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Sul Sentiero I Dalla “divina inquietudine” alla Gioia

Sul Sentiero I
Dalla “divina inquietudine” alla Gioia

di Bianca Varelli
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Intuizione e Sintesi

 

Il processo di avvicinamento al Sé conduce l’aspirante-ricercatore dall’uso dell’Intelletto al fiorire dell’Intuizione, in fasi successive:

  • per molto tempo l’uomo procede sul Sentiero usando la mente analitica, concreta; è questo lo strumento che ci rende abili nella vita pratica, per il quale l’imprenditore, il politico, l’economista, e noi tutti, svolgiamo le nostre attività e portiamo a termine i nostri progetti;

  • in seguito, egli comincia a sviluppare la mente sintetica, astratta, che permette di accostare, concepire e realizzare le più alte idealità: Patria, Religione, nuovi modelli educativi, sociali, politici, ecc.

  • in un tempo successivo anche questa fase viene trascesa e l’Uomo, ormai avanzato, apprende senza sforzo, per Intuizione, ovvero per illuminazione diretta.

Il termine intelletto deriva da inter legere: scegliere tra. Esso indica pertanto la facoltà della mente concreta analitica, capace di discriminare, di discernere e coordinare; abilità indispensabile per l’avanzamento dell’umanità in tutti i campi della realtà. Nello sviluppo delle potenzialità mentali la Cultura ha un ruolo di rilievo; perseguita come mezzo di evoluzione e non come “rivestimento narcisistico dell’ego”, affina i mezzi della mente.
Essa favorisce, alla lunga, il processo: mente analitica → mente sintetica → Intuizione.
Sul valore e sul potenziamento dell’Intelletto, e quindi della Cultura, della Logica, della Ragione, della Scienza è basata la civiltà occidentale.
Il termine Intuizione deriva, secondo un’etimologia diffusa, da tueri in: guardare dentro; secondo un’altra etimologia, da intus ire: andare all’interno. Secondo entrambe le interpretazioni, il termine si riferisce alla capacità della mente astratta superiore di “vedere oltre, in profondità”, in un atto sintetico di Comprensione e Visione. Questa capacità superiore appare, all’inizio della sua manifestazione, soltanto “a sprazzi”: pensiamo alle grandi scoperte scientifiche, ad es. a quelle di Edison, spesso avvenute in un attimo di illuminazione; alle grandi teorie economiche e sociali, talvolta percepite “d’istinto”; alle innovazioni sociali o umanitarie che si affacciano alla mente all’improvviso...
A livelli più elevati, l’Intuizione è la capacità dell’uomo illuminato, che vede, sente, sa e fa contemporaneamente, poiché - cogliendo con immediatezza il senso profondo delle cose - agisce di conseguenza nella realtà con l’intima sicurezza di fare ciò che è Meglio.
L’aspirante che intende sinceramente “calcare il Sentiero” curerà costantemente la propria autoeducazione, considerandola propedeutica e necessaria all’accesso all’Intuizione e, di conseguenza, ad un Servizio sempre più efficace. A chi più avanza, saranno offerte ulteriori occasioni di servire, e verrà affidato un compito sempre più ampio; sarà questa la ricompensa per il Servitore sollecito.
Si accusa talvolta di “egocentrismo” l’uomo che tende al proprio perfezionamento, poiché sembra che trascuri il contesto in cui vive. In realtà, tutti noi siamo in rete, e il progresso di ognuno si tramuta rapidamente nel progresso di tutti; né possiamo donare al mondo ciò che noi stessi non abbiamo ancora conseguito: possiamo dare solo ciò che siamo.
Ogni nostro conseguimento o mutazione, comprensione o intuizione non può non riverberarsi nell’insieme.


Rudolf Steiner, fondatore dell’Antroposofia, afferma:

 

Vivere nell’osservanza di tali concezioni dell’universo significa lavorare al proprio perfezionamento spirituale. Con questo lavoro soltanto l’uomo può servire l’intero universo. Perfezionarsi non è affatto egoismo, perché l’uomo imperfetto è anche un servo imperfetto dell’umanità e del mondo. Si serve il tutto tanto meglio quanto più si è perfetti.
Qui vale il detto: “Quando la rosa si fa bella, adorna anche il giardino”
(Rudolf Steiner, L’iniziazione).

 

   Bianca Varelli

 

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