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Vecchio 23-12-2004, 12.20.22   #131
Kannon
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Messaggio originale inviato da Dade1607


Andiamo avanti? Andiamo avanti.
Otteniamo, dopo innumerevoli suddivisioni, ancora frammenti, punti fatti sempre di qualcosa, e non potrebbe essere altrimenti... e, se voglio poi invertire il processo, cioè ricomporre il segmento, quei punti possono essere stati INDEFINITAMENTE rimpiccioliti, suddivisi, ma dovranno conservare la stessa natura iniziale del segmento, cioè dovranno SEMPRE rappresentare QUANTITA', per quanto inimmaginabile sia la loro piccolezza.

Ora mi chiedo... perchè, ad un tratto, questi punti ormai entrati nell'indefinitamente piccolo (E MANTENENDO SEMPRE UNA QUANTITA' via via più piccola), dopo (ad es.) 99.761.752.129.781.527.517.273 .921.000.000.000 processi di rimpicciolimento continuo, dovrebbero "smaterializzarsi" all'improvviso, per diventare a-dimensionali, cioè fatti, concretamente, di NULLA?.
E come può, DOPO, un NULLA, ricomporre o comporre un segmento che NON è un nulla, MA E' QUALCOSA DI CONCRETO, misurabile?. Se il segmento fosse luce, possiamo noi ripristinarla mettendo assieme tanti "pezzi" di BUIO totale ??. Impresa alquanto ardua, a mio modo di vedere.......

Tutto questo, ancora una volta, si risolve facilmente e velocemente, applicando il trucchetto matematico illustrato prima, ovvero considerare il punto geometrico non più un concetto astratto, un "nulla quantitativo",... ma bensì, una quantità INDEFINITAMENTE piccola della geometria, priva quindi di un valore unico ben preciso, o definito, come dice la parola stessa... ma che comunque, è sempre un qualcosa, che conserva dei limiti non definibili, talmente piccolo da poter essere tranquillamente APPROSSIMATO o considerato come un concetto a-dimensionale, puramente astratto, privo di dimensioni (così come lo 0.00000000ecc.ecc.ecc.00000000 1 si può considerare come ZERO puro "effettivo" della matematica)...

Infine, la domanda:

Non esiste un numero finito "TOT" di segmenti, nè esiste un numero "infinito" di segmenti... e allora?.
Allora, bisogna comprendere il concetto che sta in mezzo, ovvero l' INDEFINITO. Esiste un numero indefinito di segmenti che passano per un punto, così come esiste un numero indefinito di numeri.


No! Il discorso non è affatto così semplicistico ne tanto meno da "approssimare". Andiamo nel dettaglio di quanto affermi:


"Otteniamo, dopo innumerevoli suddivisioni, ancora frammenti, punti fatti sempre di qualcosa, e non potrebbe essere altrimenti... e, se voglio poi invertire il processo, cioè ricomporre il segmento, quei punti possono essere stati INDEFINITAMENTE rimpiccioliti, suddivisi, ma dovranno conservare la stessa natura iniziale del segmento, cioè dovranno SEMPRE rappresentare QUANTITA', per quanto inimmaginabile sia la loro piccolezza."


Il fatto è, che tu fai un errore già in pertenza, infatti, leggiamo insieme l'inizio di quanto appena quotato:


"Otteniamo, dopo innumerevoli suddivisioni", ... Ecco, qui c'è già un errore considerevole, e cioè il fatto che tu dici otteniamo, dopo innumerevoli suddivisioni, che non è completo, perchè io posso continuare a suddividere. Quindi, per il ragionamento che stiamo facendo, non è corretto fermarsi ad un nummero innumerevole di suddivisioni, visto che, potendo suddividere all'infinito, posso ragionevolmente affermare che le suddivisioni sono all'infinito. Tu invece, nel tuo ragionamento, ad un certo punto della suddivisione, ti fermi, e questo non è corretto, in quanto, e come se non consideri la possibilità di poter suddividere ancora, e ancora, e ancora. Capito adesso? Solo quando non puoi più suddividere, allora puoi dire di fermarti, ma questo non lo puoi dire. E questo significa, in conclusione, che la tua affermazione è di natura "forzata" o "viziata", per esclude una realtà ben più vasta, la realtà dell'INFINITO.


