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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse.
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Vecchio 20-04-2008, 23.24.42   #1
VanLag
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L'Italia comunista? E quando mai!

Un mito da sfatare è che l’Italia sia stata dominata per un sessantennio dalla cultura di sinistra e che il paese sia oggi allo stremo a causa della sinistra. L’Italia è stata governata per un cinquantennio circa dalla democrazia cristiana, (fino a tangentopoli), ed i comunisti sono sempre stati all’opposizione senza mai poter governare, tranne qualche brevissima parentesi come nei governi recenti. Questo è un fatto rigidamente controllabile da chiunque.

Sicuramente poi, rappresentando, i comunisti e le sinistre, circa la metà del paese, ne hanno influenzato la cultura, ma questo mi sembra naturale a meno che esista ancora qualcuno che pensa che si possa sopprimere o ridurre al silenzio tutti quelli che non la pensano come noi.

Quindi se il paese è com’è le persone che hanno sostenuto i governi democristiani abbiano il coraggio e l’onestà intellettuale di assumersi le loro responsabilità, così come i fascisti, che a quanto pare non erano finiti con il fascismo ma avevano solo tolto la camicia nera per indossare la giacca e la cravatta e schierarsi nelle file democristiane, abbiano il coraggio di assumersi la responsabilità del governo criminale che sostennero e che ridusse l’Italia alla miseria fisica e morale.

Gettare sugli altri le colpe dei propri fallimenti è un sistema vigliacco di lavarsi la coscienza e dimostra solo l’infantilità di non sapersi assumere le proprie responsabilità cercando sempre nel'altro il capro espiatorio. Non è così.

VanLag is offline  
Vecchio 21-04-2008, 10.36.16   #2
maxim
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Riferimento: L'Italia comunista? E quando mai!

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Originalmente inviato da VanLag
Un mito da sfatare è che l’Italia sia stata dominata per un sessantennio dalla cultura di sinistra e che il paese sia oggi allo stremo a causa della sinistra. L’Italia è stata governata per un cinquantennio circa dalla democrazia cristiana, (fino a tangentopoli), ed i comunisti sono sempre stati all’opposizione senza mai poter governare, tranne qualche brevissima parentesi come nei governi recenti. Questo è un fatto rigidamente controllabile da chiunque.

Sicuramente poi, rappresentando, i comunisti e le sinistre, circa la metà del paese, ne hanno influenzato la cultura, ma questo mi sembra naturale a meno che esista ancora qualcuno che pensa che si possa sopprimere o ridurre al silenzio tutti quelli che non la pensano come noi.

Quindi se il paese è com’è le persone che hanno sostenuto i governi democristiani abbiano il coraggio e l’onestà intellettuale di assumersi le loro responsabilità, così come i fascisti, che a quanto pare non erano finiti con il fascismo ma avevano solo tolto la camicia nera per indossare la giacca e la cravatta e schierarsi nelle file democristiane, abbiano il coraggio di assumersi la responsabilità del governo criminale che sostennero e che ridusse l’Italia alla miseria fisica e morale.

Gettare sugli altri le colpe dei propri fallimenti è un sistema vigliacco di lavarsi la coscienza e dimostra solo l’infantilità di non sapersi assumere le proprie responsabilità cercando sempre nel'altro il capro espiatorio. Non è così.


L’uomo singolo dovrebbe assumersi la responsabilità dell’idea in cui crede e per la quale combatte…non l’intero schieramento politico, non l’ideologia cui poggia quell’idea.
Il comunismo, con le ultime elezioni, credo sia definitivamente fallito. Con il termine “comunismo” sto ad indicare tutte quelle persone che negli ultimi anni si sono identificate in quella sinistra radicale, certamente dai buoni propositi, quasi utopici, ma che non sono riuscite a staccare il cordone ombelicale da quell’ideologia vetusta del vecchio comunismo. Basta…io direi! Le bandiere rosse, la falce e il martello hanno stufato tutti. Lo stesso dicasi per le destre estreme incapaci di staccarsi dal busto di Mussolini…
…e qui notiamo, volendo, una vera forma di democrazia…il 2-3% della destra estrema si equilibra con il 2-3% della sinistra estrema. Continueranno a farsi la lotta fra loro portandosi sulle spalle fantasmi che la gente di oggi non vuole più!...Fini l’ha capito e con non poche difficoltà è comunque riuscito a dare un taglio netto al passato.

