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Vecchio 15-11-2006, 19.58.14   #11
fallible
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Ciao!
penso che si possa essere sicuramente daccordo riguardo la meditazione, mi riferivo al respiro non come mezzo di meditazione ma ponevo l'attenzione sull'apetto fisiologico e sulla sua perfezione ciao claudio
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Vecchio 15-11-2006, 23.13.19   #12
Yam
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Originalmente inviato da fallible
Ciao!
penso che si possa essere sicuramente daccordo riguardo la meditazione, mi riferivo al respiro non come mezzo di meditazione ma ponevo l'attenzione sull'apetto fisiologico e sulla sua perfezione ciao claudio

Gia'...respiro breve e veloce ...tanti pensieri e agitazione ed emotivita' ed ansia...ovvero atteggiamento complulsivo nei confronti dell'oggetto...respiro profondo e lento...mente pacificata.....diminuzione della brama....
In se e' come se ognuno di noi e ogni essere vivente fosse attaccato a quello stesso "spazio" da cui succhiamo, come da un cordone ombelicale, l'essenza vitale..
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Vecchio 16-11-2006, 08.24.57   #13
atisha
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Originalmente inviato da Yam
Gia'...respiro breve e veloce ...tanti pensieri e agitazione ed emotivita' ed ansia...ovvero atteggiamento complulsivo nei confronti dell'oggetto...respiro profondo e lento...mente pacificata.....diminuzione della brama....
In se e' come se ognuno di noi e ogni essere vivente fosse attaccato a quello stesso "spazio" da cui succhiamo, come da un cordone ombelicale, l'essenza vitale..

sì, esiste una relazione diretta tra la mente e l’energia vitale, perché sono due aspetti dello stesso fenomeno...
l’energia vitale segue un movimento naturale come il pensiero ed è quindi necessaria in tutte le nostre azioni.
infatti, se rallentiamo il respiro..anche il pensiero si distende..rallenta.
deducendo, controllando questa forza vitale, anche la mente viene domata, perché sono interdipendenti...
Questa interdipendenza sta anche alla base della guarigione esoterica.
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Vecchio 16-11-2006, 15.47.53   #14
Padmani
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La meditazione è 'esplorazione della mente'. Solo che ci troviamo di fronte al famoso paradosso: come la mente può esplorare se stessa? E' come se volessimo guardare il nostro viso senza uno specchio, cioè una cosa impossibile. La meditazione ci insegna ad osservare la mente, senza cadere nel giudizio e nel modo ordinario di giudicare in base ai dualismi bene/male, giusto/sbagliato, cosa che facciamo di continuo. La meditazione ci guida a vedere i pensieri come oggetti, per cui non ci aggrappiamo più ad essi ma li osserviamo e basta. Ci sono scuole e tecniche diverse per fare questo, tutte valide e adatte ai vari tipi di esseri umani e alle varie culture. Ora, assodato questo, io mi porrei un'altra domanda: perchè gli uomini si rivolgono alla meditazione? Non dico noi moderni occidentali stressati, ma perchè da millenni in tutte le culture ci sono stati meditatori che, con diverse tecniche, hanno cercato di avere esperienza della dimensione spirituale?
Padmani is offline  
Vecchio 16-11-2006, 17.07.49   #15
fallible
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Buona sera!
Così di getto.......perchè essendo un agglomerato di cellule cerchiamo di fonderci, pur già essendoci, con il Tutto! claudio
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Vecchio 16-11-2006, 17.27.40   #16
Yam
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Buona sera!
Così di getto.......perchè essendo un agglomerato di cellule cerchiamo di fonderci, pur già essendoci, con il Tutto! claudio

Forse lo siamo gia'...
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Vecchio 17-11-2006, 11.36.43   #17
Yam
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Originalmente inviato da Padmani
La meditazione è 'esplorazione della mente'. Solo che ci troviamo di fronte al famoso paradosso: come la mente può esplorare se stessa? E' come se volessimo guardare il nostro viso senza uno specchio, cioè una cosa impossibile.
Allora e' inutile meditare.

Benvenuto!
Lo specchio c'e'.....so che sai...ma io sono pignolo. Vediamo di individuare questo specchio che e' simbolo di tanti insegnamenti tra cui lo Dzogh Chen.
Provo comunque ad andare in profondita'..chissa mai....ogni tanto si puo' anche provare....

