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Vecchio 16-07-2011, 14.19.42   #1
Coscienza
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Data registrazione: 16-07-2011
Messaggi: 44
Paradosso della percezione psicosensoriale cosciente

Il titolo fa figo. Questo è indubbio.

Dunque, ho risolto i grandi dubbi esistenziali con un po' di internet e di consapevolezza, niente di difficile. Ma c'è un dubbio che mi assilla e che non pare molto comune, anzi. Non ho mai letto nessuno porre un problema esattamente identico a quello che sto per porre, nonostante sia di estrema importanza per una comprensione completa dell'esistenza. Certo, della coscienza si parla tanto, ma non di come la sua individualità sia incompatibile con la logica basilare. Ho usato la funzione di ricerca avanzata, e ho cercato su internet in generale.
Sembrerò prolisso, ma mi si creda, è esaustività necessaria per la comprensione del dilemma.

Si intenda con il termine coscienza il nostro "io" pensante, la nostra consapevolezza, il nostro percepire l'esistenza, il percepire i cinque sensi di un determinato individuo fisico, si intenda l'anima o lo spirito, se così piace chiamarli.
È fondamentale capire cosa voglio intendere con quest'entità, prima di proseguire: essa è rendersi conto di esistere; la persona vicino a voi vi dirà che lei si rende conto di esistere, che pensa, magari è pure solipsista, ma voi percepite soltanto i vostri pensieri e i vostri cinque sensi, non è vero? Ecco, questo vostro percepire è l'entità che io chiamo percezione, un'entità ricettiva esistenziale, in un certo senso astratta, la vera coscienza.
La questione è quella che segue.

Perchè si avverte un'unica coscienza, e questa è legata ad un cervello fra tutti?
Oppure, riformulando, perchè si avverte un'unica percezione, un'unica mente, un unico io e, perchè questo io è legato ad un cervello fra tutti, ad un punto di osservazione e di ricezione sensoriale fra tutti quelli possibili?

La risposta stolta, che non comprende il quesito, afferma: «Perchè tu sei quel determinato cervello e quindi quello avverti».
Ma la domanda indaga come sia possibile che esistano, se davvero è così, tante percezioni anzichè una soltanto, tante coscienze anzichè una, che la natura posiziona casualmente o meno in determinati cervelli.

Posto infatti che la materia è una, da essa dovrebbe generarsi una sola percezione. Elaboro. La materia, ciò che è fisico, ciò che è, è uno. Noi esseri umani possiamo distinguere in questo tutto delle cose singole, grazie alla logica. Ma il mio piede fa parte dell'Universo, è la stessa materia della formica. Se quindi da processi fisico-elettrici della materia si genera una percezione della materia, ovvero una capacità della materia di riflettere sul suo stesso essere, di accorgersi di essere, ha senso credere che tale percezione sia una. Invece pare di pensiero comune credere che le coscienze siano tante, ognuna per i vari esseri che noi con nostra logica umana abbiamo distinto. Ma benchè i cervelli siano tanti, possa contarli, possa vederli tutti, le coscienze non posso percepirle tutte: percepisco solo la mia.
Si scopre dunque un paradosso esistenziale: la coscienza dovrebbe essere una monade, una per tutti, per tutta la materia esistente, e invece io ne avverto una che è specificatamente correlata al cervello della mia persona fisica, e di conseguenza sarebbe verosimile che gli altri cervelli ne avvertano anch'essi una differente, ma ciò, di nuovo, è assurdo poichè la materia è una.
Io ho i miei ricordi. Li ho perchè sono nella memoria del mio cervello, ma li posso leggere solo perchè c'è una percezione, un'entità ricettiva esistente. È assurdo che quest'entità sia confinata e legata al mio cervello anzichè estesa all'intero universo. Per capire a fondo il problema è necessario comprendere che è proprio assurdo. Finchè sembrerà normale vorrà dire che non si è davvero colto il problema esposto.

