale dialogo "terapeutico" può aver luogo solo se il terapeuta è umile e sente una vera simpatia ed empatia per l´altro.
"La psicoterapia è cura tramite l´amore" ha detto anche Sigmund, e secondo me questo fatto è la cosa più importante, e c'è in ogni psicoterapia che funziona. Naturalmente intendo l´amore altruistico.

In realtà i problemi psichici non sono "malattie" e soprattutto non sono malattie fisici, medici.
Il fatto che i problemi psichici vengono trattate dai medici è il problema più grande. Nel passato i medici "trattava" i "patienti mentali" in centrifughe, e li facevano cadere in acqua freddissma, ecc. per non parlare di altri metodi medici più recenti.
Secondo i medici questo trattamento era bene per l´individuo.
In futuro guardiamo i farmaci con lo stesso stupore che oggi guardiamo le centrifughe.
Se qualcuno si considera "Dio" ed "onnipotente" in questo caso, è il medico.
Ciao

Ultima modifica di Rolando : 21-09-2003 alle ore 20.14.52.
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Vecchio 21-09-2003, 21.20.16   #62
Ygramul
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I livelli dell'esistenza

L'esistenza, in tutte le sue forme, è fatta di livelli, di cui i più semplici si aggregano per costituire l'insieme che darà origine al livello sovraordinato. Avviene a partire dall'organizzazione dell'energia in elementi di materia, e via via sempre più su. La materia è costituita da pochissimi elementi-base: neutroni, protoni ed elettroni (salro per comodità tutto ciò che è la fisica delle microparticelle ed inizio dalla chimica elementare).

Da questi 3 elementi, dal modo in cui si organizzano e quindi costituiscono un insieme, hanno orihgine tutti gli elementi della materia. Dall'aggregazione degli atomi semplici si crea una innumerevole quantità di composti, aggregazione che avviene in base a legami di tipo chimico.

C'è un atomo che presenta caratteristiche di legame veramente straordinarie, ed è l'atomo di carbonio. Esso è capace di aggregarsi a costituire una sorta di "scheletro" a cui si attaccano pochi altri elementi: prevalentemente idrogeno, e poi ossigeno, calcio, sodio, potassio, ferro, e così via, non molti altri comunque.

La chimica dell'organizzazione particolare degli atomi di carbonio è chiamata biochimica perchè è la base tangibile della materia di cui sono fatti gli organismi viventi. E' un tipo di chimica estremamente affascinante e complessa, perchè ha tempi di reazione straordinariamente brevi, a volte davvero istantanei. Noi siamo fatti da questo tipo di chimica.

La quale si aggrega e forma tutta una serie di composti complessi quali proteine, grassi complessi, enzimi (che sono comunque di natura proteica), Acido DesossiriboNucleico (DNA) e Acido RiboNucleico (RNA). Questi composti sono ulteriormente sovraordinati alla chimica dello scheletro di carbonio.

A loro volta questi composti si organizzano in strutture sempre più complesse: le cellule e tutti i loro innumerevoli organuli, i nuclei delle cellule stesse ove è contenuto il DNA e dove viene prodotto l'RNA.

Le cellule degli organismi complessi si organizzano ulteriormente a costituire i tessuti: quello adiposo, il tessuto scheletrico, quello muscolare, gli epiteli, il connettivo ecc., e quello che ci interessa: il tessuto nervoso. Tutti i tessuti sono interconnessi fra di loro da innumerevoli tipi di connessioni differenti: intanto il sistema nervoso è una connessione esso stesso, e la più sofisticata che possa esistere. Ma ci sono molti tipi di connessioni: il sistema ormonale, il sistema delle prostaglandine, delle interleuchine, il sistema immunitario con tutta la sua ricchezza di espressività (che meraviglia!!!). Ora non sto a elencare tutto, sarei noiosa.

Tutto questo forma un organismo vivente e ne organizza anche l'espressione materiale di quella che, non dal punto di vista medico ovviamente, ne possiamo definire la coscienza, l'intelligenza, la "mente".

