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 Riflessioni sulle Scienze - Commenti sugli articoli della omonima rubrica presente su WWW.RIFLESSIONI.IT - Indice articoli rubrica


Vecchio 22-06-2012, 20.51.59   #31
albert
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Riferimento: Le banche: le vogliamo eliminare?

Citazione:
Originalmente inviato da ulysse
Il problema è che mi chiedo: per quale ragione riorganizzare, pur disaggregato, ciò che già c’è?

Per realizzare economie di scala. Per ottenere un servizio gratuito. Per evitare che ci sia gente che fa i soldi con i soldi (danneggiando tutti gli altri)

Citazione:
Originalmente inviato da ulysse
D’altra parte, è senz'altro fuori luogo valutare i servizi bancari e le banche stesse come utili/inutili, semplicemente in base a particolari preconcette ideologie liberiste o pseudo-stataliste: si dovrebbe definire una maggioranza qulificata che scelga.

Secondo me facciamo in fretta a definire i servizi “utili” della gestione ordinaria: versamenti, prelievi, bonifici, utenze, carte di credito. C’è altro? Qualcuno vuole suggerire?

Citazione:
Originalmente inviato da albert
Da sette anni sono cliente di una banca on line, non ho mai pagato una lira di spese, bancomat, bonifici, carte di credito, tutto gratuito. E questo perché a loro la tenuta del mio conto costa pochissimo.

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Originalmente inviato da ulysse
Forse è una banca “missionaria”…gratis et amore Dei! Sarebbe, comunque, opportuno farne propaganda e tutti se ne servirebbero…lo farei anch’io…se avessi il link!

Interessa davvero? Se vuoi ti mando privatamente il link, tra l’altro potremmo ottenere entrambi un bonus!

Citazione:
Originalmente inviato da ulysse
Con una tal concorrenza, le banche tradizionali, deprivate dei loro clienti, annullerebbero i costi delle loro prestazioni: la cosa è in linea con la mia predicazione: cerchiamo e serviamoci della banca che offre il miglior rapporto qualità/prezzo!

E’ una domanda interessante. Perché le banche tradizionali, con quello che si fanno pagare, non sono ancora scomparse a causa delle banche on-line? Da una parte c’è solito problema di scarsa abitudine ad usare il PC, quello che chiamo “analfabetismo informatico” (ma il termine è antipatico, sono d’accordo). Il vero motivo però è quello che diceva un mio ex collega, che prima era stato CIO di una delle principali banche italiane: la gente ama andare al suo sportello, essere riverita e pensare che i suoi soldi sono proprio lì, al sicuro.

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O forse è solo che la banca presta a interesse i danari accreditati in CCB?

Chiaro, è su questo che guadagna. E riesce a ripagarsi il costo molto basso della gestione del conto

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Originalmente inviato da ulysse
Al limite, invece, ciò che oggi chiamiamo “banca”, potrebbe essere, domani, un’altra cosa… non in riduzione, ma in ampliamento creativo di servizi e modalità.

Insisto: non ci deve essere niente di “creativo” nella gestione dei soldi. Abbiamo visto dove ci ha portato la “finanza creativa”. I soldi sono solo un mezzo per ridistribuire la ricchezza. Se fai i soldi con i soldi impoverisci tutti gli altri.

albert is offline  
Vecchio 24-06-2012, 20.31.49   #32
albert
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Riferimento: Le banche: le vogliamo eliminare?

Citazione:
Originalmente inviato da albert
Secondo me facciamo in fretta a definire i servizi “utili” della gestione ordinaria: versamenti, prelievi, bonifici, utenze, carte di credito. C’è altro? Qualcuno vuole suggerire?

Giusto per evitare un'altra fonte di guadagni parassitari, compravendita dei titoli di Stato o di qualsiasi società voglia emettere obbligazioni.

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Vecchio 25-06-2012, 02.22.55   #33
ulysse
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Riferimento: Le banche: le vogliamo eliminare?

Citazione:
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Per realizzare economie di scala. Per ottenere un servizio gratuito. Per evitare che ci sia gente che fa i soldi con i soldi (danneggiando tutti gli altri).

(???) (???)
Citazione:
originalmente inviato da ulysse
il problema è che mi chiedo: per quale ragione riorganizzare, eliminando servizi e disaggregando, ciò che già c’è?


per realizzare economie di scala. per ottenere un servizio gratuito. per evitare che ci sia gente che fa i soldi con i soldi (danneggiando tutti gli altri)
Bisognerebbe guardarci bene a fondo poichè non credo si realizzi una qualche economia; nè di scala nè altro!
Nelle alte sfere dell’eurozona si parla di ristrutturare il sevizio bancario a livello europeo, piuttosto che a livello nazionale, ma non di nazionalizzare. Lo stato ha interesse (interesse per i cittadini) nel mantenere le banche attive con fondi sufficienti alle richieste di prestiti per investimento (da cui la partenza per la sospirata ripresa) e quando ne siano incapaci, le nazionalizza...oppure ricapitalizza!...tanto va sempre sulle nostre tasse!

Ma cosa significai nazionalizzare? forse è una specie di commissariamento? funzionari statali in luogo dei dirigenti?... lo stato stesso gestisce prestiti e crediti della banca caduta in disgrazia? Oppure la chiude? e i quattrini depositati a chi vanno?

In ogni caso una cosa è certa: a prte il welfare ed il pensionamento (già ripagato a josa), di servizi gratuiti non ne esistono…non sono possibili!...sarebbe un pretendere che l’acqua salga da sola piuttosto che scendere!...un violare il principio di entropia!

Infatti …se non paghi adesso paghi dopo….se non paghi direttamente, paghi con le tasse ove se non paghi tu paga un altro per te…sempre col pericolo, cosa più probabile, che paghi tu per l’altro.

Nel caso della banca on-line paga per te chi usufruisce di prestiti… con gli interessi…comunque non è lo stesso che la banca statale per tutti.

Comunque non mi interessa e incuriosisce tanto la cosa in sé, mi interessa capire come sia possibile, e per quli strade ideologiche, arrivare a concepire una cosa del genere!...che un qualche servizio statale, possa essere continuativamente gratuito e conveniente globalmente per la massa dei comuni cittadini non ammanicati!

Che poi, se speri di risparmiare, fallisci: lo stato è complicatore burocrate per DNA: non esistono servizi che non sprecano…se ve ne fosse qualcuno sostenuto dalla eccellenza dei singoli addetti (e può sempre essere…ad es. in certi comuni), l’efficienza sarebbe mangiata dalla somma risultante dagli altri servizi inefficienti.
Non vedo come si possa altrimenti spiegare, assieme alla corruzione del mangia mangia, come sia che, pur pagando le tasse più alte abbiamo accumulato, nel contempo il debito pubblico più alto d’Europa, col risultato di servizi pubblici generalmente scadenti.