Questa domanda trova una possibile risposta nel solipsismo, il quale afferma che tale monade è appunto quella che il filosofo individuo avverte; nel mio caso, essa sono io e io soltanto. È vero che ogni individuo può essere solipsista e può ammettere di essere lui la vera coscienza, tuttavia, anche un robot, opportunamente programmato, può ammettere di esserlo, quindi ciò non smonta l'idea che l'unica vera percezione dell'esistenza sia la mia, che l'unica percezione sia Io che scrivo.
Nonostante ciò, è comprensibile ch'io sia alla ricerca di una diversa conclusione, perchè il solipsismo appare incongruente con la realtà visibile-logica. Voglio dire, di tanto tempo, di tanto spazio, di tanti esseri, non c'è alcunchè che possa spiegare perchè l'impianto di tale percezione sia avvenuto sul mio cervello anzichè sui numerosi altri cervelli possibili. Mi viene l'idea di una percezione materica che viaggi lungo il tempo attraversando diversi cervelli come fosse vento, ma pare quasi un'idea religiosa o un film.

Un'altra risposta dice che esiste una coscienza globale e che io sono una parte di essa, e perciò avverto solo tale parte. Ma la percezione è percezione, punto. È una cosa. Esiste lo spazio, esiste il tempo, esiste la percezione esistenziale. Punto. Lo scenario di chi risponde vorrebbe invece che essa si divida in tanti piccoli pezzi, ognuno per ogni cervello. È come dire che l'universo esistente è separato in un certo numero di sotto-universi non comunicanti, in base al numero, chessò, di galassie o di ammassi di galassie. Nonsense. E anche se fosse, non c'è ragione perchè Io avverta soltanto una sottoparte della percezione globale (l'Io della frase è di comodo).

Altra risposta: «La coscienza è un'illusione». In pratica, quest'idea racconta che ogni cervello si autoconvince di essere l'unica mente pensante. Quindi saremmo tutti dei robot pensanti. Il problema è che il ragionamento funziona fintanto che si guarda l'universo dall'esterno e lo si analizza come se fosse qualcosa di separato da colui che analizza, ma non appena ci si accorge di essere l'unica "percezione percepibile" che vive tra i robot, la spiegazione va a farsi benedire, perchè si reinstaura la domanda iniziale.
Uno potrebbe dire: «Ma è proprio questa l'illusione!»; no, perchè si dimentica totalmente un elemento d'analisi, cioè la propria percezione, lo si lascia fuori mentre s'ha invece da tenerne conto per consentire un'analisi completa e corretta. Troppo facile scartare ciò che dà fastidio cambiandone la natura.

In sintesi, di seguito.
A favore della coscienza unica:
-si percepisce una sola coscienza, la propria;
-la materia è una, e da essa si deve generare una sola percezione.
Contro la coscienza unica:
-è assurdo che la percezione esistenziale universale sia legata ad un singolo cervello fra tutti;
-il solipsismo è un po' troppo fantastico, alla Matrix.
Si genera dunque un paradosso.

Diversamente da ciò che si potrebbe dire sull'universo, ovvero che esiste perchè così è, non si può affermare lo stesso per la percezione, a causa di questo paradosso.

Sulla sorgente della coscienza, per chiarire meglio: pare che la coscienza nasca da processi cerebrali e quindi può sembrare ovvio che ogni cervello abbia una singola coscienza propria la quale si è generata da esso. Dove sta dunque l'inghippo? Nel fatto che di tutte le coscienze esistenti, tu lettore, avverti soltanto quella della persona fisica [tuo nome e cognome]. Per immedesimarmi in te lettore e rendere la frase precedente più corretta, posso dire che si percepisce soltanto la coscienza della persona fisica [tuo nome e cognome].
Questa è un'inconsistenza logica, un paradosso. Si dovrebbero infatti percepire tutte le singole coscienze, seppur in qualche modo mantenendole collegate ai vari cervelli.
Si dovrebbe essere un dio che può coesistere in tutti i cervelli. Invece non è così, e ciò mi risulta inspiegabile.

