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Vecchio 09-05-2007, 23.43.13   #21
fallible
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Riferimento: in pace con "dio"

Salve e buona nottatta!
sono al lavoro e sarò telegrafico prchè il senso del dovere mi chiama
Se qualcuno che non paga bollette ed assicurazioni a suon di quaglie e camosci si sente in pace con dio (con il suo dio), significa che ha saputo costruirsi in funzione degli eventi che la vita gli ha riservato, un percorso ove la sua mente l’ha condotto dove gli pareva più congeniale per la sua esistenza ed ho la certezza (nel senso di più vero) che quel dio esiste…anche se non fa per me, o per altri!
ritornando con il pensiero alle 4 nobili verità del Buddha il percorso che svolgo mi ,nella mia forma manifesta, rende "abbastanza" sereno nel quotidiano e la verità che è per me assolutamente relativa sia nel tempo che nello spazio, permette alla mia mente di cogliere i momenti e di con-divideli così come saranno per il cacciatore(da ragazzo lo sono stato), condivisibili le sue battute di caccia dove l'attenzione e il "momento" hanno particolare "importanza. claudio
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Vecchio 10-05-2007, 07.17.26   #22
gyta
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Talking logorroica-mente

Citazione:
Originalmente inviato da maxim
..ed ho ragione pur’io quando affermo che la non-mente è impensabile in quanto viene anch’essa pensata dalla mente e che le nostre baggianate (per noi vere nel senso di più vero) sono tutte di origine mentale ....

Quindi…quale senso in questo bisogno di comunicare la propria spiritualità e le proprie personalissime scoperte?

Perché un fiore è colorato, cresce, si erge al cielo aprendosi alla luce ed al calore del sole espandendo il proprio profumo (quando l'ha) ?
Perché è la sua propria natura. E' la sua propria natura quella di divenire.. se stesso; re-agire al calore ed alla luce del sole, chiudersi in sé durante le tenebre (c'è invece chi si apre), alimentarsi dalla terra e dal cielo e non può che donare..: sé. Poiché questa è la sua insita necessità, questa è la sua storia, la sua veste, il suo ruolo, il suo essere.
Ed ogni forma differisce da un'altra (persino nella clonazione animale non avremo mai due esseri perfettamente identici poiché ognuno di loro vivrà e si rapporterà alla realtà interagendo con questa.. ed è legge fisica l'impossibilità -qui nella "dimensione terra" - che due oggetti (od esseri) non possano occupare lo stesso spazio nel medesimo istante)..
Un aneddoto racconta di un rabbino al quale era stato chiesto perché mai lui fosse diventato 'rabbino'..
e risponde: "Si vede che Dio aveva già abbastanza contadini" :-)))

Ognuno di noi ha la sua particolare natura che tende a manifestarsi in tutta la sua possibilità : così c'è chi parla con la bocca e chi con il corpo.. ma quello è solo "il modo", l'espressione di sé, essere, non è che l'unica realtà alla quale non può mai mancare.
La comunicazione, o per essere più esatti l'interagire è la natura stessa d'ogni manifestazione, necessità imprescindibile. Questo è ciò che non può mutare; questa è la traduzione mentale d'una delle verità basilari della "dimensione universo". Il come, il "modo" sarà ancora una volta espressione di quella individualità, di quella veste che è l' "io", la forma più superficiale che appare ai nostri occhi umani.
Ma se scaviamo ancora più dentro questo discorso appare visibile che essere ed interagire risultano assolutamente inseparabili, due facce della medesima medaglia.. Cos'è allora quella conoscenza che "non muta" che l'individuo pensante (il mentale) va cercando per cogliere l'unità nell'apparente molteplice? Per cogliere l'ordine nel caos, l'equilibrio nel movimento? Quella non mutazione, nell'ordine delle cose umane (nel linguaggio della mente), è la natura stessa della incessante mutazione: questo non cambia; questo non muta.

