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Vecchio 14-04-2002, 13.24.46   #51
784
Numero
 
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Rolando:

è ovvio che questi talenti non sono sviluppati in questa vita

Ovvio?
L'ovvietà è parente dell'ignoranza, attento...
784 is offline  
Vecchio 14-04-2002, 15.54.48   #52
Rolando
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Messaggi: 855
784!
Hai delle spiegazioni più logiche ?

Oppure può darsi che è l´ignoranza che non vede l´ovvio ?
Rolando is offline  
Vecchio 16-04-2002, 15.51.08   #53
Claudio
Ciò che è, è!
 
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Data registrazione: 01-04-2002
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x Mary e Rolando

Ciao...
rispondo solo ora perché non sto molto bene (mi sto riprendendo da una operazione lieve, ma debilitante).
Non metto in discussione la reincarnazione come "trasmissione" di particolari caratteristiche dell'individuo, ma vorrei che comprendessimo veramente cos'è questo individuo...

segue un copia/incolla:

...procedendo con molta calma e attenzione...
Ammettere l'esistenza della reincarnazione vuol dire ammettere che una parte di "me" resterà inalterata, non subirà alcuna trasformazione nel "trasferimento di corpo", quella cosa deve anche identificarmi inequivocabilmente. Fin quì siamo d'accordo? Se è una cosa che passa da un corpo all'altro deve necessariamente essermi stata "tramandata" dalla vita precedente. Ma non può essere un qualcosa che posso avere o non avere, proprio perché mi identifica; senza di esso/a "io" non posso riconoscermi: io sono io proprio per mezzo di quella cosa (che suppongo vivrà, rimarrà anche quando il corpo avrà smesso di funzionare). Quindi dirò: "Io non sono il corpo, io sono quella cosa che si reicarna, io sono l'anima" e con la parola "anima" ci sentiamo di aver risolto il problema.
Ma cosa intendiamo per "anima", questa sarebbe una questione che ci portiamo appresso senza volerla vedere. C'è un velo di oscurantismo in questa parola. A tutti noi fa comodo pensare a questa "anima", perché si adatta alle nostre interpretazioni personali, ai nostri desideri più intimi di continuità: "ci deve essere dentro di me un nocciolo indistruttibile, che il tempo non può scalfire; la vita non può essere tutta quà: si nasce, si vive, si muore e tutto finisce come se io non fossi mai esistito, che tristezza!"
Allora, abbiamo inventato l'anima senza aver ancora capito cos'è l'"io"? Cos'è l'"io"? Chi sono io? Un nome? Una forma? Un corpo? La cosa più tangibile sembrerebbe il corpo, ma l'"io" che ero, appena nato, ora non sono più. Il tempo modifica il corpo...
...ma rimane il senso di essere lo stesso "io", col passare degli anni. Vado a dormire ogni sera e mi sveglio la mattina con la stessa sensazione di essere lo stesso "io".
Che cosa mi da questa continuità dell'"io"? Questa certezza dell'essere la stessa persona?
I ricordi. La mia identità è strettamente lagata ai ricordi. Niente altro che ai ricordi. I ricordi del volto che vedo allo specchio, delle persone che ho accanto, del luogo che ho lasciato chiudendo gli occhi la sera prima. Può sembrare estremamente riduttivo semplificare tutto così, ma pensandoci bene, senza la memoria che ci permette tutto il resto, il linguaggio, i pensieri, le identificazioni, le nostre relazioni, come possiamo riconoscerci? Come posso dire: "Sì! Quello sono io."? Non potrei riconoscermi.
Sarei un "io" senza identità. Anche se sento di essere ancora un "io", un centro di percezione sensoriale che è presente, fresco, sempre nuovo che non si basa su ricordi, ma su un'esperienza diretta! E quì tocchiamo un punto fondamentale. Questa percezione di "essere", al di là di tutti i nostri ricordi e delle identificazioni che ci siamo create nella nostra storia legata al nome, alla forma, al sesso ecc., è la nostra più viva realtà.
"Ma non possiamo accettare una tale spersonalizzazione! Questo significherebbe che sono indistinguibile! Io e gli altri, visti come semplici centri di percezione sensoriale, slegati da ricordi e identificazioni siamo come i pixel di un monitor spento!"
Sì, come centro percettivo questo è vero, noi siamo indistinguibili; ma il "monitor della Vita" è sempre acceso e non può esistere un essere umano senza un luogo di nascita, una storia che lo identifica ed una memoria che gli permetta di svolgere un ruolo preciso nel complesso delle sue relazioni. Oltre a non aver senso, non potrebbe neppure esistere! Non c'è atomo, non c'è pietra nell'universo materiale che non abbia una storia e una collocazione ben precisa. Noi come centri percettivi non siamo diversi.
Dopo aver detto tutto questo vedo che non posso riconoscere un "io personale" se non come "ricordi acquisiti". Il corpo è come un contenitore di informazioni che rendono identificabile un "io" altrimenti indistinguibile. Quindi l'"io" stesso non ha una individualità propria ed indipendente, se non determinata da fattori "esterni" acquisiti. Se diamo questi per reali possiamo continuare a crederci esseri separati e distinguibili dalla nostra storia e posizione geografica, ma è una convenzione alquanto grossolana, che va bene a chi basta vedere in modo sfuocato ed impreciso.

