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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 11-11-2014, 20.05.45   #91
maral
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Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana

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Originalmente inviato da green&grey pocket
no! l'ente è originario, non l'ente di tutti gli enti.
E certo, di ogni singolo ente, ogni singolo ente è originario, compreso quel particolare ente che è l'ente di tutti gli enti ed è quindi uno degli enti.

Citazione:
Cioè il PNDC dell'originario è assurdo rispetto al PNDC degli enti.
La contraddizone di ogni originario in quanto tale, (dunque di ogni ente) è il niente e il PNDC dice che ogni ente non è niente, ossia non è contraddizione anche se solo a mezzo della contraddizione (a mezzo del suo continuo togliersi) può apparire. L'ente di tutti gli enti è in questo senso un ente particolare perché il toglimento della sua contraddizione può solo farlo apparire rispetto al niente, ossia rispetto alla contraddizione assoluta. Ma apparire rispetto al niente (al suo negativo) implica il suo non apparire, dunque l'ente di tutti gli enti può solo apparire come non essere nessuno degli enti particolari che via via bengono ad apparire, pur comprendendoli tutti. Quindi nel non essere pluralità del molteplice, ma l'unità della molteplice che continuamente si viene dispiegando.

SinceroPan, guarda che però la logica hegeliana non assume la contraddizione come vera, L'altro da me veramente mi contraddice poiché dice ciò che io non sono e proprio in quanto dice ciò che io non sono mi determina per ciò che sono (la verità dell'ente è detta dal presentarsi del falso negato). A mezzo del loro contrraddirmi tutti gli infiniti altri mostrano pertanto ciò che veramente sono. Io sono la sintesi di ciò che mi contaddice in antitesi, per cui ciò che veramente sono è la totalità unitaria delle negazioni alle contraddizioni che continuamente mi si presentano.
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Vecchio 14-11-2014, 23.30.24   #92
green&grey pocket
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Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana

[quote=maral]E certo, di ogni singolo ente, ogni singolo ente è originario, compreso quel particolare ente che è l'ente di tutti gli enti ed è quindi uno degli enti.


La contraddizone di ogni originario in quanto tale, (dunque di ogni ente) è il niente e il PNDC dice che ogni ente non è niente, ossia non è contraddizione anche se solo a mezzo della contraddizione (a mezzo del suo continuo togliersi) può apparire. L'ente di tutti gli enti è in questo senso un ente particolare perché il toglimento della sua contraddizione può solo farlo apparire rispetto al niente, ossia rispetto alla contraddizione assoluta. Ma apparire rispetto al niente (al suo negativo) implica il suo non apparire, dunque l'ente di tutti gli enti può solo apparire come non essere nessuno degli enti particolari che via via bengono ad apparire, pur comprendendoli tutti. Quindi nel non essere pluralità del molteplice, ma l'unità della molteplice che continuamente si viene dispiegando.[quote=maral]

Se è un essere come gli altri perchè deve apparire come l'essere di tutti gli esseri?
Viceversa se non appare come l'essere di tutti gli altri non dovremmo convenire che non è un essere come tutti gli altri?
E quindi la terribile domanda di fondo resta.
Vi è una co-appertenenza originaria esattamente nel senso Heidegeriano no? Dunque rimane la terribilità del PNDC applicato al terzo (appunto a quel fondamentale apririsi al mondo dell'ente, il Lichtung).
Non so se ce la caviamo con un sistema formale, mantenendo il significato corrispettivo.
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Vecchio 16-11-2014, 00.24.43   #93
and1972rea
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Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana

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Originalmente inviato da maral
E certo, di ogni singolo ente, ogni singolo ente è originario, compreso quel particolare ente che è l'ente di tutti gli enti ed è quindi uno degli enti.


La contraddizone di ogni originario in quanto tale, (dunque di ogni ente) è il niente e il PNDC dice che ogni ente non è niente, ossia non è contraddizione anche se solo a mezzo della contraddizione (a mezzo del suo continuo togliersi) può apparire. L'ente di tutti gli enti è in questo senso un ente particolare perché il toglimento della sua contraddizione può solo farlo apparire rispetto al niente, ossia rispetto alla contraddizione assoluta. Ma apparire rispetto al niente (al suo negativo) implica il suo non apparire, dunque l'ente di tutti gli enti può solo apparire come non essere nessuno degli enti particolari che via via bengono ad apparire, pur comprendendoli tutti. Quindi nel non essere pluralità del molteplice, ma l'unità della molteplice che continuamente si viene dispiegando.

