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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere.
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Vecchio 04-12-2007, 08.50.31   #111
emmeci
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Data registrazione: 10-06-2007
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Riferimento: Credi o no?

Credi o no?
E' una domanda che continuamente ritorna nel forum, tanto che un religioso potrebbe insinuare che è ispirata da un demonio che vuole tentarci mantenendosi apparentemente neutrale, cioè lasciandoci in possesso di quel libero arbitrio che, nonostante tutto ciò che i teologi dicono, il padreterno non ci concede, visto che per chi non crede è pronto l’inferno. Ma questa potrebbe essere una vecchia teoria che non imbarazza più alcuno.
Resta il fatto che noi torniamo sempre sull’argomento, cioè siamo costretti, a ogni apertura di “riflessioni.it”, ad affrontare il problema Dio. Possibile che, come suggeriscono gli atei, questa ossessione derivi dal fatto che non ci sappiamo staccare da un fondo ancestrale di superstizioni e false paure?
Io penso che al fondo di tutto questo ci sia effettivamente qualcosa di importante se non di vitale per noi, ossia il bisogno di conoscere l’assoluto e addirittura di impadronircene – per questo diamo all’assoluto il nome Dio e ne facciamo un essere in qualche modo simile a noi, un ego elevato a una grandiosa potenza, considerato perfetto e immortale – ed è questo lo sbaglio in cui è incorso il primo sciamano, cioè il fondatore delle religioni: l’aver raffigurato e descritto l’assoluto e averlo battezzato “Dio” – subito seguito da altri sciamani in una gara ad accaparrarsi il Dio più potente e utile al proprio popolo se non personalmente a loro. Ed è per questo che ce ne poniamo continuamente il problema. Perché al suo fondo c’è l’ansia insopprimibile dell’assoluto, travestita in un essere gigantesco che preme su noi e alla fine gioca con noi o – per meglio dire – siamo noi che attraverso Dio giochiamo con noi, librandoci tra una situazione reale (io sono qui, guardo, scrivo al computer…) e una situazione fantastica ma ossessionante (Dio è là, mi guarda, giudica e magari mi ha già mandato nel purgatorio della storia anziché, come crede Severino, subito in paradiso.
Ed è questo, in fondo, il dilemma che non ci lascerà mai, quanto più le religioni sembrano perdere di credibilità e di potere: io credo o non credo?
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Vecchio 04-12-2007, 13.11.51   #112
Dasein
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Riferimento: Credi o no?

Citazione:
Originalmente inviato da emmeci
Credi o no?
E' una domanda che continuamente ritorna nel forum, tanto che un religioso potrebbe insinuare che è ispirata da un demonio che vuole tentarci mantenendosi apparentemente neutrale, cioè lasciandoci in possesso di quel libero arbitrio che, nonostante tutto ciò che i teologi dicono, il padreterno non ci concede, visto che per chi non crede è pronto l’inferno. Ma questa potrebbe essere una vecchia teoria che non imbarazza più alcuno.
Resta il fatto che noi torniamo sempre sull’argomento, cioè siamo costretti, a ogni apertura di “riflessioni.it”, ad affrontare il problema Dio. Possibile che, come suggeriscono gli atei, questa ossessione derivi dal fatto che non ci sappiamo staccare da un fondo ancestrale di superstizioni e false paure?
Io penso che al fondo di tutto questo ci sia effettivamente qualcosa di importante se non di vitale per noi, ossia il bisogno di conoscere l’assoluto e addirittura di impadronircene – per questo diamo all’assoluto il nome Dio e ne facciamo un essere in qualche modo simile a noi, un ego elevato a una grandiosa potenza, considerato perfetto e immortale – ed è questo lo sbaglio in cui è incorso il primo sciamano, cioè il fondatore delle religioni: l’aver raffigurato e descritto l’assoluto e averlo battezzato “Dio” – subito seguito da altri sciamani in una gara ad accaparrarsi il Dio più potente e utile al proprio popolo se non personalmente a loro. Ed è per questo che ce ne poniamo continuamente il problema. Perché al suo fondo c’è l’ansia insopprimibile dell’assoluto, travestita in un essere gigantesco che preme su noi e alla fine gioca con noi o – per meglio dire – siamo noi che attraverso Dio giochiamo con noi, librandoci tra una situazione reale (io sono qui, guardo, scrivo al computer…) e una situazione fantastica ma ossessionante (Dio è là, mi guarda, giudica e magari mi ha già mandato nel purgatorio della storia anziché, come crede Severino, subito in paradiso.
Ed è questo, in fondo, il dilemma che non ci lascerà mai, quanto più le religioni sembrano perdere di credibilità e di potere: io credo o non credo?