Fare i soldi con i soldi è normale..anzi, è universalmnte noto che solo chi ha sodi fa soldi e noi tutti lo facciamo, nel nostro piccolo, magari anche senza percepirlo direttamente.
I prestiti sono sempre ad interesse fossero pure all’1% come quelli speciali della BCE

Il danaro è una merce come un’altra…anzi è più merce di ogni altra merce… se così si può dire.
Il fatto che il danaro debba solo servire a distribuire ricchezza è illusorio e controproducente…

Infatti, è pur sempre necessario che una certa parte delle popolazione accumuli danaro per investire, avviare una impresa e dar lavoro agli altri: sarebbe la risultanza del cosiddetto "risparmio" di alcuni a confronto con l’incapacità di altri di accumulare.
Diversamente, se vuoi addossarti il rischio di avviare una impresa devi ricorrere al prestito bancario ad interesse…che pure è usuale…se riesci ad ottenerlo…cosa oggi difficile più di ieri.

Si puo’ anche perseguire la strada della cooperativa: infatti l’uniformità della ricchezza (o povertà) dei cittadini non favorisce l’intrapresa: per il danaro non può funzionare il principio dei vasi comunicanti fra 7 milirdi di persone: la quantità di danaro da investire da parte dei singoli sarebbe sempre troppo poca…a meno che non crei, con altri, un accumulo di danaro (cooperativo) in modo da comprare macchine e materie prime per produrre beni da vendere, introitare danaro e diventare ricchi, comprare titoli per diventare ancora più ricchi…o ridursi sul lastrico.
In realtà ci sarebbe anche l'opzione per i pesi ricchi (se ancora ce ne sono) di devolvere qulcosa ai paesi poveri...opzione generelmente trascurata.

Quindi, traendo le somme, in relazione alla ricchezza il danaro ha sia la funzione di distribuzione che di accumulo…che di sottrazione...a seconda dei casi e delle necessita.

Mi pare comuque principio generale che, se vuoi disporre di danaro, lo devi pagare in qualche modo: col lavoro, con altra merce, scambiandolo con titoli, o con gli interessi che tu paghi o che altri ti pagano a seconda se sei debitore o creditore…pur sempre nell’ambito della legge di mercato.

...ma senza esagerare coi tassi:…l’usura, ad esempio, sarebbe vietata!

Solo lo stato può esercitarla…prova a tardare un qualche pagamento a Equitalia, trascura una cartella che ti arriva per errore o anche solo una multa per sosta vietata e vedi che cosa ti capita…a meno che tu non sia un “grande evasore” nel qual caso potresti passarla liscia.(???)

Per dare una idea della cosa, di come lo stato, in nome di noi cittadini, guadagni danaro dal danaro, riporto un paragrafo di Wikipedia: (sarebbe interesante leggerlo per intero...quell'articolo )

<<<-Equitalia è stata molto criticata per la sua lentezza amministrativa (che a sua volta fa aumentare gli interessi), per i tassi di interesse molto elevati (che molti definiscono impropriamente "da usura")[5] che fanno lievitare i costi, e per la facilità con la quale ricorre al pignoramento di beni (inclusi immobili) a fronte di debiti relativamente modesti. L'inefficienza amministrativa di Equitalia[6][7] è tale che a volte il debitore non sa neanche di avere la casa ipotecata a causa di un debito inizialmente modesto.[9][10]
Può succedere infatti che una modesta multa stradale lieviti molto a causa degli elevati tassi di interesse (imposti dalle vigenti leggi) e della lentezza amministrativa di Equitalia…ecc…>>>


Notare che, almeno qui, le banche private, con la loro ben nota malvagità, abulia e insipienza, non ci hanno a che fare!
Mi figuro, ma non voglio pensarci… cosa succederebbe se, ad una agenzia dello stato, fosse data la delega di gestire direttamente i quattrini dei cittadini!!!

Quello poi che non ho proprio capito è come sia che ”facendo soldi con i soldi” (se intendo ciò che intendi) si danneggino gli altri cittadini.

In realtà, forse, c’è anche qulcosa di vero: al limite, è come la farfalletta della Vispa Teresa: vivendo e volando occupo il posto di altri e di per sé un danno lo faccio: altri non potrebbe mangiare la parte che mangio io!

Ma credo che, finchè non mi apposto fra il lusco e il brusco e non assalgo i passanti con nodoso bastone, mantenendomi nell’esercizio dei miei diritti costituzionali, non danneggio nessuno…per lo meno non più di quanto altri danneggino me…se anch’essi si mantengono nell’ambito dei loro diritti e doveri costituzionali…anche se capita, magari, di ricavare soldi da soldi.
Citazione:
originalmente inviato da ulysse:
....d’altra parte, è senz'altro fuori luogo valutare i servizi bancari e le banche stesse come utili/inutili, semplicemente in base a particolari preconcette ideologie liberiste o pseudo-stataliste: si dovrebbe definire una maggioranza qualificata che scelga.


secondo me facciamo in fretta a definire i servizi “utili” della gestione ordinaria: versamenti, prelievi, bonifici, utenze, carte di credito. c’è altro? qualcuno vuole suggerire?

Ma già l'affidare ad una agenzia statale la gestione dei quattrini dei privati richiederebbe un refendum

Oramai tutte le banche si possono definire banche d’affari…quindi….
Che i servizi di banca si riducano a questo che dici è solo opinione tua, semplicistica e personale.

Io non sono un esperto, ma posso facilmente ricordare, come già altrove ho citato, la gestione dei titoli nazionali e internazionali con mix che sia ottimale per ciascuno, l'eventuale emissione di titoli propri, la gestione di varie tipologie di fondi di investimento, accensione di mutui, concessione di prestiti e fidi, gestione delle misure di sicurezza, cambio divise.(???), gestione del personale interno, pubblicità e reperimento clienti per servizi in concorrenza, ecc…: anche le banche fanno propaganda per i loro prodotti ed acquisire, in tal modo, clienti!

Notare che ogni voce citata richiede lavorio intenso di valutazione garanzie e contrattazioni non facilmente informatizzabile…tutte cose che lo stato non farebbe per cui un servizio bancario statale dovrebbe essere disagregato…diviso in due parti o più parti: magari una parte statale e altre private:…un pasticcio…insomma!