SinceroPan, guarda che però la logica hegeliana non assume la contraddizione come vera, L'altro da me veramente mi contraddice poiché dice ciò che io non sono e proprio in quanto dice ciò che io non sono mi determina per ciò che sono (la verità dell'ente è detta dal presentarsi del falso negato). A mezzo del loro contrraddirmi tutti gli infiniti altri mostrano pertanto ciò che veramente sono. Io sono la sintesi di ciò che mi contaddice in antitesi, per cui ciò che veramente sono è la totalità unitaria delle negazioni alle contraddizioni che continuamente mi si presentano.
Nel merito di queste considerazioni sulla non contraddizione fra unicità e molteplicità è interessante notare che anche le nostre osservazioni sui fenomeni naturali ci confermano che un principio non esclude l'altro; un sistema entangled che nasce dall'unitarietà di un singolo ente si esprime attraverso la molteplicità di almeno due enti, l'unità del singolo ente si può , cioè, osservare solo attraverso la sua molteplicità. Un ente di questo tipo non può definirsi come un sistema composito in cui la totalità è riducibile alla somma risultante delle parti che lo compongono, un ente entangled è una singola entità osservabile soltanto attraverso la forma plurale che lo esprime, nella quale ogni osservabile non è relazionato all'altro da un rapporto di causalità, ma ogni osservabile è semplicemente sempre tutto e solo lo stesso ente e mai solo una parte di esso. Il legame fra un dato osservabile ed un altro non passa per una causa ed un effetto, ma per una sorta di sincronicita' che solo l'unitarietà di quell'ente può garantire.
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Vecchio 16-11-2014, 10.33.35   #94
nikelise
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Riferimento: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana

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Originalmente inviato da and1972rea
Nel merito di queste considerazioni sulla non contraddizione fra unicità e molteplicità è interessante notare che anche le nostre osservazioni sui fenomeni naturali ci confermano che un principio non esclude l'altro; un sistema entangled che nasce dall'unitarietà di un singolo ente si esprime attraverso la molteplicità di almeno due enti, l'unità del singolo ente si può , cioè, osservare solo attraverso la sua molteplicità. Un ente di questo tipo non può definirsi come un sistema composito in cui la totalità è riducibile alla somma risultante delle parti che lo compongono, un ente entangled è una singola entità osservabile soltanto attraverso la forma plurale che lo esprime, nella quale ogni osservabile non è relazionato all'altro da un rapporto di causalità, ma ogni osservabile è semplicemente sempre tutto e solo lo stesso ente e mai solo una parte di esso. Il legame fra un dato osservabile ed un altro non passa per una causa ed un effetto, ma per una sorta di sincronicita' che solo l'unitarietà di quell'ente può garantire.
Scusami puoi spiegarmi cos'è un sistema entangled? Ho visto sul dizionario cosa significa l'aggettivo ma credo che nel contesto del tuo discorso possa avere altri significati . A perte il fatto che si tratta di altra lingua che non padroneggiamo a fondo come la nostra (a volte neppure la nostra ) ma abbiamo una lingua cosi ricca che e' un peccato usarne una piu' semplice ma non per questo piu' chiara . Almeno per noi ....me . Altra cosa : potresti spiegarmi perché un ente e' legato ad un altro ma allo stesso tempo distinto ( questo credo volessi dire aktrimenti correggimi pure ) per ' una sorta di sincronicità' ' e non per causa ed effetto , nel confronto reale o mentale tra i due enti ? Grazie .
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Vecchio 16-11-2014, 17.11.49   #95
and1972rea
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Scusami puoi spiegarmi cos'è un sistema entangled? Ho visto sul dizionario cosa significa l'aggettivo ma credo che nel contesto del tuo discorso possa avere altri significati . A perte il fatto che si tratta di altra lingua che non padroneggiamo a fondo come la nostra (a volte neppure la nostra ) ma abbiamo una lingua cosi ricca che e' un peccato usarne una piu' semplice ma non per questo piu' chiara . Almeno per noi ....me . Altra cosa : potresti spiegarmi perché un ente e' legato ad un altro ma allo stesso tempo distinto ( questo credo volessi dire aktrimenti correggimi pure ) per ' una sorta di sincronicità' ' e non per causa ed effetto , nel confronto reale o mentale tra i due enti ? Grazie .
Il termine entangled , in realtà, è , per così dire, un "neolatinismo", contiene la parola "tango", ed esprime molto intuitivamente il comportamento di alcuni fenomeni naturali osservati dall'uomo nell'ultimo secolo; vi sono , per esempio, a livello di grandezza atomico , subatomico o addirittura fotonico, sistemi di due particelle le quali, a prescindere dallo spazio che le separa, si comportano come se fossero unite intimamente da una tale sincronicita' da farle somigliare a due ballerini abbracciati in un tango, l'una cambia il proprio stato nello stesso istante in cui quello stato muta nell'altra, un po' come accade fra due individui in uno stormo di uccelli o in un banco di sardine, ma mentre in questi ultimi non è provato che l'informazione si propaga oltre la velocità luminale, a livello microscopico si è osservato che questo passaggio di informazione è istantaneo, quasi che la coppia di ballerini formasse un unicum a prescindere dal luogo in cui ciascuno di essi sta ballando. Un modo per comprendere questo fenomeno credo sia di immaginare la coppia di ballerini come una sola singola entità che si esprime attraverso la pluralità spaziale di ciò che viene osservato, la sincronicita' non passa attraverso lo spazio , ma attraverso una sorta di vuoto che alcuni chiamano quantistico, e questo vuoto includerebbe anche il tempo, ma quest'ultimo tipo di tango che include la non temporalità è per noi ancora inosservabile, perché presuppone una relazione non causale attraverso il tempo, assai complesso da verificare.
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Vecchio 16-11-2014, 17.34.01   #96
maral
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Se è un essere come gli altri perchè deve apparire come l'essere di tutti gli esseri?
Viceversa se non appare come l'essere di tutti gli altri non dovremmo convenire che non è un essere come tutti gli altri?
Il discorso si riconduce all'aporia di Russell di cui mi pare abbiamo già a suo tempo nel modo in cui Severino la risolve senza dover ricorrere a gerarchie di tipi. L'ente che include tutti gli enti è eterogeneo rispetto agli altri enti che non hanno tale proprietà, ma è pur sempre anch'esso un ente.