A quel punto si può pensare e credere a tutto, partendo da basi imprecise; per esempio dici di essere già stata su questo pianeta perché hai dei ricordi che risalgono ad una tua vita precedente. Non metto in dubbio i tuoi ricordi, ma come fai a dire che erano tuoi? Li percepisci tu, ma non potresti averli "ereditati" da colui che li ha vissuti, che non sei tu? E tu, a tua volta al momento dell'abbandono del corpo cederai al Grande Archivio dell'Universo tutti i tuoi ricordi, le tue esperienze e le tue identificazioni personali, i tuo desideri, le tue paure, la tua rabbia, le tue soddisfazioni che fino a quel momento vivevano in te e lascerai che proseguano la loro strada (un po' come le nuvole che "nascono" dal mare, dal fiume e dai laghi si condensano o si diradano, ma non spariscono, si trasformano, precipitano come pioggia o grandine o neve, ma sono fatte della stessa sostanza) finché non accumuleranno una energia sufficientemente forte per far sì che si esprimano in un corpo che li rappresenti e che gli faccia finalmente compiere il sentiero che li conduca dritti alla soddisfazione e all'appagamento di sé?

Ogni desiderio nasce proprio per morire nel momento in cui viene soddisfatto. In altre parole, quando c'è la soddisfazione, l'appagamento, il desiderio non ha + motivo di esistere.
Ma questo è un altro discorso.

Ciao, Mary e ciao Rolando. Un abbraccio!

Spero di essere stato un po' + chiaro

PS.:Quell'agglomerato di caratteristiche che ci distinguono sono in realtà desideri che stanno compiendo il loro percorso di evoluzione attraverso un corpo idoneo da loro creato.

(Quando ho detto che c'è il sole, volevo andare fuori a giocare! )


Ultima modifica di Claudio : 16-04-2002 alle ore 15.57.27.
Claudio is offline  
Vecchio 16-04-2002, 23.14.09   #54
Mary
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Messaggi: 2,624
Caro Claudio,
hai scritto ""Non metto in dubbio i tuoi ricordi, ma come fai a dire che erano tuoi? Li percepisci tu, ma non potresti averli "ereditati" da colui che li ha vissuti, che non sei tu? """" In effetti è come dici tu. Quando io lascerò questo corpo non potrò portare tutto con me. Il mio io di questa vita non mi potrà seguire. C'è qualcosa di me che resterà qui, che forse svanirà nel nulla. Un po' come la pelle vecchia di un serpente che viene abbandonata. Qualche volta ci penso e mi fa un po' di tristezza e anche di angoscia, ma anche per questo cerco di vivere pienamente la mia vita, nella ricerca della consapevolezza.
Di quell'altra vita (ero un uomo) io ho portato qui, dentro di me, uno scrigno dal quale sfugge ogni tanto qualcosa. Ho ereditato il lavoro di chissà quante vite, ma non ne ho la totale disponibilità. Quel corpo maschile nel quale ho vissuto appartiene a se stesso. Appartiene a quella vita.
Un po' come una vite che di anno in anno coltiviamo e di anno in anno cogliamo il frutto. Ogni vita ha il proprio frutto, copioso o misero che sia. Ed è quello che va nella cantina. La vite non può concepire la cantina perché non rientra nella sua comprensione. Così noi non possiamo comprendere dove andremo all'uscita dal corpo. Non possiamo certo conoscere tutto nel ristretto limite del nostro corpo! Ma i segni devono aiutarci nel nostro lavoro di questa vita.
Non credo possa essere concesso avere la consapevolezza di tutte le esperienze passate. Toglierebbe molto a questa vita che sto vivendo.
"""E tu, a tua volta al momento dell'abbandono del corpo cederai al Grande Archivio dell'Universo tutti i tuoi ricordi, le tue esperienze e le tue identificazioni personali, i tuo desideri, le tue paure, la tua rabbia, le tue soddisfazioni che fino a quel momento vivevano in te e lascerai che proseguano la loro strada (un po' come le nuvole che "nascono" dal mare, dal fiume e dai laghi si condensano o si diradano, ma non spariscono, si trasformano, precipitano come pioggia o grandine o neve, ma sono fatte della stessa sostanza) finché non accumuleranno una energia sufficientemente forte per far sì che si esprimano in un corpo che li """"
Sì, lo farò. Sarà come ritornare a casa. Riunirsi a chi VERAMENTE si conosceva.
Ciao
Mary is offline  
Vecchio 17-04-2002, 10.02.29   #55
Rolando
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X Claudio. Spero che stai bene e riprendi l´energia vitale!
Ciao! Quasi tutto che dici Claudio è giusto. La nostra identità più profonda è l´io, che è eterno e quindi ha sempre esistito e rimane eternamente lo stesso. In realtà è soltanto l´io che veramente esiste come è. Però questo io ha la facoltà di creare e percepire e naturalmente anche la capacità di ricordare. Ma che cosa sono i ricordi? I ricordi soni “oggetti” psichici o spirituali e essi sono immagazzinati, non nel corpo fisico, ma nel “corpo della memoria” spirituale. Quello che si chiama l´”anima” costituisce una struttura o un “corpo” spirituale “raggiato” cioè fatto da raggi o energie che vibrano su lunghezze d´onda così sottile che penetrano il corpo fisico e non sono visibile per gli ochi fisici. Dunque non è soltanto l´io che sopravive la morte del corpo fisico ma lo fanno anche il corpo ovvero I corpi spirituali dell´essere vivente. Per ciò ogni individuo porta con se tutte le loro esperienze da vita in vita. Però normalmente non ricordiamo i dettagli individuali delle vite precedente, come n on facciamo neanche delle esperienze fatte alquni giorni fa. Quello che rimane o resta è l´essenza cioè il principio dietro i dettagli. Ad esempio rimane il talento per la musica ma non i ricordi dei particolari canzoni che abbiamo imparato nelle vite precedente.
Dunque hai ragione quando dici che “il corpo è come un contenitore di informazioni che rendono identificabile un io, altrimento indistinguibile”. Solo che questo corpom non è il corpo fisico ma il corpo o organismo spirituale, attraverso cui ogni essere vivente sopravive la morte del corpo fisico. Il corpo fisico costituisce uno strumento scambiabile tramite cui possiamo rientrare nella “scuola della vita” sul piano fisico. L´esistenza sui piani spirituali fra le vite fisiche sono invece un tipo di “vacanza” dove riprendiamo l´energia per poter ritornare dinuovo alla scuola. Ciao.
Rolando is offline  
Vecchio 28-04-2002, 16.38.19   #56
firenze
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Dopo una decina di vite rivissute ed aver indotto molta gente in regressione in vite passate, tanto da sentir parlare addirittura in tedesco un uomo che non lo conosceva, mi è difficile dire che ancora ho dubbi.
Salve
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Vecchio 30-04-2002, 15.32.14   #57
Claudio
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Messaggi: 202
Wink Bentornato Firenze!!!

