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Vecchio 03-09-2007, 13.13.20   #31
renzananda
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 22-08-2007
Messaggi: 152
Riferimento: Un affondo sulla “conoscenza di se stessi”

Citazione:
Originalmente inviato da fallible
Buon giorno e salve a tutti!
ma è così importante se la consapevolezza è bene o male ....... cara amica , mi spieghi cosa intendi con questa frase? la consapevolezza non credo possa essere classificata "bene o male"....Parlando di esperienza nel momento in cui viene raccontata, essa diviene "elaborazione" della stessa e non "esperienza" ,essa può essere "trasmessa" solo mediante il "giusto atteggiamento" di chi l'ha vissuta:Quello che ci raccontiamo nel forum può essere il fulcro per una nostra introspezione nulla di più claudio


Non solo nell'atto del raccontarla ad altri si perde l'esperienza ma anche nell'istante stesso in cui si "sa" di sperimentarla essa non è già più tale ma già ricordo, interpretazione sfalsata di qualcosa che non è mai accaduto...
renzananda is offline  
Vecchio 03-09-2007, 13.42.53   #32
Flow
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-12-2006
Messaggi: 317
Riferimento: Un affondo sulla “conoscenza di se stessi”

Non scrivo in questo forum per avere un aiuto ne' ho da offrirne, in realta non so perche' sto scrivendo e non ricordo perche' ho iniziato.
Non so se quello che scrivo ha un senso, non ne ho nozione, non riesco ad affernarne nessuna, non ho la piu' pallida idea da dove venghino queste parole.

La difficolta' maggiore negli ultimi giorni e' stata la diffidenza verso gli altri. Questa mattina mi sono reso conto che questa diffidenza non e' mia, non so come spiegarlo ma la diffidenza non mi appartiene, ne' ho modo di generarla nonostante tutti gli sforzi non riesco a trovarla o a crearla.
Allo stesso tempo senza una difesa non c'e' nemmeno una minaccia, come se fossero stati la stessa cosa, una cosa davvero strana..

Quando e' avvenuta l'esplosione ho cercato se vi era conoscenza di qualcosa del genere, come veniva considerata, visto che era in qualche modo fuori dal campo della normalita', dunque sono venuto a conoscenza della cosiddetta 'illuminazione', premetto che prima dell'esplosione non mi ero mai interessato alla religione ne' alla psicologia , mai letto bibbie o robe simili, Buddha e Gesu' li conoscevo solo di nome e anche ora e' cosi'.
L'immagine che mi era fatto dell'illuminazione era qualcosa che risolve tutti i problemi, il che era proprio quello che avevo bisogno perche' solo un miracolo avrebbe potuto rimettermi insieme.

Non capivo se l'esplosione era l'illuminazione oppure no, e ancora non lo so.
La descrizione sembra essere quella, ma c'e' qualcosa di strano, e' come se non riesco a accettare questa descrizione ma non posso nemmeno rifiutarla, il che mi rende del tutto impotente a poter conoscere.
Allo stesso tempo questo 'non sapere' non puo resistere, non puo' continuare.
Sembra che stia per essere inghiottito da un buco nero da un momento all'altro, qualcosa di assolutamente inevitabile. Altre volte e' accaduta questa specie di morte, la differenza e' che in qualche modo so di non correre nessun rischio, e allora sono qui a scrivere, non so perche', non cerco aiuto, ne ho da offrirne..
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Vecchio 03-09-2007, 14.46.13   #33
Yam
Sii cio' che Sei....
 
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Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
Riferimento: Un affondo sulla “conoscenza di se stessi”

x Flow

Se fosse illuminazione non ci sarebbe piu' l'altro e quindi la diffidenza (che e' sempre e solo verso cio' che viene percepito come altro da se').
Io parlerei di uno "sblocco" o di un "risveglio".....

Io non so cosa tu faccia nella vita, quanti anni hai, dove vivi..ma punterei ad una massima integrazione della vita esteriore con quella interiore.
Dopo l'illuminazione il bucato (detto Zen) significa proprio questo.
Piedi per terra.