"Ora mi chiedo... perchè, ad un tratto, questi punti ormai entrati nell'indefinitamente piccolo (E MANTENENDO SEMPRE UNA QUANTITA' via via più piccola), dopo (ad es.) 99.761.752.129.781.527.517.273 .921.000.000.000 processi di rimpicciolimento continuo, dovrebbero "smaterializzarsi" all'improvviso, per diventare a-dimensionali, cioè fatti, concretamente, di NULLA?.
E come può, DOPO, un NULLA, ricomporre o comporre un segmento che NON è un nulla, MA E' QUALCOSA DI CONCRETO, misurabile?. Se il segmento fosse luce, possiamo noi ripristinarla mettendo assieme tanti "pezzi" di BUIO totale ??. Impresa alquanto ardua, a mio modo di vedere......."


Per quanto piccoli siano, per quanto stai entrando nell'indefinitivamente piccole, ti manca sempre infinito da raggiungere, in quanto puoi sempre dividere ancora il segmento. Che problema!


"Tutto questo, ancora una volta, si risolve facilmente e velocemente, applicando il trucchetto matematico illustrato prima, ovvero considerare il punto geometrico non più un concetto astratto, un "nulla quantitativo",... ma bensì, una quantità INDEFINITAMENTE piccola della geometria, priva quindi di un valore unico ben preciso, o definito, come dice la parola stessa... ma che comunque, è sempre un qualcosa, che conserva dei limiti non definibili, talmente piccolo da poter essere tranquillamente APPROSSIMATO o considerato come un concetto a-dimensionale, puramente astratto, privo di dimensioni (così come lo 0.00000000ecc.ecc.ecc.00000000 1 si può considerare come ZERO puro "effettivo" della matematica)..."


Ti ripeto il concetto: sono sempre suddivisibili, sempre, all'infinito.

Non puoi far finta che questo non esista, e fermarti ad "approssimare", non si può fare.


"Non esiste un numero finito "TOT" di segmenti, nè esiste un numero "infinito" di segmenti... e allora?.
Allora, bisogna comprendere il concetto che sta in mezzo, ovvero l' INDEFINITO. Esiste un numero indefinito di segmenti che passano per un punto, così come esiste un numero indefinito di numeri."


In mezzo a casa? Devi dimostare che per un punto non passano infinite rette, o segmenti, altrimenti, non ha senso quello che dici.

Il fatto è, però, che per un punto, passano infinite rette, e anche segmenti, quindi?


La domanda rimane.





Ciao.


Kannon
Kannon is offline  
Vecchio 23-12-2004, 12.29.57   #132
Kannon
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Messaggio originale inviato da Dade1607
*****
Immaginiamo una distanza qualsiasi, mettiamo un miliardo di Km di materia-spazio; decidiamo di aumentare questa distanza del doppio, triplo, quadruplo... poi moltiplichiamo per il valore ottenuto dopo ogni incremento... arriveremo a valori sempre più grandi, inimmaginabili, spaventosi... e potremmo continuare a tal punto che, se potessimo scrivere nello spazio questo numero "tot" di Km (coi caratteri grandi solo 1cm x 1cm), la sua lunghezza partirebbe dalla Terra per arrivare fino a una delle galassie più lontane, distante più di 10 miliardi di anni luce...
Davvero impressionante il valore ottenuto... ma è infinito? Ovviamente, no.
Si può aumentare ancora?. Ovviamente, si.

[...] consideriamo il nostro valore ottenuto (grandissimo, ma non infinito), semplicemente come una "QUANTITA' " generica, anche astratta, immaginaria, come se fosse un numero matematico (in questo ragionamento, non c'è differenza e non ha importanza distinguere tra quantità reale o astratta,... si arriva alla stessa conclusione).

Bene, siamo arrivati a un certo punto della nostra vertiginosa progressione, del nostro viaggio verso una generica quantità infinita (infatti, se si afferma l'esistenza di uno spazio, di un tempo, o in generale di una quantità senza fine, necessariamente, trattandosi sempre di quantità, deve essere possibile raggiungerla direttamente partendo da una finita qualsiasi), e proseguiamo: facciamo un ulteriore notevole passo, moltiplicando il nostro galattico numero per se stesso, tante volte quanto il numero indica (se fosse 500, moltiplicheremmo 500 x 500,... cinquecento volte).
Abbiamo raggiunto l'infinito? Ancora no, perchè possiamo aumentare ANCORA il nostro nuovo immaginario numero, fosse anche di una sola unità o qualsiasi altro valore (tot + x ... oppure tot * x).

