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Vecchio 17-11-2003, 23.34.50   #71
freedom
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Caspita ho letto il tuo post dopo aver postato il mio Fragola. E' bellissimo ed inevitabile ed immediato è stato l'accorgermi che le fragilità altrui sono materia assai complessa e delicata. E pensare che avevo appena letto il post di Mistico nel quale, con grande garbo ed intelligenza, me lo faceva notare.

Se tu pecchi in ascolto beh io sono irrimediabilmente sordo. Mi auto consegno un cartellino giallo.
freedom is offline  
Vecchio 18-11-2003, 07.06.29   #72
gyta
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Avete presente quando….
stanchi morti ma motivati,
meticolosamente vi mettete lì -alla tastiera-
cercando di mettere per iscritto nel miglior modo possibile i vostri pensieri quindi, soddisfatti del 'lavoro' compiuto, già pensate ai metri che vi separano dal vostro desiderato e soffice letto,
quando ‘..paffete’ inavvertitamente le vostre dita
sfiorano il tasto sbagliato
e come per incanto ogni riga scritta con sudore scompare dallo schermo, lasciandoci come inebetiti di fronte al file scomparso….GGGGRRRRRRRRR!!!!

Quindi, se sarò stringata abbiate pietà!

P.S. :Sono dispiaciuta per Nicoletta,
Penso però che i rapporti ‘costruttivi’ possano a volte anche non essere ‘indolore’.
Costruire è anche mettere in discussione i parametri altrui.Questo può essere non ’indolore’ed a volte minare presunte ’sicurezze’ e/o ’punti fermi’.
L’incontro può avvenire anche tramite uno ’scontro’, la ’costruzione’ necessita’ di una sorta di ’distruzione’ (in questo caso di ’pre-concetti’ o ’pre-definizioni’).
Insomma, nella costruzione di un rapporto si va incontro
ad un terreno pieno di possibili falsi intoppi dove ogni più piccola affermazione tradotta in parole va a scontrarsi con il significato ‘soggettivo-emozionale’ che diamo alla parola stessa.
Figuriamoci se poi la parola in questione è ‘dio’…!
Al sentirci minati, in ciò che è il nostro punto fermo attorno al quale la nostra vita ‘assume’significato,
reagiamo secondo ciò che ci è in potere di fare;
ci sono momenti in cui un’altra visione delle cose od addirittura la medesima -ma celata da parole in ‘scontro’ con i nostri attuali, ben noti e consolidati, parametri- può non essere compresa o addirittura sconvolgerci perché, alla nostra attuale ‘esperienza’, prematura.
La ’forma’ in cui ci si rapporta agli altri può essere importante per un eventuale incontro ma non fondamentale in una reale volontà di comunicazione.
Essere ’graffianti’ nella forma può essere motivo di scontro,ma non per questo di non costruzione. Non vedo ‘offesa’ in questo..Ma rammarico per il non incontro.


Per Kri (& company)…
Ciao! Scusami anche tu ma non sempre ho la possibilità di scrivere quando vorrei, soprattutto quando la discussione mi necessita di una certa concentrazione per scrivere.
Ci sono alcune cose fondamentali che non riesco a comprendere,forse usiamo gli stessi termini dando a questi significati diversi..è possibile?!

Perché dici “..vivere la quotidianità senza maschere significa non dare più un senso a tutto il contorno, significa che tutto diventa intollerabile..”
Perché “non dare più un senso”? E ‘quale’ senso, andrebbe perso?
Perché e cosa sarebbe “intollerabile”?
Se per ‘intollerabile’ intendi la sofferenza umana là dove è l’ingiustizia umana a produrla ..
Cioè,se per esempio pensi che c’è una parte del mondo che muore di fame mentre noi ce ne stiamo qui col sedere al caldo a filosofare sul cosa sia ‘bene’ e cosa ‘male’ -ti dirò-
io penso che solo cambiando la nostra testa
attraverso la conoscenza e la coscienza di noi stessi (frutto:l’amore verso noi stessi -e di conseguenza verso gli altri) avremmo in dono le armi per poter profondamente,
radicalmente e materialmente cambiare la realtà.