Qui, nella traduzione del linguaggio mentale (umano) è l'inter-essere che non muta!
Nessuna "verità esterna" immutabile! Qui ed ora è l'immutabile. Constando proprio nella non separazione di bianco da nero, "bello" da "brutto", alto da basso ma nel cogliere ciò che è tessuto necessario a tutte queste apparenti "forme". Ho parlato di coscienza "discriminante" riferendomi al cammino della mente umana che per giungere ad unire (mentalmente) deve prima imparare a discernere; nel distinguo posso allora giungere a cogliere il senso della relazione, della necessaria complementarietà, del tessuto "sottostante" che rende visibile l'imprescindibile unitarietà. [Certo è "mappa" mentale per una comprensione altrettanto mentale!]

Citazione:
Originalmente inviato da maxim
Non esiste nulla che possa essere oltrepassato al mentale e non c’è nessuna porta di accesso alla realtà (pardon…Realtà) perché se questa porta esistesse, ad essa ci si accede solo ed esclusivamente attraverso il mentale… [..]

Ovvio, non v'è nulla di pensabile per l'umana mente che non sia frutto della mente stessa, dell'interpretazione mentale umana. Il vento ad esempio resta quel che è a prescindere che lo si immagini in un modo o nell'altro, che lo si chiami "vento" o che non lo si chiami affatto! Lui resta esattamente ciò che è. Ciò che muta è la conoscenza mentale che abbiamo di questo.
La conoscenza mentale può suggerirci il modo a noi migliore per non farci spazzare da terra come foglioline secche od invece farci sospingere per chilometri divertendoci un mucchio lassù imbracati su di un deltaplano, sentendoci leggeri come Dio!
Vola il contadino, vola il rabbino.. ma non chi non conosce -in un modo o nell'altro- il linguaggio del vento!
Così la nostra mente, i nostri sensi sono la mappa, la mappa e il reale: tutto ciò che c'è da conoscere (o da ri-conoscere). Ma se ci dimenticassimo che la mente è mente ed i sensi sono sensi.. potremmo trovarci a confondere il film con il reale e dare una bella capocciata al muro dello schermo! Lo schermo sono il credere reali gli apparenti pensieri della mente.. d'altronde non tenerne conto significherebbe rischiare di trovarsi in balia dei venti e d'altra parte prenderli troppo sul serio al pari significherebbe trovarsi ugualmente in balia di altri venti (i moti interiori).. Che fare, allora? Il distinguo, il lavoro di discriminazione serve allo scopo.

Citazione:
Originalmente inviato da maxim
Mente e Verità non sono in antitesi tra loro ma sono indissolubilmente legate l’una con l’altra…anzi…l’una è l’altra [..]

[...] lei e solo lei (la mente) conduce i giochi nella ricerca di una verità che non c’è[..]

Verissimo! Lei e solo lei "cerca" e "trova" (o "non trova").
Lei e solo lei concepisce una verità e tutto ciò che questa possa mai significare.
La mente reputa ogni cosa necessariamente in rapporto a qualcos'altro: ed ecco, di conseguenza, l'esserci o il non esserci; concetti 'squisitamente' mentali! Ma questa mente umana è il fornitore di mappa utile unicamente alla dimensione umana, non quindi pretesa di "verità assoluta", poiché ogni linguaggio non può che essere traduzione di una visione limitatamente relativa a quell'intendere e non altro! Ciò che nell'ambito umano serve -la distinzione- in ambito assoluto è non sense! Non esiste la verità e neppure esiste una non verità, poiché entrambi esistono esclusivamente nell'ambito dei concetti 'squisitamente' umani, mentali. La mente coordinatrice dell'individualità è indispensabile alla sola individualità e cessa il suo ruolo al di fuori di questa. Ma è qualità inderogabile della mente immaginare, l'immaginazione è la sua creazione, che sia il fornire mappe o spingersi verso i limiti di se stessa, del suo stesso pensare, immaginare, essere virtuale.
Non esiste "verità" al di fuori della mente. Non esiste alcun concetto ad di fuori del linguaggio mentale: ogni cosa è linguaggio della sua sostanza. Ma se -sempre attraverso la mente!- sospettiamo che questa mentale creazione, il pensiero, l'immaginazione, sia null'altro che linguaggio specifico, sua traduzione d'ogni segnale dei sensi nella interazione con "altro da noi" (fosse pure questo "altro" per la mente lo stesso sangue che scorre nelle vene od il respiro) la comprensione (necessariamente) mentale si amplia sino a racchiudere (contemplare) sé in se medesima, lasciando ancora una volta uno spiraglio aperto ad un'interpretazione che annulla i ruoli definiti di soggetto agente ed oggetto ricevente, verso una più critica (mentale) considerazione di sé, della sua traduzione virtuale dell'esperienza d'essere.