Dove voglio arrivare? Semplice. Io sono estremamente convinta che l'essere umano (così come tutti gli esseri viventi) sia costituito di un'anima, sono anche convinta che l'anima sia immortale, MA sono altresì convinta che per qualche ragione che ci sfugge l'anima si incarni e diventi nella vita come la conosciamo noi un tutt'uno con la materia, che è l'unico modo attraverso cui l'anima possa poi manifestarsi in questa forma di esistenza.

Noi FUNZIONIAMO attraverso processi chimici, biochimici, cellulari, tissutali, ormonali, neurologici. Questo è il nostro modo di funzionare.

Noi ESISTIAMO attraverso l'espressione del nostro corredo genetico, il DNA, che ci permette di essere alti o bassi, magri o grassi, con occhi chiari o scuri, con vari colori di capelli e così via. E che ci "esprime" alla vita con dei punti di forza e delle vulnerabilità
E questo, con buona pace di Rolando, sia dal punto di vista fisico che psichico. Questo non vuol dire che noi siamo rigorosamente destinati ad ammalarci in un modo piuttosto che in un altro, ma vuol dire che ognuno di noi nasce con delle predisposizioni. Così come io non sarei sicuramente mai potuta diventare una pianista perchè sono abbastanza negata per la musica, posso avere la predisposizione, se ci sono alcune circostanze, a soffrire di periodi depressivi o di eccitamento abnorme con iperattività.

Consideriamo anche un altro aspetto: molti sono stati gli esperimenti sull'impatto che alcune psicoterapie o l'ipnosi e il training autogeno hanno sul cervello (inteso come organo) e si è visto che effettivamente cambia il metabolismo cerebrale sotto uno stimolo dato da una terapia verbale, o suggestiva o quant'altro ma non di tipo farmacologico.

E' altresì vero che molte terapie farmacologiche hanno permesso, attraverso l'alleviarsi di sintomi fortemente destruenti, l'inizio di una psicoterapia altrimenti impossibile.

E continuo a sottolineare quanto sia grave, GRAVE, GRAVISSIMO continuare a negare l'esistenza di malattie che colpiscono alcune funzioni "nobili" del nostro cervello. La malattia mentale, quella vera, NON è un "problema psichico". Alcuni lo sono, ma altri no. Alcune sono malattie. Sono presenti con alta frequenza in alcuni ceppi familiari e in altri sono sporadiche (studi fatti sugli alberi genealogici), sono indipendenti da come viene allevato l'individuo che porterà quell'enorme e destruente problema. Studi fatti su gemelli monozigoti, separati e allevati da famiglie differenti (sono studi classici per verificare l'impatto genetico di una malattia) hanno dimostrato che nell'80% dei casi (dico.... 80%!!!!!) se si ammala un gemello di schizofrenia, si ammala anche l'altro, e anche ad un'età vicina. E così anche del disturbo maniaco-depressivo (o disturbo bipolare che dir si voglia).

Tutti gli altri disagi possono essere generati da miliardi di cose diverse, ma queste due che ho citato e una forma di depressione particolare che viene chiamata Depressione Maggiore, sono tre MALATTIE, con una precisa caratteristica di familiarità. Sono disturbi che NON rispondono alle sole psicoterapie, che rispondono molto bene ai farmaci, i quali permettono a chi ne soffre di poter condurre una vita dignitosa.
Per la schizofrenia questo accade meno. E' una malattia gravissima e devastante, che lasciata a sè conduce ad uno stato di demenza riscontrabile anche alla RMN o alla TAC e all'esame del cerrvello dopo la morte. Curata con i farmaci la si "cristallizza", purtroppo quasi mai la persona tornerà ad essere come prima...

Tu continui a negare realtà alla fisicità del nostro essere, alla necessità ANCHE di cure fisiche quando è necessario. Ed io ti ripeto: vai in un luogo dove si curano le fasi acute di questa malattia. Vacci, e guarda cosa sono e come possono ridurre un essere umano, guarda cosa vuol dire stravolgere completamente l'esistenza. Devi solo verificare. Io non dico nulla che non sia verificabile, e anche molto semplicemente.