‘La maschera del bisogno’ ..Per me i bisogni che sentiamo non sono maschere,anzi penso che sia una maschera negare il nostro bisogno.
Dici: ‘stare indifeso ma libero..’
Se ci sentiamo -volontariamente o no- ‘indifesi’ è perché stiamo spingendo oltre i nostri limiti (del momento), non c’è libertà nella forzatura. La confusione è una risultanza logica e
coerente.
Diverso è quando,sentendoci a nostro agio, solidi,su di un punto d’equilibrio dentro noi stessi,non sentiamo il bisogno di difenderci.
Senza forzatura,senza squilibrio..allora sì-senza armatura.

Mentre condividiamo proviamo eccome amore,e più sono i piani di condivisione e più ci sentiamo beatamente in fusione,in unità.
A volte ‘con-fusi’,in un terreno unico, poiché il limite di demarcazione ‘tu’/‘io’ è divenuto pressoché impercettibile,resta solo la sottile linea della coscienza del sentire che
definisce ancora il remoto ’tu’/’io’.
Ma ’con-fusione’ non come senso d’ ‘instabilità’, non come ’perdita’ , ma come nuova ‘modalità’ del sentire..
Un sentire più ‘ampliato’, un’ ‘abbraccio con l’altra anima’.
Ti è mai capitato di abbracciare forte-forte qualcuno che ami ? Beh, dopo un po’che sei lì abbracciato fai decisamente fatica a riconoscere quale sia un tuo arto e quale il suo(e non per i crampi!! );
eppure questo non sapere non ti preoccupa affatto (e non perché sei incosciente,ma perché ‘sai’ che tutto è a posto).
-
Piccola parentesi per chi fisicamente può permettersi: c’è una posizione ‘yoga’,quella del ‘loto’ (piede sinistro su coscia destra+piede destro su coscia sinistra) dove -anche qui-i parametri sinistra /destra vengono ‘scavalcati’ con la risultanza di una netta sensazione d’unità, dove risulta impossibile aver coscienza di dove sia realmente il mio piede sinistro e dove quello destro…-simpatica dimostrazione fisica di ciò che altrove ci (ap) pare decisamente più complesso.

Riguardo al fatto che “..la condivisione non dev’essere egoistica” ci terrei specificare qualcosa riguardo a ciò che intendiamo per ‘egoismo’:
Se per ‘egoismo’ intendiamo “una personale spinta al ‘piacere’ “ penso che questa sia necessaria alla vita stessa e che ciò che va ‘elaborato’/’sviluppato’ sia il ‘senso del piacere’,come possibilità di ‘evoluzione’,di ‘raffinamento’ della qualità stessa dell’ “amare”;
se invece ci riferiamo all’ egocentrismo, penso sia indispensabile percorso d’inizio nella ricerca di una visione,che non fa solo più i conti con il nostro ‘centro-unità’ ma oltrepassa
verso una visione(/fusione) d’insieme, d’unità.

P.S. Quando dicevo che “..flirtare con l’orizzonte era di norma meno ‘destabilizzante’ “
Intendevo dire che essere in uno stato di grande benessere pseudo-mistico in amore con l’intero genere umano (e con l’universo intero) e cosa assai facile quando sei solo ed in pace su di un picco montano; cosa assai differente è avere la stessa ‘leggerezza’ e ‘serietà’ nel mezzo del caos metropolitano o quando con addosso un freddo cane t’accorgi che la caldaia
si è rotta e non hai i soldi per ripararla o quando t’accorgi di colpo che il tuo ‘grande’ amore ha da sempre... deciso di restare un ‘piccolo’ uomo.

…meno male che mi sono scusata prevedendo uno scritto stringato !..Vabbè!

Un caro saluto!
Gyta
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Vecchio 18-11-2003, 09.24.49   #73
kri
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x gyta:

si mi piace moltissimo quello che hai scritto, più di me riesci ad esprimerlo, e mi trovo in perfetta linea con te .. quindi non h omotivo di confondere ulteriormente le cose.

x gli altri ...

ecco un esempio di condivisione (dopo il danno), si è riusciti a comprendere, purtroppo dopo, come interagire .. ed è molto bello tutto questo, vi ringrazio!

discutere non vuol MAI dire essere per forza d'accordo , ma neppure azzuffarsi per la ragione o per la difesa della propria posizione! Discutere è interessante quando c'è un mischiarsi, un interagire, un fondere le idee, un incontrarsi .. un capirsi "stappandosi" le orecchie .. un vero e proprio VOLER CAPIRE E INCONTRARE L'ALTRO. Solo così si può davvero condividere e cercare di crescere ed imparare. Non ha molto senso fissarsi sulle proprie posizioni. Si può valutare la posizione altrui .. che magari può rappresentare un tassello in più .. ecco come ieri sera, grazie a Mistico, ho visto un'altra faccia dell'evento accaduto, che poi si è trasformato in un incontro di valori e di unione!!