Ora Van, dimmi tu, il venerdì pre-elettorale ho assistito all’ultimo comizio in piazza…è possibile secondo te che la sinistra arcobaleno si sia presentata sopra il palco marciando sulle note della canzone “Bella ciao” ? … che tristezza!

maxim is offline  
Vecchio 21-04-2008, 11.13.25   #3
Monica 3
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Riferimento: L'Italia comunista? E quando mai!

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Originalmente inviato da VanLag
Un mito da sfatare è che l’Italia sia stata dominata per un sessantennio dalla cultura di sinistra e che il paese sia oggi allo stremo a causa della sinistra. L’Italia è stata governata per un cinquantennio circa dalla democrazia cristiana, (fino a tangentopoli), ed i comunisti sono sempre stati all’opposizione senza mai poter governare, tranne qualche brevissima parentesi come nei governi recenti. Questo è un fatto rigidamente controllabile da chiunque.

Sicuramente poi, rappresentando, i comunisti e le sinistre, circa la metà del paese, ne hanno influenzato la cultura, ma questo mi sembra naturale a meno che esista ancora qualcuno che pensa che si possa sopprimere o ridurre al silenzio tutti quelli che non la pensano come noi.

Quindi se il paese è com’è le persone che hanno sostenuto i governi democristiani abbiano il coraggio e l’onestà intellettuale di assumersi le loro responsabilità, così come i fascisti, che a quanto pare non erano finiti con il fascismo ma avevano solo tolto la camicia nera per indossare la giacca e la cravatta e schierarsi nelle file democristiane, abbiano il coraggio di assumersi la responsabilità del governo criminale che sostennero e che ridusse l’Italia alla miseria fisica e morale.

Gettare sugli altri le colpe dei propri fallimenti è un sistema vigliacco di lavarsi la coscienza e dimostra solo l’infantilità di non sapersi assumere le proprie responsabilità cercando sempre nel'altro il capro espiatorio. Non è così.



VanLag, pur trovandomi d'accordo, pur non volendo togliere niente all'immaturità politica dei miei concittadini, non ho voglia di bastonarli.

Partiamo da chi siamo. Fisicamente e geograficamente l'Italia è un paese diviso da montagne e valli. Storicamente, e Dante descrive molto bene la situazione, siamo attaccati al nostro campanile come punto di riferimento. Le dominazioni straniere hanno diviso le nostre mentalità e i nostri modi di pensare. Il comunismo richiede unità e disciplina che viene da dentro. Quando un moderatissimo democristiano ha cercato di aprire a sinistra, è stato fatto fuori.

La nostra democrazia avrebbe avuto la possibilità di maturare proprio quando la democrazia stessa è in crisi nel mondo intero (il modello americano sta facendo acqua da tutte le parti) e ricadiamo nella tentazione dell'uomo forte, non importa se politicamente poco preparato, che risolverà tutti i nostri problemi.

Detto questo, gli italiani non abitano più in montagna. Sono in tutto il mondo e compagnie aeree di low-cost di portano ovunque con spesa accessibile a tutti. L'economia è globalizzata. Siamo nell'era di Wikipedia. Se non sai qualcosa, basta cliccare ed hai la risposta alla tua domanda. Siamo anche nell'epoca dell'Erasmus che promuove scambi fra i giovani, ma è in corso un'azione di vero e proprio mobbing nei confronti dell'università e della ricerca.

La mia domanda è: che cosa ci impedisce di crescere?

Monica 3 is offline  
Vecchio 21-04-2008, 12.59.06   #4
Martino Giusti
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Riferimento: L'Italia comunista? E quando mai!

buongiorno Van...
stai certo che qualcuno scriverà (è già successo) che l'Italia E' STATA governata dai comunisti.
Berlusconi con la sua fobìa dei comunisti, ora che essi sono stati scartati dal Parlamento, su chi getterà la colpa dei suoi insuccessi futuri?
L'Italia è essenzialmente un paese di "destra" qualunque cosa voglia significare questa parola abusata come l'altra: "sinistra". Che significato hanno oggi? Dov'è la destra? dov'è la sinistra? (Gaber docet)
Stringi stringi si risolve tutto andando a gestire la crisi pluriennale di questo staterello che si crede (ci fanno credere) potente e orgoglioso eccetera aumentando i propri privilegi e conti correnti e dando qualche volta la carotina all'asino.
Martino Giusti is offline  
Vecchio 21-04-2008, 16.28.17   #5
iulbrinner
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Riferimento: L'Italia comunista? E quando mai!