Beh, inutile continuare... ormai, dovrebbe essere chiaro che, continuando a ragionare in termini di QUANTITA', cioè di un qualcosa che esiste SOLO in funzione del limiti/confini che la rendono tale, l'infinito "quantitativo" non è e non sarà MAI raggiungibile... semplicemente perchè un tale infinito NON PUO' ESISTERE.

Una distanza "tot" esiste come tale, e diversa dalla distanza "tot+x", solo se esistono i due estremi variabili [a, b] che la delimitano nello spazio; se tali estremi vengono a mancare, cosa rimane della distanza? Cosa rimane di quel BEN PRECISO VALORE che rappresentava una distanza, diversa da un altra?. Nulla.
Nè si possono fare, per lo stesso motivo, più distinzioni tra distanze più piccole o più grandi.
E quindi, QUELLA distanza "tot" non esiste più come tale, cioè come distanza rappresentante una precisa quantità di spazio delimitato. [NB: ovviamente per tot si intende un numero/quantità qualsiasi].

Riflettiamo un attimo; per definizione, possiamo indiscutibilmente affermare che:
Infinito = ILLIMITATO.
Illimitato = senza limiti!.

Se quindi infinito è ASSENZA di LIMITI,.... come può esistere uno spazio infinito, un tempo infinito, un numero infinito, una QUANTITA' generica infinita, visto che questi esistono SOLO grazie alla PRESENZA di certi LIMITI che li rendono tali (cioè, che ci consentono di dire: c'è un TOT spazio, tempo, numero, quantità..)??.
Ecco il punto-chiave. (con la contrapposizione [assenza <--> presenza] di limitazioni).

Riepilogando: lo spazio, il tempo, e qualsiasi cosa quantificabile, è tale ed esiste SOLO IN FUNZIONE dei suoi stessi limiti, delle sue caratteristiche: uno spazio illimitato, sconfinato, è uno spazio chiaramente SENZA più alcun genere di limiti o confini, come dice la parola stessa.... ma se è così, allora PERDE gli attributi che lo rendono tale... e quindi semplicemente non si può più chiamare spazio, lo spazio non c'è più, non ha più senso parlare di spazio ... c'è assenza di spazio [...]

Si potrebbe obiettare e dire: "posso andare avanti all'infinito ad immaginare distanze/quantità sempre più grandi, quindi conseguentemente si arriverà a una distanza/quantità infinita"...

Qui c'è sempre una contraddizione, non solo per i motivi spiegati prima (uno spazio, seppur crescente, per essere tale deve SEMPRE avere dei limiti, delle caratteristiche che mi consentano di chiamarlo "spazio", altrimenti spazio non è più), ma anche perchè "andare avanti all'infinito ad immaginare distanze/quantità sempre più grandi" ... sposta il problema su "andare avanti all'infinito".
Cosa vuol dire "andare avanti all'infinito"?.
Vuol dire immaginare per un NUMERO infinito di volte che la distanza "tot" aumenti sempre!.

Cosa si può dire su quest'ultima frase?:

Se anche fosse vera, per il fatto di ragionare sempre in termini quantitativi, la nostra quantità "tot" potrà aumentare finchè vuole, ma è e rimarrà sempre vincolata dal fatto di essere "quantità", quindi di avere dei limiti... e finchè restano i limiti, per quanto ampliati o ingigantiti siano, non si può parlare di infinito... essendo l'infinito, per definizione, ASSENZA di limitazioni, come già detto!!.
Ma allora, dove "terminerà" il viaggio del nostro numero in continuo e spropositato incremento?.
"Terminerà" non è la parola esatta, visto che qualsiasi quantità sarà SEMPRE potenzialmente aumentabile... e allora?.

Ebbene, potrà aumentare INDEFINITAMENTE (cioè, avrà sempre un valore, sarà sempre una quantità, che però non conosciamo, anche perchè è in continuo incremento),... MA CONTEMPORANEAMENTE, per il fatto stesso di ESSERE numero, quantità, esistente solo grazie a dei limiti CHE RESTANO e variano soltanto,... è destinato a rimanere sempre FINITO!.

Un numero, pertanto, può essere INDEFINITAMENTE grande, ma mai infinito (altrimenti, ripeto, non avrebbe più senso parlare di numero, non sarebbe più una quantità)!.
Non c'è altra via di uscita... è una specie di circolo vizioso, un'illusione, un'apparente contraddizione.