Ebbene, molto probabilmente non c'è soluzione a questo paradosso esistenziale, ma mi trovo costretto verso la ricerca di una risoluzione e verso la diffusione di tale dilemma.
Coscienza is offline  
Vecchio 17-07-2011, 13.17.50   #2
Il_Dubbio
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Riferimento: Paradosso della molteplicità delle percezioni esistenziali coscienti

Ciao e benvenuto.

Io credo di aver parlato qui della coscienza più di quanto abbia parlato nella mia vita di cosa ho mangiato

Quindi penso di essere abbastanza "afferrato" nel materia, almeno se ci soffermiamo alla quantità di cose dette sulla coscienza.

Ora però aiutami a capire meglio. Tu vorresti sostituire il principio di identità con un principio di molteplicità?

Io ti faccio solo questa considerazione. Ammettiamo che Io e te siamo esattamente la stessa coscienza. Cosa cambia tra me e te? Cambia l'esperienza che ne facciamo. Ma se io facessi esattamente le tue stesse esperienze utilizzando i tuoi stessi mezzi per farle, io sarei esattamente quello che ti senti tu.
Il_Dubbio is offline  
Vecchio 17-07-2011, 23.28.57   #3
Coscienza
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Riferimento: Paradosso della molteplicità delle percezioni esistenziali coscienti

Citazione:
Originalmente inviato da Il_Dubbio
Ora però aiutami a capire meglio. Tu vorresti sostituire il principio di identità con un principio di molteplicità?
Prego? Io voglio solamente porre un quesito, lo riposto:
Citazione:
perchè si avverte un'unica percezione, un'unica mente, un unico io e, perchè questo io è legato ad un cervello fra tutti, ad un punto di osservazione e di ricezione sensoriale fra tutti quelli possibili?
La domanda mi sembra abbastanza chiara. Tutto il resto del mio post serve per chiarire cosa io intendo con percezione o coscienza e per analizzare le più comuni/probabili risposte. Ma la domanda del topic è questa, nient'altro, e non voglio sostituire, affermare, fare una teoria, eccetera, voglio porre una questione.
Se vuoi, posso argomentare ancora. In pratica, la coscienza sembra unica, una sola (pensiero solipsista), quella che percepisci tu; ma siccome il solipsismo non convince quasi nessuno, sembra comune credere che questa percezione d'essere (coscienza, "io", etc.) sia più di una, una per cervello. Eppure così non è perchè (e qua mi metto nei tuoi panni, un attimo, per farti capire) in tutto l'universo si avverte soltanto una coscienza, e tale è impiantata nel cervello della persona fisica dal nickname Il_Dubbio.
Quindi che cosa è vero? Le coscienze sono tante o sono una? In entrambi i casi la situazione è paradossale, assurda. Perchè? Vediamo.
Caso 1: le coscienze sono tante. Come mai allora in tutto l'universo si percepisce soltanto una percezione psico-sensoriale, cioè quella di [metti qua il tuo nome e cognome], fra tutte quelle possibili?
Caso 2: la coscienza è una sola. Se è così, sempre mettendomi nei tuoi panni, come mai la coscienza materica, monade universale, è situata proprio nel cervello della persona fisica [metti qua il tuo nome e cognome], e non negli altri cervelli?
È insomma una questione molto legata al solipsismo, ma che è a tutti gli effetti una domanda fondata, se la si comprende.
Spero sia chiaro ora qual è il mio dilemma. Altrimenti argomenterò ancora; magari fammi domande specifiche.