Ultima modifica di Ygramul : 21-09-2003 alle ore 21.30.26.
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Vecchio 21-09-2003, 22.31.49   #63
Fragola
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Di solito io evito di parlare delle malattie mentali perchè so di non essere competente. Le cito, quando si parla di psicofarmaci, per fare un distinguo. Ritengo invece di essere abbastanza competente riguardo ad altre forme di disagio perchè, anche se non sono una psicoterapeuta, sono anni che studio e forse, chissà, un giorno lo diventerò.
Sono tendenzialmente contraria all'uso indiscriminato degli psicofarmaci ma mi rendo perfettamente conto che ci sono casi in cui, nel contesto culturale in cui viviamo, non se ne può fare a meno.
Funzionano?
Per rispondere a questa domanda bosognerebbe dare una definizione di guarigione... questione annosa! Per quanto ne so la scienza sta ancora cercando la causa organica delle principali malattie mentali! Mentre le nevrosi e alcune forme di depressione secondo me hanno origine dalla storia del soggetto, per altre patologie, ben più gravi, pare che non sia così. Non sempre almeno.
Forse i farmaci che oggi abbiamo a disposizione non guariscono ma sono certamente meno invasivi e meno crudeli delle forme di contenimento che si usavano anni fa nei manicomi.

Credo che, prima di demonizzare qualcosa, occorra conoscerlo in modo approfondito. Io non me la sento di dire che non bisogna trattare farmacologicamente uno schizofrenico. Quel'è l'alternativa? Se esiste ed è, nel contesto, praticabile una via diversa, ben venga. Ma tante, tante volte non è così.
Sono cose che vanno valutate caso per caso, con competenza, tenendo bene in considerazione i pro e i contro.

E' chiaro che, come sempre fa la medicina occidentale, lo psicofarmaco interviene sul sintomo. Anche gli antibiotici e la tachipirina intervengono sul sintomo. Se tutto quello che possiamo fare per aiutare queste persone è contenere i loro sintomi, facciamo questo. Ma avete idea di come sarebbe la loro vita altrimenti?

Ci sono casi in cui è possibile affiancare alla terapia farmacologica la psicoterapia di modo che la cura con psicofarmaci non sia eterna ma, come dice giustamente Ygramul, la psicoterapia deve essere scelta dal soggetto.

Qualcuno ha parlato di depressione. Anche qui bisogna distinguere! Ci sono forme di depressione che non hanno origine organica e in questo caso i farmaci proprio non servono a niente. Quando vengono sospesi tutto torna come prima. L'unico vantaggio che possono portare è quello di far conoscere a chi li prende come sarebbe la vita senza il dolore atroce della depressione perchè, mentre vengono assunti, fanno effettivamente stare meglio. Ma fanno anche tante altre cose. Modificano la personalità! Una cosa difficile da gestire senza altro supporto dei farmaci.
Ho vissuto per molto tempo con un grande depresso (mio padre) e ho visto cosa possono fare gli antidepressivi. Ma mio padre mai e poi mai avrebbe ammesso di poter affrontare il suo malessere in modo diverso che ingoiando pillole. Era proprio uno di quei casi in cui non si può fare altro!
Oggi gli antidepressivi sono veramente un po' abusati.
Ho visto medici (e medici generici, non psichiatri) prescrivere il Prozac a ragazzine di quindici anni perchè erano state lasciate dal fidanzato! Queste sono le cose assurde contro cui è giusto urlare.
Ma di fronte alle malattie gravi lascio la parola a chi è competente.

Poi io sono profondamente convinta che se vivessimo in modo diverso potremmo creare un modo per accogliere la diversità che non sia per forza il contenimento. Sono convinta che c'è una relazione stretta tra certe forme di follia e la genialità. (Nijinsky!)
Ma siamo qui, in questo contesto.
E allora, invece di protestare perchè esiste la psichatria, diamoci da fare per cambiare profondamente il modo in cui viviamo ... iniziando da noi stessi!


ciao
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Vecchio 21-09-2003, 22.39.18   #64
r.rubin
può anche essere...
 