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Originalmente inviato da VanLag
"Un mito da sfatare è che l’Italia sia stata dominata per un sessantennio dalla cultura di sinistra e che il paese sia oggi allo stremo a causa della sinistra."
A mio avviso non è affatto un mito da sfatare.
La cultura italiana - non la sua politica, per fortuna - è rimasta imbevuta, dal sessantotto in poi, di parole d'ordine ideologiche: del visionarismo egualitarista; di un solidarismo becero incapace di riconoscere la cultura della responsabilità personale; della convinzione immanente al suo pensiero di ritenersi portatrice di un'etica superiore che guarda tutto da un ipotetico "alto" di verità e giustizia; di una sorta di spirito missionario votato al cambiamento buonista del mondo, eccetera.
Come è stato osservato anche in questi giorni sulla stampa (non ho ritrovato un recente e significativo articolo di Giavazzi, mi sembra) essere non di sinistra nel nostro Paese ha significato, per troppo tempo, essere emarginati dal gotha del mondo editoriale e pubblicistico; essere osservati con sospetto.
Riporto, comunque, uno stralcio dell'articolo seguente - tratto dal Corriere della Sera - che illustra efficacemente quale percorso conservatore sia stato seguito dalla sinistra politica negli ultimi 15 anni, con pesantissime ricadute sulla modernizzazione del Paese.

Una storia finita

di Ernesto Galli Della Loggia
16 aprile 2008
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La fine dei partiti di governo della Prima Repubblica (Dc e Psi) per effetto delle inchieste giudiziarie di Di Pietro non ebbe l’effetto di spingere quelli che erano ormai i reduci del naufragio comunista a una revisione radicale della propria storia. E neppure li indusse a una rivisitazione altrettanto radicale di tutto l'impianto socio- statuale italiano, delle reti d'interesse, dei luoghi di potere accreditati, delle convenzioni bizantine, delle fame posticce di un regime ormai alle corde. Ebbe anzi un effetto paradossalmente pressoché opposto. Indusse gli ex comunisti a considerarsi quasi come i curatori testamentari di questo insieme di lasciti, facendosi catturare dalla tentazione di poterne addirittura diventare agevolmente gli eredi. Ciò che infatti cominciò fin da subito a verificarsi. Con la conseguenza però che abbagliati da questa facile conquista gli scampati al naufragio comunista non sentirono più l'urgente necessità, che invece avrebbero dovuto sentire, di buttare a mare alla svelta il proprio patrimonio ideologico, di ravvedersi senza esitazioni delle loro mille cantonate, di prendere coraggiosamente un nome e un abito nuovi. O, se lo fecero, presero a farlo con tempi politicamente biblici, dell'ordine degli anni.
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In breve tutto l'establisment economico- finanziario del Paese, tutta la cultura, tutta la burocrazia, tutti gli apparati di governo, dalla polizia alla magistratura, gran parte del vecchio cattolicesimo politico divennero o si dissero di sinistra. Ma proprio la massiccia operazione di riciclaggio e di «entrismo» da parte dei vertici della società italiana e dei suoi poteri, nell'area della sinistra ex Pci, insieme all'esasperante lentezza con cui procedeva la revisione ideologica di questa, hanno valso a porre il partito della sinistra ex comunista, nell'ultimo dodicennio, in una posizione sostanzialmente conservatrice. L’hanno reso di fatto il tutore massimo dell'esistente, incapace di comprendere i grandi fatti nuovi che si andavano producendo nel Paese.....
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Vecchio 21-04-2008, 18.33.07   #6
Monica 3
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Riferimento: L'Italia comunista? E quando mai!