Citazione:
originalmente inviato da albert:
da sette anni sono cliente di una banca on line, non ho mai pagato una lira di spese, bancomat, bonifici, carte di credito, tutto gratuito. e questo perché a loro la tenuta del mio conto costa pochissimo.

citazione:
originalmente inviato da ulysse:
forse è una banca “missionaria”…gratis et amore dei! sarebbe, comunque, opportuno farne propaganda e tutti se ne servirebbero…lo farei anch’io…se avessi il link!


interessa davvero? se vuoi ti mando privatamente il link, tra l’altro potremmo ottenere entrambi un bonus!
E’ interessante, ti ringrazio!…ma già sai che sono un “banchiere”!! …vedi mail.

Ultima modifica di ulysse : 25-06-2012 alle ore 18.02.57.
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Vecchio 25-06-2012, 19.45.57   #34
ulysse
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Riferimento: Le banche: le vogliamo eliminare?

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Originalmente inviato da albert
Per realizzare economie di scala. ... Per evitare che ci sia gente che fa i soldi con i soldi (danneggiando tutti gli altri).


Banche on–line gratis_ 2

Citazione:
originalmente inviato da ulysse:
....con una tal concorrenza, (delle banche on line gratuite) le banche tradizionali, per non perdere i loro clienti, annullerebbero i costi delle loro prestazioni: la cosa è in linea con la mia predicazione: cerchiamo e serviamoci della banca che offre il miglior rapporto prestazioni/prezzo...in conformità alle nostre esigenze.

...di Albert:
E’ una domanda interessante: perché le banche tradizionali, con quello che si fanno pagare, non sono ancora scomparse a causa delle banche on-line? Da una parte c’è il solito problema della scarsa abitudine ad usare il PC, quello che chiamo “analfabetismo informatico”, ecc.... Il vero motivo però è quello che diceva un mio ex collega, che prima era stato cio di una delle principali banche italiane: la gente ama andare al suo sportello, essere riverita e pensare che i suoi soldi sono proprio lì, al sicuro
.
L’ultima frase è un pò di parte: ingiusta e malevola!
Per quanto, può benissimo capitare che le banche entrino ancor più in crisi, restino senza fondi e facciano defoult con i clienti agli sportelli reclamanti i loro soldi per portarli a casa al sicuro...sotto il materasso…che poi è il peggior male!
Ma credo che già i più attenti abbiano comprato bund tedeschi.

Comunque può essere che, col tempo, le cosiddette banche tradizionali riducano la loro presenza concreta trasformandosi in banche olonico-virtuali, non tanto perche sostituite dalla ipotetica banca si stato (impensabile in una democrazia rappresentativa… sia pure imperfetta)…. ma per sempre maggiore capacità di interazione a distanza con lo sviluppo di più avanzate organizzazioni, tecnologie e culture. …E, infatti, già le “banche” incentivano in questo senso pur senza depauperare, forzosamente, i clienti del conforto diretto.

La banca che pretenda di essere interamente on-line non la spunterà mai sulle banche cosiddette tradizionali, resterà sempre in seconda linea... per i clienti con esigenze semplici.
Infatti pur utilizzando il bankomat, la carta di credito, l’home–banking, ecc… c’è sempre la necessità di interagire direttamente per certi servizi difficilmente informatizzabili…o anche solo per discutere l’organizzazione della festa annuale dei soci della banca…cosa che io stesso facevo, in video conferenza, coi colleghi omologhi di altre fliali, ma cui ho rinunciato.

Infatti anch’io mi sono sempre chiesto perchè i vari gestori delle sorti del mondo, delle banche, delle imprese...facciano così tanti viaggi intereuropei, intercontinentali, per incontrarsi e discutere di persona o raccontarsi barzellette, pur diponendo di così tanti mezzi di comunicazione scritta, parlata e visiva: SMS, fax, telefono, videoconferenza, ecc…

Non credo sia solo perchè amano il jet-lag..che gli dà quella strana eurforia e li scombussola per le 24 ore successive.! Ma forse è, soprattutto, per le cene di lavoro che, infatti, sembra risultino di scarsa soddisfazione in videoconferenza.
Forse è anche per questo che la mia banca cooperativa offre ogni tanto un vassoio di pasticcini…difficilmente accessibili on-line…per cui chi tardi arriva, e resta a secco, già ha proposto il teletrasporto home-banking.

Quindi non è per il conforto di sentire che i quattrini sono lì al sicuro, in un bel mucchietto, che uno preferiscsce la vecchia banca con tutti gli amici che sono lì che aspettano e ossequiano, ecc…

E’ invece perche uno si trova a disagio, ed io mi troverei a disagio, se non avessi nessuno in loco a cui rivolgermi quando avessi bisogno di spiegazioni: infatti vedo che ancora sono molti (per lo più artigiani, commercianti, imprenditori, ecc….ma anche altri) che parlottano in banca con un addetto, col direttore, col vicedirettore, con l’esperto in titoli e in fondi, ecc… molti più di quelli che semplicemente prelevano o depositano danaro…che tutto sommato lo possono, appunto, fare dal bancomat o pagare con la carta di credito o ricevere l'importo accreditato direttamente sul conto dai debitori ed enti pagatori.

Invece il giornalaio, il bar o anche il piccolo supermercato ove è brigoso digitare il codice quando c’è la fila, ecc…devono depositare il gruzzolo a vista.
Citazione:
[i]originalmente inviato da ulysse:
al limite, invece, ciò che oggi chiamiamo “banca”, potrebbe essere, domani, un’altra cosa… non in riduzione, ma in ampliamento creativo di servizi e modalità oggi impensate...e che un impiegato statale non penserebbe mai[i]

[b]insisto: non ci deve essere niente di “creativo” nella gestione dei soldi. abbiamo visto dove ci ha portato la “finanza creativa”. i soldi sono solo un mezzo per ridistribuire la ricchezza. se fai i soldi con i soldi impoverisci tutti gli altri.
Questo "impoverire" gli altri non lo capisco: infatti, sia da soldi che da altro, indifferentemente, potremmo (purtroppo solo potremmo) arricchire tutti, o quasi tutti, in contemporanea! E' questo che accadrebbe in una economia fiorente libera da intoppi.

Infatti, se io arricchisco, tutti gli altri, in contemporanea, possono fare lo stesso: non cè contraddizione…ed, entro i limiti legali, tutti possono fare i soldi con i soldi.
Direi anzi che è difficile che chi non ha soldi…o non prospetta probabilistica speranza di fare soldi...sia pure da soldi... come dici, … possa efettivamente fare soldi…a meno di stamparli nelle propria zecca personale…o a meno di un colpo di fortuna a Las Vegas.

