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Vecchio 21-01-2014, 23.42.52   #131
gyta
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"

@ Duc in altum & non solo.

Quello che sto cercando di evidenziare è che la coscienza divina si realizza nella mente umana
secondo le differenti caratteristiche mentali della persona desiderosa di coglierla.

Gli scritti sacri ispirati non fanno eccezione.
Quelli scientifici, nemmeno.

Il giusto agire.. pure.


Forse quella "uguaglianza" ricercata a fondamento di un giusto agire
non può che iniziare con questa consapevolezza.
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Vecchio 22-01-2014, 11.01.55   #132
sgiombo
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"

Duc in altum!:
Infatti, rispondere all'eventuale amore divino, avere fiducia nel suo sentimento, è simile, analogo, comparabile, al consegnarsi fiduciosamente, al rispondere sentimentalmente, all'amore di qualcuno che si dice innamorato di noi.
Non è un capriccio è la quotidianità oggettiva!!

Ulteriore esempio per farti meglio comprendere:
+ un giornalista intervistando un noto scienziato:- "...pensa che ci sia una dimensione trascendentale?..."
+ scienziato:- "...credo solo in ciò che si può provare scientificamente!..."
+ giornalista:- "...lei crede che sua moglie la ami?..."
+ scienziato:- "...certo che lo credo!..."
+ giornalista.- "...me lo può provare in modo scientifico?..."

Sgiombo:
Appunto! come la fiducia soggettiva dello scienziato nella fedeltà della sua donna non lo garantisce oggettivamente da eventuali corna, così la fiducia soggettiva del credente non lo garantisce oggettivamente dalla falsità delle scritture.




Duc in altum!:
Esatto, le tue scelte per agire giustamente, quale fondamento dell'uguaglianza umana, si sono fermate alla legge di Mosè (circoncisione, lapidazione, ecc. ecc., in pieno stile ebraico o musulmano), mentre la morale risultante dalle parabole evangeliche consiglia proprio di evitare tutto ciò, e di seguire solo le proposte di Gesù.

Infatti:- "Nell'insegnamento, e nella pratica, Gesù prende le distanze da quel che la religione imponeva e la tradizione insegnava, cominciando dalla Legge di Mosè.
Nei confronti dei comandamenti, Gesù ha infatti un atteggiamento distaccato, certamente sconvolgente per i suoi contemporanei e scandaloso per la casta sacerdotale al potere.
Gesù sembra ignorare i comandamenti di Mosè". - (Alberto Maggi)

Ci piaccia o meno, il fondamento per conseguire l'uguaglianza sociale, secondo la morale trascendente cristiana, è sforzarsi di agire come Gesù, e non di obbedire alla costituzione!!

Sgiombo:
Prendo atto di questa tua precisazione (in precedenza eri stato tu a parlare genericamente di "scritture" -anche- del cristianesimo, le quali comprendono anche l' Antico Testamento, e non di Vangeli. Dunque io non mi sono mai "fermato alla legge di Mosè").




Duc in altum!
:
Come, sei tu che hai detto:- "...universalmente umana..."; invece è umanamente limitata alla terra!

Sgiombo:
Davo (e do) per scontato che non ci sono altri uomini oltre a noi "terrestri" nell' universo o comunque se anche ci sono, non é possibile comunicare con loro (e dunque la cosa é per noi irrilevante).




Duc in altum!:
L'evoluzione è dimostrata, ma non la zuppa primordiale di Darwin, per quello c'è bisogno di una follia fideistica.

Sgiombo:
Darwin non credo parli mai di "brodo primordiale" (casomai Oparin).
E non é affatto folle o irrazionale ma razionalissimo crederci.
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Vecchio 22-01-2014, 11.02.26   #133
Duc in altum!
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"

@ gyta


Bellissimo il tuo pensiero, intriso di verità recondita dal disordine dissoluto.

Una sola aggiunta: chi non è desideroso di cogliere non dovrebbe, però, sostenere che il frutto non sia maturo o, addirittura, che è marcio, senza neanche essersi avvicinato all'albero.
Duc in altum! is offline  
Vecchio 22-01-2014, 16.16.15   #134
gyta
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"

Citazione:
chi non è desideroso di cogliere non dovrebbe, però, sostenere che il frutto non sia maturo o, addirittura, che è marcio, senza neanche essersi avvicinato all'albero.
(Duc in altum)

“Il frutto è marcio” o “non è maturo” proprio in relazione al tipo di consapevolezza mentale.
All’ “albero” non possiamo “avvicinarci” più di quanto la nostra consapevolezza non ci consente.
Per essere precisi, quel “Albero” siamo noi. L’esserne o meno coscienti è in rapporto alla conoscenza
che abbiamo di noi stessi. Il tipo di conoscenza definisce il carattere della nostra psiche.
Il desiderio di cogliere (di realizzare, di comprendere) è la nostra realtà più profonda sempre e comunque
presente anche laddove ad una differente coscienza appare come volontà distruttiva del considerare
il frutto marcio e/o di non avere desiderio di coglierlo.

