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Riflessioni sulla Simbologia

di Sebastiano B. Brocchi
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Il Sacrificio del Leone.
Dalla psicologia del profondo alle Cronache di Narnia

Giugno 2008

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« “Riguardo all’altro nome di Aslan, vorrei davvero che fossi tu ad indovinare. C’è mai stato qualcuno in questo nostro mondo che:
1) giunse nello stesso periodo di Babbo Natale;
2) disse di essere il figlio del Grande Imperatore;
3) per la colpa di qualcun altro diede se stesso a degli uomini cattivi che lo derisero e lo uccisero;
4) tornò in vita;
5) viene alle volte chiamato l’Agnello (vedi la conclusione del Veliero)?
Davvero non sai il Suo nome in questo mondo? Pensaci su e fammi sapere la tua risposta!”

Il leone Aslan - Le cronache di NarniaCosì C.S. Lewis, autore dei tre volumi de Le cronache di Narnia da un episodio dei quali è tratto il film di A. Adamson in questi giorni sugli schermi, rispondeva ad Hila, una bambina americana lettrice delle sue fiabe. La decisione di dare vita ad una allegoria di Cristo, nella sua creazione di fantasia, è evidente. Il leone Aslan è figura di Cristo che vince il gelo e la morte del mondo offrendo se stesso alla morte per la salvezza di uno dei bambini protagonisti della fiaba, Edmund, colpevole di tradimento, e risorge a vita nuova, per essere con i suoi nella battaglia finale contro la Strega Bianca e le forze maligne che la accompagnano.

Meno noto è che proprio la riflessione sul significato del sacrificio di Cristo, ripresentato dalla figura di Aslan, sia all’origine della conversione al cristianesimo dell’autore inglese»
(Andrea Lonardo, “Il sacrificio di Cristo ed il suo significato nella narrazione allegorica di C.S. Lewis, ora sugli schermi nella versione cinematografica di Andrew Adamson Le cronache di Narnia: il Leone, la Strega e l’Armadio”, dal sito www.gliscritti.it).

Questo è quanto comunemente si accetta riguardo all’origine e al significato simbolico del personaggio di Aslan ne “Le Cronache di Narnia”, anche perché, come si è visto, è questa l’interpretazione che sembra suggerire lo stesso Lewis. Ora, non voglio insinuare che queste fossero dichiarazioni “di facciata” da parte di un autore che non solo ha basato gran parte dei propri racconti fantasy su simboli non del tutto cristiani quanto piuttosto ermetici, ma era anche frequentatore di un romanziere dalle vaste conoscenze esoteriche come J.R.R. Tolkien. Tuttavia, vorrei avanzare la possibilità che i significati profondi del sacrificio del leone descritto ne “Le Cronache di Narnia”, possano estendersi oltre questo primo livello interpretativo, legato al Cristianesimo, ed abbracciare gli orizzonti più vasti di un archetipo universale.

 

L’associazione fra Cristo e il leone non è opera di Lewis: da molti secoli i Cristiani identificano Gesù con “il leone della tribù di Giuda”, che nell’Antico Testamento designava il Messia atteso dagli Ebrei, o re Davide, che del primo sarebbe stato il capostipite.

La stessa associazione fra Salvatore sacrificato e leone la ritroviamo in molte altre religioni a carattere soteriologico, anche precristiane, in cui la divinità, l’eroe, o il figlio di Dio investito del compito di redimere il mondo viene identificato con il grande felino.

Potremmo citare il caso di Krishna. Detto anche il leone in base alla “Baghavadgita” (10,30), in cui il Dio afferma “Io sono Prahlāda fra i daitya, il tempo fra gli incitatori, il leone fra gli animali selvaggi”, fu anch’egli sacrificato prima di risorgere. Lo stesso dicasi di Mithra.

Nel Mitraismo, inoltre, è al “Leo” (quarto grado iniziatico di questa religione misterica) che spetta il compimento delle offerte d’incenso sull’altare come rito purificatore per l’intera comunità dei fedeli. Nel mitreo di S. Prisca, un’iscrizione in latino recita: «Accetta amichevolmente, santo Padre, i Leoni che bruciano l’incenso, attraverso essi noi spargiamo l’incenso, attraverso essi anche noi ci consumiamo», a sottintendere il ruolo soteriologico rivestito dal sacrificio offerto.

 

Il leone di LucernaNella città svizzera di Lucerna, troviamo «il giardino dei Ghiacciai (il quale) costituisce un'impressionante meraviglia naturale con enormi marmitte dei giganti e massi erratici dell'era glaciale (15.000 - 20.000 a.C. ca.) e con fossili di conchiglie e foglie di palme vecchi di 20 milioni di anni.

E' il museo con i più antichi rilievi della Svizzera, un modello storico della città di Lucerna e lo stravagante labirinto degli specchi.

Nello stesso luogo si trova il celebrato monumento del Leone, che Mark Twain celebrò come "il più triste e commovente pezzo di pietra sulla terra". Tale monumento fu scolpito nella pietra in ricordo delle guardie svizzere cadute alle Tuileries nel 1792».
(“
Gletschergarten/Löwendenkmal, Lucerna”, dal sito www.myswitzerland.com).

Troviamo nuovamente il simbolo del leone sacrificato, in un’immagine che ricorda molto da vicino quella cinematografica di Aslan sulla Tavola di Pietra, ma in questo caso scompaiono i riferimenti religiosi: il leone è qui un simbolo della forza, dell’eroismo, della lealtà di un esercito, che si sacrifica per onorare l’impegno preso.

 

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