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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 26-08-2004, 09.42.11   #21
Giulma
Utente bannato
 
Data registrazione: 09-07-2003
Messaggi: 558
Re: Re: Re: 12 anni in una setta... III parte

Citazione:
Messaggio originale inviato da Calumet
Ciao Giulio,
le mie frasi erano motivate da quanto ho visto e sentito in 12 anni di appartenenza ad un gruppo molto vasto di persone. Tra i vari principi che vengono insegnati c'è anche quello dell'amore per il prossimo (anche se i tdg tendono a dare la precedenza ai loro confratelli) e si ricorda spesso di come un cristiano debba essere pronto a dare la propria vita per amore, così come ha fatto Cristo. Che poi uno non lo faccia è un altro discorso, ma tra i vari insegnamenti c'è anche questo. Molte persone sono morte in nome di questa fede, quindi io non mi sento di giudicare in maniera generica, per questo che ho inserito la frase "brave persone oneste": perché so in cosa consiste questa fede, e so che tra i 6 milioni di tdg, tolti i soliti pelandroni che trovi in ogni fede, la maggior parte segue alla lettera dei principi anche a costo di sacrificare la propria vita. Magari c'è chi lo fa pensando al premio, ma c'è anche chi lo fa per puro amore verso dio. E con questo discorso io non sto giustificando nessuno, sto solo cercando di farvi capire in cosa consiste questa fede.

Quando sei vittima del condizionamento mentale, se ti dicono di sacrificare anche la vita di tuo figlio, tu lo fai convinto che sia giusto. Stai male, soffri come un cane, ma la tua fede ti spinge a farlo e lo fai.
Ma parlare di certe situazioni è un'altra cosa rispetto a viverle.

Un saluto a tutti



“le mie frasi erano motivate da quanto ho visto e sentito in 12 anni di appartenenza ad un gruppo molto vasto di persone. Tra i vari principi che vengono insegnati c'è anche quello dell'amore per il prossimo (anche se i tdg tendono a dare la precedenza ai loro confratelli)”

Già questa discriminazione non va bene. E’ settaria. Io parlo in generale, non è rivolto direttamente a te, tutto quello che dico.

“e si ricorda spesso di come un cristiano debba essere pronto a dare la propria vita per amore, così come ha fatto Cristo.”

Un cristiano o uno che si è separato dai cristiani per stare in un gruppo che ha chiamato tdG, cattolici, o altro, credendo che sia il migliore degli altri? Secondo me questo non significa essere cristiani. Ogni separazione non ha nulla a che vedere con Cristo e l’essere cristiano, che dovrebbe essere unione, invece. Dunque, tutti possono ricordare a parole quello che vogliono, e utilizzare la parola amore come e quanto preferiscono, ma poi, nei fatti, è ben altra cosa. Dal momento che hanno creato una separazione hanno già commesso un grave errore, e parlano in nome di chi, con quale diritto o permesso! Non mi riferisco solo ai TdG. Ma a tutti.


“Che poi uno non lo faccia è un altro discorso, ma tra i vari insegnamenti c'è anche questo.”

Parole.

“Molte persone sono morte in nome di questa fede, quindi io non mi sento di giudicare in maniera generica, per questo che ho inserito la frase "brave persone oneste": perché so in cosa consiste questa fede, e so che tra i 6 milioni di tdg, tolti i soliti pelandroni che trovi in ogni fede, la maggior parte segue alla lettera dei principi anche a costo di sacrificare la propria vita.”

Certo, dei principi falsi ed egoisti. Perché l’amore per il prossimo deve essere totale, e per tutti, non che quelli che sono diversi o appartengono ad altri credo o idee sono fuori da Dio. Questo non va bene.

“Magari c'è chi lo fa pensando al premio, ma c'è anche chi lo fa per puro amore verso dio.”

Assolutamente NO. Questo è il mio pensiero. Chi ha amore puro verso Dio non può creare separazione o assurdità del genere. Mi dispiace, ma è così.

“E con questo discorso io non sto giustificando nessuno, sto solo cercando di farvi capire in cosa consiste questa fede.”

Certamente.

“Quando sei vittima del condizionamento mentale, se ti dicono di sacrificare anche la vita di tuo figlio, tu lo fai convinto che sia giusto. Stai male, soffri come un cane, ma la tua fede ti spinge a farlo e lo fai.”

Anche il terrorista è convinto di stare nel giusto. Non lo sapevi?


Ma parlare di certe situazioni è un'altra cosa rispetto a viverle.

E’ chiaro.


Ciao, Giulio
Giulma is offline  
Vecchio 26-08-2004, 10.05.15   #22
neman1
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L'avatar di neman1
 
Data registrazione: 24-04-2004
Messaggi: 839
Re: x neman1

Citazione:
Messaggio originale inviato da Mirror
Ovviamente con Te sento che posso permettermi di scherzare un pò, di alleggerire senza banalizzare certe tematiche.

Ricambio il feeling.