Citazione:
Ammettiamo che Io e te siamo esattamente la stessa coscienza. Cosa cambia tra me e te? Cambia l'esperienza che ne facciamo.
Ho parlato di percezione proprio per far capire meglio cosa intendevo con coscienza. Mi accorgo che forse non avrei mai dovuto usare il termine coscienza, infatti il tuo discorso sull'identità è corretto, ma non c'entra con il mio dubbio. Se io fossi nato dove sei nato tu, e avessi vissuto i medesimi eventi che hai vissuto tu, la mia coscienza sarebbe come la tua. Il problema è che stiamo parlando a livello materiale, cerebrale, stiamo analizzando noi stessi guardandoci dall'esterno come se fossimo due elementi estranei d'analisi. Effettuando un bell'esperimento creando vari cervelli cloni, io e Te concluderemmo che l'identità altro non è che memoria del cervello, formata da determinati eventi. Ma questo nulla c'entra con il mio dilemma che riguarda invece la percezione di una ed una sola, determinata coscienza.
Se dunque teniamo conto di questo, e nel mio cervello impiantassero, per ipotesi fantascentifica, la tua memoria sulla mia, io mi sveglierei la mattina con una coscienza "diversa", ma sempre con il punto d'osservazione degli occhi di [mio nome e cognome]. Altro esempio: se qualcuno leggesse con un computer il mio cervello e ne riprodurrebbe un clone identico, io, intendo con "io" la mia percezione psico-sensoriale esistenziale, rimarrei comunque collegato al mio corpo, e il cervello clone, che pur avrebbe il mio carattere, i miei ricordi, eccetera, resterebbe qualcosa che non sento mio e che vedo come estraneo.
Coscienza is offline  
Vecchio 18-07-2011, 11.01.06   #4
Il_Dubbio
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Riferimento: Paradosso della molteplicità delle percezioni esistenziali coscienti

Citazione:
Originalmente inviato da Coscienza

Ho parlato di percezione proprio per far capire meglio cosa intendevo con coscienza. Mi accorgo che forse non avrei mai dovuto usare il termine coscienza, infatti il tuo discorso sull'identità è corretto, ma non c'entra con il mio dubbio.

Va bhe, a me è difficile parlare di "coscienza" e non parlarne nello stesso tempo.

Facciamo una cosa, eliminiamo la parola coscienza e parliamo di "percezione".

Allora la percezione può avere diversi significati.
Esiste una percezione immediata ed una percezione superiore.
Nella percezione immediata, il cervello, stimolato, si appresta per la recezione, il controllo e la risposta.

Tempo fa scrissi di una ricerca fatta da alcuni scienziati. Questi operavano su uomini non vedenti. Arrivarono a sostenere che esisteva nel non vedente una "percezione" agli stimoli esterni anche in mancanza di percezione superiore (cioè in questo caso il "vedere l'ostacolo", avere coscienza dell'ostacolo). Al non vedente veniva chiesto di percorrere un corridoio. Gli scienziati però avevano posto degli ostacoli che solo un vedente avrebbe potuto accorgersi. Invece l'esperimento diede questo risultato: anche i non-vedenti riuscivano ad evitare gli ostacoli.

E' chiaro quindi, non me ne volere, che se vuoi parlare di "percezione" dovresti quanto meno spiegare a quale percezione vuoi riferirti: a quella che automaticamente si attiva nel cervello fisico, oppure alla percezione "superiore" che si attiva non si sa come e non si sa dove, ma probabilmente sempre nel cervello fisico?
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Vecchio 18-07-2011, 12.02.13   #5
Coscienza
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Riferimento: Paradosso della molteplicità delle percezioni esistenziali coscienti