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molti sono stati gli esperimenti sull'impatto che alcune psicoterapie o l'ipnosi e il training autogeno hanno sul cervello (inteso come organo) e si è visto che effettivamente cambia il metabolismo cerebrale sotto uno stimolo dato da una terapia verbale, o suggestiva o quant'altro ma non di tipo farmacologico.

Citazione:
E' altresì vero che molte terapie farmacologiche hanno permesso, attraverso l'alleviarsi di sintomi fortemente destruenti, l'inizio di una psicoterapia altrimenti impossibile.


Forse ho capito male: terapie verbali o suggestive modificano il metabolismo MA NON lo modifica una terapia farmacologica?


Any way, la mia opinione è che i farmaci (qualsiasi, tanto più quelli che agiscono su organi tanto importanti) è bene evitarli se non in caso di reale necessità.

Ciao.

r.rubin is offline  
Vecchio 21-09-2003, 23.32.17   #65
Ygramul
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Messaggio originale inviato da r.rubin
Forse ho capito male: terapie verbali o suggestive modificano il metabolismo MA NON lo modifica una terapia farmacologica?


Any way, la mia opinione è che i farmaci (qualsiasi, tanto più quelli che agiscono su organi tanto importanti) è bene evitarli se non in caso di reale necessità.

Ciao.


No, nella foga della risposta son stata poco chiara io. Voglio dire che ANCHE le parole modificano qualcosa di biologico. E a volte anche le psicoterapie possono creare danni. E molto gravi. Tutto nella nostra vita ha necessità di incarnarsi per poter essere espresso.

Per quanto riguarda l'uso dei farmaci, io non sono convinta che siano LA soluzione. Ma tante cose sarebbero impossibili a molte persone senza l'uso di farmaci. Come tutte le cose, nulla va usato in modo indiscriminato e superficiale. Ma non bisogna, d'altro canto, negarsi l'uso di uno strumento per semplici preconcetti o atteggiamenti ideologici.

Molto bello l'intervento di Fragola, che sento assolutamente vero e "vissuto".

Nei riguardi degli psicofarmaci ci sono delle tendenze opposte e entrambe pericolose: una è quella di demonizzarli, e su questo credo di aver espresso la mia opinione forse fino a far venire conati di vomito a chi mi ha letto... L'altra è quella di banalizzarne l'uso. Sono sostanze delicate, che vanno date su precise indicazioni e con opportune cautele. Spesso medici non psichiatri ne fanno un uso strano, e forse questo ha portato alla sfiducia molte persone. Ma io faccio un ragionamento molto semplice: chi si sognerebbe di contestare un cardiologo che usa antiaritmici? Nella nostra professione è lo stesso, con in più il fatto che, essendo i disturbi psichiatrici caratterizzati dall'avere pochi sintomi fisici (ce ne sono, ma non eclattanti come in altre malattie...) dobbiamo affinare le capacità di indagine e affidarci a dei metodi di tipo semeiotico molto sottili.
Questo comporta delle stranezze: a volte quando una malattia organica ha aspetti insoliti o più rari, la diagnostichiamo più facilmente noi perchè molti medici che curano le malattie organiche, abituati a usare dati "obiettivi" nel rilevare la malattia, spesso trascurano di ascoltare il paziente.
A me è capitato di diagnosticare un ictus cerebrale con sintomi insoliti, che hanno portato il medico di base a chiedere una consulenza psichiatrica; ma ad una mia collega è capitato di peggio: ha diagnosticato un tetano in fase medio-avanzata: le contratture tetaniche erano state scambiate per "tensione" in persona ansiosa... Scusate la digressione...
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Vecchio 22-09-2003, 13.10.19   #66
VanLag
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La sindrome della corda e del serpente.