Se c'e' diffidenza verso l'altro c'e' e basta...ma non e' reale, e' come dici tu retaggio del passato. In quel momento (in cui si manifesta), o poco dopo, puoi tornare al tuo pacifico centro..se lo senti chiaro in te.
Yam is offline  
Vecchio 03-09-2007, 14.50.53   #34
atisha
Ospite pianeta Terra
 
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Data registrazione: 17-03-2003
Messaggi: 3,020
Riferimento: Un affondo sulla “conoscenza di se stessi”

Citazione:
Originalmente inviato da Flow
Non capivo se l'esplosione era l'illuminazione oppure no, e ancora non lo so.
La descrizione sembra essere quella, ma c'e' qualcosa di strano, e' come se non riesco a accettare questa descrizione ma non posso nemmeno rifiutarla, il che mi rende del tutto impotente a poter conoscere.
Allo stesso tempo questo 'non sapere' non puo resistere, non puo' continuare.
Sembra che stia per essere inghiottito da un buco nero da un momento all'altro, qualcosa di assolutamente inevitabile. Altre volte e' accaduta questa specie di morte, la differenza e' che in qualche modo so di non correre nessun rischio, e allora sono qui a scrivere, non so perche', non cerco aiuto, ne ho da offrirne..

no..
l'esplosione non è l'illuminazione.. è la sola rottura di un argine

quasi naturale, quand'esso si rompe d'improvviso, non essere in grado di contenere la portata d'acqua .. e tantomeno i detriti accumulati nel fondo di questo...fiume (d'energia)

ciò che tu senti come il possibile inghiottimento da un momento all'altro è solo secondo la mia esperienza dato dalla "paura"..
la paura del nuovo, del vuoto, del nuovo spazio sconosciuto e di ciò che la tua immaginazione riesce da quella rottura a visionare... anche con quella sorta di rassegnazione che contraddistingue spesso questo passaggio..
però, vedere da quello squarcio, da quella rottura è come voler riconoscere tutto lo scenario da tre pezzi di un puzzle da 1000 o più...


Dire che non cerchi aiuto non è esatto però..
l'umiltà di chiedere e di accettare è un sentiero.. very very importante.. per ritrovare la giusta armonia


[
atisha is offline  
Vecchio 03-09-2007, 17.31.17   #35
gyta
______
 
L'avatar di gyta
 
Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
Qualche considerazione..

Citazione:
Originalmente inviato da Lord Kellian
..uno scopo dell'analisi quello di riscoprire il vero sé. Ma io ho dei dubbi su questa teoria. Infatti non credo esista un vero sé da riscoprire. Semmai un sé da creare.
Citazione:
Originalmente inviato da VanLag
Molti dei maestri che ho letto indicavano molto il “dove” cercare ma non il “come” cercare
Citazione:
Originalmente inviato da atisha
i libri servono.. le parole altrui anche..
ma fino a che non si accetta profondamente la propria via, con la propria particolarità, la propria coscienza troverà davvero difficile Comunicare con noi..
Infatti, il <come> (anche a mio avviso!) non è che strada irripetibile e personale!

Citazione:
Originalmente inviato da VanLag
Una volta stabilito che sono “le false idee che abbiamo di noi stessi”, che ci precludono l’accesso alla “conoscenza” emerge la domanda su come rimuovere queste false idee e quale via seguire, per arrivare ad una corretta conoscenza di se stessi.
Se quel che vai cercando è la sostanza Reale
allora qualunque idea sarà sempre "falsa" poiché interpretazione mentale del Reale che siamo e in cui.. siamo immersi!

La conoscenza di se stessi è di norma la conoscenza dei nostri moti mentali,
<giusti> od <errati> che siano. Sono reputati di norma <giusti> quando non vengono a creare un conflitto <squilibrato> tra pulsioni ed io (in senso psicologico); ed altrettanto vengono di norma considerati <giusti> quando il loro grado di conflittualità non supera la soglia di guardia della morale sociale storica.. in corso! Siamo nell'ambito del movimento a fini sociali:
poiché anche il grado di accomodamento tra le pulsioni inconsce e l'io strutturato è comunque filtrato dal tipo di morale sociale.. in corso!