Che sia servito a qualcosa?

Che poi io dia a questo il nome di tolleranza e rispetto dell'individualità altrui .. è altra cosa!

Grazie a tutti!
kri is offline  
Vecchio 18-11-2003, 15.49.30   #74
Fragola
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Messaggio originale inviato da gyta
[B
Penso però che i rapporti ‘costruttivi’ possano a volte anche non essere ‘indolore’.
Costruire è anche mettere in discussione i parametri altrui.Questo può essere non ’indolore’ed a volte minare presunte ’sicurezze’ e/o ’punti fermi’.
L’incontro può avvenire anche tramite uno ’scontro’, la ’costruzione’ necessita’ di una sorta di ’distruzione’ (in questo caso di ’pre-concetti’ o ’pre-definizioni’).
Insomma, nella costruzione di un rapporto si va incontro
ad un terreno pieno di possibili falsi intoppi dove ogni più piccola affermazione tradotta in parole va a scontrarsi con il significato ‘soggettivo-emozionale’ che diamo alla parola stessa.
B]

Ciao. Non quoto tutto anche se tutto il tuo messaggio è molto bello.
Nella mia esperienza personale raramente i rapporti veramente costruttivi sono stati indolori. Troppe, troppe volte per costruire qualcosa dobbiamo passare attraverso la distruzione di idee preconcette. A volte anche attraverso la distruzione di cose ben più profonde delle idee! Contruire è mettere in duscussione i parametri altrui ma anche e soprattutto mettere in discussione i nostri.

Lo scontro a volte nasce proprio da questo. Dal fatto che c'è sempre una certa resistenza a mettere in discussione qualcosa di noi stessi. E tante volte succede che quello che è messo in discussione "sta sotto" al discorso. E' più profondo. Ma qualcosa nel discorso è andato a toccarlo. E a volte prima di raggiungere la consapevolezza di quale nervo scoperto è stato toccato, scatta la reazione.
Per questo certe volte non si capisce perchè scontri così forti per sciocchezze.
Sarebbe bello se, una volta capito cosa ci ha toccati, si potesse spiegare. Ma non è facile.

Per tornare a bomba al discorso della condivisione che apre questa discussione e da cui, secondo me, non ci siamo spostati più di tanto... si è parlato di condivisione dell'anima, di condivisione delle emozioni, di condivisione dei pensieri. Si parlava soprattutto di una condivisione non verbale.
Vorrei spostare un momento il discorso dalla condivisione alla fiducia. Quanto e quando ci capita di fidarci di un altro al punto da concedergli l'accesso al nostro nucleo più intimo?
Perchè forse la condivisione è lì, nella fiducia. Nella fiducia anche quando sembra che l'altro ci stia tradendo, ferendo.

Mi sto un po' confondendo. Non è facile. Per me è un punto cruciale. scusate.


ciao
Fragola is offline  
Vecchio 19-11-2003, 07.42.13   #75
gyta
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Grazie Kri, grazie Fragola !
A volte in nome 'dello spiegarmi più chiaramente possibile' temo di essere retorica e vorrei buttare tutto nella pattumiera. Non so
forse è la trappola dello scrivere, ma diversamente...?