Dire "non-mente" è una creazione specifica (un concetto) "nonsense" per <ambiziosamente> focalizzare l'attenzione oltre l'ambito interpretativo del prodotto del pensare. Dire "non mente" in ambito buddista ha un senso poiché a dipingere un percorso entro quell'ambito; al di fuori del contesto "non mente" non esprime nessuna realtà di percorso, né una definita realtà esperienziale se non nel momento in cui questa venga definita. Nell'ambito del buddismo (in senso lato) lo 'stato di non mente' va a definire tutta l'integrità di un percorso che pone il fuoco nella mancanza di un agente individuale, reputando di per sé la mente nient'altro che la risultanza della concettualizzazione dell'interazione (o inter-essere); non quindi (la mente) reale di per sé poiché mappa coordinatrice dei segnali dei sensi e per tanto mutevole.
Non è quindi una "fuga dalla mente" ma un sottile distinguo al fine di non confondere mappa con reale territorio.

Nella comunicazione dei percorsi interiori non abbiamo possibilità che attraverso l'espressione simbolica,
poiché questo è il linguaggio della mente. La mente crea il modello la mente lo distrugge; la mente contempla porte, la mente contempla entrate ed uscite. Allora nell'ipotetico caso in cui nella mente indagata non vi siano realmente (o 'virtulmente') porte, labirinti, né non porte, né non labirinti; possano coesistere senza conflitti asserzioni e relativi contrari, dove le opinioni non siano che gli innumerevoli mutevoli colori dell'arcobaleno allora in tal caso cadrebbe qualunque scopo di identificare tutto questo come "mente" o "non mente", poiché queste stesse definizioni non avrebbero più senso che il suono del vento !
Il medesimo suono di "Dio" o "non Dio" ! Di "uomo" o di "non uomo" ! Nessun "io" nessun Sé!
Resterebbe solo il suono del soffio dell'aria che passa attraverso i polmoni.

Racconta una storiella zen (più o meno): "Prima di intraprendere il Cammino i fiumi erano fiumi, le montagne montagne. Nel Cammino i fiumi avevano cessato di essere fiumi e le montagne non erano più montagne. Ora che sono giunto (so per certo che) i fiumi sono tornati ad essere fiumi e le montagne sono (ora) montagne.


La mente, l' "io" 'incriminato' ha una sua funzione e un suo campo d'azione,
oltre.. non è casa sua.




Gyta

p.s.: Buone biciclettate.. Fallible!
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Vecchio 10-05-2007, 08.27.27   #23
atisha
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questo giochino di entrare e uscire e' un'immaginazione e si mantiene giocandoci.

tutto è immaginazione... basta imparare ad usarla, senza credere illusoriamente di riuscire a disfarsene...
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Vecchio 10-05-2007, 08.36.39   #24
atisha
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Originalmente inviato da Mirror
Non è che coincide. E' compresente.
La mente è la dimensione periferica, mentre la non-mente è il centro.
Nella periferia noi siamo, nel centro 'non siamo', oppure, detto in altri termini: siamo impersonali.


ciò che ho letto dall'inizio del trehad sono tutte disquisizioni filosofiche.. ci stanno pure quelle.. ed ognuna tocca un punto, ma non la verità.
aggiungerei anceh un mio punto... che ad un certo punto diveniamo personalmente impersonali..

come? ricercando la Sorgente..
però ci dicono che non c'è la ricerca perchè non c'è colui che ricerca e via dicendo..
il gatto si morde la coda..