[...] Il passaggio dal finito all'infinito (impossibile da fare direttamente), perciò, richiede una specie di "salto di qualità", ovvero ELIMINARE, superare, lasciar cadere le limitazioni che rendono FINITO, limitato, circoscritto, un qualcosa. [...]
La conseguenza di ciò, è che NESSUN numero, nessun valore, per quanto inimmaginabile e gigantesco sia, sarà "più vicino" all'infinito rispetto a un altro... così come non esisterà MAI un valore immediatamente "precedente" all'infinito... proprio perchè quest'ultimo, non ha più niente a che fare con valori o quantità.

In caso contrario, rimanendo in un contesto limitato, si avrà sempre l'illusione/apparenza di un infinito quantitativo, raggiungibile aumentando o ampliando continuamente i limiti delle quantità... (anzichè trascendere i limiti stessi).

Se vogliamo... è un po' come l'esempio iniziale del pianeta e l'uomo: finchè l'uomo non riesce a fare un salto di qualità, ampliando la sua prospettiva, continuerà a credere (ingannato dall'apparenza) di essere su una superficie piatta che si estende all'infinito (quantità/spazio infinito, o infinito quantitativo), anzichè su una sfera finita e ben circoscritta. E se quest'uomo vuole andare in orbita (*l'infinito*), non può certo arrivarci finchè decide di rimanere in un certo contesto (*il finito*), cioè attaccato alla superficie,.. nè ci può arrivare percorrendo in lungo e in largo il pianeta per miliardi di anni o km...

E' proprio qui l'errore principale: noi pensiamo all'infinito, e rimanendo nell'esempio, è come se l'infinito fosse una Luna, che vediamo in cielo (magari sulla linea dell'orizzonte), e ingannati dall'apparenza, siamo convinti di poterla raggiungere camminando verso di lei... ma camminando e camminando per anni, la luna rimane sempre li, non si è avvicinata di un cm., ma noi al tempo stesso notiamo di non aver incontrato ostacoli, barriere, confini invalicabili, su quella superficie che così ci sembra piana e infinita, e la luna a distanza altrettanto infinita, tanto che mai si è avvicinata... chi potrebbe darci torto? E' così, è evidente, come il fatto che il sole, lo vediamo "muoversi" lentamente nel cielo durante il giorno... Chi può negarlo? Tutti lo possono constatare... ma poi, ampliando la prospettiva, ecco la sorpresina che nessuno si aspetta o poteva immaginare, ingannato dall'apparenza...

******

Non mi so spiegare meglio di così... o si capisce, o non si capisce.

Comunque kannon, non ci sono problemi, non sentirti "attaccato" o obbligato a credere a ciò che ho scritto, se hai le tue convinzioni, conservale e tienile strette, così come io faccio con le mie...

ciao

Sono considerazioni che si smonatno in attimo. Nei tuoi ragionamenti, come ti ho già fatto ben notare, fai delle forzature che limitano appositamnete possibilità che non puoi far finta che non esistano. Mi dispiace.

Per quanto riguarda invece l'affermazione che mi fai:


"Comunque kannon, non ci sono problemi, non sentirti "attaccato" o obbligato a credere a ciò che ho scritto, se hai le tue convinzioni, conservale e tienile strette, così come io faccio con le mie..."


E' bene che sappi, che io non mi sento affatto attaccato, ne tanto meno obbligato a nulla. Qui, si sta semplicemente "ragionando".

Io sono una persona libera, mentalmente, infinitamente libera, e posso dirti una cosa, tanto per dare un contributo ulteriore a questa nostra simpatica discussione:

Chi pone limiti all'infinito, è solo la mente, quando si è da essa usati.


Ciao.


Kannon
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Vecchio 23-12-2004, 12.31.47   #133
Agora
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* * *

Allora per un punto NON passano infinite rette.
Perchè altrimenti ci sarebbe una contraddizione.
Infatti, se il numero dei punti in un segmento è limitato, lo sarà anche il numero dei punti contenuti in un piano su cui poggiano le rette che passano per quel punto.
Ciao.
Agorà.
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Vecchio 23-12-2004, 12.34.15   #134
Kannon
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una semiretta (finita) non potrà mai contenere un numero di punti infiniti


Una semiretta, parte da un punto, e non ha fine, dall'altro estremo. Quindi, è di lunghezza infinita, e contiene infiniti punti.


Ciao.