Merton spiegava questa realtà con parole molto semplici ed ispirate
(che non ho io), diceva che il materialista al pari del cosiddetto spirituale aveva anch'egli una ferma e centrale coscienza della divinità e la realizzava tramite la coscienza della materialità del reale. Ma detta così non rende la profondità del pensiero. Ahimè..

"Moralmente" non è facile da digerire questa mia analisi, perché spesso il momento in cui iniziamo ad avere coscienza di desiderare il cogliere coincide anche con un passaggio interiore, con una trasformazione e come ogni trasformazione comunque energeticamente, psicologicamente, "faticosa". Per cui ci resta difficile accettare la differente fatica altrui..

Per cui il giusto agire non è “un fai da te” in senso dispregiativo ma il corso naturale della realizzazione nell’uomo della coscienza divina che per altri si chiama in altri modi e coincide con morali –ovvero coscienze mentali- differenti.
Citazione:
Bellissimo il tuo pensiero, intriso di verità recondita dal disordine dissoluto.
Non comprendo grammaticalmente cosa significa : “intriso di verità recondita dal disordine dissoluto”.
Cioè, il pensiero che ho espresso secondo te è “intriso di celata verità” e fino a qui ci sono,
“intriso di verità celata” dal? disordine corrotto? Volevi intendere “verità lontana dalla corruzione del disordine”?

I taoisti non si lascerebbero però sfuggire di rammentare che l'ordine non è volontariamente stabilito ma risultato del lasciare che la coscienza segua il suo corso ovvero che quel disordine contiene in sé i germi dell'ordine senza il quale peraltro l'ordine non potrebbe realizzarsi.. Incasinato, eh?..
gyta is offline  
Vecchio 23-01-2014, 00.43.46   #135
leibnicht
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"

Citazione:
Originalmente inviato da gyta
“Il frutto è marcio” o “non è maturo” proprio in relazione al tipo di consapevolezza mentale.
All’ “albero” non possiamo “avvicinarci” più di quanto la nostra consapevolezza non ci consente.
Per essere precisi, quel “Albero” siamo noi. L’esserne o meno coscienti è in rapporto alla conoscenza
che abbiamo di noi stessi. Il tipo di conoscenza definisce il carattere della nostra psiche.
Il desiderio di cogliere (di realizzare, di comprendere) è la nostra realtà più profonda sempre e comunque
presente anche laddove ad una differente coscienza appare come volontà distruttiva del considerare
il frutto marcio e/o di non avere desiderio di coglierlo.

Merton spiegava questa realtà con parole molto semplici ed ispirate
(che non ho io), diceva che il materialista al pari del cosiddetto spirituale aveva anch'egli una ferma e centrale coscienza della divinità e la realizzava tramite la coscienza della materialità del reale. Ma detta così non rende la profondità del pensiero. Ahimè..

"Moralmente" non è facile da digerire questa mia analisi, perché spesso il momento in cui iniziamo ad avere coscienza di desiderare il cogliere coincide anche con un passaggio interiore, con una trasformazione e come ogni trasformazione comunque energeticamente, psicologicamente, "faticosa". Per cui ci resta difficile accettare la differente fatica altrui..

Per cui il giusto agire non è “un fai da te” in senso dispregiativo ma il corso naturale della realizzazione nell’uomo della coscienza divina che per altri si chiama in altri modi e coincide con morali –ovvero coscienze mentali- differenti.

Non comprendo grammaticalmente cosa significa : “intriso di verità recondita dal disordine dissoluto”.
Cioè, il pensiero che ho espresso secondo te è “intriso di celata verità” e fino a qui ci sono,
“intriso di verità celata” dal? disordine corrotto? Volevi intendere “verità lontana dalla corruzione del disordine”?

I taoisti non si lascerebbero però sfuggire di rammentare che l'ordine non è volontariamente stabilito ma risultato del lasciare che la coscienza segua il suo corso ovvero che quel disordine contiene in sé i germi dell'ordine senza il quale peraltro l'ordine non potrebbe realizzarsi.. Incasinato, eh?..

Parlare per dar fiato alla bocca è come scrivere per sgranchirsi le dita.
Quale mai "giusto agire" può essere posto laddove non esiste alcun principio percepito, di bene o di male?
Conosco bene le riflessioni, tra Ragion Pratica e Metafisica dei Costumi che ispirarono il Diritto positivo a riferimento (anche) del kantismo.
Resta il punto fondamentale: non esiste alcuna giustizia, né alcun diritto, se non a partire da qualche principio che sia assunto come "assiomatico", oppure, più debolmente, come "postulato" (così come nella dichiarazione introduttiva della "Geometria" di Euclide).
Non sono un giurista, intendo come "scienziato" del Diritto: ossia quello che immaginerei come "competente" a studiare ed approfondire questa Disciplina della Scienza, che è per me fondamentale rispetto a qualsiasi interfaccia possibile tra Civiltà e Società.