Sono d'accordo con Lord Kellian quando afferma non vi sia alcun sé (in senso psicologico) da scoprire ma anzi da "creare" (!) Ed infatti anche secondo il mio modo d'intendere alla riscoperta del nostro <vero io> (sempre in senso psic.) giungeremo semplicemente alla <pulizia> di quei blocchi che hanno reso impotente e frenato la nostra spinta solare, naturale, alla vita.. Null'altro!! Ma ancora ci troveremo davanti ad un <io> strutturato ma equilibrato in sé medesimo e non certo di fronte ad un sottostante sé Reale inteso in senso spirituale ! Al di sotto dell' <io> squilibrato (<pulito>, sbloccate le distorsioni) non c'è e non ci può essere altro che un <io> di crescita armonica, ma scavando ancora non troveremo altro che tutta l' <organizzazione mentale inconscia> elaborata da milleni: i nostri istinti codificati e parzialmente elaborati nel corso dei secoli..

La Realtà <spirituale> non è mentale; la conoscenza del sé mentale che porta al vero "Io" ("Sé") -come s'intende in ambito spirituale- non è che la modalità attraverso cui giungere ad una matura e piena coscienza che svela -al momento <giusto>- l'evanescenza stessa di quel sé, dei pensieri-imput che lo formano, la loro profonda inconsistenza, l'assoluta relatività finalizzata esclusivamente a questa dimensione umana-mentale, oltre cui non possono servire né tanto meno giungere.
Ogni <versione> mentale di quel Sé non è che ancora una volta <Falsa>, poiché si tenta di esprimere una Realtà che trascende tempo e spazio, finitezza ed infinitezza entro invece tali parametri fondamentalmente <finiti> ! Ma tale trascendenza è al contempo immanenza e come tale identificabile nella stessa realtà filtrata da questi sensi, restando comunque non verosimilmente esprimibile per ciò che è nella sua <Totalità>, nella sua Realtà. Si parla di Realtà quando viene a mancare ogni altro termine di contrasto o paragone; Unità poiché Uno senza secondo.. mentre in questa relativa visione apparentemente l'Uno E' poiché lo specchio diviene possibile attraverso le apparenti altre forme-soggetto ( da qui l'apparente dualità materia di contrasto per alcuni pensatori ); differentemente non vi sarebbe alcuno a pronunciare quel "Uno E' " : Sarebbe. (Punto)

Il conoscere sé stesso formula sostanziale della ricerca non è quindi che mezzo attraverso cui giungere alla scoperta che non esiste alcun sé stesso da conoscere.. ! Che al di sotto dell'apparenza la mente prende la forma di ciò che realmente è : un aggregato di evanescente duttilità, ma espressa in tali termini sembra ancora abbia realtà in sé, mentre tale <realtà> appartiene ancora alla dimensione organizzatrice apparente del sentire mentale, mente che altro non è che uno dei <colori-veste> di quella Realtà <Ovunque> dimorante, ma dire anche <Ovunque> le rende come forma <spaziale> e si ricade nuovamente nel dualismo indispensabile ma fallace ai fini del non-falso in senso assoluto!