Scusami, ma l'ho spiegato nel primo post...
Citazione:
Originalmente inviato da Coscienza
Si intenda con il termine coscienza il nostro "io" pensante, la nostra consapevolezza, il nostro percepire l'esistenza, il percepire i cinque sensi di un determinato individuo fisico, si intenda l'anima o lo spirito, se così piace chiamarli.
È fondamentale capire cosa voglio intendere con quest'entità, prima di proseguire: essa è rendersi conto di esistere; la persona vicino a voi vi dirà che lei si rende conto di esistere, che pensa, magari è pure solipsista, ma voi percepite soltanto i vostri pensieri e i vostri cinque sensi, non è vero? Ecco, questo vostro percepire è l'entità che io chiamo percezione, un'entità ricettiva esistenziale, in un certo senso astratta, la vera coscienza.
Non voglio essere scortese, ma ti invito a rileggere bene i miei due post (#1 e #3) prima di un'eventuale successiva risposta.
Coscienza is offline  
Vecchio 18-07-2011, 15.47.24   #6
Il_Dubbio
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Riferimento: Paradosso della molteplicità delle percezioni esistenziali coscienti

Citazione:
Originalmente inviato da Coscienza
Scusami, ma l'ho spiegato nel primo post...

Non voglio essere scortese, ma ti invito a rileggere bene i miei due post (#1 e #3) prima di un'eventuale successiva risposta.

Ok

siccome sono diventato tondo, fammi diventare quadrato

finisci questa frase:

perchè si avverte un'unica percezione, un'unica mente, un unico io e, perchè questo io è legato ad un cervello fra tutti, ad un punto di osservazione e di ricezione sensoriale fra tutti quelli possibili?

.... e non invece: ... ???

------------------------

Se la frase finisse con (la finisco io): invece di molteplici percezioni, molteplici menti, molteplici io? Questo io legato a tutti i cervelli, a tutti i punti di osservazione e di ricezione sensoriale di quelli possibili?

Mi confermi che la seconda frase è quella che tu ti aspetteresti di vivere per ritrovarti nella normalità degli eventi? Per uscire da un concetto che ritieni "assurdo"?

Se fosse quella la frase "mancante", ci spieghi perchè ti aspetti che quella sia la normalità?

Se non fosse quella, potresti gentilmente finirla tu come ti pare e piace?
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Vecchio 18-07-2011, 15.55.58   #7
Tempo2011
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Riferimento: Paradosso della molteplicità delle percezioni esistenziali coscienti

Citazione:
Coscienza
La domanda mi sembra abbastanza chiara.
Benvenuto tra noi Coscienza; ma forse la domanda sarà chiara per te che hai avuto il tempo di elaborare il quesito, ma ti assicuro che non lo è per niente. Anche perché nelle risposte fai delle affermazioni che, a mio modo di vedere, non sono esatte, ma che ora per approfondirle ci vorrebbe un mare di tempo. In ogni modo vediamo se potremmo farlo in seguito.
Per altro, per tornare al tuo quesito, una "percezione" universale già esiste, ed è quella raccontata da Jung negli archetipi, o inconscio profondo e collettivo; dove esistono percezioni che sono Universali, indipendentemente dalla razza, colore della pelle, regione o latitudine. Poi come afferma Il_Dubbio, ogni percezione è personalizzata o condizionata dalle esperienze personali che vanno a depositarsi nella memoria, la quale indica la strada per l'evoluzione di ognuno di noi.
Per il momento mi fermo qui, ma ci puoi giurare che ci risentiremo presto (Non è una minaccia).
http://www.geagea.com/32indi/32_08.htm
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Vecchio 18-07-2011, 18.35.34   #8
Sirviu
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Riferimento: Paradosso della molteplicità delle percezioni esistenziali coscienti

Citazione:
Originalmente inviato da Coscienza
Il titolo fa figo. Questo è indubbio.

Dunque, ho risolto i grandi dubbi esistenziali con un po' di internet e di consapevolezza, niente di difficile.
Beato te che hai risolto così semplicemente ...
Citazione:
Originalmente inviato da Coscienza
Ma c'è un dubbio che mi assilla e che non pare molto comune, anzi. Non ho mai letto nessuno porre un problema esattamente identico a quello che sto per porre, nonostante sia di estrema importanza per una comprensione completa dell'esistenza. Certo, della coscienza si parla tanto, ma non di come la sua individualità sia incompatibile con la logica basilare. Ho usato la funzione di ricerca avanzata, e ho cercato su internet in generale.
Sembrerò prolisso, ma mi si creda, è esaustività necessaria per la comprensione del dilemma.