Se pensi che Claudio (il sottoscritto) ritenga di avere dubbi sulla reincarnazione ti invito a leggere molto attentamente i miei post e già che ci sei anche quello che ho pubblicato sui "testi", dal titolo "Non ci può essere ri-nascita". Mi sentirei onorato. Grazie

Ciao, Claudio

Claudio is offline  
Vecchio 07-05-2002, 10.14.44   #58
edali
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Posso dire di crederci, ma voi chiedete di dimostrarlo. Posso dire di non crederci, ma neanche qua ho degli argomenti. Una delle mie peculiarità è la credulità. Sarà un difetto? Non lo so, però è così. Intuitivamente credo nella reincarnazione, e questa mi aiuta a dare delle risposte a molti perché. Ma tutto qua. Non ho un modo specifico per sapere ciò che sono stata in altre vite, perché ciò che è stato è stato. Così come si muore in ogni istante. Non posso intervenire nel mio passato, ma posso vivere il presente. Sta a me la scelta. Si può sempre imparare dagli sbagli commessi però credo che sia possibile farlo senza troppa teoria. Se mi sono bruciata, di sicuro istintivamente non andrò a mettere la mano nel fuoco di nuovo. Esperienza già fatta.

Per Oby (ciao!) – Credo nella necessità delle religioni come una contrapposizione al caos. L’esperienza della collettività. Certe cose si possono fare, altre cose non è un bene farle.

Perché:

Perché così dicono i grandi?

No, perché sono già state fatte e non hanno portato a niente di buono.

Anche le religioni seguono l’evoluzione dell’essere umano o l’evoluzione dell’essere porta a dare altre interpretazioni agli stessi testi.

Non pretendo di essere convincente, non ha importanza, è solo una mia opinione.

Edali
edali is offline  
Vecchio 16-05-2002, 15.42.53   #59
kayten
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Messaggi: 57
Reincarnazione

non so se sia una grazia del Cielo oppure no,ma da quando avevo tre anni ed ora ho superato il mezzo secolo,i ricordi del "prima" non mi hanno mai abbandonato, anzi son diventati sempre piu' nitidi,ma una cosa posso affermare non e' molto bello
poiche' ti trovi davanti antichi nemici tu sai e loro no, ti trovi nuovamente davanti persone amate, tu lo sai e loro no, e non puoi fare nulla!!!
kayten is offline  
Vecchio 17-05-2002, 14.55.17   #60
VanLag
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Kayten, ma sei serio o scherzi?
VanLag is offline  

 



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