Poi io sono profondamente convinta che se vivessimo in modo diverso potremmo creare un modo per accogliere la diversità che non sia per forza il contenimento. Sono convinta che c'è una relazione stretta tra certe forme di follia e la genialità. (Nijinsky!)

Chiedo scusa agli operatori del settore se questa mia riflessione può suonare eretica. Diciamo che è una mia personale lettura delle distorsioni della mente.

Credo che ogni malattia mentale si basi su una distorsione della percezione della realtà, la stessa che nel famoso aforisma indiano porta un uomo a vedere un serpente dove c’è una corda arrotolata ed a tremare di paura, finché, al sopraggiungere della luce, la falsa percezione è fugata.

Viviamo in una società che da una parte è colma di un positivismo scientifico, il quale si arroga l’onnicomprensione dei fenomeni, e dall’altra è colma di misticismo religioso che si inventa verità trascendenti, pur di non ammettere la sua impotenza davanti al mistero. Sotto queste spinte irreali la cultura perde la sua connessione con la realtà e pur di spiegarsi il mistero della vita, viene a patti con l’ipotesi, iniziando un processo nel quale le ombre diventano più reali degli oggetti che le generano.
In questo mondo “distorto” la mente, non può fare altro che seguire questa deriva culturale ingigantendola in stati che vengono denominati, di volta in volta, ansie, paranoie, nevrosi e via dicendo.

Spesso mi sono scagliato qui in forum contro persone che non solo si inventano quello che non c’è scritto ma si inventano anche la personalità degli autori dei post, pretendendo, da poche righe, di conoscere, non solo il pensiero dell’altro, ma l’altro stesso.
Questo modo di procedere, questo lasciare che la nostra mente si costruisca dei “film” a suo piacimento è, secondo me, il primo, chiaro sintomo di insanità mentale che non è definito patologico per il semplice motivo che la società stessa muove in quel senso. Ma questo processo è importante da comprendere perché oltre offrire la possibilità di invertire il processo stesso, rappresenta anche il punto preciso dove il “male mentale” si salda col “male sociale”.

Inoltre è ancora quella paura ipotetica, basata su assunzioni, desunzioni, presunzioni e supposizioni, che induce la restrizione dei parametri della normalità. L’altro, il nuovo, l’ignoto, elaborati dalla mente, perdono la fragranza della novità e vengono rivestiti dai contenuti negativi contenuti nella memoria. La stessa attitudine alla paura cioè che ci fa vedere il serpente nella corda, il nemico nell’altro, si impossessa di noi e ci fa sovrapporre alla realtà del fenomeno le ombre del pensiero.

Stringendo il corridoio della normalità poi è automatico che si allarghi quello della pazzia. Ricordo, a questo proposito, un aneddoto letto in un libro di Pirsig, (credo fosse Lila), dove l’autore descriveva il caso di un vecchio italiano del sud trasferitosi in America. L’autore raccontava come questa persona, ricoverata in ospedale, venne internata in manicomio per avere detto ad un altro paziente che la causa dei suoi mali doveva essere il malocchio. Sempre Pirsig sottolineava nel suo libro che, mentre per la società americana questa affermazione era definita paranoica, la stessa era perfettamente normale ed accettata nella cultura dalla quale proveniva il paziente in questione.
Esempio classico di definizione arbitraria dei confini della normalità.dove la malattia mentale non viene definita in base a comportamenti anomali e socialmente lesivi o auto lesivi ma semplicemente perché un affermazione va contro un dogma, (in questo caso un dogma del positivismo scientifico).

Comunque per tornare a noi, a casa mia, un serpente è un serpente ed una corda è una corda, in assenza della certezza rimane un punto di domanda, al quale non posso davvero permettermi di rispondere con un ipotesi mentale se non al prezzo di farmi del male.
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Vecchio 22-09-2003, 22.48.55   #67
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Re: La sindrome della corda e del serpente.

L’autore raccontava come questa persona, ricoverata in ospedale, venne internata in manicomio per avere detto ad un altro paziente che la causa dei suoi mali doveva essere il malocchio. Sempre Pirsig sottolineava nel suo libro che, mentre per la società americana questa affermazione era definita paranoica, la stessa era perfettamente normale ed accettata nella cultura dalla quale proveniva il paziente in questione.