Comunque, osservo che lo spirito settario può albergare anche chi appartiene
ad organizzazioni religiose ormai superconsolidate.
E si vede, eccome, anche qui dentro nei forum.
E' una questione di fluidità intellettuale, emozionale e caratteriale...
E poi, a mio parere, bisogna stare anche attenti quando si esce da una esperienza così difficile e dolorosa, come la fine di un rapporto con una organizzazione qualsiasi che crea dipendenza, a non passare dalla padella alla brace.
Ci sono molti consolatori interessati, coscienti o incoscenti in giro...
Bisogna avere il coraggio di ricercare ancora, più in profondità...da soli, ma non in solitudine.



Caspita' Mirror

Consideriamo le stesse cose...opurre mi fai da specchio delle mie?
Difatti, la scelta-qualita' delle parole a me indica il livello di attenzione a considerare tutti/o. Nota, la mia non una consolazione bensi riconoscenza....dovrebbe infondere altro coraggio per percorrere la via intrapresa. Secondo le mie vedute, Calumet dopo la rivoluzione organizzativa della vita' ora sta affrontando anche la rivoluzione del linguaggio.
Inquanto allo spirito settario non lo condannerei piu di tanto, anche nelle companie piu banali esiste una gerarchia taciturna. Ma io osservo piu le funzionalita' individuali all'interno dei gruppi. Ciao Mirror
neman1 is offline  
Vecchio 26-08-2004, 14.53.41   #23
Calumet
Ospite
 
Data registrazione: 22-08-2004
Messaggi: 23
Re: Re: Re: Re: 12 anni in una setta... III parte

Citazione:
Messaggio originale inviato da Giulma
“Tra i vari principi che vengono insegnati c'è anche quello dell'amore per il prossimo (anche se i tdg tendono a dare la precedenza ai loro confratelli)”

Già questa discriminazione non va bene. E’ settaria.


Si, difatti. Su questo siamo d'accordo. Ma non si può negare che tra di loro si aiutino. Sbaglieranno a dare la preferenza ai loro, certo, ma qualcosa fanno!

“Che poi uno non lo faccia è un altro discorso, ma tra i vari insegnamenti c'è anche questo.”

Parole.


La comunicazione si basa sulle parole... Se vai dal medico, e lui ti dice che fumare fa venire il cancro ai polmoni, e mentre te lo dice si fuma una nazionale senza filtro, non significa che il suo messaggio sia sbagliato perché lui non ne tiene conto nella sua vita. Era questo il senso delle mie...parole.

“Magari c'è chi lo fa pensando al premio, ma c'è anche chi lo fa per puro amore verso dio.”

Assolutamente NO. Questo è il mio pensiero. Chi ha amore puro verso Dio non può creare separazione o assurdità del genere. Mi dispiace, ma è così.


Vedi, non c'è mai un solo punto di vista, su ogni questione, né c'è un'unica "realtà evidente ed oggettiva" di riferimento. L'unico modo per capire idee diverse dalle nostre è cercare di guardare la cosa da un altro punto di vista, cambiando angolazione. E non è facile. Anch'io, allo stato attuale delle cose, tendo a credere che l'amore per dio debba essere un po' più vasto di quanto si pensi in generale nelle religioni, ma è pur vero che, anche sbagliando, si può manifestare amore verso dio. Se uno è convinto che fare proseliti è un modo di servire dio, e lo fa per aiutare il prossimo, faccia pure. Non sapremo mai cosa ne pensa dio. In fondo ad ogni cuore c'è una riserva di amore che dio ci ha donato, e la utilizziamo in modi diversi, e siccome dio non ci ha imposto un modo solo per esprimegli amore, è lecita ogni forma che non faccia del male. Quindi, per quanto molte delle regole seguite dai tdg creino separazione, va ribadito che loro non ne sono molto consapevoli. E poi io non mi sento di fare il processo alle intenzioni...


“...ma la tua fede ti spinge a farlo e lo fai.”

Anche il terrorista è convinto di stare nel giusto. Non lo sapevi?

Si, lo sapevo. E' la seconda volta che porti come esempio i terroristi. Sono cose un pochino diverse.

alla prossima
Calumet is offline  
Vecchio 26-08-2004, 15.18.24   #24
Giulma
Utente bannato
 
Data registrazione: 09-07-2003
Messaggi: 558
Re: Re: Re: Re: Re: 12 anni in una setta... III parte

Citazione:
Messaggio originale inviato da Calumet
Si, lo sapevo. E' la seconda volta che porti come esempio i terroristi. Sono cose un pochino diverse.

alla prossima



“Si, difatti. Su questo siamo d'accordo. Ma non si può negare che tra di loro si aiutino. Sbaglieranno a dare la preferenza ai loro, certo, ma qualcosa fanno!”


In genere in ogni gruppo ci si aiuta, quando tutti perseguono lo stesso obiettivo, che centra. Bisogna vedere cosa significa questo: se ci si aiuta per creare separazione e quindi danno ad altri non serve a nulla, no? A te non hanno creato danno? Ad altri? E allora, che tipo di aiuto è?


“La comunicazione si basa sulle parole... Se vai dal medico, e lui ti dice che fumare fa venire il cancro ai polmoni, e mentre te lo dice si fuma una nazionale senza filtro, non significa che il suo messaggio sia sbagliato perché lui non ne tiene conto nella sua vita. Era questo il senso delle mie...parole.”


