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 Riflessioni sul Senso della Vita - Commenti sugli articoli della omonima rubrica presente su WWW.RIFLESSIONI.IT - Indice articoli rubrica


Vecchio 02-04-2010, 15.33.23   #1
antonio38
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Il senso della vita universale comprensivo di tutta la specie vivente.

Ho sempre pensato che dovesse esistere un senso della vita che riguardi tutta la specie vivente, tanto naturale da far parte della natura.
Osservando la specie vivente, le persone, gli animali, le piante, si può notare la predisposizione all’attaccamento della vita, nel senso di proteggerla e se possibile allungarla, ma anche il desiderio della procreazione, anche in situazioni estreme, si raggiungono livelli nei quali la propria vita è messa a rischio per salvare la nuova vita.
Un esempio molto significativo lo vedo ogni anno in estate, nel mio orto le piante di cetrioli, nella buona stagione crescono rigogliose, quando arriva la siccità, le foglie incominciano ad appassire poi si seccano ma il frutto anche se non è molto grosso è straordinariamente fresco pieno di acqua, se la pianta usasse quella acqua potrebbe sopravvivere più a lungo invece la pianta porta alla maturazione il frutto e poi muore dalla siccità.
Come si può non pensare in questo caso al senso della vita?
Mi chiedo perché in (questo caso)la pianta arriva a tanto?
Quì non si tratta di ideologie, di religioni, od un senso della vita personale.
Nelle interviste di Ivo Nardi Riflessioni sul Senso della Vita, non trovo risposte in questo senso, ma soltanto personali, possibile non ci sia una teoria più completa?
Grazie Antonio38
antonio38 is offline  
Vecchio 08-04-2010, 20.13.38   #2
lightly
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Riferimento: Il senso della vita universale comprensivo di tutta la specie vivente.

Sul senso della vita, una teoria dimostrabile e verificabile, quindi, riconosciuta da tutti, è impensabile.
Sia gli animali che le piante portano un sè un dettagliato programma di vita che, in un habitat a loro congeniale, eseguono e portano a termine.
Per l'Essere Umano è diverso, non ha un programma da seguire, al più un progetto appena abbozzato da definire e realizzare. In questo percorso di realizzazione ciascuno trova, se vuole e se può, il senso della propria vita.
lightly is offline  
Vecchio 10-04-2010, 16.47.56   #3
antonio38
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Riferimento: Il senso della vita universale comprensivo di tutta la specie vivente.

Citazione:
Originalmente inviato da lightly
Sul senso della vita, una teoria dimostrabile e verificabile, quindi, riconosciuta da tutti, è impensabile.
Sia gli animali che le piante portano un sè un dettagliato programma di vita che, in un habitat a loro congeniale, eseguono e portano a termine.
Per l'Essere Umano è diverso, non ha un programma da seguire, al più un progetto appena abbozzato da definire e realizzare. In questo percorso di realizzazione ciascuno trova, se vuole e se può, il senso della propria vita.

Un esempio: a costo di danneggiare i suoi simili, lo spirito di sopravvivenza
vale tanto per le piante quanto per gli animali e l'intelligente uomo.
antonio38 is offline  
Vecchio 10-04-2010, 20.38.44   #4
ulysse
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Riferimento: Il senso della vita universale comprensivo di tutta la specie vivente.

Citazione:
Originalmente inviato da antonio38
Ho sempre pensato che dovesse esistere un senso della vita che riguardi tutta la specie vivente, tanto naturale da far parte della natura.

Se escludiamo il riferimento teista resta che il senso base (naturale) della vita estensibile a tutte le specie viventi, dal protobatterio fino alle specie cosidette superiori, come potrebbero essere i primati e l'uomo stesso, è dato dall'anelito alla riproduzione.
E' questa l'unica forma di immortalità che conosciamo: lo spettacolo deve continuare...è così che i nostri geni si perpetuano....per lo meno così sembra se vogliamo prendere come filtro di interpretazione la teoria di Darwin...(EVO-DEVO)

Citazione:
Osservando le specie viventi, le persone, gli animali, le piante, si può notare la predisposizione all’attaccamento della vita, nel senso di proteggerla e se possibile allungarla, ma anche il desiderio della procreazione, anche in situazioni estreme, si raggiungono livelli nei quali la propria vita è messa a rischio per salvare la nuova vita.