Come può la società, ipso facto sui, creare il Diritto?

Come può un Diritto, creato da una società (ipso facto sui) valere nel Tempo, posto che la società stessa muta?

Non sarebbe più opportuno sostituire l'uomo e mutarlo con un programma informatico che tenga conto di ogni legge e giurisprudenza?

Oppure scegliere soltanto giudici che non possano appartenere alla società civile per la quale essi esprimono giudizi? Non necessariamente "alieni", ma persone che, per definizione, non possano in alcun modo prendere parte, in alcun modo, alla società civile di cui si debbono occupare (eventualmente a contratto per pochi anni, ed eventualmente rinnovabile).
leibnicht is offline  
Vecchio 23-01-2014, 19.21.11   #136
gyta
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"

Citazione:
Quale mai "giusto agire" può essere posto laddove non esiste alcun principio percepito, di bene o di male?
(Leibnicht)
E chi ha detto questo? Non io. (*)
Non riesco ad immaginare quale passaggio ti ha fatto dedurre questo.
Citazione:
Al di fuori di questo contesto dimensionale non si può parlare di bene né di male essendo bene e male
visioni ‘squisitamente’ legate a questa dimensione coscienziale, frutto di questi sensi e di questa modalità
dimensionale di percezione.
(Gyta) qui
Citazione:
Resta il punto fondamentale: non esiste alcuna giustizia, né alcun diritto, se non a partire da qualche principio che sia assunto come "assiomatico", oppure, più debolmente, come "postulato"
(Leibnicht)
Nella natura della mente umana c’è la luce dell’intelligenza profonda (o luce dell’intelligenza divina), non c’è alcun bisogno di cercare al di fuori di noi quella luce capace di portare in emersione le doti che risiedono in noi, nel nostro cuore. Ogni percorso spirituale giunge a comprendere questa possibilità interiore alle facoltà della coscienza. Il bene risiede in questa consapevolezza che man mano si realizza come sentimento ed attività solidale verso ciò che a specchio “fuori” viene a rappresentare ogni aspetto del nostro cammino interiore.
Citazione:
Parlare per dar fiato alla bocca è come scrivere per sgranchirsi le dita.(Leibnicht)
Quel fiato alla bocca è la mia anima;
senza comprendere questo, parlare di bene e male non è di alcuna utilità né coerenza.


(*) Se fossimo su di un social forum comprenderei il tuo scritto maldestro ma qui non comprendo come si possa interagire rispondendo all’ultimo intervento esentandosi dal leggere e comprendere il resto.

Ultima modifica di gyta : 23-01-2014 alle ore 21.34.52. Motivo: (*) esentandosi dal
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Vecchio 24-01-2014, 10.12.52   #137
CVC
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"

Secondo il principio di Pareto, il 20% delle cause produce l'80% degli effetti. Così il 20% della popolazione mondiale detiene l'80% della ricchezza, il 20% dei beni prodotti da un'impresa produce l'80% del fatturato, e così via.
Applicando il principio di Pareto alla morale, si potrebbe supporre che il 20% delle azioni morali di un soggetto produca l'80% degli effetti, oppure che il 20% degli uomini produca l'80% delle opere buone o che sempre il 20% delle persone sia causa delle azioni cattive.
Quindi proseguendo questo ipotetico ragionamento, ammesso che chi sia buono difficilmente compie anche opere cattive e viceversa, il 20% dell'umanità è causa del bene, un altro 20% è causa del male, ed il restante 60% è ininfluente.
Fra bene e male vince... la mediocrità. Che è sempre meglio del male
CVC is offline  
Vecchio 24-01-2014, 18.28.38   #138
gyta
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"

Citazione:
Secondo il principio di Pareto, il 20% delle cause[..]
Quindi proseguendo questo ipotetico ragionamento[..]
ed il restante 60% è ininfluente.
Fra bene e male vince... la mediocrità. Che è sempre meglio del male
(CVC)
Beh, esiste anche l’analisi statistica secondo la legge di Murphy..
che assommata all’analisi delle probabilità giunge ad indicare che
nella maggioranza dei casi la stupidità supera di ben cinque lunghezze
i tentativi medi dell’uso della ragione..

Ovvero l’improbabile non è impossibile.. per questo nonostante sembri improbabile
che la stupidità prevalga sull’intelligenza, la prima di certo sarà la conferma
di quanto le possibilità siano fondamentalmente illimitate e se qualcosa la si può fare
nel migliore dei modi di certo sarà svolto nel peggiore dei modi improbabili.
D’altronde anche Einstein si dichiarava scettico sull’andamento degli eventi
tanto da affermare due latenti incertezze, il limite dell’universo e della stupidità umana..