Si intenda con il termine coscienza il nostro "io" pensante, la nostra consapevolezza, il nostro percepire l'esistenza, il percepire i cinque sensi di un determinato individuo fisico, si intenda l'anima o lo spirito, se così piace chiamarli.
È fondamentale capire cosa voglio intendere con quest'entità, prima di proseguire: essa è rendersi conto di esistere; la persona vicino a voi vi dirà che lei si rende conto di esistere, che pensa, magari è pure solipsista, ma voi percepite soltanto i vostri pensieri e i vostri cinque sensi, non è vero? Ecco, questo vostro percepire è l'entità che io chiamo percezione, un'entità ricettiva esistenziale, in un certo senso astratta, la vera coscienza.
La questione è quella che segue.

Perchè si avverte un'unica coscienza, e questa è legata ad un cervello fra tutti?
Oppure, riformulando, perchè si avverte un'unica percezione, un'unica mente, un unico io e, perchè questo io è legato ad un cervello fra tutti, ad un punto di osservazione e di ricezione sensoriale fra tutti quelli possibili?
C'è una disciplina che si chiama neuroteologia, dove si sono fatte indagini approfondite (con tanto di Tac e Fmri) per studiare i cambiamenti che provocano gli stati mistici o estatici che dir si voglia sulle componenti del nostro cervello. E' stata individuata nel lobo parietale destro la zona critica che comporterebbe la localizzazione spaziale del nostro io, sembra anche la stessa percezione del sé. L'attività di questa zona sembra ridursi di molto nel corso di quelle esperienze, portando alla sensazione di una coscienza cosmica. Questo potrebbe essere un primo indizio, ma è chiaro che il tuo quesito non può essere risolto con google, comporta certamente una ricerca di carattere spirituale che non necessariamente può trovare riscontri scientifici, ma è soggetta per buona parte alla libera interpretazione personale.
Citazione:
Originalmente inviato da Coscienza
Posto infatti che la materia è una, da essa dovrebbe generarsi una sola percezione. Elaboro. La materia, ciò che è fisico, ciò che è, è uno.
Questa è un'interpretazione della realtà, non puoi certo dimostrarlo.
Ma si avvicina a certa mistica soprattutto orientale.
Citazione:
Originalmente inviato da Coscienza
Noi esseri umani possiamo distinguere in questo tutto delle cose singole, grazie alla logica. Ma il mio piede fa parte dell'Universo, è la stessa materia della formica. Se quindi da processi fisico-elettrici della materia si genera una percezione della materia, ovvero una capacità della materia di riflettere sul suo stesso essere, di accorgersi di essere, ha senso credere che tale percezione sia una. Invece pare di pensiero comune credere che le coscienze siano tante, ognuna per i vari esseri che noi con nostra logica umana abbiamo distinto. Ma benchè i cervelli siano tanti, possa contarli, possa vederli tutti, le coscienze non posso percepirle tutte: percepisco solo la mia.
Perciò non puoi dimostrare che ci sia una percezione cosmica, dovresti prima esperirla, poi cercare di dimostrarlo agli altri.
Citazione:
Originalmente inviato da Coscienza
Si scopre dunque un paradosso esistenziale: la coscienza dovrebbe essere una monade, una per tutti, per tutta la materia esistente
Questa presunzione è del tutto arbitraria: come puoi dimostrare che dovrebbe essere così ?