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Originalmente inviato da and1972rea
un ente entangled è una singola entità osservabile soltanto attraverso la forma plurale che lo esprime, nella quale ogni osservabile non è relazionato all'altro da un rapporto di causalità, ma ogni osservabile è semplicemente sempre tutto e solo lo stesso ente e mai solo una parte di esso. Il legame fra un dato osservabile ed un altro non passa per una causa ed un effetto, ma per una sorta di sincronicita' che solo l'unitarietà di quell'ente può garantire.
Sì, questa analogia con il fenomeno dell'entaglement può essere vista, in un certo senso ogni ente viene a trovarsi entangled con la totalità di tutte le sue contraddizioni che lo definiscono simultaneamente.

Citazione:
Originalmente inviato da nikelise
Scusami puoi spiegarmi cos'è un sistema entangled?
Lecita domanda a cui però è complicato dare risposta. And1972rea si riferisce all'entanglement quantistico per rappresentare l'idea filosofica della correlazione negativa tra un ente e tutti gli altri gli enti. Purtroppo non vi è una parola italiana in grado di tradurre il significato fisico preciso del termine. Potremmo dire che un sistema entangled è un sistema in cui le particelle che hanno originariamente interagito in un certo modo, anche se separate e distanti quanto si vuole, restano tra loro collegate da relazioni simultanee (se una particella mostra una data proprietà o viene sollecitata, quella che ad essa è entangled, mostra immediatamente una proprietà ad essa complementare e risponde anch'essa alla sollecitazione). Qui trovi una descrizione un po' più dettagliata del fenomeno http://it.wikipedia.org/wiki/Entanglement_quantistico
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Vecchio 16-11-2014, 18.45.40   #97
nikelise
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Scusami puoi spiegarmi cos'è un sistema entangled? Ho visto sul dizionario cosa significa l'aggettivo ma credo che nel contesto del tuo discorso possa avere altri significati . A perte il fatto che si tratta di altra lingua che non padroneggiamo a fondo come la nostra (a volte neppure la nostra ) ma abbiamo una lingua cosi ricca che e' un peccato usarne una piu' semplice ma non per questo piu' chiara . Almeno per noi ....me . Altra cosa : potresti spiegarmi perché un ente e' legato ad un altro ma allo stesso tempo distinto ( questo credo volessi dire aktrimenti correggimi pure ) per ' una sorta di sincronicità' ' e non per causa ed effetto , nel confronto reale o mentale tra i due enti ? Grazie .
Grazie ho capito . Ora , tu volevi da questo sistema particolare a livello atomico estenderne il significato anche a livello di grandezze maggiori per dedurne una legge che conciliii unità e molteplicita' ? E hai trovato questa legge nella sincronicità' anche a questo livello di grandezze ( maggiori) ? E' cosi? Se ho stracapito dillo pure. 😃

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Originalmente inviato da maral
Il discorso si riconduce all'aporia di Russell di cui mi pare abbiamo già a suo tempo nel modo in cui Severino la risolve senza dover ricorrere a gerarchie di tipi. L'ente che include tutti gli enti è eterogeneo rispetto agli altri enti che non hanno tale proprietà, ma è pur sempre anch'esso un ente.