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La meditazione ci insegna ad osservare la mente, senza cadere nel giudizio e nel modo ordinario di giudicare in base ai dualismi bene/male, giusto/sbagliato, cosa che facciamo di continuo. La meditazione ci guida a vedere i pensieri come oggetti, per cui non ci aggrappiamo più ad essi ma li osserviamo e basta.


La meditazione non ci insegna affatto questo, perche' e' gia' cosi e cioe' l'identificazione totale con la funzione discorsiva della mente, e' l'identificazione con l'oggetto, da parte di un soggetto che fa esperienza nella dualita'. Cosi come lo hai espresso tu sembra uno che guarda le macchine passare per strada....in uno stato di incoscienza e passivita'....
La meditazione, anche se sarebbe meglio dire la contemplazione (perche' meditazione e' concentrazione su un oggetto della mente), ci insegna a riconoscere la non dualita'....se tu dici che c'e' qualcuno che osserva degli oggetti, quel qualcuno e' un soggetto....
Per esempio nello Dzogh Chen, ma e' cosi anche per le altre tradizioni, c'e' una base di purezza primordiale (tib.Gzhi) che e' come il cielo sempre libero dalle nuvole e che in meditazione e' quello spazio vuoto che scopriamo all'inizio tra un pensiero e l'altro. In seguito lo riconosciamo come spazio infinito che contiene tutto l'universo (interno ed esterno). Questo Stato e' puro e incontaminato da sempre (tib. Ka-dag Chen-po). Non c'e' pero' solo questo spazio che sembra assorbirci in uno stato di incoscienza, c'e' una forma di Coscienza (tib. Rig.Pa) o Consapevolezza che e' come un Sole che risplende in quel Cielo....e questo Sole risplende sempre, perfetto e inalterato, e' cioe' lo Stato Naturale perfetto cosi come e'...(tib. ma bcos pa..letteralmente "che non ha bisogno di correzioni").....Quando ci sono molte nuvole (pensieri...per esempio) quel Sole risplende sempre dietro alle nuvole...non puo' essere oscurato.
Questi due, lo Spazio e la Consapevolezza (che in altre tradizioni sono il padre o la madre e il figlio o la figlia...)sono puri sin dall'inizio, cioe' non sono toccati dagli eventi del fenomenico, nel caso della nostra piccola meditazione formale...non sono toccati dai pensieri.
Ma cosa sono i pensieri?
Nello Dzogh Chen sono energia (tib. rTsal)...e questa energia sorge spontaneamente dalla base primordiale (dal Vuoto) e li ritorna (vacuita'..della base primordiale tib. Ye Gzhi origine del Samsara e del Nirvana).
L'energia rTsal non sono solo i pensieri ma qualsiasi cosa si manifesta, l'energia rTsal e' la potenzialita' creativa della base primordiale (nello Shivaismo e' Shakti). La manifestazione dell'energia creativa e' spontaneamente perfetta e continua (tib. lhun ghrub).
Tutti questi aspetti, essenzialmente vuoto-consapevolezza ed energia (Sat Cit Ananda nell'induismo) sono, benche noi ne parliamo separatamente, indissolubilmente uno stato solo (tib. dbyer med).
La pratica della contemplazione e' rimanere in questo stato....che come giustamente osservi e' assenza di giudizio.


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Ora, assodato questo, io mi porrei un'altra domanda: perchè gli uomini si rivolgono alla meditazione? Non dico noi moderni occidentali stressati, ma perchè da millenni in tutte le culture ci sono stati meditatori che, con diverse tecniche, hanno cercato di avere esperienza della dimensione spirituale?

Perche' l'uomo e' un essere spirituale.
Cio' che non ho detto e' che l'essenza di quell'energia e' Ananda e Karuna e cioe' Gioia e Compassione e anche uguaglianza ed equanimita'....caratteristiche dell'umano profondo sentire del cuore, ora chiuso...ma che si puo' aprire lasciando sgorgare quel nettare....vera natura del contenuto dell'Anima....purificata.
Dimorando in quello stato piano, piano energera' la Gioia Naturale...che e' senza oggetto....la nostra vera natura profonda...
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Vecchio 17-11-2006, 14.00.35   #18
Mirror
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Originalmente inviato da Padmani
...perchè da millenni in tutte le culture ci sono stati meditatori che, con diverse tecniche, hanno cercato di avere esperienza della dimensione spirituale?