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Originalmente inviato da iulbrinner
....Come è stato osservato anche in questi giorni sulla stampa (non ho ritrovato un recente e significativo articolo di Giavazzi, mi sembra) essere non di sinistra nel nostro Paese ha significato, per troppo tempo, essere emarginati dal gotha del mondo editoriale e pubblicistico; essere osservati con sospetto.

.......[/i]


A dire il vero Montanelli e i direttori del "Corriere" e del "Sole 24 ore", ma anche del "Mattino di Napoli" o del "Giornale di Brescia" non credo che si siano mai scostati troppo dalle teorie liberiste. Mio padre votava liberale ed io rispettavo le sue scelte. I programmi televisivi e la stampa del Nord Europa (Financial Times compreso) sembrano addiritura rivoluzionari rispetto alla stampa nostrana.

Nei paesi protestanti, che il capitalismo l'hano teorizzato, questo viene moderato dalle norme del civile vivere insieme. In Italia ho l'impressione che si tenda a confondere capitalismo con feudalesimo.

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Vecchio 21-04-2008, 18.47.01   #7
fealoro
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Riferimento: L'Italia comunista? E quando mai!

L'articolo di Galli Della Loggia, che più volte ha espresso pareri contrari alla sinistra tout court, si riferisce agli ultimi 15 anni (in cui in realtà molti sono passati con continue contestazioni anticomuniste nell'ambiente della cosidetta 'cultura'). Francamente sostenere invece che negli anni 70, 80 e 90 fosse la sinistra ad avere il monopolio politico e culturale significa aver passato un po' il segno. Un ente monolitico e con il totale appoggio del paese come la democrazia cristiana avrebbe dovuto sopportare il giogo dell'egemonia culturale comunista?
Forse in realtà la cultura era di sinistra perchè la destra nazional popolare non aveva nulla in più da dire.

Altro è se vogliamo discutere se negli ultimi 15 anni la cultura di sinistra abbia saputo esprimersi con questi toni o se piuttosto ormai abbia dimostrato di non aver molto da aggiungere. Di questo se ne può discutere, ma pensare che l'italia stia pagando un sessantennio di dominazione comunista, mi pare che stiamo esagerando, e molto.
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Vecchio 21-04-2008, 21.11.34   #8
VanLag
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Riferimento: L'Italia comunista? E quando mai!

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Originalmente inviato da maxim
Ora Van, dimmi tu, il venerdì pre-elettorale ho assistito all’ultimo comizio in piazza…è possibile secondo te che la sinistra arcobaleno si sia presentata sopra il palco marciando sulle note della canzone “Bella ciao” ? … che tristezza!
Il discorso sul comunismo italiano sarebbe lungo da fare. Non solo i simboli sono obsoleti ma anche tante altre cose come certe idee, ad esempio, la lotta di classe, più volte richiamata dai vari leaders. Un forza che vuole governare il paese non può proporsi come la paladina di un’unica classe. Un governo deve legiferare e provvedere alle esigenze di tutti i cittadini e non solo di una classe. Poi è inevitabile che a secondo della propria ideologia ne privilegerà alcune a sfavore di altre, ma partire già dicendo io sono dalla parte di questi o di quelli è sbagliato.
Sono, per altro, d’accordo con te di andare oltre questa contrapposizione tra comunismo e fascismo, ideologie obsolete che non dovrebbero esistere più ma quello di cui ho paura è che i fascisti non siano quel 3% che a votato l’estrema destra, ma siano ben di più, annidati tra le file dei partiti della destra.
In questo senso penso che la memoria sia importante. L’intolleranza, la violenza, le botte, le umiliazioni e l’olio, di ricino, con le quali dominava il ,fascismo, checché ne dica qualcuno, sono ancora nel subconscio degli italiani, ed è bene che la memoria rimanga ancora a lungo. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno, in questo passaggio della storia umana, è un regime illiberale.

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Originalmente inviato da Monica 3
La mia domanda è: che cosa ci impedisce di crescere?
Forse l’indulgenza verso se stessi, cioè quell’auto-assolvimento che ci porta a giustificarci sempre scaricando le colpe su altri. La catarsi, (di noi stessi), prevede che si riconoscano gli errori per salire un gradino dove ancora si riconoscono gli errori per salirne un altro. Non so se la consapevolezza, in questo caso di ciò che facciamo, sia la parola appropriata, comunque per avere quella consapevolezza non si deve sentirsi “giusti” a priori.