Già, ho dimenticato di dire 'i miei parametri' 'i nostri'..!
Non credo sia 'casuale',credo sia la classica dimenticanza
'freudiana'..quasi a dirmi che i miei 'punti d'appoggio', le 'mie
certezze' sono rimaste fuori casa l'ultima volta che ho messo in discussione quasi tutta la mia vita..un po' 'troppo'..
In realtà non mi fermai semplicemente a metterle in discussione ma desiderando fortemente l'unione -'dimenticando' che l'unione presuppone l' 'esserci'- scordai me stessa (nel cuore almeno,visto che 'fisicamente' scelsi poi di chiudere un rapporto che 'rapportarsi' non era...).
Dici (Fragola) che ti stai "un po' confondendo.."(rif. alla fiducia..).
Mi viene da sorridere..
Beata te che ti confondi solo 'un po' '...
Le mie emozioni riguardo a ciò sono decisamente 'sconvolte' e non sono 'solo un poco confusa'...!
Scusa è uno sfogo d'amarezza ed il sorriso è di chi -purtoppo- riconosce negli altri un poco del proprio smarrimento..
Ne sono convinta: condividere è aver fiducia (nel senso più profondo di entrambi i termini, però).
Non puoi veramente condividere se non 'senti' l'altro,
se non lo 'senti' con il cuore, se non c'è quell' 'apertura' e quel
'sapere' di essere 'accolti'..!
'Quanto' e 'Quando'..?
Quando riesco a dire 'Sì, mi piace..!'. Quando ho potuto aver modo di comprendere 'dentro' chi è, allora mi avvicino 'completa'.
Non voglio intendere 'fiducia' come atto di 'fede' assoluto -perchè in tal caso quello c'è, nel genere umano in generale!- parlo della fiducia che ti fa sentire all'occorrenza di poterti lasciare andare sul serio all'altro,una fiducia che non conosce ostacoli 'del momento'(sei giù/sei sù/sei forte/sei fragile/impazzita/savia etc..)

Se parliamo di 'tradimento' di 'ferite'..beh,la cosa è ben più complessa!
Come fai ad aver fiducia quando senti che la persona sta tradendo il rapporto che ha con te..?!
Se lo 'senti' è perchè 'qualcosa' non va !
Certo, continui ad aver fede nella capacità della persona di chiarire ciò che sta accadendo, della possibilità di porvi rimedio..

Sul 'ferire' è decisamente diverso,anche se non essenzialmente:
la fiducia non viene a cessare,principalmente cerco di comprendere cosa e se c'è stato un'atto 'd'attacco' ed i motivi che hanno portato a questo..

In linea di massima non 'mollo' la fiducia nella persona e nel rapporto che ho con lei per banali 'scontri' od 'incomprensioni',
ma quando diventa palese la mancanza di volontà nel 'costruire' l'incontro nel 'reale' e nel 'cuore'.


Un saluto!
Gyta
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Vecchio 19-11-2003, 09.19.05   #76
kri
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... mi avete fatto venire in mente una frase di un mio amico .. una persona con cui "condivido" moltissimo (non l'anima che penso sia ben altro, ma l'animo .. l'essenza, il profondo dell'essere) .. la frase oggi acquista un significa molto importante rapportato ai vostri scritti e cioè ... "metterei nelle tue mani il mio cuore ... " (e proseguiva ma il resto è personale) ... ecco la fiducia .. l'abbandonarsi, il rapportarsi oltre ogni sorta di "cancello" mentale che ti fà dubitare... ma oltre il dubbio della diffidenza io ci metterei anche l'Ego. L'Ego agisce a volte come specchio, come proiezione. Rimettendo nell'altro le nostre paure e le nostre incertezze, così da crearci delle scuse o delle giustificazioni per non dover crescere, per non dover comprendere .. per doverci aprire, perchè a volte tutto questo è proprio quel soffrire di cui tanto si parla!! La sofferenza di dirSi (a se stessi) la verità! Aprirsi però, è il passo fondamentale per condividere.

Ma mi domando se la fiducia sia innata oppure ci si arrivi aprendosi. Certo è che aprirsi significa donarsi completamente, ma se c'è paura di qualsiasi cosa .. allora il rapportarsi diventa impossibile. Forse è questo, la paura o la poca stima di se o la diffidenza .. non lo so .. ma superato questo diventa un fondersi di meravigliose ed indescrivibili vibrazioni!


kri is offline  
Vecchio 19-11-2003, 13.10.22   #77
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Grazie Kri, grazie Fragola !
Se parliamo di 'tradimento' di 'ferite'..beh,la cosa è ben più complessa!
Come fai ad aver fiducia quando senti che la persona sta tradendo il rapporto che ha con te..?!
Se lo 'senti' è perchè 'qualcosa' non va !
Certo, continui ad aver fede nella capacità della persona di chiarire ciò che sta accadendo, della possibilità di porvi rimedio..
Gyta