Il messaggio, come lo dice, è sbagliato, invece, perché il messaggio, o meglio, la comunicazione, è una cosa molto complessa e interviene tutto, durante la trasmissione, compreso il comportamento. Ora, devi sapere, che spesso e volentieri risulta più importante ciò che non si dice con le parole piuttosto che ciò che si dice con le parole, non lo sapevi? Un medico che dice di non fumare, fumando, sta dando un messaggio sbagliato (considerando che fumar è sbagliato, chiaramente), e basta. Infatti, non lo dovrebbe proprio fare. O no? Bisogna essere coerenti con quello che si dice e quello che si fa, perché questa cosa è fondamentale.


Assolutamente NO. Questo è il mio pensiero. Chi ha amore puro verso Dio non può creare separazione o assurdità del genere. Mi dispiace, ma è così.


“Vedi, non c'è mai un solo punto di vista, su ogni questione, né c'è un'unica "realtà evidente ed oggettiva" di riferimento.”


E invece secondo me no. Ad esempio per me Cristo poteve parlare di Amore verso Dio, ma la differenza c’è.


“L'unico modo per capire idee diverse dalle nostre è cercare di guardare la cosa da un altro punto di vista, cambiando angolazione. E non è facile. Anch'io, allo stato attuale delle cose, tendo a credere che l'amore per dio debba essere un po' più vasto di quanto si pensi in generale nelle religioni, ma è pur vero che, anche sbagliando, si può manifestare amore verso dio. Se uno è convinto che fare proseliti è un modo di servire dio, e lo fa per aiutare il prossimo, faccia pure.”


Certo, allora tutti amano. Mi dispiace, ma queste sono solo parole. E’ il mio punto di vista, chiaro.


“Non sapremo mai cosa ne pensa dio.”


Quale dio, quello con la d minuscola? A certo, e mai lo saprai.

“In fondo ad ogni cuore c'è una riserva di amore che dio ci ha donato, e la utilizziamo in modi diversi, e siccome dio non ci ha imposto un modo solo per esprimegli amore, è lecita ogni forma che non faccia del male.”


Nessuna “riserva”.


“Quindi, per quanto molte delle regole seguite dai tdg creino separazione, va ribadito che loro non ne sono molto consapevoli.”


Questo è da vedere, ci sono anche i furbetti, come in ogni cosa. Inoltre, tutto ciò non cambia il discorso.


“E poi io non mi sento di fare il processo alle intenzioni... “

Nessun processo.


“Si, lo sapevo. E' la seconda volta che porti come esempio i terroristi. Sono cose un pochino diverse.”


Certo, un “pochino”.



Ciao, Giulio
Giulma is offline  
Vecchio 26-08-2004, 15.27.55   #25
shakespeare
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Rudolf Otto "Il sacro". Tutti gli uomini di tutti i tempi hanno sempre fatto l'esperienza di un qualcosa o di un qualcuno. Un tipo di sensazione che Otto chiama il numinoso il quale è incommensurabile a qualsiasi altra sensazione e non ci si spiega da che parte venga. Esempio del boero ignorante che chiede all'europeo istruito se sente anche lui quella sensazione quando si trova in mezzo alla pianura deserta. Una Presenza. Mysterium tremendum. Majestas. Una sensazione di piccolezza di fronte a qualcosa che ci sovrasta ed è inquietante. Questo è il senso del sacro, del numinoso, la religiosità, da cui l'uomo sente che in gran parte dipende la sua vita. Non tutti però l'hanno sentita questa sensazione, bisogna ricordarselo.

Lewis dice che questo originariamente non ha nulla a che fare con la morale che pur essa è originaria nel cuore degli uomini. Molte religioni sono amorali. (De Lubac).

Caratteristico del numinoso è di non avere volto ed infatti tutte le religioni sono diverse perché ognuno attribuisce a questa realtà il volto che pensa che sia il migliore. Fa delle proiezioni su Dio a partire dall'esperienza terrena e umana, che altro può fare

Se Dio non gli fornisce materiale deve elaborare quello che ha!

Improvvisamente questa realtà assume un volto e chiama un uomo preciso. Al numinoso si affianca una presenza storica, che si presenta con una volontà personale.

Ci sarà un momento nella storia in cui un uomo asserirà di essere Lui quella realtà onnipresente nella storia dell'umanità. O costui è un pazzo assoluto, o questo è vero.

La novità non è quella di percepire il divino, questa è esperienza comune di moltissimi popoli, ma il fatto che questo divino si presenti come un "Io" con una volontà, che è una volontà di salvezza.


La fede implica un momento di salto ben preciso.

PROGETTO. Fino ad un certo punto l'uomo procede secondo un progetto ben preciso, ha a sua disposizione un certo numero di anni e di forze, valuta le sue possibilità, fa il censimento delle forze a disposizione: bellezza, intelligenza SE è uno di parrocchia avrà anche tanti begli ideali, fare il bene, aiutare gli handicappati, pregare, essere buono E' molto spirituale e va a Messa. Tutto questo non ha niente a che vedere con la fede, uno è più o meno buono a seconda delle inclinazioni, della famiglia

Dio è un aiuto alla realizzazione del nostro progetto, come un'integra_zione, un potente alleato nel compimento dei nostri piani: sia fatta la mia volontà con l'aiuto di Dio. Basta una vita moralmente abbastanza sana che subito si percepisce Dio nel creato, negli altri: si smette di sentirlo quando si cominciano a commettere i peccati.