Kannon
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Vecchio 23-12-2004, 12.45.33   #135
Umberto77
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Hai ragione, Kannon.
Volevo dire un "segmento di retta", proprio quello che ho sempre portato come esempio.
Umberto77 is offline  
Vecchio 23-12-2004, 12.51.28   #136
Kannon
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Hai ragione, Kannon.
Volevo dire un "segmento di retta", proprio quello che ho sempre portato come esempio.

Bene, ma c'è un problema:


Il discorso non cambia, e la domanda, non ha ancora una risposta!





Ciao.


Kannon
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Vecchio 23-12-2004, 12.54.46   #137
Umberto77
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Allora per un punto NON passano infinite rette.
Perchè altrimenti ci sarebbe una contraddizione.
Infatti, se il numero dei punti in un segmento è limitato, lo sarà anche il numero dei punti contenuti in un piano su cui poggiano le rette che passano per quel punto.
A parte il fatto che le rette, necessariamente appoggiano su un piano infinito, altrimenti non sarebbero rette, ma segmenti di retta, il discorso del piano non coinvolge il singolo punto che ha la caratteristica di permettere l'intersezione di infinite rette o anche infiniti segmenti di retta.

Con questa ulteriore precisazione, però, non intendo continuare questo discorso che è andato completamente fuori l'argomentazione.

Discutiamo sul dito che indica le stelle e non delle stelle.
Umberto77 is offline  
Vecchio 23-12-2004, 13.23.27   #138
Agora
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* * *

D'accordo Umberto, se non vuoi continuare questo discorso va bene. Però il ragionamento da me descritto più sopra (quello del cerchio e dell'intersezione con le rette) non è stato contraddetto, e vorrei che lo fosse perchè mi crea qualche problema, in quanto non va d'accordo con tutto il resto.
Ora però un'altra domanda è d'obbligo (una mia curiosità).
Non si dovrebbe fare una distinzione tra il mondo fisico, che alcuni dicono avere dei limiti, e l'astrattismo della matematica pura dove
esistono (tu lo affermi) dei piani di grandezza infinita?
Tutto il discorso di Dade può essere applicato senz'altro alla materia, al mondo fisico, ma nella geometria astratta credo che questi limiti non ci siano ed è quindi ovvio che non tutto nella geometria possa trovare riscontro nella fisicità (non voglio entrare nel merito del problema se l'universo sia infinito o limitato, mi riferisco solo alla geometria).
Ciao.
Agorà.
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Vecchio 23-12-2004, 13.50.02   #139
Kannon
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Nessuno può escludere la possibilità che esistano infiniti universi, o infiniti cosmi, o infiniti sistemi, altrimenti, dovrebbe dimostrarlo.


Allo stesso modo, che per un punto passano "infinite" rette, o segmeti, nessuno può escludere la possibilità che non ne possa tracciare infinite/i).


Ecco allora, che l'affermazione da "voi" posta, e cioè:


"ed è composto da cosmi non infiniti ma molti cosmi , poichè se fossero infiniti non sarebbero limitati"


E' un affermazione priva di significato, visto e considerato, che non è dimostrabile la sua "autolimitazione" forzata da un ragionamento "viziato".


Le mie sono solo considerazioni di carattere "intellettuale", che rimanga ben chiaro questo punto.


Questa per me è stata solo una domanda, la prima che mi è venuta leggendo gli scritti da qualcuno riportati, poi, ne ho molte altre, ...


Ciao.


Kannon
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Vecchio 23-12-2004, 14.50.34   #140
Umberto77
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Ritornando al discorso dei Cosmi nell'Assoluto, devo dare ragione a Kannon quando dice:
"Nessuno può escludere la possibilità che esistano infiniti universi, o infiniti cosmi, o infiniti sistemi, altrimenti, dovrebbe dimostrarlo."

Infatti, personalmente non mi sento di escluderlo, ma sono più portato a pensare alla Realtà come "indifferenziata", la cui vita, forma e sostanza, sia determinata dall'osservazione della stessa e dai limiti che le singole "individualità", rappresentano.

Da questo deriva che ogni cosa che noi prendiamo in considerazione, compresi i Cosmi, sono parte della Realtà, ma lo sono nei limiti che il nostro pensiero e la nostra osservazione dà loro come attributo.
Quindi non possono essere infiniti, ma con una combinazione di forma e leggi intriseche, con un numero così grande da non potersi determinare, cioè innumerevole.

Questo non posso dimostrarlo, ma è il ragionamento più logico, per il mio modo di intendere la Realtà e il divino.
Umberto77 is offline  

 



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