Scusa, risposta lampo. Poi magari torno.
Forse bisognava definire il concetto di tradimento. Ma a volte è necessario "tradire" l'altro per non tradire se stessi. Un po' (per fare un esempio) non fermarsi ad aspettare quando qualcosa ci chiama. Ma è appunto un "tradimento" tra virgolette se non viene meno la profondità del rapporto. E' un tradimento che può essere stimolo.
Ma è complicato. Poi, se posso, torno a spiegare.
E poi ho mille cose da dire sulla fiducia.

un abbraccio
Fragola is offline  
Vecchio 19-11-2003, 14.03.06   #78
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Dici (Fragola) che ti stai "un po' confondendo.."(rif. alla fiducia..).
Mi viene da sorridere..
Beata te che ti confondi solo 'un po' '...
Le mie emozioni riguardo a ciò sono decisamente 'sconvolte' e non sono 'solo un poco confusa'...!
Scusa è uno sfogo d'amarezza ed il sorriso è di chi -purtoppo- riconosce negli altri un poco del proprio smarrimento..
Ne sono convinta: condividere è aver fiducia (nel senso più profondo di entrambi i termini, però).
Non puoi veramente condividere se non 'senti' l'altro,
se non lo 'senti' con il cuore, se non c'è quell' 'apertura' e quel
'sapere' di essere 'accolti'..!
'Quanto' e 'Quando'..?
Quando riesco a dire 'Sì, mi piace..!'. Quando ho potuto aver modo di comprendere 'dentro' chi è, allora mi avvicino 'completa'.
Non voglio intendere 'fiducia' come atto di 'fede' assoluto -perchè in tal caso quello c'è, nel genere umano in generale!- parlo della fiducia che ti fa sentire all'occorrenza di poterti lasciare andare sul serio all'altro,una fiducia che non conosce ostacoli 'del momento'(sei giù/sei sù/sei forte/sei fragile/impazzita/savia etc..)
Un saluto!
Gyta

Ecco, vedi, sono molto più confusa di te!
Di solito io sento l'altro. E' quello che dicevo molti post più su. Mi succede di percepire molte cose delle altre persone.
Non solo con le persone con cui ho un rapporto strettissimo.
Se poi c'è quella scelta reciproca di aprirsi, allora davvero sento fortemente, molto fortemente l'altro.
E' che ... ben altra cosa per me è fidarmi e permettere all'altro di sentirmi così. O crederci.
Un po' non tutti hanno sviluppato l'attenzione a questo sentire, un po' è come se per me non fosse mai possibile abandonarmi, come dici tu lasciarmi andare davvero.
Quindi la condivisione diventa monca. Condivido tutto dell'altro e pocchissimo di me. Di solito questo agli altri va benissimo...
So che ci sono dei motivi reali, nella mia storia, che rendono questa fiducia difficile, ma so anche che da lì prima o poi dovrò passare fer forza.
Forse per questo sento il bisogno di imparare a superare il tradimento.
Cavolo, è difficile parlare di questo e io non ho l'abitudine di parlare di me stessa qua sopra.
Però non si può parlare di condivisione senza partire dalla propria esperienza di condivisione. Non ha senso. Ci son cose che sono solo esperienza. Teorizzarci sopra è un gioco inutile.
Vedi, la fiducia, la condivisione, la comunicazione profonda sono il nucleo più forte della mia vita e della mia ricerca.
In questo intervento sto cercando di velare e contemporaneamente di parlare di quel pezzetto della mia anima che è completamente senza pelle.
Non lo so se da quello che ho scritto si riesce a capire qualcosa.

beh, chiedo scusa.

ciao
Fragola is offline  
Vecchio 19-11-2003, 14.52.21   #79
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... succede anche a me spesso quello che succede a te .. e ne consegue quello che consegue a te ..

ma pian pianino .. ci si abitua a farsi "toccare" e pian pianino ci si lascia affondare ...
kri is offline  
Vecchio 19-11-2003, 16.39.12   #80
freedom
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Porcelline!

Scusate, non ho resistito.

freedom is offline  

 



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