La percezione di una realtà soprannaturale c'è sempre stata ma l'uomo se la immagina a propria somiglianza (Aristofane), tutta la fatica di Dio è di toglierti dalla testa le immagini che ti sei fatto di Lui. Tutta la storia della salvezza è la storia dei continui tentativi di Dio per distruggere le proiezioni che l'uomo si è fatto: noi prima ci costruiamo un pupazzo che è un Dio da parodia, inferiore a noi, invidioso, vendicativo, burbero e bacchettone, in modo da poterlo rifiutare senza scrupoli. Perché questa è la finalità principale: rifiutare Dio e a questo scopo consciamente o inconsciamente si mettono in atto tutte queste tecniche. Del resto questo è uno dei principi fondamentali di ogni propaganda al servizio dell' ideologia e dell'asso_lutismo: prima distruggere l'immagine di colui che si vuole eliminare in modo che quando si procede alla eliminazione fisica nessuno si ribella perché sono convinti che è un delinquente. Il rifiuto di Dio comincia distorcendone l'immagine.

Questo è quello che il diavolo fa in Gen 3.

La proibizione di Dio di costruirsi idoli ha la sua radice proprio in questa tendenza dell'uomo ad ingabbiare Dio, a definire lui come deve essere Dio. Non adorerai l'opera delle tue mani e non adorerai l'opera della tua testa o del tuo pensiero. Noi cerchiamo sempre di costruire a Dio un bel tempio, una bella casetta dove relegarlo, e guai se esce di lì; gli rendiamo tutti gli onori, ma siamo noi a dire cosa deve fare e cosa non deve fare, pena il rifiuto. Anche questo è un modo di autodivinizzarsi, di costruire Dio ad immagine e somiglianza dell'uomo.

Gli israeliti rifiutano Gesù proprio perché non è come loro se lo immaginavano: «Se sei Dio scendi dalla croce; se fosse stato un profeta, non accoglierebbe una peccatrice; se fosse da Dio osserverebbe il sabato...» Un Dio che non scende dalla croce non può essere Dio e questo perché «voi vi ingannate, non conoscendo né le scritture né la potenza di Dio». Pongono condizioni a Dio, e se Dio non vi si attiene lo rifiutano. Vogliono insegnare a Dio a fare il Suo mestiere, altrimenti lo licenziano. E queste non sono persone cattive spesso, ma non hanno capito che Dio è Dio e che è sommamente libero di fare quello che vuole, che è inesauribile, che l'uomo si deve porre davanti a Lui in un atteggiamento di umiltà, di chi non sa né capisce ma CREDE. Per chi cammina nella fede Dio è una continua sorpresa, Abramo crede di aver capito e conseguito la promessa con Isacco ed ecco che Dio gli chiede qualcosa di assurdo che contrasta con quello che ha avuto prima, ma lui crede e accoglie la volontà di Dio. Così la Madonna sotto la croce, così s. Francesco Diventa santo chi è sempre disposto a lasciare distruggere le proprie immagini di Dio per accettare invece il Dio Vivo che ti si presenta nella storia.

Ma appena Dio si accorge che tu lo vuoi ingabbiare in una bella casetta dorata, se ne va e ti distrugge il tuo bel tempietto, il tuo idolo che non può salvare.

Ma chi sei tu, uomo, per porre limiti a Dio? «Le mie vie non sono le vostre vie, i miei pensieri non sono i vostri pensieri; io sono Dio e non uomo, quale casa mi potresti costruire?»

Ed anche le persone che sono già avanti nel cammino della fede corrono continuamente questo rischio solo che fanno a Dio una casa più larga e spaziosa, hanno un concetto di Dio più ampio, ma è pur sempre un concetto che a Dio va sempre stretto, perché nessun uomo può vedermi e rimanere vivo!


Ad un certo punto Dio parla, e questo si può verificare o quando il progetto si è rivelato già fallimentare oppure anche prima.

Qui si svela la vera natura della fede, mollare il nocciolo della propria volontà, riconoscere la propria realtà creaturale e dare a Dio ed al suo progetto il primato nella nostra vita. Rinunziare alla proprie sicurezze, a risolvere la questione secondo le proprie idee. Abbandonar_si, fare di Dio colui che guida la nostra vita, decentrare sé stessi ed entrare nell'apparentemente assurdo.
shakespeare is offline  
Vecchio 26-08-2004, 15.28.56   #26
shakespeare
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Questo viene vissuto come una morte e per questo molti rifiutano facendosi forti delle proprie virtù morali per affermare che loro non hanno bisogno di questo, che è un'esagerazione. Questo implica un momento preciso od una serie di momenti in cui ci si è consegnati a Dio libera_mente. Deve avvenire coscientemente e se non è avvenuto non si è ancora incontrato Dio, si è ancora in una fase di religione naturale.

Bisogna saltare dalla finestra per poi scoprire che sotto c'è una rete, scoprire che dopo la morte alla propria volontà ed alla propria autonomia c'è la resurrezione e la dipendenza liberatrice da Dio.