Vale per tuti i viventi, per le specie, e, nel loro ambito, per gli ndividui: chi non ha attaccamento alla vita non sopravvive, chi non si riproduce condanna a morte i propri geni e se la cosa si estende a tutta la specie è la fine...non sono sopravissute fino a oggi quelle specie (rami secchi) che non hanno saputo o potuto trasmetere i propri geni...per le cause piu' diparate: fame, freddo, siccità, troppo affollamento..mancanza di affollmento, inquinamento, tipo di cultura, pestilenze, meteoriti, ecc...
Si è così formato (per successivi tentativi e approssimazioni dell'RNA) l'istinto di sopravvivenza tasmesso dai geni, non solo dell'individuo, ma della specie intera: ovviamente non possiamo oggi trovare i discendenti di chi non ha aderito a questa regola.

Citazione:
Un esempio molto significativo lo vedo ogni anno in estate, nel mio orto le piante di cetrioli, nella buona stagione crescono rigogliose, quando arriva la siccità, le foglie incominciano ad appassire poi si seccano ma il frutto anche se non è molto grosso è straordinariamente fresco pieno di acqua, se la pianta usasse quella acqua potrebbe sopravvivere più a lungo invece la pianta porta alla maturazione il frutto e poi muore dalla siccità.

Mi pare semplice: il DNA della pianta è programmato per riprodursi... perpetuarsi! le foglie possono seccare...non servono alla riproduzione, ma il frutto serve: contiene i semi, e la polpa serve per far superare al seme il periodo di siccità, nutrirlo anche... nel frattempo.
Le eventuali piante o specie con DNA privo di questo programma, sono scomparse nel giro di una generazione o due: alla prima siccità ...bluff!!
Sono rimaste quelle specie il cui DNA, fra le tante possibilità, tale informazione ce l'aveva...tanto che oggi mangiamo cetrioli pur col sacrificio di tante piante, o tentativi di piante, prive del programma adatto...

E' presumibile d'altra parte che il gene dotato della informazione del sopavvivere sia fra i piu' antichi...già presente nei primissimi esseri unicellulari assieme con l'informazione di scambio di una qualche forma di energia con l'esterno...al sorgere della vita.
La regola vale per tutti i viventi ...anche per l'uomo..che pur libero di decidere in qualche modo, sente la necessità di riprodursi...in particolare, nella donna l'istinto materno è vivo pur con le molte possibiltà odierne di dominarlo o di aggirarlo.

Citazione:
Come si può non pensare in questo caso al senso della vita?
Mi chiedo perché in (questo caso) la pianta arriva a tanto?
Quì non si tratta di ideologie, di religioni, od un senso della vita personale.

MI scuso delle incompletezze...per integrare e correggere si può' cercare EVO-DEVO in intenet.
Comunque quanto ho cercato di spiegare si riferisce naturalmente ad un senso della vita primordiale (condizione essenziale per l'esistenza) presente in tutti i viventi, proprio prchè sono viventi, ache se privi di una qualunque capacià cosciente: soprattutto ho voluto dare senso al caso del cetriolo di Antonio.

Certo piu' elevto e complesso è il senso della vita delle specie che via via si avvicinano alla cosciensza con la sempre maggior libertà dagli istinti...ma l'istinto basilare della sopravvienza della specie, oltre il singolo individuo, resta anche se spesso inconscio o sottovalutato...Se l'istinto fosse, in noi umani sopraffatto da ideologie antivita...sarebbe la fine.
Ad es, potrebbe avere la sua origine in questo istinto la forte contrarietà delle chiese alle pratiche abortive o di eutanasia.