Sì, questa analogia con il fenomeno dell'entaglement può essere vista, in un certo senso ogni ente viene a trovarsi entangled con la totalità di tutte le sue contraddizioni che lo definiscono simultaneamente.


Lecita domanda a cui però è complicato dare risposta. And1972rea si riferisce all'entanglement quantistico per rappresentare l'idea filosofica della correlazione negativa tra un ente e tutti gli altri gli enti. Purtroppo non vi è una parola italiana in grado di tradurre il significato fisico preciso del termine. Potremmo dire che un sistema entangled è un sistema in cui le particelle che hanno originariamente interagito in un certo modo, anche se separate e distanti quanto si vuole, restano tra loro collegate da relazioni simultanee (se una particella mostra una data proprietà o viene sollecitata, quella che ad essa è entangled, mostra immediatamente una proprietà ad essa complementare e risponde anch'essa alla sollecitazione). Qui trovi una descrizione un po' più dettagliata del fenomeno http://it.wikipedia.org/wiki/Entanglement_quantistico
Chiaro grazie . Ma da questo fenomeno a livello atomico si vogliono , si possono , giustificare/spiegare i sincronismi a livelli superiori , le cd. coincidenze significative? Che poi e' un modo per parlare di unicità e molteplicità e del loro legame . Chiedo scusa ma non ho seguito o non sono riuscito a seguire il 3D e mi inserisco solo adesso per questo aspetto particolare del sincronismo che mi interessa particolarmente (quello studiato da Jung e Pauli ) .

Ultima modifica di maral : 16-11-2014 alle ore 22.13.07.
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Vecchio 17-11-2014, 10.53.10   #98
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Grazie ho capito . Ora , tu volevi da questo sistema particolare a livello atomico estenderne il significato anche a livello di grandezze maggiori per dedurne una legge che conciliii unità e molteplicita' ? E hai trovato questa legge nella sincronicità' anche a questo livello di grandezze ( maggiori) ? E' cosi? Se ho stracapito dillo pure. 😃

Chiaro grazie . Ma da questo fenomeno a livello atomico si vogliono , si possono , giustificare/spiegare i sincronismi a livelli superiori , le cd. coincidenze significative? Che poi e' un modo per parlare di unicità e molteplicità e del loro legame . Chiedo scusa ma non ho seguito o non sono riuscito a seguire il 3D e mi inserisco solo adesso per questo aspetto particolare del sincronismo che mi interessa particolarmente (quello studiato da Jung e Pauli ) .



Gli ultimi post in filosofia nella discussione: Il problema della realtà fenomenologica dell’ente in chiave severiniana, trattano dell’entanglement e sincronicità.

Vorrei darne un esempio pratico, riferito a qualcosa che tutti possono controllare: le discussioni presenti qui nel forum.

In questa sezione, psicologia, Patrizia conclude il suo intervento invitando a visionare il video di Proietti (… del grande Proietti) che declama (com’egli solo è in grado tra gli attori d’oggi) i versi del Lonfo, di Fosco Maraini.
Non lo conoscevo e le son grato d’aver suo tramite incontrato tale persona del quale ho voluto conoscer la vita (che vi invito a mia volta a leggere) e da cui ho estratto questo passo:

(wiki) - Prima della seconda guerra mondiale, Maraini si trasferì in Giappone, dapprima nel Hokkaidō, aSapporo, e poi nel Kansai e a Kyōto, come lettore di lingua italiana per la celebre università locale. L'8 settembre 1943 si trovava a Tokyo e rifiutò, assieme alla moglie Topazia, di aderire alla Repubblica di Salò.
Venne quindi internato in un campo di concentramento a Nagoya con tutta la sua famiglia.

Durante la prigionia compì un gesto d'alto significato simbolico per la cultura giapponese: alla presenza dei comandanti del campo di concentramento si tagliò il mignolo della mano sinistra con una scure.