Citazione:
Originalmente inviato da Coscienza
Io ho i miei ricordi. Li ho perchè sono nella memoria del mio cervello, ma li posso leggere solo perchè c'è una percezione, un'entità ricettiva esistente. È assurdo che quest'entità sia confinata e legata al mio cervello anzichè estesa all'intero universo. Per capire a fondo il problema è necessario comprendere che è proprio assurdo. Finchè sembrerà normale vorrà dire che non si è davvero colto il problema esposto.
Non potrebbe essere più semplicemente un tuo desiderio ?
Citazione:
Originalmente inviato da Coscienza
Questa domanda trova una possibile risposta nel solipsismo, il quale afferma che tale monade è appunto quella che il filosofo individuo avverte; nel mio caso, essa sono io e io soltanto. È vero che ogni individuo può essere solipsista e può ammettere di essere lui la vera coscienza, tuttavia, anche un robot, opportunamente programmato, può ammettere di esserlo, quindi ciò non smonta l'idea che l'unica vera percezione dell'esistenza sia la mia, che l'unica percezione sia Io che scrivo.
Nonostante ciò, è comprensibile ch'io sia alla ricerca di una diversa conclusione, perchè il solipsismo appare incongruente con la realtà visibile-logica.
Il contrario dell'unica coscienza universale non è il solipsismo, anzi, i due concetti sono simili.
Citazione:
Originalmente inviato da Coscienza
Voglio dire, di tanto tempo, di tanto spazio, di tanti esseri, non c'è alcunchè che possa spiegare perchè l'impianto di tale percezione sia avvenuto sul mio cervello anzichè sui numerosi altri cervelli possibili. Mi viene l'idea di una percezione materica che viaggi lungo il tempo attraversando diversi cervelli come fosse vento, ma pare quasi un'idea religiosa o un film.
Certamente per ora non è con la logica che potrai darti una risposta.
Citazione:
Originalmente inviato da Coscienza
Un'altra risposta dice che esiste una coscienza globale e che io sono una parte di essa, e perciò avverto solo tale parte. Ma la percezione è percezione, punto. È una cosa. Esiste lo spazio, esiste il tempo, esiste la percezione esistenziale. Punto. Lo scenario di chi risponde vorrebbe invece che essa si divida in tanti piccoli pezzi, ognuno per ogni cervello. È come dire che l'universo esistente è separato in un certo numero di sotto-universi non comunicanti, in base al numero, chessò, di galassie o di ammassi di galassie. Nonsense. E anche se fosse, non c'è ragione perchè Io avverta soltanto una sottoparte della percezione globale (l'Io della frase è di comodo).
Questa affermazione esprime sostanzialmente un tuo disagio.
Ma quale sarebbe invece la ragione dell'opposto ?
Citazione:
Originalmente inviato da Coscienza
Altra risposta: «La coscienza è un'illusione». In pratica, quest'idea racconta che ogni cervello si autoconvince di essere l'unica mente pensante. Quindi saremmo tutti dei robot pensanti. Il problema è che il ragionamento funziona fintanto che si guarda l'universo dall'esterno e lo si analizza come se fosse qualcosa di separato da colui che analizza, ma non appena ci si accorge di essere l'unica "percezione percepibile" che vive tra i robot, la spiegazione va a farsi benedire, perchè si reinstaura la domanda iniziale.
Uno potrebbe dire: «Ma è proprio questa l'illusione!»; no, perchè si dimentica totalmente un elemento d'analisi, cioè la propria percezione, lo si lascia fuori mentre s'ha invece da tenerne conto per consentire un'analisi completa e corretta. Troppo facile scartare ciò che dà fastidio cambiandone la natura.
Nelle filosofie/religioni orientali ricorre il concetto di Io come illusione. Potresti provare ad approfondire.
E questo topic merita di andare avanti.
Sirviu is offline  
Vecchio 18-07-2011, 19.32.21   #9
Coscienza
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Messaggi: 44
Riferimento: Paradosso della molteplicità delle percezioni esistenziali coscienti

Dunque rispondo a Il_Dubbio, che per capire bene la mia domanda voleva una sorta di continuazione di essa, per consentire una completa comprensione:
Citazione:
Originalmente inviato da Il_Dubbio
finisci questa frase:
[...]
.... e non invece: ... ???
E non invece tale coscienza (sempre una) ma NON legata ad UNO ed un solo cervello, legata invece a tutta la materia.