Citazione:
Nelle interviste di Ivo Nardi, non trovo risposte in questo senso, ma soltanto personali, possibile non ci sia una teoria più completa?
Grazie Antonio38

Credo che il funzionamento della teoria dell'EVO-DEVO originata da Darwin sia oramai generalmene riconsciuto nell'ambito scientifco.
Certo che permane la discotinuità del come sia avvenuto il passaggio dalla materia inerte alla vita o come sia che l'informazioe è diventata materia: le ipotesi e gli esperimenti si accavallano nei laboratori e nelle università... prima o poi la scienza ci arriverà.
ulysse is offline  
Vecchio 10-04-2010, 20.59.52   #5
lightly
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Riferimento: Il senso della vita universale comprensivo di tutta la specie vivente.

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Originalmente inviato da antonio38
Un esempio: a costo di danneggiare i suoi simili, lo spirito di sopravvivenza
vale tanto per le piante quanto per gli animali e l'intelligente uomo.



Il senso della vita va ricercato nel "sentire" la consapevolezza di esistere per un fine, per uno scopo.
Lo spirito di sopravvivenza fa parte della "sfera" istintuale e non della coscienza.
lightly is offline  
Vecchio 12-04-2010, 17.47.43   #6
antonio38
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Riferimento: Il senso della vita universale comprensivo di tutta la specie vivente.

Citazione:
Originalmente inviato da lightly
Il senso della vita va ricercato nel "sentire" la consapevolezza di esistere per un fine, per uno scopo.
Lo spirito di sopravvivenza fa parte della "sfera" istintuale e non della coscienza.

Possiamo dire che il senso della vita si riscontra nello spirito di sopravvivenza?
Questo posso dire ad un depresso che ha perso tutti i valori compreso lo spirito di sopravvivenza?
antonio38 is offline  
Vecchio 12-04-2010, 18.01.39   #7
antonio38
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Riferimento: Il senso della vita universale comprensivo di tutta la specie vivente.

ULISSE, concordo con la formazione della vita, mi sfugge quale è il senso, perchè siamo quì?
Siamo figli del caso come dice Darvin?
Siamo stati creati come dicono altri?
Non dobbiamo preoccuparcene come dicono altri ancora?
So anche io che la vita è quello che è, ma avrà pure un senso logico come anno tutte le cose.
antonio38 is offline  
Vecchio 12-04-2010, 20.55.56   #8
ulysse
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Originalmente inviato da antonio38
ULISSE, concordo con la formazione della vita, mi sfugge quale è il senso, perchè siamo quì?
Siamo figli del caso come dice Darvin?
Siamo stati creati come dicono altri?
Non dobbiamo preoccuparcene come dicono altri ancora?
So anche io che la vita è quello che è, ma avrà pure un senso logico come anno tutte le cose.

In realtà non tutto ha un senso logico...e tanto meno lo hanno le religioni come i piu' sembrano credere: le religioni non spiegano i disatri crudeli (illogici a fronte della presunta bontà del dio) che il creatore ci infliggerebbe se non con il premio ultraterreno.....

Chi persegue una qualche religione o filosofia teista puo' comunque (se la logica glielo permette) trovare senso e intrepretazione delle cose in tale filosofia...puo' essere una fede, ma niente è dimostrato...dimostrato, intendo, nel senso della scienza moderna che prescinde da un qualche scopo superiore ed i cui perchè si fermano al come: quale causa abbia prodotto un certo effetto....indietro e sempre piu' indietro fino all'origine: cosa o chi ha causato l'universo...o i multiversi? .

La stessa teoria evoluzionista (EVO-DEVO) pur studiando il come, prescinde dal perchè sia sorta la vita e si sia evolutà fino a noi. Ma non che noi ne siamo lo scopo: l'evolversi della vita non ha scopo se non quello di protarne il piu' a lungo possibile la fine pur con una qualità sostenibile.