VanLag is offline  
Vecchio 21-04-2008, 22.07.36   #9
VanLag
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A mio avviso non è affatto un mito da sfatare.
La cultura italiana - non la sua politica, per fortuna - è rimasta imbevuta, dal sessantotto in poi, di parole d'ordine ideologiche: del visionarismo egualitarista; di un solidarismo becero incapace di riconoscere la cultura della responsabilità personale; della convinzione immanente al suo pensiero di ritenersi portatrice di un'etica superiore che guarda tutto da un ipotetico "alto" di verità e giustizia; di una sorta di spirito missionario votato al cambiamento buonista del mondo, eccetera.
Questa non l’ho capita. Per più di 2000 anni l’ideologia cristiana ci ha lavato il cervello con parole di eguaglianza, di solidarietà e di amore Da 2000 anni ci ha guardato da un ipotetico "alto" di verità e giustizia, sentendosi portatrice di un’etica superiore. Da 2000 anni ci ha de-responsalizzandoci perché tanto cosa era bene e cosa era male ce lo dicevano i preti, cioè i portavoce di Dio, e quando gli ideali di eguaglianza, di solidarietà e di amore, vengono sposati dalla sinistra diventano buonismo becero e deresponsabilizzante.

Forse se ce l’hai col buonismo e la cultura della solidarietà,devi prendertela col cristianesimo che ha plasmato la cultura occidentale e la stà plasmando, e non col socialismo o col comunismo, che sono morti ancora prima di nascere.
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Originalmente inviato da iulbrinner
In breve tutto l'establisment economico- finanziario del Paese, tutta la cultura, tutta la burocrazia, tutti gli apparati di governo, dalla polizia alla magistratura, gran parte del vecchio cattolicesimo politico divennero o si dissero di sinistra.
Questo non è vero. A votare comunista, prima della caduta del muro di Berlino, era lo stesso 30% che costituisce il nucleo duro della sinistra oggi. I transfughi sono pochi e la disciolta democrazia cristiana si è ri-materializzata nei partiti di destra ed in “forza Italia” lasciando alla sinistra i tanto disprezzati catto-comunisti che hanno sempre avuto tendenze sinistre.




P.S. Quello che intuisco, dietro alle quinte, è che il popolo che oggi aggredisce con tanta violenza la sinistra e la sua cultura è in realtà il popolo clericale che ha visto, nella sinistra un nemico ideologico che aveva i suoi stessi fini, ma senza Dio. E’ quel senza Dio che solleva tante riprovazioni. Ma Dio non è un’idea di tutti, Dio appartiene alla fede e non alla ragione, è un fatto intimo e privato e non un fatto sociale e culturale.
VanLag is offline  
Vecchio 21-04-2008, 23.24.46   #10
iulbrinner
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Originalmente inviato da fealoro
Forse in realtà la cultura era di sinistra perchè la destra nazional popolare non aveva nulla in più da dire.
Forse è così.
Ma si dà il caso che Indro Montanelli ha avuto accesso agli studi televisivi - dopo avere attraversato l'intero dopoguerra come intellettuale di punta sul "Borghese" e sul "Giornale" - solo negli anni novanta, per esserne poi defenestrato dal Cavaliere quasi subito (straordinaria alleanza di scopo).
Veneziani, tanto per fare un altro nome, è entrato nel Consiglio d'amministrazione RAI, con la lottizzazione di Berlusconi, ma non ha mai frequentato - se non che in modi singolari enumerabili su una mano sola - programmi di approfondimento politico.
Lo stesso Vespa, che certo non è un destrorso facinoroso, ha dato cronaca dei suoi problematici rapporti con la "cultura dominante" dei decenni passati, rimanendo defenestrato nel pieno della sua carriera.
A fronte di questi pochi (è verissimo) nomi autorevoli si dà un elenco di mezzobusti televisivi, che hanno fatto gli opinion makers di questo Paese per decenni, con carriere di militanza a senso unico.
Se questo è esagerare, mi chiedo in che senso: da una parte o dall'altra?
iulbrinner is offline  

 



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