Citazione:
Originalmente inviato da Flow
L'impossibilta' di continuare a entrare o uscire e' equilibro,
non la possibilta', la possibilita' fa continuare il giochino
che e' molto bellino, ma alla lunga si rivela un investimento sbagliato.

stessa cosa dire impossibilità o possibilità.. tanto il giochino come lo chiamo tu, continua lo stesso.. (non dirmi che non te ne sei accorto)

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Vecchio 10-05-2007, 09.45.18   #25
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A questo punto c'è solo da chiedersi a "chi" serve il giochino..
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Vecchio 10-05-2007, 11.31.06   #26
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Originalmente inviato da atisha

stessa cosa dire impossibilità o possibilità.. tanto il giochino come lo chiamo tu, continua lo stesso.. (non dirmi che non te ne sei accorto)


il giochino si chiama il piccolo illuminato, e' un grande successo
su ogni carta c'e' la frase di un maestro risvegliato
scopo del gioco e' scoprire che diavolo significa..
Le puntate partono da pochi spiccioli fino ad arrivare alla casa, famiglia, lavoro, se stessi e il mondo intero. l'infarto e' assicurato

Se queste frasi non significano nulla il giochino e' da buttare.
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Vecchio 10-05-2007, 11.46.49   #27
atisha
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Citazione:
Originalmente inviato da Flow
il giochino si chiama il piccolo illuminato, e' un grande successo
su ogni carta c'e' la frase di un maestro risvegliato
scopo del gioco e' scoprire che diavolo significa..
Le puntate partono da pochi spiccioli fino ad arrivare alla casa, famiglia, lavoro, se stessi e il mondo intero. l'infarto e' assicurato

Se queste frasi non significano nulla il giochino e' da buttare.

questo è il pessimismo di chi ha percorso in modo distorto il cosidetto "giochino"..
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Vecchio 10-05-2007, 12.52.20   #28
nexus6
like nonsoche in rain...
 
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Red face il pinco pallo..

"Io penso" non si possa uscire dalla mente
la mente conosce bene i miei tentativi per uscirne
immagini intuizioni sentire anch'essi dipinti mentali forzature momenti di assurda tensione
pazzie fantasie di rottura esplosioni di luce ben catalogati uno ad uno nella memoria
che accarezzo talvolta con serenità e sento tutta la potenza con la quale essa si è difesa
ed io sfinito anche fisicamente ansimante ad accarezzare quella superficie rovente
l'ho vista ne ho ricordo ne ho scritto ed anche la mente lo sa e penso ne abbia paura
ed al tempo stesso si senta stronzamente orgogliosa
né uscita né fuga né appagamento né pace solo grande sfinimento a volte
e forse essa stessa che trae potenza dal tentativo di superare il proprio circolo vizioso
d'altronde lei sa, io penso, io so..
che "qualcosa" di inconoscibile di innominabile
che non si può conoscere pensare afferrare prendere
trastullarci come uno dei qualsiasi oggetti
con i quali amabilmente trascorriamo il nostro tempo
con il quale svanisce ogni separazione tra soggetto ed oggetto
o forse nel quale queste due categorie filosofiche si compenetrino l'una nell'altra
diventino l'una l'altra incessantemente
(ah... la mente come ama poetizzare e filosofeggiare..)
che qualcosa di tale tipo "c'è", ma è sempre d'altronde presente lei a dirlo..
dunque è errato dire "c'è".. ed è anche errato dire "non c'è"..!

Perchè sempre lei sghignazza da dietro il velo (ed afferma pure che è errato).. è il suo campo d'azione..
.. e si muove talvolta con leggiadria talvolta come un pesante e simpatico elefante..

Associamo a quel "c'è" o non "c'è" ogni sorta d'etichetta..
immutevole, assoluto, verità, realtà, dio, essere, vuoto..
e tutte valgono ed al tempo stesso nessuna vale (mi dice lei..)
.. lo potrei chiamare pinco pallo..
.. ma viviamo nella convenzione e se dico qui in questa piazza:
"ho sentito per più di un attimo il pinco pallo scorrermi nel sangue
mentre sentivo nelle vene, il cielo, la terra ed il canto degli uccelli
mentre osservavo un pezzettino di materia ingrandita un milione di volte
mentre respiravo una galassia lontana milioni di anni luce..
.. ho sentito una gran sensazione di pace con pinco pallo
"
... beh...non vi sarebbe possibilità di "comunicazione" (mentale..)
.. ma la logica mentale... che è parecchio intelligente, ma si può strozzare con le sue stesse mani (ed io amo farlo)
mi dice che dove c'è linguaggio, campo d'azione.. vi "deve essere" qualcosa che per contrasto..
"sta al di fuori".. sempre mente.. è sempre lei che lo dice, attenzione!
E' la stessa cosa del c'è e non c'è..!