C'è nell'uomo una grande resistenza a questo salto, l'uomo fin da piccolo coltiva sogni di onnipotenza di fronte a Dio, che non vuole cedere assolutamente, può accettare ideologie, valori morali, purché non si tratti di accettare liberamente una sottomissione a Dio, di ammettere di non essere Dio, di saltare nel buio.

Il fatto che Dio ti abbia fatto vedere miracoli non crea di per sé la fede, ma è solo una apertura alla fede e diventerà tale solo quando ratificherà liberamente questo, scegliendo coscientemente e concretamen_te di obbedire alla volontà di Dio e di fidarti di Lui anche quando non capisci. I miracoli, le emozioni iniziali sono altrettanti inviti alla fede, aiuti per saltare più facilmente ma la fede vera viene dopo il salto e dopo avere visto il compimento della promessa.

La religione è come uno che assolda un geometra per costruirgli un garage di cui ha in mente il progetto; la fede è quando ti si presenta uno che non conosci ma che da alcuni segni sembra credibile e ti dice: molla la casa, la macchina, gli amici, la città e vieni con me. Io ti costruirò una città immensa di cui tu sarai il n.1, e sarà più bella di tutto quello che tu hai mai sognato. Ma i soldi? Non te ne preoccupare. Tu hai appena finito di pagare le rate della tua macchina comprata con tanta fatica... tua moglie protesta... Ti devi affidare total_mente, non solo la tua vita privata si stravolge: devi mollare tutto di te, devi andare verso l'ignoto solo sulla fede.

Religione funzionale. La dimensione della religione è comune a tutte le culture, serve a stabilizzare l'uomo assecondando i suoi desideri naturali, è positiva ma deve essere superata. Essa comunque placa le ansietà e le frustrazioni, risponde alle curiosità intellettuali, soddisfa e rafforza l'appartenenza a gruppi.

Qui comunque non c'è spazio per un Dio che sconvolge le tue aspettative e i tuoi bisogni.

Filosoficamente posso dire che ci deve esser qualcuno che ha creato tutte queste cose ma da questo a dire chi e come è questo qualcuno passa un abisso. Il dramma del razionalismo è di voler ingabbiare in categorie della mia mente questo qualcuno, allora lo rinchiudo nei miei orizzonti e mi faccio degli idoli ben comprensibili. Il peccato dell'uomo è di non voler riconoscere che Dio è un po' più grande di te e della tua mente.

La proiezione che mi faccio di Dio mi dura fino ad un certo punto: Dio mi regala fino ad un certo punto la serenità e la pace anche se la mia idea di lui è comple_tamente sbagliata e questo soprattutto se sono un bravo ragazzo/a e se non ho ancora fatto grossi peccati. Un po' come per i bambini che nelle prime fasi di vita non distinguono tra il proprio io e la realtà esterna che pensano che sia una loro appendice che risponde ad ogni loro domanda o richiesta ed effettivamente finché uno è bambino noi accondiscendiamo a questa visione e lo contentiamo sempre. Viene però il momento in cui non si può più avallare questa pretesa ed il bambino deve riconoscere che il mondo non è lì per stare ai suoi ordini ma ha una sua esistenza indipendente da lui: non è lui il centro del mondo.

Io posso quindi andare in chiesa: 1- Perché la mia immagine di Dio non è stata ancora scossa; 2- Perché ho fede. La religiosità infantile non dura nessuno pensi di poter andare avanti a lungo in questo senso. Arriva il punto di non coincidenza dove mi accorgo che la mia mappa di Dio, la mia immagine della realtà e di me stesso non coincidono più con la realtà: il Dio maggiordomo non funziona più, non ha più effetti reali. Se Dio fosse buono mi farebbe... ma non te lo fa. La realtà ti resiste e i tuoi idoli crollano. a questo punto tu reagisci pensando che gli altri sono tutti sbagliati e cattivi, meno te. (Oltre il giardino, barzelletta dell'autostrada, uno che ha una mappa sbagliata di una città e quando si perde se la prende con il costruttore della città che ha fatto i palazzi nel posto sbagliato.) Ti rivolti contro Dio e contro tutto il mondo.

Il Dio della religione è più piccolo di te, infatti ciò che ti può regalare è sempre molto limitato, nei limiti della tua immaginazione, infatti è un tuo prodotto! Gli dei vengono a soddisfare quei tuoi desideri confusi e inconsistenti, anestetici che possono solo mitigare il tuo malessere e il tuo stato di confusione.

Dio, come ad Abramo, vuole esaudirti quei desideri, ma non nel modo che pensi tu. Tu chiedi troppo poco a Dio: la ragazza, i soldi... non si spreca a darti quelle cose che sa che non ti risolvono il problema senza affrontarlo alla radice. E' come se tu al Ritz chiedi pane e salame, al genio della lampada chiedi un paio di mutande nuove. Sei nel deserto che muori di fame, viene uno a salvarti e tu invece di andare con lui verso la salvezza ti arrabbi che non ti da l'apribottiglie per la bottiglietta di coca e lo mandi via.

C'è il momento dell'appello in cui Dio ti incuriosisce ti richiama con qualcosa di strano per invogliarti ad andargli dietro, il roveto, i frati...