Ecco! Proprio di questo si occupa l'etnopsicoterapia (più nota come etnopsichiatria ma che con la psichiatria non ha nulla a che fare)!
E' quello che sto studiando in questo periodo.
Prima o poi scriverò qualcosa di più sull'argomento.

ciao
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Vecchio 24-09-2003, 20.40.23   #68
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Ho conosciuto persone assolutamente equilibrate che provenivano da situazioni disastrose, ho conosciuto famiglie assolutamente non patologiche, affettivamente presenti, calde, capaci di mettersi in discussione, a cui è capitata una malattia mentale in un figlio-fratello. Come ho già abbondantemente ripetuto, io non parlo per sentito dire, ma faccio riferimento a cose osservate.


Non potrebbe darsi che tu manchi la capacità di "osservare" sotto il superfice delle "famiglie assolutamente non patologiche, affettivamente presenti, calde, capaci di mettersi in discussione".
Spesso le madre delle "schizofreni" sono appunto apparentemente molto "calde e capace di mettersi in discussione" ma allo stesso tempo mancano la capacità di "vedere" veramente il figlio, ed è fra l´altro questo fatto che fa si che il figlio comincia a dubitare della sua propria esperienza o percezione della vita e col tempo non può fare altro che "sfuggire" entro un "mondo proprio". La regressione allo stato psicotico è sempre una fuga da una situazione psichica che l´individuo non può più sopportare.
(Se non è il risultato del fumare mariujana ecc ecc)

Sono anche convinto che possa esserci, in certi individui, una predisposizione per questi tipi di "problemi psichici". Secondo me questa predisposizione è risultato o la conseguenza delle azioni dell´individuo stesso, fatte nelle vite precedente.
Se un individuo ha il karma di essere nato in una famiglia e una situazione dove diventa "schizofreno", dipende del fatto che l´individuo stesso è stato genitore, in vite precedenti, per figli che hanno sviluppato i stessi "problemi psichici".

Secondo me, l´uomo è fondamentalmente un essere psichico e spirituale, che si incarna nel mondo fisico per sviluppare la coscienza della vita, e diventa così sempre più evoluto ed umano.
I "problemi psichici" o "malttie mentali" sono, come pure le malattie fisiche, risultato dell´ignoranza dell´individuo, che fa si che sbaglia creando così un destino spiacevole sia nel campo fisico che il campo psichico.

Oltre l´esperienza della sofferenza fisica e psichica, è solo tramite lo sviluppo della consapevolezza di se stesso e delle relazioni agli altri, che l´individuo può liberarsi dal destino spiacevole, quindi anche dalla "schizofrenia".
Perciò è sempre giusto e logico concentrarsi sul lato psichico del problema.
saluti.

Ultima modifica di Rolando : 24-09-2003 alle ore 20.43.45.
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Vecchio 25-09-2003, 00.02.47   #69
sisrahtac
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Vagando per internet sono finito qui:
http://www.ecn.org/antipsichiatria/extrahome.html
Credo sia molto attinente alla discussione e cmq mi vede d'accordo.
sisrahtac is offline  
Vecchio 25-09-2003, 09.20.51   #70
Ygramul
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Rolando

Vuoi dimostrare a tutti i costi una cosa che non esiste. Come ho già detto, la malattia mentale è frutto di molti fattori, prevalentemente sconosciuti. Quelle che descrivi tu sono ipotesi, ormai abbandonate dalle osservazioni fatte nell'arco degli ultimi 30 anni. L'antipsichiatria è stato un movimento molto importante in passato, che ha aiutato la psichiatria stessa ad uscire da un terribile ghetto. Ma certe idee che porta avanti adesso, pur corrette dal punto di vista "filosofico" e teorico, sono dannosissime all'atto pratico.

Tu metti in dubbio la mia capacità di osservare le famiglie, e mi chiedo su quali basi lo fai: solo perchè non sono d'accordo con te? Complimenti!!!