Probabilmente perchè è stato verificato, constatato con l'esperienza, che la Meditazione, o Contemplazione secondo alcuni ,è il miglior espediente, mezzo, per poter trascendere l'identificazione con la mente ordinaria -spirituale o meno- e immergersi in uno stato di Pura Consapevolezza, in una Visione e percezione non duale di sè stessi e del mondo.

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Vecchio 17-11-2006, 21.27.53   #19
Padmani
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Bentrovati e buonasera!

Yam tu dici:
''La meditazione, anche se sarebbe meglio dire la contemplazione (perche' meditazione e' concentrazione su un oggetto della mente), ci insegna a riconoscere la non dualita'....se tu dici che c'e' qualcuno che osserva degli oggetti, quel qualcuno e' un soggetto....''


Si,è vero, ma sappiamo anche che esistono vari tipi di meditazione. Shinè (o shamata) è un poco diversa dalla meditazione Dzogchen. Lo shinè consiste nel mantenere uno stato di vigilanza e attenzione e in questo stato osservare la mente. Siccome è impossibile che la mente osservi se stessa, osserviamo il prodotto della mente, cioè il pensiero.Non è un processo passivo o incosciente: tutt’altro. Infatti è con lo shinè che ci abituiamo a rimanere ‘presenti’, cioè vigili,. Osservando il pensiero, non ci afferriamo ad esso,non lo seguiamo, ne prendiamo atto e basta. Cominciamo così ad avere esperienza dell’impermanenza dei pensieri e a ‘mollare la presa’. Cominciamo a vedere che ‘i pensieri nascono e si dissolvono come nuvole nel cielo’ e della loro sostanziale vacuità. Fin qui ci hanno insegnato tutte le scuole del Buddismo Mahayana. Ma lo Dzogchen va ancora più in là. Nello Dzogchen si dà grande importanza alla ‘presenza’. Lo Dzogchenpa è sempre presente, sempre aperto e attento, non solo durante le sedute di meditazione, ma pure quando mangia e dorme.Per lo Dzoghen tutto è manifestazione dello stato Naturale, che è sempre presente in noi: si tratta solo di riconoscerlo. Il riconoscimento dello Stato, che tu hai così ben descritto, non può però avvenire per gradi né usando l’analisi o la logica. Anzi è proprio abbandonando ogni logica,prodotta dalla mente concettuale, che possiamo aprirci all’esperienza della nostra vera natura. Questa esperienza è ineffabile,non si può descrivere, sfugge a qualsiasi definizione.Se diciamo che è lo spazio vuoto tra un pensiero e un altro abbiamo già concettualizzato,perché la mente fa questo di continuo, e quindi eccoci ad affannarci per riottenere quell’attimo fuggente…. La meditazione Dzogchen invece fa leva sulla presenza continua, anche con il supporto di visualizzazioni (per esempio la A) e suoni.
Per quanto riguarda la questione del perché facciamo questo….anche io sento di potermi sbilanciare a dire chiaramente quello che penso: meditiamo perché abbiamo fortissimi ricordi dello Stato Naturale,che è la nostra vera natura, e perché lo abbiamo già conosciuto, in vite precedenti. Altrimenti non si spiega perché tanti passino anni a meditare né come mai sono sopravvissuti fino a noi antichissimi e preziosissimi insegnamenti.
Ciao E Grazie per questo interessantissimo scambio!
Padmani is offline  
Vecchio 18-11-2006, 10.33.09   #20
Yam
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Originalmente inviato da Padmani
La meditazione Dzogchen invece fa leva sulla presenza continua, anche con il supporto di visualizzazioni (per esempio la A) e suoni.


Si e' corretto cio' che dici, un minimo di concentrazione mentale e' necessario. lo Dzogh Chen fonde la pratica della concentrazione con quella della contemplazione..
La cosa piu' difficile e' non affidarsi ad una nuda presenza staccata dal sentire spontaneo del cuore.

Se tu usi come supporto per il guru Yoga una A (che sia il semplice suonarla o visualizzarla o entrambi), quello e' Shine', anche se ti viene detto che quello e' il modo di collegarsi alla trasmissione. Ogni volta che c'e' un "oggetto" quello e' Scine', Samatha ovvero meditazione per la quiete mentale.
Il vero Dzogh Chen non utilizza supporto alcuno e non contiene neanche le tre serie (Sem De, Longde e Upadesha)....ma su questo non mi pare il caso di discutere in questa sede.

Ultima modifica di Yam : 18-11-2006 alle ore 10.54.02.
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