Ci vuole coraggio, bisogna andare verso un'intuizione, non è una cosa sicura, lo diventerà dopo una cosa sicura.

Duplice movimento: liberazione, redenzione e divinizza_zione. Prima ti guarisce e poi ti chiede un'adesione libera, non può chiederla ad uno schiavo.

La Critica.

La critica principale che si fa alla fede è quella che verrebbe a riempire i vuoti dell'essere umano che lui non riesce a riempire da solo: sono i deboli e gli inetti, gli esseri peggiori che hanno bisogno della fede ed è per questo che le esperienze di fede partirebbero sempre dalla sofferenza.

Nella Bibbia sono raccontate un sacco di storie di persone concrete, ed è vero che la loro esperienza di fede muove da una carenza, ma tutto è totalmente diverso.

Il rapporto di religiosità è quello di chi di fronte ad una situazione difficile o di fronte a qualcosa che gli manca, chiede alla divinità di aiutarlo a realizzare i suoi sogni. Io ho la vita impostata in un certo modo e tutto sommato mi va anche bene, mi manca solo un particolare grande o piccolo e chieda a Dio che me lo metta a posto ma senza toccare tutto il resto, come se chiedessi ad un architetto di cambiare solo il piano inferiore, o di aggiungere un piano lasciando il resto così com'è.

Il Dio che si presenta nella Bibbia non viene affatto incontro a questa visione. Innanzitutto spesso non viene neanche cercato, ma è Lui che prende l'iniziativa. L'azione di Dio muove sì da una carenza, ma non ha la funzione di tappabuchi, perché subito la proposta che fa all'uomo sconvolge tutti i piani dell'uomo stesso. C'è sì una proposta, ma comporta il cambiamento totale della vita: vedi Abramo. Le reazioni sono varie. Questo Dio non chiede niente se non che tu ti fidi di Lui, sorprende anche questo. Abramo è abituato a dei a cui bisogna fare piacere prima di chiedergli i favori, questo Dio non vuole nient'altro.

Questo Dio ti tappa sì una falla, ma questo è solo l'inizio, e in un modo inaspettatissimo.

Abramo non è che tutto di un botto diventa assolutamente credente, ma c'è in lui un convivere delle due dimensioni, quella della fede e quella dell'incredulità. In Egitto non ha fede che Dio lo possa aiutare ed escogita mezzucci come quello di permettere che il Faraone gli prenda la moglie pur di essere salvo e di trarne vantaggi (chissà se quel Dio che ha giurisdizione in Canaan può comandare anche qui o forse gli dei dell'Egitto sono più forti). Cerca di aggirare la promessa di Dio facendo un figlio con la schiava: aiutati che Dio t'aiuta! Infatti lui a questo punto non ha ancora visto realizzate le promesse di Dio, perché quindi si dovrebbe fidare troppo? Solo dopo la realizzazione, la nascita e il sacrificio di Isacco la sua fede comincia ad essere abbastanza solida.
shakespeare is offline  
Vecchio 26-08-2004, 18.33.42   #27
Calumet
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Data registrazione: 22-08-2004
Messaggi: 23
Re: Re: Re: Re: Re: Re: 12 anni in una setta... III parte

Citazione:
Messaggio originale inviato da Giulma
Un medico che dice di non fumare, fumando, sta dando un messaggio sbagliato (considerando che fumar è sbagliato, chiaramente), e basta. Infatti, non lo dovrebbe proprio fare. O no? Bisogna essere coerenti con quello che si dice e quello che si fa, perché questa cosa è fondamentale.

Un medico che dice di non fumare, fumando, sta usando la modalità sbagliata, ma il messaggio di non fumare, in sé e per sé non è un messaggio sbagliato... Sai che la coerenza a oltranza è fonte di grandi disagi e limiti?

“Vedi, non c'è mai un solo punto di vista, su ogni questione, né c'è un'unica "realtà evidente ed oggettiva" di riferimento.”

E invece secondo me no.


E allora non andremo lontano... So che è difficile liberarsi da questi schemi mentali, ma quando ci si riesce, si vede tutto sotto un'altra ottica.

“ma è pur vero che, anche sbagliando, si può manifestare amore verso dio. Se uno è convinto che fare proseliti è un modo di servire dio, e lo fa per aiutare il prossimo, faccia pure.”

Certo, allora tutti amano. Mi dispiace, ma queste sono solo parole.


No, non sono parole, sono fatti. Sono vite di persone, sono esperienze di vita vissuta. Non è possibile dare un giudizio su una forma di amore che un essere umano esercita, possiamo solo cercare di capire il suo punto di vista, anche senza condividerlo ovviamente. Ma non si può negare che chi percorre un km di strada sulle ginocchia, o chi si fustiga in occasione di una ricorrenza religiosa, o chi muore per non aver accettato una trasfusione... stia dimostrando amore per dio. Anche se siamo tutti d'accordo nell'affermare che probabilmente l'amore è un'altra cosa, non siamo in grado di valutare cosa c'è nel cuore delle persone, perché questa è una peculiarità di dio.

“In fondo ad ogni cuore c'è una riserva di amore che dio ci ha donato, e la utilizziamo in modi diversi”

Nessuna “riserva”.