Un prestito bancario, infatti, non lo puoi avere se non hai beni trasformabili in soldi di entità paragonabile al prestito o se non offri garanzia di poter accumulare soldi con emolumenti certi o vendendo beni al sole.

Quindi sono i soldi che creano soldi e non capisco, non è chiaro, non giustificato per me, questo discorso sul non fare i soldi con i soldi…quando, in prevalenza, nella economia reale, è proprio facendo questo che si sostiene l’economia stessa!
Il manipolare ferraglia per costruire macchine è solo marginale: non lo puoi fare senza una corrispondente massa finanziaria!

Forse è proprio questo che deprechi, e potrei anche, in teoria, concordare, ma non puoi sfuggire al fatto reale che solo con la poiggia i tetti si bagnano...e che se non piove è un guaio.

Certo non si può e non si deve esagerare: chi concede prestiti non può farlo ad usura (oltre certo tasso) e deve assicurarsi che le garanzie esistano e siano concrete…pur nell’ambito di un certo rischio…calcolato.
Infatti è anche vero che chi non risica non rosica!

Intraprendere, infatti, significa anche prendere su di se responsabilità e rischi…pur nell'ambito delle leggi vigenti…Se così non fosse (mancanza di iogni rischio) tutti sarebbero imprenditori e nessuno resterebbe a fare il duro, concreto, pur necessario, lavoro!
Ma il peggior rischio sarebbe che il danaro si dividerebbe in miliardi di piccoli rivoli e niente resterebbe per le grandi intraprese e imprese... come fossero, ad esempio, la TAV, il Ponte sullo stretto o il grattacienlo alto un km...anche se attulmente non ritenuti necesari....ecc....che, per quanto siano imprese comunitarie, sempre di somme di cumuli di danaro avrebbero bisogno per essere realizzate.

Con quanto esprimo non intendo costituire esaltazione di una “finanza creativa” turlupinante e priva di riscontri valoriali comprabili.

E, in realtà non saprei cosa significhi efettivamente…"finanza creativa turlupinante"...e quali ne siano i limiti...poichè essere creativi comunque ...bisogna!

Io auspico semplicemente e sostengo che il bancario che offra prodotti finanziari ai clienti interssati nelle loro varie forme, debba essere creativo al livello tale da ottenere un ragionevole vantaggio sia per chi affida il danaro alla banca e se ne aspetta un ritorno vantaggioso, sia per chi investe direttamente il danaro reso disponibile (sia pure virtualmente) in azioni, titoli o finanziamenti per effettivo concreto lavoro e intrapresa.

In sostanza, suppongo che, una volta che l’operatore, nell’ambito della buona tecnica bancaria, si sia mantenuto entro leggi e regole emesse dagli enti giuridici e bancari di controllo, poi è giusto e ovvio che resti ancora ampio spazio operativo per modalità di investimento, prestiti, crediti, interazione con l’economia reale ecc… entro cui giocare …creativamente.

Che poi sarebbe tuttavia da chiedersi: Creativo? Cosa è Creativo? Chi ha inventato l’espressione “finanza creativa” …dandole un senso deteriore?! …
“Creativo…non dovrebbe assumere un senso di per sé positivo e apprezzabile?...in definitiva utile e vivacizzante per l'economia reale?
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Vecchio 29-06-2012, 14.30.25   #35
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Originalmente inviato da albert
Giusto per evitare....

UTILITA’ DEI SERVIZI BANCARI: BASILEA 2

Citazione:
Originalmente inviato da albert
Secondo me facciamo in fretta a definire i servizi “utili” della gestione ordinaria: versamenti, prelievi, bonifici, utenze, carte di credito. C’è altro? Qualcuno vuole suggerire?

E’ arcinoto che i servizi bancari vanno ben oltre quei pochi che citi come utili…che, anzi sono indispensabili, ma è riduttivo...è solo di base….per questi servizi la banca è solo umile passacarte.

Molti altri sono i servizi bancari in interazione con la società e indispensabili per l’economia: vi comprendo tutti i servizi di tipo complementare, tradizionale, innovativo, che consentono un valore aggiunto in termini di consulenza, risparmio di tempo,efficienza verso il cliente, ecc… ammessi per legge nell’ambito delle disposizioni dalla Banca d’Italia e previsti dal “Basilea 2” (vedi Wikipedia].

Che poi leggi, disposizioni, concordati, non è che siano perfetti, ma pur sempre migliorabili sotto ogni aspetto...e si deve migliorare.

Ora io non so citare e descrivere nel dettaglio lo scopo e il vantaggio di ogni attività bancaria, ma a dimostrare quanto tu sia fuori strada…credo sia sufficiente citare l’attività del finanziamento, dei crediti, dei prestiti, che definirei attività bancarie per eccellenza...ora indispensabili alla crescita.

Quando le banche, per deficienza di liquidità o altro non potessero svolgere questa funzione, l’economia andrebbe a rotoli…e, purtroppo, sembra che ci siamo vicini!

Infatti sempre più si parla di ricapitalizzare le banche o di prestiti a basso interesse come sarebbe quello della BCE all1% alla fine del 2011.
Mi viene da auspicare che tutti portassero quattrini alle banche…a quelle di Qualità, ovviamente,…invece di prelevarli e portarli fuori eurozona…spinti dalla paura di perdere o dalla ingordigia del guadagno.

In ogni caso la principale funzione bancaria consiste nel ”raccogliere” il danaro dei clienti, a partire dai correntisti, accumularlo e fare affari…in particolare prestarli e investirli a interesse per sé e, in ricaduta, per il cliente.

Esistono, per creatività e inventiva dei manager e addetti bancari, parecchie forme di depositi, crediti, prestiti, leasing, ecc…a seconda delle esigenze, possibilità, comodità e preferenze di ciascuno che sottoscrive.

Esiste persino, per i piccoli, per le famiglie, il cosiddetto credito al consumo…ottenibile in piccole quantità e in forme agevolate per esigenze immediate e di poco conto.

La costante di queste operazioni del manipolare danaro, è che il danaro, oltre che possedere, per attribuzioni proprie, caratteri specifici, è una merce che come ogni altra merce, allo scopo di trarne profitto e uso, si compra, si vende, si presta a interesse, si prende in affitto, si tiene a magazzino per momenti migliori…o peggiori, e come ogni altra merce si manipola e condiziona persino…quando la si trasforma in titoli, obbligazioni, assegni, cambiali, buoni di acquisto, ecc…o in vera e propria merce…oro, diamanti, zirconi, grano o altro.