Non ottenne la libertà, ma una capretta ed un orticello permisero alla famiglia Maraini di sopravvivere. Finita la guerra tornò in Italia, per poi ripartire verso nuove mete quali il Tibet, Gerusalemme, il Giappone e la Corea.


Chi abbia qui letto L’anello di salomone (…versione interattiva) avrà senz’altro rilevato l’analogia.
Ecco dunque che quattro eventi separati nel tempo e nello spazio a mezzo di sequenze di linguaggio (di vario tipo: citazioni, racconto, poesia, discussione ecc.) si ritrovano collegati quasi a chiuder un piccolo cerchio, una sorta d’anello.

Ho postato questo stesso post in filosofia e psicologia anche per dar conto del detto: prender due piccioni con una fava… ( chissà, forse un altro modo di parlar dell’entanglement…).

(sorry my sense of humor )
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Vecchio 17-11-2014, 16.03.26   #99
green&grey pocket
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Originalmente inviato da maral
Il discorso si riconduce all'aporia di Russell di cui mi pare abbiamo già a suo tempo nel modo in cui Severino la risolve senza dover ricorrere a gerarchie di tipi. L'ente che include tutti gli enti è eterogeneo rispetto agli altri enti che non hanno tale proprietà, ma è pur sempre anch'esso un ente.

Certo che mi ricordo.(più o meno, dovrei tornarci sopra)
Per ora vado a memoria.
Il punto è che non ero convinto del suo modo di rendere eterogeneo la teoria dei tipi.
Da una parte infatti partiva da considerazioni formali, e cioè che ogni ente è, ed è in negazione di tutti gli altri enti, e dall'altra dialetticamente, cioè nell'apparire delle cose, che l'ente originario si manifesta come contraddizione.
Da una parte una teoria assiomatica, e dall'altra una storica.
Il punto però rimane, sennò non capisco di cosa stiamo parlando, di quali sono i tuoi problemi, le tue domande.
Intanto bisognerebbe decidere se la distinzione che ho fatto sopra è valida, e mi sembra di ricordare che tu non la vedevi .
Eppure il paradosso di Russel è un paradosso formale.
Dunque se la prospettiva è solo storica (fenomenologica, kantiana delle "ad Infinitum" primae causae), perchè poi ci dobbiamo porre un problema formale?
Ma appunto, non era proprio perchè il PDNC è intendibile in tutta la sua forza come principio formale?
E dunque è a livello formale, ed esclusivamente formale che io mi pongo la domanda.
(Certo la risposta potrebbe essere quella di Godel che non si può decidere all'interno di un tipo di classi se esista o meno quel tipo di classe eterogenea, il punto della non decidibilità non comporta però che questa eterogeneità non esista).


Alcune cosiderazioni a latere.

1)E infatti Boole introducendo un sistema in cui il PNDC sia sottoinsieme e non classe universale, risolve la questione.
Il punto di Boole è che a livello storico, e cioè di manifestazione, questa cosa per ora la vedo assai generica e generalizzabile.

2)Una teoria cioè che partendo da un assunto formale sia poi in grado di determinare una soddisfazione filosofica, e cioè sufficiente, della realtà fenomenica, che poi sarebbe lo stesso campo della fenomenologia.
Ossia una logica della sufficienza della corrispondenza (isomorfismo direbbe Husserl) con il fenomenico (che è poi la fenomenologia in senso stretto)

3) Certo Husserl si fermava lì al problema fenomenico, mentre Severino lo surclassa a livello di senso.

4) Ma di questo senso che riflette in particolare sull'originario, il liquidarlo come mera eterogeneità a me non basta affatto.
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Vecchio 19-11-2014, 18.39.33   #100
SinceroPan
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(Certo la risposta potrebbe essere quella di Godel che non si può decidere all'interno di un tipo di classi se esista o meno quel tipo di classe eterogenea, il punto della non decidibilità non comporta però che questa eterogeneità non esista).


anche Godel e Tarskj (altro matematico) la pensavano come te.. e si litigarono x attribuirsi la primogenitura della sentenza :
NON TUTTO CIO' CHE E' VERO SI PUO' DIMOSTRARE.. parente di Heidegger : la Possibilità stà Sopra la Realtà.. e degli antichi filosofi : l'Eternità non è un Tempo OO ma un Sopra/Fuori il Tempo..
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ed è anche sulla base di questo concetto che io considero l'Eternità di Tutti gli Enti di-mostrata Logica-Mente da Severino solo una Possibilità.. che Non è Detto sia la Realtà/Verità..
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