Se poi analizziamo il concetto di stupidità umana vediamo che questo coincide
con un uso improprio del cervello, ovvero secondo la legge di Murphy.. :
Poiché le proposte sono sempre capite dagli altri in maniera diversa da come le concepisce chi le fa,
alle prese con la risoluzione di un problema, il metodo esatto con cui esso avrebbe dovuto essere risolto
sarà sempre l'ultimo al quale penseremo.

Per la legge di gyta.. : il bisogno ingegna la mente..
e la mediocrità non è la media fra l’intelligenza ed il sonno latente
ma l’esplicita predominanza del sonno sull’intelligenza, ergo la cattiveria (il male)
è null’altro che risultato di un grandioso sonno della mente sugli eventi.
gyta is offline  
Vecchio 24-01-2014, 22.11.40   #139
mariodic
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"

Il "GIUSTO AGIRE" implica i mal visti giudizi di valore etico, croci e delizie di annose diatribe. Secondo la grandissima parte dei giudizi di razionalità critica, il giudizio di valori etici non vale in quanto basato sulle posizioni relativistiche di chi li formula, quindi, manca di assolutezza. Sembra proprio così, ma ciò è dovuto al non tener conto dell'IO (non dell'io), vale a dire della SUA Coscienza, che è la Coscienza dell'Universo, quindi il giudizio di valore del'IO ha valore assoluto anche in presenza di errori che, però, si riversano sulla Coscenza osservante dell'IO con la SUA e sulla SUA unicità.
Possiamo pensare ad un bilancio etico (o anche equazione etica). Per spiegare questo è necessario ribadire il concetto che la sostanza costitutiva dell'Universo è la Conoscenza, intesa come un campo di densità variabile e crescente asintoticamente all'infinito man mano che ci si approssima alla singolarità origine , cioè all'IO, mentre l'integrale di questa densità (dalla Singolarità IO all'infinito, fornisce un valore finito e perdippiù eroso dall'entropia. Ora, l'Osservatore può procedere in due modi: il primo -quello preferito- consiste nell'accescere la densiità cososcitiva operando a breve raggio intorno alla singolarità osservante stesa (l'IO), il secondo è quello di agire prioritariamente a distanza, cioè là dove la densità della Conoscenza è più bassa e rischia rapida decadenza entropica lavorando quindi di più. Eticamente parlando questa soconda soluzione è quella che conferisce valore etico all'operato dell'Ossevatore, la prima ne conferisce poca, perchè basata sulla facile logica del "chi se ne importa".
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Vecchio 25-01-2014, 07.43.00   #140
leibnicht
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"

Citazione:
Originalmente inviato da gyta
E chi ha detto questo? Non io. (*)
Non riesco ad immaginare quale passaggio ti ha fatto dedurre questo.


Nella natura della mente umana c’è la luce dell’intelligenza profonda (o luce dell’intelligenza divina), non c’è alcun bisogno di cercare al di fuori di noi quella luce capace di portare in emersione le doti che risiedono in noi, nel nostro cuore. Ogni percorso spirituale giunge a comprendere questa possibilità interiore alle facoltà della coscienza. Il bene risiede in questa consapevolezza che man mano si realizza come sentimento ed attività solidale verso ciò che a specchio “fuori” viene a rappresentare ogni aspetto del nostro cammino interiore.

Quel fiato alla bocca è la mia anima;
senza comprendere questo, parlare di bene e male non è di alcuna utilità né coerenza.


(*) Se fossimo su di un social forum comprenderei il tuo scritto maldestro ma qui non comprendo come si possa interagire rispondendo all’ultimo intervento esentandosi dal leggere e comprendere il resto.

Trascuro ogni intento polemico; non mi interessa assolutamente. Da due anni mi sono escluso dai c.d. socialnetwork o forum, perché li ritengo molto pericolosi, sia dal punto di vista sociale che, soprattutto, per le possibili implicazioni giudiziarie.
Io penso che, non esistendo alcun possibile criterio di giustizia, dal momento che non esiste alcun principio morale riconosciuto e riconoscibile nella società, dovrebbe essere permessa una libertà fondamentale.
La seguente.
Una persona che si ritrovi meglio nei codici di una qualsiasi delle tante nazioni UE, dovrebbe poter stabilire, con firma ed ufficialità, di volersi riferire a una di queste: per un periodo responsabile, ossia almeno quello entro cui perdurerebbero gli effetti delle sue azioni.
Una tra i 27 possibili.
Quale mai senso ha, altrimenti, il condividere una moneta? La moneta prezza le merci, la giustizia statale prezza gli individui.
Dunque, poter scegliere.
leibnicht is offline  

 



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