Essendo il danaro una merce, esso ha ovviamente un costo che il mercato globalizzato definisce in tempo reale col rapporto dei cambi, entro certi limiti e nell’ambito delle disposizioni di Bankitalia, ora sempre più della BCE e di più estesi organismi/vertici internazionali.

Infatti, ed è perfettamente comprensibile, che scopo avrebbe la banca nel raccogliere quattrini con sottoscrizioni di conti correnti, mutui, fondi di investimento, ecc… magari nell’emettere obbligazioni proprie o gestire quelle di altri…se non per investire ad interesse in attività di produzione e costruzione in modo da guadagnarci e ripagarsi il servizio?

Ovvio anche che chi chiede un prestito ha lo scopo di concludere un affare per lui lucroso.
Perché non dovrebbe, allora, trasferire una parte del guadagno relativo anche al prestatore la cui disponibilità e servizio gli permette di concludere…l’affare in essere?...

Quindi i prestiti sono naturalmente e giustificatamente ad interesse!

Tanto lavorio lascia presuppore un vantaggio non solo per gli attanti diretti delle transazioni, ma per tutta la comunità con gente in più che lavora, mercati che si attivano, maggiori tributi pagati allo stato (che paga i debiti) sui vari guadagni e sui commerci collaterali indotti.

In definitiva quando un affare va in porto secondo le buone regole della Qualità, tutti ci guadagnano e non necessariamente c’è una parte perdente…anzi, generalmente, non c’è: nessuno ci perde!.

Anche se le “azioni” ed i “titoli” di un’azienda raddoppiano o quadruplicano di valore…non necessariamente c’è una corrispondente azienda che perde un corrispondente valore…e se c’è significa che quella azienda gestisce e produce in qualità indegna…meglio perderla che trovarla!

In ogni caso è vero che può sempre esserci chi gonfia artificiosamente comprandosi una laurea in Albania o puntando sull’arte imbonitoria di una dialettica popolaresca e trasgressiva, ecc…
Ma, fondamentalmente, se le il valore dei titoli decuplica significa che l’impresa, che appariva decotta, riprende, che qualcuno imprime la spinta energetica necessaria e, ancora, tutti ci guadagnano …persino quelli …che non hanno saputo sconfiggere la “Non Qualità” con la Qualità perpetuando l’impresa decotta. E’ sempre meglio per tutti: la Competitività in ambito Qualità è l’abbinata vincente..

Certo chi ottiene prestiti, intraprende e rischia e può perderlo…il prestito, l’affare, e, con esso tutti i danari ricevuti in prestito ed anche di più..tanto che nemmeno può più restituire niente alle banche…Ma è per questo che la banca prestatrice chiede una garanzia su cui rivalersi in caso di fallimento…sperando e premunendosi che non siano troppi questi fallimenti..come in effetti è accaduto nella bolla immobiliare delle banche americane nel 2008..o come accade oggi per i troppi prestiti concessi alle imprese costruttrici perché il mercato tirava, ma ora non tira più.

In realtà esistono modulistiche con procedure e algoritmi tesi a valutare i vari gradi di rischio che i richiedenti prestiti corrono e quindi valutare il rischio del prestito stesso.

Quindi, se per il futuro si volesse perseguire una linea di maggior prudenza e preveggenza nei prestiti non posso che concordare…che si tratti di pubblico o privato è ininfluente.

Infatti analogamente si comporterebbe lo stato …anzi peggio e con più complessi lacci e lacciuoli e con intromissione di politici vari …se nazionalizziamo le banche e fosse lo stato a prestare direttamente.

Nemmeno lo stato, infatti può prestare in perdita…ma nemmeno lo saprebbe se in perdita o meno se prescinde dal mercato: lo dimostra Equitalia…che sa solo vessare il contribuente o designato tale!

Il guaio è che sembra mancare in Italia una imprenditoria efficace che dal danaro, sappia cavarci qualcosa di remunerativo…vendere biciclette ai cinesi, ad esempio, o costruire villaggi residenziali….( che si vendano però)….o elaborare una qualche idea o tecnologia geniale, che, trasformata in prodotti e servizi di Qualità, adeguatamente pubblicizzati, possa conferire profitto e moltiplicare l’investimento iniziale per un ulteriore investimento e profitto, in crescendo, ecc…

Questo,oggi, non accade però…: il tessuto industriale italiano, infatti, è a terra,… se si esclude il “made in italy.”…comunque quelle attività che, per eclatante qualità o per particolari nicchie, riescono a vendere all’estero.

Purtroppo, a confronto con la possibile redditività in Italia, ci sono sempre i paesi dell’Est europeo (persino ai nostri immediati confini…Carinzia, Slovenia , ecc) che fanno ponti d’oro a chi voglia là delocalizzare.

La tentazione già sfiora gli imprenditori emiliani post terremoto, tanto che, se lo stato non garantisce le banche disposte a prestare…sono lì lì per salutarci: l’economia non aspetta e non è una questione di etica o di patria: un’azienda, sia essa di produzione o bancaria o di sevizio, se non fa profitti, finisce in default…capitalismo o non capitalismo che sia.

Ne deriva che le banche, distolte dal fare prestiti diretti per la ripresa, comprano titoli…almeno si ricapitalizza lo stato…e, se sono titoli esteri…fuori zona euro, almeno mettiamo qualcosa al riparo in vista del default dell’euro o dell’incombente sua ulteriore ristampa in quntità.

Naturalmente lo fa chi può…chi non può, non perde comunque..corre anzi il rischio di guadagnarci se l’economia riprende.

In definitiva le banche costituiscono il perno centrale per la crescita, la catena di trasmissione per il passaggio del danaro dal conteggio informatico dell’accumulo bancario…fino all’effettivo utilizzo nell’avvio di cantieri, servizi, fabbriche di produzione…se finalmente il governo e l’agenzia europea daranno il via.

Non mi pare quindi il momento adatto (non lo sarebbe mai invero) di andare a sfruculiare con idealistici e fantasiosi progetti di statalizzazione…che ci sarà comunque, purtroppo, quando le banche saranno insolventi.
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Vecchio 30-06-2012, 11.49.15   #36
albert
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Riferimento: Le banche: le vogliamo eliminare?

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Originalmente inviato da ulysse
Bisognerebbe guardarci bene a fondo poichè non credo si realizzi una qualche economia; nè di scala nè altro!

Perché escludi economie di scala? Una infrastruttura per 50 milioni di utenti costa meno di 50 infrastrutture ognuna per un milione!