Sai, io cerco di esprimermi anche tramite metafore, ed evito di essere troppo nominalista, perché questo impedisce un dialogo scorrevole. Poi, ho passato troppi anni nell'inscatolamento mentale, quell'atteggimento limitante che ti porta a dire di continuo "questo è così e basta" "quest'altro è così punto e basta" "la verità è questa" "la realtà è questa e fine del discorso".
Perché il discorso non finisce per niente, anzi: è proprio lì che inizia. Ad un certo punto l'ho smessa con questo atteggiamento perché mi sono accorta che era limitante. Quando ho capito che le cose non sono "così punto e basta" ho dovuto farmi scivolare di dosso tutte le difese che avevo e guardare, atterrita, che le cose erano molto più vaste e profonde di come le vedevo io. Dico atterrita perché, lì per lì, ho avuto l'impressione che mi mancasse la terra da sotto i piedi perché avevo perso tutti i miei rassicuranti riferimenti.... Adesso che ho cambiato ottica, a volte riconosco in alcune persone lo stesso limite mentale che avevo io, e quando mi succede cerco una "chiave di accesso" ma, se non riesco, mi rendo conto che è difficile instaurare un dialogo totalmente aperto e sereno.



a presto
Calumet is offline  
Vecchio 26-08-2004, 23.55.17   #28
shakespeare
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Messaggi: 421
Niente è come sembra, ma non negli altri;
più che altro in noi stessi.
L'amore alla fin fine è ciò a cui aspiriamo, ciò che guida i nostri sensi, il nostro divenire ma le sovrastrutture che creiamo e ci creano attorno negli anni e fanno sì che il nostro spirito prenda miriadi di strade e soffochi quel sentimento di cui primariamente eravamo in cerca e solo ogni tanto riappare, in piccole dosi, avendo paura di mostrarlo e di gridarlo al resto "impegnato" in altre faccende, quelle sovrastrutture, le paure e le angosce, svanisce ed è paura di mostrarlo esso stesso;
Chi non vorrebbe avere il terreno sotto i suoi piedi, avere certezze e credere di essere felice in esse;
ma solo attraverso l'amore assoluto, quello che ti fa donare tutto di se senza aver nulla in cambio, che ti fa capire il senso ultimo e primario dell'esistenza, ti da la certezza assoluta di felicità perchè libertà e conoscenza primordiale e divina di essere nati per questo.
<Ama il prossimo tuo come te stesso allo stesso modo e in stretto rapporto di Amerai il tuo Dio con tutto il cuore, tutta l'anima e tutte le forze>.
L'Amor che muove il Sole e l'altre Stelle!
tutto il resto, condito con fioriture e filosofie, paure e superstizioni, non son altro che sovrastrutture, l'unica "realtà" evidente e (s)oggettiva.
Pace bene, e amore.
shakespeare is offline  
Vecchio 27-08-2004, 09.53.09   #29
Giulma
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: 12 anni in una setta... III parte

Citazione:
Messaggio originale inviato da Calumet
Sai, io cerco di esprimermi anche tramite metafore, ed evito di essere troppo nominalista, perché questo impedisce un dialogo scorrevole. Poi, ho passato troppi anni nell'inscatolamento mentale, quell'atteggimento limitante che ti porta a dire di continuo "questo è così e basta" "quest'altro è così punto e basta" "la verità è questa" "la realtà è questa e fine del discorso".
Perché il discorso non finisce per niente, anzi: è proprio lì che inizia. Ad un certo punto l'ho smessa con questo atteggiamento perché mi sono accorta che era limitante. Quando ho capito che le cose non sono "così punto e basta" ho dovuto farmi scivolare di dosso tutte le difese che avevo e guardare, atterrita, che le cose erano molto più vaste e profonde di come le vedevo io. Dico atterrita perché, lì per lì, ho avuto l'impressione che mi mancasse la terra da sotto i piedi perché avevo perso tutti i miei rassicuranti riferimenti.... Adesso che ho cambiato ottica, a volte riconosco in alcune persone lo stesso limite mentale che avevo io, e quando mi succede cerco una "chiave di accesso" ma, se non riesco, mi rendo conto che è difficile instaurare un dialogo totalmente aperto e sereno.



a presto


“Un medico che dice di non fumare, fumando, sta usando la modalità sbagliata, ma il messaggio di non fumare, in sé e per sé non è un messaggio sbagliato... Sai che la coerenza a oltranza è fonte di grandi disagi e limiti?”


No, non è così. Il messaggio non è solo le prime o le parole, un messaggio, e già l’ho detto, è una cosa molto più complessa e riguarda tutto ciò che avviene e interviene nel dirlo. Ci sono infatti anche i messaggi subliminali, dove tu senti o vedi una cosa ma con un'altra nascosta. Nel nostro caso, al livello mentale, avviene una dissonanza. Comunque, non voglio entrare troppo in questa cosa, ma vorrei solo sottolineare, ancora, che se un medico dice di non fumare fumando, il messaggio (che è sia la frase non fumare, che la comunicazione non verbale, sto fumando però!) è sbagliato. E’ chiaro che se tu mi prendi la sola affermazione non fumare è giusta, ma ciò che viene proposto è l’insieme. E io è di questo che sto parlando. Capito?