Nella famiglia di mio marito esistono problemi psichiatrici, conosco perfettamente il carattere "schizofrenogeno" di una madre, ma sai, questa madre ha avuto 11 figli e di schizofrenico ne è venuto fuori solo uno.

In compenso conosco situazioni di abbandono gravissime, persone che hanno avuto un'odissea che tu non penserai mai neppure di trovare nei libri di Dickens, eppure hanno un equilibrio ed una forza, una capacità di amare e di riempire i vuoti altrui veramente straordinaria.

Un mio paziente, un giovane, proviene invece da una coppia genitoriale davvero in gamba. Hanno un altro figlio, più grande di un paio di anni, anche lui assolutamente in gamba e molto attento al fratello minore. Il giovane malato è profondamente buono. Vive il suo stato mentale in modo particolare: cerca con tutto se stesso di combattere con la frammentazione del mondo che si sta verificando giorno dopo giorno. Sa cos'ha perchè io son sempre stata molto onesta con lui, e collabora con tutto se stesso, e rispetto alla gravità del suo stato mentale interno (è un paziente gravissimo) ha una capacità di cavarsela nel mondo di tutti i giorni che è fuori dal comune. Tutto questo lo deve proprio all'amore che ha in famiglia. In famiglia conoscono la malattia, sono partecipi alle attività dei gruppi di auto-mutuo aiuto, conoscono i segni precoci delle ricadute e collaborano con molta prontezza al benessere del figlio. La madre non è una donna particolarmente apprensiva, ma giustamente è preoccupata e sofferente. Entrambi lasciano quel tanto di libertà al giovane, ma lo seguono spesso nell'ombra, senza darsene a vedere, pronti ad essere in suo aiuto non appena si creasse la necessità.

Questo giovane era molto ben compensato dalle terapie (mi è costato mezzo cervello mettergliela a punto perchè è una persona molto sensibile all'azione dei farmaci e non è stato facile trovare composto e dosaggi che lo aiutasse senza togliergli vitalità e capacità motorie...). L'anno scorso ha lavorato tutta l'estate, poi ha deciso di partire in Inghilterra per lavorare lì. Non ne ho avuto notizia per due mesi. Nel frattempo lui aveva sospeso di botto le terapie. Ha avuto una crisi tremenda, nella quale ha cominciato a comportarsi come S. Francesco, spogliandosi letteralmente di tutto e donando tutto ciò che aveva ai barboni della città inglese dove si trovava (e questo è solo una minima parte di ciò che gli è successo).

Era autunno inoltrato, i genitori non avendo più sue notizie, sono partiti e hanno raggiunto quella città. Aiutati da poche informazioni raccolte, lo hanno trovato che dormiva seminudo in un parco, scalzo, quasi morto di freddo. Quando l'ho rivisto era in condizioni pietose. Ma la sua caratteristica di buon cuore l'aveva salvato da una sorte peggiore. Sono riuscita a non ricoverarlo (era veramente mal messo...) grazie alle capacità della famiglia, e anche del fratello che si è reso disponibile in tutto e per tutto nonostante gli impegni di lavoro. Non ho mai visto nessuno assistere un proprio caro con tanta abnegazione...

Purtroppo, nonostante tutti gli sforzi, non siamo riusciti a recuperare completamente la crisi perchè in questo tipo di malattie ogni crisi sottrae definitivamente qualcosa al cervello. E' sempre buono come un pezzo di pane, ma il suo pensiero è ormai disgregato. L'unica cosa che lo mantiene così, apparentemente quasi normale, è la capacità della famiglia di donargli tanto amore.

Tu puoi dirmi quello che vuoi, puoi anche dirmi che io sono superficiale nelle valutazioni, ma non mi conosci, non sai con cosa ho a che fare sia nella mia vita privata che professionale. L'unica cosa che ti interessa è dimostrare una tua tesi. Complimenti davvero!

Ultima modifica di Ygramul : 25-09-2003 alle ore 09.29.19.
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