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Originalmente inviato da ulysse
In ogni caso una cosa è certa: a parte il welfare ed il pensionamento (già ripagato a josa), di servizi gratuiti non ne esistono…non sono possibili!...sarebbe un pretendere che l’acqua salga da sola piuttosto che scendere!...un violare il principio di entropia!

Infatti …se non paghi adesso paghi dopo….se non paghi direttamente, paghi con le tasse ove se non paghi tu paga un altro per te…sempre col pericolo, cosa più probabile, che paghi tu per l’altro.

Nel caso della banca on-line paga per te chi usufruisce di prestiti… con gli interessi…comunque non è lo stesso che la banca statale per tutti.

Comunque non mi interessa e incuriosisce tanto la cosa in sé, mi interessa capire come sia possibile, e per quli strade ideologiche, arrivare a concepire una cosa del genere!...che un qualche servizio statale, possa essere continuativamente gratuito e conveniente globalmente per la massa dei comuni cittadini non ammanicati!


Scusa, ma qua ci vuole proprio un cambio di prospettiva. Ci sono già un sacco di servizi del genere forniti dallo Stato gratuiti o quasi. Chi garantisce che tu sei proprio tu (e, incidentalmente, che puoi prelevare i soldi depositati sul tuo conto)? Lo Stato che ti rilascia una carta d’identità. Chi garantisce che la tua casetta in Canadà è proprio tua? Chi garantisce che sei celibe e puoi sposarti? Chi certifica che i figli sono proprio tuoi? Sono tutti servizi che lo Stato fornisce a costo molto basso. Potrebbe gestire anche un’ulteriore informazione, quanti soldi possiedi, e permetterti di darli o riceverli dagli altri (che è tutto quello che effettivamente serve per la gestione ordinaria di un conto).

Certo che tutto si paga, ma l’organizzazione che propongo avrebbe un costo pro-capite molto basso, direi trascurabile


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Originalmente inviato da ulysse
Quello poi che non ho proprio capito è come sia che ”facendo soldi con i soldi” (se intendo ciò che intendi) si danneggino gli altri cittadini.

Grazie per la domanda. Con queste attività la ricchezza globale (pensiamola come una torta) resta la stessa. Immaginiamo che ci siano in giro mille euro, e io ne possieda cento: in totale possiedo un decimo della torta. Se qualcuno con vari artifici, facendo i soldi con i soldi, ad esempio prestando i soldi che gli sono stati affidati, fa in modo che ci siano in giro millecento euro, io non possiedo più un decimo della torta, ma di meno, un undicesimo.

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Originalmente inviato da ulysse
In realtà, forse, c’è anche qualcosa di vero: al limite, è come la farfalletta della Vispa Teresa: vivendo e volando occupo il posto di altri e di per sé un danno lo faccio: altri non potrebbe mangiare la parte che mangio io!

Exactamente!

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Originalmente inviato da ulysse
Ma credo che, finchè non mi apposto fra il lusco e il brusco e non assalgo i passanti con nodoso bastone, mantenendomi nell’esercizio dei miei diritti costituzionali, non danneggio nessuno…per lo meno non più di quanto altri danneggino me…se anch’essi si mantengono nell’ambito dei loro diritti e doveri costituzionali…anche se capita, magari, di ricavare soldi da soldi.

Certo. Adesso la legge permette di fare soldi con i soldi. Ma è una cosa che danneggia la società. Dovrebbe essere vietata o perlomeno fortemente ostacolata, con le misure indicate nell’articolo.

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Originalmente inviato da albert
secondo me facciamo in fretta a definire i servizi “utili” della gestione ordinaria: versamenti, prelievi, bonifici, utenze, carte di credito. c’è altro? qualcuno vuole suggerire?

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Originalmente inviato da ulysse
Che i servizi di banca si riducano a questo che dici è solo opinione tua, semplicistica e personale.

Ok, ragioniamoci sopra. In teoria l’unica funzione necessaria è lo spostamento di soldi da un conto ad un altro, quindi il bonifico. Prelievi e versamenti sono necessari fino a che ci saranno in giro i contanti, che però in teoria dovrebbero sparire. Le utenze sono una forma particolare di bonifico, diciamo un bonifico automatico verso qualcuno che di tanto in tanto fa i conti di quanto gli devo. Le operazioni della carta di credito sono dei bonifici di piccola entità effettuati automaticamente esibendo la carta.

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Originalmente inviato da ulysse
Io non sono un esperto, ma posso facilmente ricordare, come già altrove ho citato, la gestione dei titoli nazionali e internazionali con mix che sia ottimale per ciascuno, l'eventuale emissione di titoli propri, la gestione di varie tipologie di fondi di investimento, accensione di mutui, concessione di prestiti e fidi, gestione delle misure di sicurezza, cambio divise.(???), gestione del personale interno, pubblicità e reperimento clienti per servizi in concorrenza, ecc…: anche le banche fanno propaganda per i loro prodotti ed acquisire, in tal modo, clienti!

La gestione dei titoli, già detto che potrebbe rientrare. Che c’è da fare poi? Incassare le cedole, i rimborsi a fine vita, e un meccanismo di compravendita. Mix ottimale? Decido subito: più rischio … meno rischio … fatto!

Sull’inutilità dei fondi di investimento rimando all’articolo https://www.riflessioni.it/scienze/te...nanziari-1.htm e relativa discussione in questo forum

Abbiamo già detto che i prestiti non sarebbero gestiti dallo stato, ma da agenzie private. Per tutti quelli che non chiedono mai prestiti non ci sarebbe bisogno di rivolgersi loro. E forse scoraggerebbe tutti quelli che chiedono prestiti avventatamente.

Anche il cambio potrebbe essere gestito da privati. Uno dei pochi benefici dell'euro è che ormai è raro che si debbano cambiare dei soldi

Pubblicità, reperimento clienti … ovviamente diventerebbero inutili

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Vecchio 30-06-2012, 17.19.42   #37
ulysse
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Riferimento: Le banche: le vogliamo eliminare?

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Giusto per evitare...

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Giusto per evitare un'altra fonte di guadagni parassitari, compravendita dei titoli di Stato o di qualsiasi società voglia emettere obbligazioni.

Compravendita titoli:
Il guaio dei titoli italiani è semplicemente che il debito pubblico è alto tanto che difficilmente riusciremo a sopperire...ma se c'è una colpa non è certo delle banche: la colpa è dei politici che per e mantenere il favore popolarte hanno ecceduto nel concedere prebende di ogni tipo anche oltre il rispetto del bilancio.
Ben venga quindi la compravendita dei titoli di stato…significherebbe che ancora qualcosa valgono per il mercato interno.
Se la gente, invece, compra titoli esteri significa che investire in Italia non è redditizio…soprattutto non sicuro: lo dice lo spread!