Forse così si riesce meglio a comprendere l'enigmatica frase
riportata da :

Citazione:
Originalmente inviato da faqir
Chi conosce se stesso così com’è ( cioè con i sui limiti umani),
conosce il suo Signore così com’è (cioè senza limiti)


Gyta
gyta is offline  
Vecchio 03-09-2007, 19.14.53   #36
samarcanda
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Riferimento: Un affondo sulla “conoscenza di se stessi”

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Originalmente inviato da fallible
Buon giorno e salve a tutti!
ma è così importante se la consapevolezza è bene o male ....... cara amica , mi spieghi cosa intendi con questa frase? la consapevolezza non credo possa essere classificata "bene o male"....Parlando di esperienza nel momento in cui viene raccontata, essa diviene "elaborazione" della stessa e non "esperienza" ,essa può essere "trasmessa" solo mediante il "giusto atteggiamento" di chi l'ha vissuta:Quello che ci raccontiamo nel forum può essere il fulcro per una nostra introspezione nulla di più claudio

Caro Claude, ho sbagliato a non scrivere la punteggiatura, la frase corretta è:
"ma è così importante se la consapevolezza è, bene o male,....... a posteriori
rispetto all'esperienza?"; il bene o male ha significato incidentale, suona come dire "più o meno",
tipo interlocuzione....la domanda è 1 interrogativa implicita e cioè presume che non sia così importante essere consapevoli durante o dopo l'esperienza,
che non sia 1 questione di tempo......
l'importante è esserlo......forse sono stata 1 po' contorta......
samarcanda is offline  
Vecchio 03-09-2007, 19.33.59   #37
fallible
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Riferimento: Un affondo sulla “conoscenza di se stessi”

Salve!
conoscere sé stesso formula sostanziale della ricerca non è quindi che mezzo attraverso cui giungere alla scoperta che non esiste alcun sé stesso da conoscere.. ! Che al di sotto dell'apparenza la mente prende la forma di ciò che realmente è : un aggregato di evanescente duttilità, ma espressa in tali termini sembra ancora abbia realtà in sé, mentre tale <realtà> appartiene ancora alla dimensione organizzatrice apparente del sentire mentale, mente che altro non è che uno dei <colori-veste> di quella Realtà <Ovunque> dimorante, ma dire anche <Ovunque> le rende come forma <spaziale> e si ricade nuovamente nel dualismo indispensabile ma fallace ai fini del non-falso in senso assoluto!


Non solo nell'atto del raccontarla ad altri si perde l'esperienza ma anche nell'istante stesso in cui si "sa" di sperimentarla essa non è già più tale ma già ricordo, interpretazione sfalsata di qualcosa che non è mai accaduto...

Ecco il muro che si deve "superare"...(almeno per me) l'esperienza è sfalsata...il sentire mentale ricade nuovamente nel dualismo indispensabile ma fallace.... allora che fare??
ps non voglio essere ermetico semplicemente non riesco ad esprimere più chiaramente l'impasse in cui mi trovo; mi sembra che infine solo l'azione quotidiana possa in pratica portare un contributo alla "crescita" (che poi crescita non è ) ciao claudio
fallible is offline  
Vecchio 03-09-2007, 20.18.52   #38
renzananda
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Riferimento: Un affondo sulla “conoscenza di se stessi”

Satori, kensho, nirvana, shock, conoscenza di sè..tutto ottimo. Ma sembra che si presupponga a priori un soggetto di una qualche esperienza. Sapere l'esperienza, saper"si" nell'esperienza è già esserne fuori (ci si fosse mai stati dentro..), mai nell'atto ma solo nell'azione, nell'eco di una memoria fallata e fallita, in un racconto d'altri di quanto non è mai "stato" (in alcuno stato)
renzananda is offline  
Vecchio 03-09-2007, 23.18.22   #39
VanLag
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Riferimento: Un affondo sulla “conoscenza di se stessi”

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.........in realta non so perche' sto scrivendo e non ricordo perche' ho iniziato.
Forse perché altri avevano bisogno di leggere quello che hai scritto.

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Vecchio 04-09-2007, 10.34.33   #40
atisha
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Citazione:
Originalmente inviato da VanLag
Forse perché altri avevano bisogno di leggere quello che hai scritto.


certo... più che bisogno lo chiamerei "desiderio" di conoscere lo scrivente.. perchè no?

non dire che tu non avevi quel "desiderio"..

se non avessi quel desiderio di riConoscere l'altro nel suo cammino starebbe a significare qualcosa di peggiore..
atisha is offline  

 



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