Ogni essere vive al livello delle possibilità che l'ambiente gli concede...se pur gli concede...non al massimo, ma per il necessario e sufficiente... L'evoluzione, non avendo scopi a lungo termine non ha strategie che vadano oltre l'esserci, non tanto dell'individuo quanto della specie.

Per gli umani, come esseri pensanti e coscienti della propria coscienza, il senso della vita puo' essere esplicato nell'autorealizzarsi nel proprio ambiente... soprattutto sociale: ci possiamo interrogare su cosa cerchiamo per la nostra vita, per la soddisfazione fisica e spirituale e perseguire alti ideali...non necessariamente religiosi: molto dipende dalla società e cultura in cui viviamo...da cui riceviamo i così detti "valori" che possiamo accettare o ad essi opporci...oppure possiamo aspirare al cambiamento,al riformismo...che sembra essere oggi molto ambito, ecc...

Forse non ti ho dato tutte le risposte....ma se ne puo' parlare ancora e spero che anche altri interverranno.
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Vecchio 12-04-2010, 22.00.04   #9
lightly
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Originalmente inviato da antonio38
Possiamo dire che il senso della vita si riscontra nello spirito di sopravvivenza?
Questo posso dire ad un depresso che ha perso tutti i valori compreso lo spirito di sopravvivenza?

Nel caso del depresso il senso della vita è offuscato da sentimenti negativi di vario genere; come per esempio il senso del fallimento della propria vita che determina mancanza di autostima, autocommiserazione, difficoltà nelle relazioni, assenza di interesse per sè e per gli altri..
Se la depressione è reattiva e non patologica, sperimentare che c'è un Qualcuno a cui sta a cuore la nostra vita, può rivelarsi un buon incentivo per ritrovare lo spirito di sopravvivenza.
Queste mie affermazioni non vogliono sminuire o banalizzare le difficoltà della condizione della persona depressa, ma, soffermandomi sulla sua visione del senso della vita, slitterei su altri temi.....
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Vecchio 13-04-2010, 20.27.10   #10
ulysse
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Originalmente inviato da antonio38
Possiamo dire che il senso della vita si riscontra nello spirito di sopravvivenza?
Questo posso dire ad un depresso che ha perso tutti i valori compreso lo spirito di sopravvivenza?

Come già ho cercato di esprimere nel mio precedente post, se per senso della vita intendiamo il perseguire valori e supporti che trascendono il nostro esserci dalla nascita alla morte, allora siamo messi male: difficile, se non improbabile, che Qualcuno pensi a noi...che ci dia un senso...se non nella nostra illusione.

Non abdicherei quindi alla mia umanità ricorrendo alla assitenza del "Qualcuno" dall'empireo.

In effetti, non possiamo trovare conforto se non nel vivere una vita decente rispettosi della nostra e altrui dignità, nel persegumento della felicità e contribuendo per il possibile alla prosecuzione della specie e della cultura: sembra infatti che gli umani siano gli unici fra i colleghi animali ad essere desiderosi del sapere...ma anche qui non illudiamoci: la mia gatta è parecchio curiosa!
Soprattutto impegnarsi e contribuire all'essere uomini consapevoli di sè, coinvolti e partecipi della società ... empatici verso il prossimo...in qualche modo convinti e fiduciosi che ce la caveremo.
Credo comunque sia difficile, nella cultura del nostro individualismo oramai smaliziato e furbesco, trovare un senso del vivere alieno dalla retorica come ad esempio: .......a egregie cose i forti animi accendono l'urne de forti...o Pindemonte..

Cosa dire ad un depresso"?....come confortarlo?
direi che il meglio è indirizzarlo ad uno stizzacervelli...non ad un santone ovviamente. Per il resto fargli sentire l suo valore come persona fra gente che gli vuole bene.
ciao

Ultima modifica di ulysse : 14-04-2010 alle ore 12.54.24.
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