Insomma pare ed è un circolo vizioso, un serpente che si morde la coda, un "koan" penso direbbero alcuni..
.. ma proprio la sintesi mentale di "circolo vizioso" dall'aria viziata..
mi spinge a cercare quel "qualcosa" che non può essere trovato..
e che evidentemente non può neppure essere cercato..
.. tutte immagini mentali.. "seghe" mentali, direbbero altri..
ma è amorevole osservare, anche ora senza spesso quelle forzature di un tempo,
come la mente si perda appresso a questi pensieri..
e cerchi di contrapporvi ogni sorta d'ostacolo e di muro..
.. indice, simbolo forte (e lo sa anche lei..) che "qualcosa".. un nocciolo..
.. è lì, proprio lì.. qui.. sembra proprio qui nel palmo delle mie mani.. lo sento..
.. come se il mio essere (ahì..!) sentisse anche fisicamente il recinto nel quale è costretto..
.. e la possibilita... "presenza" (ari-ahì..!).. di "altro"...
.. ed una sensazione di "pace".. di gioia e felicità si fa strada...
.. osservando pure l'affaticarsi della mente..
in cerca d'ogni sorta d'etichetta e soluzione concettuale di ciò che accade (c'è e non c'è e via discorrendo)..

E' vero.. oltre la "pace nel cuore"... ed una relativa serenità mentale,
reale quanto le parole che state leggendo (reali?! Mah..)..
.. come frutto di tale osservazione, sentire, c'è pure una sorta di compiacimento intellettuale..
ma non sono dio (dio..?!?).. e l'accetto amorevolmente..
lo vedo come un dolce che la mente si "concede" dopo che ha avvertito ed in qualche modo metabolizzato un forte pericolo..
.. il pericolo di perdersi dietro un "qualcosa" per lei sfuggente ed inafferrabile..
.. non categorizzabile.. (osservare la furba categoria mentale del "non categorizzabile")
..
.... il mi(s)tico "pinco pallo"..........
...
..




Un caro saluto a tutti i forumisti presenti in questa discussione.. quelli nuovi che in quanto nuovi non conosco..
.. e quelli "antichi"... ma mai polverosi(!!!!)..

(in ordine alfabetico)..

.. la "sanguigna" mistica Atisha..
.. il buon e simpatico Fallible..
.. la dolce e poetica Gyta..
.. il saggio ed equilibrato Mirror..
.. il dotto ricercatore Yam..

.. e fuori dall'ordine, il "mitico" Maxim..
(con il quale mi sono sentito spesso molto vicino nei pensieri e nella "modalità"..)

E' bellissimo leggervi e sentirvi..
.. nutrirmi..

nexus6 is offline  
Vecchio 10-05-2007, 14.26.00   #29
maxim
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Riferimento: in pace con?

Nei vostri interventi noto con piacere qualche pallido tentativo di non separare la nostra gioconda e profana mente dal sacro!
Prima che qualcuno di voi mi accusi che questo mio provar goduria sia espressione dell’infame che, in cuor mio, credo di aver debellato, vi informo che il mio sentimento di giubilo deriva (o perlomeno credo derivi) da una parvenza di chiarezza che pian piano comincia a fare ordine tra i miei neuroni, sempre più avidi di verosimiglianza.
A tal uopo vorrei che mi aiutaste a correggermi su ciò che io credo ci sia di più vero dall’essenza di quel pensiero che da origine al titolo della presente discussione affinché anch’io possa, acchiappare la parte di assoluto che mi spetta e compete anche se haimè…so già che sarà sempre un assoluto relativo!

Riporto qui alcuni vostri passi che hanno contribuito al mio giubilo:

Citazione:
Originalmente inviato da Flow
L'impossibilta' di continuare a entrare o uscire e' equilibro,
non la possibilta', la possibilita' fa continuare il giochino
che e' molto bellino, ma alla lunga si rivela un investimento sbagliato.

questo giochino di entrare e uscire e' un'immaginazione e si mantiene giocandoci.