"E allora non andremo lontano... So che è difficile liberarsi da questi schemi mentali, ma quando ci si riesce, si vede tutto sotto un'altra ottica."

Forse non hai capito bene il senso della mia risposta, te lo spiego meglio:

E’ chiaro che non c’è un unico punto di vista in quanto ognuno ha il suo e lo esprime, ma certe realtà, con il tempo, tendono a diventare sempre più oggettive ed inequivocabili, al punto che chiunque ne percepirà l’oggettività. L’oggettività significa che è così e basta. Un esempio? La legge del Karma, è una legge oggettiva. Se si riesce ad osservare ad un certo livello di meditazione, diventa oggettiva, ossia non è più una cosa interpretabile o altro, esiste e basta.


“No, non sono parole, sono fatti. Sono vite di persone, sono esperienze di vita vissuta.”


Certo, tutti dicono che amano. Parole!


“Non è possibile dare un giudizio su una forma di amore che un essere umano esercita, possiamo solo cercare di capire il suo punto di vista, anche senza condividerlo ovviamente. Ma non si può negare che chi percorre un km di strada sulle ginocchia, o chi si fustiga in occasione di una ricorrenza religiosa, o chi muore per non aver accettato una trasfusione... stia dimostrando amore per dio.”


Io invece lo nego. Sono cavolate della mente. L’Amore vero, quando è presente in essere che lo vive realmente, si vede, eccome, e si vede la differenza. Cristo, ad esempio, era Amore vero. Adesso tu mi dirai, ma non siamo mica tutti come Cristo, no? Lui era Cristo?
Infatti, nessuno ama realmente. Per poter pronunciare questa parola tanto sfruttata e ridicolizzata, devi saper vivere l’Amore come Cristo, altrimenti rimarrà solo una parola. Chiaro? Si può fare? Si può fare, ma non a parole.
Poi, ognuno creda pure in tutte le favolette che preferisce, come quando dice che "ama", o che gli altri "amano".


“Sai, io cerco di esprimermi anche tramite metafore, ed evito di essere troppo nominalista, perché questo impedisce un dialogo scorrevole. Poi, ho passato troppi anni nell'inscatolamento mentale, quell'atteggimento limitante che ti porta a dire di continuo "questo è così e basta" "quest'altro è così punto e basta" "la verità è questa" "la realtà è questa e fine del discorso".
Perché il discorso non finisce per niente, anzi: è proprio lì che inizia. Ad un certo punto l'ho smessa con questo atteggiamento perché mi sono accorta che era limitante. Quando ho capito che le cose non sono "così punto e basta" ho dovuto farmi scivolare di dosso tutte le difese che avevo e guardare, atterrita, che le cose erano molto più vaste e profonde di come le vedevo io. Dico atterrita perché, lì per lì, ho avuto l'impressione che mi mancasse la terra da sotto i piedi perché avevo perso tutti i miei rassicuranti riferimenti.... Adesso che ho cambiato ottica, a volte riconosco in alcune persone lo stesso limite mentale che avevo io, e quando mi succede cerco una "chiave di accesso" ma, se non riesco, mi rendo conto che è difficile instaurare un dialogo totalmente aperto e sereno.”



Vedi, Calumet, devo dirti questo:

quello che dici, è vero, ma ci sono delle realtà che sono Oggettive, e che non sono in modo diverso. Si possono, studiare, interpretare, ma sono sempre quelle. Una di queste? L’Amore. Se io ti dico che l’Amore vero su questo pianeta non lo vive quasi nessuno, so quello che dico. Puoi anche non crederci, fai come vuoi, è giusto. Che ognuno faccia sempre e solo quello che vuole, così deve essere. Ma se io devo dire qualcosa, non posso dire diversamente. Stai parlando con uno che la mente non ce l’ha aperte, ma proprio spalancata. Io non sono di nessuna religione, di nessuna ideologia, ma le studio tutte e le interpreto tutte, cercando un filo di unione che esiste. Non sono aperto? Ma se mi inizi a parlare di amore, di queste cose grosse, come faccio a non dirti che l’amore non è nulla di ciò che si dice o si vede, ma in realtà, non si vede? Adesso allora concentrati e vediamo che riesci a capire, visto che parli tanto di apertura mentale e di amore, sei pronta?

Ascolta:

Secondo te, in un terremoto, c’è amore?


Ciao, Giulio

Ultima modifica di Giulma : 27-08-2004 alle ore 09.59.43.
Giulma is offline  
Vecchio 27-08-2004, 13.48.51   #30
Cornelio
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Messaggi: 214
x Giulma

Se posso esprimere anche la mia opinione te la propongo!.

Riferimento: <Secondo te, in un terremoto c'è Amore?>

Certo che c'è Amore.
Nella stessa misura che c'è negli uragani che fureggiano sui mari e sui grandi oceani, nelle fortissime correnti sottomarine, nelle maree, e in tantissime altre manifestazioni della natura; perchè se cosi non fosse il grande mare sarebbe solo una grande pozzanghera senza vita,..e l'Amore è Vita.
ciao
Cornelio is offline  

 



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