Lascia stare il titolo del topic che ho già chiesto ai mod di cambiarlo, il discorso della molteplicità è un altro, e cioè che è comune credere che tutti abbiamo una coscienza, ma il solipsismo suggerisce invece il contrario, e quindi non so a cosa credere. Ma la fine della frase (che ti interessava capire) è questa che ti ho detto, ovvero: per uscire dall'assurdo, a mio avviso, questa percezione che avverto ora, e che è legata al cervello di [mio nome e cognome], dovrebbe essere invece legata a tutta la materia. Quello che trovo assurdo è infatti che essa (che è l'unica cosa che percepisco nell'universo) sia legata ad un preciso e singolo cervello, quello della persona fisica [mio nome e cognome].

Citazione:
Originalmente inviato da Tempo2011
forse la domanda sarà chiara per te che hai avuto il tempo di elaborare il quesito, ma ti assicuro che non lo è per niente.
Sì, ma in fin dei conti so bene che è una cosa difficile da capire, ci ho messo due ore di chat, una nottata, tempo fa, per far capire questo concetto a un mio amico; speriamo che nel corso del post si faccia chiarezza.
Anche se sinceramente mi sembra strano che chi pensa tanto nel corso della sua vita (come me appunto) gli sembri normale la mattina svegliarsi e vedere il mondo dai suoi occhi: questo dovrebbe sembrare normale a una persona comune ma non a un grande pensatore, che dovrebbe cogliere l'assurdo di questa unicità di punto di osservazione tra tutti quelli disponibili (cervelli)...

Il link che hai postato non c'entra con ciò che dico perchè parla d'altro e non tiene conto del sè: parla della coscienza come parlare di un motore di una macchina, non tiene conto dei problemi solipsisti.

Citazione:
Originalmente inviato da Sirviu
Beato te che hai risolto così semplicemente ...
Poi in caso apro un topic a riguardo, ma tanto le risposte non soddisferebbero la maggior parte delle persone.

Parli della localizzazione nel cervello del nostro "io". Lo so che si stanno facendo ricerche su questo, ma il "problema solipsista" che pongo individua una percezione di questo "io" che è unica, nonostante ci siano molti cervelli con quella locazione del cervello presupposta a contenere tale "io".

Citazione:
Questa è un'interpretazione della realtà, non puoi certo dimostrarlo.
E quotando questo quoto anche ciò che dici dopo. Indubbiamente è vero quanto dici, ma non porterebbe a contraddizioni, una tale idea. Invece la coscienza come la percepisco ora, è qualcosa che porta a un paradosso, il quale ho spiegato nel primo post.
Per questo, il mio dire che "avrebbe più senso che la realtà fosse così", è per dire in che modo io credo che non ci sarebbe una contraddizione. Che la realtà non è così lo sappiamo già. È per far capire meglio quello che io considero qualcosa di assurdo e che sto cercando di spiegarvi. Ovvero che avverto soltanto i pensieri di un singolo cervello in tutto l'universo, tra tutti i cervelli possibili.
Coscienza is offline  
Vecchio 19-07-2011, 08.02.08   #10
Sirviu
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Riferimento: Paradosso della molteplicità delle percezioni esistenziali coscienti

Citazione:
Originalmente inviato da Coscienza
È per far capire meglio quello che io considero qualcosa di assurdo e che sto cercando di spiegarvi. Ovvero che avverto soltanto i pensieri di un singolo cervello in tutto l'universo, tra tutti i cervelli possibili.
Scusa se banalizzo: hai mai avuto una fidanzata ?
Sirviu is offline  

 



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