Citazione:
Originalmente inviato da fallible
..........
ritornando con il pensiero alle 4 nobili verità del Buddha il percorso che svolgo mi ,nella mia forma manifesta, rende "abbastanza" sereno nel quotidiano e la verità che è per me assolutamente relativa sia nel tempo che nello spazio, permette alla mia mente di cogliere i momenti e di con-divideli
..........

Citazione:
Originalmente inviato da atisha
tutto è immaginazione... basta imparare ad usarla, senza credere illusoriamente di riuscire a disfarsene...

Citazione:
Originalmente inviato da Noor
A questo punto c'è solo da chiedersi a "chi" serve il giochino..

Citazione:
Originalmente inviato da gyta
Ovvio, non v'è nulla di pensabile per l'umana mente che non sia frutto della mente stessa, dell'interpretazione mentale umana. Il vento ad esempio resta quel che è a prescindere che lo si immagini in un modo o nell'altro, che lo si chiami "vento" o che non lo si chiami affatto! Lui resta esattamente ciò che è. Ciò che muta è la conoscenza mentale che abbiamo di questo.
La conoscenza mentale può suggerirci il modo a noi migliore per non farci spazzare da terra come foglioline secche od invece farci sospingere per chilometri divertendoci un mucchio lassù imbracati su di un deltaplano, sentendoci leggeri come Dio!
Vola il contadino, vola il rabbino.. ma non chi non conosce -in un modo o nell'altro- il linguaggio del vento!
Così la nostra mente, i nostri sensi sono la mappa, la mappa e il reale: tutto ciò che c'è da conoscere (o da ri-conoscere). Ma se ci dimenticassimo che la mente è mente ed i sensi sono sensi.. potremmo trovarci a confondere il film con il reale e dare una bella capocciata al muro dello schermo! Lo schermo sono il credere reali gli apparenti pensieri della mente.. d'altronde non tenerne conto significherebbe rischiare di trovarsi in balia dei venti e d'altra parte prenderli troppo sul serio al pari significherebbe trovarsi ugualmente in balia di altri venti (i moti interiori).. Che fare, allora? Il distinguo, il lavoro di discriminazione serve allo scopo.

Verissimo! Lei e solo lei "cerca" e "trova" (o "non trova").
Lei e solo lei concepisce una verità e tutto ciò che questa possa mai significare.
La mente reputa ogni cosa necessariamente in rapporto a qualcos'altro: ed ecco, di conseguenza, l'esserci o il non esserci; concetti 'squisitamente' mentali! Ma questa mente umana è il fornitore di mappa utile unicamente alla dimensione umana, non quindi pretesa di "verità assoluta", poiché ogni linguaggio non può che essere traduzione di una visione limitatamente relativa a quell'intendere e non altro! Ciò che nell'ambito umano serve -la distinzione- in ambito assoluto è non sense! Non esiste la verità e neppure esiste una non verità, poiché entrambi esistono esclusivamente nell'ambito dei concetti 'squisitamente' umani, mentali. La mente coordinatrice dell'individualità è indispensabile alla sola individualità e cessa il suo ruolo al di fuori di questa. Ma è qualità inderogabile della mente immaginare, l'immaginazione è la sua creazione, che sia il fornire mappe o spingersi verso i limiti di se stessa, del suo stesso pensare, immaginare, essere virtuale.
Non esiste "verità" al di fuori della mente. Non esiste alcun concetto ad di fuori del linguaggio mentale: ogni cosa è linguaggio della sua sostanza. Ma se -sempre attraverso la mente!- sospettiamo che questa mentale creazione, il pensiero, l'immaginazione, sia null'altro che linguaggio specifico, sua traduzione d'ogni segnale dei sensi nella interazione con "altro da noi" (fosse pure questo "altro" per la mente lo stesso sangue che scorre nelle vene od il respiro) la comprensione (necessariamente) mentale si amplia sino a racchiudere (contemplare) sé in se medesima, lasciando ancora una volta uno spiraglio aperto ad un'interpretazione che annulla i ruoli definiti di soggetto agente ed oggetto ricevente, verso una più critica (mentale) considerazione di sé, della sua traduzione virtuale dell'esperienza d'essere.