Sono sostanzialmente concorde, dentro di me però (forse sarà un demone) si aggira una convinzione: il Dio che le religioni descrivono e l'idea che noi ne abbiamo non corrisponde affatto a quel Dio che se ci fosse dovrebbe essere.
Per me l'idea di Dio si deve coniugare all'idea di tutto e verità assoluta.
Siccome ancora non trovo questa verità assoluta, la mia ricerca non si arresta al Dio cristiano ad esempio, e se un giorno dovessi trovarla potrò dire di aver trovato Dio.
Ma Dio è molto di più dell'uomo più potente e dominante di tutti, cioè dell'uomo che noi vorremmo essere.
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Vecchio 04-12-2007, 14.37.48   #113
emmeci
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Riferimento: Credi o no?

E’ precisamente, Dasein, ciò che ho cercato di dire. Del resto tu potrai, da esperto di Heidegger, riconoscere che è ciò cui perviene in certo modo anche lui, il filosofo che ha cominciato a pensare all’io umano come all’ente che è aperto al suo mondo in tutte le sue utilità e finitezze, per arrivare a innalzare su di esso quel monumento all’Essere che, rivelandosi e nascondendosi nelle varie epoche, “è molto di più dell’uomo più potente di tutti”, e che assomiglia a Dio.
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Vecchio 04-12-2007, 22.37.55   #114
Dasein
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Riferimento: Credi o no?

Citazione:
Originalmente inviato da blackgin
A me sa che fraintendi un pò il significato di ateo..
Ateo non indica una persona che crede che dopo la morte ci sia il nulla..
Ateo significa semplicemente che non crede nell'esistenza di un dio..
Eppure non sei l'unico che la pensa così.
Certo ci sono gli atei che credono che dopo la morte non ci sia nulla.. ma non generalizziamo..
;-)


Il filosofo contemporaneo italiano più famoso appartiene alla categoria di chi non crede in Dio tuttavia esclude categoricamente la possibilità del nulla dopo la morte...in questo senso hai perfettamente ragione a rivendicare una distinzione tra diversi tipi di ateismo.
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Vecchio 04-12-2007, 22.40.04   #115
Dasein
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Riferimento: Credi o no?

Citazione:
Originalmente inviato da Socrate78
Il tuo post non mi convince affatto. L'uomo non vive solo di presente, ma è sempre proiettato verso il futuro e si pone degli obiettivi che riguardano il futuro. Perchè dovrebbe essere vietato guardare oltre questa vita e porsi l'obiettivo di raggiungere un giorno l'eternità? Vivere sempre nel presente per me significa perdere la dimensione della progettualità: purtroppo tale modo di pensare oggi va molto di moda.
Soren Kierkegaard diceva che l'obiettivo dell'eternità dava veramente senso alla vita, proprio perchè permette di superare la finitezza degli obiettivi che ogni uomo si propone e fa sì che la vita sia un continuo cammino verso il perfezionamento.
Ritornando al discorso di prima, non ti sembra che se un individuo perda totalmente coscienza di sè questo sia un regresso? Che senso ha perfezionarsi, migliorarsi, se poi si ritorna nel nulla in cui si era prima di nascere? Sarebbe un azzeramento, un regresso spaventoso.
Inoltre rifletti anche su un altro aspetto: nella vita si incontrano persone a cui ci si affeziona profondamente, e poi, per vari motivi, non si incontrano più. Non è forse bello credere che un giorno si possano incontrare in un mondo trascendente? Sarà pure una colossale illusione, ma voglio crederci.
Inoltre tu dici che non bisogna cercare dall'esterno motivazioni per "tirare avanti ogni giorno": ma in realtà se ci si ferma a pensare un attimo ( prescindendo adesso dalla fede religiosa ) scopri che tutto nella vita è effimero, precario e, in ultima analisi, vuoto.
Dietro ad ogni gratificazione c'è sempre un limite che conduce l'uomo a desiderare sempre qualcos'altro, in una ricerca continua di un bene che non si riesce mai a trovare appieno.
Infatti alcuni pensatori atei ( soprattutto Sartre ) hanno ben percepito che la ricerca dell'uomo verso la felicità è destinata a subire un continuo scacco; e, per restare in Italia, tutta la poesia del Leopardi (ateo convinto ) è piena di riflessioni sulla precarietà di ogni piacere che l'uomo prova e sul fondamentale non-senso dell'esistenza.
Quindi non è vero che se si è atei si viva meglio,anzi: l'ateismo coerente conduce all'infelicità e al pessimismo.........