Non c’è colpa in chi commercia in titoli o nelle banche stesse che fanno da tramite: il guaio può insorgere quando nessuno compra più o se tutti si presentano all’incasso...possono essere manovre preordinate, ma più spesso è panico.

Qualcosa del genere accade con qualunque merce. Ad es.: se si annuncia lo sciopero dei TIR i supermercati si svuotano e magari qualcuno venderà i pomodori San Marzano, l’acqua minerale, ecc.. al mercato nero.

E’ il focus sull’euro, sui titoli, sulle banche, ecc… che popolarmente è mal diretto: è piuttosto la situazione economico/produttiva/mercatistica che non riusciamo a sostenere causa il non aver predisposto, nella gestione dello stato in relazione alle finanze e del tessuto bancario, strutture organizzative adeguate. A una tale deficienza consegue l’accumulo di un debito eccessivo con contemporaneo contenimento del PIL, cui l’attuale governo ancora non riesce a sopperire.

I parassiti!
I guadagni parassitari non esistono se attribuiti a entrate per dividendi d’impresa o per interesse su titoli e su presiti…comunque su produzione di beni.
Con riferimento a quanto detto sopra, trarre guadagno dal denaro prestato, comunque dal possesso di titoli ed obbligazioni, è moralmente ineccepibile anzi apprezzabile nel suo mettere a disposizione danaro per gli investimenti: il guaio grosso sta altrove: non si vende ciò che si produce…e questo non potrà accadere se non si investe e non si produce ad un sufficiente livello qualità/prezzo…concorrenziale col sempre più vicino oriente!

Il vero parassitismo è ben altro: esso è impersonato dalle attività mafiose, dalla banca Vaticana, da chi non paga l’IMU per diritto confessionale, da chi fa lavorare in nero, da chi ricicla danaro sporco, da chi evade le tasse, dagli intrallazzi fra politici corrotti e imprenditori disonesti, dagli accumulatori di prebende e stipendi vari oltre il limite della decenza per incarichi inconsistenti, ecc…c’è persino chi non sa con chi ha fatto le vacanze o chi gli ha pagato la casa con vista Colosseo. ecc… tutti questi ed anche altri (chi fugge con la cassa del partito... chi acquista titoli di studio in Albania, ecc…)…, ecco tutti questi sì che sono parassiti...magari anche criminali!.

Ma chi ha accantonato quattrini onestamente, chi ha lavorato e risparmiato una vita, ed ora investe il suo gruzzolo in titoli lucrando sull’interesse, non è un parassita…è solo uno che è libero di impegnare il proprio danaro col miglior offerente, entro i limiti di legge, con vantaggio proprio e della comunità.

Infatti riuscire a far fruttare il danaro, pur entro rischi calcolati ed entro i limiti di legge, è buon segno: l’economia sta bene!... si contribuisce anzi a migliorarla.

Proprio non capisco perché sia “peccato” ricavare danaro dal danaro!

Infatti non è che quel danaro è perduto ed esiste invano: in mano alle persone giuste e capaci quel danaro produce ricchezza e da un profitto: incrementa la torta disponibile per tutti.

Per gran tempo, infatti, l’economia italiana si è sostenuta sul risparmio dei molti risparmiatori (vedi le molte casse di risparmio) ed ancor oggi l’apporto del risparmio non è da trascurare…soprattutto se permette ai figli e nipoti precari o disoccupati di sopravvivere.

Quindi facciamo attenzione a definire “parassita” questa gente: potrebbe capire l’antifona e…sparire altrove!

*NOTA 1: Sul risparmio.
Mi rendo conto, ovviamente, che può apparire in se contradditorio sostenere l’incentivazione pubblicitaria allo spendere/comprare a confronto con l’adesione a prudenziali comportamenti di risparmio.
Il fatto è che le affermazioni non possono essere assolute: le cose sono relative a particolari momenti ed esigenze…cioè occorre:

1)- spendere e comprare, pur con oculatezza informata, quando ce n’è la possibilità e l’economia tira. Occorre spendere, ovviamente, entro i limiti sostenibili della nostra economia personale/nazionale/globale: in tal modo soddisfiamo due condizioni per noi personalmente essenziali: in parte lo spendere ci gratifica sia per gli oggetti che ci servono e ci piacciono sia per sopperire ai comportamenti che preferiamo: come sarebbero interventi di ordine ludico, culturale…magari di empatia verso il prossimo.

2)- Ma non è necessario essere cicale assolute per sostenere l’economia del momento…occorre essere anche un pò formiche…più o meno a seconda del momento di particolare esuberanza/depressione personale o dell’euforia della economia corrente.

In sostanza gli umani sono una stirpe capace di previsione e previdente…a seconda delle esigenze… e apparirebbe saggio non trovarsi mai completamente a secco…per quanto lo spendere sia confortante personalmente e proficuo per l'economia globale.

*NOTA 2: Il paracadute e il boom.
Anche qui dipende dal tipo di cultura e comune sentire che si instaura o di specifiche modalità di protezione da parte dello stato: nella vecchia cultura anche solo di alcune decine di anni addietro, la società era mediamente più povera…non esisteva, praticamente, un paracadute sociale predisposto dallo stato, ma esisteva la famiglia e si risparmiava di più: si poteva attingere, all’occorrenza, ai buoni di risparmio statali o al libretto postale dello zio ferroviere in pensione.
Di contro il boom del miracolo economico non era ancora scoppiato…e forse proprio per questo non scoppiava: si risparmiava anzichè comprare e investire…del resto il nostro mercato offriva poco…era un circolo chiuso…anche la pubblicità era scarsa.

Che sia stato un bene o un male è difficile dire…certo gli altri paesi dell’occidente europeo e americano, erano più economicamente effervescenti ed oggi dipendiamo ancora dalle loro scelte..
Comunque e fortunatamente una tale propensione al risparmio dei nostri vecchi si è protratta fino agli ultimi decenni e, per ora, ancora ci salva.
Ma siamo agli sgoccioli…e poi?
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Vecchio 02-07-2012, 06.27.20   #38
albert
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Riferimento: Le banche: le vogliamo eliminare?

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Originalmente inviato da albert
Il vero motivo però è quello che diceva un mio ex collega, che prima era stato CIO di una delle principali banche italiane: la gente ama andare al suo sportello, essere riverita e pensare che i suoi soldi sono proprio lì, al sicuro.

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L’ultima frase è un pò di parte: ingiusta e malevola!