Dire "non-mente" è una creazione specifica (un concetto) "nonsense" per <ambiziosamente> focalizzare l'attenzione oltre l'ambito interpretativo del prodotto del pensare. ........

Mamma mia quanto scrivi Gyta…

Citazione:
Originalmente inviato da nexus6
"Io penso" non si possa uscire dalla mente


Inimitabile ed impareggiabile Nexus…in perfetta simbiosi con Gyta…come lo è il fischione e la folaga

Citazione:
Originalmente inviato da maxim
…ed ho ragione pur’io quando affermo che la non-mente è impensabile in quanto viene anch’essa pensata dalla mente e che le nostre baggianate (per noi vere nel senso di più vero) sono tutte di origine mentale ....anche se ciò non fa per mirror, turaz e yam…
L’ultimo quotato è quello che comprendo meno…

Dopo questo excursus spiritual-filosofico (Atisha non scindermi la filosofia dalla spiritualità) ove la nostra mente non ci ha mai abbandonati, credo sia abbastanza intuibile che l’ipotesi di una mente onnipresente nella condizione dell’essere” non sia da scartare. Tutto origina da lei ed in lei ritorna. Essere/sentirsi “In pace con dio” prevede due condizioni in colui che “sente” originate da due percorsi mentali differenti ma legati tra loro…il primo, essenziale, è il percorso che porta la mente (ovviamente guidata dalla mente stessa) a credere nell’esistenza di quel dio…il secondo è il percorso che andrà a determinare l’azione (materiale ?) di colui che crede affinché egli possa sentirsi in pace con il primo prodotto originato dalla mente (dio). La volontà nell’esperire la seconda condizione, cioè il mettere in pratica la nostra “buona” azione, sarà tanto più forte quanto più forte sarà stato il potere della nostra mente ad istillarci/si, a raggirarci/si, a convincerci/si dell’esistenza della prima condizione esterna ad essa.
Qual è il terribile e satanico inghippo della mente spirituale? Quello di credere (è ciò parrebbe addirittura programmato alla nascita dell’uomo...pardon della mente) che tutto ciò che è da lei originato, non possa ritenersi valido in senso “assoluto”…siamo al paradosso che la mente è riuscita a creare una figura (dio) che la ripudia…è la mente che odia se stessa e non crede alle sue creazioni…e le sue creazioni non credono in lei.
Se invece tutto fila liscia (e qui si potrebbero riempire pagine), la mente riesce a scoprirsi un centro (o qualsiasi altra cosa) ove le idee non sono più le sue creature e comincia veramente a pensare che può fare tranquillamente a meno di lei stessa. Questo centro è l’assoluto…l’inganno è fatto!
Inganno?...ma quale inganno…quello è dio…quella è la mente!
A questo punto permettetemi una eguaglianza…in pace con dio…in pace con la mente!

ma...

...per essere in pace con la mente è proprio necessaria l’esistenza del primo, oppure già la seconda potrebbe sorreggersi da sola?

maxim is offline  
Vecchio 10-05-2007, 15.18.57   #30
gyta
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Riferimento: in pace con "dio"

" Portami qui la tua mente ed io le darò pace! "

questa la risposta di un maestro zen al monaco che soleva porgergli
la solita domandava di come raggiungere la pace mentale!

Non c'è nessun posto dal quale uscire e nessun posto dove entrare.
C'è solo da essere dove si è.
Dio o Conoscenza non è altrove o fuori dalla mente.
Quando ciò che pensi e ciò che fai sono in concordanza
allora non vi è alcuno squilibrio, sei in pace
e quell'essere "in Pace" è Tutto ciò che occorre.


" Sappi che quello che non può essere visto dagli occhi,
ma grazie al quale gli occhi vedono, è il Brahman. "

(Kena Upanishad - da risveglio.net)

Questa citazione mi è stato molto utile alla comprensione..
il resto è perseveranza.
Quando siamo pronti ('vuoti').. accade.

Un abbraccio..
Bentornato.. Nexus6 !

Gyta
gyta is offline  

 



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