Quindi un pensiero si misura dalla sua utilità al vivere meglio?
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Vecchio 15-12-2007, 15.47.54   #116
emmeci
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Riferimento: Credi o no?

Temo proprio di no, Desein, se la forza del pensiero si basa sulla capacità di arrivare al vero e il vero, nonostante milioni di anni di allenamento, non sappiamo ancora se sia confortante o sconfortante per la specie-uomo. “L’uomo non durerà – dice Cioran – perché, insidiato dall’isterilimento, dovrà pagare per la sua troppo originale carriera”, mentre sembra di avviso contrario il più illustre filosofo italiano contemporaneo, citato da Dasein. E’ vero che Cioran offre un rimedio forse efficace: “imparare a essere perdenti”.
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Vecchio 15-12-2007, 19.06.48   #117
daniele75
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Riferimento: Credi o no?

Il non credere in qualcosa di "superiore" che abbia permesso o creato la vita é attualmente privo di fondamenti,come del reste credere.
Ci si può schierare o seguire chi propone una sorta di "autocertificazione della verità" ma si rimane comunque in balia delle onde del mar sapienza.....
Attualmente "secondo me" si deve credere in qualcosa di "superiore a noi",almeno lo spero,altrimenti siamo nei guai!

Il seme del divino stà dentro ognuno di noi,ricoperto di tanta polvere.

Comunque io credo...
daniele75 is offline  
Vecchio 15-12-2007, 22.22.23   #118
kore
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La vita un continuo cammino verso il perfezionamento?
Non mi pare, dando un'occhiatina in giro io trovo che l'uomo sia ancora più solo e schiavo che in passato. Oggi si vive per servire la macchina, e una persona normale sgobba dalla mattina alla sera, magari facendo un lavoro alienante, come operaio o cassiere in un supermercato.
In questi casi è vero, l'illusione aiuta moltissimo. Si spera, in una vita nell'Oltre, di "vivere" e non di vivacchiare.
Ma se si crede che la vita ci sia dato di viverla una volta soltanto, allora forse, invece di accontentarsi sprecandola al servizio del padrone, la si difenderebbe con più forza, le si assegnerebbe molto più valore, proprio perchè tutto passa, niente sarà per sempre.
E' il credere in un Oltre, semmai, che rende questa nostra vita orrendamente vuota e priva di senso.
Perfezionarsi, secondo i miei valori, ha senso proprio perché dobbiamo morire.
Siamo il paese più corrotto e culturalmente arretrato dell'Europa Occidentale e abbiamo il Vaticano in casa.
Comincio seriamente a pensare che mentre noi "crediamo" altri ingrassano.
kore is offline  
Vecchio 03-01-2008, 01.01.28   #119
Koli
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Ho provato a leggere un pò i vostri commenti,(non tutti,per evidenti questioni riconducibili alla mancanza di tempo), prima di scrivere il mio.
Siccome ho notato che è stato citato il filosofo italiano più illustre, mi è venuto in mente quello che dice riguardo al "credere".
Parafrasandolo;non si può fare una distinzione fra credenti e non, in quanto tutti credono in qualcosa.
E' chiaro che per vivere dobbiamo essere pieni di fede, ma non soltanto in Cristo, ma anche nella stabilità del pavimento.(La fede e il problema della verità).Il Grillo.

Se mi siedo su una sedia è perchè credo, prima di tutto che la suddetta sedia esiste, e poi, che reggerà il mio peso.
Continua dicendo altre cose...
Koli is offline  
Vecchio 03-01-2008, 07.15.05   #120
emmeci
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Riferimento: Credi o no?

Koli: quello che dici riferendoti al filosofo illustre, è stato affermato, negato, dibattuto in lungo e in largo nell’argomento: “Fede e ragione: un contrasto insolubile?”, che fin dal messaggio d'apertura impostava il problema nei termini da te prospettati.
Penso che sia utile darvi un'occhiata, se hai tempo. Tocca lo stesso problema pure l’argomento “Anche le scienze vivono di fede”.
emmeci is offline  

 



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