Sarà malevola ma è vera, come confermano le tue frasi successive che vantano come vantaggi della banca reale feste e pasticcini … cioè essere riveriti. Io invece preferisco che non si prendano i miei soldi e rinuncio ad essere riverito

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Forse è anche per questo che la mia banca cooperativa offre ogni tanto un vassoio di pasticcini…

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anche solo per discutere l’organizzazione della festa annuale dei soci della banca…

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infatti vedo che ancora sono molti (per lo più artigiani, commercianti, imprenditori, ecc….ma anche altri) che parlottano in banca con un addetto, col direttore, col vicedirettore, con l’esperto in titoli e in fondi, ecc

Già, e così li infinocchiate per bene vendendo i vostri “prodotti” o con prestiti a tassi altissimi. Il punto è che tutta questa gente che intrattiene i clienti viene lautamente pagata, in fine dei conti proprio da chi è intrattenuto.

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Infatti, se io arricchisco, tutti gli altri, in contemporanea, possono fare lo stesso: non c’è contraddizione…ed, entro i limiti legali, tutti possono fare i soldi con i soldi.

Certo. Ci freghiamo tutti a vicenda e alla fine la situazione è la stessa. Ma non sarebbe meglio risparmiarci tutta questa fatica?

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Il manipolare ferraglia per costruire macchine è solo marginale: non lo puoi fare senza una corrispondente massa finanziaria!

Scusa ma non sono proprio d’accordo. Le macchine ti portano in giro (se pensi alle automobili) la “massa finanziaria” la puoi usare solo per fare il bagno nelle banconote alla zio Paperone. E’ chiaro che ci vuole un meccanismo per decidere che macchine produrre e come, il “gioco dei soldi” è sicuramente più efficiente che la pianificazione centralizzata, ma neanche è necessario tutto il castello della finanza che ci ritroviamo oggi.

Se di colpo sparissero tutti i banchieri (esclusi i presenti) e finanzieri del mondo non credi proprio che riusciremmo a sopravvivere senza problemi (anzi, meglio)? Se invece sparissero tutti gli ingegneri e gli operai, quelli che costruiscono la ferraglia, la civiltà crollerebbe nel giro di pochi giorni



Nessun altro che voglia intervenire? Pensate che la finanza sia un settore parassitario o che i finanzieri siano dei simpaticoni che fanno girare l’economia? Ogni intervento è ben accetto

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Vecchio 02-07-2012, 08.30.38   #39
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Riferimento: Le banche: le vogliamo eliminare?

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Nessun altro che voglia intervenire? Pensate che la finanza sia un settore parassitario o che i finanzieri siano dei simpaticoni che fanno girare l’economia? Ogni intervento è ben accetto

Sicuramente dirò una grande sciocchezza, ma credo che la "finanza" di oggi sia la madre di tutti i problemi. A parte il fatto che sarebbe da chiedersi se i "giochi" non siano truccati, perchè a ben pensarci sono solo in pochi a trarre enormi vantaggi (monetari) da tutte le schifenze che vengono pomposamente chiamate "prodotti finanziari" e che, secondo i più ingenui, tutti possiamo in teoria sfruttare per arricchirci con il minimo sforzo.
In realtà il piccolo investitore, convinto di fare chissà quale affare, se fa i conti su un medio periodo si renderà conto che nella migliore delle ipotesi riesce a pareggiare i conti, ovvero a non perdere il capitale iniziale (se non per l'inflazione). Non bisogna infatti vincere il nobel per l'economia (e mi chiedo tra le righe: ma che senso ha il nobel per l'economia ? Allora perchè non assumiamo questi signori per risolvere i nostri problemi ?) per capire che gli indici di borsa sembrano del tutto aleatori e che se oggi guadagno il 10% e domani perdo il 10% alla fine ci ho rimesso ? E se oggi perdo il 10% e domani guadagno il 10% ci ho rimesso comunque ? (Occhio, perchè con le percentuali ci fregano...). Chi ci guadagna sempre o è molto fortunato (come vincere alla lotteria) o sta giocando con le carte truccate (molto più probabile).

Comunque pensare di far soldi con i soldi semplicemente investendo è una vera follia che sta uccidendo l'economia occidentale. Infatti non bisogna essere laureati in matematica per capire che se qualcuno in un dato momento sta guadagnando, ci sono altri che in quel momento stanno perdendo (certo, si possono sempre stampare banconote...) e che le risorse destinate a questi investimenti sono risorse sottratte all'economia reale, quella fatta di uffici, capannoni industriali, gente che lavora e silenziosamente e senza gloria riesce ancora (ma per quanto ?) a far girare la ruota.

Ha ragione Alberto: il mondo della finanza è non solo parassitario, ma anche molto dannoso, e chi lo sta manovrando lo fa in modo scientifico, una vera guerra pianificata anche nei minimi particolari, dove soltanto qualche pollo è stato beccato con le mani nel sacco.
Eretiko is offline  
Vecchio 02-07-2012, 20.54.33   #40
Eretiko
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Originalmente inviato da ulysse
Infatti riuscire a far fruttare il danaro, pur entro rischi calcolati ed entro i limiti di legge, è buon segno: l’economia sta bene!... si contribuisce anzi a migliorarla.

Forse è proprio questo il grosso malinteso: in realtà i grossi capitali accumulati dai maneggioni finanziari non "ritornano" in circolo se non in minima parte e comunque quasi mai investiti in attività produttive. Il vero guaio è che molti imprenditori hanno cambiato mestiere.
Voglio dire, e credo di non poter essere smentito, che l'economia reale si regge sui consumi di massa e non certo sulle "ferrari" vendute a poche persone: contano molto di più gli etti di prosciutto venduti dal supermercato.
Un altro malinteso riguarda lo stile di vita; abbiamo vissuto per anni al di sopra delle nostre reali capacità ed ora il risultato è sotto gli occhi di tutti: rischiamo il fallimento ( e qui ci metto in mezzo anche i finti ciechi, finti invalidi, ecc.).
L'equazione "buona finanza = economia in salute" è falsa, anzi addirittura secondo me sono inversamente proporzionali. Infatti fino al 2008 poche persone hanno accumulato ingenti capitali a scapito proprio dell'economia, e continuano ad accumularli anche in tempo di crisi grazie ai succosi interessi che molti paesi stanno pagando per piazzare i propri titoli di stato (piccolo quiz: chissà se anche questo è il risultato di un vero e proprio "cartello" costruito da un manipolo di manigoldi che ha sul proprio libro paga i signori del rating...)
Eretiko is offline  

 



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